LE COSE FATTE DALLA LEGA (AL GOVERNO) PER LA RAI FEDERALE

 

Il 19 febbraio 2003 il Consiglio di amministrazione della RAI, sulla base delle dichiarazioni programmatiche approvate dallo stesso Cda in data 5 marzo 2002, e della Mozione di indirizzo approvata il 16 aprile 2002 in materia di "federalismo televisivo" si è impegnato ad adeguare il concetto di "servizio pubblico radiotelevisivo" ai fondamenti dell'autonomia e del decentramento a cominciare dalla decisione di trasferimento di una intera rete - RAI 2 - a Milano, oltre ad avviare (anche ai sensi dell'articolo 17, comma 2, lettera p) della legge n. 112/2004) il potenziamento delle sedi nazionali con i Centri di Torino e Milano, fino ad oggi fortemente sottoutilizzati dal punto di vista delle professionali e tecniche ritenendo che permanga inalterata e prioritaria la necessità di rappresentare l'Identità del Paese attraverso il riconoscimento del pluralismo sociale, culturale e linguistico, passando per la valorizzazione delle radici storiche, della creatività e del costume popolare delle comunità locali.

 

L'articolo 17, comma 1, lettera r) della legge n. 112 del 2004 specifica, con riferimento alla valorizzazione dei centri di produzione decentrati, l'impegno della concessionaria alla promozione delle culture e degli strumenti linguistici locali.

 

Il contratto di servizio sottoscritto il 22 gennaio 2003 con il Ministro delle comunicazioni per il triennio 2003-2005 è quello che più di tutti ha sancito il ruolo fondamentale della concessionaria pubblica nella diffusione dell'informazione e della cultura territoriale impegnandosi ai sensi dell'articolo 12, comma 3 del contratto di servizio ad introdurre nel palinsesto della terza rete televisiva trenta minuti di programmazione per ogni regione scelti dalle stesse sedi regionali. Inoltre la RAI si è impegnata a dedicare attraverso convenzioni con gli enti locali interessati, una specifica programmazione alle minoranze linguistiche come previsto dall'articolo 12, comma 5 del contratto di servizio  e confermato dall'articolo 17, comma 2, lettera f) della legge n. 112/2004. Entrambi questi impegni sono stati disattesi dall'azienda. Nessuna traccia della programmazione autonoma regionale, nessuna programmazione specifica per le minoranze linguistiche. Ovviamente, perso il treno della Lega al governo nel nuovo contratto di servizio non vi è alcuna traccia di una specifica programmazione regionale.

 

Numerose iniziative parlamentari in ordine alla necessità di garantire adeguata ed effettiva autonomia economico-finanziaria alle sedi decentrate ed ai centri di produzione, con particolare riferimento a quelli situati al Nord; anche proponendo un differente modello di ripartizione del gettito derivante dal canone di abbonamento RAI, sulla base della distribuzione geografica degli abbonati, o chiedendo che una parte delle risorse finanziarie di cui sopra venga direttamente attribuita alle Regioni, a titolo di tassa sul servizio radiotelevisivo pubblico regionale.