Cosa ne faccio delle lettere
recapitate da Rai in via ordinaria?
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D:
Caro direttore, sono un cittadino che ha effettuato regolare
disdetta dal canone che ha ricevuto al visita di una persona
qualificatasi come «ispettore» Rai. Tale persona, dopo avermi
mostrato un tesserino di riconoscimento della Rai, ha sostenuto
che «non è più possibile fare la disdetta del canone Rai» e se
non avessi sottoscritto il bollettino da lui proposto per la
sottoscrizione di un nuovo abbonamento «avrebbe potuto
procurarsi un mandato».
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Matteo Seregno
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R: A coloro che hanno cambiato
residenza o domicilio o che non hanno mai sottoscritto un abbonamento
alla Rai o che hanno effettuato regolare disdetta del canone può
capitare di imbattersi in falsi «ispettori» che in modo subdolo e
disonesto tentano di far firmare un impegno alla sottoscrizione di un
nuovo abbonamento. Questa sorta di venditori porta a porta sono
incaricati da Rai alla mera consegna dei bollettini postali per nuovi
abbonamenti e pertanto sono disposti ad ricorrere a qualsiasi
sotterfugio pur di incassare qualche abbonamento in più. La Rai sul suo
sito ufficiale comunica che «sull’intero territorio nazionale gli
incaricati della nostra azienda che, per conto dell’Agenzia delle
Entrate, informano i cittadini sugli obblighi derivanti dalla detenzione
di apparecchi televisivi, sollecitando gli utenti che non risultano
abbonati a regolarizzare la propria posizione. Gli incaricati, che non
richiedono alcuna somma di denaro in contanti, rilasciano un bollettino
di conto corrente da utilizzare presso qualsiasi ufficio postale per la
stipulazione del nuovo abbonamento TV». Sono numerose le segnalazioni di
cittadini che hanno verificato un comportamento degli «ispettori» ben
diverso da quello che la legge gli consente. Minacce, abusi e soprusi
sono all’ordine del giorno. Siamo in presenza dell’ennesimo atto di
grave inciviltà, di vero e proprio raggiro dei cittadini. In proposito
la Rai ha ufficialmente dichiarato che: «sia in sede di istruzione e
formazione, sia in sede contrattuale, la Rai vincola gli «ispettori» (si
tratta di incaricati con contratto di agenzia) a tenere un comportamento
irreprensibile in particolare per quanto riguarda la corretta
esposizione della normativa di legge relativa agli abbonamenti
televisivi. La Rai attraverso le sue strutture sia centrali che
regionali, vigila costantemente sul loro operato, adottando, ogni qual
volta ne venga a conoscenza e sia necessario, tutti i provvedimenti
idonei a prevenire e reprimere comportamenti non conformi ai principi
sopra richiamati». Purtroppo, quella della Rai è una vigilanza solo di
facciata. E’ vostro diritto non prestare la minima attenzione a questi
venditori porta a porta. Segnalate a la Padania qualsiasi comportamento
anomalo.
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Cosa fare quando i falsi ispettori si
imbattono in coloro che hanno fatto regolare disdetta
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D: Caro direttore, un
«ispettore» Rai una sera ha bussato alla mia porta e una volta mostratomi il
tesserino della Rai ha sostenuto che «visto che Raidue è tornata a Milano è
stato proprio per volere del Ministro Bossi che gli ispettori Rai, lui
compreso, si accingono ad andare casa per casa a riscuotere il canone». Nel
1995 ho seguito le indicazioni della Lega per effettuare la disdetta del
canone di abbonamento televisivo. L’ispettore mi ha proposto si
sottoscrivere un bollettino per un nuovo abbonamento e ho rifiutato. Ho
fatto bene?
- Sara
Brescacini Padova
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R: Si tratta di
venditori porta a porta incaricati da Rai alla mera consegna dei
bollettini postali per nuovi abbonamenti. Sono disposti ad
utilizzare qualsiasi inganno pur di incassare qualche abbonamento in
più quindi fate benissimo a non prestargli alcuna attenzione, a non
farli entrare in casa o quant’altro. Vediamo in questo caso cosa
sostiene la Rai: «in particolare, per quanto riguarda i presunti
accertamenti nei confronti di utenti che hanno dato regolare
disdetta per suggellamento, le linee guida della Rai non prevedono
alcun accertamento nei confronti di coloro che hanno dato
comunicazione della suddetta disdetta. Potrebbe essersi verificato
in alcuni casi - ma il comportamento è del tutto legittimo - che da
parte di alcuni incaricati sia stato rivolto l'invito all'utente a
stipulare un nuovo abbonamento rinunciando al suggellamento: in ogni
caso mai a copertura del periodo compreso tra la richiesta di
suggellamento medesima e la visita effettuata». Ne risulta che
coloro che hanno fatto regolare disdetta non hanno assolutamente
nulla da temere. Segnalate a la Padania qualsiasi comportamento
anomalo.
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D:
Ormai da anni ricevo lettere minatorie da parte di Rai che mi
invitano a pagare il canone. In aggiunta a questo una settimana
fa il mio vicino di casa spaventato da un ispettore della Rai ha
firmato a nome mio l'impegno a sottoscrivere l'abbonamento Rai.
Cosa devo fare?
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Paolo Orzivecchi
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R: Premesso che ciò che il
suo vicino ha firmato è semplicemente un impegno ad abbonarsi che non ha
alcun valore. Premesso che nessuno, tranne la guardia di finanza, ha
alcun potere di ispezione. Premesso che coloro che hanno fatto firmare
al suo vicino di casa sono dei semplici venditori porta a porta pagati a
provvigione dalla rai, quindi più impegni ad abbonarsi fanno siglare,
più guadagnano. Premesso che se il suo vicino si impegnasse, senza alcun
mandato, ad acquistare l'aspirapolvere dal venditore porta a porta lei
non sarebbe tenuto ad onorare l'impegno. Premesso tutto ciò cestini le
missive, si metta il cuore in pace, inviti il suo vicino ad essere più
cauto.
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D: Caro direttore, ho
effettuato regolare disdetta del canone nel 1994. Da alcuni mesi la Rai
si è rifatta viva con lettere minacciose su carta dell’Agenzia delle
Entrate (Sportello Abbonati TV) in cui si afferma che risulta che non ho
regolare abbonamento e mi si invita a regolarizzare la mia posizione.
Cosa devo fare?
- Dario
Brambilla Monza
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R:
Cestinarla, non ha alcun valore. Infatti, sono migliaia le
segnalazioni di cittadini che lamentano continue angherie,
intimidazioni, violazioni della privacy ed in alcuni casi vere e
proprie persecuzioni da parte della Rai, dell’URAR o Agenzia
delle Entrate sportello SAT. Persecuzioni denunciate sia da
coloro che non sono possessori del televisore sia da coloro che
l’hanno dismesso o che hanno fatto regolare disdetta. Lo fa con
lettere minacciose ma assolutamente prive di valore. La Rai
prova a colpire nel mucchio contando sull’ingenuità o sulla
buona fede dei cittadini. Sono comunicazioni che hanno la stessa
valenza di quelle che a decine troviamo nella nostra cassetta
postale e che ci esortano a sottoscrivere questo o quel
abbonamenti al bollettino parrocchiale o di aderire a questa o
quella associazione. Sono missive che non hanno alcun valore e
come tali possono essere cestinate col sorriso sulle labbra. Al
riguardo l'Agenzia delle entrate ha fatto presente che «ha
provveduto più volte a sensibilizzare le competenti strutture
RAI circa la necessità di utilizzare nelle comunicazioni
indirizzate ai cittadini un linguaggio conforme a
standards di civiltà giuridica». A quanto pare non c’è
ancora riuscita.
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D: Caro direttore, com’è
possibile che avendo da pochissimo cambiato domicilio e stipulato un
abbonamento a Sky puntuale come le tasse mi è arrivata la lettera della Rai
che mi chiede di sottoscrivere un abbonamento? I miei dati non dovrebbero
essere privati? Ma soprattutto, come hanno fatto a trovare il mio indirizzo
se non ho l’utenza telefonica?
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R:
I tuoi dati dovrebbero essere riservati. Purtroppo la natura
promiscua del canone (abbonamento o imposta?) consente a Rai
l’accesso ai dati dell’Agenzia delle Entrate. Inoltre, è
sufficiente fare richiesta al comune per avere i nominativi dei
nuovi domicili o consultare la guida telefonica. Inoltre, la
concessionaria pubblica incentiva pratiche del tutto illegittime
come quella della delazione da parte dei rivenditori di
apparecchi TV o, peggio ancora, l’utilizzo degli indirizzari
degli abbonati SKY. Questo è ciò che deve essere accaduto nel
tuo caso. Dalle colonne di questo giornale, in parlamento e alla
procura abbiamo denunciato la violazione della
privacy e l’utilizzo illegale dei dati degli abbonati a
SKY. Infatti, la Rai per meglio indirizzare i sui falsi
ispettori (venditori porta a porta a cui non bisogna prestare
alcuna attenzione) è affamata di dati che le consentano di fare
visite a domicilio andando a colpo sicuro. Sapete già cosa fare:
non prestate alcuna attenzione a ciò che vi dicono, non hanno
alcun diritto, non possono e devono chiedervi niente. Non fatevi
importunare.
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D:
Un ispettore Rai ha bussato alla mia
porta, cosa devo fare?
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R:
Con la cortesia che contraddistingue noi
padani congedatelo dicendogli: «Grazie, non mi serve niente.
Addio». Non può pretendere di entrare in casa. Non firmate
nulla. Nel malaugurato caso accadesse non perdetevi d'animo.
Quello che inconsapevolmente vi ha fatto firmare è un impegno a
pagare l'abbonamento Rai. Impegno che non ha alcun valore, serve
solo ed esclusivamente a lui per la sua provigione.
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D:
Il canone è un abbonamento per la
ricezione TV o un'imposta di possesso?
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R:
La Corte costituzionale nel 2002 ha riconosciuto al canone la
natura sostanziale di imposta. Il canone Rai è dovuto per la
semplice detenzione di uno o più apparecchi TV indipendentemente
dai programmi ricevuti.
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Cosa ne faccio delle lettere recapitate da Rai
in via ordinaria?
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D:
Ho cambiato domicilio e ricevo lettere
della Rai spedite con posta ordinaria, cosa devo fare?
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R:
Cestinarle. Dato che sprecare carta è un
crimine reciclatele.
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Compro una nuova TV e puntualmente mi recapitano una lettera
Rai
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D:
Ho comprato la nuova TV e ricevo lettere
della Rai spedite in via ordinaria, cosa devo fare?
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R:
Cestinarle. Purtroppo ti capiterà la
stessa cosa se cambierai alloggio, allacciamento a gas o luce,
ecc. Devi adottare lo stesso comportamento: ignorarle.
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D:
Non guardo (o non ricevo) la Rai, devo
comunque pagare il canone?
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R:
Si, il canone di abbonamento è da riconoscere in forza della
mera detenzione di un apparecchio televisivo indipendentemente
dall'utilizzo che ne venga fatto o delle trasmissioni seguite o
che per motivi orografici non sia possibile ricevere uno o più
canali della concessionaria del servizio pubblico
radiotelevisivo.
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La Lega (purtroppo inascoltata) continua a
sostenere l’abolizione del canone Rai
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D: Caro direttore, le ultime
trasmissioni in onda sulla Rai riportano alla ribalta la legittimità del
finanziamento pubblico e le battaglie della Lega Nord per la sua
abolizione. Il nostro movimento per anni ha tenuto alta la bandiera
della disdetta del canone in segno di protesta nei confronti del
centralismo romanocentrico e degli sprechi della tv di stato. Come mai,
dopo quattro anni di governo della Casa delle Libertà, non siamo ancora
riusciti a cancellare questa tassa iniqua?
Dario Mantova
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D: Caro direttore, sono
leghista e pertanto non mollo l’osso! Continuerò a chiederle di
pubblicizzare sul nostro giornale come ci si deve comportare in modo
legale per disdire il canone Rai. Quasi tutti i giorni c’è una lettera
di indignazione per la mancata visibilità della Lega Nord ed in più
delle falsificazioni di tutto quanto di positivo fa la lega. L’ordine di
scuderia di celare in tutti i modi ed oscurare la Lega è rispettato da
tutti i cosiddetti “professionisti” che spesso non sanno nemmeno parlare
italiano! Perché noi utenti della Padania dovremmo pagare il canone? Il
canone deve garantire sostanzialmente la piena indipendenza e neutralità
del servizio pubblico, non la faziosità!
Adelia Mondelli
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R:
Al Governo Berlusconi (e in particolare al Ministro Tremonti) la
Lega Nord ha più volte proposto di cancellare, una volta per
tutte, l’odioso canone d’abbonamento Rai. Nel corso delle
sessioni finanziarie dal 2001 fino all’anno scorso, per ben 13
volte, il Parlamento ha bocciato la nostra proposta. La diffusa
contrarietà di destra e sinistra alla cancellazione del canone è
dovuta alla decisione della Corte costituzionale che ha
riconosciuto all’abbonamento Rai natura d’imposta. Questa
decisione ha avuto due importanti conseguenze: 1) qualsiasi
decisione in merito al canone deve essere presa dal Parlamento e
2) la sua abolizione farebbe mancare all’appello delle casse
dello stato di 1,3 miliardi di euro l’anno. Inoltre, si deve
tenere conto che la Rai, in ragione del canone, ha una raccolta
pubblicitaria percentualmente più bassa. L'eventuale abolizione
del canone comporterebbe un aumento della raccolta pubblicitaria
con le prevedibili conseguenze sull'equilibrio del mercato
pubblicitario, sia per Mediaset, sia per gli editori della carta
stampata. Nel corso della discussione della legge Gasparri
abbiamo riproposto di assorbire il canone nella fiscalità
generale in modo tale da far contribuire i cittadini
proporzionalmente al reddito percepito. Questa soluzione è stata
rigettata come quella, in vista del digitale terrestre, che
consentirebbe di sottoscrivere un vero abbonamento per i
programmi Rai come già avviene per Sky. In questo modo si
eliminerebbero le sacche di evasione nel Sud del paese e la Rai
sarebbe finalmente indotta a migliorare la qualità dei programmi
e a diminuire gli sprechi. Purtroppo in materia siamo ancora
all’anno zero e quindi l’unica soluzione possibile è esercitare
il nostro diritto di difenderci non pagando il canone. Io
continuo a pensare che questo sia un sacrosanto diritto per
esercitare la nostra volontà di libertà e pluralismo.
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Come disdire legalmente il canone rai
Quello che impropriamente è definito canone
rai non è altro che una imposta dovuta allo Stato per il possesso dell’apparecchio televisivo.
Se sei proprietario di
un televisore vecchio o non funzionante e hai deciso di non pagare
l'ennesima gabella allo Stato, in base alla
legge n.
880/38, devi inoltrare la disdetta di
abbonamento al canone rai e la richiesta di suggellamento all’Agenzia delle
Entrate.
Attenzione! Coloro che
detengono, pur non usandolo, un televisore non funzionante e non ne pagano
l'abbonamento sono soggetti al pagamento di una sanzione e alla conseguente
notifica di una cartella esattoriale da parte dell’Agenzia delle Entrate per
omesso pagamento di tributi.
Clicca qui per scaricare i moduli.
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