La Stampa, 8/8/2006 - Addio ai furbetti della 
tv. Con una mossa a sorpresa, la Rai ha incaricato la Guardia di Finanza di 
rintracciare e accertare i nomi degli evasori del canone della tv di Stato. E di 
farli pagare. Una mossa che spariglia le carte di chi, fino a oggi, era riuscito 
a risparmiare ogni anno i quasi cento euro dell’imposta. Da settembre non ci 
sarà più pietà per nessuno. La Guardia di Finanza andrà a bussare alla porta di 
quelle famiglie e di quegli esercizi commerciali che la Rai ha identificato come 
evasori. Dopo la verifica i militari redigeranno un verbale che verrà inoltrato 
agli uffici amministrativi della tv di Stato. Se le risorse in termini di 
uomini e di denari non saranno sufficienti per il porta a porta, la strada del 
controllo potrebbe essere differente. I capifamiglia - sospetti evasori - 
verranno convocati negli uffici dei comandi provinciali delle Fiamme gialle 
oppure nelle tenenze dislocate sul territorio della provincia. Lì, seduti di 
fronte ai militari dovranno rispondere a tutte le loro domande. Firmeranno un 
verbale e se ne potranno andare. Se hanno dichiarato la verità - cioè che hanno 
la tv, ma il canone non lo hanno mai versato - si dovranno mettere in regola. 
Pagando ovviamente l’imposta per l’ultimo anno, gli interessi di mora, e le 
sanzioni. Chi pensa di risparmiare, mentendo anche davanti agli ufficiali di pg, 
rischia grosso. Scatterà, infatti, una denuncia penale. E allora i guai saranno 
più gravi. 
Gli elenchi con i primi nomi degli evasori - qualche decina di migliaia in tutto 
il Paese - sono stati consegnati qualche settimana fa al Comando generale della 
Guardia di Finanza che ha già provveduto a smistarli ai reparti operativi sul 
territorio nazionale. Appena dopo la pausa estiva arriva la stangata. Per 
capirci: chi, nell’ultimo anno, non ha pagato il canone si vedrà sfilare dal 
portafoglio - come minimo - quasi 400 euro. Che sono la somma di due sanzioni: 
una che va da 103 a 516 euro per non aver versato l’imposta. Una seconda di 103 
per non aver pagato la tassa di concessione governativa (che corrisponde al 4 
per cento dell’importo complessivo del canone Rai), più i 99,60 euro della tassa 
e gli interessi di mora per non aver versato il dovuto alla Rai nei tempi 
previsti. Risultato: un salasso destinato a rovinare il rientro dal mare di 
parecchie migliaia di famiglie. E di altrettanti baristi, ristoratori e osti 
che, per offrire un servizio alla clientela, hanno sistemato la televisione nel 
locale. Ma si sono sempre ben guardati dal saldare i conti con «mamma Rai». Chi 
non ha mai pagato il canone può ancora avere una speranza di salvarsi dalla 
stangata imminente. Vale a dire, pregare che il suo nome non sia in questo 
elenco di evasori, la cui consistenza è ben lontana dal numero degli abbonati 
morosi stimati dai funzionari di viale Mazzini. Una speranza più che 
giustificata: l’elenco dei «cattivi» è stato stilato in base ai controlli dei 
verificatori della tv di Stato che, tra il 2002 e il 2005, sono andati in giro 
per l’Italia a far firmare ai cittadini documenti in cui dichiarano di non avere 
in casa almeno un televisore. Senza, però, affrontare il tema del canone tv, la 
tassa più contestata del Paese, e che la Corte di Cassazione, quattro anni fa, 
ha classificato come «Imposta di scopo». Tradotto in soldoni vuol dire che è 
un’imposta da pagare per un bene superiore: il funzionamento del servizio 
televisivo pubblico. E non conta se si fruisce o no del servizio: chiunque ha un 
televisore può, potenzialmente, godersi l’informazione oppure i programmi di 
intrattenimento che le tre reti Rai sfornano ogni sacrosanto giorno. 
Altri elenchi, però, sono in arrivo. E la strada delle verifiche è aperta. Gli 
abitanti di San Cipriano d’Aversa, provincia di Caserta, 12.767 residenti e solo 
285 (7,23%) che pagano l’abbonamento alla tv pubblica, sono avvisati. Il record 
sta per crollare.