GRAFFITI DICEMBRE 1988.
Di super ci sono solo i ritardi
GRAFFITI MARZO 1992.
Il mio traforo è meglio del tuo.
GRAFFITI DICEMBRE 1992.
Io do una superstrada a te...
GRAFFITI DICEMBRE 1992.
Oltre a non avere la strada, c’è chi rischia il lavoro.
BRESCIAOGGI 19 MAGGIO 1993.
Edili in campo.
IL GIORNO 10 GIUGNO 1993.
Via libera ai cantieri stradali
BRESCIAOGGI 10 GIUGNO 1993.
Strade, arrivano i miliardi
CORRIERE DELLA SERA 10 GIUGNO 1993.
Roma sblocca gli appalti
GIORNALE DI BRESCIA 10 GIUGNO 1993.
Superstrada, riaprono i cantieri
GIORNALE DI BRESCIA 11 GIUGNO 1993.
«E adesso riassumete i licenziati».
IL GIORNO 18 SETTEMBRE 1994.
Costa Volpino-Darfo finita entro il ‘94
BRESCIAOGGI 23 SETTEMBRE 1994.
Strade senza una via d’uscita
BRESCIAOGGI 23 SETTEMBRE 1994
L’Enas assicura: «Lo svincolo di Costa Volpino si farà presto»
GRAFFITI OTTOBRE 1994
Viabilità: da tangentopoli a cretinopoli?
GIORNALE DELLE TRE VALLI 31 DICEMBRE 1994
Superstrada, altri 68 posti “a rischio”
IL GIORNO 15 GENNAIO 1995
Ss 42, si prepara la rivolta
BRESCIAOGGI [...] GENNAIO 1995
Licenziati i 68 operai del cantiere sulla 42
GIORNALE DELLE TRE VALLI 9 FEBBRAIO 1995
Viabilità, sabato il blocco
GIORNALE DELLE TRE VALLI 5 MARZO 1995
La statale della rivolta
IL GIORNO 5 MARZO 1995
Da Sulzano la marcia per la 510
GIORNALE DI BRESCIA 5 MARZO 1995
Grandi assenti, i sindaci
IL GIORNO 5 MARZO 1995
La Lovere-Toline non può attendere
GIORNALE DI BRESCIA 6 MARZO 1995
Sebina, l’ora della protesta
IL GIORNO 6 MARZO 1995
Protesta sì, ma niente blocchi
IL GIORNO 6 MARZO 1995
Sorpresa, il paese è diventato bergamasco
BRESCIAOGGI 6 MARZO 1995
Sebina, un blocco per il lavoro
BRESCIAOGGI 6 MARZO 1995 I cantieri chiudono per i politici corrotti
GIORNALE DI BRESCIA 15 GIUGNO 1996 Sebina, la protesta torna nei palazzi
GIORNALE DELLE VALLI 15 GIUGNO 1996
Viabilità al collasso
GIORNALE DI BRESCIA 16 GIUGNO 1996
Statale 510: «Adesso basta».
GIORNALE DI BRESCIA 18 GIUGNO 1996.
Superstrada, torna un po’ d’ottimismo.
BRESCIAOGGI 20 GIUGNO 1996.
Strada 42 del Tonale, un mare di problemi
BRESCIAOGGI [...] GIUGNO 1996.
Viabilità camuna, un sì e un no.
IL GIORNO 1 FEBBRAIO 1997. Viabilità, che desolazione!
L’ECO DI BERGAMO 1 FEBBRAIO 1997.
Galleria, conto alla rovescia
GIORNALE DI BRESCIA 4 FEBBRAIO 1997.
Il risveglio della superstrada.
GIORNALE DI BRESCIA 6 FEBBRAIO 1997.
Un altro “boccone” di strada.
IL GIORNO 7 FEBBRAIO 1997.
Statale 42: i lavori ripresi al più presto.
IL GIORNO [...] FEBBRAIO 1997.
Basta con le varianti, molto meglio un traforo.
CORRIERE DELLA SERA 12 APRILE 1997.
Duemila miliardi dall’Anas per le strade lombarde.
BRESCIAOGGI 12 GIUGNO 1997.
L’Anas toglie lo smarino.
BRESCIAOGGI 6 OTTOBRE 1997.
Darfo e Costa Volpino si avvicinano.
BRESCIAOGGI 12 OTTOBRE 1997.
«Sotto il Mortirolo con il treno».
GIORNALE DI BRESCIA 14 OTTOBRE 1997.
Gli imprenditori: «Si rischia la recessione».
GIORNALE DI BRESCIA 14 OTTOBRE 1997.
A Brescia cantieri per 1000 miliardi
GIORNALE DI BRESCIA 14 OTTOBRE 1997.
Semaforo verde per la Valtrompia.
GIORNALE DI BRESCIA 14 OTTOBRE 1997.
Tutte le urgenze del Broletto.
GIORNALE DI BRESCIA 14 OTTOBRE 1997.
PAGEREF _Toc95731423 \h63
Amministratori stanchi di ritardi, promesse e illusioni
PAGEREF _Toc95731424 \h63
GIORNALE DI BRESCIA 23 MARZO 1998.
PAGEREF _Toc95731425 \h65
Strade in dirittura d’arrivo.
PAGEREF _Toc95731426 \h65
L’ECO DI BERGAMO [...] MARZO 1998.
PAGEREF _Toc95731427 \h66
Costa Volpino-Darfo: si arriva in un lampo.
PAGEREF _Toc95731428 \h66
L’ECO DI BERGAMO [...] MARZO 1998.
PAGEREF _Toc95731429 \h67
Cinque anni per tredici chilometri
PAGEREF _Toc95731430 \h67
BRESCIAOGGI 25 MARZO 1998.
PAGEREF _Toc95731431 \h68
Viabilità, semaforo verde.
PAGEREF _Toc95731432 \h68
IL GIORNO 25 MARZO 1998.
PAGEREF _Toc95731433 \h68
Viabilità: qualche sì, parecchi no.
PAGEREF _Toc95731434 \h68
GRAFFITI DICEMBRE 1998.
PAGEREF _Toc95731435 \h70
Passaggio a Nord-Est
PAGEREF _Toc95731436 \h70
GRAFFITI GENNAIO 1999.
PAGEREF _Toc95731437 \h71
Sotto il Mortirolo, ma con il treno.
PAGEREF _Toc95731438 \h71
GIORNALE DI BRESCIA 9 APRILE 1999.
PAGEREF _Toc95731439 \h73
Strade, il Ministero fa il punto.
PAGEREF _Toc95731440 \h73
GIORNALE DI BRESCIA [...] LUGLIO 1999.
PAGEREF _Toc95731441 \h74
Sebina, stop allo svincolo di Sale.
PAGEREF _Toc95731442 \h74
GIORNALE DI BRESCIA [...] LUGLIO 1999.
PAGEREF _Toc95731443 \h75
Ed il quinto lotto rallenta ancora.
PAGEREF _Toc95731444 \h75
GIORNALE DI BRESCIA 26 LUGLIO 1999.
PAGEREF _Toc95731445 \h76
Sale, tutti a vedere lo svincolo.
PAGEREF _Toc95731446 \h76
BRESCIAOGGI 4 AGOSTO 1999.
PAGEREF _Toc95731447 \h77
«Svincoli? Neanche a parlarne»..
PAGEREF _Toc95731448 \h77
GIORNALE DI BRESCIA 11 AGOSTO 1999.
PAGEREF _Toc95731449 \h78
Strade: tanti cantieri, troppi ritardi
PAGEREF _Toc95731450 \h78
IL GIORNO 26 SETTEMBRE 1999.
PAGEREF _Toc95731451 \h81
Le strade subito, non alle calende greche.
PAGEREF _Toc95731452 \h81
BRESCIAOGGI [SENZA DATA, MA SI PARLA DI “PRIMAVERA”, 1999 O 2000?]
PAGEREF _Toc95731453 \h81
Le strade subito, non alle calende greche.
PAGEREF _Toc95731454 \h81
GIORNALE DI BRESCIA 5 NOVEMBRE 1999.
PAGEREF _Toc95731455 \h83
Cavalli: «l’Anas rispetti gli impegni»..
PAGEREF _Toc95731456 \h83
GIORNALE DI BRESCIA 3 DICEMBRE 1999.
PAGEREF _Toc95731457 \h83
Svincoli di Sale Marasino: le polemiche, i confronti
PAGEREF _Toc95731458 \h83
BRESCIAOGGI 29 GENNAIO 2000.
PAGEREF _Toc95731459 \h85
Strade di Valle: Roma si “raccomanda” ma i cantieri sono a rischio.
PAGEREF _Toc95731460 \h85
BRESCIAOGGI 17 FEBBRAIO 2000.
PAGEREF _Toc95731461 \h86
Viabilità, più croce che delizia.
PAGEREF _Toc95731462 \h86
IL GIORNO 17 FEBBRAIO 2000.
PAGEREF _Toc95731463 \h86
L’Anas annaspa, la coperta è troppo corta.
PAGEREF _Toc95731464 \h87
GIORNALE DI BRESCIA 17 FEBBRAIO 2000.
PAGEREF _Toc95731465 \h88
Nuove strade Anas, avanti piano.
PAGEREF _Toc95731466 \h88
BRESCIAOGGI 27 MARZO 2000.
PAGEREF _Toc95731467 \h89
Strade camune, Formigoni promette soldi
PAGEREF _Toc95731468 \h89
GIORNALE DI BRESCIA 27 MARZO 2000.
PAGEREF _Toc95731469 \h90
Formigoni da buone notizie sulle strade di Valcamonica.
PAGEREF _Toc95731470 \h90
BRESCIAOGGI 28 MARZO 2000.
PAGEREF _Toc95731471 \h91
Brutto svincolo. Ora il Broletto ascolta Spavetti
PAGEREF _Toc95731472 \h91
BRESCIAOGGI 30 MARZO 2000.
PAGEREF _Toc95731473 \h92
Ghirardi (Cgil): quelle promesse non convincono.
PAGEREF _Toc95731474 \h92
GIORNALE DI BRESCIA 4 APRILE 2000.
PAGEREF _Toc95731475 \h93
Strade, arrivano 313 miliardi
PAGEREF _Toc95731476 \h93
GIORNALE DI BRESCIA 10 MAGGIO 2000.
PAGEREF _Toc95731477 \h94
Badetto di Ceto, ci sono i soldi per la galleria.
PAGEREF _Toc95731478 \h94
BRESCIAOGGI 13 MAGGIO 2000.
PAGEREF _Toc95731479 \h94
«Servono nuovi finanziamenti per completare le opere»..
PAGEREF _Toc95731480 \h94
IL GIORNO 17 MAGGIO 2000.
PAGEREF _Toc95731481 \h95
Viabilità, 313 miliardi per una rivoluzione.
PAGEREF _Toc95731482 \h95
GIORNALE DI BRESCIA 24 MAGGIO 2000.
PAGEREF _Toc95731483 \h96
Nuova tegola sulla viabilità camuna.
PAGEREF _Toc95731484 \h96
BRESCIAOGGI 24 MAGGIO 2000.
PAGEREF _Toc95731485 \h96
Cantiere Ss 42, tutti licenziati
PAGEREF _Toc95731486 \h96
BRESCIAOGGI 25 MAGGIO 2000.
PAGEREF _Toc95731487 \h98
Ss 42, i sindaci protestano.
PAGEREF _Toc95731488 \h98
BRESCIAOGGI 27 MAGGIO 2000.
PAGEREF _Toc95731489 \h99
Cantieri fermi, aria pesante.
PAGEREF _Toc95731490 \h99
IL GIORNO 27 MAGGIO 2000.
PAGEREF _Toc95731491 \h100
A 52 operai libretto di lavoro, e lettere di licenziamento.
PAGEREF _Toc95731492 \h100
GIORNALE DI BRESCIA 27 MAGGIO 2000.
PAGEREF _Toc95731493 \h101
Ecco i licenziamenti
PAGEREF _Toc95731494 \h101
GIORNALE DI BRESCIA 27 MAGGIO 2000.
PAGEREF _Toc95731495 \h102
Tra Sulzano e Sale mancano all’appello più di 24 miliardi
PAGEREF _Toc95731496 \h102
BRESCIAOGGI 1 GIUGNO 2000.
PAGEREF _Toc95731497 \h103
Statale 42, i chiodi della discordia.
PAGEREF _Toc95731498 \h103
GIORNALE DI BRESCIA 1 GIUGNO 2000.
PAGEREF _Toc95731499 \h103
I sindacati: «A Capodiponte chiodi fuori norma in galleria»..
PAGEREF _Toc95731500 \h103
BRESCIAOGGI 14 SETTEMBRE 2000.
PAGEREF _Toc95731501 \h104
Strade camune, la Regione lancia l’allarme.
PAGEREF _Toc95731502 \h104
BRESCIAOGGI 18 SETTEMBRE 2000.
PAGEREF _Toc95731503 \h105
Viabilità camuna: «Ancora troppi nodi. Ora vogliamo fatti»..
PAGEREF _Toc95731504 \h105
IL GIORNO 18 SETTEMBRE 2000.
PAGEREF _Toc95731505 \h106
Completare i cantieri aperti
PAGEREF _Toc95731506 \h106
IL GIORNO 18 SETTEMBRE 2000.
PAGEREF _Toc95731507 \h106
Sindacati contro l’Anas: ritardi inammissibili
PAGEREF _Toc95731508 \h106
BRESCIAOGGI 5 OTTOBRE 2000.
PAGEREF _Toc95731509 \h107
Badetto, ufficiale il sì alla galleria.
PAGEREF _Toc95731510 \h107
BRESCIAOGGI 5 OTTOBRE 2000.
PAGEREF _Toc95731511 \h108
Galleria di Ceto, presto il progetto.
PAGEREF _Toc95731512 \h108
BRESCIAOGGI 26 GENNAIO 2001.
PAGEREF _Toc95731513 \h109
La “Sebina” pronta nel 2002.
PAGEREF _Toc95731514 \h109
GIORNALE DI BRESCIA 28 MARZO 2001.
PAGEREF _Toc95731515 \h110
Rovina-Toline: dovremmo esserci
PAGEREF _Toc95731516 \h110
GIORNALE DI BRESCIA 28 MARZO 2001.
PAGEREF _Toc95731517 \h111
Un vertice. Sperando che serva.
PAGEREF _Toc95731518 \h111
BRESCIAOGGI [...] MARZO 2001.
PAGEREF _Toc95731519 \h112
La statale bloccata dai “pitoti”: summit sulle soluzioni a Milano.
PAGEREF _Toc95731520 \h112
BRESCIAOGGI 30 MARZO 2001.
PAGEREF _Toc95731521 \h113
«La viabilità attuale frena le possibilità di sviluppo»..
PAGEREF _Toc95731522 \h113
BRESCIAOGGI 6 GIUGNO 2001.
PAGEREF _Toc95731523 \h114
Superstrada: l’Anas risarcisce i proprietari espropriati 27 anni fa.
PAGEREF _Toc95731524 \h114
BRESCIAOGGI 9 GIUGNO 2001.
PAGEREF _Toc95731525 \h115
«Il metrò? Fino a Pisogne»..
PAGEREF _Toc95731526 \h115
BRESCIAOGGI 19 GIUGNO 2001.
PAGEREF _Toc95731527 \h116
Sì di Cavalli al metrò camuno.
PAGEREF _Toc95731528 \h116
BRESCIAOGGI 01 LUGLIO 2001.
PAGEREF _Toc95731529 \h117
Le strade del turismo minore.
PAGEREF _Toc95731530 \h117
GIORNALE DI BRESCIA 7 AGOSTO 2001.
PAGEREF _Toc95731531 \h118
Nuova Sebina, l’attesa infinita.
PAGEREF _Toc95731532 \h118
GIORNALE DI BRESCIA 7 AGOSTO 2001.
PAGEREF _Toc95731533 \h119
«Verrà aperta solo se completa»..
PAGEREF _Toc95731534 \h119
GIORNALE DI BRESCIA 7 AGOSTO 2001.
PAGEREF _Toc95731535 \h119
I nodi ancora da sciogliere.
PAGEREF _Toc95731536 \h119
GIORNALE DI BRESCIA 19 AGOSTO 2001.
PAGEREF _Toc95731537 \h120
Due miliardi e mezzo per la viabilità.
PAGEREF _Toc95731538 \h120
GIORNALE DI BRESCIA 13 FEBBRAIO 2002.
PAGEREF _Toc95731539 \h121
Slitta l’apertura della nuova Sebina.
PAGEREF _Toc95731540 \h121
BRESCIAOGGI 13 FEBBRAIO 2002.
PAGEREF _Toc95731541 \h122
“Sebina”, il calvario continua.
PAGEREF _Toc95731542 \h122
L’ECO DI BERGAMO 13 FEBBRAIO 2002.
PAGEREF _Toc95731543 \h123
La più pericolosa della provincia.
PAGEREF _Toc95731544 \h123
GIORNALE DI BRESCIA 2 MARZO 2002.
PAGEREF _Toc95731545 \h124
Nuova Sebina, 12 anni di guai
PAGEREF _Toc95731546 \h124
BRESCIAOGGI 18 APRILE 2002.
PAGEREF _Toc95731547 \h124
Il Gabibbo arriva in alta valle.
PAGEREF _Toc95731548 \h124
BRESCIAOGGI 15 MAGGIO 2002.
PAGEREF _Toc95731549 \h126
Presso, lo svincolo della discordia.
PAGEREF _Toc95731550 \h126
GIORNALE DI BRESCIA 18 MAGGIO 2002.
PAGEREF _Toc95731551 \h127
Statale 42, croce della Valcamonica.
PAGEREF _Toc95731552 \h127
BRESCIAOGGI 30 MAGGIO 2002.
PAGEREF _Toc95731553 \h128
De Toni chiede certezze.
PAGEREF _Toc95731554 \h128
BRESCIAOGGI 31 MAGGIO 2002.
PAGEREF _Toc95731555 \h129
«Senza strade la Valcamonica muore»..
PAGEREF _Toc95731556 \h129
BRESCIAOGGI 31 MAGGIO 2002.
PAGEREF _Toc95731557 \h130
Un summit anche a Breno.
PAGEREF _Toc95731558 \h130
BRESCIAOGGI 1 GIUGNO 2002.
PAGEREF _Toc95731559 \h131
Strade, un cantiere di promesse.
PAGEREF _Toc95731560 \h131
BRESCIAOGGI 1 GIUGNO 2002.
PAGEREF _Toc95731561 \h132
Traforo del Mortirolo: ora c’è un coro di “sì”.
PAGEREF _Toc95731562 \h132
BRESCIAOGGI 2 GIUGNO 2002.
PAGEREF _Toc95731563 \h133
«Sebina pronta ad aprile 2003»..
PAGEREF _Toc95731564 \h133
BRESCIAOGGI 2 GIUGNO 2002.
PAGEREF _Toc95731565 \h134
Il ministro ai camuni: «il traforo del Mortirolo è indispensabile»..
PAGEREF _Toc95731566 \h134
BRESCIAOGGI 4 GIUGNO 2002.
PAGEREF _Toc95731567 \h135
Nuova Sebina, lavori a rilento.
PAGEREF _Toc95731568 \h135
BRESCIAOGGI 4 GIUGNO 2002.
PAGEREF _Toc95731569 \h135
Sindaci ottimisti a metà dopo la visita di Lunardi
PAGEREF _Toc95731570 \h135
BRESCIAOGGI 4 GIUGNO 2002.
PAGEREF _Toc95731571 \h137
«Apriremo l’asta principale»..
PAGEREF _Toc95731572 \h137
BRESCIAOGGI [...] GIUGNO 2002.
PAGEREF _Toc95731573 \h138
Strade: l’Anas fa il punto.
PAGEREF _Toc95731574 \h138
BRESCIAOGGI 18 GIUGNO 2002.
PAGEREF _Toc95731575 \h139
Per il 2003 la Provincia investe 3 milioni di euro.
PAGEREF _Toc95731576 \h139
BRESCIAOGGI 12 LUGLIO 2002.
PAGEREF _Toc95731577 \h140
«Ormai non abbiamo più parole»..
PAGEREF _Toc95731578 \h140
BRESCIAOGGI 12 LUGLIO 2002.
PAGEREF _Toc95731579 \h141
La Fnm: «per le barriere gara d’appalto in corso». Il 25 si aprono le buste
PAGEREF _Toc95731580 \h141
BRESCIAOGGI 13 LUGLIO 2002.
PAGEREF _Toc95731581 \h142
Quei cinque passaggi a rischio.
PAGEREF _Toc95731582 \h142
BRESCIAOGGI 21 LUGLIO 2002.
PAGEREF _Toc95731583 \h143
Breno, una stazione a metà.
PAGEREF _Toc95731584 \h143
IL GIORNO 6 AGOSTO 2002.
PAGEREF _Toc95731585 \h144
Riaprono i cantieri sulla 510.
PAGEREF _Toc95731586 \h144
BRESCIAOGGI 10 AGOSTO 2002.
PAGEREF _Toc95731587 \h145
Strade, il 2003 sarà l’anno decisivo.
PAGEREF _Toc95731588 \h145
GIORNALE DI BRESCIA 10 AGOSTO 2002.
PAGEREF _Toc95731589 \h147
L’Anas promette: «Tempi brevi per i cantieri»..
PAGEREF _Toc95731590 \h147
BRESCIAOGGI 14 SETTEMBRE 2002.
PAGEREF _Toc95731591 \h148
Fondi per le strade.
PAGEREF _Toc95731592 \h148
BRESCIAOGGI 18 SETTEMBRE 2002.
PAGEREF _Toc95731593 \h149
La Provincia elimina i punti pericolosi
PAGEREF _Toc95731594 \h149
BRESCIAOGGI 18 SETTEMBRE 2002.
PAGEREF _Toc95731595 \h150
Berzo, una ferrovia più sicura.
PAGEREF _Toc95731596 \h150
GIORNALE DI BRESCIA 29 SETTEMBRE 2002.
PAGEREF _Toc95731597 \h151
Code esasperanti, disagi e proteste.
PAGEREF _Toc95731598 \h151
BRESCIAOGGI 29 SETTEMBRE 2002.
PAGEREF _Toc95731599 \h152
Sicurezza all’incrocio.
PAGEREF _Toc95731600 \h152
GIORNALE DI BRESCIA 1 OTTOBRE 2002.
PAGEREF _Toc95731601 \h153
Fino all’ultimo euro per le strade.
PAGEREF _Toc95731602 \h153
BRESCIAOGGI 1 OTTOBRE 2002.
PAGEREF _Toc95731603 \h154
Broletto, opere pubbliche per 73 milioni di euro.
PAGEREF _Toc95731604 \h154
BRESCIAOGGI 2 OTTOBRE 2002.
PAGEREF _Toc95731605 \h155
Valcamonica e Garda gli investimenti maggiori per i cantieri dell’Anas.
PAGEREF _Toc95731606 \h155
BRESCIAOGGI 23 OTTOBRE 2002.
PAGEREF _Toc95731607 \h156
Sebina, la variante si farà. Paratico resta inascoltata.
PAGEREF _Toc95731608 \h156
BRESCIAOGGI 23 OTTOBRE 2002.
PAGEREF _Toc95731609 \h157
Scatterà a novembre la chiusura di due strade provinciali
PAGEREF _Toc95731610 \h157
BRESCIAOGGI 16 NOVEMBRE 2002.
PAGEREF _Toc95731611 \h157
Stop ai treni, Breno-Edolo in bus.
PAGEREF _Toc95731612 \h157
BRESCIAOGGI 18 NOVEMBRE 2002.
PAGEREF _Toc95731613 \h158
Una tragedia sfiorata sulla Brescia-Edolo: il treno centra un’auto con quattro
persone.
PAGEREF _Toc95731614 \h158
BRESCIAOGGI 22 NOVEMBRE 2002.
PAGEREF _Toc95731615 \h159
Ferrovia, la sicurezza accelera.
PAGEREF _Toc95731616 \h159
BRESCIAOGGI 22 NOVEMBRE 2002.
PAGEREF _Toc95731617 \h160
Il presidente Achille: «Ci auguriamo di vincere l’appalto della Regione»..
PAGEREF _Toc95731618 \h160
BRESCIAOGGI 22 NOVEMBRE 2002.
PAGEREF _Toc95731619 \h160
Dai ristoranti ai club, scatta la corsa ai caselli dismessi
PAGEREF _Toc95731620 \h160
BRESCIAOGGI 26 NOVEMBRE 2002.
PAGEREF _Toc95731621 \h161
Treno e bus con un solo gestore.
PAGEREF _Toc95731622 \h161
BRESCIAOGGI 26 NOVEMBRE 2002.
PAGEREF _Toc95731623 \h162
La Provincia tira la cinghia sulle spese.
PAGEREF _Toc95731624 \h162
BRESCIAOGGI 27 NOVEMBRE 2002.
PAGEREF _Toc95731625 \h162
Il treno arriva fino a Cedegolo.
PAGEREF _Toc95731626 \h162
BRESCIAOGGI 27 NOVEMBRE 2002.
PAGEREF _Toc95731627 \h163
Il treno ha chiuso con il brindisi
PAGEREF _Toc95731628 \h163
GIORNALE DI BRESCIA 27 NOVEMBRE 2002.
PAGEREF _Toc95731629 \h164
«Troppi fumi in quelle gallerie»..
PAGEREF _Toc95731630 \h164
BRESCIAOGGI 30 NOVEMBRE 2002.
PAGEREF _Toc95731631 \h165
Treni, parte la gara per la Brescia-Edolo.
PAGEREF _Toc95731632 \h165
GIORNALE DI BRESCIA 1 DICEMBRE 2002.
PAGEREF _Toc95731633 \h165
Ferrovia moderna?.
PAGEREF _Toc95731634 \h165
BRESCIAOGGI 5 DICEMBRE 2002.
PAGEREF _Toc95731635 \h166
“Servizio trasporti da rivedere”.
PAGEREF _Toc95731636 \h166
BRESCIAOGGI 6 DICEMBRE 2002.
PAGEREF _Toc95731637 \h166
Montisola si interroga sul futuro dei trasporti
PAGEREF _Toc95731638 \h166
BRESCIAOGGI 6 DICEMBRE 2002.
PAGEREF _Toc95731639 \h167
«Fermi per tre ore senza spiegazioni»..
PAGEREF _Toc95731640 \h167
BRESCIAOGGI 8 DICEMBRE 2002.
PAGEREF _Toc95731641 \h168
Montisola, quanto mi costi
PAGEREF _Toc95731642 \h168
BRESCIAOGGI 12 DICEMBRE 2002.
PAGEREF _Toc95731643 \h169
Il pericolo corre in galleria.
PAGEREF _Toc95731644 \h169
BRESCIAOGGI 13 DICEMBRE 2002.
PAGEREF _Toc95731645 \h170
Valeriana, grande futuro.
PAGEREF _Toc95731646 \h170
GIORNALE DI BRESCIA 14 DICEMBRE 2002.
PAGEREF _Toc95731647 \h171
Trasporto collettivo, alleanze per vincere le gare.
PAGEREF _Toc95731648 \h171
GIORNALE DI BRESCIA 15 DICEMBRE 2002.
PAGEREF _Toc95731649 \h171
Alpini e volontari riaprono le stazioni
PAGEREF _Toc95731650 \h172
GIORNALE DI BRESCIA 15 DICEMBRE 2002.
PAGEREF _Toc95731651 \h173
Una piccola chiesa nella stazione di Forno d’Allione.
PAGEREF _Toc95731652 \h173
BRESCIAOGGI 17 DICEMBRE 2002.
PAGEREF _Toc95731653 \h174
Società tutta sebina, con autonomia giuridica.
PAGEREF _Toc95731654 \h174
BRESCIAOGGI 18 DICEMBRE 2002.
PAGEREF _Toc95731655 \h175
Due strade tornano sicure.
PAGEREF _Toc95731656 \h175
BRESCIAOGGI 18 DICEMBRE 2002.
PAGEREF _Toc95731657 \h176
Brescia-Iseo-Edolo: «è fondamentale il servizio integrato ferro-gomma»..
PAGEREF _Toc95731658 \h176
GIORNALE DI BRESCIA 28 DICEMBRE 2002.
PAGEREF _Toc95731659 \h177
Nuova società per la navigazione.
PAGEREF _Toc95731660 \h177
BRESCIAOGGI 3 GENNAIO 2003.
PAGEREF _Toc95731661 \h178
Metrò, ecco i soldi dalla Regione.
PAGEREF _Toc95731662 \h178
GIORNALE DI BRESCIA 4 GENNAIO 2003.
PAGEREF _Toc95731663 \h179
Chiude per tre mesi la strada Toline-Govine.
PAGEREF _Toc95731664 \h179
BRESCIAOGGI 4 GENNAIO 2003.
PAGEREF _Toc95731665 \h180
Sul Sebino come sul Mississipi
PAGEREF _Toc95731666 \h180
GIORNALE DI BRESCIA 6 MARZO 2003.
PAGEREF _Toc95731667 \h181
Le gallerie pericolose del Sebino.
PAGEREF _Toc95731668 \h181
GIORNALE DI BRESCIA 8 MARZO 2003.
PAGEREF _Toc95731669 \h182
Le pene della Valle per una strada che non avanza.
PAGEREF _Toc95731670 \h182
GIORNALE DI BRESCIA 15 MARZO 2003.
PAGEREF _Toc95731671 \h183
«Aprirà entro l’anno il tratto Iseo-Pisogne della nuova 510»..
PAGEREF _Toc95731672 \h183
BRESCIAOGGI 15 MARZO 2003.
PAGEREF _Toc95731673 \h184
Sebina pronta a fine anno.
PAGEREF _Toc95731674 \h184
BRESCIAOGGI 27 MARZO 2003.
PAGEREF _Toc95731675 \h185
«Superstrada? Dal 2004»..
PAGEREF _Toc95731676 \h185
BRESCIAOGGI 18 APRILE 2003.
PAGEREF _Toc95731677 \h186
Strade camune, l’Anas conferma: tutto pronto entro l’estate del 2004.
PAGEREF _Toc95731678 \h186
GIORNALE DI BRESCIA 18 APRILE 2003.
PAGEREF _Toc95731679 \h187
Si lavora alla galleria di Badetto.
PAGEREF _Toc95731680 \h187
GIORNALE DI BRESCIA 13 MAGGIO 2003.
PAGEREF _Toc95731681 \h188
Il piano della viabilità sotto la lente dei sindaci
PAGEREF _Toc95731682 \h188
GIORNALE DI BRESCIA 13 MAGGIO 2003.
PAGEREF _Toc95731683 \h188
Il Broletto assicura: illuminate tutte le gallerie.
PAGEREF _Toc95731684 \h188
GIORNALE DI BRESCIA 13 MAGGIO 2003.
PAGEREF _Toc95731685 \h189
Finanziate varianti agli abitati di Capriolo, Paratico, Clusane, Adro e Chiari
PAGEREF _Toc95731686 \h189
BRESCIAOGGI 13 MAGGIO 2003.
PAGEREF _Toc95731687 \h189
Parolini annuncia: l’Anas stanzia i soldi per finire la nuova 42.
PAGEREF _Toc95731688 \h189
BRESCIAOGGI 16 MAGGIO 2003.
PAGEREF _Toc95731689 \h190
Il comitato di Badetto: «L’Anas sta pagando i terreni espropriati»..
PAGEREF _Toc95731690 \h190
GIORNALE DI BRESCIA 20 MAGGIO 2003.
PAGEREF _Toc95731691 \h191
Anas, 220 milioni per la superstrada camuna.
PAGEREF _Toc95731692 \h191
BRESCIAOGGI 5 GIUGNO 2003.
PAGEREF _Toc95731693 \h192
“Tre Valli” a metà giugno.
PAGEREF _Toc95731694 \h192
BRESCIAOGGI 6 GIUGNO 2003.
PAGEREF _Toc95731695 \h193
Il Gavia apre in anticipo.
PAGEREF _Toc95731696 \h193
BRESCIAOGGI 12 GIUGNO 2003.
PAGEREF _Toc95731697 \h194
Il Gavia diventa più “sicuro”.
PAGEREF _Toc95731698 \h194
BRESCIAOGGI 27 GIUGNO 2003.
PAGEREF _Toc95731699 \h195
Viabilità, scatta la protesta.
PAGEREF _Toc95731700 \h195
BRESCIAOGGI 27 GIUGNO 2003.
PAGEREF _Toc95731701 \h196
Statali 510 e 42: due nodi da anni ancora irrisolti
PAGEREF _Toc95731702 \h196
BRESCIAOGGI 4 LUGLIO 2003.
PAGEREF _Toc95731703 \h197
Mortirolo, il traforo si farà.
PAGEREF _Toc95731704 \h197
GIORNALE DI BRESCIA 4 LUGLIO 2003.
PAGEREF _Toc95731705 \h198
«Ferrovia che colleghi le tre valli»..
PAGEREF _Toc95731706 \h198
BRESCIAOGGI 10 LUGLIO 2003.
PAGEREF _Toc95731707 \h199
«La Sebina aperta per Natale»..
PAGEREF _Toc95731708 \h199
GIORNALE DI BRESCIA 10 LUGLIO 2003.
PAGEREF _Toc95731709 \h200
Viabilità, avanti con trepidazione.
PAGEREF _Toc95731710 \h200
BRESCIAOGGI 12 LUGLIO 2003.
PAGEREF _Toc95731711 \h201
«Viabilità, comitato inutile»..
PAGEREF _Toc95731712 \h201
GIORNALE DI BRESCIA 13 LUGLIO 2003.
PAGEREF _Toc95731713 \h202
Comitato, la Cgil frena.
PAGEREF _Toc95731714 \h202
BRESCIAOGGI 15 LUGLIO 2003.
PAGEREF _Toc95731715 \h203
Brescia-Edolo, sì alla gara.
PAGEREF _Toc95731716 \h203
BRESCIAOGGI 15 LUGLIO 2003.
PAGEREF _Toc95731717 \h203
Il Comitato viabilità nel mirino della Lega Nord.
PAGEREF _Toc95731718 \h203
BRESCIAOGGI 16 LUGLIO 2003.
PAGEREF _Toc95731719 \h204
Ancora polemiche sul Comitato viabilità.
PAGEREF _Toc95731720 \h204
BRESCIAOGGI 17 LUGLIO 2003.
PAGEREF _Toc95731721 \h205
Caparini è ottimista: «In tema di viabilità qualcosa è cambiato»..
PAGEREF _Toc95731722 \h205
GIORNALE DI BRESCIA 18 LUGLIO 2003.
PAGEREF _Toc95731723 \h206
Ferrovia delle valli: un progetto nato cento anni fa.
PAGEREF _Toc95731724 \h206
BRESCIAOGGI 19 LUGLIO 2003.
PAGEREF _Toc95731725 \h207
«Viabilità: promesse da rispettare»..
PAGEREF _Toc95731726 \h207
GIORNALE DI BRESCIA 20 LUGLIO 2003.
PAGEREF _Toc95731727 \h208
Viabilità: lettera al ministro.
PAGEREF _Toc95731728 \h208
BRESCIAOGGI 21 LUGLIO 2003.
PAGEREF _Toc95731729 \h208
La viabilità camuna.
PAGEREF _Toc95731730 \h208
BRESCIAOGGI 22 LUGLIO 2003.
PAGEREF _Toc95731731 \h209
Strade di valle, ecco le cure.
PAGEREF _Toc95731732 \h209
BRESCIAOGGI 23 LUGLIO 2003.
PAGEREF _Toc95731733 \h210
«Tutti per la strada», subito polemica.
PAGEREF _Toc95731734 \h210
BRESCIAOGGI 25 LUGLIO 2003.
PAGEREF _Toc95731735 \h211
La Lega all’attacco: «Comitato fittizio»..
PAGEREF _Toc95731736 \h211
GIORNALE DI BRESCIA 2 AGOSTO 2003.
PAGEREF _Toc95731737 \h212
“Tutti per la strada”: chiesti tempi certi per il completamento della 510 e
della 42
PAGEREF _Toc95731738 \h212
BRESCIAOGGI 2 AGOSTO 2003.
PAGEREF _Toc95731739 \h213
Viabilità, il comitato è legittimato. Confermata la marcia di settembre.
PAGEREF _Toc95731740 \h213
BRESCIAOGGI 3 AGOSTO 2003.
PAGEREF _Toc95731741 \h214
Sebina, un serpentone lungo otto chilometri
PAGEREF _Toc95731742 \h214
BRESCIAOGGI 6 AGOSTO 2003.
PAGEREF _Toc95731743 \h215
Viabilità: «La Provincia ha fatto il suo dovere»..
PAGEREF _Toc95731744 \h215
BRESCIAOGGI 6 AGOSTO 2003.
PAGEREF _Toc95731745 \h216
Viabilità: la Lega accusa il Comitato “Tutti per la strada”: «Solo propaganda»
PAGEREF _Toc95731746 \h216
GIORNALE DI BRESCIA 15 AGOSTO 2003.
PAGEREF _Toc95731747 \h217
Si allarga la strettoia di Cedegolo.
PAGEREF _Toc95731748 \h217
BRESCIAOGGI 23 AGOSTO 2003.
PAGEREF _Toc95731749 \h218
Traffico, il sindaco si allea al comitato.
PAGEREF _Toc95731750 \h218
BRESCIAOGGI 24 AGOSTO 2003.
PAGEREF _Toc95731751 \h219
Viabilità: ecco la mappa dei lavori in corso.
PAGEREF _Toc95731752 \h219
GIORNALE DI BRESCIA 24 AGOSTO 2003.
PAGEREF _Toc95731753 \h220
Una “stradina” allevierà i disagi per la chiusura della Iseo-Polaveno.
PAGEREF _Toc95731754 \h220
BRESCIAOGGI 26 AGOSTO 2003.
PAGEREF _Toc95731755 \h221
Pioggia di firme per le strade.
PAGEREF _Toc95731756 \h221
BRESCIAOGGI 5 SETTEMBRE 2003.
PAGEREF _Toc95731757 \h222
Le strade infinite: «abbiamo bisogno di tutti i cittadini e dei nostri sindaci»
PAGEREF _Toc95731758 \h222
GIORNALE DI BRESCIA 6 SETTEMBRE 2003.
PAGEREF _Toc95731759 \h223
Viabilità camuna: l’impegno dell’Anas.
PAGEREF _Toc95731760 \h223
GIORNALE DI BRESCIA 9 SETTEMBRE 2003.
PAGEREF _Toc95731761 \h224
Viabilità: «Tutti per la strada» a protestare.
PAGEREF _Toc95731762 \h224
BRESCIAOGGI 11 SETTEMBRE 2003.
PAGEREF _Toc95731763 \h225
Nuova Sebina, l’apertura entro fine anno?.
PAGEREF _Toc95731764 \h225
BRESCIAOGGI 12 SETTEMBRE 2003.
PAGEREF _Toc95731765 \h226
Strade, parte la “lunga marcia”.
PAGEREF _Toc95731766 \h226
BRESCIAOGGI 12 SETTEMBRE 2003.
PAGEREF _Toc95731767 \h227
L’assessore Parolini sicuro: tempi certi per la Sebina.
PAGEREF _Toc95731768 \h227
GIORNALE DI BRESCIA 13 SETTEMBRE 2003.
PAGEREF _Toc95731769 \h228
Viabilità, parte la grande marcia.
PAGEREF _Toc95731770 \h228
BRESCIAOGGI 14 SETTEMBRE 2003.
PAGEREF _Toc95731771 \h229
Tutti in marcia per aprire le strade.
PAGEREF _Toc95731772 \h229
BRESCIAOGGI 14 SETTEMBRE 2003.
PAGEREF _Toc95731773 \h230
Darfo Boario: viabilità e Prg sotto i riflettori
PAGEREF _Toc95731774 \h230
BRESCIAOGGI 15 SETTEMBRE 2003.
PAGEREF _Toc95731775 \h231
Viabilità, la protesta è in marcia.
PAGEREF _Toc95731776 \h231
GIORNALE DI BRESCIA 15 SETTEMBRE 2003.
PAGEREF _Toc95731777 \h232
Una marcia per la strada.
PAGEREF _Toc95731778 \h232
GIORNALE DI BRESCIA 16 SETTEMBRE 2003.
PAGEREF _Toc95731779 \h232
Sebino: tutti in strada “per la strada”.
PAGEREF _Toc95731780 \h232
GIORNALE DI BRESCIA 16 SETTEMBRE 2003.
PAGEREF _Toc95731781 \h233
Chiusa la Iseo-Polaveno.
PAGEREF _Toc95731782 \h233
BRESCIAOGGI 17 SETTEMBRE 2003.
PAGEREF _Toc95731783 \h234
Strade, Pisogne in marcia.
PAGEREF _Toc95731784 \h234
BRESCIAOGGI 18 SETTEMBRE 2003.
PAGEREF _Toc95731785 \h235
Darfo benedice la marcia.
PAGEREF _Toc95731786 \h235
BRESCIAOGGI 18 SETTEMBRE 2003.
PAGEREF _Toc95731787 \h236
I temi della “Marcia per la viabilità”.
PAGEREF _Toc95731788 \h236
BRESCIAOGGI 19 SETTEMBRE 2003.
PAGEREF _Toc95731789 \h237
Marcia per la strada, la benedizione dei parroci
PAGEREF _Toc95731790 \h237
BRESCIAOGGI 20 SETTEMBRE 2003.
PAGEREF _Toc95731791 \h237
“Tutti per la strada”, oggi la marcia finisce.
PAGEREF _Toc95731792 \h237
GIORNALE DI BRESCIA 20 SETTEMBRE 2003.
PAGEREF _Toc95731793 \h238
Badetto di Ceto: e ora l’altra metà del tunnel
PAGEREF _Toc95731794 \h238
GIORNALE DI BRESCIA 20 SETTEMBRE 2003.
PAGEREF _Toc95731795 \h238
Raccolte 12mila firme.
PAGEREF _Toc95731796 \h238
GIORNALE DI BRESCIA 20 SETTEMBRE 2003.
PAGEREF _Toc95731797 \h239
Raccolte 12mila firme.
PAGEREF _Toc95731798 \h239
BRESCIAOGGI 21 SETTEMBRE 2003.
PAGEREF _Toc95731799 \h239
I marciatori per la viabilità: «Adesso è l’ora dei sindaci»..
PAGEREF _Toc95731800 \h239
BRESCIAOGGI 21 SETTEMBRE 2003.
PAGEREF _Toc95731801 \h240
Abondio al corteo. Polemica a Darfo.
PAGEREF _Toc95731802 \h240
GRAFFITI SETTEMBRE 2003.
PAGEREF _Toc95731803 \h241
Un Comitato piuttosto scomodo.
PAGEREF _Toc95731804 \h241
BRESCIAOGGI 24 SETTEMBRE 2003.
Viabilità: «Ai comuni servono date certe».
BRESCIAOGGI 31 OTTOBRE 2003 Ventimila firme sulle strade.
BRESCIAOGGI 31 OTTOBRE 2003.
Parolini: «La Sebina pronta a fine anno».
GIORNALE DI BRESCIA 31 OTTOBRE 2003 “Tutti per la strada”: 20.257 firme.
GRAFFITI DICEMBRE 2003.
Se trent’anni vi sembran pochi.
BRESCIAOGGI 4 FEBBRAIO 2004 «Inaugurazione? No, grazie».
BRESCIAOGGI 4 FEBBRAIO 2004.
Un tronco lungo 15 chilometri, più della metà in galleria.
GIORNALE DI BRESCIA 4 FEBBRAIO 2004.
Sabato 7 febbraio l’apertura della strada.
BRESCIAOGGI 5 FEBBRAIO 2004.
Strade sicure: pronti 2,3 milioni
BRESCIAOGGI 5 FEBBRAIO 2004.
La nuova Sebina avvicina Zone.
GIORNALE DI BRESCIA 5 FEBBRAIO 2004.
I limiti di velocità sulla nuova Statale 510.
L’ECO DI BERGAMO 7 FEBBRAIO 2004.
Variante pronta, Alto Sebino più vicino a Brescia.
GIORNALE DI BRESCIA 7 FEBBRAIO 2004.
Una porta panoramica sul Sebino.
GIORNALE DI BRESCIA 7 FEBBRAIO 2004.
Un percorso con undici gallerie
GIORNALE DI BRESCIA 7 FEBBRAIO 2004
Tredici anni per i tre lotti
GIORNALE DI BRESCIA 7 FEBBRAIO 2004
Un monumento verrà eretto nei prossimi mesi
GIORNALE DI BRESCIA 7 FEBBRAIO 2004
Viaggio nel cuore delle colline moreniche del lago
GIORNALE DI BRESCIA 7 FEBBRAIO 2004
Cittadini pronti a scendere in strada
BRESCIAOGGI 7 FEBBRAIO 2004
La nuova “Sebina” è al taglio del nastro
BRESCIAOGGI 8 FEBBRAIO 2004
Sebina, una strada per l’Europa
BRESCIAOGGI 8 FEBBRAIO 2004
«Il traforo del Mortirolo si realizzerà»
BRESCIAOGGI 8 FEBBRAIO 2004
Trent’anni fatti di speranze, dubbi, problemi e ritardi costati 162 milioni di
euro
BRESCIAOGGI 8 FEBBRAIO 2004
Al taglio del nastro proteste per la passerella dei politici
GIORNALE DI BRESCIA 8 FEBBRAIO 2004.
«La nuova Sebina, una porta aperta verso l’Europa»
GIORNALE DI BRESCIA 8 FEBBRAIO 2004
Politici ed amministratori soddisfatti: caduta una barriera per lo sviluppo
BRESCIAOGGI 10 FEBBRAIO 2004
Nuova Sebina, distanze accorciate
BRESCIAOGGI 11 FEBBRAIO 2004
La Statale Sebina
GIORNALE DI BRESCIA 12 FEBBRAIO 2004.
Battello, ferrovia, strada: l’ardua risalita del Sebino.
BRESCIAOGGI 18 SETTEMBRE 2004.
Nuova statale, un altro tassello.
BRESCIAOGGI 23 GENNAIO 2005.
Nuova Statale 42, l’Anas aggiudica altri cantieri
GIORNALE DI BRESCIA 23 GENNAIO 2005.
Capodiponte-Berzo Demo: aggiudicati gli appalti
GIORNALE DI BRESCIA 9 FEBBRAIO 2005.
Bretella di 8 chilometri per liberare dal traffico l’area del Basso Sebino.
GRAFFITI DICEMBRE 1988
Superstrada: partiti all’inizio dell’87 con la revisione
del progetto Capodiponte-Cedegolo, alla fine dell’88 manca ancora l’elaborato
tecnico
di Bruno Bonafini
Non c’è convegno in cui la pessima viabilità camuna non sia
messa sotto accusa. E giustamente, sia chiaro. Quanta parte infatti delle nostre
difficoltà economiche è conseguenza di collegamenti viari (le strade statali
verso Brescia e Bergamo) rimasti agli standards degli anni Cinquanta, così da
caricare di costi impropri l’industria e da penalizzare il turismo, che non può
convivere con il caos e le lunghe code? Insomma, lo stato delle strade è insieme
causa e simbolo della nostra marginalità economica e, di riflesso, anche della
inadeguatezza politica di chi ci ha governato negli ultimi decenni: la Dc prima
di tutto, il Psi in secondo luogo; partito quest’ultimo che, se pur ci ricorda
con il suo senatore come la Valle abbia già perso troppe partite, dimentica
facilmente che nella “squadra battuta” non pochi giocatori portavano la maglia
del garofano.
Ma torniamo alle strade, problema dei problemi. Che novità ci
portano gli ultimi anni? Le notizie di stampa e Tv sono spesso state
infondatamente buone, talora trionfanti: dopo i mitici dodici chilometri della
Darfo-Breno, vera opera ciclopica del regime, molti lotti hanno avuto il
progetto aggiornato (il primo era degli anni Settanta) e sono stati annunciati
come ormai in dirittura... di finanziamenti e di appalto. Troppo rispetto a
quanto i camuni continuano a vedere (meglio a non vedere). Poco davvero se si
considera che la congiuntura nazionale è stata per molti aspetti favorevole,
visto che i piani nazionali di spesa per la viabilità lasciavano spesso residui
attivi e quindi disponibilità per chi avesse progetti immediatamente
realizzabili.
Nel poco realizzato non mancano irrazionalità e disfunzioni: si
va dai quasi due anni di ritardo nell’aprire i cantieri della Lovere-Pianico
(poi presto interrotta), alla lunga attesa di collaudo della Camignone-Iseo, da
mesi pronta ma non utilizzabile, o ancora agli incredibili 20 miliardi
dell’estate ’87 per la strada del Gavia, statale di impareggiabile panorama e
dai tanti bisogni, ma non certamente prioritaria rispetto a quella del
fondovalle, strada di nostra quotidiana tribolazione.
Per giungere infine alla vicenda ultima del tratto di
superstrada (il 6º lotto) per il superamento della strozzatura di Cedegolo. Per
usufruire di un quasi certo finanziamento statale si decide per un rapido
aggiornamento del vecchio progetto: 100 milioni se ne vanno così tra una perizia
geologica ed un nuovo elaborato tecnico del tratto Sellero-Cedegolo. A studio
concluso ci si rende conto che il tratto verso Sellero risulta troppo elevato
rispetto al piano stradale (una decina di metri): l’opera risulterebbe
inutilizzabile senza il precedente 5º lotto, a meno di costruire un difficile e
costoso raccordo.
Il tutto trova finalmente soluzione con l’ipotesi di unificare
5º e 6º lotto in una galleria di ben 5 chilometri che parte da Capodiponte ed
esce a nord di Cedegolo. Progetto accettabile, anche se tardivo rispetto ai
costi già sostenuti.
La decisione formale di procedere in tale direzione viene
assunta in Comunità montana nel marzo ’88, presenti anche i sindaci della media
e alta Valle. Ma nonostante l’urgenza proclamata tutto si blocca di fronte alla
scelta dello studio tecnico a cui commissionare il nuovo appetitoso progetto. La
crisi progressiva che sta maturando da mesi in Comunità montana coinvolge anche
questo problema: trascorrono così i mesi senza una scelta.
Partiti all’inizio dell’97 con la revisione del vecchio
progetto, ci troviamo a novembre ’88 ancora privi dell’indispensabile elaborato
tecnico.
Rimarranno ancora disponibili i finanziamenti nazionali? Nel
frattempo non mancheranno i convegni e le accorate perorazioni dei nostri
notabili Dc sulla necessità per la Valle di una viabilità all’altezza dei tempi.
GRAFFITI MARZO 1992
Miracolo di tempi elettorali
Il traforo del Mortirolo torna al centro del dibattito
politico-amministrativo camuno
di Bruno Bonafini
Non è la programmazione a decidere in Italia ciò che si
realizza o non si realizza. Anzi, se preceduti da una cert’aria di
improbabilità, certi “cadeaux” elettorali fanno ancora più effetto.
E così, a novembre ’91 (periodo elettorale per Brescia città),
il consiglio d’amministrazione dell’Anas, presieduto dal ministro Prandini,
decide per la zona un sostanzioso pacchetto di interventi, tra questi il
progetto di massima del traforo del Mortirolo e l’impegno allo stanziamento di
75 miliardi per il preforo. Il comune di Edolo, gennaio ’92, approva il
documento di massima: altre realtà (gli enti locali del versante valtellinese)
compiono o si preparano a compiere scelte analoghe.
Contemporaneamente alcuni pongono il problema della viabilità
ferroviaria, chi sostenendo il doppio tunnel, per gomma e ferro, chi proponendo
la priorità per il secondo. Quest’ultima ipotesi presenta a suo favore alcuni
dati non trascurabili. Il collegamento ferroviario tra le valli alpine del Nord
è già stato oggetto di valutazioni positive da varie parti “pubbliche”: ne parla
il Piano regionale per il riassetto e lo sviluppo della Valtellina; trova
gradimento tra gli enti pubblici del Trentino (collegamento con la Malè-Trento);
e sembra che nella vicina Svizzera venga apprezzata la possibilità di collegare
l’Engadina con la rete italiana (Bellinzona-Colico). Per la Valle Camonica si
aprirebbe la possibilità, tramite la Valtellina, di collegarsi ad un sistema che
raccorda tutte le valli alpine e di snellire comunicazione e raccordo verso la
rete nazionale della Lombardia. Tutto ciò implicherebbe l’elettrificazione di
tutto il tratto Brescia-Edolo della Snft, con i vantaggi che ne conseguono.
La stessa Regione Lombardia ha prodotto in un recente studio
un’analisi del complessivo sistema di collegamento ferroviario della zona
alpina. Non altrettanto “istruito” è il problema per quanto riguarda il
collegamento stradale. Un traforo solo stradale non sembra attualmente di
particolare interesse.
Se l’intervento è visto solo nella funzione di collegamento
intervallivo, i benefici sull’economia delle due valli sono tutti da dimostrare,
e d’altronde ancora nessuno ha calcolato i flussi attuali, le conseguenze future
ed i benefici eventuali (e con quale ricaduta rispetto alle due zone). Se
l’intervento invece si presenta come prima fase di un piano di grande viabilità
internazionale, allora non si possono trascurare alcuni gravi interrogativi.
Interrogativi che nascono dai seguenti dati di fatto:
la programmazione nazionale e internazionale ha mostrato in varie
occasioni di non ritenere opportuna la scelta, la cui utilità è ormai venuta
meno per il realizzarsi di altri collegamenti;
la Regione Trentino-Alto Adige e la Provincia di Bolzano hanno in
più occasioni respinto l’ipotesi di traforo dello Stelvio e di massicci
interventi in Val Venosta per la viabilità internazionale;
la viabilità della Valle Camonica è del tutto inadeguata a
sopportare un traffico internazionale (che sarebbe costituito anche da un
notevole numero di mezzi pesanti), anche ammettendo un rapido completamento
della superstrada (che nei tratti realizzati si mostra speso insufficiente già
ora).
Per chi vive in Valle e misura la qualità della vita con altri
parametri piuttosto che con i metri quadrati di asfalto, l’ultimo punto è
particolarmente importante. I facili entusiasmi dovrebbero infatti misurarsi con
quanto si verifica periodicamente, ad esempio, prima e dopo il Brennero, dove
l’intensità del traffico di mezzi pesanti esaspera chi vive e chi amministra
quei luoghi. Trasformare la valle in un budello invivibile di fumi, di rumori e
di automezzi non sembra una scelta lungimirante, né per la gente né per gli
operatori economici e turistici. Per questi ultimi la valle ha altri valori su
cui puntare.
D’altronde, i costi finanziari di un tale progetto di grande
viabilità rendono poco credibile una politica del “fatto compiuto”, quella di
chi dice: «Facciamo il primo passo, e così costringeremo gli altri a fare il
resto». Ci sono di mezzo decisioni internazionali, stanziamenti di migliaia di
miliardi e probabilmente questioni ecologiche-naturalistiche non piccole (Parco
dello Stelvio).
Insomma, che dire della questione nel suo complesso? Noi
continuiamo a credere che i problemi della viabilità in Valle nell’immediato e
nel medio periodo non presentino una “priorità Mortirolo”.
Nonostante le importanti decisioni su molti tratti della
superstrada, molto resta e rimarrà ancora per una decente viabilità di
fondovalle (nei tratti dismessi o di futura dismissione; la viabilità di mezza
costa; quella verso i passi...).
Così come molto resta da fare per una rete ferroviaria moderna,
e proprio per questo ha una innegabile razionalità l’indicazione di un traforo
ferroviario del Mortirolo, scelta che aprirebbe prospettive e funzioni nuove per
la nostra rete e che comporterebbe una sua reale modernizzazione.
É un’ipotesi, quest’ultima, certamente di minor fascino, per
questo il suo destino in un momento elettorale è quello di apparire piccola
piccola. Ma se le elezioni mostrassero che la gente è stanca di “sparate”
elettoralistiche, e desse il segno che razionalità e rigore sono ancora graditi?
GRAFFITI DICEMBRE 1992
di Guido Cenini
I giornali locali ripetono ormai con sistematica periodicità i
soliti titoli: «I lavori della nuova 510, Sebina orientale, sono fermi»; «I
cantieri smobilitano»; «I piloni restano pinnacoli nel deserto»; «Mancano i
soldi per le perizie suppletive»; «Le varianti in corso d’opera non sono state
finanziate»...
Purtroppo la stampa bresciana, di qualunque area essa sia, si
ferma qui, cercando le conseguenze, gli effetti e i piagnistei di sindaci ed
assessori. Manca ovunque l’analisi fredda e lucida delle cause, del perché siamo
arrivati alla paralisi dei cantieri senza aver portato a termine la
realizzazione della superstrada sebino-camuna. Sono cause politiche, non
tecniche! In Valle Camonica è avvenuto esattamente quello che in certe regioni
accadeva quando diventava ministro il potente boss locale, e tutti i
concittadini finivano in Posta, oppure i soldi dell’Anas finivano in tante
strade e stradine (oggi li chiamano “voti di scambio”).
Noi bresciani, in questi ultimi anni, abbiamo avuto un ministro
“assistenzialista” che in campagna elettorale ha distribuito strade a tutti,
soprattutto laddove c’erano i fedeli servitori, senza tener conto delle priorità
oggettive, delle emergenze, delle aspettative. Solo che la Valle non ha bisogno
di “meridionalizzarsi”, di clientelismo, di assistenzialismo, né di elemosine
elettorali. Come cittadini dello stato italiano rivendichiamo dei diritti
sacrosanti. La superstrada deve essere costruita al di là del ministro di turno,
deve essere realizzata per la marginalità territoriale del comprensorio camuno
rispetto ai grandi traffici nazionali ed europei e rispetto alle località
centrali. Chi ci nega questo diritto lo fa perché ci vuole elargire favori. La
nuova statale è ferma perché un ministro ci ha compiacevolmente elargito un
favore. Noi rivendichiamo uno stato di diritto.
GRAFFITI DICEMBRE 1992
di Franco Regazzoli
«A Edolo a cento all’ora entro due anni», tuonava l’allora
ministro dei Lavori pubblici, Giovanni Prandini, all’apertura dei cantieri della
nuova Sebina. Personalmente credo non ci abbia creduto nessuno, e aggiungo che
ne passeranno ancora più di due per rendere percorribile la nuova superstrada. A
tutt’oggi, infatti, la situazione dei cantieri è allarmante: il 4º lotto
(cantiere di Iseo) è parzialmente fermo in seguito a disposizioni Anas, con la
conseguente messa in Cassa integrazione di 40 operai. Il 5º lotto (cantiere di
Sulzano), affidato al consorzio di imprese Sicalf-Follioley, è addirittura fermo
e molto probabilmente si dovrà rifare la gara d’appalto (personalmente mi sono
sempre chiesto se un appalto di tale portata poteva essere affidato ad una
impresa che era praticamente in stato prefallimentare).
La situazione non cambia sugli altri lotti: 30 operai in Cassa
integrazione sul 6º lotto, e le avvisaglie di crisi già si intravedono sul 7º e
8º lotto. Per quanto riguarda il 5º e 6º lotto (Capodiponte-Berzo Demo),
nonostante le assicurazioni fatte dal capo del compartimento Anas di Milano,
ing. Michele Minenna, registriamo un ritardo di sei mesi rispetto alla data di
affidamento dei lavori, e nonostante questo l’impresa non sembra avere alcuna
fretta di iniziare. La situazione non è molto diversa nel cantiere di Lovere,
dove l’impresa Secol lavora da oltre sei anni: dei 110 operai in forza ne sono
rimasti una quarantina.
Concludendo, per i 550 operai occupati il futuro non è per
niente roseo, ed Edolo è ancora lontano.
BRESCIAOGGI 19 MAGGIO 1993
Sale Marasino. Seicento posti a rischio sulla Sebina
Corteo per far riaprire i cantieri. La manifestazione
fissata per il 31, mentre scattano 73 licenziamenti alla Iseo Scarl
di Giuseppe Zani
Alla fine il dado è stato tratto: il blocco della vecchia
Sebina orientale, per premere su Roma affinché vengano rifinanziati i lavori
sull’intera asta della nuova 510, si farà il 31 maggio prossimo. Si tratterà,
tuttavia, non di un’occupazione della sede stradale in punti prefissati, bensì
di un corteo di lavoratori, sindaci e cittadini del comprensorio che si snoderà
in mattinata da Sulzano a Sale Marasino e rallenterà il traffico quel tanto che
serve a distribuire volantini e a informare i passanti sui motivi della
singolare forma di protesta.
Lo ha annunciato ieri, nella sede della Comunità montana del
Sebino bresciano, a Sale Marasino, la Federazione lavoratori delle costruzioni,
affiancata dai massimi esponenti delle confederazioni sindacali a livello
provinciale. In sala, a rappresentare le istituzioni, il presidente della
Comunità montana, Zaccaria Almici. Fuori, una specie di presidio, con bandiere
rosse e striscioni, improvvisato dai 73 operai della Iseo Scarl che hanno
ricevuto in questi giorni il preavviso di licenziamento: scatterà venerdì 21. E
sono stati proprio questi operai a trasformare l’incontro dei sindacati con la
stampa in una sorta di assemblea al calor bianco.
Di là del tavolo Tullio Clementi della Fillea-Cgil, Roberto
Ravelli della Cisl confederale, Lorenzo Corradini della Feneal-Uil, Angelo
Zanelli della Uil confederale, a battersi per una strategia che mobiliti attorno
ai posti di lavoro cancellati nei cantieri della 510 anche le forze sociali e
istituzionali che nella realizzazione della superstrada hanno sempre indicato
uno strumento per il rilancio dell’economia dell’intera zona. Di qua i
licenziati dalla Iseo Scarl a chiedere iniziative incisive subito, telegrammi al
prefetto e al ministro Merloni e blocco ad oltranza della litoranea. «Abbiamo
fretta, non possiamo aspettare il 31 maggio», incalzano.
Clementi dura non poca fatica a dimostrare che «la partita vera
è molto più alta». In gioco, a suo dire, c’è il posto di lavoro per 600 edili
lungo i sei lotti delle statali 510 e 42. Occorre perciò, insiste Clementi, non
solo «coniugare il problema drammatico di chi rischia oggi la disoccupazione coi
temi di respiro più generale», ma anche «non rischiare l’isolamento, costruendo
attorno alla categoria un largo fronte di solidarietà».
Analoghe considerazioni svolgono Ravelli e Zanelli. Alla stanza
del ministro Merloni, secondo loro, non si arriva contrapponendo gli interessi
degli edili della 510 agli interessi dei lavoratori della Valcamonica, già
provati da un’emergenza occupazionale drammatica.
In apertura, Corradini aveva dato notizia che anche i cantieri
della Irces 55 e Secol, sul IV lotto Iseo-Sulzano, alzeranno bandiera bianca a
fine mese. «Almeno si imponesse l’avvio dei lotti V e VI della 42,
Capodiponte-Berzo Demo, già assegnati all’impresa romana Cosiac e finanziati –
aveva caldeggiato Franco Regazzoli della Fillea-Cgil –. Servirebbe ad allentare
la morsa della recessione».
Alla fine, Clementi ha cercato forse trovato un terreno
d’intesa coi licenziati della Iseo Scarl: stamane si terrà un’assemblea al
cantiere di Vello, telegrammi di protesta saranno spediti in varie direzioni e
diventerà permanente il presidio davanti alla sede della Comunità montana.
IL GIORNO 10 GIUGNO
1993
Erano rimasti bloccati per mancanza di finanziamenti
Una settantina di miliardi consentiranno la ripresa.
Affrontato anche il problema della cassa integrazione
di Salvatore Spatola
Via libera per i cantieri edili sulle statali bresciane e
bergamasche rimasti bloccati per mancanza di finanziamenti e per il caos creato
da Tangentopoli.
Ieri, presso gli uffici Anas di Roma – alla presenza dei
rappresentanti sindacali del comprensorio camuno-sebino, Domenico Ghirardi e
Franco Regazzoli della Fillea-Cgil e Graziano Formentelli della Filca-Cisl e del
segretario provinciale ella Feneal, Corradini – l’ing. Costantini, capo
compartimento Anas di Milano, ha comunicato che una settantina di miliardi
consentiranno di riprendere le opere interrotte sulle statali 5 10 Sebina
orientale, 42 del Tonale e della Mendola, 39 Edolo-Aprica e 469 Urago
d’Oglio-Sarnico, meglio conosciuta come 45 bis.
L’Anas capitolina ha assicurato che il decreto legge che
consente il riavvio dei lavori attualmente bloccati è stato approvato dal
Consiglio dei ministri, e che nei prossimi giorni sarà pubblicato sulla Gazzetta
Ufficiale.
I finanziamenti messi in moto sono circa 70 miliardi, metà di
quanto occorre per ultimare tutti i lavori e risolvere uno dei problemi più
gravi, quello della viabilità, per lo sviluppo soprattutto del Sebino e della
Valcamonica.
Lotto per lotto, i miliardi che rivitalizzeranno i vari
cantieri sono così distribuiti: Ss 510, lotto IV, Iseo-Sulzano, imprese Irces 55
e Secol, 22 miliardi; VI lotto, Marone-Toline, impresa De Lieto-Donati, 8
miliardi 57 milioni; VII lotto, Toline-Pisogne, impresa Cogefar, 3 miliardi 947
milioni; VIII lotto, Pisogne-Darfo, impresa Carena, 2 miliardi 700 milioni.
Per questa strada resta sospesa ogni iniziativa sul V lotto,
Sulzano-Marone, perché l’azienda è in amministrazione controllata.
Per la Ss 42, variante di Costa Volpino, impresa Secol, il
finanziamento è di 4 miliardi 271.850 lire.
Per la Edolo-Aprica, impresa Bregoli, è stato deliberato un
appalto di 8 miliardi 123 milioni. Su questa statale, per la variante di Corteno
Golgi, dal Km 15 al Km 28, sono previsti pure 2 miliardi 125 milioni. Sulla 45
bis, per il lotto III del primo stralcio, sono stati deliberati 18 miliardi 895
milioni.
Durante l’incontro è stato affrontato il problema della casa
integrazione che, per questo settore, non può superare i 300 giorni.
Sono diverse centinaia i lavoratori che sono stati licenziati o
posti in casa integrazione, rischiando così, se non si trova un sollecito
stratagemma, di perdere il posto di lavoro.
Di questo e dei problemi legati ai lavori sul tratto della Ss
42 Capodiponte-Berzo Demo, fermo per l’esistenza di un palo Enel che blocca
l’inizio delle opere in galleria e per le difficoltà che si prospettano per i
cinque chilometri di galleria in progetto, si discuterà il prossimo 17 giugno in
un nuovo incontro che le parti avranno presso l’Anas di Milano.
BRESCIAOGGI 10 GIUGNO 1993
Il consiglio dei ministri ha stanziato 87mila milioni per
il completamento delle arterie bresciane. Garantita la Cig per gli operai “fuori
organico”
Il sindacato esulta: «La grande marcia degli edili ha
sbloccato la situazione»
di Giuseppe Zani
Torna a fluire il denaro pubblico sulle arterie a scorrimento
veloce lasciate a mezzo nel Bresciano.
La notizia è di fonte sindacale giunge direttamente da Roma.
Sono in arrivo – sulle aste delle varianti alle statali 510 (Sebina orientale),
42 (Tonale e Mendola), 45 bis (Virle Tre Ponti-Tormini), 469 (Urago
d’Oglio-Sarnico) e 39 (Edolo-Aprica) – circa 87 miliardi e 350 milioni,
stanziati con decreto approvato dal Consiglio dei ministri giusto in questi
giorni e in via di pubblicazione sulla Gazzetta Ufficiale.
Si tratta di soldi che con ogni probabilità non basteranno ad
ultimare le opere avviate o già a buon punto; ma che in ogni caso porteranno una
boccata d’ossigeno nei cantieri, temporaneamente chiusi o agonizzanti,
disseminati lungo le statali in ammodernamento sopra citate.
«Le pressioni del sindacato e la marcia di protesta degli
edili, attuata il 31 maggio scorso tra Sulzano e Sale Marasino, hanno prodotto
questo primo risultato: gli impegni assunti oggi dicono che c’è la volontà di
sbloccare i lavori», fa sapere dalla capitale Domenico Ghirardi, segretario
della Fillea-Cgil per il comprensorio Sebino-Camuno.
A Roma Ghirardi – affiancato dai colleghi Franco Regazzoli
della Fillea-Cgil, Graziano Formentelli della Filca-Cisl e Lorenzo Corradini
della Feneal-Uil, oltre che da alcuni esponenti delle tre sigle di categoria a
livello regionale e nazionale – ha ieri incontrato, nella sede dell’Anas, il
direttore generale della sede centrale dell’Anas, il direttore generale
dell’azienda di Stato, dottoressa Cercello, e il capo compartimentale di Milano,
ingegner Costantini.
«Se da un lato ci è stato assicurato che la machina delle
procedure burocratiche si rimetterà prontamente in moto – racconta Ghirardi –
dall’altro ci è stata fornita tutta una serie di dettagli circa la nuova
copertura finanziaria decisa dal Consiglio dei ministri».
Ecco i soldi che sono stati stanziati –in aggiunta all’importo
dell’appalto – per il completamento della nuova 510 da Iseo a Darfo: IV lotto
Iseo-Sulzano, assegnatarie le imprese Irces55 e Secol, 22 miliardi; VI lotto
Marone-Toline, imprese De Lieto e Donati, 8 miliardi e 507 milioni; VII lotto
Toline-Pisogne, dite Cogefar-Impresit, 3 miliardi e 947 milioni; VIII lotto
Pisogne-Darfo, ditta Carena, 2 miliardi e 710 milioni.
Per la cosiddetta “variante di Costa Volpino”, sulla statale
42, invece, altri 4 miliardi e 271 milioni.
Il lettore attento avrà forse notato che non s’è fatta menzione
del V lotto della 510, Sulzano-Sale Marasino, e dei lotti V e VI della 42,
Capodiponte Berzo Demo. Il primo è fermo dall’ottobre scorso – in seguito alla
messa in amministrazione controllata dell’impresa mandataria, la Sicaf di Roma,
e al successivo lancio della spugna da parte della Follioley di Pisogne – e
andrà riappaltato. I secondi, già assegnati all’impresa romana Cosiac e
interamente finanziati, non sono praticamente mai partiti.
«Due questioni che abbiamo sottoposto alla dottoressa Cercello
chiedendo, da una parte, che l’avvocatura dello Stato sciolga in fretta i nodi
giuridici inerenti il tratto Sulzano-Sale Marasino e, dall’altra, che l’Anas non
tolleri che altre scuse pretestuose rinviino l’inizio effettivo dei lavori tra
Capodiponte e Berzo Demo», continua Ghirardi.
Del resto, assicura il segretario comprensoriale della
Fillea-Cgil, il sindacato non abbasserà la guardia nei prossimi giorni;
vigilerà, anzi, affinché l’Anas alle promesse faccia seguire i fatti. Un
incontro, a questo proposito, è già stato fissato a Milano per il prossimo 17
giugno.
Soldi aggiuntivi, si diceva, sono stati pure stanziati per il
primo stralcio del III loto della 45 bis, Virle Tre Ponti-Tormini: 18 miliardi e
805 milioni; per la 469, Urago d’Oglio-Sarnico: 16 miliardi e 800 milioni; per
la 39, Edolo-Aprica: 8 miliardi per l’intero tracciato e 2 miliardi e 225
milioni per la variante di Corteno Golgi.
«Non possiamo che esprimere un giudizio parzialmente positivo –
sintetizza in conclusione Ghirardi – Abbiamo infatti ottenuto non solo che la
maggior parte dei cantieri torni a girare a regime, ma anche che sia estesa agli
edili in forza sulle arterie bresciane la cassa integrazione nella misura già
prevista per chi è impegnato nella realizzazione delle cosiddette “grandi
opere”.
CORRIERE DELLA SERA
10 GIUGNO 1993
L’Anas rifinanzia le varianti di Brescia e Bergamo
Ma in Valtellina fermi i cantieri
di Enzo Iacono
BRESCIA – Via libera da Roma alle varianti delle statali
bresciane e bergamasche bloccate dagli scandali: ieri, mentre i lavoratori della
Valtellina invadevano per protesta la statale 38, l’Anas ha annunciato la
riapertura di molti cantieri. E per centinaia di operai si allontana l’incubo
del licenziamento.
Il decreto legge che rifinanzia i lavori sarà pubblicato nei
prossimi giorni sulla Gazzetta Ufficiale. Il provvedimento è stato messo a punto
nella capitale in un incontro con i sindacati di categoria. Per l’area del
Sebino e della Valcamonica erano presenti i dirigenti di Fillea-Cgil, Filca-Cisl
e Feneal. Per l’Anas di Milano c’erano il capo compartimento, ingegner
Costantini.
Sulla statale 510, per il quarto lotto Iseo-Sulzano sono stati
assegnati 22 miliardi alle imprese Secol e Irces55; per il sesto Marone-Toline
l’azienda De Lieto-Donati ha ricevuto 8 miliardi e 57 milioni; per il settimo
Toline-Pisogne la Cogefar ha ottenuto 3 miliardi e 947 milioni; per l’ottavo
Pisogne-Darfo la Carena incasserà 2 miliardi e 710 milioni. Rimane in sospeso il
quinto lotto Sulzano-Marone, perché la ditta Follioley è in amministrazione
controllata, ma c’è già l’impegno a riappaltare i lavori.
Fermo anche il tratto Capodiponte-Berzo Demo della statale 2
bergamasca, dove sono già sicuri i 4 miliardi alla Secol per la variante di
Costa Volpino.
Per la 39 Edolo-Aprica è stato deliberato un appalto di 8
miliardi e 123 milioni. E per il primo lotto della variante di Corteno Golgi (13
chilometri) sono in arrivo altri 2 miliardi e 825 milioni. Mentre sulla 469, per
il terzo tronco del primo stralcio da Urago d’Oglio a Sarnico, sono pronti quasi
19 miliardi.
«A conti fatti – dice Domenico Ghirardi (Cgil) – nel bresciano
sono stati sbloccati lavori per circa 70 miliardi, rispetto ai 150 necessari per
ultimare tutte le opere. Ora chiediamo di garantire la riassunzione a chi è
rimasto senza cassa integrazione». Nell’edilizia, questo “ammortizzatore” non
può superare i tre mesi. Il 17 giugno nuovo vertice tra sindacati e Anas a
Milano.
Più complesso il problema dei lavori affidati a trattativa
privata, soprattutto in Valtellina: si attende un decreto del ministero dei
Lavori pubblici per riappaltare le opere con gare “trasparenti” e aperte a tutte
le imprese.
GIORNALE DI BRESCIA
10 GIUGNO 1993
I sindacalisti son tornati da Roma con una promessa
dell’Anas: finanziamenti per 87 miliardi
68 miliardi per l’area sebina e camuna, 19 per la “45 bis”
di Giuseppe Antonioli
VALCAMONICA – La lunga notte potrebbe essere vicina all’alba.
Ieri a Roma i sindacalisti bresciani (soprattutto camuni) hanno avuto la buona
notizia. A discutere con la direttrice generale facente funzione dell’Anas,
dottoressa Cercello e con un dirigente dell’Anas di Milano, Costini,
erano scesi Domenico Ghirardi e Franco Regazzoli della Cgil, Formentelli della
Cisl e Corradini della Uil. Alla fine, come ci spiega Ghirardi, la loro
soddisfazione era notevole, anche se «come San Tommaso siamo sospettosi:
vogliamo vedere attuate queste premesse prima di abbassare la guardia».
Sessantotto miliardi, si diceva, solo per l’area sebino-camuna,
per riaprire i cantieri chiusi e far riprendere il lavoro alle centinaia di
operai licenziati o in cassa integrazione. Risaliamo la valle, lotto per lotto,
ancora una volta. Ma finalmente il nostro viaggio non è solo un pellegrinaggio
fra le sciagure.
Per il quarto lotto (svincolo di Iseo, appaltato a Secol,
Irces55 e Chini & Tedeschi) arriveranno 22 miliardi. Il sesto lotto,
Marone-Toline (vi lavoravano la De Lieto-Donati e la S.Co.Ge. Sud) avrà 8
miliardi e 157 milioni. Il settimo, sempre sulla “510”, il Toline-Pisogne
(Pisogne Scarl e alcune imprese consorziate), avrà circa quattro miliardi,
mentre 2.710 milioni andranno all’ottavo, Pisogne-Darfo (impresa Carena). Un
solo cantiere interessato, per ora, per quanto riguarda la “42”. Il cantiere
della Secol nel tratto di Costa Volpino riceverà 4.271 milioni.
Ma detto del bene, veniamo ai problemi ancora aperti: quelli
eterni del quinto lotto della 510, Sulzano-Sale, e della Capodiponte-Berzo Demo,
sulla “42”. Nel primo caso si dovrà procedere ad un riappalto dei lavori, ma
anche qui si potrebbero accelerare i tempi: il 17 giugno è in programma su
questo argomento un incontro a Milano fra i sindacalisti e i dirigenti Anas
lombardi. Nell’altro caso, pure, ci sono state a Roma assicurazioni che i lavori
verranno avviati. Staremo a vedere come e quando.
Per restare in tema camuno dobbiamo dire poi che oltre dieci
miliardi sono in arrivo per la statale 39 dell’Aprica: 8 miliardi al cantiere
della ditta Bregoli, tra Corteno ed Edolo, e 2.825 milioni per la realizzazione
della variante di Corteno, in galleria. Chiudiamo con i 18.800 milioni per il
primo lotto della Urago-Sarnico (statale Sebina occidentale, la “469”), mentre,
in area gardesana, segnaliamo i quasi 19 miliardi per il terzo lotto, primo
stralcio, della “45 bis”. Per portare a compimento tutti i lavori tra Sebino e
Valcamonica servirebbero 150 miliardi. Quasi 70 sono in arrivo: non è un passo
da poco.
GIORNALE DI BRESCIA 11 GIUGNO 1993
Ottimismo con qualche cautela dopo la promessa dell’Anas di
sostanziosi stanziamenti per i cantieri della superstrada
Il 17 nuovo incontro a Milano: ci sono ancora due lotti
bloccati
di Paolo Piccoli
LAGO D’ISEO – Si fa più sostenuta la speranza di una rapida
riapertura dei cantieri della nuova Sebina 510 e della 42 che sale in
Valcamonica. Dopo l’avviso di uno stanziamento di una buona scorta di miliardi
(87: 64 per la Sebina camuna e 19 per la 45 bis) dall’ufficio centrale dell’Anas
romana, i sindaci si preparano a una serie di incontri con le diverse imprese
appaltatrici dei lavori perché “tengano duro”, rimandino insomma, dove è ancora
possibile, il licenziamento dei lavoratori (quei pochi) che sono rimasti in
cantiere nonostante le tempeste. Non possiamo sapere se è stata la
manifestazione di protesta sulla Sebina orientale di una decina di giorni fa,
quando un centinaio di operai che vedevano come un miraggio il posto di lavoro
hanno rallentato per circa un’ora il traffico, o gli insistenti incontri dei
rappresentanti di categoria con il prefetto perché facesse da tramite con il
palazzo dei dicasteri, ma, di fatto, i responsabili dell’Anas hanno dato, almeno
sulla carta ma in maniera ufficiale, una disponibilità al rifinanziamento delle
opere realizzate per più del 60% sull’opera totale. Una boccata di ossigeno che
rianima non solo i lavoratori, ma l’intera popolazione di questa fetta di
provincia che negli ultimi mesi assisteva impotente alle opere rimaste a
mezz’aria.
Il “Grande progetto” sembra essersi svegliato e, come dicevamo
nell’edizione di ieri, i miliardi promessi non dovrebbero farsi attendere. Così,
per il quarto lotto (svincolo di Iseo, appaltato a Secol, Irces e Chini &
Tedeschi) si attendono 22 miliardi; per il sesto lotto, Marone-Toline (vi
lavoravano la De Lieto-Donati e la S.Co.Ge. Sud) poco meno della metà, 8
miliardi e 157 milioni. Quattro miliardi è invece la cifra promessa al settimo
lotto Toline-Pisogne (Pisogne Scarl e alcune imprese consorziate) e 2.710
milioni quella assegnata all’ottavo, Pisogne-Darfo (impresa Carena). Sulla “42”
è invece solo uno il cantiere coinvolto nella tornata di rifinanziamento: quello
in cui è all’opera la Secolo, nel tratto di Costa Volpino, che dovrebbe
rianimarsi con 4.271 milioni. Restano ancora tragiche le condizioni del quinto
lotto, Sulzano-Sale, dove entro una quindicina di giorni l’Anas dovrebbe
provvedere al riappalto dei lavori. «In questo caso la situazione è pesante
perché oltre alla mancanza di fondi siamo di fronte a problemi di ordine
giudiziario – spiega Domenico Ghirardi della categoria edili della Cgil di Valle
Camonica –. La Follioley (impresa impegnata nei lavori sul tratto) versa infatti
in amministrazione controllata, una situazione particolarmente delicata che non
agevola certo la ripresa dell’opera». E i dubbi su come si risolverà l’inceppo
giudiziario della impresa appaltatrice sono al centro del commento di Zaccaria
Almici, presidente della Comunità montana del Sebino bresciano: «Sono stato tra
i primi a rilevare il pericolo di un blocco dei lavori, quindi preferisco vedere
gli operai che riprendono a pieno ritmo prima di esultare per i finanziamenti.
La novità non può che farci piacere, resta però il fatto che il lotto centrale
della nuova 510 è in condizioni pessime, anche per via dell’impasse giudiziario
dell’amministrazione controllata. Dobbiamo quindi sperare che anche sul tratto
Sulzano-Sale si affacci una prossima via d’uscita».
I nuovi miliardi scavalcheranno infatti il V lotto e si
fermeranno un po’ prima della tappa finale della superstrada 42. Anche il lotto
Capodiponte-Berzo Demo non vedrà neppure una lira della nuova linfa a causa di
una situazione che più volte abbiamo definito “tragicomica”. Qui le imprese
incaricate, la Cosiac, Ghella e Ferrari, non hanno mai aperto il cantiere per un
traliccio dell’Enel che impedisce il via libera ai lavori in galleria. Niente
lavori iniziati, quindi, niente soldi, bloccando un impegno per almeno 150
operai che potrebbero presto trovare lavoro.
Vi sono invece buone nuove per la statale 345 del passo “Croce
Domini” che dovrebbe entrare in possesso di un finanziamento per 3 miliardi e
340 milioni per «eliminazione di sopravvenuti pericoli», una delle tante
varianti quasi improvvisamente riaffiorate (e soprattutto prese in
considerazione) negli uffici dell’Anas. Nell’attesa che le cifre si tramutino in
denari sonanti come si comporta il sindacato? «Abbiamo impostato una serie di
incontri con le imprese impegnate nei lavori di ammodernamento delle nuove
superstrade interessate nel finanziamento – continua Ghirardi – il primo è con
la Secol. A questa come ad altre che hanno già drasticamente ridotto il numero
dei lavoratori chiederemo la riassunzione. La stessa Anas ha invitato
esplicitamente queste società a non peggiorare la situazione proprio adesso che
si fa più nitida una via d’uscita».
Un invito a “tenere duro” insomma, almeno là dove è ancora
possibile. Negli altri casi (e purtroppo sono i più numerosi) si deve in qualche
modo ripartire da dove ci si era fermati, sperando di non trovare “sorprese”
sotto forma di deperimenti. Un’altra tappa è per il 17 giugno in un incontro tra
i sindacalisti e i dirigenti Anas lombardi: «In questo colloquio – conclude
Ghirardi – le risposte dovrebbero essere ancora più esaustive». Speriamo bene.
IL GIORNO 18 SETTEMBRE 1994
LOVERE – Assicurazioni della Regione sul completamento
della variante alla statale 42
Scetticismo alla Comunità montana – Il problema della
viabilità per il Tonale
di Salvatore Spatola
LOVERE – Sulla tormentata strada di variante alla strada
statale 42, nel tratto Lovere-Darfo-Toline, ci sono delle novità, positivamente
accolte dai Comuni interessati. É stato assicurato, in Regione, che entro l’anno
partiranno i lavori per l’ultimazione del tratto Costa Volpino-Darfo.
Sono queste, in sintesi, le ultime notizie emerse, nei giorni
scorsi, da un incontro avvenuto al Pirellone, organizzato dal vicepresidente,
Riccardo Marchioro, con la partecipazione dello stato maggiore dell’Enas, dei
rappresentanti dei Comuni di Lovere e di Costa Volpino e dell’assessore
provinciale ai Trasporti, Giuliano Capetti. «Durante l’incontro – assicura il
vicesindaco di Lovere Vasco Vasconi – è stata data assicurazione che l’Enas ha
ricevuto consenso a proseguire i lavori del secondo lotto nella galleria di
Costa Volpino».
La notizia è importantissima, anche perché in quella sede l’ex
Anas, oggi Enas, ha espresso la volontà di terminare in tempi rapidi lo svincolo
del Bersaglio, croce e delizia della mobilità e per Bergamo.
Il Comune di Lovere ha sollecitato l’apertura provvisoria dello
svincolo di Costa Volpino. Il Comune interessato preferisce, però, una soluzione
definitiva.
«Il problema nostro – ribadisce Vasconi – è quello della
viabilità che è un po’ il tormentone di tutta la statale 42 del Tonale. É
importantissimo, visto che le difficoltà non si possono risolvere tutte in un
colpo, che si lavori per tappe. E, dunque, indispensabile che si apra lo
svincolo del Bersaglio per consentire un alleggerimento del traffico sulla
strada che attraversa Lovere».
Dopo l’incontro regionale, in Comunità montana, a Lovere, si è
riunito l’apposito comitato che vigila sulla 42. Anche in quella sede tutti si
sono dimostrati felici della notizia, anche se qualcuno di dice scettico. Si
attende ora la lettera dell’Enas che ufficializzi la novità.
Intanto, Cgil e Cisl comprensoriali, nella lettera inviata al
ministro dei Lavori pubblici, senatore Roberto Radice, riservano una nota a
questo tratto di statale. Si ricorda che sono stati spesi oltre 500 milioni per
abbattere una casa che ostacolava la costruzione dello svincolo che, fino a poco
tempo fa, mancava di un progetto definitivo e che la farsa, progetto provvisorio
o definitivo, continua ancora oggi.
BRESCIAOGGI 23
SETTEMBRE 1994
Lettera di denuncia del sindacato al ministro dei Lavori
pubblici
di Gino Tomasini
Per riuscire a riannodare le fila del lungo discorso bisogna
fermare l’attenzione su due passaggi “andati in onda” tra l’inverno del ’93 e la
primavera scorsa. Con gli imprenditori in galera, vittime di Tangentopoli i
cantieri chiusi e le finanze ridotte all’osso (nel ’91 la disponibilità di cassa
del ministero era di 98mila miliardi, oggi è di 7.500), l’allora titolare del
dicastero, il democristiano Merloni e le parti sociali si trovarono a dover
gestire quella che fu definita “l’emergenza nell’emergenza”.
Era chiaro che con le casse vuote sarebbe stato impossibile
pensare di risolvere tutti i problemi. Fu obbligatorio quindi sedersi a un
tavolo e cercare un compromesso. Praticamente ogni Regione venne invitata a
presentare al ministro “l’elenco delle priorità”: una lista cioè dei lavori
urgenti da portare a termine in attesa di momenti migliori. Il sindacato
camuno-sebino, forse scottato da anni di promesse disattese, andò oltre:
malgrado tutti i lotti della 42 e della 510 fossero entrati di diritto
nell’elenco, i rappresentanti degli edili indicarono “la priorità nella
priorità”.
Le proposte del sindacato
In sostanza il loro ragionamento fu questo: pur di vedere
qualcosa di finito, al momento ci accontentiamo del completamento dei tratti
Lovere/Costa Volpino/Darfo, Darfo/Pisogne/Toline e il ripristino del tratto di
statale 469 a Tavernola franato a lago oltre un anno fa.
Scriveva allora il sindacato: «Con meno di 40 miliardi queste
opere possono in breve tempo essere terminate, rendendo transitabili arterie
dove oggi si registrano grosse difficoltà allo smaltimento regolare del
traffico. Traffico che costringe i cittadini del posto, gli autotrasportatori e
i turisti a code estenuanti». Ragionamento messo nero su bianco il 17 marzo
scorso in un protocollo d’intesa firmato dall’assessore regionale ai trasporti
dell’epoca, Fiorello Cortiana, dai presidenti delle tre comunità montane
interessate e dai segretari di Cgil e Cisl.
Dieci giorni dopo ci sono state le elezioni politiche che hanno
ribaltato gli assetti nel Palazzo. Ministro dei lavori pubblici è stato nominato
il senatore Roberto Radice (Forza Italia). Il 12 maggio le forze sindacali di
categoria gli hanno inviato una prima lettera, senza peraltro ottenere risposta,
per informarlo della situazione.
Cos’è successo nel frattempo? É successo – sottolineano
Domenico Ghirardi della Cgil e Gianni Foresti della Cisl – che il flusso di
denaro pubblico è sì tornato a scorrere, che sulle strade camune sono
effettivamente piovuti 36 miliardi, ma che le indicazioni di priorità del
sindacato sono rimaste lettera morta. E in uno dei primi passaggi della missiva,
i due segretari non nascondono le loro perplessità al riguardo, arrivando a
parlare di vero e proprio sperpero. Vediamo perché.
Ignorate le indicazioni
Due settimane fa sono ripresi i lavori sul 4º lotto della
statale 510 Iseo/Sulzano (2 miliardi e 500 milioni). Idem sul 6º lotto
Marone/Toline (11 miliardi e 500 milioni). «Ma – fanno notare i due segretari –
gli stessi non potranno venire utilizzati perché il 5º lotto [Sulzano/Sale
Marasino, al momento bloccato a metà] dovrà essere riappaltato». Ergo: si
spendono 33 miliardi per finire strade lungo le quali comunque non passerà
un’auto per anni, quando se la stessa cifra fosse stata convogliata come da
richiesta avrebbe dato subito una risposta concreta.
Ma c’è dell’altro. Parlando del 7º lotto in località
Gratacasolo di Pisogne, sempre sulla 510, i rappresentanti degli edili ricordano
che i lavori sono bloccati perché l’Anas, o Enas che dir si voglia, non ha
ancora approvato la «perizia di variante che contempla l’ultimazione dei 130
metri di galleria e il completamento dello svincolo». Di conseguenza «il
cantiere è stato messo in sicurezza e all’interno della galleria sono stati
costruiti due muraglioni di cemento armato (che dovranno successivamente essere
abbattuti per poter procedere nella perforazione), con una spesa di un centinaio
di milioni».
Un’ulteriore chicca, evidenziata nella lettera, riguarda i
lotti 7 (Toline/Pisogne) e 8 (Pisogne/Darfo). In quest’ultimo lo stato di
avanzamento dei lavori è al 90%, tanto che è già iniziata l’asfaltatura della
carreggiata. Solo che, dicono Ghirardi e Foresti, «se non si completerà il 7º
lotto, tale tratto non potrà essere aperto, in quanto lo svincolo di Gratacasolo
aspetta l’approvazione della perizia di variante». E l’asfalto, la cui posa alla
fine costerà diverse decine di milioni, rischia dunque di rimanere mesi sotto le
intemperie con le conseguenze immaginabili.
Non è finita. Il tratto Lovere/Costa Volpino/Darfo, sulla
statale 42, è stato aperto al transito un paio d’anni fa in un unico senso di
marcia. Motivo: la presenza di una vecchia casa nei pressi dello svincolo a
Costa Volpino (un edificio di tre piani lì da oltre trent’anni: i progettisti
però sembra che non se ne siano accorti) che rendeva pericoloso il flusso dei
veicoli in entrambe le direzioni di marcia. L’Anas sosteneva che la sua
demolizione avrebbe risolto tutti i problemi. «Ora la casa è stata demolita, con
una spesa di oltre mezzo miliardo, ma si è scoperto che lo svincolo non può
essere allargato perché manca il progetto definitivo». E a Tavernola, malgrado
l’annuncio dell’imminente apertura del cantiere, si continua a circolare su un
ponte provvisorio di barche.
Una galleria senza
finestre
L’ultima “perla” riguarda il lotto 5 e 6, Capodiponte/Berzo
Demo, «dove – denuncia sempre il sindacato comprensoriale – sono stati
progettati cinque chilometri di galleria senza prevede neppure una finestra. Non
osiamo pensare – concludono quindi Domenico Ghirardi e Gianni Foresti – cosa
potrebbe succedere se lì sotto dovesse verificarsi un incidente».
BRESCIAOGGI 23 SETTEMBRE 1994
di Salvatore Spatola
Sulle pessime condizioni delle strade statali bresciane sono
ritornati l’on. Aldo Rebecchi (Pds) ed il sen. Aldo Gregorelli (Ppi). Il primo,
sulla scorta di quanto riferiamo nel pezzo accanto, ha inoltrato
un’interrogazione urgente al ministro dei Lavori pubblici Radice. Gregorelli,
non avendo invece avuto risposta all’interrogazione presentata mesi fa, la
settimana scorsa ha scritto all’Ufficio legislativo del Senato per sapere quando
il ministro Radice intende dargli le notizie richieste.
«Se perdurerà questo silenzio – ha assicurato Gregorelli –
interverrò in aula e solleciterò la risposta. Il 14 settembre ho inoltre
presentato un’ulteriore interrogazione, nella quale chiedo anche di sapere
quando finiscono le responsabilità della prima repubblica e cominciano quelle
della seconda. Vorrei sapere quando risponderanno dei “peccati” di omissione,
perché questo governo sta omettendo, anche sul fronte delle strade, di fare il
suo dovere».
Intanto al Pirellone si è svolto su iniziativa del
vicepresidente della Regione, Riccardo Marchioro, un incontro con i
rappresentanti dell’Enas (ex Anas), dei comuni di Lovere e Costa Volpino,
l’assessore provinciale alla Viabilità e ai Trasporti di Bergamo, Giuliano
Capetti. L’Enas ha annunciato di aver ricevuto il consenso a proseguire i lavori
del secondo lotto della statale 42 dalla galleria di Costa Volpino a Pisogne. In
quella sede l’ex Anas ha espresso la volontà di terminare, in tempi rapidi, lo
svincolo del Bersaglio.
«Il Comune di Lovere – commenta il vicesindaco Vasco Vasconi –
è felice di questa notizia. Possiamo considerare perciò in partenza i lavori
verso la fine dell’anno che dovranno concludersi al massimo in 18 mesi».
Il Comune di Lovere ha sollecitato l’apertura dello svincolo
provvisorio di Costa Volpino. L’amministrazione comunale di quel paese
preferisce, però, una soluzione definitiva. «Il problema nostro – ribadisce
Vasconi – è quello che la viabilità diventi efficiente e più razionale. Visto
che le difficoltà non si possono risolvere tutte d’un colpo, è importantissimo
che si lavori per tappe. E, dunque, che si apra lo svincolo del Bersaglio per
consentire un alleggerimento del traffico sulla strada che attraversa Lovere».
Dopo l’incontro regionale, in Comunità montana, a Lovere, si è
riunito l’apposito comitato che vigila sulla statale 42. Anche in quella sede
tutti si sono dimostrati felici della notizia. Alla soluzione del problema del
tratto Costa Volpino-Pisogne è legato il futuro della frazione di Volpino,
gravemente danneggiata dallo sparo delle mine per la realizzazione del
sottosante tunnel. Il parroco della frazione, don Giacomo Bassini, ha in
proposito ricevuto assicurazioni sia dall’Enas che dal vicepresidente della
Regione.
GRAFFITI OTTOBRE 1994
di Bruno Bonafini
Tangentopoli prima, la presa di coscienza della gravità della
crisi delle finanze pubbliche poi, si sono abbattute sui cantieri della
costruenda grande (?) viabilità camuno-sebina come un flagello.
Primo, hanno fatto chiudere alcuni cantieri per le vicende
giudiziarie delle ditte appaltatrici; hanno impedito, secondariamente, il
ricorso a quelle che un tempo erano le tanto comode varianti in corso d’opera,
quelle che consentivano alle ditte di rifarsi, a suon di miliardi, sia dei costi
aggiuntivi costituiti dalle mazzette quanto dei ribassi d’asta, talora clamorosi
ma necessari a dribblare qualche concorrente non allineato in gara d’appalto.
Così i sette lotti di superstrada previsti tra la fine degli
anni ’80 ed i primi ’90, da >Iseo in su per la SS 510, da Sovere a Darfo per la
SS 42 fino al tratto Capodiponte-Cedegolo, ad inizio ’94 sono tutti “in panne”,
in modo più o meno grave (dovevano essere pronti nel ’92!).
I fondi necessari per le varianti e per concluderli ammontano
complessivamente a 190/200 miliardi. Una cifra enorme, che realisticamente
nessuno ha pensato essere immediatamente spendibile per le ormai povere casse
dell’Anas, alleggerite da una crisi finanziaria del bilancio statale che tutti
conosciamo (le disponibilità annunciate dell’Ente sono ridotte ad un decimo dei
tradizionali budget).
Bene ha fatto quindi, a suo tempo, la Giunta regionale
Ghilardotti a chiedere agli interessati indicazioni di precise priorità per i
limitati nuovi stanziamenti. Altrettanto bene hanno operato i Sindacati
comprensoriali e le Istituzioni locali nell’indicare rigorosamente che priorità
delle priorità non poteva che essere il completamente del tratto “più maturo”,
quello Sovere-Lovere-Costa Volpino-Darfo (oltre alla ricostruzione della strada,
crollata a lago, di Tavernola). Segnalazione fatta alla Regione, all’Anas, al
ministero dei Lavori pubblici prima delle elezioni, ripetuta dopo il 27 marzo.
Ed è il nuovo ministro, il berlusconiano Radice, a dar corso
allo stanziamento ’94 di 40 miliardi: intervento che è il primo schiaffo del
“nuovo corso” alle aspettative della Valle, e non per l’insufficienza rispetto
ai bisogni che si poteva supporre.
La doccia fredda è nell’indicazione degli interventi: la scelta
dell’Anas cade sul completamento dei tratti Iseo-Sulzano (4º lotto, 22,5
miliardi) e Marone-Toline (6º lotto, 11,5 miliardi). Interventi che non
produrranno alcun miglioramento per le comunicazioni valligiane fino a quando
non verrà completato anche il 5º lotto, Sulzano-Sale Marasino, rimasto a metà e
per il quale occorrono ben 90 miliardi ulteriori, cifra che per ora, e forse per
molto, è ben lontana dall’essere disponibile.
La vicenda è l’ennesimo sberleffo ad una popolazione da decenni
penalizzata nel suo sviluppo e nei suoi servizi da una rete viaria d’altra
epoca.
La richiesta di rendere utilizzabile immediatamente quanto era
realisticamente possibile non ha goduto di molta considerazione. Con quale
logica si sia deciso, è difficile capire: forse i riciclati hanno buttato alle
ortiche le vecchie bandiere, ma non hanno tagliato i fili di vecchie clientele.
E quanto alla trasparenza...
Il buon governo della cosiddetta seconda repubblica provvede
paternalisticamente, con quella saggezza che i sudditi e i figli possono anche
non capire! Si degnerà di spiegarcela, questa logica, qualcuno dei nuovi astri
nascenti o dovremo accontentarci delle periodiche giaculatorie sul liberismo e
sul federalismo?
GIORNALE DELLE TRE VALLI 31 DICEMBRE 1994
L’impresa che deve eseguire il quinto e sesto lotto
Capodiponte-Berzo Demo ha aperto la procedura di licenziamento. Sindacati
all’attacco
di s.sp.
Disoccupazione, piove sul bagnato. In Valcamonica il fardello è
già pesante – 6mila gli iscritti nelle liste di collocamento – ma è destinato a
divenire ancor più gravoso dopo che l’impresa Edolo Scarl del gruppo
Cosiac-Spal, che sta eseguendo i lavori del quinto e sesto lotto della
superstrada 42, nel tratto Capodiponte-Berzo Demo, ha aperto la procedura di
licenziamento per tutti i 68 dipendenti occupati nel cantiere.
Questa procedura, per i lavoratori edili, non è di mobilità.
Permette soltanto di avere tempi di 75 giorni per risolvere i problemi sorti.
Se, malauguratamente, la vicenda non dovesse risolversi positivamente, dunque, i
lavoratori rimarrebbero a spasso, col diritto della sola disoccupazione
ordinaria.
Per discutere su quanto sta succedendo nel cantiere della
Capodiponte-Berzo Demo, il Collegio costruttori di Brescia ha convocato, nei
giorni scorsi, le organizzazioni sindacali. Attorno al tavolo, dunque, si sono
trovati giovedì sera il geometra Zanframundo per i costruttori; l’ingegner Lillo
per l’impresa; i sindacalisti Ghirardi, Regazzoli, Formentelli e Bontempi per le
organizzazioni confederali Cgil-Cisl-Uil.
L’azienda ha chiuso il cantiere, dopo aver realizzato il 15%
delle opere. Ora chiede [...] miliardi di oneri aggiuntivi per i ritardi
accumulati, non dipendenti dalla sua volontà.
«Le cause delle difficoltà per la prosecuzione dei lavori –
scrivono Ghirardi (Fillea-Cgil), Foresti (Filca-Cisl) e Bontempi (Feneal-Uil) al
presidente della Comunità montana di Valcamonica – sono da ricondurre ad una
progettazione eseguita con i “piedi” e funzionale alla vecchia logica degli
appalti».
Il sindacato non ha dubbi e chiama a rispondere per quanto di
loro competenza gli enti locali, i comuni di Capodiponte, Sellero, Cedegolo e
Berzo Demo e la Comunità montana: «Comuni e Comunità montana – ricorda Ghirardi
anche per i colleghi – hanno approvato nel 1992 il progetto. I lavori sono stati
consegnati nel giugno dello stesso anno,con un ribasso d’asta del 32% su un
importo di 98 miliardi per essere ultimati il 24 giugno 1994. A quella data era
stato eseguito il 15% di tutta l’opera, spendendo 10 miliardi».
Tra le procedure criticate dai sindacati c’è quella della
consegna dei lavori mentre i beni ambientali bocciavano il progetto per via
dello svincolo di Berzo Demo. All’inizio dell’opera erano sorte inoltre anche
lungo il tracciato nuove gravi situazioni.
Ora c’è una perizia di variante che prevede una finestra in
galleria, lo svincolo di Berzo Demo a chiocciola nel tunnel, e il sottopaso
ferroviario per imbocco e sbocco sulla statale 42, nei pressi del Graffiti.
«Essendo stati eseguiti già dei lavori per circa 10 miliardi – scrivono le
organizzazioni sindacali anche ai sindaci interessati – e non avendo ancora
definito le scelte progettuali relative alle varianti di progetto, onde evitare
che delle risorse pubbliche siano state spese inutilmente e ci lascino sul
terreno un’altra “opera incompiuta”, diventa quanto mai indispensabile
promuovere quelle azioni che permettano di arrivare a completare l’opera e,
nello steso tempo, creino una prospettiva occupazionale per i lavoratori.
Ricordiamo che il tormentato progetto della superstrada
sebino-camuna comprende sette lotti, per un investimento complessivo a base
d’asta di ben 416 miliardi. I lavori sono a buon punto nei tratti
Sovere-Lovere-Costa Volpino (80%), Pisogne-Darfo (93%), Toline-Pisogne (80%),
Iseo-Sulzano (85%) e Marone-Toline (75%). Il lotto Sulzano-Sale Marasino è
invece fatto al 50%.
IL GIORNO 15 GENNAIO 1995
CAPODIPONTE – Il presidente della Comunità montana sul
cantiere
Il sindaco di Piamborno pensa a iniziative “pesanti”
di Salvatore Spatola
Ha messo in movimento le autorità competenti a tutti i livelli
e i parlamentari bresciani, i senatori Luciano Garatti (Forza Italia) e Aldo
Gregorelli (Ppi), i deputati Francesco Ghiroldi (Lega Nord) e Aldo Rebecchi
(Pds), il presidente della Comunità montana di Valle Camonica, Alessandro
Bonomelli, per coinvolgerli nella nuova grave situazione in cui si trova il
cantiere della Edolo Scarl, nel tratto di variante della SS 42,
Capodiponte-Berzo Demo.
Come abbiamo avuto modo di informare i nostri lettori,
l’azienda ha aperto la procedura di licenziamento per tutti i 68 lavoratori
stante l’impossibilità di continuare i lavori per la mancanza di indicazioni
tecniche e progettuali.
«In difetto di immediate scelte adeguate – scrive il presidente
dell’ente comunitario – si dovrà assistere al blocco definitivo dei lavori, dopo
che si sono spesi ben 9 miliardi in opere e in presenza della richiesta di oneri
e danni (32 miliardi) da parte dell’impresa appaltatrice; richiesta che supera
di gran lunga l’importo delle opere fin qui eseguite».
Bonomelli richiama il sottosegretario ai Lavori pubblici
Stefano Aimone Prina, il quale, in un recente incontro a Breno, organizzato
dalla Lega Nord, si è impegnato a rimuovere gli ostacoli che impediscono la
prosecuzione e il completamento dell’opera.
Il presidente della Comunità montana ritiene indispensabile un
incontro nella sede che verrà ritenuta più propria, alla presenza di idonee
rappresentanze del compartimento Anas di Milano, della Regione Lombardia e della
Direzione lavori. Intanto, con le organizzazioni sindacali e i sindaci dei
Comuni interessati di Capodiponte, Sellero, Cedegolo e Berzo Demo, Bonomelli
andrà in cantiere, domani, per avere il quadro completo della situazione.
Ma cosa pensa di questa svolta, presa dal V e VI lotto di
lavori sulla SS 42, l’onorevole Francesco Ghiroldi? L’abbiamo incontrato a
Piamborno ove il parlamentare leghista è sindaco. «É un problema che si accumula
a una serie di altre situazioni che si vivono in Valcamonica – risponde –.
Sembrava, nel convegno da noi organizzato nel mese scorso, con la partecipazione
del sottosegretario Aimone Prina, che ci fossero tutti i buoni propositi per
dare sbocco, finalmente, a questa situazione della viabilità camuna, invece, il
castello mostra delle crepe. Per quanto mi riguarda, assicuro il massimo impegno
perché la vicenda imbocchi i binari della correttezza. Domani prenderò contatti
col Ministero, per verificare quali siano le difficoltà e come sia possibile
superarle. Io, tra l’altro, avevo dato delle indicazioni ai cittadini del mio
collegio invitandoli a una dimostrazione di forza, se le cose non si
sbloccheranno entro tempi ragionevoli».
Ghiroldi pensa a iniziative “pesanti” che dovrebbero
coinvolgere anche gli amministratori camuni, le organizzazioni sindacali e gli
abitanti di questa zona fortemente penalizzata.
BRESCIAOGGI [...] GENNAIO 1995
Capodiponte – Il collegamento,
che porta verso Berzo Demo, prevede la costruzione di un tunnel
L’impresa Cosiac afferma di non
poter proseguire a causa dell’incertezza progettuale
di Salvatore Spatola
Un anno proprio da dimenticare il 1994. Le disavventure legate
ai cantieri di variante della SS 42, del Tonale e della Mendola, e della SS 510,
Sebina Orientale, non sono finite. Proprio in questi giorni, il Collegio
costruttori di Brescia, tramite la loro associata Cosiac-Edolo Scarl, che ha in
appalto il V e il VI lotto della SS 42, Capodiponte-Berzo Demo, ha convocato le
organizzazioni sindacali del comprensorio camuno-sebino e ha comunicato
l’apertura della procedura di licenziamento per i 68 dipendenti occupati nel
cantiere in questione.
«Le ragioni sono da ricondurre a una progettazione di scarsa
qualità – ha detto Domenico Ghirardi a nome di Cgil-Cisl-Uil –. Una
progettazione fatta a suo tempo, nell’era di Tangentopoli, con grande
superficialità. I quattro Comuni interessati (Capodiponte, Sellero, Cedegolo e
Berzo Demo) allora approvarono, assieme alla Comunità di Valle Camonica, il
progetto che, fra l’altro, ostruiva l’attuale statale 42. Ci sarà perciò
necessità, dando corso all’attuazione dello svincolo di Capodiponte, di deviare
l’attuale strada costruendo un’apposita bretella».
Ma dove stanno gli errori che hanno portato alla chiusura del
cantiere? «Si è predisposto il progetto, si erano ottenute le cosiddette
parziali approvazioni – rispondono le organizzazioni sindacali – e l’Anas ha
dato in appalto l’opera alla Cosiac col ribasso d’asta del 32% per un importo
d’asta di 68 miliardi».
L’opera riguarda il collegamento tra Capodiponte e Berzo Demo
con il superamento in galleria dell’abitato di Cedegolo. Il tunnel è lungo oltre
5 chilometri. Sono previsti, inoltre, uno svincolo a nord, a Berzo Demo, e un
sottopasso ferroviario per imbocco e sbocco sull’attuale SS 42, in località
albergo “Graffiti”. Nel primo tratto di galleria, lungo circa 750 metri, è
venuta alla luce la sorgente di San Carlo che serviva parte del Comune di
Sellero, la Scianica e Capodiponte. Il prosciugamento della sorgente ha creato
gravi disagi a Sellero, quantificati in 1,5 miliardi.
«Nonostante tanti punti interrogativi – continuano
Cgil-Cisl-Uil – i Beni ambientali hanno bocciato il progetto nel momento in cui
veniva appaltato. L’azienda, perciò, ha iniziato i lavori con un progetto che
formalmente occorreva definire. Il problema è ancora questo. La Cosiac ha
eseguito lavori per circa 10 miliardi di lire. Una serie di difficoltà hanno
creato ritardi nell’esecuzione delle opere, tanto è vero che la consegna è stata
fatta il 25 giugno del 1992 e l’ultimazione era prevista per il 14 giugno 1994.
Cioè l’opera dovrebbe essere già a disposizione dei cittadini».
Per effetto delle difficoltà incontrate, oltre a quelle di
progettazione, l’azienda ha eseguito i lavori per 10 miliardi di lire e ha
chiesto oneri aggiuntivi, per effetto di situazioni non dipendenti dalla sua
volontà, per oltre 23 miliardi.
L’azienda afferma che, avendo eseguito lavori per il 15%,
trovandosi in una situazione di incertezza progettuale, non è in condizione di
poter eseguire l’opera.
GIORNALE DELLE TRE VALLI 9 FEBBRAIO 1995
L’annunciata protesta dei
camionisti fermerà anche il treno
di Salvatore Spatola
Se non ci saranno ripensamenti dell’ultima ora, gli
autotrasportatori dell’Alto Sebino e della Valcamonica, appartenenti al
sindacato Fai e Unatras, dalle ore sei di sabato occuperanno le statali 42 del
Tonale e della Mendola, a Lovere, dove si riuniranno in permanenza a Villa
Milesi, e 510 Sebina Orientale, a Pisogne. Sarà occupata pure la sede
ferroviaria Iseo-Edolo. Il Sebino, bresciano e bergamasco, e la Camunia
rischiano di rimanere isolati ad oltranza, finché gli autotrasportatori non
avranno in mano un impegno scritto, serio, che metta fin a una situazione
pesante che dura ormai da troppo tempo.
I motivi di questa decisione “forte” sono due, soprattutto: la
chiusura al traffico pesante del lungolago di Lovere; l’inagibilità della
galleria di Costa Volpino, nei due sensi di marcia. Gli autisti dei Tir diretti
in Valcamonica viceversa sono costretti, dunque, a fare il giro del Sebino,
seguendo la direzione Castro-Sarnico-Iseo-Pisogne, con perdita di tempo e
denaro.
A nulla sono valsi gli incontri in Provincia a Bergamo, in
Prefettura, in regione e persino a Roma, nella sede del ministero dei Lavori
pubblici. Lo “scaricabarile” dura da anni: i Comuni sulla Provincia, questa
sulla Prefettura, che ha chiamato in causa l’Anas e l’assessorato regionale che,
a loro volta, hanno rinviato tutto il faldone a Roma.
In un primo tempo si attribuivano le colpe della mancata
entrata in funzione dello svincolo provvisorio di Costa Volpino a un edificio
proprio nella zona di incontro fra la variante e la statale 42. É stato speso
oltre mezzo miliardo per acquisire la casa che è stata, finalmente, eliminata.
Ma ci si è accorti subito che quello della costruzione ingombrante era un falso
problema. I due Comuni (Lovere e Costa Volpino) non sono esenti da
responsabilità. Quello di Lovere, dopo l’intervento di consolidamento del
lungolago, franato in acqua, ha messo mano al rifacimento di parte di via
Tadini, aumentando così il disagio di una insufficiente circolazione. La base
degli autotrasportatori non lesina strali anche agli amministratori di Costa
Volpino, accusati di aver intralciato, con una serie di richieste, l’apertura
dello svincolo del Bersaglio.
Il sindaco di Lovere, Vasco Vasconi, è preoccupato: «Posso
capire gli autotrasportatori – afferma – ma mi auguro che la manifestazione
possa essere bloccata prima di sabato prossimo. Se il blocco verrà messo in
atto, mi auguro che possa servire, almeno, a risolvere il problema». L’indice è
puntato sull’Anas che, già lo scorso anno, aveva assicurato che in poco tempo
avrebbe aperto, provvisoriamente, lo svincolo del Bersaglio, considerato che i
problemi della mancanza di spazio erano stati superati. I mesi sono volati via e
la situazione è sempre quella per i camionisti. L’Anas, dunque, per il primo
cittadino di Lovere, si è confermato un interlocutore che non merita fiducia.
«Con i rappresentanti dei camionisti e dell’Unatras abbiamo
discusso molto sulla questione del tratto Lovere-Costa Volpino – afferma
Domenico Ghirardi, responsabile della Fillea-Cgil comprensoriale –. Capisco lo
stato d’animo degli autotrasportatori, ma non condivido la loro iniziativa nel
senso che su un problema come quello della viabilità, non solo i camionisti ma
tutti i cittadini sono interessati. Insieme abbiamo lottato e portato avanti
delle iniziative. Lo scopo della manifestazione è quello di creare un consenso
attorno all’argomento. Non so se il blocco programmato, che va a colpire altri
cittadini, creando loro altri problemi, sia la strada più giusta».
Ghirardi ricorda il fallimento della burocrazia e degli
incontri che da anni si rinnovano su questo settore: «Noi, probabilmente, il 18
e 19 febbraio – annuncia – saremo impegnati sul problema della viabilità in una
iniziativa che coinvolgerà Capodiponte (statale 2) e Sulzano (statale 510).
Avremmo preferito che questo problema fosse affrontato tutti insieme. É vero che
le iniziative eclatanti richiamano. Non vorrei, però, che creassero reazioni
opposte. Dobbiamo cercare il consenso della gente, non l’opposizione».
GIORNALE DELLE TRE VALLI 5 MARZO 1995
Camionisti solidali, grandi
assenti sono state le imprese
di Salvatore Spatola
Sulzano, primo atto delle proteste legate alla viabilità
sebino-camuna che non riesce a risolvere alcuni annosi problemi. Ieri ha avuto
luogo il rallentamento del traffico, in programma pure per oggi a Capodiponte, a
partire dalle ore 15.
É una strada, la statale 510, la Sebina orientale, che si
chiama “speranza”. Solo questo è il sentimento che alberga ormai negli
amministratori e negli abitanti dei comuni lacuali. I cantieri, aperti nel 1990,
dovevano essere chiusi, con i lavori ultimati, dopo 720 giorni dalla consegna
dei progetti, cioè entro il 1992. E invece sono ancora in alto mare. Siamo nel
’95 e solo la speranza non ha abbandonato il sindacato e le amministrazioni
locali. I cittadini non credono più nello Stato, nell’Anas, in chi doveva
difendere i loro diritti e ha fallito nell’intento. Ci sono persone che hanno
ceduto i terreni sui quali si stanno eseguendo i lavori e ancora non hanno
percepito una lira.
Tangentopoli ha creato situazioni che rischiano di non
risolversi. Il 5º lotto della 510, Sulzano-Sale Marasino, deve essere
riappaltato, comprendendo parte del 4º e del 6º lotto. Ieri, così, le
organizzazioni sindacali camuno-sebine, le istituzioni e gli amministratori dei
comuni rivieraschi hanno effettuato, davanti al palazzo municipale di Sulzano,
un rallentamento del traffico da e per la Valcamonica,con volantinaggio. La
protesta si è svolta dalle 9 alle 11, sotto l’occhio vigile dei carabinieri e
della polizia.
Alla manifestazione hanno partecipato anche i lavoratori della
Ols di Pisogne, che dal primo maggio sono in cassa integrazione per crisi
aziendale. L’attuale situazione scade il 30 aprile, senza che a tutt’oggi sia
stata approvata dal ministero competente.
Da maggio i dipendenti non prendono lo stipendio. Chi si è
dimesso non ha ancora percepito la propria liquidazione. Inoltre, se non
avverranno fatti nuovi e positivi, quali la vendita ad altri imprenditori del
settore siderurgico,tutti i lavoratori, alla scadenza del periodo di copertura
della cassa integrazione guadagni speciale, saranno licenziati e messi in
mobilità, in quanto la proprietà ha deciso lo smantellamento della fabbrica.
Molto apprezzato è stato il comportamento degli automobilisti,
che hanno dato segni di condivisione della protesta. I camionisti di passaggio
hanno suonato i clacson, qualcuno ha gridato: «Siamo con voi».
«Il significato di questa manifestazione è quello di
sensibilizzare all’unità su questi problemi – ha commentato Domenico Ghirardi
della Cgil comprensoriale –. Vogliamo verificare se, con questo rallentamento e
con quello di domani [oggi per chi legge], le autorità competenti sapranno dare
risposte giuste ai problemi che da decenni attraversa il nostro comprensorio. É
un atto di fiducia che chiediamo alle istituzioni. In mancanza di risposta,
credo che tutti, a partire dai camionisti, che abbiamo tenuto a freno questa
mattina, e dalle imprese (che invece sono assenti ingiustificate a questi
appuntamenti), dovremo mobilitarci.
Sulla stessa onda è sintonizzato il segretario generale della
Cisl comprensoriale, Roberto Ravelli Damioli. «Nella logica di creare la
maggiore unità possibile, abbiamo invitato tutte le imprese del territorio. Mi
riesce difficile pensare che non siano interessate a quanto stiamo facendo. Noi
siamo interessati alle strade anche per loro».
Oggi l’appuntamento è alle ore 15, presso il cantiere della
Edolo Scarl a Capodiponte.
IL GIORNO 5 MARZO 1995
Una serie di manifestazioni di
protesta per sollecitare Anas e ministero
La Mandolossa-Pisogne doveva
essere ultimata entro il ’92
di Salvatore Spatola
«L’ammodernamento della statale 510, Sebino Orientale, tra la
Mandolossa, Pisogne e la statale 42, nei pressi di Darfo Boario Terme e Pisogne,
s’inquadra nel disegno di riqualifica della viabilità statale nel territorio
della provincia di Brescia, a nord della città, fino al confine con la provincia
di Bergamo. La finalità del nuovo asse attrezzato è quella di convogliare i
traffici di transito aventi provenienza o destinazione la Valle Camonica,
decongestionando, in tal modo, l’esistente strada statale costiera 510, che
risulta ora estremamente trafficata e compromette, quasi paralizzandolo, il
traffico locale dei vari centri abitati esistenti lungo la costa orientale del
lago d’Iseo».
Così, nel 1990, l’ingegner Natale Mina motivava l’apertura dei
cinque cantieri di variante alla statale 510, assicurando che il tempo
d’esecuzione per tutti i lotti era previsto in 720 giorni e che, pertanto, i
lavori dovevano essere ultimati entro il 1992. Da allora di vetture sulla
vecchia strada ne sono transitate e ne continuano a passare. Tangentopoli ha
creato situazioni di caos preoccupanti, alcune delle quali rischiano di non
risolversi. Il V lotto della 510, Sulzano-Sale Marasino, deve essere
riappaltato, comprendendo parte del IV e del VI.
Proprio per smuovere il ministero dei Lavori pubblici e l’Anas,
ieri, le organizzazioni sindacali camuno-sebine, le istituzioni e gli
amministratori dei comuni lacuali hanno iniziato le manifestazioni di protesta
da Sulzano. Davanti al palazzo municipale, è stato effettuato un rallentamento
del traffico da e per la Valcamonica con volantinaggio. Tutto si è svolto, dalle
9 alle 11, nella maniera più corretta, alla presenza del capitano dei
carabinieri della compagnia di Chiari, Alberto Galasso, dei carabinieri delle
stazioni di Marone, Capriolo e Iseo e del commissario della squadra mobile di
Brescia. Hanno partecipato alla manifestazione anche i lavoratori della Ols di
Pisogne che, dal primo maggio, sono in cassa integrazione per crisi aziendale.
L’attuale situazione scade il 30 aprile, senza che a tutt’oggi, sia stata
approvata dal ministero competente.
Da maggio, i dipendenti non percepiscono lo stipendio. Chi si è
dimesso non ha percepito la propria liquidazione e, inoltre, se non avverranno
fatti nuovi e positivi, quali la vendita ad altri imprenditori del settore
siderurgico, tutti i lavoratori alla scadenza del periodo di copertura della
Cigs verranno licenziati e messi in mobilità, in quanto la proprietà ha deciso
lo smantellamento della fabbrica.
Sulzano, dunque, è stata la prima tappa di una serie di
iniziative tendenti a coinvolgere le autorità locali, provinciali, regionali e
nazionali, su una situazione insostenibile.
«Il significato di questa manifestazione – ha commentato
Domenico Ghirardi della Cgil comprensoriale – è quello di sensibilizzare
all’unità su questi problemi. Vogliamo verificare se, con questo rallentamento e
quello di domani [oggi per chi legge] le autorità competenti sapranno dare
risposte giuste ai problemi che da decenni gravano sul nostro territorio. É un
atto di fiducia che rivolgiamo alle istituzioni. In mancanza di risposta, credo
che tutti, a partire dai camionisti che abbiamo tenuto a freno questa mattina e
dalle imprese che invece sono assenti ingiustificate a questi appuntamenti,
dobbiamo mobilitarci».
A Ghirardi fa eco il segretario della Cisl comprensoriale,
Roberto Ravelli Damioli. «Nella logica di creare la maggiore unità possibile
abbiamo invitato tutte le imprese del territorio. mi diventa difficile pensare
che queste non siano interessate a quanto stiamo facendo. Noi siamo interessati
alle strade anche per loro che non possono essere competitive se perdura
l’attuale caos».
Oggi l’appuntamento è alle ore 15, presso il cantiere della
Edolo Scarl, a Capodiponte. Anche qui si effettuerà il rallentamento del
traffico. Anche qui, si attendono i sindaci e gli amministratori della
Valcamonica.
GIORNALE DI BRESCIA 5 MARZO 1995
Manifestazione per pochi ieri a
Sulzano sui problemi della viabilità sebina
Ed oggi pomeriggio si replica a
Capodiponte
di Paolo Piccoli
«Come al solito, siamo in pochi», commenta amareggiato Luigi
Bontempi, responsabile degli edili della Uil del comprensorio sebino-camuno, tra
gli organizzatori con i colleghi delle altre confederazioni della manifestazione
di sensibilizzazione che si è tenuta ieri mattina davanti al municipio di
Sulzano. A distribuire volantini e a manifestare contro i ritardi dei lavori
sulle nuove strade statali 510 (che costeggia il lago) e 42 (che sale in valle)
c’erano infatti circa 150 persone, quasi tute del sindacato, quasi tutte col
problema “blocco dei lavori” saldamente attaccato a quello quotidiano del posto
di lavoro.
Gli amministratori pubblici, che avevano partecipato alla
riunione sabato scorso in Comunità montana, si contano sulle dita di una mano,
ma avranno occasione di “rifarsi” domani nell’incontro in programma a Breno.
Sulla strada, a ricordare che il dramma delle opere a mezz’aria
è di tutti, abbiamo visto solo Roberto Bona, primo cittadino di Sulzano, Gian
Pietro Bressanelli di Sellero, Bruno Baraldi, assessore alle attività produttive
di Provaglio d’Iseo e Zaccaria Almici che, oltre ad essere sindaco di Zone,
presiede la Comunità montana del Sebino. Dei loro colleghi dei paesi sebini,
dell’hinterland e della Valle, neanche l’ombra. «L’importante è che partecipino
alla riunione di lunedì pomeriggio con i prefetti», taglia corto Almici,
ricordando che sarebbe più grave se i sindaci dei paesi interessati disertassero
l’assemblea di autoconvocazione (con il sottotitolo di disponibilità
all’autosospensione) in programma per il pomeriggio di domani, 6 marzo, alle ore
14, nella Comunità montana di Valle Camonica a Breno dove dovrebbero essere
presenti i prefetti di Brescia e Bergamo.
A “sensibilizzare” in mezzo alla strada (rallentando il
traffico per poco meno di una decina di minuti nel tratto che costeggia il
municipio del paese sebino) c’erano dunque solo lavoratori, degli edili e degli
operai della Ols, l’acciaieria di Pisogne, attualmente in Cassa integrazione,
che lamentano un disinteresse dei rappresentanti politici ai loro problemi.
Anche nella manifestazione di ieri i “politici” non erano
molti, e quei pochi solo della Lega Nord, scesa in strada con una piccola
rappresentanza della sezione iseana.
Una seconda manifestazione è in programma per il pomeriggio di
oggi – domenica 5 marzo – dalle 15, davanti al cantiere Edolo Scarl di
Capodiponte. «Al termine delle manifestazioni, dell’autoconvocazione dei
sindaci, della richiesta di incontro con il ministro dei Lavori pubblici –
scrivono gli organizzatori della manifestazione – vi sarà la convocazione
congiuntiva entro fine marzo dei tre comitati (presieduti dai presidenti delle
Comunità montane del Sebino bresciano, bergamasco e della Valle Camonica) per
analizzare i risultati e le risposte avute nei vari appuntamenti e decidere, se
ve ne fosse bisogno, iniziative che facciano sentire le nostre proteste al di là
dei confini del Sebino e della Valle».
IL GIORNO 5 MARZO 1995
I sindaci dell’area
sebino-camuna mobilitati perché venga risolto il problema della statale 42
di S.Spa.
Da Iseo alla Valcamonica. Questa la zona d’intervento per la
realizzazione del nuovo tronco della statale 510. Un’area che, unita a sud al
tratto già costruito tra Mandolossa e Bersaglio, dovrà congiungersi a nord alla
statale 42 che porta in alta valle.
La nuova Sebina Orientale si inserisce nel contesto di un
sistematico ammodernamento dell’asse viario Brescia-Iseo-Darfo-Edolo: un’opera
pensata fin dagli inizi degli anni ’70 dall’Amministrazione provinciale di
Brescia per migliorare la viabilità del territorio.
La mancata ultimazione di questa variante, che scorrerà tra la
costa orientale del Sebino e la Valtrompia, sta bloccando la valorizzazione di
un’area di alto interesse turistico in pieno sviluppo commerciale e industriale.
Lo stesso pesante fardello di caos per cantieri rimasti incompiuti, pesa sulla
statale 42. Le organizzazioni sindacali si battono perché almeno sia ultimata la
cosiddetta “priorità delle priorità”, Lovere-Costa Volpino-Darfo-Pisogne-Toline.
Altri nuovi problemi si aggiungono a quelli esistenti. Sono
legati al V e VI lotto, Capodiponte-Berzo Demo. Quasi certamente con i 62
miliardi a disposizione non si potrà ultimare l’opera. Si eseguiranno i lavori
nella zona sud del lotto e si realizzerà un preforo per avere tutte le notizie
relative alla montagna che si dovrà bucare per una lunghezza di circa sei
chilometri.
«É una situazione molto preoccupante – afferma il sindaco di
Sellero, Giampiero Bressanelli –. Queste manifestazioni non produrranno i
risultati sperati. I problemi si giocano su altri tavoli. Il nostro lotto è
partito male. Bisogna unirci e mostrare i denti se vogliamo essere rispettati.
Se perdiamo questo treno, la nostra valle non si risolleverà facilmente. Lunedì,
sarò fra i primi ad autosospendermi dall’incarico amministrativo. Mi auguro che
all’incontro che si terrà in Comunità montana, a Breno (ore 14), ci siano i
prefetti di Brescia e di Bergamo».
Gli occhi della gente sono puntati sul comportamento dei
sindaci. Si teme che le vecchie guardie facciano finta di non aver sentito le
lamentele che avanzano dal popolo stufo di dover sopportare strade
antidiluviane.
«Riconosco al sindacato – afferma il sindaco di Capodiponte
Martino Squaratti – il merito di aver sollecitato le istituzioni. Non so fino a
che punto queste asseconderanno le iniziative».
Vasco Vasconi, sindaco di Lovere, riportando il discorso sullo
svincolo di Costa Volpino, auspica che i lavori siano ultimati nel tempo
stabilito. «Ho qualche paure che i tempi si allunghino –. ci ha detto – Prima si
parlava di una ventina di giorni, ora siamo già arrivati a 45. Non vorrei che
spuntassero altri problemi che allungherebbero di qualche mese i tempi di
agibilità nei due sensi della galleria di Lovere».
GIORNALE DI BRESCIA 6 MARZO 1995
Strada bloccata per più di
un’ora, ieri dai lavoratori dei cantieri che dovrebbero costruire la
superstrada, chiusi o in via di chiusura
Ma tra i sindaci si vede solo
quello di Sulzano
di Paolo Piccoli
Hanno sfilato tranquilli, senza violenze “verbali” o peggio,
gli operai edili che con la chiusura dei cantieri della nuova superstrada si
giocano il posto di lavoro. All’appuntamento, alle 10 nel piazzale del Comune di
Sulzano, si sono ritrovati in un centinaio, poco meno di quanto avevano
pronosticato i promotori della manifestazione, la Cgil, la Cisl e la Uil. Che
sono naturalmente presenti con i loro “capi zona” della categoria in questa
manifestazione di protesta dove si vuole difendere non solo il posto di lavoro,
ma lo sviluppo del territorio.
Per poco più di un’ora, dalle 10 alle 11.15, nel tratto
Sulzano-Sale di quella che resta l’unica via di collegamento tra il lago d’Iseo
e la Vallecamonica, si è ribadito, con la prima mossa “movimentista”, il dramma
delle strade a mezz’aria che non portano da nessuna parte. Dietro la ruspa che
apre la fila, “scortati” dai carabinieri della stazione di Iseo, Marone e Chiari
e dagli agenti della Polstrada di Iseo e Brescia, ci sono i muratori e i
minatori delle imprese appaltatrici dell’Anas, rimaste al verde dopo che si è
messo un nodo al rubinetto dei finanziamenti romani.
Giovani operai e padri di famiglia che sfilano quasi
silenziosi, senza slogan o ritornelli preconfezionati. Per loro parla un
ciclostilato, firmato dalle tre confederazioni, che passano dal finestrino agli
automobilisti in colonna. «Con questa iniziativa vogliamo richiamare
l’attenzione degli Enti di Governo, delle Amministrazioni locali, della pubblica
opinione e dei cittadini utenti in merito ai problemi aperti dal blocco delle
opere pubbliche». Si rilancia l’unità tra sindacati, politici e istituzioni
intorno alla resa dell’opera pubblica più importante del comprensorio. Ma
l’appello è disertato dai più e tra i manifestanti si vede solo un sindaco,
Roberto Bona di Sulzano con tanto di striscia tricolore. «Dovevano essere con
noi anche i rappresentanti dei Comuni interessati nei diversi lotti, ma a quanto
pare il problema non li tocca abbastanza», ha ricordato Domenico Ghirardi della
Cgil, che sottolinea la necessità di una viabilità adeguata allo sviluppo del
territorio.
«Dopo vent’anni di attese abbiamo visto l’inizio e
l’avanzamento dei lavori sino al 60% dell’opera totale. Stiamo però attenti a
ricondurre in termini strumentali il rallentamento dei lavori con Tangentopoli.
Da queste interpretazioni il sindacato prende nettamente le distanze, la
giustizia deve fare il suo corso». La questione morale, quindi, come primo
gradino nel confronto con l’Anas, la Regione e il Ministero del lavoro.
«Attendiamo un risultato positivo rispetto ai seguenti punti –
schematizza Lorenzo Corradini della Uil – 1) sblocco degli appalti per la
sollecita ripresa dei lavori; 2) rapida e concreta soluzione dei problemi della
viabilità nelle zone interessate ai lavori stradali; 3) garanzia e tutela del
diritto al lavoro per i lavoratori delle costruzioni e 4) accesso a tutte le
forme disponibili di strumenti di tutela del reddito dei lavoratori in caso di
ferma del cantiere. Non vogliamo assistenzialismo, vogliamo lavorare e una
viabilità efficiente per lo sviluppo del territorio». Ragioni sacrosante che i
sindacalisti hanno ribadito dopo la manifestazione al prefetto di Brescia. «Il
rappresentante del governo deve fare il possibile per sollecitare
l’interessamento del Ministero: servono finanziamenti in tempi brevi prima che
la situazione collassi definitivamente», conclude Gianni Foresti della Cisl.
Con frasi quasi stantie si tengono accese le speranze di una
prossima ripresa. «Se non ci sarà continueremo la protesta: alla manifestazione
di oggi ne faremo seguire altre. Arriveremo, se necessario, anche allo sciopero
generale», chiude secco Ghirardi a nome degli edili della Cgil, mentre gli
operai arrotolano le bandiere rosse che sventolano in corteo.
Si smontano gli altoparlanti e i furgoncini dei cottimisti si
rimettono in moto: almeno per oggi qualcuno ritorna in cantiere. Poi si vedrà.
IL GIORNO 6 MARZO 1995
CAPODIPONTE – Per attirare
l’attenzione sulla viabilità camuno-sebina
Operai in strada e un sindaco ha
annunciato le sue dimissioni
di Salvatore Spatola
Affollata assemblea quella svoltasi, l’altra sera, nel salone
dell’hotel Graffiti di Capodiponte, sui problemi della viabilità camuno-sebina,
intralciata da alcune situazioni annose che penalizzano non solo quanti vivono
nel vasto comprensorio, ma anche le azienda che vi operano. Citare le autorità
intervenute ci porterebbe via spazio. Ci limiteremo, perciò, a segnalare gli
assenti ingiustificati poiché sono quelli che devono dare un grosso apporto per
smuovere l’Anas e il ministero dei Lavori pubblici. Ci riferiamo a parecchi
sindaci che hanno snobbato la riunione e alle aziende che, invitate in 84, hanno
disertato l’appuntamento.
Apprezzata è stata la presenza degli operatori turistici di
Montecampione e Pontedilegno-Tonale che hanno condiviso in larga parte il
programma di proteste preparato dalle organizzazioni sindacali, ad eccezione dei
rallentamenti dei mezzi stabiliti, sabato prossimo, a Sulzano, vicino al
semaforo lungo la SS 510 e, l’indomani, a Capodiponte, al cantiere della Edolo
Scarl.
Non ci sarà nessuna forma di blocco. Saranno distribuiti dei
volantini agli automobilisti di passaggio, e saranno illustrate le “pene” di una
viabilità che castiga la Valcamonica e il Sebino bresciano e bergamasco.
L’assemblea, coordinata dall’assessore ai lavori pubblici della
Comunità montana di Valle Camonica, Bersani, si è qualificata per la concretezza
degli interventi. I presenti si sono dimostrati d’accordo sulla necessità di
sensibilizzare il prefetto di Brescia, Antonio Di Giovine, e quello di Bergamo,
Domenico Di Gioia. Soprattutto il primo deve subito risolvere la vertenza che
esiste, sul cantiere della SS 42, Capodiponte-Berzo Demo. Qui, il giorno 10,
scade la procedura di licenziamento per i 68 dipendenti della Edolo Scarl.
«Se non si fanno correre le carte – ha ribadito il sindaco di
Sellero, Giampiero Bressanelli – si rischia di perdere altri posti di lavoro». I
sindaci si devono autoconvocare per lunedì prossimo, dopo le due manifestazioni,
per consegnare al prefetto la loro autosospensione dall’incarico amministrativo.
Il primo cittadino di Sulzano, Roberto Bona, ha annunciato le sue dimissioni.
Vedremo quante ne seguiranno. Le successive manifestazioni di protesta saranno
decise dai comitati nati per la difesa delle due statali, la 510, Sebina
Orientale, e la 42, del Tonale.
Gli operatori turistici dicono no ai rallentamenti e ai blocchi
stradali che penalizzano altre centinaia di lavoratori. Propongono di occupare
la sede dell’Anas e della Regione. Ma c’è, pure, fra gli amministratori, chi
pensa di occupare la ferrovia Milano-Venezia o l’autostrada.
L’assessore all’Ecologia della Provincia di Brescia, Walter
Sala, dopo aver ribadito l’impotenza della politica e la forza acquisita dai
funzionari, ha proposto, almeno per alcune strade, la regionalizzazione
dell’Anas. Tutti gli interventi dei sindacalisti presenti, aperti dal segretario
generale della Cisl Roberto Ravelli Damioli, continuati con Foresti, Panigada,
Bonomelli e conclusi da Domenico Ghirardi della Cgil , hanno chiesto un incontro
col ministro Paolo Baratta e con la presidenza nazionale dell’Anas.
L’onorevole Francesco Ghiroldi della Lega Nord si è fatto
portavoce e già ieri ha inoltrato la richiesta ufficiale esprimendo pure, in
caso di mancate risposte, preoccupazione per iniziative che potrebbero avere
risvolti anche di ordine pubblico.
IL GIORNO 6 MARZO 1995
SULZANO – Una delibera
regionale dice che i lavori sulla 510 sono in aree «comprese nel Parco delle
Orobie»
Cadrebbe sotto la giurisdizione
della Comunità montana di Scalve «competente per territorio»
di S.Spa.
Dove si trova Sulzano? Non è una domanda da 100 milioni. Tutti
i lombardi, che almeno una volta hanno visitato Montisola, sanno dov’è questo
ridente paese. Da qui si prendono i traghetti per raggiungere l’isola più grande
d’Europa. Non ci sono dubbi. Queste notizie si apprendono alle elementari.
Qualche dubbio, invece, hanno certi funzionari regionali.
É un lotto veramente sfortunato il V della SS 510, con stralci
degli adiacenti, da Pilzone a Marone. Non solo si è registrato il fallimento
della mandataria Sicalf e l’abbandono dell’impresa Follioley per avere esaurito
l’importo di propria competenza. Non basta che si attende, ormai da anni, il
riappalto dei lavori comprendendo parte del IV e del VI lotto, per un importo di
oltre 100 miliardi. C’è da combattere anche contro l’ignoranza di chi si occupa
di territorio senza conoscerlo.
Se non lo sapevate, il comune di Sulzano, in balconata sul
Sebino bresciano, fa parte del Parco delle Orobie bergamasche. Sì, è proprio
così. Sul progetto di completamento dei lavori di ammodernamento della SS 510,
Sebina Orientale, nel lotto in questione, il dirigente del servizio, riportando
gli estremi della delibera di giunta regionale n. 52261 del 18 maggio 1994,
scrive, fra l’altro, che «i lavori di cui al progetto in esame risultano
interessare aree comprese nell’ambito del Parco delle Orobie bergamasche e che
la Comunità montana di Scalve, competente per territorio a formulare il parere
favorevole previsto dalla legge istitutiva del Parco, ha espresso parere
favorevole all’intervento in questione.
Il documento è stato inviato al Compartimento Anas regionale di
Milano, alla Soprintendenza per i Beni ambientali e architettonici di Brescia e,
per conoscenza, al sindaco di Sulzano, al ministero dei Lavori pubblici,
direzione generale del coordinamento territoriale di Roma, e al settore Lavori
pubblici, servizio opere di viabilità. Robe da non credere.
Per dare una mano a quanti hanno preso la grossa “topica”,
ricordiamo che il parco in questione, istituito con legge regionale 15 settembre
1989, n.56, modificata il 12 maggio 1990, si trova nella provincia di Bergamo e
comprende le Comunità montane di Valle Brembana, Valle Seriana >Superiore e
Valle di Scalve che assieme alla Provincia formano un consorzio che gestisce il
Parco. Ha una superficie di 84.000 ha e conta 44 comuni, tutti in terra
bergamasca.
BRESCIAOGGI 6 MARZO 1995
Gli operai dei cantieri chiusi
lungo la statale 510 hanno marciato da Sulzano a Sale Marasino
Protesta contro la crisi del
settore. Traffico a senso unico alternato
di Giuseppe Zani
Nessun momento di vera tensione, solo qualche battibecco fra
operai e polizia e con gli automobilisti di passaggio. La rabbia degli oltre
cento fra licenziati e cassaintegrati presenti, anzi, s’è da subito tramutata in
voglia di scherzare, ma senza dimenticare il malessere di fondo.
É scivolata via così, sostanzialmente corretta, la
manifestazione di protesta indetta nella tarda mattinata di ieri dalla
Federazione Lavoratori delle Costruzioni Valcamonica-Sebino per sollecitare la
riapertura dei cantieri lungo il tracciato delle nuove 510 e 42: in ballo, il
posto di lavoro per circa 600 edili e l’ultimazione di un’infrastruttura viaria
giudicata di vitale importanza per il rilancio della Valcamonica.
Non s’è trattato, ieri, del classico blocco stradale, ma di una
passeggiata con rallentamento a singhiozzo del traffico tra Sulzano e Sale
Marasino: giusto il tempo per distribuire volantini ai passanti e chiedere la
loro solidarietà.
Del resto poliziotti, carabinieri e agenti della strada,
intervenuti in forze hanno – loro sì – bloccato l’esuberanza del corteo,
pilotandolo ora sulla corsia di destra ora su quella di sinistra, in modo da
consentire il transito dei veicoli a senso unico alternato.
Una mano, invero, l’hanno data pure i sindacalisti delle tre
sigle comprensoriali di categoria, sempre attenti a ché non si tirasse troppo la
corda né da una parte né dall’altra. Sicché, alla fine, i disagi per camionisti
ed automobilisti sono stati assai contenuti: ritardi nell’ordine dei 15-20
minuti.
Il “blocco” scatta inopinatamente – i manifestanti non stavano
più nella pelle – alle 9.50, prima dell’ora prefissata, davanti al municipio di
Sulzano. Un’enorme ruspa della ditta Giudici, subito presa d’assalto da un
subisso di bandiere rosse, si mette alla testa del corteo. Poco più avanti, e in
coda, gli altoparlanti del sindacato diffondono il solito repertorio di musica
folk...
Sfilano gli striscioni della Flc e del Consiglio di fabbrica
della Dolomite Franchi di Marone. Sfilano i delegati interni della Vela di
Cortefranca e dell’Adriasebina di Tavernola bergamasca. Frammezzo, quasi tutti i
dipendenti a rischio della Irces55, della Secol, della Cogefar, della Carena,
della De Lieto, della Chini & Tedeschi, della Iseo Scarl, le imprese
assegnatarie o in subappalto lungo i lotti da Iseo a Pisogne.
Nella lunga teoria di persone, solo una fascia tricolore a
tracolla: è quella del sindaco di Sulzano, Roberto Bona. «Oggi [ieri per chi
legge] vedo realizzato, sia pure tardivamente, un mio sogno: quello di farci
sentire, a Milano, a Roma – dice –. E la manifestazione di oggi, se non ci
saranno risposte adeguate, non è che l’inizio. La gente, da queste parti, è
troppo incazzata. Non è venuta in corteo? C’è anche se non è qui fisicamente».
Ora si costeggia la riva del lago. Un gruppo di signore, ai
bordi della litoranea, applaude. Al largo, un motoscafo dei carabinieri di
Marone sembra non voler perdere contato coi colleghi a terra. Adesso alcuni
giovani della Chini & Tedeschi hanno deciso che si vogliono divertire: ogni
camion, per avere strada sgombra, dovrà pagare il pedaggio, davanti al loro
striscione, di una lunga strombazzata in segno di solidarietà. Alt, aria alle
trombe, e poi via. Il bello è che ogni volta sono gli stessi poliziotti a
prodigarsi affinché la richiesta venga presto esaudita. «Siamo in pochi – si
rammarica un operaio napoletano, ancora in forza alla Iseo Scarl –. Fosse stata
indetta mesi fa, questa azione di protesta, vi avrebbero partecipato pure 60
nostri amici, ora licenziati, che son tornati in Calabria».
Sono le 11.30 e il corteo sfocia sulla piazzetta della Comunità
montana, a Sale Marasino. Tocca a Lorenzo Corradini, della Feneal Uil,
riepilogare i motivi per cui si è scesi per strada: tronchi lasciati a mezzo,
occupazione a rischio, il territorio deturpato e nessuna prospettiva di una
ripresa dei lavori a breve. Gianni Foresti, della Filca-Cisl, da notizia di un
incontro a Roma, fissato per il 9 giugno, tra organizzazioni sindacali e Anas.
Prima di loro, Domenico Ghirardi, della Fillea-Cgil, dopo avere stigmatizzato
l’assenza degli amministratori pubblici della zona, eccezion fatta per il
sindaco Bona, aveva proposto di coinvolgere, se il governo non dovesse sbloccare
rapidamente i cantieri delle 510 e 42, in uno sciopero generale tutte le altre
categorie di lavoratori.
Ghirardi, alla fine, proprio non ce l’ha fatta a non tirare una
stoccata all’indirizzo delle forze dell’ordine: «Sempre troppo numerose per noi
– ha ironizzato –, sempre troppo poche per perseguire chi, poi, è finito nel
cono di luce di Tangentopoli».
BRESCIAOGGI 6 MARZO 1995
In cento chiedono la solidarietà
della gente
di Gino Tomasini
Tornano in piazza le bandiere rosse. Tornano a diffondersi
sulle strade le note dell’Internazionale socialista, quelle gloriose note che
sanno tanto di lotte antiche, di grandi drammi e altrettante grandi conquiste
sociali. Erano in tanti ieri mattina gli operai edili che hanno manifestato in
difesa del posto di lavoro. In tanti, oltre cento, le mani grandi e callose, i
volti bruciati dal sole, a gridare il loro sdegno contro gli artefici, gli
squali di una politica «corrotta e tangentizia» che sta portando alla chiusura
di tutti i cantieri aperti sulle statali 510 e 42.
Il lungo corteo è partito da Sulzano pochi minuti prima della
10 e si è concluso un’ora e mezza più tardi a Sale Marasino, di fronte alla sede
della Comunità montana.
Davanti, a fare strada, una grossa benna, simbolo della
categoria e, metaforicamente, della sua grande rabbia. Una rabbia vera,
autentica, la rabbia di gente che si trova improvvisamente sull’orlo del
baratro, a poche ore dal licenziamento e dalla disoccupazione. Una
preoccupazione questa che traspare dai discorsi di tutti, di vecchi e giovani,
di chi ha già una famiglia da mantenere e di chi vorrebbe metter su casa ma deve
fare i conti con un futuro carico di incognite.
Pietro Bonetti, di Molinetto di Mazzano, da 42 anni nel
mestiere, oggi è uno di quelli senza un avvenire sicuro. «Non mi ero mai trovato
in una situazione del genere – dice cercando di coprire con la voce il rumore
assordante dei fischietti e dei clacson –. Adesso possiamo solo sperare di
riuscire a smuovere qualcosa, altrimenti tra pochi giorni saremo tutti a casa. E
la colpa sarà solo di quei politici che hanno rubato e che hanno rovinato tutto
con le tangenti».
Di tangenti e dei miliardi messi in tasca da chi ha gestito il
sistema parla anche Walter, un giovane muratore di Piancamuno: «Sono tutti ladri
– dice –. Vorrei mandare loro in mezzo al fango delle gallerie a vedere come si
vive con poco più di un milione al mese». Frasi forti, urlate con forza, che
suscitano subito il consenso e la solidarietà dei compagni vicini unendoli
nell’urlo: «ladri, ladri».
«É una vergogna – camionista sulla cinquantina di Darfo –. I
politici vogliono farci pagare i loro errori. Noi non chiediamo la luna,
chiediamo solo di poter lavorare. Invece dalla sera alla mattina ci lasciano a
casa, chiudono i cantieri senza nessun preavviso. Cosa spero? Che la situazione
si sblocchi, che gli appalti vengano rifinanziati anche se forse adesso è troppo
tardi: forse bisognava muoversi prima anche con queste manifestazioni». La
stessa paura esce dalle parole di Amedeo, edile di Pompiano. «Se non arrivano i
finanziamenti questi ci chiudono i cantieri – gridano dalla loro postazione a
cavallo della benna –. Tutti i giorni vedo amici con in mano la lettera di
licenziamento. Altri sono in cassa integrazione da mesi. Questa situazione deve
finire».
In mezzo agli operai anche i segretari delle tre confederazioni
sindacali di categoria. Domenico Ghirardi, della Fillea-Cgil: «Da anni la gente
di questo territorio chiedeva una viabilità decente, ha aspettato tanto che
venissero appaltati i lavori, pagando anche un prezzo sotto il profilo
ambientale e l’assurdo sarebbe ora di vedere le opere lasciate a metà ed i soldi
andare altrove. Tutto ciò – dice ancora Ghirardi – viene ricondotto in termini
strumentali al fenomeno tangentopoli. Noi da questo tipo di interpretazioni
prendiamo nettamente le distanze, perché siamo con i magistrati, vogliamo che
sia fata piena giustizia, ma vogliamo anche che i lavori vadano avanti».
«Uno degli obiettivi prioritari dell’ultimo sciopero generale –
interviene infine Mino Bonomelli, segretario generale della Cgil del
comprensorio sebino-camuno – era appunto il completamento della strada e noi,
come sindacato, siamo pronti, qualora non riuscissimo ad ottenere niente negli
incontri già programmati con l’Anas ed il ministro dei Lavori pubblici, a
chiedere ai lavoratori di scendere ancora in piazza».
GIORNALE DI BRESCIA 15 GIUGNO 1996
Dopo la manifestazione di venerdì, i
sindacati si riuniranno domani per varare nuove iniziative
Pressioni sulla Regione perché
inserisca questa strada tra le priorità
di Adriano Baffelli
Sulzano come l’ombelico della viabilità sebino-camuna: dopo la
pubblica assemblea, organizzata dall’autocostituito Comitato locale e tenutasi
l’altra sera, domani lunedì 17 giugno alle ore 20, il Comitato istituzionale di
coordinamento sulla viabilità camuno-sebina ha indetto una riunione nella Sala
consiliare sulzanese. Dell’organismo fanno parte, fra gli altri, le Comunità
montane di Vallecamonica, dell’Alto Sebino bergamasco, del Sebino bresciano,
Comuni, forze sociali.
La manifestazione di venerdì sera è stata un piccolo ma
significativo successo: centinaia di persone in piazza mentre l’Italia faticava
con la Repubblica Ceca agli Europei non è fatto da passare sotto silenzio. E
sull’onda di quel risultato i sindaci si ritrovano domani. L’invito – ordine del
giorno – inviato agli amministratori comunali indica tre argomenti: fare il
punto sui singoli cantieri di 510 e 42; verificare il programma regionale sulla
viabilità; valutare eventuali proteste.
S’intrecciano le iniziative, «speriamo non si ostacolino a
vicenda invece di collaborare – commentava un gruppo di cittadini –, il problema
riguarda tutti, insieme, cittadini ed istituzioni, si può risolvere».
Da un lato si concretizza l’idea di dare vita ad una serie di
manifestazioni, di pubbliche assemblee in piazza, la prossima delle quali si
terrà a Pisogne, secondo calendario e modalità allo studio da parte del sindaco
Lanzini. Dall’altro i vari amministratori locali da noi sentiti garantiscono
risultati in tempi brevi. Il ché non vuole assolutamente dire una ripresa entro
pochi giorni dei cantieri: magari così fosse, ma non è tecnicamente possibile.
Una cosa è certa: la realizzazione del quinto lotto della
Sebina deve essere inserita dalla Regione nelle priorità. Se non addirittura tra
la priorità delle priorità, alla luce dei cantieri pubblici fermi sul territorio
lombardo per un importo di 2.800 miliardi.
Stupisce constatare che dopo l’incontro della scorsa settimana
alla Malpensa tra il presidente della Regione Formigoni e il ministro Di Pietro,
l’agenzia di stampa regionale abbia diramato un comunicato circa i temi del
colloquio in cui si parla di raddoppio della Brescia-Milano, della Pedemontana,
della Valtrompia, ma non v’è cenno alcuno alla viabilità camuno-sebina. E mentre
circa un centinaio di cittadini sulzanesi ha sottoscritto l’adesione al
programma dell’autocostituito Comitato, sempre più forti si levano le voci di
quanti chiedono dove siano i parlamentari eletti in zona. Il malcontento cresce,
insomma, e le varie iniziative messe in cantiere lo potranno attenuare solo se
saranno coronate da successo.
Un fatto sicuramente inconcepibile è l’intricata situazione del
quinto lotto, la cui incompleta realizzazione blocca anche la prospettiva di
collegamento al quarto ed al sesto. Sulzano davvero ombelico della 510. Ma è una
situazione di centralità tutt’altro che positiva.
GIORNALE DELLE VALLI 15 GIUGNO 1996
Si preannunciano nuove manifestazioni di
protesta se la soluzione non sarà imminente. Interviste ai sindaci di Costa
Volpino e Sulzano. In funzione a Endine l’autovelox
di Augusto Reitano
Statale 42, solo dolori e poche gioie. É risaputo che
automobilisti e residenti della Valle Cavallina dovranno ancora attendere chissà
quanto per vedere realizzato il progetto di variante dell’attuale tracciato che
attraversa in due la zona.
Nel frattempo (che dura da trent’anni) sulla statale 42 si
continua a morire e la situazione della viabilità peggiora. Soltanto nel tratto
di strada tra Spinone a Casazza nelle ultime settimane ci contano due incidenti
mortali, un pedone investito (per fortuna senza gravi conseguenze) ed altri
micro incidenti.
Il sindaco di Spinone, Giulio Zinetti, mostra preoccupazione
per l’escalation dei fatti e annuncia inasprimenti nei controlli della
viabilità: l’autovelox è già attivato e sarà intensificato. Se a Spinone, dove è
presente uno dei rari rettilinei che invogliano gli automobilisti a schiacciare
l’acceleratore per sbarazzarsi di qualche autoarticolato, la situazione non è
rosea, negli altri comuni non va meglio.
A Endine, è notizia dell’ultima ora, entrerà in azione il
controllo elettronico della velocità venerdì prossimo. Anche in questo caso il
primo cittadino, geom.Ernestino Gua [non ha] peli sulla lingua: «Nel rettilineo
che attraversa il paese sono quotidiani gli incidenti per l’alta velocità degli
automobilisti che mette a r[epent]aglio la sicurezza dei pedoni. Speriamo che si
capisca di rispettare i limiti di velocità».
Code a Casazza durante il rientro dai weekend con relativo
inquinamento, rallentamenti ovunque tempi di percorrenza estenuanti (circa
un’ora per raggiungere Bergamo dai comuni dell’alta Valle Cavallina).
Naturalmente il controllo della statale è affidato a pochi vigili urbani e ai
Carabinieri, i quali sono costantemente impegnati anche in tante altre funzioni
e non sempre possono dedicare il tempo necessario al traffico veicolare
quotidiano.
C’è anche da aggiungere che il tratto dell’arteria che solca la
valle è destinato a divenire un vero e proprio imbuto non appena ai due estremi
del percorso verranno aperte le gallerie di Costa Volpino e la tangenziale
Albano-Seriate. Ma quali soluzioni tampone si possono attuare per rendere la
statale 42 più sicura? Provvedimenti preventivi e punitivi sembrano andare di
pari passo a sentire gli amministratori e gli operatori che da anni seguono le
vicende di questa strada.
La panoramica di questa storia infinita prosegue con i lotti
che riguardano la parte del Sebino. Qui la galleria fino a Costa Volpino è stata
aperta dopo varie pressioni. Ora resta da realizzare il tratto fino a Piancamuno
(che ha avuto i finanziamenti ma ritarderà rispetto ai tempi previsti) dove la
statale dovrebbe collegarsi a quella 510 della sponda bresciana del lago d’Iseo.
E anche qui ci sono problemi: i lavori per la nuova strada sono stati interrotti
e la protesta sta montando tra i cittadini di quelle zone.
La situazione: un comitato
per la variante alla statale in Valle Cavallina ma le tesi dei tecnici
potrebbero essere altre.
Di sicuro c’è, come anticipato in apertura, l’intensificazione
dei controlli della velocità a Spinone. Ne ha dato notizia il sindaco del paese
Giulio Zinetti: «Interverremo sull’unico aspetto possibile e cioè la velocità:
sappiamo che per quanto riguarda la variante alla SS 42 tutto è ancora
indefinito, ma anche che sul tratto di strada del comune si rischia quasi
quotidianamente l’incidente. Non si può sempre pensare che tutto vada bene:
intensificheremo i controlli con l’autovelox. Il comune di Spinone è il secondo
dopo Borgo di Terzo ad avere installato la famigerata “macchinetta” da circa un
anno e l’unico ad aver realizzato dei passaggi pedonali protetti. Il rettilineo
della statale nella località lacustre resta ad alto rischio per la velocità
sostenuta da molti automobilisti». Inoltre c’è da ricordare che nel paese di
Spinone ci sono circa 5 incroci con strade comunali e uno con la strada
provinciale che porta a Ranzanico e poi in Valle Seriana, oltre ai numerosi
innesti di stradine private.
Per iniziativa della Comunità montana Valle Cavallina si sta
per costituire un Comitato per la statale 42. Secondo le ultime notizie rese
note dall’assessore ai Lavori Pubblici rag. Italo Ghilardi si aspetta la nomina
dell’ultimo rappresentante del Comitato (quello della Camera di Commercio) che
completerà la struttura del Comitato stesso composto dai due presidenti delle
Comunità montane della Valle Cavallina e dell’Alto Sebino e dai rappresentanti
delle associazioni di categoria degli autotrasportatori, della Provincia, della
Prefettura e di altri organismi coinvolti.
Lo scopo del Comitato, al quale aderisce anche la Comunità
montana dell’Alto Sebino, è quello di sollecitare una soluzione definitiva
all’attuale tracciato della statale in valle, dando attuazione al progetto
esistente elaborato qualche anno fa. Ma dalla Provincia di Bergamo arrivano
notizie poco confortanti: il progetto di cui sopra giace agli atti, ma sembra
essere stato giudicato troppo costoso dagli organismi competenti e comunque
potrà essere inserito soltanto nel prossimo piano triennale della viabilità (e
forse non basterebbe neanche quello). Nello stesso tempo sembra farsi avanti
un’altra ipotesi che pare stia riscuotendo un certo consenso da parte dei
tecnici: «Lo studio in atto – dice Silvia Garbelli, funzionario degli uffici
Programmazione e Viabilità della Provincia – prevede un collegamento che da
Ranzanico congiunga la statale alla Val Seriana passando sotto la Valle Rossa.
Questo consentirebbe alla parte nord della Valle Cavallina di essere collegata
alla Vallecamonica e Seriana (per la quale è stata approvata la fattibilità del
secondo e terzo lotto della strada fino a Gazzaniga) con relativo smistamento
del traffico pesante, mentre per la parte sud della statale 42 della Valle
Cavallina, il tracciato rimarrebbe invariato, conservando la vocazione turistica
del percorso».
Quindi sembra che la variante alla statale 42 per l’intera
Valle Cavallina sia al tramonto. La nuova soluzione, naturalmente soltanto in
embrione, taglierebbe la situazione viaria in due: parte nord e sud della zona.
Invece sembra fatta per il
lotto Costa Volpino-Piancamuno
Il sindaco di Costa Volpino Diomira Cretti dice: «Dalle notizie
in mio possesso il lotto in questione dovrebbe essere realizzato insieme. Le
procedure di appalto delle opere secondarie sono state avviate: il lotto
presenta due svincoli, quello della fermata Castello e l’altro per Piancamuno,
con il collegamento alla statale 510.
Ma per la 510 monta la
protesta
«Vogliamo convogliare la protesta della gente in forma civili –
spiega il sindaco di Sulzano Mario Baroli – in quanto la situazione della
viabilità nel nostro paese e in generale nella zona è davvero ai limiti della
tollerabilità. Innanzitutto c’è la strozzatura al centro di Sulzano con un
passaggio di 5 metri e sessanta, un vero e proprio collo di bottiglia.
Nell’ambito delle opere viarie su tutto il percorso della statale c’è da dire
che il nostro territorio ha subito un disastro ecologico a causa di tutti quei
lavori iniziati e mai finiti. Inoltre – continua il sindaco Baroli – esiste
anche un problema sicurezza per tutto il materiale che giace all’aperto e che
potrebbe franare a causa di temporali. Per non parlare dei viadotti e gallerie
non ultimate ma aperte che costituiscono un pericolo per i cittadini
(soprattutto bambini). Infine coloro che hanno avuto espropriati i terreni non
hanno avuto pagati gli espropri». Situazione esplosiva anche sulla sponda
bresciana e a questo proposito venerdì scorso si è svolta una manifestazione di
protesta.
GIORNALE DI BRESCIA 16 GIUGNO 1996
Duecento persone in piazza a Sulzano per
manifestare contro i ritardi della Sebina Orientale
No ai colpi di testa, sì alla
sveglia delle istituzioni
di Adriano Baffelli
La strettoia del paese incarna simbolicamente le strozzature
che da decenni frenano la realizzazione della nuova Sebina. Lo stretto e
tortuoso nastro d’asfalto ferisce Sulzano, il Sebino, nonché gran parte della
Valcamonica. Una ferita resa più velenosa da lunghi serpenti d’acciaio: migliaia
di auto in coda, gas, rumore. Paesi tagliati in due. E la gente scende in piazza
per dire: «Adesso basta!».
Sulzano - «Se la riprogettazione promessa slitterà, installerò
delle centraline per rilevare i tassi di inquinamento chimico, acustico e
fisico. Qualora scattasse l’allarme mi vedrei costretto a chiudere la strada».
Dice anche questo Alessandro Borioli, sindaco di Sulzano, nel suo accorato
intervento durante la pubblica assemblea, ieri sera in piazza, promossa
dall’autocostituito Comitato per la Sebina. Sono presenti 200 persone,
potrebbero e dovrebbero essere molte di più, ma «sono tante – afferma Bersini
del Comitato – considerato il clima di sfiducia e la concomitanza della partita
calcistica con gli azzurri in campo agli Europei».
E considerando la tradizionale riservatezza della nostra gente,
aggiungiamo noi. Borioli parla di «governanti che non hanno a cuore il denaro
pubblico, altrimenti non si lascerebbero opere incompiute a deperire. Un tecnico
mi dice che un pilone del quinto lotto, fermo dal 1992, è inclinato di un grado
e mezzo, vuol dire che dovrà essere rifatto». Il primo cittadino chiama a
raccolta la popolazione del paese, del Sebino e della Valcamonica: «Dobbiamo
risolvere tutti insieme il problema, il futuro del nostro paese è nelle nostre
mani».
Il clima di sfiducia nelle istituzioni aleggia palpabile. Non
mancano intemperanze verbali, richiami a forme di lotta dura, a proteste
clamorose. Ghirardi, della Cgil camuno-sebina, invita ad evitare
strumentalizzazioni, difende l’impegno profuso dal Comitato istituzionale attivo
da alcuni anni, richiama Tangentopoli ed i perversi sistemi del passato che «ci
hanno consegnato queste assurde situazioni, queste vitali opere, incompiute».
Ricorda, poi, la necessità di imprescindibili passaggi istituzionali, auspicando
che «finalmente l’assessore regionale Pozzi ci ascolti e indichi la priorità per
quest’opera, altrimenti è inutile rivolgersi al Ministero».
Il consigliere regionale Romele dice che i soldi per la 510
c’erano, quindi parla di blocco dell’Autostrada A4 e della ferrovia
Milano-Venezia. L’assessore Bona della locale Comunità montana ricorda a Romele:
«Lei si era preso un impegno pubblico per farci incontrare l’assessore Pozzi
dopo una settimana. Sono passati quattro mesi, stiamo ancora aspettando. Forse
qualcuno è venuto qui per ricevere delle medagliette...».
Il sindaco di Pisogne Lanzini ricorda il «felice momento per i
lotti che interessano il mio paese, ma il problema riguarda l’opera dell’intero
comprensorio. Sono quindi al vostro fianco e a Pisogne si terrà la prossima
assemblea pubblica».
Interviene un giovane 21nenne: «La cosa che mi fa male è vedere
i nostri politici divisi». Sapranno trovare la necessaria concordia?
GIORNALE DI BRESCIA 18 GIUGNO 1996
Amministratori e sindaci hanno incontrato
l’altro giorno l’ing. Bartoli, capo compartimento Anas
Qualcosa si muove in
Valcamonica, resta il nodo della Sebina
di Gian Mario Martinazzoli
C’è un certo ottimismo tra gli amministratori e i sindacalisti
della Valcamonica e del Sebino dopo l’incontro avvenuto l’altro ieri con
l’ingegner Bartoli, capo del Compartimento Anas di Milano.
All’appuntamento erano presenti il presidente della Comunità
montana di Valcamonica, Pierluigi Mottinelli, l’assessore alla viabilità Gerardo
Milani, il vicepresidente della Comunità del Sebino bresciano, Roberto Bona e il
rappresentante della Comunità dell’Alto Sebino, Dino Paris.
Le organizzazione sindacali erano invece rappresentate da
Domenico Ghirardi, Gianni Foresti e Roberto Ravelli Damioli.
Valcamonica – Durante l’importante summit è stato fatto il
punto della situazione dei cantieri delle statali 4 e 510, vere spine nel fianco
della viabilità camuno-sebina.
Stando a quanto assicura l’assessore Milani, che si fa
portavoce anche degli altri partecipanti all’incontro, stavolta sarebbero
arrivate indicazioni ed assicurazioni molto più precise e circostanziate
rispetto al passato recente o remoto.
Anzitutto, il cantiere dei lotti quinto e sesto della 42, vale
a dire il tratto prevalentemente in galleria che si snoda tra Capodiponte e
Berzo Demo. Sono stati portati a termine tutti gli adempimenti burocratici per
riavviare il cantiere e i fondi ci sono, per cui «si può prevedere – dice Milani
– che i lavori possano riprendere entro un paio di mesi».
Questo è sicuramente il cantiere più impegnativo di tutta la
viabilità camuna, visto che si tratta di scavare altri quattro chilometri di una
galleria lunga cinque. Tutto è fermo da un anno.
Per quanto riguarda il tratto Lovere-Darfo, c’è da parte
dell’Anas la promessa che i lavori edili verranno completati nel 1996 e che
entro il ’97 saranno ultimati anche gli impianti di illuminazione e di
ventilazione.
Più complessa la situazione del quinto lotto di Sulzano della
statale Sebina Orientale. I tempi di completamento del cantiere sono legati ad
un’alternativa: o affidare il proseguimento dei lavori all’impresa che ha
operato anche in passato oppure procedere ad un nuovo appalto. Inoltre, si rende
necessario un adeguamento non sostanziale del progetto, senza toccare il
tracciato.
Per questo adempimento la Comunità montana del Sebino bresciano
ha già provveduto. Stando così le cose, non è certo possibile prevedere un avvio
dei lavori prima del ’97.
Nel corso dell’incontro milanese si è parlato anche del quarto
lotto Breno-Capodiponte della 42. Il progetto è a posto, occorre soltanto che
l’Anas si decida a dare il via. Per i più ottimisti questo potrebbe avvenire già
antro quest’anno, ma forse è più probabile che si comincia a parlarne nel
contesto del piano triennale dell’Anas del 1997/1999.
Su questo punto, comunque, dovrebbe esserci in tempi brevi un
incontro con la Regione. «Nonostante questi risultati certamente confortanti –
si legge in un comunicato firmato dall’assessore Milani – invitiamo tutte le
Amministrazioni comunali e le organizzazioni di categoria a proseguire nella
fase di approvazione dell’ordine del giorno trasmesso nei giorni scorsi,
relativo al complesso della viabilità camuno-sebina».
Insomma, su questi argomenti non è mai consigliabile abbassare
la guardia. L’esperienza del passato lo dimostra ampiamente.
BRESCIAOGGI 20 GIUGNO 1996
Per la Sebina orientale previsto un onere di
30 miliardi in più
Il sindacato prevede difficoltà
per le aree da acquisire e per smaltire tutto il materiale dello scavo
di Salvatore Spatola
La telenovela dei cantieri aperti ormai da anni sulle due
statali del comprensorio camuno-sebino, la 42 del Tonale e la 510 Sebina
orientale, non accenna a concludersi. I problemi si aggiungono ai problemi ed i
tempi si allungano a dismisura. Ora è nato un cosiddetto “Comitato popolare” che
si aggiunge a quello istituzionale, costituito lo scorso anno.
Ma qual’è la soluzione? L’abbiamo ricostruita con le
organizzazioni sindacali, dopo l’incontro che si è svolto nei giorni scorsi a
Sulzano.
Nel tratto Capodiponte-Berzo Demo la ripresa dei lavori è già
avvenuta; il cantiere è stato consegnato; si è raggiunto, finalmente, l’accordo
tra l’Anas e la società. Per il momento sono stati assunti quattro-cinque
lavoratori. La Federazione lavoratori delle costruzioni ha, unitariamente,
avanzato una richiesta di incontro a tu per tu con l’azienda, per capire come si
intende assumere le persone.
Il sindacato porrà certamente il problema della riassunzione
dei lavoratori a suo tempo licenziati. In particolare sarà chiesto alla Edolo
Scarl come intende proseguire il lavoro e cosa intende fare in materia di
subappalto.
«Di problemi – afferma Domenico Ghirardi, degli edili della
Cgil – ne sorgeranno ancora molti. In questi giorni si sta procedendo
all’acquisizione delle aree per la realizzazione delle opere. Si prevedono degli
accordi, in modo da evitare contrasti con i proprietari. Ma un problema
particolare è legato alla realizzazione della bretella, per superare lo svincolo
vicino al passaggio a livello, con un pilone che dovrà sorgere nel bel mezzo
della statale 42».
Nel frattempo, il proprietario dell’area su cui dovrà sorgere
la bretella, ha presentato un progetto che prevede la realizzazione di un
capannone. Non sarà una trattativa semplice.
L’altro problema, del quale già abbiamo avuto modo di informare
i nostri lettori, è quello dello smaltimento dello “smarino”. Dalla galleria di
cinque chilometri, infatti, usciranno 600mila metri cubi di materiale, in parte
collocati vicino alla proprietà dell’acciaieria Bellicini. Lo smaltimento di
questo materiale non può avvenire soltanto con la realizzazione del quarto
lotto, Breno-Capodiponte, ove al massimo saranno riutilizzati centomila metri
cubi di “smarino”.
Alla fine dei lavori, ciliegina su una torta già indigesta,
questo tratto non sarà utilizzabile, in quanto alcune opere sono state
stralciate, e quindi verranno realizzate solo allungando ulteriormente i tempi.
L’altro problema grossissimo è legato al lotto Sulzano-Sale
Marasino (quinto lotto della Ss 510).
«Siamo sempre alle prese con la commissione ex articolo 6 –
dice Ghirardi – che di fatto ha chiesto di poter rivisitare il progetto per
trovare una soluzione definitiva. Noi puntiamo all’affidamento del completamento
dei lavori alle imprese che sono già sul posto. L’onere aggiuntivo previsto è di
oltre 30 miliardi, che si aggiungeranno ai 56 miliardi a suo tempo stanziati».
Gli altri cantieri, sulla 42 come nella 510, hanno ripreso i
lavori. Le organizzazioni sindacali invocano unità nella lotta. Per il prossimo
27 giugno è programmato un incontro fra Provincia di Brescia e Regione
Lombardia.
BRESCIAOGGI [...] GIUGNO 1996
Mentre ieri si è aperto lo svincolo sulla
statale 42 c’è polemica per quello sulla 510
L’Anas frena sulla bretella
verso Montecampione
di Salvatore Spatola
Mentre ieri sulla ss. 42, nel tratto Costa Volpino-Darfo Boario
Terme, è avvenuta l’apertura del pezzo di variante, sul comune di Piancamuno
l’Anas ha lasciato cadere una grossa tegola che nessuno fino ad ora si
aspettava.
La novità sta nel fatto che l’Anas si lavi le mani per quanto
riguarda l’attivazione dello svincolo in direzione Montecampione. Svincolo che è
stato sollecitato più volte proprio perché ritenuto necessario per alleggerire
il traffico.
Sul tratto di variante della statale 42 e su quello della 510
sono stati realizzati due svincoli, rispettivamente quello che porta in
direzione Brescia-Pisogne, attraverso una bretella di variante alla ss 510,
della quale sono in fase di appalto i lavori complementari e quello che invece
va verso Piancamuno-Montecampione.
Quest’ultimo consente l’immissione del traffico da e per la
variante attraverso una strada comunale che attualmente s’immette sul tracciato
della ss 510 attraverso un innesto a raso dopo aver attraversato la linea
ferroviaria Brescia-Edolo. É proprio questo attraversamento che sta creando
confusione.
C’è una proposta di uno svincolo definitivo a livelli
differenziati, ce n’è un’altra che si riferisce a una soluzione “provvisoria”
con svincolo a raso. Ci sono le Ferrovie Nord Milano che, in mancanza di accordi
precisi, provvederanno entro un anno alla realizzazione di un passaggio a
livello autorizzato in corrispondenza dell’attuale strada comunale, del tutto
insufficiente ad assorbire il futuro traffico proveniente dalla variante.
«Stante la situazione in atto – ha comunicato l’Anas giovedì
scorso al sindaco di Piancamuno Giuseppe Garatti – questo compartimento si vede
costretto a non poter aprire lo svincolo benché già completato. Quando sarà
aperto al traffico il collegamento con Pisogne nella nuova 510 – sostiene il
capo compartimento, Carlo Bartoli – sarà aperto anche lo svincolo di Piancamuno
per quanto riguarda le opere realizzate direttamente, lasciando a codesto Comune
e a codesta Provincia ogni decisione in merito alla viabilità».
Il sindaco Garatti si ribella a questa comunicazione dell’Anas
e precisa: «Sono amministratore di questo Comune solo da quattro mesi e il
problema dello svincolo di Montecampione credo che abbia una data di almeno nove
anni. Nonostante questi tempi, siamo alla vigilia della stagione invernale e
ancora si discute di questo svincolo che l’Anas ha realizzato e che non può
essere aperto perché non è risolto il problema del collegamento sulla ss 42 e
sulla strada per la stazione invernale. Il 9 ottobre scorso ho ricevuto un fax
dall’Anas ove, in parole semplici, questo ente si lava le mani lasciando la
patata bollente alla Provincia e al nostro Comune. Probabilmente, lo
verificheremo in questi giorni, è stato pure cancellato il finanziamento che era
stato assicurato tempo fa. É un problema di non facile soluzione che va risolto
in brevissimi tempi, anche in modo provvisorio».
IL GIORNO 1 FEBBRAIO 1997
Alto Sebino – La provinciale 49 è
interrotta, idem la Sebina Occidentale
Unica notizia OK: la galleria di
Costa Volpino aprirà a marzo
di Salvatore Spatola
La carenza delle infrastrutture rappresenta uno dei limiti
maggiori dello sviluppo del territorio bergamasco. In particolare, la situazione
legata alla viabilità è desolante: l’autostrada è una delle più trafficate e
“incidentate” d’Italia, le strade statali e provinciali non hanno retto il passo
con l’aumento della mobilità e i progetti per nuove arterie sono fermi da anni.
Nelle ultime settimane, poi, sono nate vere e proprie emergenze, in varie zone
della provincia. Due i casi più difficili: ad Ardesio, in alta Valle Seriana, la
provinciale 49 è interrotta per permettere la bonifica e la messa in sicurezza
della strada per la caduta masi; nell’Alto Sebino è stato chiuso invece il
tratto Castro-Riva di Solto della strada Sebina Occidentale, minacciato dalle
rocce sovrastanti, mentre si attende da tempo l’apertura al traffico della
galleria di Costa Volpino e della variante alla statale 42, una delle opere più
attese per la viabilità bergamasca.
L’attraversamento dell’abitato di Costa Volpino rappresenta
infatti la vera spina nel fianco della viabilità dell’Alto Sebino bergamasco. «É
facile intuire – afferma il sindaco Diomira Cretti – come il giorno
dell’apertura al transito della galleria rappresenterà una data storica». A quel
giorno non sembra più mancare molto tempo: i lavori principali, infatti, sono
stati ultimati e sono attualmente in corso i lavori supplementari, per un
importo di circa 4 miliardi. In particolare stanno per essere ultimate le
barriere di massima sicurezza sul fiume Oglio e su tutti i cavalcavia;
l’impianto di ventilazione, dotato di un moderno rilevatore di fumi a raggi
infrarossi e di tipo ottico, in grado di garantire in tempi ridotti la rimozione
dei gas di combustione delle automobili; l’impianto di illuminazione con lampade
al sodio ad alta pressione. Ulteriori lavori, per un importo di circa 2 miliardi
e 700 milioni di lire, sono previsti per il prossimo anno, in particolare, la
sistemazione a verde delle aree interessate dai lavori; la formazione del
tappeto di usura della pavimentazione stradale; il posizionamento di barriere
fonoassorbenti ed altre opere accessorie.
Ma quando si potrà viaggiare su questo tratto di strada,
variante alla strada statale 42? «L’Anas ha previsto l’apertura della nuova
variante – dice il sindaco di Costa Volpino – in tre fasi successive: per il
mese di marzo sarà aperta al transito la galleria di Costa Volpino e lo svincolo
alla Fermata Castello; in tal modo il traffico diretto e proveniente da nord
potrà evitare il centro abitato. Entro la prossima primavera verrà poi aperta al
transito la parte restante della variante e il collegamento con la strada
statale 510, in direzione Darfo, per evitare l’attraversamento di Rogno. Quindi,
entro la fine dell’anno, è prevista l’apertura del collegamento con la strada
statale 510 in direzione di Pisogne».
Se nell’arco di un mese si potrebbe dunque risolvere l’annoso
problema di Costa Volpino, per quanto riguarda invece la strada di Castro,
interrotta la scorsa settimana, i tempi di chiusura potrebbero essere di almeno
tre mesi. Sulla vicenda è intervenuto anche il sindacato: «Sino ad oggi – dice
Gianni Foresti, segretario della Cisl edili – non sappiamo quale sia l’effettiva
gravità del problema. Perciò chiederemo delucidazioni al sindaco e all’Anas».
Per quanto riguarda la provinciale dell’alta Valle Seriana,
interrotta ad Ardesio, rimarrà chiusa sino a venerdì. Poi, nella fine settimana,
si potrà circolare a senso unico alternato.
L’ECO DI BERGAMO 1 FEBBRAIO 1997
Costa Volpino – La variante sarà
percorribile a marzo, si posano i segnali
Ultimi lavori dentro il tunnel
lungo quasi tre chilometri che collegherà il “Bersaglio” con il viadotto di
Rogno, per poi scavalcare il fiume Oglio – L’appalto nel 1990, poi una serie
interminabile di interruzioni e problemi – Il costo dell’opera ha ormai
raggiunto i 37 miliardi
di Elia Mutti
L’Anas la scorsa settimana ha “consegnato” i lavori ad una
ditta di Forlì che dovrà provvedere alla installazione della segnaletica
verticale ed orizzontale sul tratto di variante della statale del Tonale che
congiunge le località Bersaglio, Fermata Castello di Costa Volpino e lo svincolo
di Montecampione. Con questo incarico si è così concluso l’ultimo atto formale
necessario per rendere possibile l’ultimazione della galleria che passa sotto
l’abitato di Costa Volpino e dello svincolo alla periferia di Rogno.
In quest’ultimo periodo, all’interno del tunnel e nel tratto di
strada che la segue, c’è un continuo via vai di operai indaffarati a montare le
barriere per la sicurezza, ad installare gli impianti di ventilazione, di
illuminazione e di captazione e di trasporto dell’acqua intercettata in
galleria. Alle squadre già impegnate si aggiungeranno prestissimo anche gli
addetti alla segnaletica.
Tutti questi lavori, cosiddetti complementari, hanno un costo
globale di quattro miliardi. Altri due miliardi e settecento milioni verranno
spesi l’anno prossimo per la sistemazione a verde delle aree interessate dai
lavori, per la formazione del tappeto finale di asfalto della pavimentazione
stradale, per il posizionamento delle barriere fonoassorbenti e per il
completamento degli impianti di illuminazione esterni, oltre che per altre
piccolo opere accessorie.
«Tutto sta finalmente andando per il verso giusto – ha
confermato il sindaco di Costa Volpino Diomira Cretti, riferendo di un recente
colloquio avuto con i responsabili dell’Anas –: vedendo come stanno procedendo i
lavori, la nuova galleria sarà percorribile regolarmente fino a Fermata Castello
entro marzo, proprio come era stato stabilito un anno fa dall’ing. Bartoli,
responsabile della sede Anas di Milano. É facile immaginare che il giorno
dell’apertura al transito della galleria rappresenterà una data storica: per
Costa Volpino sarà un evento memorabile».
A giudicare dai lunghi tempi d’attesa c’è effettivamente da
credere al sindaco di Costa Volpino. Il progetto dei lavori di costruzione di
questo tratto di variante risale al settembre del lontano 1989. Le opere
principali consistevano in una galleria lunga due chilometri e 378 metri, in un
viadotto di 213 metri per scavalcare il fiume Oglio e negli svincoli della
località Bersaglio, di Fermata Castello, e di interconnessione con la bretella
della statale Sebina orientale che proviene da Pisogne.
Si riteneva allora che per poter eseguire tutti i lavori,
consegnati all’impresa “Secol spa-Bartoletti srl” nel luglio 1990, bastassero
720 giorni. Le note difficoltà sopraggiunte nei mesi e negli anni successivi
hanno invece allontanato sempre più la scadenza inizialmente ipotizzata per il
mese di luglio 1992, e fatto aumentare i costi. In seguito alla necessità di far
fronte ad opere impreviste, ma necessarie per alcuni consolidamenti, e per poter
finanziare un apposito progetto di completamento per i lavori che non trovavano
più copertura economica nell’appalto iniziale, il costo ha raggiunto i 37
miliardi di lire.
L’apertura del nuovo tratto di variante comporterà
presumibilmente alcuni disagi. I tecnici prevedono un giorno di chiusura della
galleria di Lovere per consentire la realizzazione delle opere di congiungimento
con la successiva galleria di Costa Volpino.
Subito dopo l’apertura dello svincolo di Fermata Castello,
verrà chiuso parzialmente lo svincolo Bersaglio per 15 giorni: in due settimane
verrà riorganizzata la segnaletica e si sistemeranno i dettagli relativi alla
variazione di alcuni sensi unici sinora adottati nelle varie bretelle.
GIORNALE DI BRESCIA 4 FEBBRAIO 1997
L’Anas ha emesso la gara d’appalto per il
lotto Breno-Capodiponte, uno dei nodi più difficili
57 miliardi e 620 milioni: soldi
che la valle aspettava da anni
di Gian Mario Martinazzoli
Ieri l’apertura di una galleria, oggi l’annuncio di un nuovo (e
da tempo sospirato) appalto. Sembra insomma che quest’anno si sia aperto sotto
auspici meno nefasti per quanto riguarda la viabilità sebina e camuna.
Restano, è vero, aperti i problemi maggiori, come il quinto
lotto della “510”; ma in compenso se ne risolvono altri, come appunto il
Breno-Capodiponte, per il quale l’Anas ha indetto l’appalto.
VALCAMONICA – Arriva una buona notizia sul fronte della
viabilità camuna. L’Anas ha emesso nei giorni scorsi la gara d’appalto per il
quarto lotto della cosiddetta superstrada, nel tratto compreso tra Breno e
Capodiponte. L’importo è pari a 57 miliardi e 620 milioni. Le ditte interessate
a questo nuovo lavoro dovranno presentare le loro offerte entro il prossimo 23
aprile.
Fa dunque un altro significativo passo in avanti il processo di
ammodernamento della statale 42 di fondovalle, dopo anni nei quali agli
entusiasmi per qualche cantiere che si apriva ha fatto seguito la doccia fredda
delle interruzioni e dei ritardi spesso inspiegabili. Erano anni che il tratto
Breno-Capodiponte, noto agli addetti ai lavori come quarto lotto, era in attesa
di finanziamento. Solo nell’ultimo periodo l’Anas aveva cominciato a mettere
nero su bianco e a pretendere impegni precisi di fronte alle richieste e alle
insistenze degli amministratori, dei politici e degli imprenditori locali. La
notizia di questi giorni consente un po’ a tutti di tirare un sospiro di
sollievo.
Nel linguaggio burocratico delle gare d’appalto si parla di
variante degli abitati di Niardo, Braone, Ceto e Nadro. I paesi interessati sono
appunto questi. Forse qualcuno ricorderà che al momento della progettazione sono
state molte le difficoltà incontrate, soprattutto per l’opposizione del Comune
di Niardo, e in parte di quello di Braone, che mal tolleravano il tragitto
previsto. L’Anas, alla fine, si dimostrò però inflessibile per cui il progetto
fu definitivamente approvato.
Il tratto in questione collegherà lo svincolo nord di Breno con
l’inizio del lotto Capodiponte-Berzo Demo già in fase di esecuzione. Sono circa
dieci chilometri di strada che consentiranno di evitare l’attraversamento delle
località Crist di Niardo, del Badetto di Ceto e della zona abitata di Niardo che
si estende a sud del nucleo più antico. Negli ultimi trent’anni lungo l’asse
della statale 42 è sorto un gran numero di abitazioni che, di fatto, hanno
affiancato la strada stringendola in una sorta di budello che rallenta la
velocità e rende pericoloso lo scorrere dei veicoli. Il quarto lotto ora in fase
di appalto dovrebbe eliminare tutti questi problemi.
Ma occorre subito aggiungere che l’appalto del lotto
Breno-Capodiponte dovrebbe rendere molto più agevole il proseguimento dei
successivi quinto e sesto. Infatti una delle maggiori difficoltà che stanno
incontrando questi tratti è dovuto proprio al deposito dello smarino della
galleria. Non si sa più dove portarlo, tanto è vero che da qualche settimana la
decina di minatori impegnata nello scavo è stata messa in cassa integrazione. Il
probabile avvio del quarto lotto dovrebbe consentire di usare il materiale
proveniente dalla galleria per il rilevato della nuova variante. In altre
parole, ciò che si toglie da una parte servirà per riempire dall’altra,
ottenendo così due piccioni con una fava. Era proprio quello che tutti
speravano. C’è solo da sperare che non si mettano di mezzo altri ostacoli. Per
la Valcamonica sarebbe un’altra delusione profonda.
GIORNALE DI BRESCIA 6 FEBBRAIO 1997
Aprirà a marzo la variante di Costa Volpino:
la nuova Statale 42 vede completare la parte bergamasca
Via al doppio senso nel tunnel
di Lovere, Bergamo più vicina alla valle
di g. s.
A “pezzi e bocconi” nasce la nuova strada statale 42, “del
Tonale e della Mendola”. L’ultimo arrivato è il tratto che collega la località
“Bersaglio” di Costa Volpino alla parte già esistente di superstrada camuna.
Dopo svariate traversie, fra cui la battaglia legale per i danni causati dalle
mine alla frazione Volpino, ecco che apre i battenti la galleria che aggirerà il
paese al confine tra Brescia e Bergamo.
SEBINO – Sarà interamente percorribile entro la fine di marzo
(i tempi previsti sono stati rispettati) il tratto di variante della statale
n.42 del Tonale che congiungerà le località “Bersaglio” e “Fermata Castello” di
Costa Volpino con lo svincolo di Montecampione.
L’altra settimana l’Anas, per rendere possibile l’ultimazione
della galleria che passa sotto l’abitato di Costa Volpino e dello svincolo alla
periferia di Rogno, ha affidato ad una ditta di Forlì l’incarico per
l’installazione della segnaletica verticale ed orizzontale.
In questo ultimo periodo, all’interno del tunnel e nel tratto
di strada successivo, è stato un fervore di lavori: montaggio delle barriere di
sicurezza; installazione degli impianti di ventilazione, illuminazione,
captazione e trasporto dell’acqua intercettata in galleria. Tutti questi
interventi “complementari” hanno un costo globale di circa 4 miliardi. Altri 2
miliardi e 700 milioni saranno spesi l’anno prossimo per la sistemazione a verde
delle aree interessate dai lavori, per la formazione del tappetino finale di
asfalto della pavimentazione stradale, per il posizionamento delle barriere
fonoassorbenti e per il completamento degli impianti di illuminazione esterni e
per opere accessorie.
L’apertura al transito della galleria di Costa Volpino
rappresenterà una data storica per il paese. L’apertura della nuova variante
comporterà però necessariamente alcuni disagi.
I tecnici prevedono un giorno di chiusura della galleria di
Lovere, per consentire la realizzazione delle opere di congiungimento con la
successiva galleria di Costa Volpino. Subito dopo l’apertura dello svincolo di
“Fermata Castello” verrà chiuso parzialmente lo svincolo del “Bersaglio” per 15
giorni, il tempo necessario per riorganizzare la segnaletica e la sistemazione
dei dettagli relativi alla variazione di alcuni sensi unici sinora adottati
sulle varie bretelle. I tempi per la realizzazione dell’importante opera sono
stati decisamente lunghi: il progetto, infatti, risale al 1989.
Le opere principali consistevano nella costruzione di: una
galleria lunga 2 chilometri e 378 metri; un viadotto di 213 metri per scavalcare
il fiume Oglio; svincoli nelle località Bersaglio, Fermata Castello e
interconnessione con la bretella della stradale Sebina che proviene da Pisogne.
Quando vennero affidati i lavori all’impresa Secol-Bartoletti,
nel luglio del 1990, si pensava bastassero 720 giorni. Le note difficoltà
sopraggiunte nei mesi ed anni successivi allontanarono sempre più la scadenza
inizialmente ipotizzata per il mese di luglio 1992 e fatto aumentare i costi.
Per far fronte ad opere impreviste e finanziare il progetto di completamento dei
lavori, che non trovarono più copertura economica nell’appalto iniziale, il
costo ha raggiunto i 37 miliardi di lire.
IL GIORNO 7 FEBBRAIO 1997
Lo sostiene il sottosegretario ai Lavori
pubblici rispondendo alle interrogazioni
Da ultimare il raccordo con la
Sebina
di Salvatore Spatola
Il sottosegretario ai Lavori pubblici, Antonio Borgone, ha
risposto in questi giorni alle interrogazioni presentate, nel mese di ottobre,
dall’onorevole leghista camuno, Davide Caparini e firmate pure dagli onorevoli
bresciani, sempre della Lega Nord, Faustinelli, Molgora, Cè, Roscia e dai
bergamaschi Alborghetti e Martinelli. Il dato di maggiore rilevanza è relativo
alla situazione del IV lotto della statale 42, del Tonale e della Mendola,
Breno-Capodiponte, per un importo di 90 miliardi, per il quale è previsto il
completamento dell’istruttoria da parte dell’Anas entro il prossimo mese di
marzo.
L’esecuzione dei lavori, giudicati “prioritari” dalla Provincia
di Brescia, è prevista in due anni. Per il completamento è necessario un
ulteriore lotto (6-bis) da approvare e finanziare per circa cento milioni.
Identica sorte seguirà il VI lotto da Cedegolo a Malonno.
«Ho inoltrato richiesta ufficiale al dipartimento dell’Anas per
poter effettuare un sopralluogo sui cantieri delle statali 510 e 42 – ha
dichiarato l’on Caparini – al fine di verificare che le indicazioni date dal
sottosegretario, riguardo l’apertura entro la primavera di quest’anno dei lotti
8-bis della 510 e della variante di Costa Volpino vengano rispettate. Per quanto
riguarda i lavori in fase istruttoria, controlleremo l’attendibilità delle
dichiarazioni del ministro». Il sottosegretario Borgone assicura che la variante
di Costa Volpino sulla ss 42 è in fase avanzata di costruzione. «Attualmente –
dice la risposta agli onorevoli leghisti – si stanno installando gli impianti di
illuminazione e ventilazione dell’omonima galleria e sono in fase di appalto i
lavori di realizzazione della segnaletica».
Per l’apertura al transito, Borgone sostiene che, nella
prossima primavera, sarà scavalcato il paese di Costa Volpino fino a Rogno,
mentre si prevede il collegamento con la 510 entro l’estate.
Per il IV lotto della 42, Breno-Capodiponte, il progetto del
dicembre 1991, dell’importo complessivo di 86 miliardi 552 milioni, è stato
aggiornato il 25 settembre scorso, secondo le nuove disposizioni di legge. Ora
si attende il parere tecnico-amministrativo dell’Anas. Anche per questa variante
sono previsti due anni. I lavori di ammodernamento del V e VI lotto,
Capodiponte-Cedegolo, ripresi nel maggio dello scorso anno, dovranno essere
ultimati entro il 24 luglio del 1998. Per il secondo stralcio, tratto
Cedegolo-Malonno, il piano regionale contempla il finanziamento di cento
miliardi nel piano stralcio triennale 1997/99. Il progetto, attualmente, è in
fase istruttoria che dovrà concludersi entro il prossimo mese di marzo.
In merito al lotto 8, di collegamento tra la strada statale 42
e la 510, Sebina Orientale, per un importo aggiornato a cinquanta miliardi, il
lavoro è ultimato ma non funzionale. L’Anas, infatti, è ricorsa a lavori di
completamento per un lotto 8-bis, dell’importo di 8 miliardi.
«L’ultimazione dei lavori principali – scrive il
sottosegretario all’on. Caparini – è prevista per la primavera del 1997, fatti
salvi ulteriori ritardi paventati dall’impresa appaltatrice per il montaggio
delle travature metalliche, dovuto alla mancata consegna delle stesse da parte
della fabbrica costruttrice entro i tempi stabiliti. I tempi tecnici per la
realizzazione dei lavori sussidiari a quelli principali (pavimentazioni,
impianti, segnaletica, ecc.) non consentono di poter anticipare l’apertura al
transito del lotto in questione».
L’onorevole Caparini ribadisce che nelle province di Brescia e
di Bergamo numerosi cantieri sono aperti lungo le più importanti vie di
comunicazione. «Il completamento delle opere viarie in questione – ripete con
vigore – è di fondamentale importanza per l’intero sviluppo economico della
Vallecamonica-Sebino, in quanto l’incidenza dei costi di trasporto risulta
estremamente maggiore rispetto alla media nazionale».
IL GIORNO [...] FEBBRAIO 1997
Dopo i due nuovi lotti di viabilità, il
parere di Domenico Ghirardi, segretario Cgil
Risparmiando spese stradali
inutili o superate, si potrebbe ripensare lo sbocco ferroviario veramente a nord
di Salvatore Spatola
VALCAMONICA – Dopo l’inaugurazione dei due lotti per la
viabilità camuno-sebina, avvenuta nei giorni scorsi, Piancamuno-Gratacasolo e lo
svincolo di Iseo, abbiamo chiesto al segretario della Cgil, Domenico Ghirardi,
se è soddisfatto di come stanno marciando le cose sul fronte del miglioramento
stradale nel comprensorio Valcamonica-Sebino.
«Se da un lato occorre non banalizzare i risultati che si sono
ottenuti grazie al Comitato per la viabilità – ci risponde il nostro
interlocutore – dall’altro pensiamo che sia giusto tenere i piedi per terra. La
viabilità, sicuramente, è un’infrastruttura indispensabile per favorire lo
sviluppo del nostro comprensorio. Da sola, però, non servirà ad appagare questa
necessità. Pertanto non diamo l’impressione che basti risolvere il problema
dell’infrastruttura viaria per dire che domani saranno risolti tutti i problemi
di fondo dello sviluppo sociale, economico e occupazionale del nostro
territorio. Così non sarà».
Ghirardi invita a una seria riflessione sul modo come si fa
politica, su chi rappresenta la politica, su come riusciamo a unire le energie,
le risorse umane e rappresentative per metterle, davvero questa volta, al
servizio del territorio.
«Abbiamo bisogno di rappresentanti che sappiano spendersi per i
reali obiettivi che siano funzionali allo sviluppo del comprensorio. Ma,
ritornando alla viabilità, ricordiamo che, dopo Tangentopoli, siamo riusciti a
individuare le cosiddette “priorità delle priorità”, nel triangolo
Lovere-Darfo-Toline. Con l’inaugurazione dell’ultimo tratto abbiamo raggiunto
l’obiettivo. Ma, a questo punto, con realismo, dobbiamo ammettere che pur
completando i cantieri delle due statali, 42 del Tonale, e 510 del Sebino
Orientale, ci troveremo di fronte a un’infrastruttura superata nel tempo».
Ghirardi, perciò, si chiede se ha un senso rispettare la
progettazione sul tratto che va da Malonno a Edolo, in Alta Valcamonica e oltre.
Per il nostro interlocutore non ha senso realizzare una variante in questa zona
perché quella che già c’è sta bene.
«I soldi risparmiati – suggerisce – potrebbero essere
impiegati, da una parte per adattare l’attuale statale, realizzare la strada che
supera il sottopaso in prossimità di Sonico che oggi impedisce il passaggio di
pullman a due piani e dall’altra ripensare lo sbocco ferroviario, veramente a
nord, col traforo del Mortirolo, riadattando la ferrovia anche nell’altezza
delle gallerie per consentirne, in prospettiva, l’elettrificazione».
CORRIERE DELLA SERA 12 APRILE 1997
L’assessore Pozzi: subito i cantieri
Resta il nodo della Paullese
di Paolo Maestri
VARESE – Nuovo ossigeno per la rete stradale della Lombardia.
La Regione riceverà 2mila 195 miliardi dall’Anas: oltre mille sono per
interventi pregressi, mentre 1.119 sono previsti dal Piano triennale Anas
’97-’99 definito dal ministero dei Lavori pubblici. Lo hanno reso noto ieri il
presidente della Regione, Roberto Formigoni, e l’assessore ai Trasporti, Giorgio
Pozzi. Fra gli interventi previsti a breve scadenza quello sulla statale 316 per
il collegamento con Malpensa 2000 (117 miliardi cofinanziati dall’Ue), opera per
la quale la giunta ha annunciato l’intenzione di chiedere l’inserimento del
“decreto Treu”.
Molti i cantieri che ora potranno essere aperti, ma molte
ancora le opere che la Lombardia reputa necessarie e urgenti e che, invece, nel
piano non sono prese in considerazione. Fra gli altri, resta aperto il nodo
Paullese, e la giunta Formigoni attende ancora una risposta per le nuove
autostrade (Brescia-Lumezzane, Pedegronda, Milano-Brescia). Pozzi ha annunciato
la costituzione di un osservatorio fra Regione, enti locali, Anas e Comitati
cittadini «per controllare che dopo i finanziamenti vengano anche aperti i
cantieri».
«É un primo passo avanti, un segnale di buona volontà – ha
commentato Formigoni –, ma ancora insufficiente a risolvere tutti i problemi
della viabilità lombarda. Un atto di buona volontà perché i 2mila 195 miliardi
assegnati alla Lombardia rappresentano certamente una svolta rispetto al
passato. Tuttavia, il piano Anas risulta ancora insufficiente a rispondere
interamente ai bisogni lombardi, soprattutto per i progetti delle tre nuove
autostrade che erano state oggetto di impegni precisi da parte dell’ex ministro
Di Pietro». Per la Paullese, l’assessore Pozzi ha spiegato che «va inserita
negli “interventi dell’area nazionale”, non essendovi alternative interregionali
e provinciali».
Tra gli interventi ’97-’99, da segnalare: nel bergamasco, il
completamento dell’asse Ponte S.Pietro-Seriate, le varianti Zogno e da Albano
Trescore Balneario; a Pavia, la sistemazione del bivio Vela-Tangenziale Nord; a
Sondrio, la variante di Livigno; a Mantova, la Grazie-Pietole della Tangenziale
Sud e la riqualificazione di Ponte San Benedetto Po; a Varese, il completamento
del nodo “5 ponti”. Inoltre, il completamento delle tangenziali di Bergamo,
Cremona e Como, l’attraversamento Bergamo-Valassina, la variante di Menaggio, il
nuovo svincolo a Sant’Anna di Salò. Con i finanziamenti pregressi, nuovo ponte
sull’Adda a Montodine, completamento Iseo-Boario e tangenziale Sud di Brescia.
BRESCIAOGGI 12 GIUGNO 1997
Il materiale proviene dallo
scavo della galleria
di Salvatore Spatola
La notizia viene dal capo compartimento dell’Anas per la
Lombardia, l’ing. Carlo Bartoli, e riguarda il tratto della statale 42,
Capodiponte-Berzo Demo, quinto e sesto lotto. Il materiale che viene estratto
dalla realizzazione della galleria, di circa 5 km, che attraversa questo tratto
di variante. Fino ad oggi il materiale è ammucchiato in due posti diversi del
territorio di Capodiponte.
Si è parlato a lungo di come smaltire lo smarino, ritenuto di
scarsa qualità, tanto è vero che il valore totale di circa 800mila mc è di 35
milioni.
L’Anas avrebbe voluto che a sistemare il materiale fossero la
Comunità e l’impresa Edolo Scarl che sta eseguendo i lavori. Invece, soprattutto
per l’intervento del sindacato comprensoriale, è stato raggiunto l’accordo che a
occuparsi di tutto sia l’Anas. «A seguito della riunione tenutasi l’8 maggio –
comunica l’ing. Bartoli – con la Provincia, Amministrazioni comunali e
sindacato, si è deciso di stoccare in via definitiva il materiale di scavo nei
siti individuati dai Comuni; non si potrà procedere all’asta pubblica».
Bartoli l’ha comunicato al Ministero delle Finanze di Brescia,
e per conoscenza alla Prefettura, all’Amministrazione provinciale, alla Comunità
montana di Valcamonica, ai Comuni che si sono dichiarati disponibili a ricevere
il materiale: Capodiponte, Berzo Demo, Sellero.
«Nel contempo è allo studio dell’ufficio legale di questo ente
– aggiunge Bartoli – la risoluzione generale delle problematiche insorte nella
definizione della proprietà, dello smaltimento e dell’impiego dei materiali di
risulta degli scavi. Questo compartimento non può consentire un blocco dei
lavori di tale importanza, a fronte di un modesto importo legato allo smarino
stesso; pertanto si dichiara disponibile fin d’ora ad accollarsi l’onere
finanziario del pagamento del suddetto materiale, ove non si pervenga ad una
diversa soluzione».
BRESCIAOGGI 6 OTTOBRE 1997
Lunedì 13 sulla statale 42 è in programma il
taglio del nastro per il nuovo tratto
Ma la Lega contesta: «Ritardi
esagerati». Polemica anche la Cgil: in Broletto preferiscono la bassa bresciana
di Salvatore Spatola
Lunedì 13 ottobre si taglierà il nastro sulla strada statale
42, nel tratto che collega Darfo e Costa Volpino. La cerimonia si svolgerà in
territorio bergamasco, alla presenza dei responsabili dell’Anas e
dell’Amministrazione comunale di Costa Volpino.
Il collegamento, richiesto a gran voce dal sindacato
comprensoriale e dal comitato per la viabilità, è ritenuto una delle opere
prioritarie rispetto a tutte quelle che sono in cantiere lungo le statali 42 e
510. Nonostante l’importanza di questa realizzazione, sono stati accumulati
ritardi enormi, tanto che – a inaugurazione già programmata – proprio nelle
ultime ore sono arrivate le critiche della Lega Nord.
«L’apertura del lotto tra Costa Volpino e Darfo della Ss 42
avviene con un anno di ritardo rispetto agli impegni assunti dal ministero dei
Trasporti e sulla spinta della 10.736 firme raccolte tra luglio e agosto in
calce alla petizione per il completamento dei lavori», sostiene l’onorevole
Davide Caparini.
Il deputato lumbard sottolinea che il ministro dei Lavori
pubblici aveva previsto l’apertura congiunta del lotto Costa Volpino-Darfo e del
raccordo con la Ss 510 del lotto Toline-Darfo nell’autunno scorso.
L’appuntamento è stato invece posticipato alla primavera del 1997, mentre si
attendono ancora gli appalti per l’asfaltatura dello svincolo di Gratacasolo, la
segnaletica e l’impianto di aerazione della galleria.
«É assolutamente intollerabile il comportamento di certi
funzionari e burocrati, ostaggi di leggi assurde. Prove evidenti sono le vicende
legate al lotto 5º della Ss 510, ancora invischiato nel fallimento della
Follioley, o i problemi sorti sui lotti 5º e 6º della Ss 42 tra Anas e Edolo,
che lasciano presagire un futuro tutt’altro che roseo», sostiene la lega della
Valcamonica.
Sul fronte della statale 42, relativamente al 5º e 6º lotto,
tra Capodiponte e Berzo Demo, si segnalano forti preoccupazioni anche da parte
della Cgil comprensoriale. «É vero che il cantiere è stato riaperto, ma è
altrettanto vero che l’appalto procede a rilento, con forti segnali di
preoccupazione dovuti al braccio di ferro tra Anas e impresa, relativo
all’ultima sospensione dei lavori registrata nei mesi scorsi – afferma Domenico
Ghirardi –. L’impresa vorrebbe un rimborso di circa sette miliardi per la
fermata del cantiere».
E venendo alla statale 510, fa discutere ancora il 5º lotto di
Sulzano. I lavori, fermi da oltre sei anni per il fallimento della mandataria
Sicaf, sono stati affidati alle imprese che hanno eseguito le opere del 4º e del
6º lotto, la Irces55-Secol e la Cogefar. Rimangono da definire alcuni
particolari con il curatore fallimentare dell’impresa Follioley, per non farla
partecipare all’appalto.
Questo sarà uno dei problemi più urgenti fra quelli che saranno
affrontati in Provincia lunedì 13 ottobre, alla presenza del ministro dei Lavori
pubblici, Paolo Costa.
«Ho la strana impressione che al di là di quanto è stato
scritto nei piani provinciali, accordi trasversali effettuati in Amministrazione
provinciale spingano per appalti da realizzare nella Bassa bresciana,
trascurando gli impegni assunti», aggiunge Ghirardi, responsabile degli Edili
della Cgil.
Su questi problemi, il comitato per la viabilità camuno-sebina
è invitato dal sindacato a rimettersi in moto con lo stesso vigore di altri
tempi.
BRESCIAOGGI 12 OTTOBRE 1997
Valcamonica. Il segretario della Cgil
interviene dopo l’apertura dei nuovi tratti stradali
Ghirardi rilancia l’idea del
collegamento a nord con la Valtellina. Il timore è che le statali in costruzione
siano inadeguate ai bisogni
di Salvatore Spatola
«Se da un lato occorre non banalizzare i risultati che si sono
ottenuti grazie all’opera del comitato per la viabilità camuno-sebina,
dall’altro pensiamo che sia giusto tenere i piedi per terra. La viabilità è una
infrastruttura indispensabile per favorire lo sviluppo del nostro comprensorio.
Da sola, però, non servirà ad appagare queste necessità. Pertanto, non diamo
l’impressione che basti risolvere il problema dell’infrastruttura viaria per
dire che domani saranno risolti tutti i problemi che stanno alla base dello
sviluppo sociale, economico e occupazionale del nostro territorio. Così non
sarà».
É questa la riflessione fatta da Domenico Ghirardi, segretario
della Cgil comprensoriale Valcamonica-Sebino, dopo l’inaugurazione dei due
tratti stradali sulla Ss 510, Piancamuno-Gratacasolo e svincolo d’Iseo. Ghirardi
coglie l’occasione per lanciare alcuni messaggi ai politici e alle istituzioni
valligiane per far sì che si passi, in tempi brevi, dai sogni alla realtà. egli
invita a una seria riflessione sul modo di fare politica, su chi rappresenta la
politica, su come si riesce a unire le energie, le risorse umane e
rappresentative per metterle veramente al servizio del territorio.
«Abbiamo bisogno di rappresentanti che sappiano spendersi per i
reali obiettivi funzionali allo sviluppo del comprensorio – dice con ammirevole
chiarezza il nostro interlocutore –. Ma ritornando alla viabilità, ricordiamo
che dopo Tangentopoli siamo riusciti a individuare le cosiddette priorità delle
priorità nel triangolo Lovere-Darfo-Toline. Con l’inaugurazione della
Piancamuno-Gratacasolo abbiamo aggiunto questo obiettivo. Ma, a questo punto,
con realismo, dobbiamo ammettere che pur completando, non si sa fra quanto
tempo, i cantieri delle due statali 42 e 510, ci troveremo di fronte ad una
infrastruttura superata nel tempo». Come dire che i problemi che oggi si vivono
sulla pelle di quanti percorrono la statale del Tonale e quella del Sebino
orientale, non saranno cancellati facilmente. Ghirardi tocca alcuni problemi che
sono nuovi e vecchi nello steso tempo. Egli sostiene che rifare la strada da
Malonno verso Edolo è una spesa superflua in quanto in questa piana già la
statale è in funzione e in buone condizioni. Semmai, occorrerà adattare questa
arteria per le necessità dei centri dell’alta valle e per eliminare quel
sottopasso che sa di strozzatura in territorio di Sonico e che oggi impedisce il
passaggio di pullman a due piani e di Tir molto alti.
Domenico Ghirardi mentre sostiene l’importanza della strada,
anche per i miliardi che lungo questi 103 chilometri che corrono da Brescia a
Edolo sono stati spesi, parla di ferrovia, di necessità di adeguamento alle
esigenze di un traffico moderno e rispolvera la necessità di uno sbocco a nord
della Valcamonica e quindi in Valtellina, con il traforo del Mortirolo. «Sarebbe
una sciagura – afferma – dare retta a chi dice puntiamo al traforo della
Valtrompia e abbandoniamo la ferrovia dopo che sono stati spesi decine e decine
di miliardi e dopo che in questi giorni su questa tratta si sono decisi
ulteriori investimenti per 35 miliardi. In conclusione, suggeriamo ai politici
camuni e bresciani di rivisitare il progetto della strada a nord di Berzo Demo
per una sistemazione razionale, cercando di non abbandonare l’idea di migliorare
la ferrovia.». Quando si parla di miglioramento del servizio ferroviario si
tiene presente anche un problema che oggi potrebbe sembrare un sogno, ma che nei
prossimi anni si rivelerà come una necessità: l’elettrificazione. É un non senso
che nella patria delle centrali elettriche si abbia una ferrovia come quella che
congiunge l’alta Valcamonica con Brescia.
«O siamo capaci di farci valere riunendo le energie – conclude
Ghirardi – o all’interno di questo territorio non ci sarà strada ferrata né
infrastruttura viaria che possa risolvere i problemi annosi che i camuni vivono
sulla loro pelle. Prima di ogni cosa occorre essere capaci di superare al nostro
interno ogni difficoltà per poterla comunicare e imporla nella stanza dei
bottoni».
GIORNALE DI BRESCIA 14 OTTOBRE 1997
Brescia in prima fila nel
concorso per creare il prodotto interno lordo e Cenerentola della viabilità
di ...
Il mondo produttivo ha pazientato, ed anche a lungo, ma non può
sopportare oltre ritardi che potrebbero avere conseguenze dirette sul futuro
produttivo dell’intera provincia.
Ieri nella sala consiliare del Broletto una buona parte degli
interventi è stata riservata proprio ai responsabili locali dell’associazionismo
imprenditoriale.
E per primo il dottor Saverio Gaboardi, vicepresidente
dell’Associazione Industriali Bresciani: «Non incentivare la creazione di
infrastrutture significherà essere costretti a registrare una crisi negli
investimenti produttivi – ha detto Gaboardi – ma non si deve neppure trascurare
lo specifico settore dei trasporti che, con un fatturato che sfiora i 300mila
miliardi annui, garantisce occupazione e risente di tutti i ritardi sinora
accumulati». Ma non solo: «Secondo studi approfonditi le risorse spese per
investimenti sulla rete stradale danno luogo ad un altro coefficiente di ritorno
per l’erario, alimentando infatti lavoro e la nascita di nuove unità
produttive». La situazione bresciana però è tutt’altro che rosea, «seppure – ha
evidenziato lo stesso vicepresidente Aib – la nostra provincia sia al 4º posto
nazionale nella partecipazione al Prodotto interno lordo, la si può collocare
solo all’ottantesimo posto della graduatoria nazionale evidenziata dall’indice
dei trasporti (indice che misura, in base a parametri predefiniti, la qualità
delle infrastrutture viarie)».
Gaboardi ha definito «fondamentali» le opere stradali per il
lancio economico della Valcamonica, ma non ha trascurato altri elementi
infrastrutturali importanti come il Centro Fiera di Brescia e lo scalo
aeroportuale di Montichiari.
L’Arch. Enrico Paterlini ha parlato in rappresentanza del
Collegio Costruttori di Brescia. A proposito dei ritardi è stato lapidario: «La
situazione non è molto migliorata negli ultimi due anni e nemmeno nel recente
periodo nel quale lei (rivolto al ministro) ha assunto la responsabilità del
dicastero dei Lavori Pubblici». Alla critica, Paterlini ha poi fatto seguire la
proposta, articolata e per tanti versi coraggiosa: «La vera modernizzazione del
comparto delle opere pubbliche passa necessariamente attraverso una
progettazione definita, esecutiva e qualificata. Ed affinché un tale obiettivo
non resti privo di concreta attuazione, la progettazione deve essere certificata
ed assicurata. La certificazione e l’assicurazione hanno un costo, oggi forse
anche elevato, ma sono il paso necessario per adeguarci a quanto avviene in
altre realtà europee, per premiare i progettisti aggiornati, per spingere le
imprese verso il miglioramento tecnico ed organizzativo, rinunciando a varianti
o rettifiche in corso di esecuzione. Al contrario sino ad oggi – ha proseguito
Paterlini – si sta procedendo con oneri in costante aggiornamento e con tempi
che non si possono nemmeno definire approssimativi. Per quanto riguarda la
nostra provincia – ha concluso – lamentiamo da anni una cronica carenza di
investimenti in infrastrutture. Il blocco degli impegni di spesa penalizza aree,
come la nostra, già penalizzate da decenni. Entreremo in Europa, almeno me lo
auguro, ma con carenze viarie tali da renderne problematica la permanenza».
Molti interventi, fra quelli ascoltati ieri, hanno ricordato al
ministro Costa la protesta crescente della gente bresciana. Lo ha fato anche
l’on. Andrea Bonetti, presidente dell’Unione provinciale dell’artigianato: «La
situazione è drammatica e siamo sull’orlo della paralisi – ha sottolineato – e
temo che il malcontento, già espresso e conosciuto, possa degenerare in forme di
protesta violente. Non è possibile trascurare l’importanza dei collegamenti
interni alla provincia, ma un altro tema importante è rappresentato dal
collegamento con Milano».
Massimiliano Bontempi, presidente della piccola industria
dell’Aib, ha lanciato quindi un’idea estremamente interessante: «Chiedo – ha
detto – che v4enga costituito un Comitato di monitoraggio, in grado di informare
bimestralmente sui progressi e sulle lentezze delle opere viarie». Bontempi ha
anche espresso preoccupazione per le attività connesse ai trasporti: «Il settore
è in crisi profonda – ha detto – basti pensare che alcuni trasportatori
rifiutano commesse per la Valcamonica: con i tempi di percorrenza l’introito
spesso non compensa i costi».
Il ministro Costa è stato ieri ospite anche dei vertici
dell’Aib. Durante il pranzo di lavoro sono stati approfonditi i temi già
discussi.
GIORNALE DI BRESCIA 14 OTTOBRE 1997
di ...
Cantieri per 1000 miliardi, 400 dei quali già praticamente
ultimati e più d’uno conclusi dall’inaugurazione. Nonostante appaia comunque in
grave ritardo sulle emergenze che dalle valli alla basa vengono segnalate ogni
giorno, la viabilità bresciana fa la parte del leone negli investimenti in corso
dell’Anas in Lombardia. La disamina delle diverse situazioni è stata offerta
ieri mattina ad un pubblico attento e preparato di amministratori ed
imprenditori, dall’amministratore dell’Anas dott. Giuseppe D’Angiolino e dal
direttore del Compartimento di Milano ing. Bartoli.
Vediamoli succintamente.
Tangenziale Sud – É di
questi giorni la notizia dell’autorizzazione formale alla collaborazione ormai
in corso tra Provincia, Comune ed Anas. Si è ricominciato praticamente tutto
dall’inizio e la Provincia di Brescia sta ultimando il progetto d’intesa con il
Comune capoluogo, mentre l’Anas cura l’impatto ambientale. A fine anno il
complesso lavoro progettuale sarà terminato e si potrà parlare di appalto.
Statali Sebina e Camuna
– L’Anas ricorda che molto è già stato fatto sul versante camuno per quel che
riguarda il tratto Darfo-Costa Volpino, mentre in primavera sarà aperto il
collegamento Pisogne-Darfo. Più lunghi i tempi del quinto lotto della Sebina,
interrotto per il fallimento della società che si era aggiudicata l’appalto.
Questa settimana, ha detto Bartoli, saranno riaffidati i lavori e da quel
momento scatteranno i 900 giorni per la conclusione dell’opera, che significa in
pratica il completamento della nuova 510. Per quel che riguarda il quarto lotto
della statale 42, la variante degli abitati di Niardo, Braone, Ceto e Nadro, i
lavori dovrebbero essere riaffidati entro la fine di questo mese.
Statale 11 – Due le
direzioni, ad Ovest ed a Est della città. Ad Ovest il problema è concentrato
soprattutto nel primo lotto, mentre per il secondo ed il terzo i lavori
procedono seppur non speditamente. La notizia nuova è legata alla conclusione
della procedura fallimentare per l’azienda che aveva vinto l’appalto e dunque
l’inizio di quelle relative al riaffidamento dei lavori. Ma su questo punto non
sono arrivate date certe.
Ad Est invece entro un anno sarà agibile la circonvallazione di
Ponte S.Marco, rendendo così interamente transitabile in superstrada il tratto
Ospitaletto-Sirmione. Per il prolungamento fino al confine con Verona si attende
invece il prossimo piano triennale.
Statale 45 bis – Si
lavora dovunque. La bonifica del Covolo dovrebbe essere ultimata nell’autunno
del ’98, mentre già in primavera sarà agibile la variante di Roe Volciano. Per
il tratto che scende nella Bassa, grande importanza avrà invece l’intervento
delle Autostrade Centropadane sulla sp. 19.
GIORNALE DI BRESCIA 14 OTTOBRE 1997
In Broletto il ministro dei Lavori pubblici Paolo Costa ha
assicurato la realizzazione del tanto atteso collegamento da Ospitaletto a
Lumezzane e Gardone
Buone notizie anche per la Sebina: 900 giorni per ultimare
il V lotto
di Gianfranco Bertoli e Claudio
Venturelli
Via libera per l’autostrada di Valtrompia e tempi certi sia per
la realizzazione di quanto ancora manca alla statale Sebina (il martoriato
quinto lotto, Sulzano-Marone), sia per la terza corsia della Tangenziale Sud di
Brescia. Queste in estrema sintesi le buone nuove emerse dagli “stati generali”
della viabilità bresciana convocati in Broletto per incontrare il ministro dei
Lavori pubblici Paolo Costa, accompagnato dai vertici Anas. Alle sollecitazioni
di amministratori ed imprese, il ministro ha risposto con precisazioni sugli
interventi in corso e scelte di fondo del Governo in materia.
Discorsi tecnici e di buon senso che non hanno subito più di
tanto il peso della precarietà dell’attuale situazione politica.
BRESCIA – C’è chi ha liquidato l’intero incontro come la
«solita passerella pre-elettorale di un ministro, anzi di un ex ministro». Ed in
effetti sul capo di Paolo Costa, ministro dei Lavori pubblici subentrato a Di
Pietro, è facile intravedere la spada sospesa della crisi del Governo Prodi. Ma,
al di là degli impegni politici e delle indicazioni di programma, il discorso
del ministro è parso ieri fare il punto su una serie di fati e di scelte già
attuate, che neppure la fine del Governo Prodi dovrebbe rimettere in
discussione. Così, se sul “faremo” di Costa si stente inevitabilmente l’alea
della situazione politica, va detto che su una serie di opere gli “stati
generali” della viabilità bresciana, riuniti ieri in Broletto, hanno ottenuto
più di una risposta. Forse non nuove, ma aggiornate.
Vediamole.
Autostrada di Valtrompia
– Innanzitutto la cosiddetta autostrada di Valtrompia, ovvero il prolungamento
del collegamento tra Ospitaletto e Gussago, fino a Concesio, Lumezzane e
Gardone, con la realizzazione da parte della Serenissima di un tratto a
pedaggio. Il ministro ha chiarito che «non servirà un’apposita legge» come più
d’uno temeva; che il finanziamento è previsto nel piano triennale presentato
dalla Serenissima per l’approvazione e che sarà realizzato anche nell’ipotesi di
bocciatura della proroga delle concessioni alla stessa società. Infatti nello
schema di convenzione con le concessionarie il ministro ha inserito un apposito
articolo che prevede il rimborso dell’investimento effettuato qualora la
concessione scada prima dell’ammortamento dell’opera.
In pratica, se l’opera ha un ammortamento di 20 anni e dopo 10
anni scade la concessione, il nuovo concessionario dovrà riconoscere al vecchio
il mancato introito. Analogo discorso il ministro Costa ha riservato agli
impegni della spa Centropadana, che gestisce la A21 “Brescia-Cremona-Piacenza”
per quanto attiene al nuovo casello di Montirone ed al completamento della
gronda che, seguendo la sp 19, dovrà collegare Fenili Belasi all’autostrada.
Statale Sebina – A
proposito della nuova 510, il prof. Costa si è limitato a confermare quanto
detto dai dirigenti Anas, ovvero l’imminente riaffidamento (il dottor
D’Angiolino dell’Anas ha parlato di «questa settimana») dei lavori del V lotto,
il tratto Sulzano-Marone, che significano il via al conto alla rovescia di 900
giorni per la conclusione dell’opera. Questo tratto consentirà l’apertura ed il
pieno utilizzo anche degli altri lotti della nuova arteria per collegare la
città alla Valcamonica.
Emergenza – Questi ed
altri interventi che Stato ed Anas stanno realizzando servono, a parere del
ministro, per recuperare un gravissimo ritardo strategico: «Inauguriamo oggi
opere attese da 18, 25, anche 30 anni, opere che sono già superate dai fatti.
Per troppi anni si è proceduto dicendo sì a tutti, iniziando centinaia di opere
in ogni regione senza una scala di priorità, soprattutto senza sapere con quali
fondi sarebbero state finanziate. Così siamo costretti a rispondere oggi a
problemi che andavano affrontati 20 anni fa, e finché non saremo usciti da
quest’emergenza non potremo fare fino in fondo il nostro dovere, che è di
pensare oggi, strategicamente, a prevenire i problemi che si presenteranno tra
dieci, quindici anni.
Ritardo programmato –
Senza “fare processi” il ministro ha posto l’accento sul fatto che «la politica
infrastrutturale scellerata degli anni scorsi» si basasse sul «ritardo
programmato, ovvero su lavori iniziati e mai finiti secondo un andazzo che
rispondeva a piccole e grandi convenienze da parte di tutti i protagonisti
politici ed imprenditoriali». Un ritardo che spesso si doveva anche alla
«infinita e diffusa possibilità di veto attribuita a decine di enti diversi, un
sistema assolutamente inefficiente per la realizzazione di qualsivoglia
progetto».
Il dopo Tangentopoli –
L’impegno a recuperare il tempo perduto si deve confrontare anche con la
situazione creatasi dopo le inchieste giudiziarie di Mani Pulite: «La normativa
che stiamo utilizzando risente fortemente del clima di Tangentopoli. Proprio
mentre dall’Europa ci viene richiesta la massima competitività, le norme non
possono non tener conto di esigenze sentite non solo di trasparenza ma pure di
controllo. Ne usciremo presto, ma per ora è difficile fare di più. Sono
impegnato a dare certezza e stabilità alle norme e l’approvazione del complesso
noto come “Merloni Ter”, già passata al Senato, può rappresentare un buon punto
d’approdo.
Comunque, o attraverso la nuova legge oppure con il
regolamento, entro l’anno le norme avranno raggiunto un discreto livello di
stabilità».
Collaborazione –
Tamponare l’emergenza, impostare le strategie per il futuro (senza le quali non
resteremo in Europa) e nello stesso tempo ristrutturare in profondità l’intero
sistema, ovvero regole, qualificazione degli attori, riduzione dei centri di
spesa, delega agli enti locali per la scelta delle priorità degli interventi:
questi i pilastri della politica che i Lavori pubblici portano innanzi.
E proprio nella ristrutturazione del sistema il ministro ha
chiesto apertamente la collaborazione di tutti i soggetti interessati, dagli
enti locali alle imprese. «Intendo realizzare nel 1998 la revisione completa
dell’Albo delle imprese, con parametri minimi e di buonsenso nel rapporto tra
fatturato ed addetti, tra commesse e capitale. Ho già avuto la valida
collaborazione delle associazioni di categoria che spero continuerà. Per quanto
riguarda i centri di spesa è assurdo che, mentre la Francia ha 500 enti
appaltanti, noi con i soli Comuni siamo già a 9mila. Intendo concentrare al
ministero e negli enti periferici di maggiore spessore quelle professionalità di
progettazione e di controllo necessarie per gli appalti, così da offrire un
servizio che tutti gli enti pubblici potranno utilizzare. Infine, per le
priorità di intervento è necessaria la collaborazione degli enti locali, ovvero
di chi è da sempre più vicino alle esigenze dei cittadini».
GIORNALE DI BRESCIA 14 OTTOBRE 1997
Alcuni cantieri aprono, ma restano le incognite elencate
dall’assessore Bedussi
Storia di un lavoro di “ricostruzione” degli enti locali
iniziato nel ’95
di ...
BRESCIA - «É nella logica delle cose che le persone
intelligenti debbano trovare un punto di incontro per risolvere i problemi».
Ieri il presidente della Provincia, Andrea Lepidi, è stato chiamato a rivestire
il ruolo di moderatore nel dibattito con il ministro dei Lavori pubblici. Sua è
la considerazione finale sul merito dei temi scottanti, mentre è stato compito
di Bruno Bedussi, assessore ai Lavori pubblici, disegnare il quadro di una
situazione che, a partire dal ’95, non è mai stata del tutto rassicurante.
«A fronte dei 2420 miliardi di opere progettate, nel primo
semestre del ’95 – ha detto Bedussi – risultavano finanziati e appaltati lavori
per 1400 miliardi suddivisi in 48 cantieri, dei quali però solo 11 cantieri (per
opere pari a 686 miliardi) avevano trovato effettivo avvio». Eppure, come ha
ricordato lo stesso Bedussi, gli enti locali bresciani non hanno mai fatto
mancare il loro impegno, tanto che complessivamente l’impegno totale sostenuto
per la progettazione di nuove infrastrutture viarie si può quantificare in circa
11 miliardi.
Fra le dolenti note, vere docce fredde sulla testa di un
sistema economico che abbisogna di strade efficienti, Bedussi ha ricordato, in
particolare: «La scomparsa del finanziamento di 92 miliardi destinato alla nuova
statale della Valtrompia, nonostante la definitiva approvazione del progetto e
nonostante la pubblicazione della gara d’appalto. Altrettanto gravi – ha
proseguito l’assessore del Broletto – sono stati i mancati finanziamenti ed il
blocco dei cantieri (con i conseguenti rallentamenti) riguardanti la statale 235
(Brescia-Orzinuovi), la 45bis, alcune tratte fondamentali della viabilità del
Sebino e della Valcamonica e il blocco dei lavori (quando erano già iniziati)
sulla tangenziale di Brescia».
Sin qui la “storia” della viabilità sino al ’95. «Dopo trenta
mesi di lavoro di questa Amministrazione possiamo affermare – ha detto ancora
Bedussi – come il quadro complessivo risulti certamente meno drammatico: un
risultato importante già conseguito è la riapertura di cantieri per oltre 400
miliardi, ma appare anche di maggior importanza aver verificato e, riteniamo,
definito le condizioni per dare risposta a molti problemi irrisolti».
Però, ha sottolineato lo stesso Bedussi, fra i punti strategici
resta la realizzazione dell’autostrada della Valtrompia e del collegamento della
autostrada A4, Brescia-Milano, con l’autostrada A21, Brescia-Cremona-Piacenza,
utilizzando e riqualificando la provinciale 19. Progetti che implicano il
coinvolgimento delle società Serenissima e Centropadane.
C’è anche, nel lungo elenco prodotto ieri, il nodo del Vº lotto
della statale 510 del Sebino. Se non si sbloccherà con urgenza questa situazione
– come pare dover essere (ne riferiamo a parte) – questo pezzo di strada
incompleto renderà inutili i lavori su tutto il resto di un’arteria strategica
per la Valcamonica.
E ancora Bedussi ha proseguito elencando l’urgenza di
riaffidare le opere del IVº lotto della statale del Tonale e della Mendola
(varianti agli abitati di Niardo, Braone, Ceto e Nadro); la costruzione del IIº
lotto sulla statale 237 del Caffaro da Ponte Re a Idro (indispensabile per il
superamento dell’abitato di Vestone); il Iº lotto delle opere sulla statele 11
(Padana Superiore) nel tratto da Brescia a Urago d’Oglio; l’ultimazione urgente
della nuova Gardesana; la sistemazione e la riqualificazione di alcuni tratti in
galleria a sezione ristretta da Gargnano a Limone; il completamento della
deviante all’abitato di Bagolino sulla statale 669 del Crocedomini. Il “conto”
presentato dalla Provincia di Brescia è lungo: «Ci attendiamo dall’Anas notizie
positive – ha concluso Bedussi – considerato che il tempo trascorso da quando
tali situazioni sono state sottoposte agli approfondimenti
tecnico-amministrativi dovrebbe consentirne la soluzione. Considerato anche lo
spirito di collaborazione che si è instaurato fra la nostra Amministrazione e
l’Anas».
Ritornando alla questione relativa all’autostrada della
Valtrompia, Bedussi ha ricordato la storia di un iter tribolato, rimarcando come
«l’intera comunità bresciana, consapevole di aver perseguito ogni possibile via,
attende ora la definitiva conferma sulla realizzabilità dell’opera».
GIORNALE DI BRESCIA 14 OTTOBRE 1997
La voce dei rappresentanti degli enti locali ha ricordato
al ministro Costa come la pazienza bresciana sia stata messa a dura prova
Almici (Comunità del Sebino): «L’ultima volta alle strade
camune pensò Napoleone». Sabatti (Valtrompia): «Centomila cittadini aspettano»
di ...
BRESCIA – Mai vista una sala consiliare così gremita. Ieri
l’iniziativa del Broletto ha riscosso “successo” di pubblico, pur se composto da
amministratori locali, parlamentari, consiglieri regionali, dirigenti pubblici,
ma anche esponenti del sindacato e, come già scritto, delle associazioni
produttive.
Anche in questo caso il dibattito è consistito nelle richieste,
tante e giustificate, che la Provincia ha formulato al rappresentante del
Governo.
Pompeo Anelli,
assessore ai Lavori pubblici del Comune di Brescia, ha sollevato la questione
delle autonomie locali, della necessità di offrire a chi opera più direttamente
sul territorio la possibilità di programmazione e di determinazione delle
priorità. «Sul caso della tangenziale – ha detto – si deve considerare il grande
impegno profuso dagli enti locali (Provincia e Comune di Brescia) che hanno
svolto con puntualità il loro compito progettuale. Ma più in generale è sulla
complessità delle norme in materia di Lavori pubblici che si deve porre
l’accento: mi sento offeso da una legge che parta dal presupposto che ogni
amministratore, funzionario o appaltatore sia disonesto, tanto da rendere
necessari non meno di tre mesi per assegnare l’incarico di progettare un
semplice marciapiede».
Zaccaria Almici,
presidente della Comunità montana dell’Alto Sebino, ha dato voce alle istanze
della Valcamonica: «Se si considera che gli unici interventi di potenziamento
viario di questa zona sono dovuti all’imperatore Augusto e a Napoleone
Bonaparte, appare comprensibile come agli occhi della popolazione locale le
nuove strade statali 510 e 42 appaiano come un risultato affatto minimale.
Infatti – ha proseguito Almici – la realizzazione di queste nuove strade
comporterebbe lo scioglimento del principale nodo strutturale che impedisce
l’attuazione di una politica di rilancio socio-economico del comprensorio
Sebino-Camuno, che risulta essere il più depresso dell’intera Lombardia».
I motivi di lamentela ci sono tutti, eccome: «I lavori di
realizzazione per il Vº lotto della 510, sul tratto Sulzano-Sale
Marasino-Marone-Zone, sono iniziati il 30 ottobre del 1990 – ha ricordato Almici
– per un importo complessivo di circa 77 miliardi. Due anni dopo, ossia il 29
ottobre del ’92, i lavori sono stati sospesi per il fallimento dell’impresa
capogruppo. I lavori eseguiti ammontano a circa 32 miliardi. Da ormai cinque
anni il cantiere è fermo, incustodito e crea gravi pericoli di tipo
geologico-ambientale. Per la ripresa dei lavori si è resa necessaria la
redazione di un conto economico dell’opera che ammonta a circa 100 miliardi. Le
risorse necessarie per finanziare i lavori sono già stanziate, i lavori sono
stati riaffidati a nuove imprese, per cui la popolazione camuno-sebina, e gli
amministratori pubblici si chiedono cosa si debba ancora aspettare».
Carlo Sabatti,
presidente della Comunità montana di Valtrompia, ha avuto, ovviamente, ottimi
motivi di scontento: «La valle del Mella da vent’anni aspetta una strada idonea
al suo sviluppo e alle esigenze di 105mila abitanti. Chiediamo il risanamento
della 345 per la quale la gara d’appalto si è svolta tre anni fa. Ma ovviamente,
dopo aver accettato il principio di una strada a pagamento, chiediamo che non si
perda tempo: attualmente i tempi di percorrenza sono insostenibili e si
considera che da Gardone Valtrompia a Brescia ci si impiega quasi un’ora, sì,
un’ora per percorrere circa 18 chilometri su di una strada sulla quale
transitano mediamente 50mila veicoli al giorno».
Presenti ieri anche l’arch. Barbieri e il dott. Galli,
rispettivamente presidente della società Serenissima e Centropadane. Il loro
intervento è riassumibile con il concetto: «Dateci le proroghe di concessione,
noi costruiamo le strade».
A margine dell’incontro si registrano anche alcune prese di
posizione delle forze politiche. Per la Lega Lombarda «la visione ottimistica
scaturita dalla relazione del ministro, o meglio, dell’ex ministro, è sembrata
una ricandidatura più che un’analisi della soluzione ai problemi reali».
Le forze del Polo hanno consegnato una lettera al ministro
Costa. Nel testo si sottolineano le urgenze della nostra provincia, ma «si teme
che la crisi dell’esecutivo possa nuovamente condizionare l’iter di approvazione
e la sospirata apertura dei cantieri».
GIORNALE DI BRESCIA 23 MARZO 1998
Dalla fase progettuale a quella esecutiva e, per qualche
tratto, al taglio dei nastri
Buone nuove per Iseo, Piancamuno e il Basso Garda
di Claudio Venturelli
É stato aggiudicato l’appalto del quarto lotto della
Breno-Capodiponte sulla statale 42; per l’estate sulla 510 sarà aperta la
variante al centro abitato di Iseo e il tratto Pisogne-Piancamuno (con svincolo
per Montecampione); finalmente andrà in appalto il tratto da Sirmione a
Peschiera (in terra veronese), parte integrante del progetto per razionalizzare
il transito sulla statale 11, nella zona sud del Garda. Queste ed altre novità
sono state illustrate ieri in Provincia, durante una pausa dei lavori
dell’Osservatorio della viabilità, istituito dal Broletto per tenere sotto
controllo la situazione dei cantieri.
BRESCIA – Parlare di opere stradali in provincia è come
trovarsi di fronte ad un enorme piatto di spaghetti: è difficile dare un ordine
ai percorsi che si incrociano. Ieri, però, in Provincia si è svolto un incontro
per fare il punto della situazione e fra i relatori, di cui poi riferiremo,
l’ing. Carlo Bartoli, capo compartimento dell’Anas di Milano, ha parlato con
concretezza, facendo balenare l’ipotesi che a Brescia siano finiti i tempi delle
“vacche magre”. Dopo tanto penare pare avvicinarsi il momento fatidico del
taglio dei nastri: entro l’estate, infatti, sulla 510 sarà aperta la variante
(verso sud) al centro abitato di Iseo ed anche il tratto tra Pisogne e
Piancamuno. Qui l’Anas ha accantonato le proprie ritrosie dopo aver avuto
assicurazione dalle Ferrovie Nord che a Piancamuno verrà istituito, in attesa
del sottopaso, un passaggio a livello con barriere. Parimenti, quindi, sarà
agibile anche la variante per Montecampione.
Novità anche per la statale 42: sono state appaltate in questi
giorni alla Fincosit-Cossi di Roma le opere del 4º lotto Breno-Capodiponte (una
quarantina di miliardi). In campo c’è anche l’ammodernamento progettuale del
sesto lotto Berzo-Malonno, mentre con la Provincia è stata concordata una
variante per Edolo.
Si avvia all’appalto anche il tratto della variante alla
statale 11 da Sirmione a Peschiera. La strada, che razionalizza il transito dei
veicoli nell’area sud del Garda, sinora non ha potuto raggiungere appieno gli
obiettivi previsti perché “monca”, ferma poco dopo la penisola di Catullo. Ora,
sperando che le opere vengano realizzate con urgenza, potrà essere definito
l’asse stradale che unisce i territori di Brescia e Verona.
Resta confermato da parte dell’Anas l’impegno per la terza
corsia della Tangenziale Sud (più di 180 miliardi), per la quale la Provincia ha
indetto la gara relativa ai progetti esecutivi.
Non sono però tutte rose. Le novità raccolte ieri in Provincia,
in occasione della prima riunione dell’Osservatorio della viabilità (vi hanno
preso parte tra gli altri, oltre al rappresentante dell’Anas, anche l’arch.
Banfi in rappresentanza della Regione, il presidente dell’autostrada Serenissima
Giuseppe Barbieri, il presidente della Centro Padane Augusto Galli, l’assessore
ai Lavori pubblici Bruno Bedussi e il presidente della Provincia Andrea Lepidi)
non sono state tutte positive, ad iniziare dai dubbi espressi dal presidente
della Centro Padane circa i tempi che il Governo richiede per l’esame della
proroga alle concessioni delle due società autostradali, firma che in pratica
vincola tutti i più importanti investimenti nella nostra provincia, ad iniziare
dall’autostrada della Valtrompia.
I ministeri del Tesoro e dei Lavori pubblici, che dapprima
avevano promesso una decisione entro i primi dell’anno, hanno fatto slittare i
termini a giugno.
Il clima è quello dell’attesa, anche se il presidente Andrea
Lepidi si è detto ottimista, smentendo di fatto “controindicazioni” di natura
politica.
Nel frattempo è stata riconfermata la volontà di procedere
celermente: si è saputo, ad esempio, che il progetto per la riqualificazione del
casello di Brescia-centro è stato modificato e la prossima settimana potrebbe
già essere definito, pronto per passare (ma si attende il Governo) alla fase
esecutiva; si procede nel frattempo anche alla fase progettuale della viabilità
che interessa Manerbio, per la riqualificazione della provinciale 19.
Dal canto suo la Regione, ieri rappresentata dall’arch. Banfi,
promette tutto l’appoggio possibile: l’autostrada Trumplina resta prioritaria
(smentite quindi le ipotesi di uno stralcio nel piano triennale regionale), così
come è stato riconfermato il poderoso progetto per la variante di Pontevico (37
miliardi): l’unico tassello mancante è legato anch’esso al rinnovo della
concessione della Centro Padane, società alla quale spetta finanziare gran parte
dell’opera, e che ieri ha annunciato di voler comunque realizzare un nuovo
spartitraffico sulla Brescia-Cremona-Piacenza (per v36 chilometri proprio vicino
a Pontevico). L’opera è dettata da motivi di sicurezza: troppi gli incidenti
gravi a causa dei salti di corsia.
L’ECO DI BERGAMO [...] MARZO 1998
di Elia Mutti
La variante alla statale del Tonale che collega Pianico con la
media Valle Camonica è finalmente percorribile in tutta la sua lunghezza. Nel
tardo pomeriggio di ieri è stato aperto al traffico il nuovo tratto che, dalla
località Fermata Castello di Costa Volpino, porta a Bessimo di Darfo Boario
Terme.
Allo svincolo di Bessimo, dove tutto era stato predisposto per
l’inaugurazione, sono giunti numerosi rappresentanti dell’Anas, guidati
dall’amministratore Giuseppe D’Angiolino e dal capo compartimento di Milano,
Carlo Bartoli, politici, consiglieri e sindaci, tra cui quelli di Costa Volpino,
Diomira Cretti, di Rogno, Aldo Conti, di Darfo, Luigi Pelamatti, e il presidente
della Comunità montana Alto Sebino, Claudio Contessi.
Il tratto di strada inaugurata ieri rappresenta il
completamento del tronco che inizia in località Bersaglio, al confine tra Lovere
e Costa Volpino, e prosegue sino a Darfo. É lungo poco più di sete chilometri.
Le corsie e le banchine che determinano la sede stradale corrono per sei
chilometri e 800 metri su un piano rilevato e su quattro viadotti. Il più
importante è quello che si trova all’uscita della galleria Fermata Castello.
Poggia su sei campate di calcestruzzo e, con i suoi 214 metri, scavalca il fiume
Oglio. Gli altri tre hanno lunghezze più ridotte: 45, 119 e 209 metri. Sono
stati costruiti per passare sopra alcune strade secondarie, sulla linea
ferroviaria Brescia-Iseo-Edolo e su alcuni torrentelli.
D’ora in poi coloro che provengono da Bergamo e sono diretti
sui campi di sci del Tonale e dell’Aprica troveranno un grosso giovamento
dall’apertura di questo tratto di variante. La stessa cosa non si può invece
affermare per gli sportivi che prediligono la pista di Montecampione. «L’uscita
per questa importante stazione sciistica – ha detto l’ing. Carlo Bartoli –
continuerà a restare chiusa fino a quando gli amministratori di Piancamuno e di
Artogne non troveranno un accordo sulle modalità della sua realizzazione. Per un
periodo di tempo sicuramente più circoscritto non sarà percorribile nemmeno la
bretella di collegamento con Pisogne». Gli automobilisti diretti a Brescia
dovranno continuare ad usare la vecchia statale Mandolossa-Darfo.
Positivi in genere i commenti espressi nel corso della
cerimonia di inaugurazione anche se Claudio Contessi ha puntualizzato che «così
come quest’opera avvicina l’Alto Sebino alla Valle Camonica, occorre
assolutamente trovare rapidamente una soluzione analoga che colleghi il
comprensorio di Bergamo».
Per ricordare quanto accadde nel 1992 nella frazione di Volpino
(gli scavi finirono per rendere inagibile la chiesa parrocchiale), davanti al
palco delle autorità si è presentata una delegazione del Comitato di difesa di
Volpino. Don Giacomo Bassini e alcuni suoi parrocchiani, in assenza del ministro
Costa, si sono rivolti agli amministratori presenti ribadendo il loro diritto ad
avere una chiesa agibile. Nel corso del suo intervento, lo stesso D’Angiolino,
amministratore dell’Anas, ha auspicato che il problema venga risolto al più
presto. A suggello della comune volontà di chiudere l’annosa questione, che vede
contrapposti nelle aule del tribunale l’Anas e e la parrocchia di Volpino, don
Giacomo Bassini ha benedetto la nuova variante.
L’ECO DI BERGAMO [...] MARZO 1998
La storia infinita di una variante
di Adriano Frattini
L’apertura dell’ultimo tratto di variante alla statale 42 del
Tonale registra la conclusione di una lunga e tormentata storia di viabilità
nell’Alto Sebino.
Ma proviamo a ripercorrere la storia di questa variante. Il
primo respiro di sollievo i paesi dell’Alto Sebino lo hanno tirato il 24 gennaio
1992, quando è stato aperto il primo tratto di variante in galleria che scavalca
Lovere – quattro chilometri, di cui 2.821 metri in tunnel –, anche se si è
trattato solo di un mezzo respiro, dato che la viabilità era possibile in una
sola direzione di marcia (dalla Valcamonica verso Bergamo).
«Questione di una settimana, poi si apre nei due sensi», disse
l’allora responsabile dell’Anas ing. Mina. Pensava che i problemi si fossero
ormai tutti risolti con la costruzione di un bacino in galleria per la presenza
di acqua all’interno del tunnel. Per farlo si era arrivati a variare il progetto
dopo che uno smottamento aveva lesionato un edificio nella zona alta di Lovere,
provocando un’interruzione dei lavori.
Ma era un’illusione. Allo svincolo del Bersaglio, a Costa
Volpino, cioè a fine galleria, stava infatti succedendo di tutto. Da una parte
il comune di Lovere chiedeva l’apertura in fretta dello svincolo, per permettere
la viabilità in entrambi i sensi di marcia sulla variante. Questo perché sul
lungo lago di Lovere nel frattempo si era creata una situazione di pericolo
statico per alcuni palazzi.
Dall’altra il comune di Costa Volpino chiedeva garanzie di
sicurezza per lo svincolo, i lavori andavano comunque a rilento e nel frattempo
nascevano ulteriori complicazioni per la ferma posizione del proprietario di una
casa posta proprio nei pressi dello svincolo e che andava demolita per
permettere il corretto percorso allo svincolo. Tra una casa e l’altra
quell’annunciata settimana di tempo alla fine è risultata lunga ben... tre anni.
Una vera e propria telenovela, che si è sbloccata solo nel
febbraio del 1995, quando gli autotrasportatori hanno mostrato i denti e
finalmente il tunnel è stato aperto nei due sensi di marcia.
Naturalmente l’apertura della prima parte della variante ha
creato seri problemi a Costa Volpino, dove il traffico uscendo dalla galleria,
scorrevolissima, paralizzava il paese dal semaforo di Ponte Barcotto fino allo
svincolo. La locale amministrazione faceva anche l’impossibile per chiedere di
completare la galleria che dal Bersaglio doveva portare la variante fino alla
Fermata Castello, oltre il centro abitato.
Nello scavare il tunnel, però, si è entrati nella sorgente
Follo, proprio sotto l’abitato di Volpino. Drammatiche le conseguenze: lesioni
gravissime alla parrocchiale e ad alcune case vicine. I lavori furono subito
sospesi. Nacquero due contenziosi. Uno tra l’Anas e la Parrocchia di Volpino,
per i danni alla chiesa, l’altro tra l’Anas e il comune di Costa Volpino, perché
la mancanza d’acqua ha obbligato il comune a ricorrere al rifornimento con le
autobotti.
I lavori sono comunque ripresi, anche se diversi mesi più
tardi, e nel giugno scorso è stata aperta anche la seconda galleria, dal
Bersaglio alla Fermata Castello, grazie alla quale anche Costa Volpino si è
liberato dal traffico. Infine il tratto inaugurato ieri: secondo i calcoli
dell’Anas doveva essere aperto già a luglio.
BRESCIAOGGI 25 MARZO
1998
Per l’estate potrà essere percorsa la variante di Iseo e
sarà completato il tratto Pisogne-Piancamuno. Il 7 aprile inaugurazione della
provinciale 19. Ma resta ancora al palo l’autostrada per Lumezzane
Riaprono i cantieri sulla 42: saldatura tra Breno e
Capodiponte
di w. p.
Manca solo un soffio al traguardo, ma finalmente, dopo anni di
lavori, dopo le centinaia di miliardi investiti, dopo Tangentopoli, dopo le
attese, l’Anas ha acceso il semaforo verde: via a tutti i cantieri.
E le strade nuove di zecca si potranno vedere tra pochi mesi.
Gia la settimana prossima, il 31 per l’esattezza, riprendono i lavori per il
quarto lotto della statale 42. I lavori sono stati appaltati all’impresa Grandi
e con una spesa di 65 miliardi verrà ultimata la saldatura tra Breno e
Capodiponte. Sono disponibili altri 100 miliardi per il tratto
Capodiponte,Cedegolo e ne serviranno altri 100 per lo svincolo di Demo. Tutti
riaperti i cantieri, dunque, per un investimento di 600 miliardi.
Le novità sono emerse nel corso della prima riunione in
Broletto dell’Osservatorio della viabilità, un tavolo di consultazione
istituzionale sulla viabilità statale e autostradale composto dall’assessore
regionale ai Trasporti e Viabilità Giorgio Pozzi, dall’assessore ai lavori
pubblici della provincia Bruno Bedussi, dal presidente dell’autostrada
Serenissima Giuseppe Barbieri, dal presidente dell’autostrada Centro Padane
Augusto Galli, dal capo compartimento dell’Anas di Milano Carlo Bartoli, dal
presidente della Camera di commercio Francesco Bettoni e dal presidente della
piccola industria dell’Aib Massimiliano Bontempi. «Un osservatorio – come ha
ricordato il presidente della Provincia Andrea Lepidi – fortemente voluto dagli
industriali e che in questo primo incontro ha evidenziato parecchi aspetti
positivi per il futuro delle strade bresciane. Entro la fine di aprile il
ministero dei Lavori pubblici approverà i piani finanziari delle società
Serenissima e Centro padane, dopodiché gli investimenti previsti verranno
effettuati». «É allo studio – ha spiegato Bartoli dell’Anas – una piccola
variante per evitare l’abitato di Edolo: comporterà una spesa non esorbitante,
ma permetterà di aggirare il centro del paese, che crea l’effetto imbuto. Al
completamento della variante Palazzolo e Capriolo per il collegamento al casello
autostradale di Palazzolo manca solo la convenzione, mentre prima di agosto sarà
aperto il tratto della variante di Iseo (in vista dell’estate è un problema non
da poco) e sarà completato il tratto di Pisogne e Piancamuno con l’apertura
dello svincolo Piancamuno-Montecampione. L’apertura dello svincolo è subordinata
alla realizzazione da parte delle Ferrovie Nord delle barriere al passaggio a
livello». E da un lago all’altro, novità pure sul fronte gardesano. A Roma va in
appalto la variante Desenzano-Peschiera, per risolvere i gravi problemi di
traffico della zona. Sempre a Roma è fermo un altro tassello importantissimo per
la viabilità bresciana, l’autostrada Brescia-Lumezzane. «La Regione – ha
spiegato Pozzi – ha predisposto tutti gli atti tecnici necessari ed è pronta a
sottoscrivere il protocollo d’intesa, ma mancano ancora alcune formalità». Se
per l’autostrada Brescia-Lumezzane bisogna ancora aspettare, è imminente
l’inaugurazione di un tratto della 19: dal 17 aprile la provinciale 19 arriverà
fino a Fenili Belasi, creando una valvola di sfogo a sud-ovest della città.
In fase di stallo anche la variante di Pontevico. É stato
sottoscritto il protocollo d’intesa fra Regione, Provincia di Brescia,
Pontevico, Provincia di Cremona, Robecco d’Oglio e società autostrade Centro
Padane, ma c’è un problema: «L’opera – spiega pozzi – prevede un intervento di
37 miliardi e la parte più rilevante (circa 27 miliardi) sarà sostenuta dalla
società autostrade. La Regione, che non può partecipare per un valore superiore
al 50 per cento, ha l’ambizione di realizzare l’opera completa e accedere ai
finanziamenti con la legge 31. Ma i finanziamenti della legge 31 – e qui è il
nodo – possono essere concessi solamente se l’opera viene realizzata nel
complesso, quindi finché tutte le parti in causa non avranno i finanziamenti
necessari la variante di Pontevico è costretta ad attendere». Interessa agli
automobilisti bresciani anche il tratto autostradale Brescia-Bremona. Proprio su
questa strada ultimamente si sono verificati parecchi incidenti gravi,
tamponamenti a catena in cui sono rimasti coinvolti numerosi autoveicoli. Per
rendere il tratto più sicuro la società Centro Padane è corsa ai ripari. «Il
consiglio d’amministrazione – ha spiegato il presidente Augusto Galli – ha
deliberato l’installazione (per i primi 36 chilometri, fino a Pontevico, lungo
il tratto in cui si verificano con maggior frequenza gli incidenti) di lame a
tripla onda nella corsia centrale, cercando, comunque, di salvaguardare gli
interventi di piantumazione e di abbellimento effettuati di recente».
La società Centro Padane la settimana prossima ripresenterà la
nuova formula del progetto per il parcheggio a Brescia Centro e entro 75 giorni
sarà presentato il progetto per la nuova viabilità al casello di Manerbio.
IL GIORNO 25 MARZO
1998
L’Anas ha riaperto i cantieri bresciani con interventi per
un totale di 600 miliardi
Aleggia ancora invece il fantasma del collegamento
autostradale della Valtrompia...
di Magda Biglia
Notizie buone, notizie meno buone sono arrivate ieri nella
prima riunione dell’Osservatorio sulla viabilità, tavolo fortemente voluto dalle
categorie economiche, Aib e Camera di commercio in testa, per tenere
costantemente sotto controllo l’intricato evolversi dei problemi viari del
nostro territorio.
Coordinatrice la Provincia, c’erano l’Anas nella persona del
capo compartimento di Milano Carlo Bartoli, un funzionario a nome dell’assessore
regionale Giorgio Pozzi, i rappresentanti delle società autostradali Serenissima
e Centro padane. Buone notizie sono venute dall’Azienda stradale dello Stato che
ha riaperto tutti i cantieri per un totale di 600 miliardi di opere.
In Valcamonica sono stati aggiudicati i lavori della
Breno-Capodiponte per 65 miliardi. Si dovrà poi proseguire fino a oltre Malonno
e nei progetti futuri c’è pure la circonvallazione di Edolo.
Sono in fase di convenzione i completamenti delle varianti di
Palazzolo e Capriolo, mentre prima dell’estate i turisti potranno saltare il
centro di Iseo. Avanza il progetto della statale 11 a Ovest per arrivare a Urago
d’Oglio, a Roma è in appalto la variante Desenzano-Peschiera.
Dalla Regione di positivo c’è la promessa delle Ferrovie Nord
di porre entro giugno le barriere sui binari che consentiranno di aprire lo
svincolo per Montecampione, pronto ma chiuso e l’impegno a seguire è quello di
un sottopasso. Per la tanto attesa variante di Pontevico invece i tempi sono
lontani: le pratiche burocratiche dei troppi soggetti interessati l’allontanano
dal ’98.
Poco ottimista è apparso il presidente della Centro Padane
Augusto Galli, di ritorno da Roma dove i piani economico-finanziari delle
concessionarie autostradali non sono ancora stati approvati, con il conseguente
blocco dei progetti. Che per il Bresciano significano il Parcheggio scambiatore
di Brescia centro, il casello di Manerbio e la variante di Pontevico che
comunque è già ferma per i fatti suoi.
Unico intervento a breve sarà la posa di 36 chilometri di
spartitraffico sulla Brescia-Cremona, finanziati in via d’urgenza dopo parecchi
incidenti mortali con scavalcamento di corsia. Su tutto infine aleggia il
fantasma del collegamento autostradale della Valtrompia, che giace al ministero.
Finalmente il Comune di Brescia ha approvato la convenzione che lega i
protagonisti della vicenda, così la Regione firmerà a sua volta; ma tutti si
sono detti consapevoli che bisogna premere con forza perché questo è il tassello
determinante dell’intera rete. Del resto, finché le autostrade non avranno il
loro tornaconto, non se ne farà niente. E ancora una volta ieri il presidente
del Broletto Andrea Lepidi si è pronunciato per una necessaria proroga delle
concessioni a società che con l’azionista pubblico oggi sono le uniche capaci di
garantire operazioni così costose come un programma.
GRAFFITI DICEMBRE
1998
Trafori: altro che Mortirolo, buchiamo il Tonale!
di Giancarlo Maculotti
Lungi da me l’idea che i problemi della Valcamonica si
risolvano solo con la viabilità. Sono convinto che se non si trova più coraggio
imprenditoriale e più voglia di sperimentare, che oggi francamente non si
vedono, anche se costruiamo un aeroporto o facciamo arrivare un’autostrada a sei
corsie fin sotto la parrocchiale di Mù, non usciremo dalla nostra debolezza
economica. Detto questo i collegamenti ci vogliono. E debbono essere rapidi e
comodi.
Si è parlato a lungo del traforo del Mortirolo. Un traforo
insulso visto che non porta da nessuna parte. La Valtellina è mal collegata con
tutto quanto le sta attorno: con la pianura, con il Grigioni, con Bolzano, con
l’Austria. Non mi pare ci siano progetti in grado di rompere l’isolamento per il
prossimo futuro.
Allora su quali collegamenti puntare? Due sono le direttive e
bisognerebbe perseguirle entrambe. Lo sbocco dell’alta valle non può essere che
verso l’autostrada del Brennero. Serve quindi il traforo del Tonale e del Passo
della Mendola. Bisogna poter arrivare in un’ora circa sull’autostrada per il
nord. Attualmente un Tir diretto a Bolzano o a Innsbruck, che non vuole
(soprattutto d’inverno) affrontare l’impervia strada del Tonale e della Val di
Sole, deve scendere fino a Brescia (2 ore abbondanti da Edolo), puntare su
Verona (altri tre quarti d’ora), salire a Trento (altra ora e mezza) e via di
seguito. Per evitare un percorso di poco più di 100 chilometri ne deve fare
quasi trecento con un dispendio incredibile di tempo e carburante.
Lo sbocco rapido verso l’autostrada del Brennero non è utile
solo a noi, è indispensabile anche per i solandri che propongono ai loro turisti
e ai loro trasportatori un vero calvario per arrivare fino a Pejo o a Madonna di
Campiglio.
Conosco già un’obiezione: l’autostrada trentina è già fin
troppo intasata. É vero. Ma non è una buona ragione per far stare su strade
secondarie, già al limite delle loro capacità, decine e decine di camion e
automobili. Con uno sbocco verso l’autostrada del Brennero acquisirebbe senso
anche il traforo stradale del Mortirolo perché diventerebbe anche per i
valtellinesi il modo più veloce per andare in
Germania e per essere raggiunti dai turisti tedeschi. Ma
lasciamo perdere il Mortirolo. Accontentiamoci
di un’eresia alla volta.
L’altro sbocco per la valle deve essere a sud e ha ragioni da
vendere Romele quando ipotizza il collegamento verso l’autostrada della Val
Trompia. Dispiace dirlo in una situazione dove i lavori sul lago d’Iseo sono ben
lontani dall’essere terminati e hanno assorbito valanghe di miliardi e, forse,
di tangenti.
Quella scelta è stata miope e non risolverà se non in parte i
nostri problemi di collegamento rapido.
L’idea giusta è quella del traforo verso la Val Trompia. Non
bastano ragioni ideologiche per smontarla.
Chi avesse idee più originali o meno costose si faccia avanti.
GRAFFITI GENNAIO 1999
Il traforo del Mortirolo non è un traforo insulso; lo
potrebbe diventare se fosse solo “un collegamento stradale tra la Valcamonica e
la Valtellina”, ma chi sostiene, ancora, che deve essere un traforo stradale?
di Luigi Mastaglia (Dipartimento
Trasporti e viabilità della Cisl Lombardia)
Ho letto su Graffiti del Dicembre ’98 un interessante
contributo al dibattito “sui trafori” a firma di Giancarlo Maculotti e
francamente mi sono sentito stuzzicato a parteciparvi sperando di suscitare
altrettanto interesse.
La sensazione che ho ricavato nel leggere l’articolo è stata di
disagio nel vedere come si continui a pensare alla soluzione dei problemi
dell’intasamento stradale, proponendo la realizzazione di nuove arterie stradali
(autostrade o trafori che siano) e pochi si pongano il problema di: sollecitare
il completamento di quelle progettate e finanziate o il recupero funzionale
delle vie di comunicazione esistenti (tracciati storici).
Un disagio rafforzato dal più completo disinteresse, che
traspare, rispetto alla necessità, ormai divenuta priorità in molti Paesi della
Unione Europea, di riorganizzare, recuperare e potenziare i “Trasporti
Ferroviari “ sia per la mobilità dei passeggeri che per le merci.
L’Alta Capacità ferroviaria che prevede il raddoppio o il
quadruplicamento delle linee esistenti su tratte importanti (vedi ad esempio la
Lione–Torino–Milano–Venezia–Trieste o il nuovo Brennero, ricompresi tra le
priorità dell’U.E.) o le recenti decisioni della Svizzera di procedere alla
realizzazione dei Trafori del S.Gottardo e del Loetschberger, costringono la
Regione Lombardia a progettare tenendo conto del contesto più generale e noi
abitanti della Vallecamonica e del Sebino a provare a pensare in una dimensione
un poco più vasta e se possibile a partecipare al dibattito per progettare un
futuro credibile, seppure già purtroppo condizionato da scelte fatte altrove.
Lo sviluppo della Vallecamonica è stato condizionato
negativamente almeno da due fattori:
1. la scarsa dotazione di infrastrutture viarie ed una ferrovia
rimasta, a parte qualche intervento negli ultimi anni, come è stata realizzata
agli inizi del secolo (un solo binario, a trazione non elettrica, ricca di
inutili passaggi a livello);
2. la chiusura a Nord del territorio Camuno, collegato con la
Valtellina dalle strade attraverso i passi del Gavia e dell’Aprica e con il
Trentino dal Passo del Tonale; questi collegamenti non sono certamente
all’altezza delle esigenze odierne di mobilità di persone e di merci.
Concordo, sul fatto, che i problemi della nostra area non si
risolvono solo con la dotazione di strade e ferrovia migliori per il traffico
interno e per il collegamento con la Pianura. Un impulso notevole
potrebbe derivare dalla possibilità di aprire un collegamento
agevole verso Nord con i mercati d’oltralpe, con l’Europa Centrale e questo,
rimane il problema di principale interesse cui dedicare attenzione ed impegni.
Nel frattempo, Cisl Cgil e Uil, insieme alle rispettive
Federazioni di Categoria dei trasporti, da anni si stanno battendo, e spesso in
perfetta solitudine, per un progetto di recupero del sistema viario e
ferroviario che permetta al territorio Camuno Sebino di rompere l’atavico
isolamento, a cominciare da quello verso la pianura.
Per le Organizzazioni Sindacali la Ferrovia Brescia Iseo Edolo,
doveva e deve assumere ruolo di asse portante del trasporto passeggeri e merci
lungo la vallata dell’Oglio, ed in questo modo garantire un’offerta competitiva,
celere ed ecologicamente valida, anche come concreto contributo per ridurre la
congestione sulle strade e favorire il rispetto ambientale.
L’asse ferroviario, è stato più volte sottolineato, dovrà
essere in grado di garantire la mobilità all’interno del bacino territoriale e
collegamenti funzionali con il restante territorio regionale.
Nei numerosi ed ormai periodici incontri con la Dirigenza delle
FNM e con l’Assessorato ai Trasporti della Regione Lombardia, il Sindacato,
locale e regionale, ha sollecitato un impegno per garantire flussi di
finanziamento continui indispensabili per recuperare l’efficienza e sviluppare
in tutta la sua potenzialità la Ferrovia. In particolare l’attenzione si è posta
su:
- Una rapida eliminazione dei Passaggi a Livello per i quali
esistono già progetti e disponibilità economiche con la soppressione dei P.L.
protetti con Segnali Ottico Acustici.
- La sostituzione dei ponti in ferro.
- Adeguare alle nuove esigenze di sicurezza ed efficienza,
l’Innovazione Tecnologica , con la posa degli impianti A.C.E.I. - Apparati
Centrali Elettrici Itinerari.
- La realizzazione e la messa in funzione delle Strutture di
interscambio (passeggeri) con annessi parcheggi, ed intermodali (merci).
- Il raddoppio dei binari in prossimità delle stazioni, a
partire da quelle con Centri di interscambio ed intermodali.
- Proseguire nella maggiore offerta di corse, sia per i
pendolari (studio e lavoro) sia per le esigenze turistiche e culturali. (es. si
può partire, senza costi eccessivi, con l’attivazione di un collegamento tra
Iseo e Milano via Rovato, anche per dare il segnale di una prima effettiva
integrazione tra la rete FNM e la rete F.S). Le FNM e FNME hanno confermano la
volontà di proseguire nella realizzazione del programma generale di
ammodernamento della linea ferroviaria che comporta un consistente impegno
di carattere finanziario; i finanziamenti disponibili:
- dalla Legge n. 910/86, £. 86 miliardi (oltre 70 già spesi);
- dalla L. n. 102/90 “Valtellina”, £. 17 miliardi (da
impegnare);
- dalla L. n. 297/78, £ 4 miliardi e 600 milioni;
- dalla Legge Regionale n. 31/96, £. 10 miliardi;
- per intervento di Darfo (frana) richiesti su L.R. n. 31/96,
£. 3 miliardi e 700 milioni;
- richiesta di finanziamento sulla Legge n. 611/96, £. 35
miliardi.
Per un totale di £. 156 miliardi e 300 milioni.
Ciò nonostante, è sempre presente il pericolo che da più parti
si tenda a identificare questa ferrovia, come un peso per le finanze delle FNM
ed un disservizio del quale si può ben fare a meno. Per questo l’impegno per il
recupero funzionale dell’asse ferroviario continua ad essere prioritario per il
Sindacato Camuno Sebino.
Quale ruolo si vuol far giuocare alla Ferrovia della
Vallecamonica? Quello di ramo secco, da potare, oppure, come espressamente
chiesto in tutti questi anni, quello di Asse portante del Trasporto Merci e
Passeggeri l’intera Area Camuno Sebina?
Per garantire un Futuro a questo Asse Ferroviario, sono
sufficienti i Progetti di Ristrutturazione e di riorganizzazione che lentamente
sono in fase di realizzazione?
Credo che sia necessario avere coraggio di proporre e
progettare guardando al Futuro, che poi non è tanto distante come potremmo
pensare.
La Regione Lombardia si è candidata, da tempo, a Crocevia per
gli scambi Commerciali Europei. Lo fa, senza essersi ancora dotata di quelle
Infrastrutture necessarie per divenire un “Crocevia”
non un “Ingorgo”; (Quadruplicamenti della Ferrovia nelle tratte
di maggior Traffico e Alta Capacità;
Passante Ferroviario di Milano; Interporti e Centri Intermodali
in grado di assorbire e smistare il Traffico Merci).
Mancano o sono carenti alcune importanti infrastrutture viarie,
(autostrade; pedemontana; collegamenti tra la montagna e la pianura che siano
all’altezza delle odierne esigenze di mobilità).
Le uniche vie di collegamento Ferroviario, della Lombardia, con
L’Europa sono ad Ovest, (Chiasso e Domodossola); ad Est (Brennero). Per moti
anni si è parlato di Traforo dello Spluga, definitivamente scartato dalla
Svizzera, che ora punta a privilegiare itinerari che interessano la parte Alpina
centro-occidentale.
Recentemente il Governo Svizzero ha deciso per il Traforo di
Base del S.Gottardo, la cui attivazione è prevista entro il 2010; si pone così
da subito (anche se era meglio da ieri) il problema dell’adeguamento dei binari
e delle strutture ferroviarie, a valle del traforo, per i collegamenti con la
Regione Lombardia.
Per evitare di dirottare anche il maggior traffico proveniente
dal S. Gottardo (dai Mercati del Centro Europa) sul Super-Intasato Chiasso e
convogliare nuovamente su Milano tutte le merci che sono dirette anche in altri
luoghi (ad esempio, per Bergamo, Brescia, Cremona, Mantova).
E per scongiurare lo scenario da “Grande Ingorgo”, vorrei
ricordare una proposta intelligente, presentata in un seminario promosso
dall’IreR (Istituto Regionale di Ricerca della Lombardia); lo specifico
riferimento è alla proposta contenuta nella Relazione del Dr. Lucio Stellario
D’Angiolini
presentata a Bergamo il 7.4.1995:
- Prioritario progettare e realizzare una linea a doppio
binario che colleghi Gravedona con Bellinzona (attraverso la Valle di S. Jorio
ed una galleria sotto il Passo del Càmedo).
- Tale linea da progettare con le caratteristiche di sagoma
allargata “Gabarit C” (Standard già adottati dalle Ferrovie Svizzere per i
Trafori del S.Gottardo e del Loetschberger) può offrire alternative tutte
ferroviarie al trasporto merci da... e per... i Paesi Europei sull’asse Nord
Sud. Su questa linea si possono trasportare containers di grandi dimensioni e
anche TIR di oltre 20 tonnellate (banditi dalle strade
Svizzere dal Referendum del settembre 1992).
- Da Gravedona la linea Gabarit C dovrebbe proseguire, per
Lecco-Bergamo da una parte e dall’altra per la Valtellina fino a Tirano, quindi
attraverso il Traforo Ferroviario del Mortirolo, giungere a
Edolo in Vallecamonica, proseguendo per Brescia, Cremona,
Mantova, fino al collegamento ideale con l’itinerario Fluvio-Marittimo.
Questa soluzione, avrebbe il pregio di:
- riequilibrare verso il settore Centro-Orientale della
Lombardia i grandi itinerari di trasporto in collegamento con i Mercati
dell’Unione Europea, evitando di fatto il pericolo del “Grande Ingorgo”
su Milano;
- collegare la Valtellina e la Vallecamonica, oltre alle
Province di Bergamo e Lecco, direttamente con i Mercati Europei;
- rappresentare l’unica alternativa (realizzabile) di rottura
dell’isolamento a Nord delle valli Camonica e Tellina, con positive conseguenze
sul sistema economico locale.
Mi rendo conto che, allo stato delle cose, pensare a questa
ipotesi è “quasi utopistico”, ma se non si raccolgono queste sfide e non si
sostengono ai vari livelli; le Forze Politiche e Sociali che operano nell’area
saranno condannate a continuare all’infinito l’esercizio delle lamentazioni
senza peraltro incidere sulle necessarie trasformazioni dell’economia locale per
uscire dall’isolamento e dal sottosviluppo.
Se veramente crediamo che il trasporto ferroviario in
Vallecamonica (merci e passeggeri) debba avere un futuro, è necessario oggi,
avere coraggio di proporre e contribuire a progettare questo futuro nel quale il
Traforo del Mortirolo può, a mio parere, giocare un ruolo importante, tutt’altro
che insulso.
Il trasporto su ferrovia è la migliore alternativa
all’intasamento stradale, e la migliore risposta ai problemi legati
all’inquinamento ed all’occupazione violenta del territorio.
GIORNALE DI BRESCIA 9 APRILE 1999
Risposta ad una interrogazione dei parlamentari leghisti
bresciani: come procedono Sebina e Camuna
Si prevede ancora un anno di lavoro a Sulzano e Capodiponte
di g. a.
Non di rado per sapere a che punto sono i lavori per la strada
sebino-camuna bisogna ricorrere al “sentito dire”, a notizie riferite di seconda
o terza mano. L’esperienza ha finora insegnato che le notizie peggiori sono
quelle che hanno più probabilità di essere vere, di solito. Ma finalmente,
grazie a due interrogazioni di quattro parlamentari leghisti di Brescia
(Caparini, Cè, Faustinelli e Molgora), abbiamo il parere “ufficiale” del
Ministero dei Lavori pubblici, con date precise ed elementi circostanziati.
Ecco, dunque, il punto della situazione. Le risposte sono state date in
Commissione Lavori pubblici, anche se va premesso che, secondo l’on. Caparini, i
dati «in alcuni casi appaiono già da ora inaffidabili. I tempi di consegna del
lotto 5 della statale 42 infatti sono ottimistici». Lo stesso deputato del
Carroccio ha incontrato il presidente dell’Anas, Giuseppe D’Angiolino, il quale
ha garantito che l’ente stradale sta seguendo con attenzione la viabilità camuna
e che, in particolare, sempre con riferimento al quinto lotto, lo stato di
avanzamento dei lavori per la galleria Capodiponte-Forno d’Allione è del 60 per
cento e che è stato disposto l’appalto per i lavori della finestra di
ventilazione già in parallelo con i lavori di scavo, per accelerare i tempi.
Ma cominciamo dalla “Sebina orientale”, la “510”. Qui il
“nodo”, come si sa, è il quinto lotto (da non confondersi con quello citato
sopra, quinto lotto anch’esso, ma della Statale “42”): cioè il tratto tra Iseo e
Vello di Marone. I due capilinea sono già completati da tempo, ma sono
inutilizzabili finché non sarà pronta la parte centrale, quella che interessa in
particolare Sulzano e Sale Marasino. Ebbene, il sottosegretario Mattioli, nella
sua risposta, spiega che «i lavori di completamento delle opere civili e delle
opere adiacenti necessarie per rendere funzionale l’intero tratto sono stati
affidati e consegnati in data 17 ottobre 1997 all’A.T.I. Secol Spa-Irces55
Srl-De Lieto Spa-Donati Spa e la loro ultimazione è prevista per il 3 aprile del
2000. É in avanzata fase di elaborazione, su incarico della Comunità montana del
Sebino bresciano, il progetto relativo alla costruzione degli svincoli ed opere
complementari (impianti, segnaletica, opere protettive eccetera). L’esecuzione
dei lavori previsti in quest’ultimo progetto è indispensabile per procedere
all’apertura dell’intero tratto (lotti 4, 5 e 6) e, pertanto, si dovrà procedere
al relativo appalto già durante lo svolgimento dei lavori attualmente in corso».
Notizie buone, si direbbe: pare si stiano rispettando i tempi
prefissati, a patto che quest’appalto venga concluso in fretta. Altrimenti
saremo, come si suol dire, al campo delle sete pertiche. E qui l’ottimismo viene
un po’ meno, alla luce della spiegazione che lo stesso Ministero da del grave
ritardo – quasi due anni tra la conclusione delle opere ed il taglio del nastro
– con cui è stato aperto, il 4 dicembre scorso, il collegamento con la statale
42, da Gratacasolo a Costa Volpino: le «difficoltà di appalto dei lavori e di
fornitura e posa delle barriere marginali, difficoltà insorte a seguito della
nuova normativa che richiede in fase di gara la presentazione di certificazioni
sulle barriere, che non risultavano ancora disponibili per tutte le tipologie».
Saranno superate, per il quinto lotto, queste difficoltà? «Giova sperare»,
direbbe Manzoni.
La situazione aggiornata, sempre da fonte ministeriale, per
quanto riguarda la statale camuna, invece, è la seguente: «Quinto e sesto lotto
(variante degli abitati di Capodiponte e di Cedegolo): l’ultimazione dei lavori,
inizialmente prevista per il luglio 1998, a causa del rallentamento subito in
conseguenza delle difficoltà insorte per il reperimento delle aree per lo
stoccaggio del materiale scavato, è ora prevista per il 15 marzo 2000, come
indicato nella perizia di variante tecnica in corso di approvazione. Per
l’apertura al transito sarà inoltre necessaria anche la realizzazione degli
impianti che, nel caso specifico, presentano una certa complessità a causa della
lunghezza della galleria di cinque chilometri.
Sesto lotto (secondo stralcio): è in corso la riprogettazione
del lotto in collaborazione con la Provincia di Brescia e la Comunità montana
per l’adeguamento alle nuove norme. In tale fase si sta inserendo anche la
progettazione della variante di Edolo (collegamento con la statale 39
dell’Aprica).
Quarto lotto (e siamo scesi a Breno): sono in corso di
esecuzione i lavori, si sta procedendo all’esame di alcuni problemi sorti per lo
scavo della galleria, a causa della potenziale instabilità in atto della parete
rocciosa esterna e della presenza di un canale idroelettrico, nonché connessi
all’attraversamento dell’abitato di Ceto, per il quale il Comune ha richiesto
sostanziali modifiche progettuali». E questo è quanto. Alla fine di entrambe le
risposte c’è un passo che speriamo beneaugurante: «Si assicura che le questioni
connesse agli interventi segnalati continueranno ad essere seguite con
particolare attenzione da parte del Ministero dei lavori pubblici».
GIORNALE DI BRESCIA
[...] LUGLIO 1999
La nuova Amministrazione comunale ha revocato la delibera
di quella precedente che dava il via libera
La bretella era prevista a Maspiano: «Dobbiamo approfondire»
di ...
Non è una grande novità che la costruzione della nuova statale
“Sebina orientale” somigli a quella del Duomo di Milano: da una parte c’è
l’ormai sicurissimo slittamento dei termini per il quinto lotto, Iseo-Marone,
visto che l’impresa appaltatrice chiede altri 8 miliardi e che gli appalti per
le opere di completamento sicuramente porteranno altri mesi vuoti. Ora sorge
anche il problema dello svincolo di Maspiano: la nuova Amministrazione di Sale
ha annullato la delibero della Giunta precedente, che aveva approvato il
progetto.
SALE MARASINO – Il sì al progetto era stato uno degli ultimi
atti dell’Amministrazione Tacchini: l’approvazione era anzi avvenuta a due soli
giorni dalle elezioni, l’11 giugno.
E la nuova Giunta si appiglia proprio a questo, per cominciare:
«L’importanza del progetto doveva far preferire la scelta di lasciare la
decisione all’amministrazione entrante, che doveva gestire la materia»; materia
che «merita di essere approfondita, studiata e sottoposta anche al giudizio dei
cittadini», tanto più che «fra gli interventi previsti dal progetto ve n’è
almeno uno che comporta una variante al Prg e, quindi, sposta la competenza
dell’approvazione al Consiglio comunale». (le frasi tra virgolette sono tutte
tratte dalla nuova delibera di Giunta, datata 24 giugno e ratificata poi dal
Consiglio comunale).
Sabato mattina gli amministratori, che dal canto loro [righe
mancanti nella fotocopia della pagine del giornale] cittadini sul posto della
“bretella”, dove un tecnico illustrerà che cosa si era previsto di fare: in
particolar modo a destare perplessità è la strada in fregio al nuovo tracciato
che dovrebbe collegare in quota Maspiano (Sale) con Tassano (Sulzano). La
realizzazione avrebbe indiscutibilmente un impatto ambientale molto drastico.
Inutile dire che nel caso il progetto venga poi definitivamente
bocciato, le sorti del già quinto lotto diverranno ancora più imprevedibili.
«Noi vogliamo solo – spiega il sindaco Ada Gasparotti – che i
cittadini sappiano esattamente che cosa si sta preparando in questa zona. Per
ora non abbiamo preso nessuna decisione. Questo il senso della “bocciatura”
toccata alla delibera precedente, tra l’altro approvata in fretta e furia, con
tre assessori presenti su cinque e senza neppure il sindaco. Certo che a Sale
uno svincolo dovrà essere costruito. Dove e [il pezzo fotocopiato finisce qui].
GIORNALE DI BRESCIA
[...] LUGLIO 1999
di v. m.
Sulzano – Se Sale ha problemi, Sulzano non ride: il sindaco
Giuseppe Ribola, messo sotto accusa perché a causare le ben note code sulla
Sebina sarebbe proprio il semaforo in centro al suo paese, ribatte chiedendo
agli organi di informazione un po’ di “propaganda” per velocizzare i lavori
sulla statale 510.
Di fronte allo scontento dei pendolari camuni, Ribola ribadisce
che il semaforo è innocente o comunque insostituibile: è attivo dalle 7 di
mattina alle 17 ed è necessario per gli abitanti delle frazioni che altrimenti
non riuscirebbero più ad immettersi sulla strada.
Inoltre il non funzionamento implicherebbe la presenza costante
di un vigile all’incrocio e Sulzano ne ha solo uno; la Polizia stradale di Iseo
e l’Anas poi, hanno la possibilità di spegnerlo quando lo ritengono opportuno.
Ribola chiede quindi di cercar di sensibilizzare le istituzioni perché vengano
finalmente terminati i lavori della ss 510 invece di scagliarsi contro
l’Amministrazione, che ha le mani legate.
Purtroppo la costruzione della nuova Sebina incontra nuovi
ostacoli: la data [manca una riga di giornale] dovrebbe essere la primavera del
2000, ma la ditta appaltatrice De Lieto ha chiesto una perizia suppletiva, del
costo di 8 miliardi, perdendo sei mesi rispetto all’appalto; ora, lamentando
problemi di autorizzazione da parte dell’Anas, ha anche diminuito il numero
[manca una riga di giornale].
Il sindaco afferma che in questi mesi si è lavorato al 20%,
perciò il 14 luglio ha deciso di scrivere una lettera all’Anas e, per
conoscenza, al Prefetto di Brescia ed al presidente della Comunità montana,
richiedendo informazioni sull’iter dei lavori di completamento del 5º lotto
della ss 510. Anzi, ritenendo scontato che le date promesse non saranno
rispettate, si sollecitano spiegazioni esaurienti da parte dell’Ente, invitato
anche a partecipare ad un’assemblea pubblica indetta per settembre con lo scopo
di informare tutti gli interessati sulla situazione.
GIORNALE DI BRESCIA
26 LUGLIO 1999
Sopralluogo nella località Maspiano, dove l’Anas vorrebbe
costruire la “bretella” di raccordo
Una relazione tecnica sulle caratteristiche del nastro
d’asfalto
di Lucia Sterni
Tutti a vedere lo svincolo di Maspiano e la “bretella” per
Sulzano. O meglio: tutti a vedere il luogo dov’esso dovrebbe essere costruito.
Perché, come scrivevamo nei giorni scorsi, la realizzazione del manufatto è
tutt’altro che certa, dopo che l’Amministrazione salese ha revocato la delibera
della precedente Giunta che dava il disco verde ai lavori, con l’intenzione di
discuterne più approfonditamente. Insomma, un altro momento di dubbio sulla
realizzazione della “variante” alla Statale Sebina, le cui traversie sono ben
note a tutti. Il termine della primavera del 2000 per il completamento del
tratto fino a Marone è ormai un’illusione, una chimera.
SALE MARASINO – Nella mattinata di ieri, sabato 24 luglio,
l’Amministrazione comunale di Sale Marasino ha promosso un incontro in località
Maspiano, per illustrare alla cittadinanza il progetto dello svincolo sulla
nuova superstrada n.510, che andrà a servire l’accesso dei paesi di Sale
Marasino e di Sulzano.
Tale progetto, realizzato dal “Centro studi e progetti” di
Verona per conto dell’Anas, era stato approvato dal precedente governo locale
come uno degli ultimi atti del proprio mandato elettorale e, successivamente,
revocato con delibera dell’attuale maggioranza, come abbiamo scritto nei giorni
scorsi.
Durante il sopralluogo, il tecnico municipale, partendo dal
territorio di Sulzano, ha cercato di evidenziare in particolare l’impatto che le
nuove “bretelle” verrebbero a creare sull’abitato di Sale Marasino. Sono infatti
previste rampe di accesso ed uscita da e per Brescia localizzate in Sulzano,
all’altezza della chiesa di Tassano, che a loro volta verranno collegate con una
strada di servizio alle rampe da e per la Valle Camonica. Lo scopo della
relazione tecnica era finalizzato a rendere più comprensibile ai numerosi salesi
presenti il tracciato principale della superstrada, dotato dei relativi
svincoli, sottolineando nel dettaglio le quote altimetriche, i raggi di
curvatura ed i relativi dislivelli della viabilità futura locale e statale.
Con la sospensione del progetto di completamento relativo alla
nuova statale “Sebina Orientale”, approvata recentemente dall’attuale
maggioranza comunale, si è voluto prendere tempo per ulteriori verifiche ed
approfondimenti, al fine di risolvere dubbi e perplessità già emerse sulla
validità dell’opera stessa.
Dall’incontro è emersa anche la opportunità di fissare una
eventuale assemblea pubblica per un confronto diretto con la stessa cittadinanza
che, dopo essere stata tecnicamente informata, avrà così modo di esprimere le
proprie valutazioni.
Come il sindaco di Sale Marasino, Ada Gasparotti, spiegava nei
giorni scorsi al nostro giornale, la revoca della delibera non significa
automaticamente una bocciatura del progetto relativo allo svincolo, ma soltanto
l’inizio di una pausa di riflessione, in modo da permettere ai cittadini di Sale
di rendersi meglio conto dell’entità del progetto, della sua funzionalità e
dell’impatto ambientale, che risulterebbe sicuramente notevole: cosa che del
resto si può dire di tutta la nuova Sebina, tanto che di essa si parla
dall’inizio degli anni Settanta.
Quel che è certo è che queste ulteriori verifiche produrranno
come risultato altri ritardi sul completamento della nuova strada, ritardi che
si andranno ad accumulare con quelli finora già consumati e pazientemente
sopportati dagli utenti della strada.
Insomma, il futuro collegamento viario sebino-camuno, inserito
dalla Regione Lombardia quale obiettivo primario nel piano stradale lombardo,
ancora una volta rischia di subire rallentamenti, che peseranno sui tempi
prefissati per la ultimazione dell’importante asse viario.
BRESCIAOGGI 4 AGOSTO 1999
Sale Marasino. No al raccordo con la ss 510: lo dice il
Comitato civico spontaneo
«Usiamo i soldi per curare i danni all’ambiente causati
dalla strada»
di Giuseppe Zani
No a qualsiasi svincolo di collegamento si voglia realizzare in
territorio salese tra la litoranea e la nuova 510 e sì alla proposta di
finanziare, in sua vece, opere di ripristino ambientale lungo il quinto lotto
dell’asta principale. Ecco i due obiettivi per centrare i quali è nato in questi
giorni a Sale Marasino un “Comitato civico spontaneo”, non legato a nessun
partito né a nessun schieramento, anzi gelosissimo della propria autonomia.
Vi hanno aderito, a titolo esclusivamente personale, Antonio
Albertinelli, Luca Bellegrandi, Claudio Bonissoni, Gianpietro Borghesi, Antonio
Burlotti, Mario Gaspari, Arnaldo Martinengo Ragazzoni, Vittorio Faccoli Riva e
Cesarino Turelli. Tutti compaiono con tanto di indirizzo e numero telefonico in
calce a una lettera aperta indirizzata all’Amministrazione comunale, lettera che
sarà distribuita casa per casa, affinché quanti ne condividono il contenuto la
sottoscrivono.
Si parte con una raccolta di firme, dunque. Poi, come in una
partita a scacchi, si farà la seconda mossa in base a come avrà reagito
l’attuale maggioranza di governo. La quale, lo ricordiamo, dopo aver provveduto
ad annullare il parere favorevole dato due giorni prima delle elezioni
dall’allora Giunta Tacchini al progetto di svincolo previsto a
Maspiano-Gandizzano, continua a ripetere che lo svincolo del centro lago ci
vuole, ma sulla sua ubicazione – pur tradendo un debole per l’opzione
originaria: Presso – ancora non si sbilancia esplicitamente.
«La nostra è un’iniziativa civica che vuol convincere e
coinvolgere senza forzare la mano a chiccesia - spiega Gianpietro Borghesi –.
L’ipotesi di chiedere un referendum? Nel corso dell’assemblea itinerante
tenutasi fra Maspiano e Gandizzano, sabato 24 luglio, il sindaco Ada Gasparotti
ha messo le mani avanti dicendo di essere contraria ad un eventuale referendum
perché i cittadini di Sale Marasino sono sufficientemente rappresentati dal
Consiglio comunale. Personalmente non ne faccio una questione di forma, ma di
sostanza – sottolinea Borghesi –. Se la maggioranza dei salesi si pronuncerà
contro lo svincolo, bisognerà pure che chi deve decidere ne prenda atto».
Sarà il caso di illustrare, per sommi capi, la “lettera aperta”
citata.Ogni svincolo di collegamento fra litoranea e nuova statale 510 “Sebina
orientale” a Sale Marasino, sostengono i suoi estensori, è inutile e dannoso.
Inutile perché l’apertura della nuova ss 510 abbatterà drasticamente l’intensità
del traffico sulla litoranea, rendendone agevole e piacevole il percorrerla. Non
solo: i dislivelli dei collegamenti ipotizzabili tra l’abitato di Sale e la
nuova 510 finiranno per dissuadere chiunque dall’utilizzarli, mentre i flussi
turistici troveranno comunque adeguato sbocco negli svincoli già in fase di
ultimazione a Iseo, Sulzano, Marone e Vello.
Quanto al danno, è del tutto evidente che lo svincolo renderà
meno belle e turisticamente appetibili le colline salesi. «Se poi si volesse
legare il nuovo svincolo a ipotesi di insediamenti produttivi nella piana di
Presso e in quella di Balgià – continua il testo della missiva – si dovrebbero
fare i conti con conseguenze irreparabili».
Verrebbero radicalmente stravolti i centri storici di Marasino
e Presso e le balze circostanti, i costi per adeguare la viabilità minore
ricadrebbero sulle spalle della comunità salese, le attività artigianali e
industriali finirebbero inevitabilmente per inquinare le polle sorgive che si
raccolgono nel pianoro di Presso e che alimentano l’acquedotto che serve larga
parte della popolazione salese.
Meglio, dunque, rinunciare a qualsiasi tipo di collegamento con
la 510 e dirottare le risorse finanziarie così risparmiate a minimizzare
l’impatto ambientale lungo l’arteria a scorrimento veloce, «nell’ottica di un
vero e proprio ripristino che consenta il massimo recupero della qualità della
vita, oggettivamente compromessa».
GIORNALE DI BRESCIA
11 AGOSTO 1999
Le varianti alle Statali incontrano continue difficoltà,
non sempre per colpa dell’ente pubblico
La mappa dei lavori in corso fornita dall’Anas all’assessore
provinciale
di g. p.
Il neo assessore ai Lavori pubblici della Provincia, ing. Mauro
Parolini, ha incontrato il 5 agosto scorso il capo compartimento dell’Anas della
Lombardia, ing. Maurizio Maurizi, che gli ha esposto il quadro aggiornato dei
cantieri aperti per migliorare la viabilità sulle strade statali nella nostra
provincia. Il quadro presentato dall’Anas è esattamente quello che viene esposto
qui sotto. La convinzione che se ne ricava è che il fronte dei lavori è molto
ampio, ma nessuna delle opere avviate già da molti anni, alcune da una decina,
sono arrivate a compimento. L’assessore provinciale, in carica da pochi giorni,
ha detto chiaramente ieri mattina che la Provincia non ha alcun potere di
intervento diretto e può soltanto, in qualche caso, favorire le procedure con la
progettazione affidata al suo ufficio tecnico. Inoltre, può essere di stimolo
all’Anas, sollecitando l’attuazione dei piani, con un maggior coordinamento
degli enti locali interessati e una più attenta verifica sui tempi: ma è pur
sempre troppo poco per rimediare a ritardi nella esecuzione dei lavori che sono
sotto gli occhi di tutti e che, aggiunge Parolini con un po’ di rassegnazione,
non dipendono neppure, in molte circostanze, dall’ente statale.
Entrando nel merito, l’assessore trova conforto nel fatto che a
settembre si comincerà ad intervenire sulla Gardesana, nel tratto tra Toscolano
e Limone, prevedendo anche la costruzione di una galleria che però potrà
cominciare nel Duemila. Un progetto più ambizioso per sistemare la viabilità in
riva al lago che costerebbe 300 miliardi (il dettaglio è illustrato qui sotto)
potrebbe essere realizzato solo con una legge speciale che, si sa, richiede
tempi piuttosto lunghi, ammesso che si rovino i soldi.
Per le varianti delle statali 11, 510 e 45bis emergono
prospettive poco incoraggianti.
Cominciamo con gli interventi di manutenzione straordinaria per
la messa in sicurezza della Ss 45bis da Toscolano Maderno (km 75) a Limone (km
106) con un finanziamento di 6 miliardi.
Il Compartimento Anas di Milano sta predisponendo la perizia
per l’esecuzione dei seguenti urgenti interventi:
a)
realizzazione di galleria artificiale della lunghezza di 170 metri circa
in loc. “Voltino” al km 99;
b)
sistemazione di tre canali di scarico in comune di Limone del Garda;
c)
chiodatura di ammassi rocciosi al km 96;
d)
sostituzione sistemi frenanti barriere paramassi, sistemazione di
protezioni esistenti ed integrazione barriere nelle tratte mancanti;
e)
messa in sicurezza finestre lesionate di ventilazione gallerie;
f)
verniciatura pareti laterali gallerie.
É stata ultimata l’installazione dell’impianto semaforico
selettivo in prossimità della galleria di sezione inadeguata al traffico
contemporaneo nelle due direzioni di automezzi pesanti ed autocorriere.
1)
Ss 11 “Padana Superiore” –
Lavori di riqualificazione (3ª corsia)-Tangenziale Sud di Brescia.
Progettazione, a livello definitivo, redatta dall’Ufficio tecnico della
Provincia di Brescia sulla base delle convenzioni stipulate con l’Anas ed il
Comune di Brescia. Studio di valutazione di impatto ambientale, redatto
dall’Anas in corso di esame da parte del Ministero dell’ambiente. Si ritiene che
la promozione da parte del Ministero della prevista conferenza di servizi e
l’espressione del conseguente parere possano trovare conclusione in tempi
abbastanza contenuti e comunque entro il 1999. L’importo presuntivo dei lavori è
di 370 miliardi, dei quali circa 200 miliardi disponibili per il 1º lotto,
dall’innesto della variante alla Ss 11 in comune di Roncadelle alla Sp 19 per
Quinzano.
2)
Ss 11 “Padana Superiore” –
Variante di Ponte San Marco. Intervento di riqualificazione ed ammodernamento.
Stato di avanzamento dei lavori a circa il 90%. Ora sono fermi in quanto è in
atto un contenzioso tra Anas e impresa appaltatrice per la cui soluzione è in
corso una trattativa di carattere transattivo. Per il completamento sono
necessari, dalla ripresa delle opere, circa 8 mesi. Per una verifica sullo stato
di attuazione delle procedure di realizzazione del prolungamento della Ss 11 in
territorio veneto, la Provincia di Brescia organizzerà un incontro con Verona,
concertando le azioni per un eventuale sollecito alla Regione Veneto per
definire gli aspetti progettuali che consentano di dare avvio alla tanto attesa
deviante di Peschiera del Garda, in collegamento funzionale con la variante di
Sirmione.
3)
Ss 11 “Padana Superiore” –
Variante da Brescia a Urago d’Oglio – 1º lotto dalla tangenziale sud di Brescia
alla Sp 19. L’impresa che doveva eseguire l’intervento è fallita. Riaggiornato
il progetto alla vigente normativa sui lavori pubblici, integrato con
l’intersezione alla piattaforma allargata della Tangenziale Sud, con la bretella
di collegamento alla ex Ss 11 in prossimità della Mandolossa, con l’adeguamento
della tratta di interconnessione Ss 11-Ss 510 e con la riqualificazione
dell’intersezione con la Sp 45. Il progetto verrà esaminato in sede di
conferenza di servizi il 14 settembre a Milano.
4)
Ss 11 “Padana Superiore” –
Variante da Brescia a Urago d’Oglio – 2º lotto (dalla Sp 19 alla Sp 17). Lavori
principali ultimati. In corso l’invio all’Anas di Roma della perizia per
consentire l’apertura al transito del lotto di collegamento alla Sp 19 ed
adeguamento svincolo con la Sp 17 in comune di Chiari. É stata posta
all’attenzione dell’Anas la possibilità di consentire la parziale fruibilità del
lotto, dalla Sp 16 Rovato/Trenzano ad Urago d’Oglio, all’atto dell’ultimazione
del 3º lotto, prevista per il mese di dicembre.
5)
Ss 11 “Padana Superiore” –
Variante da Brescia a Urago d’Oglio – 3º lotto (dalla Sp 17 alla Ss 469). Stato
di avanzamento dei lavori a circa l’85%. In corso stesura perizia per
adeguamento intersezione con la Sp 72 e completamento opera. Ultimazione
prevista per la fine ’99.
6)
Ss 42 “del Tonale e della Mendola”
– Lavori di ammodernamento 4º lotto (Breno-Capodiponte). Lavori
consegnati il 31 marzo ’98; tempo utili 720 giorni; ultimazione per contratto il
20/03/2000, data che non potrà essere rispettata in quanto i lavori sono
parzialmente sospesi per verifiche inerenti la costruzione del tratto in
galleria (incisioni rupestri, vicinanza pendio in frana sulla linea delle Fnme e
adiacenze galleria idroelettrica Edison). Per il lotto di adeguamento è stata
sollecitata l’Anas a voler avviare con il necessario livello di approfondimento
l’iter procedurale per consentire la positiva conclusione delle istanze di
variante sollecitate dal Comune di Ceto, territorialmente competente.
7)
Ss 42 “del Tonale e della Mendola”
– Lavori di ammodernamento 5º e 6º lotto (variante agli abitati di
Capodiponte, Sellero e Cedegolo). Stato di avanzamento al 45%. In corso
contenzioso con impresa per il ritardo dei lavori e per le riserve in ordine al
deposito dei materiali provenienti da scavi in galleria, contenzioso in via di
soluzione amministrativa. Sono altresì in corso di affidamento le opere di
realizzazione della finestra di aerazione (tempo utile 600 giorni).
8)
Ss 42 “del Tonale e della Mendola”
– Lavori di ammodernamento lotto 6º bis (Cedegolo-Malonno-variante di
Edolo). Il progetto va adeguato alla vigente normativa. In corso di definizione
convenzione tra Anas, Provincia di Brescia e Comunità montana di Valle Camonica.
9)
Ss 45bis “Gardesana Occidentale”
– Lavori di ammodernamento tra Virle Tre Ponti e Tormini – 3º lotto, 1º stralcio
(variante di Roe Volciano). Da completare i lavori in corrispondenza del
cantiere archeologico di Monte Covolo (a settembre è prevista la chiusura della
nuova Ss 45bis per consentire la realizzazione delle opere). Ultimazione
primavera del 2000.
10)
Ss 45bis “Gardesana Occidentale”
– Lavori di ammodernamento tra Virle Tre Ponti e Tormini – 3º lotto, 2º stralcio
(interconnessione di Tormini). In corso lavori di completamento. Ultimazione
primavera 2000.
11)
Ss 45bis “Gardesana Occidentale”
– Lavori di ammodernamento tra Virle Tre Ponti e Tormini – 3º lotto, 3º stralcio
(svincolo Sant’Anna di Salò). Rescisso il contratto a seguito fallimento
impresa. Progetto dei lavori di collegamento, aggiornato alla vigente normativa,
all’esame della direzione Anas di Roma per l’approvazione e l’appalto.
12)
Ss 45bis “Gardesana Occidentale”
– Variante in corrispondenza svincolo di Tignale. Il progetto è depositato
presso la direzione Anas di Roma per l’approvazione e l’appalto; per il suo
finanziamento è stata inoltrata da parte del Compartimento Anas di Milano
richiesta ufficiale all’amministratore delegato Anas dott. D’Angiolino per
l’approvazione di una legge speciale, che consenta di realizzare contestualmente
anche gli altri interventi lungo il tratto da Gargnano a Limone della statale,
più precisamente: 80 miliardi per la riqualificazione della Ss 45bis tra il km
86+567 ed il km 88+800 nel comune di Gargnano, compreso lo svincolo di Tignale
con la Sp 38; 30 miliardi per la riqualificazione in sede di tratti saltuari
della strada statale tra i km 88+600 e km 106+848 nei comuni di Tignale,
Tremosine e Limone del Garda; 145 miliardi per la costruzione di tre gallerie
naturali fra punta Forbisicle e Limone per l’eliminazione di tratti soggetti a
caduta massi; 45 miliardi per il consolidamento statico ed adeguamento della
sagoma delle gallerie a sezione ristretta da Gargnano a Limone del Garda. Per un
totale di 300 miliardi.
13)
Ss 236 “Goitese” – Variante di
Montichiari – 1º stralcio. É prevista l’ultimazione per il mese di dicembre
1999, subordinata comunque al nulla-osta da parte dell’Aeronautica militare per
l’abbassamento di una condotta militare, interferente con il traciato.
14)
Ss 236 “Goitese” – Variante di
Montichiari – 2º stralcio. Lavori eseguiti al 95%. In corso la realizzazione
della perizia per lavori di completamento. Ultimazione dicembre ’99;
l’intervento è funzionale al 1º stralcio; l’Anas sta comunque attendendo
l’autorizzazione da parte dell’autorità di Bacino per conferire le acque
meteoriche stradali nel fiume Chiese.
15)
Ss 236 “Goitese” – Variante di
Montichiari – 3º stralcio. Lavori eseguiti al 95%. Risolti recentemente problemi
collegati all’esproprio di immobili. Ultimazione prevista nel dicembre ’99.
16)
Ss 237 “del Caffaro” – Lavori di
ammodernamento – 1º lotto (Vobarno-Sabbio Chiese). Lavori eseguiti al 35%. Opere
parzialmente in sospensione, per ricorsi al Tar di due ditte espropriate. Sono
da risolvere alcune interferenze con la Snam.
17)
Ss 237 “del Caffaro” – Lavori di
ammodernamento – 2º lotto (Sabbio Chiese-Barghe Nord). Lavori eseguiti al 95%.
Ultimazione prevista nella primavera 2000.
18)
Ss 237 “del Caffaro” – Lavori di
ammodernamento – 3º lotto (Barghe Nord-Idro Sud). Il progetto originale,
comprendente l’intera tratta da Barghe Nord a Storo, è stato bloccato con
decreto del 1994 dal Ministero per i beni culturali ed ambientali, con rilievi
che in maggior misura riguardavano il tratto lacuale dell’arteria. Per
consentire il riavvio delle procedure mirate ad ottenere il reinserimento
dell’opera nei Piani regionali e nei programmi finanziari dell’Anas, la
Provincia, la Comunità montana di Valle Sabbia ed i Comuni di Barghe, Idro,
Lavenone, Treviso Bresciano e Vestone (territorialmente competenti) hanno
approvato in linea tecnica gli elaborati grafici planimetrici relativi alla
tratta Barghe Nord-Idro Sud predisposti dal settore viabilità del Dipartimento
lavori pubblici della Provincia sulla scorta del precedente studio e degli
incontri di approfondimento a tale scopo organizzati. L’ufficio è in attesa dei
provvedimenti di competenza di enti diversi per inviarli alla Soprintendenza per
i Beni culturali e ambientali di Brescia al fine di ottenere l’assenso formale
alla realizzabilità dell’opera.
19)
Ss 469 “Sebina occidentale” –
Variante all’abitato di Palazzolo. I lavori sono in avanzata fase di
realizzazione. Devono essere ancora posizionati sotto il sedime ferroviario i
due sottopassi realizzati fuori opera in prossimità della Ss 573, la cui spinta
potrà essere iniziata espletata la relativa gara d’appalto a seguito della
sottoscrizione della convenzione tra Anas e Fs. É altresì in corso da parte
dell’Anas la stesura di una perizia per consentire l’esecuzione dei lavori
necessari allo smaltimento delle acque meteoriche stradali. L’ultimazione delle
opere è prevista per l’estate 2002. Rimane aperto il problema del Comune di
Capriolo, contrario all’apertura al pubblico transito di tale lotto nelle more
della realizzazione della variante all’abitato medesimo, in quanto tutto il
traffico verrebbe ricondotto sulla attuale Ss 469 attraverso una strada di
lottizzazione in corrispondenza di un pericoloso incrocio in prossimità del
centro storico.
20)
Ss 469 “Sebina occidentale” –
Variante all’abitato di Capriolo. Importo 35 miliardi circa. Il progetto,
cofinanziato dalla Provincia, dalla Comunità montana del Sebino bresciano e dai
Comuni di Capriolo e di Palazzolo, è stato inoltrato alla Regione Lombardia con
richiesta di esclusione di valutazione di impatto ambientale; entro fine
settembre è prevista la conferenza dei servizi.
21)
Ss 510 “Sebina orientale” –
Lavori di ammodernamento – 4º lotto (Iseo-Pilzone). Lavori ultimati; aperta al
traffico solo la variante di Iseo, in quanto il restante lotto è funzionale al
completamento del 5º.
22)
Ss 510 “Sebina orientale” –
Lavori di ammodernamento – 5º lotto (Pilzone-Marone). Importo 170 miliardi
(comprensivo completamenti 4º e 6º lotto). Lavori eseguiti al 70% dopo
riaffidamento opere per fallimento impresa mandataria. Necessaria
predisposizione perizia e reperimento fondi per 22 miliardi.
23)
Ss 510 “Sebina orientale” –
Lavori di ammodernamento – 4º lotto (completamento svincoli ed opere di
inserimento ambientale). Recentemente completata progettazione su incarico
Comunità montana del Sebino bresciano con cofinanziamento della Provincia e dei
Comuni di Sale Marasino e Sulzano. Progetto in attesa di finanziamento (circa 60
miliardi). Perplessità in ordine alla soluzione progettuale adottata per lo
“Svincolo di medio lago” da parte dell’Amministrazione comunale di Sale Marasino
e delle Comunità locali. La Provincia si farà promotrice di un incontro tra le
parti per una verifica delle posizioni, così da consentire la conclusione
dell’iter realizzativo dell’opera.
24)
Ss 510 “Sebina orientale” –
Lavori di ammodernamento – 6º lotto (Marone-Vello). Lavori ultimati, ma non
funzionali in attesa del completamento del 5º lotto.
25)
Ss 510 “Sebina orientale” –
Lavori di ammodernamento – 7º lotto (svariante di Pisogne). Lavori principali
ultimati. In corso lavori complementari; da risolvere problemi di infiltrazione
acqua nelle gallerie. Prevista apertura nel mese di dicembre ’99.
26)
Ss 567 “Desenzano-Castiglione delle
Stiviere” – La Provincia verificherà con i Comuni di Desenzano e Lonato,
territorialmente competenti, le possibili soluzioni ai problemi interessanti la
viabilità minore emersi a seguito della realizzazione del raddoppio della
carreggiata contestuale all’apertura al traffico della deviante di Castiglione
delle Stiviere. É stato richiesto all’Anas di accertare la disponibilità dei
fondi a suo tempo stanziati per la prevista deviante Desenzano-Padenghe, per un
loro eventuale utilizzo atto a risolvere, in maniera meno pesante per l’ambiente
di quello originariamente previsto, il collegamento tra la Ss 567 e la Ss 572.
IL GIORNO 26
SETTEMBRE 1999
Il segretario degli edili della Cgil, Domenico Ghirardi,
richiama l’attenzione sulle necessarie opere viarie lasciate incompiute
«Bisogna avere consapevolezza di individuare le priorità,
come le statali 42 del Tonale e della Mendola e la 510, Sebina orientale»
di Salvatore Spatola
Ma i problemi dei lotti incompiuti delle statali 42, del Tonale
e della Mendola, e 510, Sebina orientale, sono rinviati alle calende greche?
«I problemi delle strade – risponde alla nostra domanda
Domenico Ghirardi, segretario degli edili della Cgil – devono trovare
l’attenzione da parte di tutte quelle forze che hanno a cuore la struttura
viaria, evitando di concentrare la loro attenzione sulle opere futuribili».
La tabella che proponiamo evidenzia le necessità economiche per
il completamento delle statali 42 e 510 e per il miglioramento della viabilità
intervalliva, quindi verso Sondrio, Tirano, la Svizzera, il Trentino, Bergamo e
Brescia.
Nel passato, con l’unità delle forze politico-sociali, sono
stati raggiunti dei risultati. Ultimamente si evidenzia la necessità di
riaccordare l’azione. Non servono, quindi, illusioni di promesse di opere nuove
che, seppur utili, nella realtà, mancando le risorse sono di difficile
realizzazione.
«A questo punto – precisa Ghirardi – bisogna avere la
consapevolezza di individuare le priorità. A nostro avviso esse consistono nel
completamento delle opere già avviate nelle statali 42 e 510 e nel puntare al
miglioramento degli attuali assi viari verso l’Aprica, il Crocedomini e Bergamo.
Occorre, inoltre, migliorare i collegamenti intervallivi».
É preferibile agire su più assi viari o puntare al traforo,
voluto da qualcuno, della Valtrompia? «Noi riteniamo che si migliori il
collegamento verso Bergamo, che consente l’innesto nell’autostrada
Milano-Venezia – risponde il nostro interlocutore –. Inoltre, siamo per il
completamento della ss 510, che darebbe la possibilità di collegamento con
Brescia; il miglioramento della statale 39, che consente il collegamento con
Sondrio e la Svizzera; il miglioramento della statale 345 che da Breno sale a
Crocedomini, che può collegarci col Garda e col Trentino. Non sono queste le
situazioni già esistenti che, migliorate, possono rendere più agevole il
collegamento intervallivo?».
A questo punto che fine farebbe il traforo della Valtrompia?
«Passa in second’ordine – dice Ghirardi –, anche perché non credo che le aziende
di quella valle siano lì ad attendere quest’opera per insediarsi in Valcamonica.
Non credo che l’offerta di lavoro sia tale da dare una risposta
ai bisogni esistenti in Valcamonica. Teniamo i piedi per terra e convinciamoci
che la viabilità, da sola, non risolverà il problema dello sviluppo del nostro
territorio neanche sul piano occupazionale».
Quali sono le priorità? Nella tabella se ne individuano alcune,
anche in virtù del fatto che i finanziamenti disponibili sono pochi. Per
ultimare le opere prioritarie occorrono, dunque, 525 miliardi: oltre 35 miliardi
per il 4º lotto, Breno-Capodiponte; 25 miliardi per i lotto 5º e 6º della
Capodiponte-Berzo Demo; 120 miliardi per il 7º e 8º lotto, Berzo Demo-Edolo; 180
miliardi per la Pianico-Bergamo; 50 miliardi per il 5º lotto della
Pilzone-Sulzano; 12 miliardi per la Castro-Sarnico; 18 miliardi per
Breno-Crocedomini; 25 miliardi per la Edolo-Aprica; 60 miliardi per Tresenda,
Sondrio e Svizzera.
Per il tratto della ss 42 che inizia a Berzo Demo e arriva a
Edolo, bisogna effettuare una “Conferenza dei servizi” per adeguare il progetto.
Non serve, dicono le organizzazioni sindacali, un’altra superstrada, ma soltanto
la sistemazione dell’asse viario esistente, con l’allargamento dell’atuale
assetto. Si pensa a dei bivi che puntano verso Pontedilegno e per l’Aprica
scavalcando l’abitato di Edolo. «Questa è una proposta diversa dal progetto
iniziale – spiega il segretario degli edili della Cgil –. La stessa Anas ha
proposto il suo adeguamento. La Conferenza dei servizi deve saper individuare se
è utile puntare al riadeguamento o perorare la causa del progetto iniziale.
Sulla questione della Valtrompia credo che non si tratti di
essere a favore o contro, ma di siscuterne seriamente. Se si crede nel traforo,
occorre unire pubblico e privato e pensare pure all’allungamento della
metropolitana leggera per Brescia».
BRESCIAOGGI [SENZA
DATA, MA SI PARLA DI “PRIMAVERA”, 1999 O 2000?]
Valcamonica, Cgil e Cisl ce l’hanno con l’assessore
provinciale Bruno Bedussi
Ritardi nel tratto fra Darfo e Gratacasolo
di Salvatore Spatola
Dopo il recente incontro in Provincia sulla viabilità, sembrava
che per il comprensorio camuno-sebino le cose fossero mutate. Stando a notizie
delle ultime ore pare invece che piccoli e grandi problemi non consentiranno
all’Anas di onorare alcuni impegni presi.
La prima nube riguarda il tratto Toline-Gratacasolo della
strada statale 510, in comune di Pisogne. La Cogefar ha ultimato i lavori e
chiuso il cantiere. Rimangono da realizzare le opere di completamento, che
devono ancora essere appaltate.
Domenico Ghirardi, segretario della Cgil edili, e Roberto
Ravelli Damioli, segretario generale della Cisl del comprensorio camuno-sebino,
hanno manifestato le proprie rimostranze all’assessore provinciale Bruno
Bedussi: lei ha costituito un osservatorio provinciale sulla viabilità
dimenticando di includere le organizzazioni sindacali e altre associazioni
imprenditoriali, oltre all’Aib, hanno lamentato in sostanza i sindacalisti.
Ghirardi e Damioli hanno chiesto a Bedussi un incontro per
chiarire lo stato di progettazione della strada statale 510, in particolare
rispetto alle opere di completamento di alcuni cantieri, coinvolgendo
l’assessore alla Comunità del Sebino bresciano, Roberto Bona. «Abbiamo chiesto
questo incontro perché le cose non procedono come ci avevano riferito negli
ultimi incontri i responsabili dell’Anas – afferma Ghirardi – Siamo a primavera
e l’appuntamento con l’apertura del Gratacasolo-Darfo, priorità delle priorità,
non è stato rispettato. Sappiamo che erano in corso gli appalti per il
completamento delle barriere e delle asfaltature dello svincolo di Gratacasolo,
assieme alla soluzione del problema di Piancamuno, ma tutto è fermo. É
ingiustificabile che una strada ultimata non sia percorribile per mancanza delle
opere di completamento.».
Un altro problema chiede chiarimenti. Si tratta del quinto
lotto della strada statale 510, meglio conosciuto come il lotto di Sulzano. I
lavori sono ripartiti e dovrebbero essere completati entro il 2000. In questi
giorni è stata evidenziata la mancanza di alcuni elementi, che condizioneranno
l’apertura del lotto a opere ultimate. Mancherebbero circa 15 miliardi per i
lavori di completamento.
«Vogliamo capire se la progettazione sia stata completata,
essendo indispensabile per avere il finanziamento necessario per lo svincolo di
Zone – continua Ghirardi –. Si chiede se questi lavori siano stati appaltati
contestualmente all’avanzamento e al grado di finitura del quinto lotto».
Intanto la Comunità montana ha convocato una conferenza stampa
per domani, in occasione della consegna dei lavori per la realizzazione del
quarto lotto della strada statale 42, Breno-Capodiponte. Sarà presente anche
l’assessore Bedussi, a cui le organizzazioni sindacali avranno molte cose da
chiedere.
GIORNALE DI BRESCIA 5
NOVEMBRE 1999
Il presidente della Provincia contesta il taglio dei fondi
destinati alla Iseo-Boario e alla tangenziale sud di Brescia
Oggi l’assessore Parolini a Milano per chiedere il sostegno
della Regione
di Enrico Mirani
«Mobiliteremo i sindaci e le comunità locali per far sì che
l’Anas rispetti gli impegni». Così il presidente della Provincia, Alberto
Cavalli, commenta il taglio dei fondi per le strade bresciane deciso nei giorni
scorsi da Governo ed Anas. Oggi, a Milano, ci sarà un incontro fra l’assessore
regionale ai Trasporti, Giorgio Pozzi, e l’assessore provinciale ai Lavori
pubblici, Mauro Parolini. Al centro della discussione questa brutta novità.
Parolini chiederà che la Regione sostenga le buone ragioni bresciane e insista
affinché, nel prossimo piano triennale delle opere, l’Anas comprenda il
completamento delle opere avviate o decise. Come la “Sebina” e la tangenziale
sud di Brescia, due strade sotto la scure dei tagli. «Un vero fulmine a ciel
sereno», confessa Cavalli. «L’Anas, più volte, anche di recente ci aveva
garantito che tutto andava bene. Ora contravviene ad accordi precisi già
stipulati. É inammissibile». Il presidente della Provincia non si aspettava la
brutta nuova, anticipata l’altro ieri dall’assessore regionale Giorgio Pozzi:
Governo e Anas (nell’ambito della Finanziaria) hanno tolto dal piano triennale
’97-’99 delle opere ben seicento dei mille e cento miliardi inizialmente
destinati alla costruzione e al miglioramento delle strade lombarde. L’abbiamo
appreso anche noi dall’assessore e dalla stampa», dice Alberto Cavalli.
«Questo atteggiamento dell’Anas si commenta da solo. Le
preoccupazioni espresse anche al presidente della Regione, Formigoni, si sono
rivelate vere: ho la sensazione che l’Anas voglia allontana- [pezzo
interrotto]»... mento dei venticinque cantieri aperti e il rispetto, da parte
dell’Anas, degli impegni presi.
Fra i primi ci sono il IV, V e VI lotto della Iseo-Boario, fra
gli altri la terza corsia e il miglioramento della tangenziale sud di Brescia. I
tagli decisi comprendono i trentuno miliardi della “Sebina” e i duecento della
tangenziale. Il progetto definitivo di quest’ultima giace da alcuni mesi al
Ministero dell’ambiente in attesa di ottenere il nulla-osta riguardo
all’impatto sul territorio, prima di varare il progetto esecutivo. Il tratto
interessato è di quindici chilometri, fra Rezzato e Roncadelle. Si tratta di un
investimento complessivo di 370 miliardi. La progettazione è stata fatta
dall’Anas. Si prevede la terza corsia e la costruzione di nuovi svincoli per
quella che è una delle strade più trafficate della Lombardia. «Finire le opere
iniziate e rispettare gli accordi sono priorità indiscutibili», dice Cavalli.
«Come si fa a togliere i fondi per la “Sebina” e la tangenziale di Brescia, due
opere largamente condivise ed attese?».
Un altro tema di forte contrasto con l’Anas riguarda la
dismissione delle strade statali. La Provincia di Brescia dovrebbe prendere in
carico circa settecento chilometri di asfalto ora Anas, «una rete per il cui
ammodernamento – dice Cavalli – dovremmo spendere mille e settecento miliardi».
Una cifra che gli attuali bilanci della Provincia garantiscono in un... secolo.
«Innanzitutto – informa il presidente – abbiamo ottenuto di spostare di un anno
l’operazione. Assumeremo le strade Anas non dal primo gennaio 2000, ma dal
Capodanno del 2001». La Provincia, però, chiede il trasferimento di risorse
adeguate: fondi per la manutenzione e per gli investimenti migliorativi. A
questo punto la dismissione potrebbe essere graduale. Alberto Cavalli avanza una
provocazione: «Lo Stato con la privatizzazione dell’Enel incasserà 35mila
miliardi. Perché non destinarli all’ammodernamento delle infrastrutture viarie
in primo luogo? Brescia e provincia, vista l’importanza economica, avrebbero
diritto ad una bella fetta di denaro».
Ci sono anche altre prese di posizione. Il presidente della
Regione, Formigoni, ha inviato una lettera al ministro dei Lavori pubblici,
Enrico Micheli: «I tagli – si dice fra l’altro – risultano intollerabili ed è
necessario un confronto immediato per verificare la strada presa dal Ministero».
Il consigliere regionale della Lega Nord, Germano Pezzoni, sostiene che «i
bresciani e tutti i lombardi hanno subito un vero e proprio furto. L’assessore
Pozzi e Formigoni gridano allo scandalo, ma il dubbio è che non abbiano fatto
abbastanza per portare in Lombardia i soldi indispensabili per le nostre
strade».
Per il segretario lombardo della Fit Cisl, Dario Balotta,
«l’errore è stato della Regione che ha dato per certi investimenti che non lo
erano. La Regione deve intraprendere le misure possibili per razionalizzare la
viabilità: costituire un coordinamento degli enti interessati alla gestione
delle strade, definire un piano di interventi, monitorare la circolazione e
indicare in tempo reale itinerari alternativi nei casi di incidenti».
GIORNALE DI BRESCIA 3
DICEMBRE 1999
Stasera assemblea pubblica sulla viabilità sebina
di l. s.
“Viabilità del Basso Sebino” è il tema dell’assemblea pubblica
fissata per stasera, venerdì 3 dicembre, alle 20.30 nella chiesa dei Disciplini
a Sale Marasino. L’incontro-dibattito, organizzato dal Comitato civico spontaneo
contro la realizzazione di svincoli sul territorio di Sale Marasino, è aperto a
tutti, amministratori, residenti e non. Interverranno il prof. Floriano Villa,
docente all’Università di Venezia, che tratterà la «vulnerabilità dell’area e
tutela ambientale». Seguiranno le relazioni dell’arch. Federico Acuto,
Università di Milano, sull’accessibilità del medio lago a partire dalle
problematiche della strada sebina orientale, e del geometra Pietro Borghesi,
responsabile regionale del Servizio divulgazione tecnici comunali, sui progetti
di svincolo e sulle connessioni “critiche” con il tessuto urbano. Concluderà la
conferenza l’avv. Pietro Gabarino, di Legambiente.
Ricordiamo che il Comitato spontaneo salese si è costituito fra
alcuni residenti impegnati affinché il Consiglio comunale «adotti la scelta
migliore» in ordine alla localizzazione della bretella di collegamento con la
nuova statale numero 510. L’incontro di questa sera, programmato dallo stesso
gruppo già da alcuni mesi, segue la raccolta di oltre 1.400 firme di
concittadini e turisti, legati al paese sebino, perché qui trascorrono
abitualmente le proprie vacanze. Firme depositate in Comune, che avvallano la
presa di posizione del Comitato: gli svincoli ipotizzati finora,
“Maspiano-Gandizzano” e “Presso”, non sono utili e indispensabili. Al contrario,
sono ritenuti dispendiosi e dannosi all’ambiente, al paesaggio, alla viabilità
locale interna e alla qualità della vita.
Restando sempre in tema dell’utilità o meno delle bretelle a
Sale Marasino, i consiglieri della Lega Nord nell’ultimo Consiglio comunale, che
si è svolto nei giorni scorsi, hanno avanzato la richiesta di indire un
referendum consultivo sull’annosa questione. La maggioranza comunale, che si è
gia detta favorevole alla realizzazione di uno svincolo sul proprio territorio
senza però sciogliere la riserva sulla località, ha bocciato la protesta
dell’opposizione perché ritenuta fuori tempo. Il referendum, se approvato,
avrebbe infatti rimandato per altri mesi la questione, mentre l’Anas esige una
risposta immediata.
Ieri sera, si è svolto un incontro in Comunità montana del
Sebino bresciano tra l’Ente montano, l’Amministrazione salese e i progettisti.
Dunque l’Amministrazione comunale dovrebbe far conoscere la propria proposta
sulla bretella di collegamento alla nuova statale 510.
BRESCIAOGGI 29
GENNAIO 2000
Statali 510 e 42: situazione difficile
Parlamento a favore del completamento
di l.r e s.p.
Cresce l’allarme e la preoccupazione, in Valcamonica, per
l’interruzione dei lavori al quinto e sesto lotto della statale 42 del Tonale,
nonostante il Parlamento, con il parere favorevole del ministro dei Lavori
pubblici, abbia approvato un ordine del giorno riguardante proprio le statali
510 e 42, presentato da un gruppo di deputati della Lega Nord. Una notizia che è
stata portata in Valcamonica direttamente dall’onorevole Davide Caparini, primo
firmatario del documento che «impegna il governo ad attivarsi al fine di
consentire il completamento delle due strade statali, individuando le opportune
risorse finanziarie».
L’ordine del giorno è stato accolto come raccomandazione dal
governo, in coda alla Finanziaria 2000. La Camera ha ritenuto «improcrastinabile
il completamento dei lavori di ammodernamento delle statali 510 e 42, importanti
vie di comunicazione dell’intero sistema viario della Lombardia, anche al fine
di ovviare ai persistenti problemi di inquinamento acustico e atmosferico
causati dall’alta densità del traffico».
L’onorevole Caparini giudica «un segnale positivo»
l’accoglimento dell’ordine del giorno da lui presentato con gli onorevoli Cè,
Molgora, Terzi, Stucchi e Alborghetti. «Però non ci si deve illudere. Il
capitolo finanziamenti dei cantieri è sempre più aperto, sopratutto considerato
l’imminente conferimento alle Regioni della maggior parte delle strade oggi
statali».
Ma mentre da Roma arrivano queste informazioni, in Valcamonica
tira aria di grande preoccupazione. Infatti le organizzazioni sindacali di Cgil,
Cisl e Uil del settore dell’edilizia, hanno tenuto un’assemblea di tutti i
lavoratori nel cantiere di Capodiponte dell’impresa Edolo Scarl, per esaminare
la delicata situazione del quinto e del sesto lotto della statale 42 del Tonale.
Terminata l’assemblea si è tenuto pure un altro incontro con l’impresa, al
termine del quale la direzione ha comunicato che «l’incontro avuto a Milano il
24 e 25 gennaio con i vertici dell’Anas non ha permesso di trovare una soluzione
immediata ai problemi posti dalle perizie di variante avanzate dall’impresa, che
ammontano ad oltre 32 miliardi. La decisione di tale problematica dovrà essere
affrontata dall’Anas di Roma e dall’avvocatura dello Stato. L’apertura della
formale procedura per il censimento di tutti i 64 lavoratori durerà 75 giorni.
Al termine di questo periodo, se non sarà nel frattempo trovata la soluzione al
contenzioso delle perizie di variante, l’impresa licenziata tutti i dipendenti,
cessando l’attività del cantiere».
Le organizzazioni sindacali hanno quindi provveduto a
sollecitare le istituzioni, Comunità montana e Provincia, affinché convochino il
Comitato per la viabilità, per definire al più presto un’azione unitaria che
porti a un incontro con l’Anas di Roma per scongiurare la chiusura del cantiere,
che potrebbe allungare a chissà quali tempi il completamento dell’opera, oltre a
far lievitare i costi per un successivo riappalto dell’opera.
Il sindacato ha invitato pure i parlamentari bresciani a
svolgere un’azione di pressione verso gli organi competenti perché l’iter
procedurale dell’esame delle perizie sia effettuato in tempi brevi. Si chiede in
sostanza che Anas e impresa possano trovare una rapida soluzione per poter
garantire il proseguimento dei lavori.
In caso contrario, i sindacati hanno già preannunciato
«iniziative eclatanti», perché «non si può accettare che questa vicenda conosca
un triste e drammatico epilogo».
BRESCIAOGGI 17
FEBBRAIO 2000
L’assessore provinciale Parolini fa il punto dei cantieri
dell’Anas aperti nel Bresciano
Nodi da sciogliere in Valcamonica; attese novità per Lenese
e statale 11
di Eugenio Barboglio
I lavori sulle principali direttrici stradali che segnano il
territorio provinciale «proseguono con regolarità, sia pure tra intoppi e
rallentamenti». É questo, in sintesi, il giudizio dell’assessore Mauro Parolini,
a compendio dell’opera di monitoraggio sui cantieri stradali bresciani.
A tenere banco sono la Tangenziale sud di Brescia e la statale
668 “Lenese”. Ma anche l’ultimo tratto della statale 42 della Valcamonica, con
il nodo di Badetto di Ceto.
Nell’insieme, sono ancora numerosi i cantieri aperti nei punti
nodali della rete viaria bresciana. La Provincia ha riscontrato da parte
dell’Anas disponibilità al dialogo e apertura nella risoluzione dei problemi che
rallentano l’assegnazione dei lavori e l’esecuzione. Una disponibilità più della
periferia, a livello cioè di compartimento milanese, piuttosto che del centro,
ovvero Roma.
I guai riguardano alcuni contenziosi tra imprese e Anas o tra
questa e i comuni, su tutti quello di Ceto. Poi c’è una certa «vischiosità
procedurale», una pesantezza della struttura Anas e una complessità burocratica
che «non è più accettabile», ha sottolineato Parolini. La Provincia agisce da
pungolo nei confronti dell’Anas ed è insieme interlocutore flessibile nella
composizione dei contenziosi. In particolare l’assessore ha messo l’accento
sulle irregolarità procedurali: nel caso di Ceto si sono riscontrati vizi nella
procedura di esproprio: di qui l’apertura di una fase giudiziaria, con ricorso
al Tar e relativo blocco dei lavori. Contenziosi su cui Parolini vede margini di
soluzione laddove le parti dimostrino flessibilità e rinuncino a irrigidimenti.
Ecco in sintesi lo stato dei principali cantieri, con
l’avvertenza – lo ha più volte ribadito l’assessore – che tempi e preventivi
sfuggono alla disponibilità della Provincia.
Tangenziale sud –
l’iter istruttorio della valutazione di impatto ambientale per la terza corsia è
alle battute finali. In primo piano l’inquinamento. Contro i rumori sono
previsti pannelli lungo tutto il fronte dei lavori. L’importo dei finanziamenti
è di 200 miliardi, secondo il piano triennale Anas. Punto interrogativo sul
lotto da cui partire.
Statale 11 – Con la
fine di maggio dovrebbero terminare le opere principali e a dicembre dovrebbe
essere completata la riprogettazione della variante di Ponte San Marco con
l’intersezione sulla “Mocasina-Montichiari”. Sull’altro versante, inserita nel
prossimo piano di investimenti (70 miliardi), c’è la riqualificazione
dell’incrocio della Metra e la bretella di collegamento con la statale 510 alla
Mandolossa. A fine maggio è invece prevista l’apertura del tratto da Urago
d’Oglio alla Sp 16 Rovato-Trenzano.
Statale 42 del Tonale
– Tanti i problemi sul tappeto. Il rinvenimento di incisioni a Ceto ha fatto
scattare l’intervento della Soprintendenza archeologica. Soluzioni: il tratto di
galleria già realizzato verrebbe demolito o, in alternativa, verrebbero rimossi
e riposizionati i graffiti. Altra questione è il finanziamento della perizia di
compatibilità ambientale della variante a Badetto. Infine il già accennato
contenzioso tra Anas e l’impresa costruttrice per il quinto e sesto lotto. Si
sta cercando una soluzione, ma i tempi saranno lunghi (2-3 anni).
Statale 668 Lenese –
La questione è essenzialmente la sicurezza. L’Anas ha detto sì alle previste
rotatorie e controstrade per evitare l’uscita diretta sulla statale delle
abitazioni. La Provincia sarebbe disposta a sostenere i comuni attraverso un
raddoppio degli investimenti, coinvolgendo la Regione. Il 21 febbraio è in
programma un incontro con i rappresentanti dei comuni.
Statale 45 bis – La
Provincia intende evitare che i cantieri (protezione dello scavo archeologico
del Monte Covolo e galleria artificiale) restino aperti anche nel periodo
estivo. Con questo intento ha invitato l’Anas a far opera di sensibilizzazione
nei confronti dell’impresa incaricata della posa della galleria. Questa si è
detta pronta a fare il possibile per stringere i tempi. Quanto allo svincolo di
Sant’Anna (già stanziati 45 miliardi) la Provincia ha chiesto all’Anas che fine
abbia fatto il finanziamento. C’è inoltre un progetto di una galleria naturale
contro la caduta dei massi sul tratto Gargnano-Limone.
Statale 469 – Variante
di Palazzolo: sono in fase di appalto le pavimentazioni per la rotatoria sulla
statale 573, in apertura a fine maggio. Alla direzione Anas di Roma è in attesa
di approvazione la perizia relativa all’esecuzione di opere di smaltimento di
acque e la costruzione di una rotatoria a Capriolo.
Statale 510 Sebina – É
a Roma la richiesta di perizia per il completamento del tratto tra Iseo e
Marone, per un importo di 24 miliardi. Nell’importo verrebbe ricompresa anche la
realizzazione di uno svincolo a Marone. Intanto è stato aperto parzialmente lo
svincolo di Toline: sono ora in fase di appalto il completamento del collettore
fognario e delle acque di infiltrazione in galleria, delle griglie dei
marciapiede e dell’impiantistica elettrica. Termine dei lavori: giugno 2000.
Statale 345 delle Tre Valli
– Per il finanziamento dell’intersezione di Villa Carcina non si potrà far
ricorso a fondi straordinari ma al massimo attingere allo stanziamento previsto
dal piano triennale (165 miliardi).
IL GIORNO 17 FEBBRAIO 2000
Per gli interventi più urgenti sulle strade sono
disponibili 900 miliardi in 6 anni, ma ne occorrerebbero almeno 2mila 700
di Magda Biglia
La coperta è troppo stretta: da qualsiasi parte la tiri, ti
accorgi che proprio non basta, anzi funge al massimo da foglia di fico. L’Anas
della Lombardia ha a disposizione 900 miliardi in sei anni e gliene
occorrerebbero almeno 2.700 per gli interventi più urgenti, che significa finire
strade cominciate da anni, rendere più sicuri i cosiddetti tratti della morte,
ossigenare arterie al collasso. E la viabilità bresciana è la più disastrata per
comune ammissione.
Il 4 di febbraio l’assessore Mauro Parolini ha partecipato ad
un incontro presso il ministero dell’Ambiente dove è all’esame lo studio di
valutazione ambientale del progetto di allargamento della tangenziale sud della
città. In quell’occasione ha posto sul tavolo tutti i nodi irrisolti della
nostra rete viaria, ricevendo molti no, qualche tentennamento e alcune promesse.
Le riferisce alla città, declinando però ogni responsabilità circa il reale loro
mantenimento.
La tangenziale sud, argomento principe, al primo posto
nell’elenco delle priorità fornito dal Broletto, potrebbe essere una delle
realizzazioni, 200 miliardi sono previsti nel piano triennale Anas 2000-02
tuttora però in fase di definizione tra ministero P.I. e Regione. Sono 8
chilometri da casello a casello da triplicare con aggiunta della corsia di
emergenza; il progetto messo a punto dai tecnici provinciali comprende pure il
rifacimento di molti svincoli veramente pericolosi e il posizionamento delle
barriere antirumore. Non appaiono invece scritti nel piano triennale i segmenti
verso Roncadelle da un lato e verso Rezzato dall’altro.
La tangenziale è un pezzo di statale 11 il cui restyling è
diviso in vari lotti: tra le promesse, sta il completamento, entro la fine di
maggio di quest’anno, della variante di Ponte San Marco e del tratto che collega
Urago d’Oglio ala provinciale 16 Rovato-Trenzano.
La Lenese, ovvero la statale 668, tornata alla ribalta con gli
ultimi tragici incidenti ma da sempre rischiosissima per i suoi incroci, è la
seconda priorità indicata dalla Provincia ma le speranze sono poche. Tanto che
si stanno architettando delle alternative: per un’operazione tampone fatta di
rotatorie il Pirellone si è detto disposto a sborsare l’equivalente di quanto
tireranno fuori il Broletto e i Comuni interessati. L’Anas, bontà sua, darà loro
il permesso di lavorarci.
L’eterna 45bis del Garda è ferma verso Salò dopo il solito
fallimento della ditta; quanto ai lavori nella zona archeologica di Villanuova
l’annuncio è che la galleria di 118 metri prefabbricata sarà pronta prima
dell’assalto turistico estivo, ma i timori dati dall’esperienza non sono pochi.
La statale del Tonale è in crisi a Ceto per il ritrovamento di
alcuni graffiti e in forse rimane la variante che dovrebbe impedire
l’attraversamento dell’abitato di Badetto. Più su per ora non si va per il
contenzioso tra Anas e ditta appaltatrice che minaccia licenziamenti per il
lievitare dei costi.
Quanto alla Sebina si spera nel 2001 per la Iseo-Marone.
GIORNALE DI BRESCIA
17 FEBBRAIO 2000
L’assessore provinciale ai Lavori pubblici Mauro Parolini
fa il punto sullo stato dei lavori riguardanti le numerose tratte stradali in
costruzione
Buone notizie nella Bassa e sul Garda, problemi in
Valcamonica
di Enrico Mirani
Il 2000 sarà un buon anno, parola dell’Anas. Numerosi cantieri
aperti da tempo immemorabile verranno completati e tronchi di strade importanti
saranno aperti al traffico. «Mi raccomando – dice l’assessore provinciale ai
Lavori pubblici, Mauro Parolini – deve essere chiaro che si tratta di previsioni
dell’Anas». La Provincia, per i ritardi (oppure per gli anticipi...) rispetto
alle date annunciate, «non ha alcuna responsabilità. Io riferisco solo quanto
detto dall’ente».
La prudenza di Parolini è comprensibile: la cronaca ha dovuto
troppo spesso registrare rinvii e promesse non mantenute. Per problemi diversi,
ma il risultato non cambia. «La Provincia ha il compito di coordinare Anas e
enti locali al fine di risolvere, dove è possibile, problemi e situazioni
critiche». Niente ruolo diretto, quindi, tiene a sottolineare l’assessore
provinciale. Vediamo, strada per strada, qual’è lo stato di attuazione dei
lavori riguardanti i cantieri dell’Anas ancora aperti.
Il panorama dei lavori sulle nuove strade statali è in
chiaroscuro. Ci sono ancora degli intoppi su alcuni tracciati: meno che in
passato, anche perché nel corso del tempo molti nodi sono stati sciolti. «Ci
sono cantieri che proseguono bene, altri vanno a rilento, come la statale del
Tonale e della Mendola oppure la statale 237 in Valsabbia. Gli intoppi
principali riguardano questioni formali, la salvaguardia di siti archeologici,
le procedure farraginose dell’Anas, «molti problemi sono causati dalla struttura
dell’ente. Noi abbiamo trovato una grande disponibilità da parte dei dirigenti a
Roma e Milano. Vediamo la situazione, cantiere per cantiere.
[...]
Statale 42 del Tonale e della
Mendola. I lavori proseguono. Ci sono due problemi, però, che riguardano
il IV lotto. Uno di natura archeologica: all’imbocco del tratto in galleria a
nord di Ceto sono state scoperte delle incisioni rupestri. Per salvaguardare i
reperti ci sono due possibilità: demolire in parte il manufatto già costruito,
rimuovere le incisioni per collocarle in un luogo più accessibile ai visitatori.
L’Anas si starebbe orientando su quest’ultima soluzione: in ogni cado serve il
benestare della Sovrintendenza.
Il secondo intoppo riguarda Badetto di Ceto: sarà inviata
all’Anas di Roma la relazione di impatto ambientale per chiedere la costruzione
di una galleria artificiale coperta, che non tagli in due l’abitato. Sarebbero
necessari sei miliardi: «La Provincia può mettere, per cominciare, 300 milioni;
la Regione può dare un altro contributo. Ma su questa vicenda – dice Parolini –
l’Anas si è irrigidita».
Quanto al V e VI lotto, l’assessore sostiene che «non
sussistono motivazioni tecniche per la sospensione dei lavori». I contenziosi
aperti fra l’Anas e l’impresa costruttrice sarebbero in via di definizione.
[...]
Statale 510. Per il
tratto Iseo-Marone (V lotto) all’Anas di Roma giace la richiesta per autorizzare
la redazione di una perizia: riguarda il completamento dell’asta principale e
dell’intersezione di Iseo. Sono necessari 24 miliardi. I lavori potrebbero
essere finiti già alla fine dell’anno prossimo.
Quanto allo svincolo di Marone (VI lotto) la direzione lavori
sta studiando la possibilità di realizzare la bretella sul lato sud con i fondi
della perizia riguardante il V lotto.
E veniamo alla variante di Pisogne. É stato parzialmente aperto
lo svincolo di Toline: è in corso di appalto l’ultimo lotto del collettore per
captare le acque in galleria. Finite le griglie sui marciapiedi e
l’impiantistica elettrica. C’è un problema con l’Enel per la fornitura
dell’energia alla cabina di trasformazione già allestita. Secondo l’Anas le
opere dovrebbero essere ultimate a fine giugno 2000.
BRESCIAOGGI 27 MARZO
2000
Da Darfo il tour elettorale
«Ho ottenuto un accordo con il Governo e sono stati
sottoscritti i finanziamenti necessari. I progetti potranno uscire dal libro dei
sogni»
di ...
«Finalmente vi porto una buona notizia. Ho ottenuto, dopo un
anno abbondante di pressing col Governo, un accordo di “programma quadro” che
avevo predisposto nel 1998 e che avevo sottoposto al Governo nel 1999. Un
accordo da me firmato con diverse, successive promesse, ma slittate di mese in
mese. Oggi sono sottoscritti i finanziamenti».
A Darfo Boario Terme il presidente uscente della Regione
Lombardia ha iniziato il suo tour elettorale annunciando che le strade escono
dal libro dei sogni per entrare nel novero della realtà.
«Innanzitutto – ribadisce Formigoni – per la statale 510, da
Pisogne a Darfo, e per la statale 42 da Darfo a Edolo, sono stanziati 532
miliardi. Inoltre, per Brescia, Iseo, Pisogne ci sono altri 29 miliardi, secondo
i progetti già concordati dalla Regione, dalla Provincia e dagli enti locali.
Per la statale 42, da Darfo a Edolo (in particolare per la variante di Niardo,
Braone e Badetto di Ceto) sono a disposizione 10 miliardi; per la Pisogne-Darfo
Boario, strada di Costa Volpino, sono previsti 7 miliardi».
Sul fronte delle Ferrovie Nord il presidente ha ribadito che
sono stati spesi 170 miliardi per la sicurezza della linea ferrata. Inoltre, il
5 aprile prossimo saranno iniziati i lavori per la “Bala” di Darfo Boario Terme,
per spostare la ferrovia e dare una nuova sistemazione all’Oglio.
«Ci siamo mossi soprattutto attraverso un utilizzo massiccio ed
europeo. La Regione Lombardia aveva accumulato un ritardo precedente al 1995 che
aveva fatto della nostra Regione la Cenerentola d’Europa. Noi abbiamo usufruito
di tutti i fondi a disposizione e abbiamo completato i programmi con sei mesi di
anticipo; ho perciò avuto consistenti aumenti. Per il prossimo quinquennio
avremo 2.800 miliardi sul versante della formazione per i giovani e per la
riqualificazione dei 40enni e 50enni del mercato sul lavoro.
Per le donne abbiamo approvato 62 progetti in provincia di
Brescia e due Comuni, Darfo e Cedegolo, sono stati inseriti nel progetto
dell’Unione Europea per aiutare l’imprenditoria femminile».
Sul fronte del turismo, risorsa importante per la valle
dell’Oglio, sia per il turismo termale che per quello culturale e invernale ha
sostenuto: «Occorre valorizzare il settore che è al primo posto nell’economia
lombarda».
GIORNALE DI BRESCIA 27 MARZO 2000
Ieri durante gli incontri per la campagna elettorale
di Gian Mario Martinazzoli
Il presidente della Regione, Roberto Formigoni, ieri ha
dedicato mezza giornata alla Valcamonica accompagnato da una sporta di “buone
notizie” che vanno dalla viabilità alla lotta alla disoccupazione, dal rilancio
del turismo alla sanità. In poche ore è riuscito a far tappa a Darfo Boario
Terme, Esine, Breno, Malonno e Pontedilegno.
A Darfo Boario ha incontrato la stampa ed ha subito chiarito
che portava con sé significative novità per quanto riguarda il fronte della
viabilità, il più spinoso di tutti. Il presidente della Regione ha poi spiegato
che i fondi per il completamento delle statali 510 Sebina orientale e 42 della
Valcamonica il Governo li ha trovati «dopo un anno di pressing da parte nostra».
Quindi, stando alle parole di Formigoni che su queste
indicazioni ha detto di voler mettere personalmente la faccia, non dovrebbero
più esserci da parte dell’Anas tentennamenti in merito alle risorse necessarie
per completare l’ammodernamento delle due statali che portano in Valcamonica
rispettivamente da Brescia e da Milano-Bergamo.
Diverso è il discorso sui tempi di completamento delle opere,
rispetto ai quali Formigoni ha detto di non possedere ancora elementi
sufficienti per dare un’indicazione precisa.
Buone notizie anche per quanto riguarda l’attraversamento di
Badetto di Ceto. Ha comunicato che è stata approvata una variante di 10 miliardi
che dovrebbe consentire di venire incontro alle richieste del comitato di
cittadini che chiede la galleria in luogo della trincea a cielo aperto.
Ma Formigoni si è soffermato anche sulle percentuali di
disoccupazione in Valle, «in molti casi il doppio di quelle regionali e perfino
nazionali», indicando nei fondi a sostegno della formazione e riqualificazione
professionale il volano capace di ridurre l’incidenza del fenomeno.
Ha poi ricordato l’attenzione prestata in questi anni dalla
Regione ai temi del turismo, sulla scia anche di quanto consente di fare la
legge sulla montagna.
«Siamo orgogliosi – ha detto in conclusione Formigoni – della
nostra riforma sanitaria che ha dato maggiore libertà ai cittadini».
E citando l’Asl camuno-sebina ha voluto ricordare che «non è
figlia di nessuno e che è nata «dentro una precisa programmazione regionale».
BRESCIAOGGI 28 MARZO
2000
L’opera di Berzo Demo
«Il progetto è da rivedere»
di Luciano Ranzanici
Giovanna Bonomi e Santo Spavetti sono due privati cittadini
schierati da tempo a difesa della viabilità camuna, ma soprattutto nella difesa
degli abitanti di una parte della valle. E se la signora di Badetto di Ceto si è
battuta con successo (è di pochi giorni fa la notizia dell’avvenuto
finanziamento) per ottenere la costruzione della galleria artificiale per
l’attraversamento della frazione, il geometra di Berzo Demo, in solitudine,
prosegue la propria crociata sullo svincolo di Berzo Demo del 5º/6º lotto della
superstrada.
Il libero professionista ha inviato lettere su lettere ai
vertici dell’Anas, al prefetto, ai politici valligiani e all’assessore ai Lavori
pubblici della Provincia, Mauro Parolini, sottolineando l’irrazionalità dello
svincolo, così come progettato, definendolo pericoloso e disagevole per il
traffico.
«Basterebbe eseguire il raccordo stradale tra la variante e la
statale 42 in modo sensato – spiega Spavetti – con maggiore attenzione per la
sicurezza delle persone. Che senso logico ha questo progetto? – si chiede
Spavetti – Dove è previsto l’incrocio c’è scarsa visibilità all’ingresso (circa
100 metri verso Edolo e 120 verso Demo), e in uscita dalla galleria la
visibilità è di circa 30 metri, quindi la velocità massima per l’arresto è di 40
chilometri orari. La pericolosità dello svincolo si potrebbe evitare creando
un’entrata diretta da Edolo sulla destra verso Breno, e una uscita diretta
arrivando da Breno verso la Valsaviore».
Ma le osservazioni del professionista sono cadute nel quasi
totale disinteresse, e praticamente nessuno ha saputo dargli una risposta
compiuta. Solo l’assessore ai Lavori pubblici della Provincia ha ritenuto
evidentemente fondati i timori e i rilievi del geometra di Berzo Demo. Parolini
gli ha infatti scritto condividendo «la preoccupazione evidenziata circa i
livelli di sicurezza del raccordo con l’attuale viabilità statale, nelle more
della costruzione del prolungamento della tratta in variante fino a Malonno», e
ha assicurato che «il problema è stato più volte rappresentato dall’assessorato
ai competenti vertici dell’Anas in occasione di numerosi incontri: alcuni
approfondimenti in questo senso sono in corso da parte della direzione lavori».
Santo Spavetti, però, non si è limitato solamente a un discorso
di tracciato, e quindi tecnico, ma ha anche chiesto l’interessamento di Parolini
«affinché vengano riconosciute le legittime richieste dell’impresa Cosiac, che
ha dovuto subire interruzioni e impedimenti di ogni genere nell’esecuzione dei
lavori, anche per permettere agli operai di ricevere il loro salario».
Puntuale la risposta di Paroloni, che ha sottolineato che «per
quanto attiene il rallentamento dell’attività del cantiere, è stata espressa, da
parte del compartimento Anas di Milano e della direzione generale di Roma, la
volontà di completare il più celermente possibile l’iter istruttorio per la
definizione delle riserve apposte dall’impresa appaltatrice, così da permettere
lo svolgimento dei restanti lavori».
BRESCIAOGGI 30 MARZO
2000
I nodi della viabilità
Il sindacalista chiede su che basi il presidente uscente
della Regione, Formigoni, abbia annunciato 578 miliardi per i cantieri stradali
di s.sp.
«Quelle promesse non mi convincono». Il dubbio l’ha sollevato
Domenico Ghirardi, segretario degli edili della Cgil camuno-sebina. «Ho letto
con attenzione le notizie stampa del tour elettorale del presidente della
Regione, Roberto Formigoni, compiuto in Valcamonica sabato 27 marzo. Si è
accreditato il fatto che la Regione sarebbe riuscita a strappare al Governo “un
accordo di programma quadro” che era stato elaborato nel 1998 e sottoposto nel
1999 al Governo. Oggi, dopo tanti rinvii, si sarebbe finalmente sottoscritto
l’impegno da parte del Governo al finanziamento delle opere di completamento e
di nuovi progetti per un importo di 578 miliardi, comprensivo delle risorse che
servono per il Badetto di Ceto e il completamento del quinto lotto della ss
510».
Ghirardi rilancia: perché il documento di accordo quadro non è
stato reso pubblico e non si è precisato con quale autorità in rappresentanza
del Governo lo si è sottoscritto? E se fosse solo un documento di programmazione
sottoscritto al ministero dei Lavori pubblici con Anas e Regione per definire a
grandi linee le scelte nel medio e lungo periodo (sei anni) in tema di
viabilità?
Sono i finanziamenti il nodo da sciogliere: «Perché – si chiede
ancora Ghirardi – non sono stati indicati con precisione gli stanziamenti e le
destinazioni degli stessi sui vari lotti, fra l’altro, comprendendo anche tratti
della ss 42 non ancora progettati? Come è possibile che il presidente della
Regione abbia potuto eliminare o realizzare velocemente quei passaggi, quelle
autorizzazioni che sono preliminari al finanziamento e alla realizzazione delle
opere?».
E ancora: «Fino a ieri la Regione lamentava dal Governo uno
stanziamento di soli 1.000 miliardi rispetto al fabbisogno di 10.000 a livello
lombardo. Ora ci viene detto che giungeranno 578 miliardi solo per la
Valcamonica. Possiamo davvero credere, se i fatti stanno in questi termini, che
si è di fronte al miracolo?
A far promesse si fa presto – sottolinea Ghirardi – tanto se
non vengono rispettate si finisce per attuare il classico gioco allo scarica
barile, per cui la colpa è sempre di altri. Tale comportamento è quantomai
discutibile. Il presidente ci dice che ha strappato al Governo 578 miliardi per
le ss 42 e 510; nel frattempo il cantiere a Capodiponte è fermo».
Fra i nodi c’è la galleria di Ceto. A Formigoni è stato
chiesto: è vero che sarà realizzata per il bene dei cittadini, che tanto si
erano allarmati quando il progetto ipotizzava una strada che divideva il paese
in due. «Di certi comportamenti – conclude il sindacalista – i cittadini della
Valcamonica e del Sebino ne hanno le tasche piene, e si augurano che non si
voglia utilizzare un tema delicato e importante quale la viabilità per
supportare in termini strumentali la campagna elettorale».
GIORNALE DI BRESCIA 4
APRILE 2000
Il presidente della Regione Formigoni e il ministro Bordon
hanno firmato l’accordo di programma per la grande viabilità in Lombardia
Tangenziale sud di Brescia, statali Sebina e del Tonale, 45
bis e Gardesana
di Enrico Mirani
Buone notizie per la viabilità lombarda: sono in arrivo 1468
miliardi per nuove statali, tangenziali o autostrade e per opere già iniziate.
Lo Stato mette a disposizione 1.209 miliardi, la Regione 2002, alcuni enti
locali e società gli altri 57 miliardi. A casa nostra giungeranno 313 miliardi.
Ieri mattina, a Milano, il presidente della Regione, Roberto Formigoni, e il
ministro dei Lavori pubblici, Willer Bordon, hanno firmato l’accordo di
programma per la grande viabilità in Lombardia. In sostanza, l’intesa da il via
libera al piano dei grandi interventi dell’Anas 2000-2005 finanziati da Stato,
Regione oppure in project financing (risorse private).
«Per il Bresciano servirebbero stanziamenti almeno doppi – dice
l’assessore provinciale ai Lavori pubblici, Mauro Parolini – ma si tratta,
comunque, di una quota significativa, il 26% dei fondi dello Stato destinati
alla Lombardia. Speriamo in risorse aggiuntive nei prossimi anni – prosegue – e
nell’aiuto della Regione. La via su cui puntare, poi, è quella dei progetti
finanziati con i privati».
Per adesso, dunque, bisogna accontentarsi dei 313 miliardi
citati, che consentiranno all’Anas di avviare o concludere (speriamo) varie
opere. La principale è la riqualificazione della tangenziale sud cittadina fra i
caselli autostradali di Brescia Ovest e Brescia Centro: 200 miliardi. Si
tratterà del 1º lotto (circa 8 chilometri) dell’intero tracciato. Inoltre, la
cifra comprende il collegamento con la Valtrompia (tangenziale ovest) in vista
dell’autostrada.
L’iter della tangenziale sud è in fase avanzata: entro poche
settimane, spiega Parolini, il Ministero dovrebbe dare l’ok per l’impatto
ambientale: poi i tecnici della Provincia, per conto dell’Anas, stenderanno il
progetto esecutivo: «A settembre sarà pronto. Quindi l’Anas dovrà approvarlo e
fare gli appalti».
L’intesa Stato-Regione prevede una quota di 165 miliardi per
finire lavori già avviati: 73 giungeranno a casa nostra. La parte del leone,
com’è ovvio, è ricoperta da due strade importanti che presentano ancora
diversi... buchi: la “510 Sebina” e la “42 del Tonale e della Mendola” che,
complessivamente, riceveranno circa 42 miliardi. Scendiamo un po’ più nel
dettaglio.
Tra i fondi destinati al Bresciano, 9, 2 miliardi riguardano
gli interventi sul 4º lotto della “42” fra Breno e Capodiponte (compresa la
galleria a Badetto di Ceto); altri 10,4 miliardi vanno a beneficio della stessa
strada, ma per il lotto 5º e 6º fino a Cedegolo; 6 miliardi e mezzo per il
collegamento fra la “Sebina” e la “42” fra Pisogne e Darfo.
Spostandoci a sud una bella cifra, 6 miliardi e 700 milioni,
riguardano la ss 469, variante di Palazzolo: serviranno per risolvere i problemi
di drenaggio e per costruire la rotatoria di collegamento con il vecchio
tracciato. Tre miliardi sono indirizzati alla statale 11 bis, così da terminare
le opere necessarie (in primis l’aggancio con la provinciale 19
Concesio-Torbole) ed aprire al più presto la strada da Travagliato ad Urago
d’Oglio. Tre miliardi sono previsti per mettere in sicurezza la parete franosa
della 45 bis sotto il monte Covolo, più altri 860 milioni per lo svincolo dei
Tormini. Risorse anche a favore della ss “237” della Valsabbia: 3, 6 miliardi
per il 1º lotto Vobarno-Sabbio, 3,5 miliardi per il 2º fino a Barghe. Una fetta
sostanziosa, 40 miliardi, servirà a realizzare una galleria naturale (oltre un
chilometro di lunghezza) sotto Voltino, in territorio di Tremosine. L’obiettivo
è rendere sicura la Gardesana in un tratto interessato frequentemente dalla
caduta di massi. Per restare sul Benaco, torniamo alla nuova 45 bis: «Dall’Anas
di Roma – dice Parolini – abbiamo saputo che i fondi per realizzare la galleria
di Sant’Anna sono disponibili. Attendiamo conferma scritta.
L’accordo di programma firmato tra Roberto Formigoni e Willer
Bordon comprende anche la direttissima Brescia-Milano, che potrà [essere]
realizzata in project financing.
GIORNALE DI BRESCIA 10 MAGGIO 2000
di g. m. m.
CETO – Rispetto a qualche mese fa le cose si stanno mettendo
meglio per i cittadini di Badetto che si battono per ottenere dall’Anas una
variante al tratto della nuova ss 42 che attraversa l’abitato e che, stando al
progetto, dovrebbe correre in trincea a cielo aperto.
La richiesta dei residenti è che l’Anas ripieghi su una
galleria di 700 metri con la quale si ridurrebbero quasi a zero gli effetti
negativi sull’ambiente e sulle abitazioni circostanti. Pare che le pressioni
dell’ultimo periodo stiano ottenendo qualche riscontro.
Ieri i rappresentanti del Comitato Pro Badetto sono tornati a
farsi vivi. «Il 5 aprile – scrivono in un documento – ci è stato comunicato che
per il quarto lotto è previsto uno specifico finanziamento di 9 miliardi e 600
milioni che dovranno in parte servire per la realizzazione della galleria.
Questa informazione è stata confermata anche da Formigoni in occasione della sua
visita a Ceto».
Ricordiamo che il presidente della Regione è venuto in Valle
durante la recente campagna elettorale. Gli stessi rappresentanti del Comitato,
pur essendo molto ottimisti, sanno bene che la partita non è ancora chiusa.
Fanno sapere di «essere in attesa della definizione del progetto esecutivo della
galleria e della valutazione dell’Anas in merito alla definizione delle
procedure esecutive».
Nella lettera che la Regione ha fatto pervenire al Comune di
Ceto e al Comitato dei cittadini di Badetto lo scorso 5 aprile si legge che il
finanziamento di 9 miliardi e 600 milioni «è destinato, come ha garantito il
Compartimento Anas, al completamento del lotto in corso di esecuzione e alla
realizzazione del tratto in località Badetto con galleria».
L’ultima parola spetta all’Anas che, per ora, non si è ancora
ufficialmente pronunciata.
BRESCIAOGGI 13 MAGGIO 2000
Appello delle tre organizzazioni sindacali al presidente
della Regione
di s.sp.
Sul quinto e sesto lotto della strada statale 42 del Tonale e
della Mendola, che corre fra i paesi di Capodiponte, Sellero e Berzo Demo, c’è
aria di tempesta.
All’inizio della controversia tra Anas e società Edolo Scarl,
cui era stato [assegnato] l’appalto per la realizzazione del lotto, i lavoratori
erano 75. Ma 23 già da tempo si sono licenziati.
I problemi riguardano soprattutto tre cose: il contenzioso con
l’Anas e con l’avvocatura di Stato per i costi; la nuova perizia per nuovi
lavori; la mancanza della finestra nella galleria di Sellero. Ieri a Brescia, al
Collegio costruttori, la Edolo Scarl ha deciso di licenziare i 52 dipendenti
rimasti nel cantiere di Valcamonica.
La Filca-Cisl, la Fillea-Cgil, la Feneal-Uil hanno scritto al
presidente della Regione, Roberto Formigoni, e all’assessore alla viabilità
della Provincia di Brescia, Mauro Parolini: «Appena prima delle recenti elezioni
regionali avevamo appreso dalla stampa che lei era riuscito a definire col
governo un accordo che stabiliva una copertura finanziaria di 578 miliardi per
il completamento delle opere avviate sulla Ss 42 e sulla Ss 510 Sebino
orientale, oltre al finanziamento per nuove opere da realizzare sul nostro
territorio».
Le organizzazioni sindacali, sostengono che la realtà è ben
altra: «Le risorse – scrivono Filca, Fillea e Feneal – sono nettamente
insufficienti per completare le opere già avviate. Numerosi sono i cantieri
messi in opera e poi fermati in attesa di approvazioni di varianti per il loro
completamento. Di fronte ad una simile situazione – proseguono i rappresentanti
sindacali – si renderebbero necessarie quelle scelte che devono onorare
innanzitutto le priorità, le opere di completamento per gli appalti in forte
stato di avanzamento dei lavori».
IL GIORNO 17 MAGGIO
2000
Brescia. I finanziamenti stanziati dalla Regione serviranno
per ultimare le strade in cantiere e riqualificare statali sud e Brebemi
Ok alla galleria Gargnano-Tremosine e all’ammodernamento
dell’Iseo-Pisogne
di Mario Pari
Non sono tutti i miliardi necessari per trasformare una
provincia dalla viabilità disastrata e, in certi casi, “ottocentesca” in
qualcosa di più confacente al terzo millennio. Ma quelli previsti dall’accordo
quadro di «riqualificazione e potenziamento del sistema autostradale della
grande viabilità della Regione Lombardia» autorizzano, quantomeno, a prevedere
in tempi brevi la fine dei lavori in numerosi cantieri della provincia. É stato
questo il criterio principale che, secondo quanto riferito dall’assessore
provinciale ai Lavori pubblici Mauro Parolini, ha consentito di individuare le
priorità e di indicarle alla Regione Lombardia e all’Anas.
«Abbiamo voluto innanzitutto fare in modo che potessero essere
portati a termine la maggior parte, se non tutti, i lavori in corso lungo molte
arterie viarie bresciane. Questo non significa che non siano stati tenuti nella
debita considerazione aspetti fondamentali per la viabilità, quali la messa in
sicurezza».
In soldoni, la firma si concretizza in 313 miliardi,
all’interno dei 1.400 complessivamente previsti per l’intera regione, destinati
alla provincia di Brescia. Si è attinto alle risorse previste da due piani Anas.
Per quanto riguarda la riqualificazione con realizzazione della terza corsia e
della corsia d’emergenza della strada statale 11, più nota come “Tangenziale sud
di Brescia”, sono stati previsti due lotti, rispettivamente di 170 e 200
miliardi. Proprio quest’ultimo verrà realizzato con i fondi previsti
dall’“accordo” e 113 miliardi verranno dall’Anas mentre gli altri 87 dalla
Regione. Tra le ragioni che inducono a una valutazione particolarmente positiva
dell’accordo, anche la presenza, all’interno dello stesso della Brebemi, la
direttissima “Brescia-Milano”, destinata a decongestionare la A4 dall’enorme
traffico che attualmente la caratterizza. Secondo Parolini è importante che «la
Brebemi sia inserita in un accordo di tale importanza. Ora si attende
l’approvazione del collegato alla finanziaria per procedere ulteriormente verso
la realizzazione dell’opera».
L’aspetto fondamentale dell’accorso siglato ieri nella sala
giunta del Palazzo Broletto è però rappresentato dalla «certezza che ogni opera
prevista verrà realizzata».
Tra gli stanziamenti più consistenti, quello da 40 miliardi per
la realizzazione di una galleria lungo la 45bis, tra Gargnano e Tremosine, sotto
la frazione Voltino per eliminare i rischi derivanti dalla possibilità di caduta
massi.
Un’altra cifra decisamente interessante è quella destinata
all’ammodernamento della statale 510. Con i 24 miliardi previsti si intende
procedere all’ammodernamento del tratto Brescia-Iseo-Pisogne.
E buone notizie giungono anche per la Valcamonica, dove i
cantieri aperti sono recentemente più presenti dei caprioli. É infatti di 10
miliardi e 410 milioni la cifra stanziata per lavori di ammodernamento da Darfo
a Edolo.
Tra quanto dovrà attendere la statale 668, tristemente nota
alle cronache per i gravi incidenti mortali verificatisi negli ultimi mesi. Il
più grave, sicuramente quello di quest’autunno, in cui hanno perso la vita
cinque giovani.
«Per la Lenese – ha spiegato Parolini – abbiamo buone
possibilità di procedere alla messa in sicurezza grazie ai 900 miliardi [?]
previsti dalla Regione per questo genere di interventi».
E i rappresentanti del Pirellone hanno precisato che questo
tipo di approccio alle problematiche della viabilità caratterizzerà ogni
decisione futura.
GIORNALE DI BRESCIA
24 MAGGIO 2000
Confermati i licenziamenti dei lavoratori della società che
ha in appalto i due lotti della ss 42
La Valle si sente tradita: l’intervento dei sindacati e
della Comunità montana
di ...
Viabilità, la Valle è su un binario morto. La costruzione dei
lotti delle statali 42 e 510 ha imboccato un vicolo cieco, dal quale non si
riesce ad intravedere l’uscita.
In un comunicato diffuso ieri dai sindacati del comprensorio
camuno-sebino viene confermato il licenziamento dei 52 lavoratori della Edolo
Scarl che ha in appalto il quinto e il sesto lotto della statale 42 sul tratto
Capodiponte-Berzo Demo. Lunedì pomeriggio al Collegio costruttori si è tenuto un
incontro sull’argomento e l’impresa ha confermato la risoluzione del rapporto di
lavoro. Palpabile il sentimento di rabbia e scoramento dei pendolari camuni,
costretti ogni giorno a file interminabili per raggiungere il posto di lavoro.
Non solo, la disastrosa situazione della viabilità in Valcamonica rischia di
vanificare l’impegno di imprenditori, commercianti, operatori turistici
impegnati per lo sviluppo economico dell’area.
I responsabili della Fillea-Cgil e della Filca-Cisl oltre che
della Feneal-Uil di Brescia scrivono nel comunicato: «É evidente che il braccio
di ferro fra Anas e impresa per trovare la soluzione è ancora in corso. Il
continuo ricorso a varianti non può essere motivo per giustificare il braccio di
ferro in atto. Da parte nostra ci sentiamo di auspicare una soluzione chiara in
tempi stretti, in caso contrario è preferibile una rescissione del contratto di
appalto per affidarlo ad altre imprese in tempi certi. Questo spettacolo deve
finire – scrivono i sindacati –, e per questo ritorniamo a sollecitare un
intervento da parte di quelle forze politiche che hanno a cuore il problema
viabilità».
Sempre nei giorni scorsi i sindacati avevano scritto al
presidente della Regione, Formigoni, e all’assessore provinciale, Mauro
Parolini, per chiedere di mantenere fede alla parola data di recente.
«Il completamento delle opere avviate sulle statali 42 e 510 –
si legge nella lettera firmata da Ghirardi, Barone e Bontempi – erano state
riconosciute, a suo tempo, come priorità in assoluto sia da parte della Regione
Lombardia che della Provincia di Brescia. Ci pare che, al di là delle promesse e
degli accordi relativi alla programmazione di medio e lungo periodo, tali
impegni siano finiti in secondo ordine: infatti la realtà ci consegna una
situazione assai preoccupante».
Il sindacato chiede di poter sapere al più presto su quali
lotti l’Anas intende impegnarsi in concreto e di conoscere anche i tempi di
esecuzione delle opere. Appena prima delle recenti elezioni regionali – si legge
nella lettera del sindacato – avevamo appreso che il presidente della Regione
era riuscito a definire con il Governo un accordo che stabiliva la copertura
finanziaria pari a 578 miliardi per il completamento delle opere avviate sulle
statali 42 e 510 e per il finanziamento di nuove opere da realizzare sul nostro
territorio.
Anche recentemente la Provincia di Brescia avrebbe definito un
programma di interventi derivanti dal piano triennale Anas. Tutto ciò è
finalizzato, ci sembra, a rassicurare i cittadini che i problemi sono risolti,
quando, a nostro avviso, la realtà è ben altra».
Ieri ha preso posizione sul delicato argomento anche il
presidente della Comunità montana, Pierluigi Mottinelli, e l’asessore alla
viabilità Mario Pendoli che hanno scritto al ministro dei Lavori pubblici e ai
presidenti della Regione e della Provincia per segnalare la crescente
preoccupazione con la quale la Valcamonica sta seguendo le vicende dei lotti in
costruzione delle statali 42 e 510. «Nonostante le pubbliche dichiarazioni di
impegno da parte di vari esponenti politici nel corso dell’ultima campagna
elettorale, ad oggi – dicono – restano irrisolti i problemi del contenzioso tra
Anas e ditta esecutrice dei lavori sul 5º e 6º lotto della 42, così come i
problemi legati all’approvazione della perizia per completare il 5º lotto della
510».
Mottinelli e Pendoli fanno anche notare che sono lungi
dall’essere risolti i problemi legati alla richiesta galleria di Badetto di Ceto
e allo spostamento dei ritrovamenti archeologici in quel di Capodiponte,
all’imbocco della galleria del quarto lotto.
Tra i camuni, dicono Mottinelli e Pendoli, è palpabile un
sentimento di smarrimento e di rabbia di fronte ai continui arresti di cantieri
che dovrebbero essere finiti da anni.
BRESCIAOGGI 24 MAGGIO 2000
Capodiponte. Il braccio di ferro tra l’Anas e l’azienda si
è concluso nel peggiore dei modi
Il provvedimento della Edolo Scarl a carico di 52 persone
di Salvatore Spatola
Al Collegio Costruttori si è tenuto ieri l’incontro [due parole
incomprensibili] Edolo Scarl che ha in appalto il 5º e 6º lotto della ss 42 sul
tratto Capodiponte-Sellero-Berzo Demo. Come avevamo anticipato nei giorni
scorsi, nell’incontro l’impresa ha purtroppo confermato i licenziamenti di tutti
i lavoratori (52) oltre ad una ventina di dipendenti che hanno già risolto il
loro rapporto di lavoro visto l’aggravarsi della situazione del cantiere.
É evidente che il braccio di ferro fra Anas e impresa per
trovare la soluzione all’intricata situazione è ancora in corso. «Da parte
nostra – hanno affermato Filca-Cisl, Fillea-Cgil e Feneal-Uil – ci sentiamo di
auspicare una soluzione chiara in tempi stretti. In caso contrario è preferibile
una rescissione del contratto di appalto per affidarlo ad altre imprese, in
tempi certi e alla condizione che onorino i contratti. Il continuo ricorso a
varianti – affermano le Organizzazioni sindacali – non può essere motivo per
giustificare il continuo braccio di ferro in atto, con fermate, richieste di
varianti, lievitazione dei costi nell’ordine di decine e decine di miliardi,
senza neanche sapere come e quando l’opera verrà terminata».
Filca, Fillea e Feneal ritornano a sollecitare un intervento da
parte di quelle forze che hanno a cuore il problema della viabilità.
«Risollecitiamo – affermano i sindacalisti Barone, Ghirardi e Bontempi – una
risposta da parte della Regione Lombardia e della Provincia di Brescia che,
nonostante le nostre richieste, non ci hanno ancora degnato di un riscontro».
Intanto, per venerdì prossimo alle ore 15 nel cantiere di
Capodiponte, si terrà un’assemblea per tutti i lavoratori. L’assessore alla
Viabilità della Comunità montana di Valle Camonica, Mario Pendoli, e il
presidente Pierluigi Mottinelli, hanno inviato al ministro dei Lavori pubblici,
al presidente della Regione Lombardia e al presidente della Provincia di Brescia
una lettera ove si riassumono le preoccupazioni e gli allarmi per la situazione
dei cantieri di ammodernamento della Ss 42 e 510, mentre si stanno diffondendo,
in questi giorni, notizie incerte e confuse sugli impegni finanziari
indispensabili al completamento delle opere. «Le più recenti prese di posizione
in merito – dicono i due – da parte delle confederazioni sindacali, preoccupate
inoltre per la crisi occupazionale determinatasi nei cantieri 5º e 6º lotto
della Ss 42, le mie personali sollecitazioni presso il ministero dei lavori
pubblici per uno sblocco della situazione, la costante crescita dell’attenzione
pubblica sul tema, non sembrano determinare una volontà specifica di riconoscere
un’emergenza della viabilità in Valle Camonica. Tuttavia – aggiunge il
presidente Mottinelli –, ad oggi restano ancora irrisolti i problemi di
contenzioso tra Anas e ditta esecutrice dei lavori sul 5º e 6º lotto, che
porterà presto al licenziamento delle maestranze impegnate».
Il profondo smarrimento delle popolazione camuna di fronte ai
continui arresti nell’attività dei cantieri denuncia il diffuso sentimento di
rabbia per l’atteggiamento irresponsabile di alcuni esponenti politici.
BRESCIAOGGI 25 MAGGIO
2000
Breno. In Comunità montana dopo il licenziamento degli
operai della Edolo Scarl
«Valcamonica, Cenerentola della provincia»
di Salvatore Spatola
La commissione consigliare quarta ha tenuto ieri, presso la
sede della Comunità montana di Valcamonica, una audizione di sindaci e di
amministratori della zona sul tema “La viabilità della Valcamonica”. La
Commissione provinciale deve farsi carico di più di un obbligo. Dal 1995 al 1999
la viabilità valligiana è stata considerata la priorità delle priorità» anche
per quello che riguardava l’intero territorio bresciano. «Vediamo – ha affermato
il presidente della Comunità montana, Pierluigi Mottinelli – e assistiamo sulla
stampa ad attenzioni vivissime rivolte verso la Gardesana e la Tangenziale sud,
mentre la viabilità della Valcamonica continua a rimanere al palo».
Dopo la campagna elettorale, le notizie che si hanno in questi
giorni sul fronte Anas sono tutt’altro che positive. «Ci risulta – hanno
affermato Mottinelli e l’assessore alla viabilità, Mario Pendoli – che per
quello che riguarda il quarto lotto, tra Breno e Capodiponte, esistono notevoli
problemi per quanto riguarda la galleria artificiale di Ceto e l’imbocco a nord
sul territorio del comune di Capodiponte, privo di autorizzazione
dell’intendenza in seguito a un ritrovamento archeologico. A questo si deve poi
aggiungere anche la drammatica vicenda del quinto e del sesto lotto,
Capodiponte-Berzo Demo, opera incompiuta. Ci viene annunciato dall’Anas che dal
27 maggio verranno effettuati i licenziamenti dei 52 operai, per riprendere il
cantiere solo a settembre».
Si impone quindi il quesito di quale atteggiamento tenere di
fronte a una situazione così drammatica. «Crediamo che la Commissione debba
farsi carico, insieme all’assessore provinciale e al presidente della Provincia,
di quelle che erano state le promesse presentate a partire dall’ultima campagna
elettorale, e seguire con noi i Comuni e le organizzazioni sindacali per fare il
punto della situazione di fronte a un’Anas che risulta ampiamente inadempiente,
rispetto ad altre zone della provincia, nei confronti della Valcamonica».
L’assessore alla viabilità della Provincia, Mauro Parolini,
dopo i numerosi quesiti dei presenti, è intervenuto affermando che «i lavori del
quarto lotto, da Breno a Capodiponte, sono in corso di svolgimento solo là dove
è possibile, e cioè da Breno a Ceto. Il lotto ha risolto la situazione del
Badetto di Ceto, ma vi è un atteggiamento negativo da parte dell’ispettore
dell’Anas per il Nord Italia. Ma da affrontare ci sono anche i problemi della
galleria che passa in prossimità di un canale dell’Edison e quello della
vicinanza di un’altra galleria sovrastante, che potrebbe essere coinvolta con il
brillamento di massi. Infine, l’ostacolo di una roccia di incisioni rupestri».
I problemi più grossi sono quelli del quinto e sesto lotto,
dove l’impresa ha sospeso dal lavoro i 52 dipendenti. «Il capo Compartimento
Mauro Maurizi mi ha confermato che domani andrà a Roma per avere informazioni.
Si tratta di un braccio di ferro tra Anas e Edolo Scarl. Una questione del
valore di una trentina di miliardi. Se i lavori non riprenderanno, le
ripercussioni non si faranno sentire solo nei confronti della situazione
occupazionale, ma anche per quanto concerne la conclusione di un’opera che ormai
tutti considerano urgentissima».
BRESCIAOGGI 27 MAGGIO
2000
Valcamonica. Sindacati e istituzioni lanciano agli operai
appelli alla calma
Si teme un blocco del Giro d’Italia per protesta
di Salvatore Spatola
La nuova viabilità stenta (un po’ troppo, per la verità) a
decollare; le maestranze legate ai cantieri che si fermano perdono il posto; la
protesta cresce da più punti è può anche essere che le vittime di questo stato
di cose decidano di ottenere un po’ di visibilità organizzando ostacoli di vario
genere a un avvenimento sportivo di livello nazionale.
Voci non confermate da nessuno, infatti, parlano di un
possibile blocco del Giro d’Italia, che lunedì sera transiterà per la
Valcamonica, da parte dei lavoratori della Edolo Scarl già impegnati nei
cantieri di Capodiponte della superstrada camuna e rimasti senza lavoro.
Proprio ieri, i 52 lavoratori in questione hanno ritirato i
rispettivi libretti di lavoro e parlato con le organizzazioni sindacali,
mostrando una rabbia comprensibile e determinata. Bloccheranno il Giro? Loro non
si sbilanciano e non commentano, ma la possibilità, in effetti, esiste.
«Gli animi – commenta Domenico Ghirardi della Cgil
comprensoriale – sono piuttosto agitati. Noi non vogliamo utilizzare una
manifestazione sportiva di carattere nazionale. Ma è ovvio che se la Valcamonica
viene considerata solo quando passa il Giro, per mettere in mostra le nostre
montagne, e viene invece ignorata a proposito di problemi che languono da più di
dieci anni, la rabbia finisce per montare. Qualcuno suggerisce di sfruttare
questa opportunità per farci sentire.
Noi non vogliamo fare polemiche o strumentalizzazioni di bassa
lega. Ci limitiamo a chiedere al presidente della Regione e all’assessore
provinciale alla Viabilità di discutere con noi dei problemi della viabilità:
vogliamo una risposta».
Anche il presidente della Comunità montana di Valcamonica,
Pierluigi Mottinelli, parlando delle strade e dei cantieri sospesi aveva
anticipato che «qualcuno ha in mente di bloccare il Giro d’Italia». Anche
Mottinelli è pensieroso, e spera che i camuni siano, come sempre, amanti dello
sport, rinviando la soluzione dei problemi ad altre sedi.
Una circostanza analoga si era presentata nel lontano 1980,
quando la carovana rosa scendeva dal passo Crocedomini per arrivare a Boario
Terme. Lungo le montagne si disse che per sottolineare i problemi occupazionali
alcuni lavoratori volevano bloccare il Giro. Ma la cosa rientrò grazie a un
comunicato che gli organizzatori della tappa affidarono allo speaker: i guai dei
lavoratori divennero di pubblico dominio, e gli stessi operai fecero rientrare
il proposito.
E adesso? I cittadini camuni e del lago d’Iseo aspettano con
ansia la conclusione delle opere avviate sulle statali 42 e 510, e sarebbero i
primi a dire “finalmente” se gli impegni presi venissero finalmente onorati.
«Vorremmo capire – affermano le organizzazioni sindacali – se siamo di fronte
all’ennesima promessa da marinaio fatta in questo caso da autorità che ricoprono
prestigiosi incarichi pubblici».
Intanto la galleria di Ceto deve ancora essere autorizzata
(spesa 8 miliardi); sul quinto lotto della 510 si aspetta l’autorizzazione alle
varianti (6 miliardi), in caso contrario il cantiere rischia di fermarsi. I
lotti quinto e sesto della 42 sono chiusi e sono stati licenziati i lavoratori.
IL GIORNO 27 MAGGIO 2000
Capodiponte. Assemblea nel cantiere della Edolo Scarl,
mentre a Roma c’è stato l’incontro tra l’Anas e l’impresa, però mancano 24
miliardi per riprendere l’opera
di Salvatore Spatola
Nel cantiere della Edolo Scarl, a Capodiponte, ieri, vi è stata
l’assemblea dei 52 lavoratori che hanno potuto ritirare il libretto di lavoro e
la lettera di licenziamento. Contemporaneamente, a Roma, c’è stato l’incontro
tra l’Anas e l’impresa, per risolvere la questione che mette le due parti in
contrasto da diversi mesi. Notizie che ci sono giunte, non consentono di
sbloccare la vicenda.
Il sindacato comprensoriale sollecita, con forza, di trovare
una soluzione definitiva in modo che se si riapre il cantiere, si vada avanti,
senza un’interruzione dei lavori.
Il cantiere di Capodiponte si è fermato; la stessa galleria di
Gratacasolo-Toline (lungo la ss 510), che doveva essere aperta ancora in
primavera del 1999, poi spostata a settembre e a primavera del 2000, oggi, si
dice che non sarà aperta; sul V lotto mancano 24 miliardi per garantire le opere
di completamento in modo che si possa percorrere l’asse viario escludendo la
questione degli svincoli. Per questi 24 miliardi, se ci sono, bisogna snellire
tutte le procedure di appalto, al più presto possibile, e completare questo
quinto lotto da Vello a Brescia, per risolvere uno dei nodi di strozzatura
dell’asse viario della 510, Sebino Orientale.
«Questi sono i fatti – afferma Domenico Ghirardi della Cgil
–.Non le conferenze che annunciano programmi a lungo termine. I 52 dipendenti
della Capodiponte-Berzo Demo hanno ricevuto il loro libretto di lavoro e sono
arrabbiati. C’è rabbia perché, poche settimane fa, qualcuno, prima il presidente
Formigoni (578 miliardi), poi l’assessore Parolini (313 miliardi), ha detto che
i soldi c’erano e i lavori si dovevano fare».
Gli animi sono piuttosto agitati. «Noi non vogliamo contestare
un Giro d’Italia di carattere nazionale – afferma Ghirardi –; certo è che, se la
Valcamonica deve essere conosciuta solo quando passa il Giro e, per questo tipo
di iniziative occupazionali, non si deve avere nessuna risposta, allora la gente
sbotta. C’è qualcuno che dice: adoperiamo anche questa situazione, lunedì
prossimo, per farci sentire».
La Valle Camonica, alcuni anni fa, quando il Giro scendeva dal
passo Croce Domini, ancora per motivi occupazionali, aveva deciso lo stop. Si
parlò a lungo con gli organizzatori che, alla fine, lessero un documento di
protesta. Il Giro, comunque, scese a Breno, e fu Mario Contini a sfrecciare a
Boario Terme. Si disse, allora, del sindacato che aveva fatto di tutto per
risolvere la partita. La gente vuole, dunque, che il presidente della Regione e
l’assessore provinciale alla viabilità diano almeno una risposta.
GIORNALE DI BRESCIA
27 MAGGIO 2000
Per 52 operai che lavoravano al tunnel di Capodiponte
di g. m. m.
VALCAMONICA – Ieri ai 52 dipendenti della Edolo Scarl, già in
cassa integrazione da quindici settimane, è stato consegnato il libretto di
lavoro, che significa fine rapporto e quindi licenziamento. Fino a tre mesi fa
hanno lavorato nella galleria del quinto e sesto lotto della statale 42, nel
tratto Sellero-Berzo Demo. Poi la vertenza fra l’Anas e la ditta appaltatrice ha
preso una brutta piega al punto che il contenzioso è approdato all’Avvocatura
dello Stato che non ha ancora dato una risposta precisa. E così, all’ombra di
queste schermaglie, il cantiere si è fermato per la seconda volta e il ritardo
accumulato si fa sempre più pesante. Si pensi soltanto al fatto che i due lotti
in questione dovevano essere completati entro la fine del ’94.
Adesso il sindacato camuno-sebino prende atto con rammarico di
questo nuovo arresto del cantiere e dei licenziamenti che ne sono seguiti, ma
non intende certo rassegnarsi e abbassare la guardia. Anzi, il passaggio della
carovana del Giro d’Italia, lunedì prossimo, potrebbe essere l’occasione
opportuna per portare alla ribalta nazionale i problemi della viabilità camuna.
Ieri, nel clima teso dell’appena avvenuto licenziamento, tra
gli operai interessati serpeggiava una certa voglia di rivolta. Non è mancato
chi ha suggerito di ricorrere al blocco stradale per impedire il passaggio dei
ciclisti.
Anche se alla fine non si dovesse arrivare a questa scelta
estrema, resta il fatto che la rabbia e la delusione si fanno sempre più forti.
Lo stesso sindacato non se la sente di escludere che la situazione possa in
qualche modo degenerare.
Intanto sull’impalcato del viadotto che, alle porte di Sellero,
si affianca alla vecchia statale, verranno appesi striscioni utili a richiamare
anche i più distratti sulla gravità della situazione.
Il sindacato ha curato anche un fascicoletto che verrà
distribuito lungo le strade della Valle al passaggio del Giro, e che contiene
una poesia in dialetto dove non mancano gli accenti critici per chi ha promesso
e non mantenuto e per chi avrebbe dovuto fare meglio e di più per venire a capo
della matassa. Da qui in avanti, dietro ogni possibile gesto eclatante si
nasconde la speranza di poter smuovere qualcosa e qualcuno.
GIORNALE DI BRESCIA
27 MAGGIO 2000
La statale 42 ferma a Capodiponte
di Giuseppe Zani e Salvatore
Spatola
Fortuna che la nuova 510 Sebina era stata definita «la priorità
delle priorità». Da oltre un decennio si aspetta che i cantieri, aperti in certi
tratti a intermittenza, portino a termine i lavori loro affidati. L’asta
principale sarà pronta, se tutto va per il verso giusto, agli inizi del 2002.
Praticamente completati i lotti 4º (Iseo-Sulzano) e 6º
(Marone-Vello), lungo le gallerie dei quali si devono ancora installare gli
impianti di illuminazione a aerazione; resta da finanziare una perizia
suppletiva che consenta di ultimare il lotto intermedio, il 5º (Sulzano-Sale
Marasino).
All’appello mancano 24 miliardi e 184 milioni, che sono stati
inseriti nel piano di finanziamento della grande viabilità lombarda 2000-2005,
divenuto oggetto, per la parte che riguarda il Bresciano, di un accordo-quadro
siglato congiuntamente dal Pirellone e dal Broletto il 16 maggio scorso. Da tale
importo restano esclusi gli svincoli di Sulzano, Zone e Sale Marasino
(quest’ultimo, dopo tante incertezze, è in fase di progettazione esecutiva) e le
opere di minimizzazione dell’impatto ambientale: ci vorrebbero, secondo la Cgil
sebino-camuna, altri 30 miliardi.
Non va meglio in Valle Camonica, in particolare per quanto
riguarda la Ss 42. Il quarto lotto, tra Breno e Capodiponte, ha problemi sulla
variante riguardante la galleria artificiale di Ceto, sul territorio di
Capodiponte. Manca l’autorizzazione della Soprintendenza ai beni culturali per
alcune incisioni rupestri rinvenute lungo la strada.
L’assessore ai Lavori pubblici della Provincia, Mauro Parolini,
di recente ha affermato: «Per il quarto lotto da Breno a Capodiponte si stanno
effettuando i lavori dove è possibile, da Breno a Ceto. Il lotto è in difficoltà
per l’attraversamento di Badetto di Ceto. C’è anche il problema della galleria
che passa in prossimità di un canale dell’Edison. Inoltre, l’ostacolo di una
roccia di incisioni rupestri e la vicinanza di un tunnel sovrastante, che
potrebbe essere coinvolto per il brillamento di massi».
Le difficoltà maggiori affliggono comunque il 5º e il 6º lotto,
dove la Edolo Scarl ha appena licenziato 52 dipendenti in seguito a un braccio
di ferro finanziario con l’Anas. Appaltata nel 1992, l’opera ha ancora 2
chilometri di galleria da fare più le altre opere di completamento.
BRESCIAOGGI 1 GIUGNO
2000
Presentato un esposto sull’esecuzione dei lavori sul tratto
Capodiponte-Berzo Demo
I sindacati sollecitano l’Anas a eseguire controlli sulla
galleria
di s.sp.
I sindacati chiedono il controllo dell’Anas sui lavori eseguiti
sul quinto e sesto lotto della statale 42 dalla Edolo Scarl. La richiesta è
stata formalizzata ieri da Silvano Benti della Filca-Cisl, Domenico Ghirardi
della Fillea-Cgil e Luigi Bontempi della Feneal-Uil, che hanno inviato una
lettera all’Anas nazionale, al Compartimento Anas di Milano, al ministero dei
Lavori pubblici, e per conoscenza al presidente della Regione Lombardia, Roberto
Formigoni, al presidente della Provincia di Brescia, Alberto Cavalli e al
presidente della Comunità montana di Valcamonica, Pierluigi Mottinelli.
Le organizzazioni sindacali comprensoriali hanno individuato,
da contati avuti con i lavoratori, che per il consolidamento della volta della
galleria (oltre tre chilometri) «sono stati utilizzati chiodi ad espansione che
non rispettano le norme del caso».
Infatti, è stato segnalato che il lavoro è stato effettuato «in
modo superficiale e solo per dare un impatto visivo per poi essere coperti dalla
realizzazione del getto che copriva l’intera volta della galleria. L’intervento
costa alla collettività. Chiediamo, perciò, che siano approntati i dovuti
controlli dalla direzione dei lavori, al fine di garantire la corretta
esecuzione dell’opera per la sua sicurezza e per tutelare l’investimento che
pagano i cittadini».
L’Edolo Scarl aveva chiesto un intervento dell’Anas per oltre
20 miliardi, per poter riprendere i lavori. Ma questo nuovo elemento va ad
aggiungersi ad una situazione già di per sé complicata.
«Da parte nostra – affermano i sindacati – chiediamo più
attenzione, anche per garantire l’incolumità di quanti, un giorno, dovranno
utilizzare la galleria». Il continuo ricorso a varianti (a causa della latente
progettazione dell’appalto iniziale), non può essere motivato per giustificare i
continui bracci di ferro che sono in atto, supportati da fermate, richieste di
varianti, con una lievitazione dei costi di decine e decine di miliardi senza
neanche sapere come e quando l’opera sarà terminata.
GIORNALE DI BRESCIA 1 GIUGNO 2000
di g. m. m.
Il cantiere della galleria Sellero-Berzo Demo della nuova
statale 42 è fermo da tre mesi, e una settimana fa sono stati licenziati anche i
52 dipendenti che erano stati messi in cassa integrazione. Un’altra ventina di
operai nel frattempo aveva cercato lavoro altrove. Transitando lungo la statale
è ancora possibile vedere, alle porte di Sellero, gli striscioni di protesta
appesi all’impalcato del viadotto in occasione del recente passaggio della
carovana del Giro d’Italia.
Ieri il sindacato camuno-sebino del settore costruzioni ha
diffuso una nota nella quale si dice che all’atto di consolidamento della volta
della galleria «sono stati messi chiodi ad espansione non secondo le norme. Ci
viene segnalato – scrivono i sindacati – che i chiodi che fissano la roccia sono
stati collocati in modo superficiale e solo per dare un impatto visivo per poi
essere coperti col getto di cemento». I sindacati chiedono controlli per
garantire l’incolumità dei futuri utenti.
BRESCIAOGGI 14 SETTEMBRE 2000
Una visita di Viviana Beccalossi
di s.sp.
La vicepresidente e asessore all’Agricoltura della Regione
Lombardia, Viviana Beccalossi, ha incontrato in questi giorni in Valcamonica il
consiglio direttivo della Comunità montana.
Nel ringraziarla, il presidente del consiglio direttivo,
Pierluigi Mottinelli, si è soffermato su alcuni problemi della Valle che
necessitano, per una loro soluzione, di un impegno straordinario della Regione
Lombardia.
É stata evidenziata, in particolare, l’urgenza di un intervento
autorevole della Giunta regionale per lo sblocco dei cantieri sulle strade
statali 42 e 510, soprattutto per il lotto di Capodiponte alle prese con i
ritardi autorizzativi della Sovrintendenza ai Beni archeologici.
Durante l’incontro sono state sottoposte alla vicepresidente
Beccalossi le questioni aperte relative alle difficoltà economiche e
occupazionali del comprensorio, alla generale carenza di finanziamenti per lo
sviluppo, all’importanza della vertenza atto con l’Enel sulle problematiche
connesse all’insediamento di impianti e strutture idroelettriche. É stata
inoltre sottolineata l’utilità di un’azione regionale in favore del
rafforzamento dell’autonomia sanitaria, dello sviluppo del turismo camuno e per
l’approvazione del Piano territoriale del Parco dell’Adamello.
La vicepresidente Beccalossi, ringraziando gli amministratori
camuni, ha assicurato l’attenzione di tutta la Giunta regionale nei confronti
del territorio della Valle, e il suo personale impegno per porre al centro
dell’iniziativa regionale la risoluzione del problema della viabilità
camuno-sebina, con una richiesta urgente all’Anas di un incontro di verifica.
Una delegazione del consiglio direttivo della Comunità montana
ha accompagnato, in seguito, la vicepresidente, che ricopre pure l’assessorato
regionale all’Agricoltura, presso il Comune di Paisco Loveno dove è allo studio
la realizzazione di una stalla modello che permetterà, in collaborazione con
l’Università di Agraria di Milano e di Edolo, la sperimentazione di nuove
tecniche di allevamento e la valorizzazione di un patrimonio agricolo zootecnico
di vitale importanza per l’economia della valle dell’Allione. L’assessore
regionale ha confermato il suo impegno per reperire le risorse finanziarie
necessarie a dare esecuzione all’intervento.
BRESCIAOGGI 18
SETTEMBRE 2000
I sindacati della valle a Formigoni
di Salvatore Spatola
Le organizzazioni sindacali del comprensorio Valle
Camonica-Sebino hanno scritto al presidente della Regione, Roberto Formigoni, e
ad altri enti provinciali e territoriali per concertare un’azione unitaria verso
l’Anas e il ministero dei Lavori pubblici. L’obiettivo: avere risposte certe
sulle statali 42, del Tonale e della Mendola, e 510, del Sebino orientale.
Prima delle elezioni regionali si era appreso che 500 miliardi
erano a disposizione per le statali 42 e 510. Ma per completare le opere già
avviate le risorse sono nettamente insufficienti. Numerosi sono i cantieri
avviati e poi fermati in attesa di approvazione di varianti per il loro
completamento.
Sul quinto e sesto lotto della Ss 42 le nubi si addensano: si
va verso il licenziamento degli operai. Sul tratto Toline-Pisogne della Ss 510
la situazione è quantomai critica. Da diversi anni i lavori sono in ritardo:
«Dopo le nostre iniziative – affermano Cgil, Cisl e Uil – si era arrivati a
costituire un comitato per la viabilità della 42 e della 510, cui avevano
aderito le amministrazioni locali e provinciali. Il coordinamento del comitato
venne affidato ai presidenti delle tre Comunità montane (Valle Camonica, Sebino
bresciano e bergamasco) e, in particolare, il riferimento organizzativo fu
affidato alla Comunità montana di Valle Camonica».
Alcuni dei problemi urgenti sul tappeto non hanno ancora
trovato risposte. Per questo i sindacati ritengono sia preferibile un’azione
unitaria verso l’Anas e il ministero dei Lavori pubblici. «Non è possibile –
dicono Cgil, Cisl e Uil – che assistiamo a una serie di dichiarazioni e
interventi, fra cui quelle del presidente Formigoni e quelle della vice Viviana
Beccalossi, di recente in Valcamonica. La gente da un lato è lieta di tanto
interessamento, ma quando vede che i problemi restano senza soluzioni si chiede
se tutti questi comportamenti siano utili a ridare credibilità alle istituzioni
e alla politica».
IL GIORNO 18
SETTEMBRE 2000
La proposta di Cgil, Cisl e Uil
di Salvatore Spatola
Ecco il percorso che Cgil, Cisl e Uil hanno proposto al
presidente della Regione Lombardia, Roberto Formigoni, sulle statali 42 e 510.
Le risorse a disposizione, sia a livello nazionale, regionale e provinciale,
sono nettamente insufficienti per completare le opere già avviate. Sul 5º e 6º
lotto della statale 42 le nubi si addensano. Anche il tratto da Toline a
Pisogne, sulla 510, lascia a desiderare. I tratti da Breno a Berzo Demo hanno i
cantieri avviati e poi fermati. «All’appuntamento autunnale del 2000 – afferma
il Comitato della viabilità – dobbiamo arrivarci nella condizione di aver saputo
concertare quelle scelte e definito quelle priorità che possono valere per
tutti».
IL GIORNO 18 SETTEMBRE 2000
Sollecitano il completamento degli interventi per le
statali del Tonale e del Sebino
di Salvatore Spatola
Le organizzazioni sindacali del comprensorio Valcamonica-Sebino
hanno scritto al presidente della Regione Lombardia, Roberto Formigoni, al
presidente della Commissione regionale Lombardia Territorio Urbanistica ed
Edilizia, Margherita Peroni, al presidente della Provincia di Brescia, Alberto
Cavalli, al presidente della Comunità montana di Vallecamonica, Pierluigi
Mottinelli e a tante altre autorità, per coordinare e concertare un’azione
unitaria verso l’Anas e il ministero dei Lavori pubblici per avere risposte
ufficiali sulle statali 42, del Tonale e della Mendola, e 510, del Sebino
orientale.
«Dopo le nostre iniziative – affermano Cgil, Cisl e Uil – si
era arrivati a costituire un comitato per la viabilità delle Ss 42 e 510 a cui
avevano aderito le varie forze sociali, le amministrazioni locali e le due
Province. La responsabilità del coordinamento di tale comitato venne affidata ai
presidenti delle tre Comunità montane (Valcamonica, Sebino bresciano e
bergamasco) e, in particolare, il riferimento organizzativo fu affidato alla
Comunità montana di Valcamonica».
Diversi sono stati gli appuntamenti ai vari livelli, alcuni
problemi hanno avuto anche risposte positive, altri non hanno ancora trovato una
loro soluzione. «Nel frattempo, durante la campagna elettorale delle elezioni
regionali e amministrative – affermano i sindacati – abbiamo assistito a una
serie di appuntamenti con dichiarazioni fra le quali quelle del presidente
Roberto Formigoni che tranquillizzavano i cittadini sul fatto che le risorse
erano state trovate per il completamento di tutte le opere (500 miliardi) sulle
statali 42 e 510».
Trascorso ormai del tempo da quell’appuntamento, la situazione
è tutt’altro che risolta. Per questo le organizzazioni sindacali ritengono che
sia preferibile coordinare e concentrare un’azione unitaria verso l’Anas e il
ministero dei Lavori pubblici. «Non è possibile – dicono Cgil, Cisl e Uil – che
assistiamo a una serie di dichiarazioni e interventi, fra cui quelli del
presidente Formigoni e, ultimamente, del vice presidente Viviana Beccalossi, di
recente in visita in Valcamonica. La gente, da un lato è lieta di tanto
interessamento, quando, poi, vede che i problemi restano senza soluzioni e si
assiste ad un continuo gioco allo scarica barile sulle responsabilità del
mancato completamento delle opere, si chiede se tutti questi comportamenti siano
utili a ridare credibilità alle istituzioni e alla politica». Si chiede, quindi,
di attivare, al più presto, un tavolo per definire il punto della situazione e
vedere cosa sia opportuno fare.
BRESCIAOGGI 5 OTTOBRE 2000
Ceto. Via libera dell’Anas al tunnel della variante alla
statale 42: Provincia soddisfatta
Il presidente Cavalli: «Già stanziati 300 milioni per i
lavori»
di p.m.
Il via giunto dall’Anas di Roma per la variante in galleria a
Badetto di Ceto del quarto lotto della statale 42 della Valcamonica, oltre a
soddisfare i cittadini, riunitisi in un Comitato locale per ottenere il progetto
migliorativo della strada, ha fatto registrare ieri il commento positivo del
presidente dell’Amministrazione provinciale, Alberto Cavalli.
«Gli incontri da noi attivati a tutti i livelli con l’Anas –
ricorda Cavalli – hanno prodotto l’effetto desiderato. Il problema sollevato dal
Comitato di cittadini di Badetto di Ceto e quindi dal Comune era stato il primo
dei sopralluoghi compiuti dalla nostra amministrazione per dare una mano
all’ente locale che giudicava insufficiente il progetto originale. In
particolare i cittadini avevano evidenziato l’insostenibilità del livello dei
rumori, che avrebbe portato nella frazione il progetto di incassare la strada,
che tagliava in due l’abitato».
Il presidente Cavalli, parlando delle «pressioni decisive»
della Provincia con i vertici dell’Anas, sottolinea uno degli elementi che alla
fine sono risultati determinanti per far decidere il sì all’Ente nazionale per
le strade. «Con l’Anas – ricorda Cavalli – abbiamo perfezionato quella
disponibilità anche finanziaria da parte del Broletto che anche in occasione
dello sblocco della vicenda dello svincolo dei Tormini è risultata alla fine
decisiva. Nel caso della galleria di Badetto di Ceto, l’Amministrazione
provinciale ha già inserito nel bilancio del 2000 la somma di 300 milioni di
lire, destinati a coprire una parte del maggior esborso (6 miliardi di lire) che
il progetto di variante in galleria richiede. In particolare, l’intesa con
l’Anas prevede che la Provincia debba contribuire con un miliardo di lire.
Ovviamente speriamo che la Regione e la Comunità montana faranno la loro parte
per contribuire ad alleviare il significativo esborso per il nostro bilancio.
Comunque, anche se non dovessero arrivare altri fondi, l’Amministrazione
provinciale garantirà la copertura degli impegni assunti con l’Anas».
Determinante per il superamento delle perplessità da parte
dell’Anas sono state anche le verifiche di compatibilità ambientale del progetto
originale, che hanno messo in luce la necessità di non incidere così
pesantemente su una località già aggravata da problemi di traffico e rumore. La
galleria artificiale consentirà agli abitanti di Badetto di Ceto di sentirsi
meno discriminati sulle decisioni prese ai massimi livelli a Roma. Un motivo di
orgoglio in più per gli amministratori locali.
BRESCIAOGGI 5 OTTOBRE
2000
Valcamonica. Il presidente della Provincia, Cavalli,
assicura tempi brevi
Il costo della variante è di 6 miliardi, gli enti locali
contribuiranno alla spesa
di r. rag.
Un altro importante passo avanti per la realizzazione della
variante al tratto della nuova statale 42 che attraversa l’abitato di Ceto. Nei
giorni scorsi la notizia dell’intenzione dell’Anas di realizzare la fatidica
galleria artificiale, evitando di tagliare per metà Badetto.
Ieri il documento ufficiale che da il via libera alla
realizzazione del progetto di variante sulla statale 42. La Direzione centrale
dei lavori dell’Ente nazionale per le strade ha infatti inviato una lettera al
Compartimento Anas per la Lombardia, chiedendo in tempi brevi la «perizia di
variante» per un importo di sei miliardi, per questa maggiore spesa – si legge
nella lettera – dovrà contribuite per un miliardo la Provincia di Brescia.
A questo punto, se non interverranno altri ritardi, il quarto
lotto della statale 42 potrà davvero fare un significativo passo avanti. La
galleria artificiale consente di superare, senza creare danni di impatto
ambientale, un’area densamente popolata. Il progetto originale dell’Anas
prevedeva la realizzazione di una trincea scoperta che avrebbe letteralmente
tagliato in due l’abitato di Badetto, con conseguenze di impatto ambientale
discutibili.
Soddisfazione è stata espressa ieri dal presidente della
Provincia, Alberto Cavalli, che aveva a più riprese sollecitato una soluzione
della questione. «É il risultato di un lavoro durato molti mesi e culminato
nell’incontro avvenuto a Roma con i parlamentari bresciani. La Provincia ha
sollecitato la realizzazione della galleria, garantendo anche la responsabilità
delle risorse necessarie. Gli enti locali copriranno la maggiore spesa nella
misura di un miliardo. I primi 300 milioni sono già stati individuati nel
bilancio 2000 della Provincia. Regione e Comunità montana verranno sollecitate a
contribuire per i restanti 700 milioni.
Il progetto originario dell’Anas avrebbe portato a conseguenze
molto pesanti per il comune di Ceto, e soprattutto per gli abitanti di Badetto –
continua il presidente Cavalli –: tagliare in due l’abitato avrebbe
completamente stravolto la fisionomia della frazione. Un risultato raggiunto
anche grazie alla realizzazione di una verifica di compatibilità ambientale.
Relazione da sempre sostenuta dalla Provincia. Ora non resta che attendere
l’Anas di Milano. I lavori prevedono un abbassamento del livello del tracciato
stradale, quindi una copertura della strada ed una modifica dello svincolo.
Entro poche settimane – continua Cavalli – il progetto potrebbe essere pronto e
quindi inserirsi nelle opere del quarto lotto della statale 42».
Quello del Badetto di Ceto non è comunque il solo freno ai
lavori per la nuova statale. Alle porte di Capodiponte alcune rocce incise hanno
spinto la Soprintendenza archeologica a sospendere i lavori. Per una questione
che si risolve, un’altra se ne apre. E i camuni aspettano.
BRESCIAOGGI 26
GENNAIO 2001
L’ennesima promessa, questa volta, sembra concreta: il 15
febbraio saranno riaperti
Gli ultimi lavori sono sul tratto Sulzano-Sale Marasino
di Giuseppe Zani
La storia infinita della nuova Sebina orientale sta per
concludersi. Una buona notizia, se non fosse che è stata data e smentita più
volte. Un’altalena che ha reso cauti anche i più incorreggibili ottimisti.
La notizia comunque è questa: il 15 febbraio riapriranno lungo
il tratto Sulzano-Sale Marasino della nuova 510 i cantieri della De Lieto e
della Donati fermi da quattro mesi. Tempo un anno e le due imprese realizzeranno
tutte le opere di completamento finanziate con l’ormai famosa perizia di
variante tecnica e suppletiva di 24 miliardi e 183 milioni, rendendo finalmente
percorribile l’intero lotto Iseo-Vello di Marone.
Il contratto che riaffida i lavori all’associazione temporanea
d’imprese composta da Secol, Irces 55, De Lieto e Donati, per la precisione,
fissa il termine di consegna dei lavori stessi al 7 febbraio 2002. Attenzione,
però: l’asta principale, a quel punto, non sarà ancora utilizzabile, perché si
dovranno prima installare gli impianti di illuminazione e aerazione nelle
gallerie, stendere sull’asfalto grezzo il cosiddetto «tappeto d’usura», montare
i guardrail, tracciare la segnaletica orizzontale e sistemare quella verticale.
Ce la farà l’Anas, cui tocca assegnare i relativi appalti, a
inaugurare la nuova 510 entro il dicembre 2002, come da ultimo promesso? «Fosse
per la fine del 2002 ci farei la firma - commenta Enrico Serioli, assessore alla
Viabilità della Comunità montana del Sebino bresciano -. La prudenza, visti i
ripetuti ritardi e rinvii, è d’obbligo. La gente, poi, che è stanca di
aspettare, giustamente si arrabbia quando gli impegni presi non vengono
onorati».
Emblematica la vicenda della perizia di variante in questione:
approvata sotto il profilo tecnico dalla direzione generale dell’Anas già
nell’agosto scorso, è stata finanziata dalla medesima direzione solo il 20
dicembre 2000, e appaltata all’associazione d’imprese citate il 15 gennaio di
quest’anno. Nei giorni scorsi, le ditte Di lieto e Donati hanno iniziato a
predisporre l’occorrente per riaprire la loro base operativa, a Tassano (Secol e
Irces 55 hanno praticamente terminato il loro compito: gli resta solo da
asfaltare la galleria di Massenzano, lunga 2800 metri, da esse realizzata).
Il 15 febbraio, come detto, si ripartirà. Due le opere civili
di maggior impegno: un viadotto in località Dosso (gli altri, sui torrenti
Calchère, Mesagolo, Portazzolo e Vigolo, sono cosa fatta) e una «finestra» che
si aprirà a metà galleria Massenzano, in località Nul, dove è prevista una
piazzola di emergenza, raggiungibile dai mezzi di soccorso attraverso una
stradina (un’uscita di sicurezza imposta dalle nuove norme introdotte dopo la
tragedia del Monte Bianco).
Nei lavori da eseguire è compreso lo svincolo provvisorio di
Zone, a Collepiano, un collegamento a raso che interferirà con la strada
comunale Collepiano-Pregasso; non compaiono, invece, gli svincoli di Tassano, a
Sulzano, e di Presso, a Sale Marasino: il primo potrebbe essere attivato con una
spesa di 300 milioni, il secondo è ancora in fase di progettazione.
Nel capitolato d’appalto sono previsti pure la ricucitura della
viabilità minore e il collegamento tra le varie proprietà fondiarie sconvolte
dal passaggio della superstrada.
«Mi spiace per gli svincoli del centro lago, per finanziare i
quali, del resto, ci stiamo dando da fare - sottolinea l’assessore in Comunità
montana, Enrico Serioli -. Si tratta tuttavia di opere che si potranno
realizzare in un secondo tempo. La cosa più importante, adesso, è mettere in
funzione l’asta a scorrimento veloce».
GIORNALE DI BRESCIA
28 MARZO 2001
Dopo molti rinvii, l’Anas sembra decisa a rispettare il
termine di fine aprile per l’apertura della variante
De Toni, presidente della Comunità montana: «Non ne possiamo
più»
di Lucia Sterni
LAGO D’ISEO – Entro un mese la variante Rovina-Toline di
Pisogne, sulla statale 510, sarà aperta al transito. Speriamo sia davvero così,
dopo tante false partenze. In aggiunta, anche i lotti sul Sebino dovrebbero
essere percorribili dalla fine del prossimo anno. Al contrario, ancora
incertezze (se ne riferisce a parte) per il destino dei lotti lungo la statale
42.
Questo è quanto ha affermato l’ingegner Fabio Arcoleo dell’Anas
di Milano durante il sopralluogo di ieri ai cantieri delle arterie del
comprensorio camuno-sebino, promosso dalla Provincia che era rappresentata dagli
assessori Mauro Parolini e Corrado Ghirardelli, e dal consigliere Zaccaria
Almici. «Questa visita è stata voluta per verificare che i lavori procedano –
afferma l’assessore Parolini – per essere di stimolo all’Anas che gestisce i
cantieri. L’apertura, prevista per la fine del 2002, della strada sebina, che
rappresenta il nodo cruciale della viabilità anche per la Valcamonica, ci sembra
una data troppo lontana rispetto alle previsioni. Vigileremo perché non si perda
altro tempo».
Presenti al sopralluogo anche il presidente e l’assessore ai
Lavori pubblici della Comunità montana camuna, Gianpiero De Toni e Mario
Pendoli, per verificare la situazione. «Siamo stanchi di attendere una strada
iniziata trent’anni fa. I camuni non ne possono più – sbotta De Toni -. Vogliamo
verificare le responsabilità, capire se mancano i soldi, vedere le
autorizzazioni al fine di stanare il nemico che non ci permette di definire i
tempi di apertura di quest’arteria importante per lo sviluppo della Valle».
Nel dettaglio, i lavori del quinto lotto della 510,
Provaglio-Collepiano di Marone, previsti nella variante suppletiva di 24
miliardi, sono in corso e dovrebbero essere ultimati nel febbraio 2002. Da una
settimana si sta asfaltando parte del tracciato e realizzando le opere di
completamento.
I lavori principali del sesto lotto Collepiano-Vello di Marone,
invece, sono ultimati: ora saranno eseguite le opere complementari di
impiantistica, rivestimento degli imbocchi stradali, barriere di protezione e la
strada di collegamento con la parte montana di Vello. Per quest’ultima il Comune
di Marone ha proposto una variante rispetto al progetto iniziale, al fine di
evitare una forte pendenza.
Salendo verso Pisogne, nel settimo lotto Toline-Rovina,
galleria lunga circa 4,5 chilometri, i problemi di infiltrazione d’acqua
laterale sono stati risolti mettendo canaline e griglie sui marciapiedi. Ora si
stanno pulendo le tubazioni intasate con la frana del Trobiolo, poi si
provvederà alla chiusura della vasca, posta a metà del tracciato realizzato dopo
la stessa frana, e all’asfaltatura.
Dai presenti è stata annunciata l’apertura della variante a
fine aprile. Per le gallerie Trentapassi, San Carlo e Santa Barbara nei comuni
di Pisogne e Marone, che passeranno di competenza provinciale dal 1º luglio,
l’assessore Parolini ricorda che «la Provincia ha già messo 200 milioni nel
bilancio 2001 per migliorare l’illuminazione e riparare i pannelli posti lungo
le gallerie per renderle più sicure».
Per quanto riguarda la statale 42, l’ingegner Arcoleo precisa
che la direzione nazionale dell’Anas sta affrontando il problema dei masi
istoriati, «perché una soluzione va trovata: o si spostano le incisioni o si
sposta il tracciato».
Inoltre è in fase di progettazione la galleria artificiale del
Badetto di Ceto, lunga circa 750 metri, che per problemi burocratici non sarà
però realizzata prima di un anno. Le opere sono invece completate fino a Nadro
di Ceto.
GIORNALE DI BRESCIA
28 MARZO 2001
Per la Breno-Capodiponte oggi si incontrano Anas e
istituzioni locali
di Gian Mario Martinazzoli
VALCAMONICA – Oggi sarà davvero il giorno in cui si riesce a
mettere nero su bianco a proposito del tormentato capitolo del quarto lotto
della statale 42, che dovrebbe collegare Breno con Capodiponte? La presenza a
Breno, nella sede della Comunità montana, del responsabile del Compartimento
Anas di Milano l’ingegnere Maurizio Maurizi e dei rappresentanti di Regione e
Provincia, servirà a far chiarezza una volta per tutte? Ossia, dirà l’Anas che
cosa intende fare di fronte ai ripetuti no della Sovrintendenza ai Beni
archeologici della Lombardia che hanno bloccato la galleria che dovrebbe
collegare Nadro di Ceto con Capodiponte, passando sotto il versante di Naquane?
L’abbiamo ripetuto fino alla noia e non c’è camuno che non sappia che il
Sovrintendente ha giurato che le rocce incise che si trovano alle porte di
Capodiponte non verranno spostate né oggi né mai. Lo sapevano tutti, ha detto
esplicitamente il dottor Angelo Maria Ardovino, che sarebbe stato impossibile
realizzare quel tracciato per tutta una serie di vincoli esistenti, ragione per
cui adesso è fuori luogo stracciarsi le vesti.
É altrettanto vero che qualcuno si è incaricato di ricordare al
dottor Ardovino che anche lui sapeva, che anche lui non ha sollevato il problema
a tempo debito. C’è quanto basta per dar conto di un quadro complesso, segnato
da ostacoli, incomprensioni, equivoci e altro ancora. Con l’aggravante che nelle
ultime settimane si è perfino affacciata l’ipotesi di fermare il tracciato della
nuova statale a Nadro per immettersi poi sul vecchio percorso fino ad oltre
l’abitato di Capodiponte. Non sembra importare nulla il fatto che nel frattempo
proprio a Capodiponte, tra il cimitero e la chiesa delle Sante, i lavori di
sbancamento, di realizzazione del rilevato stradale e di attraversamento in
trincea siano già cosa fatta, con l’impegno di qualche miliardo di spesa e uno
scempio ambientale.
Se il braccio di ferro tra Sovrintendenza e Anas va avanti, il
rischio è di veder cancellato l’ultimo tratto del quarto lotto; insomma, dopo i
danni le beffe. Ma è probabile che nell’incontro di oggi non si parli solo
dell’intricato nodo capontino, tenuto conto che la viabilità camuno-sebina
presenta anche molte altre situazioni complesse. Per rimanere al quarto lotto,
ci si aspetta una parola definitiva anche a proposito dell’attraversamento di
Badetto di Ceto. É stata promessa una variante in galleria per ridurre gli
effetti negativi dell’impatto ambientale, e adesso si aspetta che alle parole
seguano i fatti.
Il quinto-sesto lotto della medesima statale 42 è fermo da un
anno e non ci sono segni di ripresa dei lavori. La galleria di 5 chilometri che
da Capodiponte condurrebbe a Forno d’Allione è scavata per poco più della metà e
nessuno si azzarda a fare previsioni per il futuro. Per la variante di Pisogne
l’apertura è stata annunciata più volte e sempre rinviata per diverse ragioni.
Anche per altri tratti della 510, Sebina orientale, non è il
caso di farsi eccessive illusioni. Il cantiere del quinto lotto Sulzano-Sale
Marasino è stato riaperto, ma ancora non è stato risolto il problema degli
svincoli che portano ai sottostanti centri abitati. C’è il rischio che un’opera
finita rimanga a lungo inutilizzata.
Insomma, il quadro sul quale si svilupperà il confronto per la
comunità montana di Vallecamonica, l’Anas, la Provincia e la Regione è
ingarbugliato oltre ogni dire. Troppi dubbi e punti di domanda, troppi ritardi,
troppe promesse non mantenute. Cambierà qualcosa?
BRESCIAOGGI [...]
MARZO 2001
di ...
«Siamo preoccupati per la situazione creatasi col blocco dei
lavori sulla statale 42 del Tonale. E dobbiamo intervenire subito affinché i
tempi non si dilatino ulteriormente». Sono le parole pronunciate da Margherita
Peroni, consigliere regionale e presidente della Commissione Territorio,
Urbanistica ed Edilizia, al termine del sopralluogo compiuto nelle ultime ore
nel cantiere che dovrebbe ultimare i lavori del quarto lotto della 42: la strada
che, una volta terminata, collegherà la Valcamonica col lago d’Iseo e la città.
La Peroni, insieme al sindaco di Capodiponte, Enrico Tosini, ha
visitato il cantiere per accertare la situazione e capire come intervenire per
sbloccarla. L’ennesimo blocco di un cantiere, va ricordato, è stato causato dal
ritrovamento, lungo il tracciato della strada, di una roccia ricoperta di
graffiti rupestri. Incisioni che hanno portato il Sovrintendente Angelo Ardovino
a vincolare l’intera area.
L’Anas ha chiesto di tagliare la roccia, per collocarla nel
museo delle incisioni rupestri di Capodiponte. Ma la Sovrintendenza ha detto no,
ipotizzando che nella zona possano esister altre incisioni.
Tra poco, la società che si sta occupando del quarto lotto avrà
finito gli altri lavori in cui è ora impegnata, e se la situazione non si
risolverà dovrà chiudere completamente il cantiere. Naturalmente ciò comporterà
anche la sospensione dal lavoro di altri operai.
Che fare? Secondo l’Anas, l’ipotesi avanzata dalla
Sovrintendenza di abbassare il tratto di strada interessato di qualche metro non
è percorribile. «Si tratta non solo di demolire e rifare parte dei lavori già
ultimati del quinto lotto – ha spiegato la Peroni – ma anche di riprogettare il
lavoro e quindi, ovviamente, di indire una nuova gara: una procedura
lunghissima. Inoltre, sempre l’Anas ritiene che con queste modifiche il
tracciato non sarebbe sicuro per il traffico, e non salvaguarderebbe le rocce».
A questo punto, visto che l’ente competente è l’Anas, solo il
ministero dei Lavori pubblici può convocare la conferenza dei servizi: «Non
avendo idea di quanto tempo ci voglia – ha concluso il consigliere regionale –,
la Regione propone la convocazione di un tavolo tecnico nei prossimi giorni,
invitando al confronto la Regione stessa, l’Anas, la Provincia, la
Sovrintendenza ai beni archeologici e gli Enti locali interessati».
BRESCIAOGGI 30 MARZO
2001
Il presidente della Comunità e il lavori sulle statali 42 e
510
De Toni: «Una situazione così incerta non invoglia i
turisti»
di Salvatore Spatola
Il protrarsi dell’incertezza della situazione viaria nel Sebino
e nella Valcamonica potrebbe compromettere lo sviluppo turistico della zona. Ne
è convinto Giampiero De Toni, presidente della Comunità montana della
Valcamonica. «I turisti - spiega De Toni - sono richiamati dalla bellezza dei
centri della sponda bresciana del lago d’Iseo, dai salutari benefici delle Terme
di Boario e di Angolo Terme, dalla possibilità di praticare gli sport invernali
tra montagne incantevoli e su piste attrezzate a dovere. Ma per svilupparsi
ancora di più dal punto di vista turistico, la gente ha bisogno di strade
sicure, percorribili e non della precarietà attuale. Il nostro impegno è forte.
Ci sono problemi di impatto ambientale, di rispetto del paesaggio circostante».
Secondo il presidente della Comunità montana di Valcamonica,
«punto essenziale dei lavori è mantenere inalterati i valori ambientali della
zona. La nuova variante riduce il vecchio tracciato di circa 1500 metri ed evita
gli attraversamenti degli abitati di Passirano, Provaglio e Iseo e un passaggio
a livello sulla Brescia - Edolo».
L’opera era stata ideata già all’inizo degli anni Settanta
dall’Amministrazione provinciale di Brescia per migliorare la viabilità del
territorio: «Ma da parecchi purtroppo - commenta De Toni - i ritardi sui lotti
delle statali 42 e 510 si sono accumulati senza possibilità di rimedio. Mi
auguro che, molto presto, vengano risolti gli intoppi che rallentano e in
qualche cosa bloccano i lavori di alcuni lotti. Nella mia qualità di presidente
della Comunità montana di Valcamonica, non ci sto. Questa variante valorizzerà
un’area già di alto interesse turistico, in pieno sviluppo commerciale e
industriale. I lotti bloccati devono ripartire: la popolazione camuna è
spazientita da tutti questi ritardi. E in questa situazione, i turisti
potrebbero essere invogliati a cambiare».
Neppure l’inserimento delle nuove arterie nel paesaggio risulta
traumatico. Tutto questo è stato reso possibile grazie ad approfonditi e
sistematici studi, che avevano scopo quello di lasciare inalterati l’ambiente:
«Anzi, si è agito per valorizzare ancora di più le caratteristiche specifiche di
ogni luogo», aggiunge De Toni.
L’esigenza di rimuovere le rocce istoriate di Capodiponte la
strada ha bloccato i lavori del quarto lotto della ss 42. Ma c’è la possibilità
di trovare una soluzione soddisfacente per tutti? De Toni ne è sicuro: «Ormai
però non c’è pià tempo da perdere. La situazione viaria si deve normalizzare al
più presto. Altrimenti - è la conclusione del presidente della Comunità montana
di Valcamonica - lo sviluppo turistico resterà un sogno».
BRESCIAOGGI 6 GIUGNO
2001
Sono in liquidazione i pagamenti soltanto per l’80%
di Salvatore Spatola
Alla superstrada della Valle Camonica e del Sebino Orientale i
problemi non mancano mai. Non si tratta solo di cantieri falliti, ma anche di
persone che hanno dato il proprio terreno per la realizzazione dell’opera già
nel 1974 e da allora aspettano di ricevere qualcosa in cambio di
quell’esproprio. Una cifra che non era elevatissima, soldi che qualcuno non
riceverà mai perché nel frattempo (sono passati 27 anni) è morto. Cosicché i
familiari si sono ritrovati in eredità questa vicenda, che ha fatto arrabbiare
gli interessati quanto il semplice cittadino sorpreso da tanta lentezza
burocratica. La Lega Nord Padania di Darfo Boario Terme, che per la vicenda si è
battuta nel corso degli ultimi anni, ha comunicato che in questi giorni sono in
liquidazione i pagamenti relativi all’80% della quota spettante in origine ai 21
proprietari espropriati per causa di pubblica utilità, per la costruzione della
superstrada che da Rogno va verso Esine, da parte dell’Anas, nel lontano 1974.
«I proprietari direttamente interessati - spiega Elvira Pianta,
consigliere della Lega Nord Padania di Darfo Boario Terme - sono stati avvisati
personalmente. La nostra sezione di Darfo Boario Terme comunica che è già stata
inoltrata la richiesta di liquidazione per il risarcimento del restante 20%».
Intanto chi ha aspettato tanto tempo non riceverà tutto, ma
solo una parte di quanto gli spettava e tuttora gli spetterebbe. Non viene
liquidata dall’Anas l’intera cifra corrispondente a un terreno espropriato 27
anni fa. Inevitabile che in simili condizioni nascesse una polemica legata alla
vicenda.
Sono ben 160 i proprietari che si sono rivolti alla Lega Nord
in cerca d’aiuto. Alcuni avevano avuto la somma prevista tre anni e mezzo fa.
Con la liquidazione di questi giorni, ammonta a circa 811 milioni di lire la
cifra corrisposta agli interessati.
«Noi siamo partiti con questa iniziativa - afferma il
consigliere Pianta - proprio per dare ai cittadini camuni quanto spettava loro
già nel 1974. Si tratta di cittadini che meritavano di essere pagati già 27 anni
fa perché hanno ceduto il loro terreno per pubblica utilità a prezzo irrisorio e
sottovalutato, con tariffe da espropri. Erano soldi che i proprietari avevano il
diritto di avere a quel tempo, non oggi».
È una questione «di giustizia». Conta «la volontà di ridare al
territorio quanto era giusto che i cittadini camuni avessero». Perché se la
superstrada c’è, con tutto quello che ha portato nel male e nel bene, il turismo
e il commercio, il merito è delle persone che all’epoca hanno ceduto il loro
terreno, rimettendoci dei soldi in anticipo senza avere la garanzia di quello
che avrebbero avuto in cambio.
«Fino a questo punto abbiamo assistito 160 persone - afferma
Elvira Pianta -. Ma sappiamo che ci sono altri che si sono rivolti ad partiti
diversi. Noi vogliamo che sia dato ai camuni quanto spetta loro di diritto».
BRESCIAOGGI 9 GIUGNO
2001
Metropolitana leggera: polemica proposta del presidente
della Comunità montana
De Toni: «Sebino e Valle rischiano l’isolamento»
di Salvatore Spatola
Sui binari della metropolitana leggera corre un dibattito
istituzionale che coinvolge la Valcamonica.
Ad avviare la «motrice» delle polemiche il presidente della
Comunità Montana, Gianpiero De Toni, che lancia una proposta destinata a fa
discutere: allungare la linea metrò fino a Iseo o Pisogne. In una lettera aperta
al presidente della Provincia, Andrea Cavalli, e al sindaco di Brescia, Paolo
Corsini, il presidente della comunità non risparmia critiche al metodo con cui
si vanno delineando i contenuti della mega opera infrastrutturale
«La Valle assiste con rassegnato disincanto alla discussione
sul progetto - scrive De Toni -. Si vuole un confronto aperto sul futuro della
città, sulla sua capacità di interpretare al meglio i processi di
modernizzazione ma questo dibattito non può trascurare i riflessi che la
rivisitazione della rete cittadina dei trasporti potrà avere su tutto il sistema
della mobilità da e verso Brescia. E' questo l'aspetto forse più importante del
progetto, a cui le vallate della provincia bresciana guardano con molto
interesse».
Ma in programmazione, a parere di De Toni, sarebbe stata
esclusa la Vallecamonica.
«La Valtrompia - prosegue il presidente della Comunità Montana
è stata chiamata in causa direttamente in un progetto di allungamento del metrò,
quasi a definire una linea privilegiata di interscambio che rafforza le economie
all'interno di un sistema industriale, tecnologioco e di servizi già collaudato
e rafforzato dal progetto di autostrada valtriumplina. Ma la nostra valle resta
come sempre troppo distante e debolmente dimensionata per condizionare una
riflessione.
«Sono noti i problemi delle nostre comunità: infrastrutture
insufficienti, dispersione demografica e abitativa, un territorio montano che ci
divide inesorabilmente dai centri propulsivi dello sviluppo.
«Ciò non facilita i processi di modernizzazione delle reti di
trasporto e comunicazione: la nostra viabilità, anche quando sarà completata,
resterà insufficiente e la linea ferroviaria muove tuttora locomotive a gasolio,
non essendo elettrificata». I risultati? «I pendolari della valle e del Sebino
impiegano ore per per arrivare nelle fabbriche bresciane e i turisti che
visitano il nostro territorio si rassegnano a interminabili code e ritardi».
De Toni crede che «questa situazione danneggi innanzitutto le
comunità locali della Vallecamonica, ma impoverisce anche il territorio
provinciale privandolo di tutte quelle potenzialità che il nostro comprensorio
esprime: un' economia che si sta vivacizzando e che richiede sbocchi e contatti
esterni più immediati; un patrimonio culturale e ambientale di indubbio
richiamo; la disponibilità di professionalità e intelligenza che già hanno dato
molto all'economia e alla cultura bresciana e che ancora di più potrebbe dare se
fossero messi a contatto con la ricchezza delle esperienze urbane ed europee».
Solo se sarà condiviso da tutto il territorio il progetto di metropolitana
leggera potrà rappresentare secondo il «numero uno» della Comunità Montana
«un'importante occasione per riscrivere i confini tra centro e periferia, tra
"Bassa" e valli montane, tra società e culture».
«Perché, allora - si chiede De Toni -, non costruire un
percorso in grado di prefigurare l'allungamento della metropolitana bresciana
fino a Iseo o fino a Pisogne, alle porte della Valle Camonica, utilizzando e
modernizzando la linea ferroviaria esistente?».
«Perché - si chiede ancora il presidente -,non pensare a una
rete integrata dei servizi di trasporto che faccia comunicare direttamente,
attraverso la Valle Camonica, la città di Brescia e tutta la Lombardia con
l'Europa?».
«Sono i progetti e le prospettive - conclude il presidente -
nei quali noi camuni crediamo e per cui ci stiamo impegnando con le nostre
limitate forze. Ma, sono anche sfide che lanciamo a chi può determinare il
futuro del territorio bresciano».
BRESCIAOGGI 19 GIUGNO
2001
Il presidente sottoscrive il progetto della Comunità
montana per la linea da Brescia a Pisogne
«Vogliamo più autonomia, la galleria sul Garda insegna»
di Salvatore Spatola
Sei mesi per decidere, progettare e scavare una galleria, un
altro mese per renderla transitabile. Quel che è successo sul lago di Garda per
il nuovo tunnel fra Limone e Riva, via alternativa alla «Gardesana» franata nel
periodo natalizio, può accadere anche in Valcamonica. Basta che agli enti locali
vengano dati gli strumenti, tecnici ed economici, per agire. Ne è convinto il
presidente della Provincia, Alberto Cavalli, che rilancia in questo modo non
solo la discussione sulla viabilità, ma anche quella sul prolungamento del
futuro metrò leggero fino a Pisogne.
«Sul Garda abbiamo avuto la dimostrazione che le autorità di
governo più vicine ai cittadini, la Provincia di Trento in questo caso, purchè
abbiano le risorse economiche, sono in grado di far fronte alle emergenze, in
modi e tempi che non hanno davvero paragoni».
Sul fronte della mobilità cosa dice Cavalli?
«Ritengo di aver trasformato il progetto di una metropolitana
esclusivamente cittadina in un altro, condiviso adesso, di una metropolitana
provinciale. Questo non era l’orientamento della precedente Giunta provinciale.
Con Formigoni e Corsini prima, con i sindaci della Val Trompia e col presidente
della Comunità montana poi; infine, con il ministero dei Trasporti, ho siglato i
tre protocolli d'intesa che oggi consentono di pensare a una metropolitana che
si dirami ai quattro punti cardinali e che comincia ad avere gli avvalli e i
sostegni economici necessari per diventare una realtà».
Cavalli sposa quindi in pieno la richiesta avanzata nei giorni
scorsi dal presidente della Comunità montana della Valcamonica, Giampiero de
Toni, il quale aveva ribadito come la mobilità camuna, anche quando sarà
completata, rischia di rimanere insufficiente. «I pendolari della Valcamonica e
del Sebino - aveva sostenuto - impiegano ore per arrivare nelle fabbriche
bresciane e i turisti che visitano il nostro territorio si rassegnano a
interminabili code e ritardi».
Insomma, il progetto del metrò leggero va riscritto in chiave
provinciale, sulla falsariga della grande rete tramviaria extraurbana che si
diramava dalla città alle valli e alla bassa alla fine degli anni Venti del
’900. «Perché non costruire un percorso in grado di prefigurare l'allungamento
della metropolitana bresciana fino a Iseo e Pisogne? Perché non pensare a una
rete integrata dei servizi di trasporto che faccia comunicare direttamente,
attraverso la Valcamonica, la città di Brescia e tutta la Lombardia con
l'Europa?». In realtà la linea c’è già, ed è la ferrovia Brescia-Edolo la quale,
opportunamente adeguata, potrebbe diventare il primo metrò leggero bresciano.
«Spiace - sottolinea Cavalli - che i precedenti amministratori,
quelli camuni e quelli non camuni, non siano riusciti ad affrontarla in maniera
adeguata prima, ma forse è possibile sperare che il nuovo Parlamento e il nuovo
Governo, che hanno messo fra i loro impegni principali la modernizzazione del
Paese, riescano a dimostrare un'attenzione verso la Valcamonica che non abbiamo
mai riscontrato».
E conclude: «I bresciani sono ancora costretti ad andare a Roma
col cappello in mano per chiedere quanto serve sia per completare le opere
promesse da anni in Valcamonica, sia per tenere in piedi la muraglia che
sovrasta la Gardesana, e che ogni giorno rischia di mettere a repentaglio la
sopravvivenza di un sistema economico, ma anche la vita di chi transita su
quella strada».
BRESCIAOGGI 01 LUGLIO
2001
La Provincia ha stanziato oltre due miliardi per sistemare
numerosi collegamenti intervallivi
I lavori, un volano per lo sviluppo dei comuni montani
di Sergio Botta
L'Amministrazione provinciale dimostra di avere un occhio di
riguardo anche per la viabilità minore, non di sua competenza, ma ritenuta
d'importanza strategica per migliorare i collegamenti intervallivi e la
viabilità per raggiungere alcuni Comuni di montagna, ma anche in chiave
turistica. E' questa la filosofia che l'assessorato ai Lavori Pubblici, guidato
da Mauro Parolini, ha adottato per consentire su alcune strade interventi di
manutenzione straordinaria, concentrati sulle valli Camonica, Trompia, Sabbia,
nell’Alto Garda e sul Sebino Bresciano.
Le cifre si commentano da sole: 5 miliardi e 86 milioni di
spesa complessiva di cui 2 miliardi e 100 milioni quale contributo provinciale e
3 miliardi e 13 milioni a carico dei Comuni interessati e Comunità montane. Va
sottolineato che il Broletto interverrà per talune opere dal 31 al 50 per cento
dell'importo complessivo.
Alberto Cavalli, presidente della Provincia, ha spiegato
l'immediatezza del provvedimento. «Lunedì scorso l'abbiamo approvato in Giunta e
tra una settimana i fondi saranno disponibili». Proprio Parolini ha voluto
rimarcare come le opere non siano calate dall'alto, ma siano il frutto di una
concertazione tra Comuni e le cinque Comunità montane alle quali è spettato il
compito di redigere i progetti in quanto maggiori conoscitrici delle realtà
locali e delle loro rispettive esigenze.
«Gli interventi - ha proseguito Cavalli - sono soprattutto
rivolti alle aree in cui le difficoltà di collegamento sono, per la morfologia
del territorio, superiori. Il lavoro sinergico tra Provincia ed Enti interessati
ha sempre fornito risultati positivi». Il presidente ha effettuato un'ultima
considerazione. «Prima abbiamo redatto una scaletta di priorità poi facciamo le
scelte, coinvolgendo i rappresentanti delle Comunità locali affinché siano
condivise».
L'assessore Mauro Parolini ha invece voluto specificare che la
Provincia non è obbligata ad accollarsi alcuni compiti, non di sua competenza
«ma lo fa volentieri per essere più vicina alle esigenze della gente. Inoltre,
per migliorare i collegamenti intervallivi».
Proprio su questo tema, il responsabile dei Lavori pubblici si
è soffermato per spiegare che il provvedimento favorirà la presenza turistica e
lo sviluppo economico in zone in cui occorre incentivare interventi di
promozione e di ricettività. Parolini ha posto anche l'accento sul fatto che gli
interventi «non saranno tenuti nel cassetto» ma «realizzati con effetto
immediato in quanto i progetti sono pronti».
Altro aspetto da evidenziare è che gli interventi sono
distribuiti equamente tra Comuni e Comunità montane con una mappatura delle
esigenze da soddisfare. Quindi non soltanto opere di interesse generale ma anche
di importanza minore ma significativa per le realtà locali. Così, ad esempio
l'intervento sulla strada Persone-Magasa nei Comuni di Valvestino e Magasa per
200 milioni, intende favorire il miglioramento della viabilità, consentendo di
far uscire il comprensorio dall'isolamento.
Identica operazione in Valtrompia per la Magno-Tavernole (100
milioni) o la Irma-Marmentino (150) di cui la Provincia concorre al 50% della
spesa. I maggiori stanziamenti del Broletto son rivolti alla Valle Camonica con
810 milioni su di un totale complessivo di 1 miliardo e 670 milioni interessando
importanti nodi di collegamento tra cui la Edolo-Corteno Golgi per 200 e la
Malonno-Edolo per 450.
Quanto alla Valtrompia, importante l'intervento sulla
Maniva-Baremone per 100 milioni, interessante il Comune di Collio come, nel
Sebino Bresciano, la Pisogne-Colle San Zeno o la Terra Promessa-Olzano a
Montisola, entrambi per 140 milioni. Infine in Valsabbia vanno sottolineati i
300 milioni per la strada Bagolino-Maniva, che consentiranno una maggior
sicurezza, favorendo lo sviluppo turistico.
GIORNALE DI BRESCIA 7
AGOSTO 2001
La statale 510 tra Iseo e Marone è un cantiere aperto, tra
lotti solo parzialmente finiti e lavori di rifinitura da riappaltare
di Cristiano Tognoli
Picchia forte il sole sul cemento ormai non più fresco, ma non
ancora transitabile dagli automezzi. La Sebina Scarl è al lavoro. La squadra di
operai parla un linguaggio misto: bresciano, bergamasco, ma anche napoletano e
romano. Qualche battuta nei dialetti più diversi aiuta a sopportare il duro
lavoro quotidiano. La nuova statale 510, la Sebina Orientale, appena oltre
l’uscita di Iseo è ancora un cantiere aperto. I lotti (quarto, quinto e sesto)
chiusi per molto tempo sono ora nelle mani di quest’azienda, che lavora per
conto dell’Anas, dopo essere stati già riappaltati più volte.
E s’affida a questo lavoro la tenue speranza dei pendolari e
dei vacanzieri che percorrono ogni giorno la strada che porta in Valcamonica. Ma
sbilanciarsi sulle date di consegna appare davvero impresa ardua. Il futuro
prossimo per chi va da Iseo a Pisogne sarà purtroppo ancora segnato da code ed
attese per diversi mesi, se non per anni.
Parlando con l’assessore provinciale ai Lavori pubblici, Mauro
Parolini – che pure ha a cuore la situazione, ma ha le mani legate per
l’esclusiva competenza Anas – si scopre solo che «i lavori principali del quinto
lotto dovrebbero completarsi entro febbraio 2002». Tutto questo in base anche
alle assicurazioni che gli sono state date dall’Anas. Il quinto lotto è quello
che da Sulzano porta fino a Collepiano. La strada è quella che arriva anche a
Sale Marasino e prosegue poi per Pisogne. Sul posto ti accorgi che le opere di
scavo e di asfaltatura sono effettivamente concluse, seppure mancano ancora
altri aspetti determinanti: gli impianti di illuminazione e ventilazione nelle
gallerie, le righe segnaletiche, il rivestimento dei muri in c.l.s., la
fornitura e l’installazione di barriere fonoassorbenti, l’intervento per il
completamento delle capezzagne collaterali e, cosa altrettanto importante, molti
svincoli. Tra questi, anche quello attesissimo di Marone.
Per quanto attiene queste opere complementari, bisognerà però
indire nuove gare d’appalto e il nome della ditta che vincerà l’appalto non si
conoscerà prima di fine anno, prolungando quindi l’attesa per l’apertura
definitiva di questi chilometri essenziali della nuova 510.
Per la verità, il tratto già completato è chiuso ma non in
maniera ermetica e i maronesi c’è chi ci confida che «qualche temerario si
avventura già sulla strada anche solo minimamente percorribile. D’altra parte i
disagi sono tanti per recarsi ai posti di lavoro e non possiamo aspettare che
tutto sia perfettamente concluso». Un tecnico della Sebina Scarl butta lì: «Se
considerano finito il quinto lotto, allora lo è anche il quarto». Vero, Anzi, di
più. L’Anas aveva garantito che il quarto lotto (da Bersaglio al confine di
Sulzano) sarebbe stato consegnato ancora due o tre mesi fa alla Provincia, ma
siamo sempre anche qui in una posizione di stand by.
Sul quarto lotto, come peraltro nel sesto, è attualmente in
corso l’installazione dei guard-rail e la redazione delle relazioni da
trasmettere all’Anas di Roma per quanto attiene le modifiche degli impianti
delle gallerie per la ricerca delle relative risorse nell’ambito dei fondi
previsti per l’adeguamento a seguito dell’entrata in vigore della circolare
“Monte Bianco”.
Intanto, per congiungere il quarto lotto (da Bersaglio a
Sulzano) con il quinto, la Sebina Scarl è ancora al lavoro (come abbiamo scritto
all’inizio di questo articolo) sopra Sulzano. Pochi chilometri, che verranno
asfaltati. Le date? Come al solito, top secret, ma con poche speranze di far
presto.
«Entro la primavera prossima l’intero asse stradale dovrebbe
essere completato – continua il tecnico della ditta da noi interpellato sul
posto e che preferisce mantenere l’anonimato – anzi, da parte nostra possiamo
praticamente garantire che sarà così, salvo imprevisti al momento non
ipotizzabili. Poi però ci saranno tutte le altre opere di rifinitura». E qui
nasce l’altro problema, perché serviranno nuovi appalti e una volta iniziati i
lavori a quel punto tutto dipenderà dalla laboriosità della dita in questione.
Sebina orientale: avanti, ma piano, piano. E per gli automobilisti restano code
e disagi.
GIORNALE DI BRESCIA 7
AGOSTO 2001
Nell’ufficio dei Lavori pubblici della Provincia in attesa
di notizie precise dall’Anas
di Cristiano Tognoli
«Stiamo facendo il possibile per accelerare i lavori e
sbloccare la situazione, ma siamo nelle mani dell’Anas; quindi non possiamo
assolutamente sbilanciarci e dire quando sarà aperta la 510, ma su un punto
possiamo essere chiari fin d’ora: la volontà è quella di aprire la strada quando
saranno completati i lavori su tutti i lotti. Non è ragionevolmente pensabile di
far confluire il traffico della statale su strette strade comunali».
Dall’ufficio dei Lavori pubblici del Broletto, l’ingegner Perugini prova a fare
il punto della situazione. Una certa difficoltà nell’essere più preciso, in fin
dei conti, è anche comprensibile: «Sappiamo che il quinto lotto sarà pronto a
febbraio, ma sei mesi fa l’Anas ci aveva anche detto che per il quarto era
questione di pochi mesi. Invece ancora tutto tace. Come Amministrazione
provinciale non possiamo fare più di tanto. Finché le strade non saranno
completate, l’Anas non ce le cederà e tutto rimarrà di loro competenza. Non
prevedo certo tempi brevi».
L’assessore provinciale Mauro Paroloni da un aggiornamento sui
lavori della 42: «Per quanto riguarda il quarto lotto, è a buon punto la
redazione della perizia da inoltrare a Roma per il finanziamento della galleria
di Badetto di Ceto e il completamento dell’attraversamento di Braone. Riguardo
invece i problemi collegati alla tratta in comune di Capodiponte, il
compartimento dell’Anas di Milano ritiene di poter mettere in esercizio la
tratta fino allo svincolo di Niardo, subordinando ogni decisione alla
prosecuzione dell’opera a seguito delle risultanze dello studio già affidato
dall’Anas per la ricerca di soluzioni progettuali compatibili con i reperti
archeologici. Spostandoci invece sul quinto e sesto lotto – conclude Parolini –
la direzione Anas di Roma ha deciso di rescindere il contratto esistente, quindi
il compartimento di Milano sta affidando gli incarichi per la riprogettazione
delle opere residue».
GIORNALE DI BRESCIA 7 AGOSTO 2001
di ...
La congiunzione sopra
Sulzano. É questo il pezzo di strada, ancora in costruzione, che dovrà
congiungere il quarto con il quinto lotto. Siamo sopra Sulzano. Per completare
l’asse stradale, in questi giorni stanno lavorando alacremente gli operai della
Sebina Scarl. Un tecnico della medesima ditta, la quale ha avuto l’appalto
dall’Anas, si è dimostrato abbastanza ottimista riguardo alla conclusione in
tempi rapidi dei lavori.
Le opere appena oltre il
“Bersaglio”. Si tratta di un pezzo di strada nel quale sono stati
completati i lavori di cementificazione e in alcuni tratti anche d’installamento
delle barriere guar-drail, ma non ancora le cosiddette opere di rifinitura. Per
legge questo lotto non può essere aperto fino a quando non avrà uno sbocco su
una strada statale. Diventa quindi importantissimo che si concludano il più
presto possibile i lavori di congiunzione con il quinto lotto.
A Collepiano nessun svincolo.
Il quinto lotto è quello che da Sulzano porta a Collepiano. I lavori principali
dell’intero tratto, in base ad un’assicurazione che l’Anas ha dato all’assessore
ai Lavori pubblici Parolini, dovrebbero essere completati entro la fine di
febbraio del 2002. Nonostante questo, però, qualche automobilista ha già
percorso alcuni tratti di questa strada. Si tratta del lotto con i lavori più
avanzati, ma per essere ufficialmente aperto ha bisogno che vengano conclusi
anche il quarto e il sesto. Anche il quinto lotto ha comunque ancora problemi
con gli svincoli.
GIORNALE DI BRESCIA
19 AGOSTO 2001
Valcamonica – Manutenzione straordinaria delle strade
minori: finanziamenti dagli Enti locali. Lavori non prima di un anno
Allargamento, pavimentazione, protezione i principali
interventi
di Angelo Moreschi
La comunicazione è pervenuta alla Comunità montana di
Valcamonica all’inizio del mese: la Provincia ha deliberato la compartecipazione
economica per gli interventi di manutenzione straordinaria della viabilità in
territorio camuno. Da qualche anno, in Valle, si approntano e si realizzano
opere di manutenzione di strade che attraversano più territori comunali.
Viabilità minore, ma di fondamentale importanza per la Valle e spesso
alternativa all’arteria principale, cioè la statale.
Ebbene, anche il 2001, su istanza delle amministrazioni
comunali, l’Ente comprensoriale ha predisposto un corposo programma
d’interventi, per una spesa complessiva di due miliardi e 480 milioni,
distribuita su 9 progetti. I soggetti cofinanziatori di ogni opera sono la
Provincia, la Comunità montana di Valcamonica e le Amministrazioni comunali
interessate.
In un primo momento la Provincia aveva assicurato un contributo
complessivo di 940 milioni, che sono definitivamente diventati 810 nella
delibera adottata dalla Giunta alla fine di giugno.
Il direttivo della Comunità montana ha deciso di aumentare così
la sua quota di partecipazione, passando da 250 a 380 milioni; a carico dei
Comuni restano un miliardo e 290 milioni. «La Comunità montana – precisa Mario
Pendoli, assessore ai Lavori pubblici, alla viabilità e trasporti – si è fatta
carico di un finanziamento aggiuntivo, per consentire la realizzazione di opere
che miglioreranno la viabilità minore».
Ora il quadro è completo e si dovranno attivare le procedure
per procedere alla realizzazione delle opere di manutenzione. Ci vorrà circa un
anno per redigere i progetti preliminari, quelli esecutivi, per acquisire la
disponibilità economica da parte dei Comuni interessati e passare poi agli
appalti. Se verranno rispettati i tempi, l’avvio dei lavori si può ipotizzare
per l’estate del 2002.
Sinteticamente, diamo un’occhiata alle strade intercomunali
oggetto di manutenzione. La prima riguarda l’arteria asfaltata che, dalla
statale 42 collega il bivio di Braone con la frazione Nadro del comune di Ceto,
passando tra gli abitati di Braone e di Ceto. Si procederà all’allargamento
della sede ed alla sua sistemazione con barriere di protezione, pavimentazione e
segnaletica. Il tratto è di quasi 10 chilometri.
In alta Valle verrà sistemata la strada, di quasi 7 chilometri,
che collega Edolo a Corteno, passando dalla frazione Santicolo, in alternativa
alla statale 39. Si interverrà sul collegamento Ossimo con Lozio, della
lunghezza di quasi 9 chilometri. Nel territorio dei comuni di Edolo e Malonno si
procederà a sistemare la strada di collegamento che transita attraverso la
frazione Loritto e la località Fletta, per uno sviluppo di 12 chilometri e
mezzo. Sono necessari l’allargamento di parte della carreggiata, la posa di
opere di protezione e la pavimentazione del tratto interessato.
I comuni di Malegno e di Breno potranno sistemare il tratto di
strada di 3,9 chilometri che ha inizio nei pressi del ponte della Minerva, si
sviluppa salendo sul versante est del monte Guna, fino alla località Montepiano
e prosegue diramandosi in due tronchi. interessa principalmente il comune di
Cedegolo e in parte anche Paspardo la via di collegamento tra la località Deria
e la frazione Grevo di Cedegolo, con uno sviluppo di 7,5 chilometri.
S’interverrà per migliorarne la percorribilità.
Sonico, Berzo Demo e Malonno saranno coinvolti nei lavori
riguardanti la strada che passa per le frazioni di Zazza, Comparte, Garda e
Rino, per una lunghezza di 7,8 chilometri. Si allargherà il tratto, portando la
sede a una media di 6 metri.
In bassa Valle è previsto l’intervento sulla via di
collegamento tra Darfo e Esine, passando tra le frazioni di Montecchio, Sacca e
Plemo: lunghezza chilometri 7,3. Infine sono programmati lavori sull’arteria che
collega Cividate con Berzo Inferiore, per km 7,9.
GIORNALE DI BRESCIA
13 FEBBRAIO 2002
Mentre l’ex statale deve sopportare un traffico eccezionale
per la deviazione dei Tir a Lovere
L’Anas ora parla dell’estate 2003. I sindaci non ci stanno
di Lucia Sterni
Continua ad aumentare il traffico dei mezzi pesanti sulla
Sebina Orientale, ex statale 510, due giorni dopo la chiusura, per consentire
lavori di messa in sicurezza della galleria bergamasca di Lovere sulla strada
statale 42, che collega la Valcamonica a Bergamo.
Una situazione critica, appesantita anche dalle pessime notizie
riguardanti l’apertura della nuova statale 510: infatti si deve registrare per
l’ennesima volta l’annuncio di altri ritardi da parte dell’Anas. Slitta
nuovamente, infatti, la data di apertura della stessa 510 all’estate del 2003,
smentendo clamorosamente, come avviene da una decina d’anni per le strade del
comprensorio camuno-sebino, le notizie diffuse nel 2001 che garantivano
l’inaugurazione della 510 entro la fine di quest’anno. L’apertura della nuova
statale potrebbe essere anticipata, come sperano i politici locali, solo con
l’intervento dei parlamentari bresciani.
Nel frattempo, come detto, continua ad aumentare il traffico
dei mezzi pesanti da e per la Valcamonica, obbligati, per i prossimi tre mesi, a
transitare solo sul vecchio, pericoloso e congestionato tracciato della Sebina
Orientale. Inevitabili, quindi, i rallentamenti e le code nella circolazione
viaria, soprattutto nelle ore di punta, sulle strade della valle e del lago.
Difficoltà ai mezzi leggeri si registrano anche lungo le strade
bergamasche dell’ex statale 42, nei comuni di Lovere e Costa Volpino e della
Sebina Occidentale, che rimane chiusa tra i comuni di Riva di Solto e Castro per
lavori di bonifica. I disagi sono destinati ad appesantirsi da oggi, con la
riapertura degli istituti scolastici dopo la pausa di carnevale, che creerà
ulteriori ingorghi ed intasamenti nei comuni rivieraschi. Tali problemi sono
stati sottolineati dagli amministratori locali all’ingegner Arcoleo dell’Anas di
Milano, in visita ieri mattina a Sale Marasino.
Durante l’incontro, lo steso Arcoleo ha tracciato la situazione
della nuova 510: i lavori per rendere percorribile il tracciato stradale
previsti entro questo mese slittano al prossimo 31 maggio. La perizia suppletiva
per le opere di finitura, concernenti la posa della cartellonistica, degli
impianti di illuminazione e ventilazione, dei guard-rail è già stata trasmessa
dall’Anas di Roma, che dovrebbe dare l’approvazione nel giro dei prossimi cinque
mesi. In estate, quindi, si prevede di dare il via alle procedure d’appalto, per
iniziare poi i lavori. L’apertura della statale 510 è, quindi, programmata per
il mese di luglio 2003.
«Abbiamo manifestato all’Anas il nostro malumore per il
dirottamento del traffico pesante sulla ex statale sebina – esordisce
amareggiato il sindaco di Sulzano, Giuseppe Ribola – dopo le sconfortanti
notizie sulla 510, abbiamo richiesto una lettera che ufficializzi le prossime
scadenze, al fine di dare una corretta informazione alla popolazione e maggiori
certezze alle aspettative della stessa. Siamo comunque fermi – conclude con
determinazione lo stesso Ribola – a dar corso alla nostra protesta a
coinvolgere i parlamentari locali, al fine di ridurre i tempi per l’approvazione
della perizia suppletiva, quindi, accelerare l’apertura della nuova statale
510».
Intanto il settore manutenzione strade ella Provincia ha
comunicato la sospensione dell’ordinanza che ha istituito il senso unico
alternato nelle ore notturne tra Sulzano e Marone per consentire l’esecuzione
dei lavori per il collettore fognario.
BRESCIAOGGI 13
FEBBRAIO 2002
Superstrada. Fra perizie suppletive, gare d’appalto e
lavori, la nuova 510 slitta al giugno 2003
Sos del sindaco di Sulzano ai parlamentari: «Aiutateci»
di Giuseppe Zani
Cara grazia se la nuova 510 si potrà aprire nel giugno 2003. La
notizia, nell'aria da giorni, è stata confermata ieri nel corso di due incontri
svoltisi a Sale Marasino (il primo in municipio, il secondo nella sede della
Comunità montana) da Fabio Arcoleo, ingegnere dell'Anas e direttore dei lavori
che si stanno eseguendo dal lontano 21 giugno 1990 lungo i lotti IV, V e VI
della superstrada sebina.
Un'autentica mazzata per i rappresentanti degli enti locali e
comprensoriali presenti, i sindaci di Sale Marasino e Sulzano, Ada Gasparotti e
Peppino Ribola, gli assessori alla Viabilità delle Comunità montane sebina e
camuna, Enrico Serioli e Mario Pendoli, nonché l'ingegner Faccin
dell'assessorato provinciale ai Lavori pubblici e il geometra Guasconi del
servizio Beni ambientali della Regione.
Arcoleo ha esordito ammettendo che c'è un ritardo di tre mesi
nella consegna, da parte delle imprese Secol, Irces 55, De Lieto e Donati, delle
opere di completamento finanziate con l'ormai famosa perizia di variante tecnica
e suppletiva di 24 miliardi e 183 milioni di lire, ossia 12 milioni e mezzo di
euro: il traguardo è stato spostato dal 7 febbraio al 31 maggio 2002. L'asta
principale, tuttavia, non sarà ancora utilizzabile, perché si dovranno prima
installare gli impianti di illuminazione e aerazione nelle gallerie (i relativi
progetti si son dovuti rifare daccapo, in ossequio alle ultime norme emanate in
tema di sicurezza in galleria), stendere sull'asfalto grezzo il cosiddetto
«tappetino d'usura», montare i guard-rail, tracciare la segnaletica orizzontale
e sistemare quella verticale.
Per queste opere di finitura servono suppergiù altri 7 miliardi
di lire (3 milioni e 600 mila euro). Che al momento non ci sono. Per averli,
l'Anas di Milano dovrà superare la solita trafila: invio dei progetti a Roma,
richiesta di copertura finanziaria, coinvolgimento del ministero dei Lavori
pubblici.
Se tutto fila liscio, secondo Arcoleo, l'iter di quella che è
una vera e propria perizia suppletiva, l'ultima di una serie infinita, potrebbe
concludersi a giugno. Sei mesi se li porteranno via le gare d'appalto. Dunque,
nella migliore delle ipotesi, i lavori cominceranno nel gennaio 2003. Durata
prevista, minimo cinque mesi.
«Ci siamo messi le mani nei capelli - racconta il sindaco di
Sulzano, Peppino Ribola -. I disagi che devono sopportare i pendolari sebini e
camuni li abbiamo sotto gli occhi e li viviamo in prima persona tutti i giorni.
Adesso, per giunta, sulla vecchia litoranea è stato dirottato il traffico
pesante che, muovendosi sulla direttrice Milano-Bergamo-Vallecamonica, non può
utilizzare la galleria Pianico-Bersaglio di Costa Volpino, chiusa per il
rifacimento del fondo. Che fare? A questo punto pensiamo di convocare i
parlamentari bresciani sollecitandoli a darci una mano per centrare due
obiettivi: far durare i lavori all'interno della galleria che by-passa Lovere
meno dei 100 giorni programmati, e velocizzare al massimo l'iter romano della
perizia suppletiva in questione».
Dalle opere di finitura della superstrada sebina restano
esclusi, giova rimarcarlo, tutti gli interventi chiesti dai Comuni di Iseo,
Sulzano, S ale Marasino e Marone per consolidare i versanti, drenare le acque di
superficie, ripristinare il verde, installare pannelli fono-assorbenti in
prossimità delle case. Esclusa pure, se n'è avuta la certezza ieri, la galleria
artificiale (un miliardo e mezzo) che, in località Dosso, a Sale Marasino,
dovrebbe consentire di eliminare, dopo esser stata ricoperta, due ripidissime
scarpate. Esclusi, infine, lo svincolo di Presso, a Sale Marasino, e il
completamento dello svincolo di Zone, a Colpiano: quest'ultimo rimarrà «a raso»,
interferendo con la strada comunale Colpiano-Pregasso. Tutto rinviato a tempi
migliori, insomma. A quando l'Anas passerà la patata bollente alla Provincia,
affidandole la nuova 510? Una prospettiva da brivido per il bilancio del
Broletto. Almeno una buona notizia: la Provincia ha sospeso il senso unico
alternato tra Sulzano e Marone, istituito l’anno scorso per la posa del
collettore fognario, visto che il cantiere non ha ripreso il lavoro dopo lo stop
natalizio.
L’ECO DI BERGAMO 13
FEBBRAIO 2002
Statistiche Aci. L’indice di rischio è triplo rispetto a
quello della bergamasca
di Giuseppe Lupi
Una strada che costeggia il lago d’Iseo, snodandosi in
territorio bergamasco per quasi 27 chilometri ma che detiene il triste primato
dell’ex statale più rischiosa di tutta la provincia. La strada in questione è la
numero 469, meglio conosciuta come “Sebina Occidentale” e che ha come punto di
inizio il comune di Castro. Un percorso che l’Automobile Club di Bergamo,
secondo alcuni dati statistici, ha bollato come la strada con l’indice di
gravità altissimo, oltre il triplo rispetto alla media provinciale. Questo
parametro, che indica il numero di morti in rapporto al totale degli
infortunati, consente di sottolineare quanto siano drammatiche le conseguenze
degli scontri che si verificano su questo tratto viario. Una fotografia, quella
fatta dall’Automobile Club, che prende in esame ognuno dei 26,2 chilometri della
Sebina occidentale dal gennaio 1996 sino a tutto il dicembre 2000. E per capire
meglio il dato basta osservare i dati che, paradossalmente, sul fronte del
numero degli incidenti fanno registrare numeri contenuti rispetto ad altre
strade analoghe della Bergamasca, ma che hanno le conseguenze più drammatiche.
L’anno nero rispetto ai cinque presi in esame è il 1999: nei
dodici mesi presi in esame sulla Sebina occidentale sono stati contati 11
incidenti stradali che hanno avuto il pesantissimo prezzo di cinque vite umane e
quindici persone che sono state trasportate al pronto soccorso. Il 2000 ha
fortunatamente contribuito a diminuire la media dell’indice di gravità: su sei
incidenti stradali con sei feriti vi è stato un solo deceduto. Due nella
statistica dell’Aci sono invece stati gli anni in cui non è stato registrato
nessun incidente stradale mortale, si tratta del 1998 e del 1997 in cui a fronte
di tre scontri nel 1998 ci sono stati quattro feriti e per un incidente nel 1997
un ferito. Il 1996 ha fatto contare sette incidenti, con un morto e ben nove
feriti.
Ed entrando nel dettaglio dello studio, passando all’analisi
delle progressive chilometriche, emerge un dato circa il ripetersi degli
incidenti in luoghi ben precisi dell’ex statale 469. I chilometri più pericolosi
sono quelli compresi in due tronconi, quello fra il chilometro uno e due, nel
territorio di Castro, e fra il chilometri diciassette e diciotto, tratto questo
compreso fra Tavernola e Predore. In assoluto, il maggior tributo di vite umane
è stato pagato sul chilometro diciassette dove nel 1999, a Tavernola, sono state
tre le persone morte e una nel 2002. Sempre su questi due chilometri sono stati
contati rispettivamente sette feriti nel 1999 e uno nel 2000. Un dato che porta
anche alla luce il fatto che gli ultimi due anni hanno tracciato il chilometro
diciassette e diciotto come il punto su cui è stato contato il più alto indice
di gravità di tutta l’ex statale. Risalendo la statistica chilometrica dell’Aci
si scopre che i primi due chilometri della Sebina occidentale, nei pressi di un
punto noto come “L’incrocio dei Canottieri”, costituiscono un altro tratto
insidioso. Nel 1999 lungo il chilometro compreso fra l’uno e il tre sono stati
contati tre incidenti, con due morti e tre feriti. Dato che per il 2000 ha avuto
un’inversione di tendenza sulla gravità: un incidente, con un solo ferito e
nessun morto.
In ultima battuta, per quanto riguarda i feriti, il 2000 ha
fatto rientrare nella lista nera anche la progressiva chilometrica otto, a Riva
di Solto, nei pressi di due curve note per la loro pericolosità: qui sono stati
tre i feriti a fronte di un incidente. Dunque, stando allo studio
dell’Automobile Club di Bergamo, questa strada, pur avendo un rischio di
incidente basso (dato questo che calcola il numero annuo medio di sinistri in
rapporto all’estesa chilometrica), risulta drammaticamente essere senza pari sia
a livello provinciale che regionale, per l’indice di gravità. Quest’ultimo dato
statistico che conta il numero dei morti rispetto al numero degli infortunati è
infatti pari a 158,8, altissimo rispetto alla media bergamasca che è pari a 47,8
ed a quello lombarda che invece è di 40.8. La statale 469, presa in esame, ha
paradossalmente un rischio di incidente basso. É di un terzo inferiore rispetto
alla media bergamasca: 0.37 rispetto a 1 (quest’indice calcola la probabilità di
essere coinvolti in un incidente stradale) [...].
GIORNALE DI BRESCIA 2
MARZO 2002
Le grandi incompiute: verifica sullo stato d’avanzamento di
opere in corso da anni
Incalcolabili i danni per i ritardi.Due lotti su tre sono
finiti da tempo
di Enrico Mirani
Nessuno riuscirà a conteggiare, realmente, i costi sociali,
economici e morali di un ritardo ormai decennale. I danni subiti dal turismo e
dal tessuto produttivo sebino-camuno, il dolore per le croci disseminate sulla
strada, le nevrosi dei pendolari, la sfiducia indotta verso le istituzioni e lo
Stato, le polemiche politiche.
La nuova statale Sebina Orientale, la 510, è forse l’esempio
più eclatante di opera incompiuta nel bresciano. Per l’entità dei rinvii e per
le disavventure provate. A cominciare dalle vicende giudiziarie relative al
fallimento delle imprese appaltatrici del quinto lotto Sulzano-Marone, con
conseguente revisione dei progetti ed interruzione dei lavori per anni: proprio
il tratto centrale, indispensabile per l’apertura del lotto precedente e di
quello successivo, ultimati da tempo. Ma l’apertura del quarto lotto
Iseo-Sulzano e del sesto Marone-Vello, è impossibile senza aver terminato il
pezzo centrale: una strada non può finire o iniziare in un cantiere.
Nei giorni scorsi l’on. Davide Caparini ha promesso di
impegnarsi affinché la nuova statale venga aperta entro giugno 2003. All’inizio
di febbraio l’Anas aveva comunicato all’assessore provinciale ai Lavori
pubblici, Mauro Parolini, che la nuova Sebina sarebbe stata transitabile entro
la fine del 2003. Una differenza di alcuni mesi. I tempi strettamente tecnici
per farcela entro l’estate ci sono: bisogna, però, che nulla, ma proprio nulla
si infili negli ingranaggi. Staremo a vedere.
L’unico tratto aperto recentemente è la variante di Pisogne, da
Toline a Rovina, due gallerie di circa 5 km. Si transita da alcuni mesi, ma è
priva di alcune opere accessorie per la sicurezza: piazzola di prima emergenza,
telecamere collegate con i Vigili del fuoco di Darfo, telefoni per l’Sos. Per
gli altri 15 chilometri da Iseo a Vello, dunque, c’è ancora da aspettare,
mettendo in conto altra pazienza, le solite code quotidiane, nuovi disagi ed
incidenti. Vediamo lo stato dei lavori nei tre segmenti.
Buone notizie per il IV lotto Iseo-confine con Sulzano. In
tempi certamente record per l medie Anas, la Direzione generale di Roma sta
autorizzando la redazione della perizia e quindi del nuovo progetto per le opere
di finitura. La richiesta era stata inoltrata dall’Anas di Milano a fine
gennaio. Normalmente sono proprio i tempi di approvazione e di stesura delle
perizie la causa prima dei ritardi negli interventi Anas: «Non è colpa dei
dirigenti, tecnici competenti, ma dei meccanismi burocratici intollerabili»,
spiega l’assessore Parolini. Nei giorni scorsi il presidente della Provincia,
Alberto Cavalli, ha incontrato i vertici dell’Anas a Roma proprio per
sollecitare le pratiche.
La perizia del IV lotto è di 4 milioni di euro (circa 7,7
miliardi di lire), che serviranno per realizzare gli impianti nelle gallerie:
sistemi di aerazione, illuminazione, segnaletica. Quanto ai tempi, bisogna
calcolare sei mesi per l’appalto (le finiture devono essere assegnate con una
gare diversa rispetto ai lavori principali) e altrettanti per la realizzazione
degli interventi. Si tratterebbe di risorse economiche e di opere non
strettamente necessarie per l’apertura della tratta: del resto, già in un
documento del 1995 si parlava di lavori praticamente ultimati. Ma l’apertura dei
tre lotti deve essere contestuale.
Arriviamo, allora, al V lotto Sulzano-Colpiano di Marone, il
più lungo, quello che ha ritardato tutta la nuova Sebina Orientale. Quando le
imprese appaltatrici fallirono i lavori erano stati realizzati al 60 per cento.
In questi ultimi anni, fra alti e bassi, il restante 40 è stato completato.
L’ultimazione dei lavori principali era prevista entro questo mese, ma l’impresa
ha chiesto una proroga, anche per stendere l’asfalto in un periodo meteorologico
più favorevole. La strada, dunque, dovrebbe essere finita a maggio. Parliamo
delle opere principali: quelle complementari sono ancora in fase di appalto
(tappetino, segnaletica, guardrail, impianti nelle gallerie). Inoltre è ancora
in costruzione l’ultimo impalcato da ponte in acciaio; così come lavori diversi
sono in corso in territorio di Sale Marasino. In futuro, infine, bisognerà
reperire il finanziamento per le cosiddette opere di “mitigazione”: barriere
fonoassorbenti, rivestimenti in pietra, verde. Un futuro imprecisato, che però
non avrà conseguenze sulla praticabilità della strada.
Anche per il VI lotto Marone-Vello ci sono buone nuove, avendo
avuto lo stesso trattamento accelerato del IV lotto: la Direzione generale
romana sta rilasciando al Compartimento di Milano il nullaosta per redigere la
perizia. L’importo è di 5 milioni e 319mila euro: anche in questo caso
serviranno per la parte impiantistica delle gallerie e anche stavolta sono opere
non indispensabili per l’apertura della strada. Ma bisogna attendere almeno
l’estate 2003.
Questa, dunque, la situazione per quel che riguarda l’asta
della 510. Restano da completare o fare ex novo molti altri interventi minori:
il ripristino delle strade comunali danneggiate, gli svincoli, la pulizia dei
torrenti (ingombri di materiale di risulta dei lavori), il corretto smaltimento
delle acque dalla sede stradale, l’installazione di barriere antirumore e
recinzioni, il rifacimento dei confini delle proprietà private, il
rinverdimento... Fra quanti anni la fine?
BRESCIAOGGI 18 APRILE 2002
Punta il dito sulla statale 42: «Lavori fermi da 5 anni»
di ...
Il Gabibbo arriva in alta valle. Ennesima denuncia della
trasmissione «Striscia la notizia» su un'opera pubblica incompiuta: ieri sera è
stato trasmesso un breve servizio del Gabibbo ripreso davanti ai lavori mai
terminati di un tratto della Statale 42, in Valcamonica, nel territorio del
Comune di Capo di Ponte. «I lavori sono fermi oramai da 5 anni - ha detto il
Gabibbo -, guardate tutto è lasciato all'abbandono. Guardate un po’ lì, lavoro e
soldi sprecati - ha aggiunto indicando delle gallerie -: sono stati più di 200
miliardi. E pensate che questa strada doveva risolvere i problemi di viabilità
dell'intera valle. Invece niente da fare. È stato abbandonato anche il viadotto.
Questa incompiuta è una vergogna»
«Se il Gabibbo fosse venuto in municipio, gli avremmo detto
tutti che siamo d'accordo con lui». Enrico Tosini, sindaco di Capo di Ponte, pur
non avendo visto il servizio andato in onda ieri sera, non ha dubbi sulla
condivisione sua e dei cittadini della denuncia di «Striscia la notizia» in
Valcamonica. «Il Gabibbo - racconta - è stato notato circa una settimana fa nei
pressi dei cantieri della Statale 42, aperti dieci anni fa e ora fermi da anni.
Ho anche sperato che venisse in municipio per chiarire il punto di vista
dell'amministrazione comunale».
La storia della statale 42, e in particolare dei lavori che
avrebbero dovuto rendere più snelli i collegamenti tra Brescia e la Valcamonica,
risale a circa dieci anni fa a quando era ministro dei lavori pubblici il
bresciano Gianni Prandini. Nello stesso giorno vennero appaltati i lavori di
realizzazione delle varianti alla statale 510, che costeggia il lago d'Iseo, e
alla statale 42, che collegandosi a quest'ultima, risale la Valcamonica. Ora
sembra in dirittura d'arrivo la realizzazione della tratta lungo il lago d'Iseo,
mentre una serie di problemi impedisce anche di ipotizzare la fine dei lavori in
Valcamonica.
A Capo di Ponte il blocco dei lavori è dovuto principalmente,
al fallimento, avvenuto circa un anno e mezzo fa, dell'impresa che si era
aggiudicata l'appalto per il quinto e sesto lotto.
«Abbiamo dato mandato - spiega Tosini - a un legale di agire in
giudizio contro l'Anas, per due ragioni. Innanzitutto per inadempimento
contrattuale, ma anche per danno ambientale. Capo di Ponte è infatti un Comune
tutelato dall'Unesco per la presenza di graffiti preistorici, i famosi «pitoti»
della Valcamonica. È inconcepibile che la gente arrivi da tutto il mondo e si
trovi davanti i pilastri della statale incompiuta».
Tosini ribadisce quindi che «il Comune in tutto ciò non c'entra
e non si stancherà mai di procedere nella propria posizione di denuncia». Sempre
a Capo di Ponte, si trova un altro «cantiere infinito» della statale 42. In
questo caso però i lavori sono stati interrotti proprio per il ritrovamento di
un masso con graffiti preistorici.
BRESCIAOGGI 15 MAGGIO
2002
Sebina infinita. L’innesto voluto dal comune di Sale
Marasino, ma osteggiato da un Comitato
Vertice a Roma con l’Anas per le opere da completare
di Giuseppe Zani
Lo svincolo di Presso è giudicato di vitale importanza per Sale
Marasino dall’amministrazione comunale, ma l'Anas ha confermato anche da ultimo
di non poterlo includere fra le opere finanziabili.
Niente soldi da parte dell’azienda nazionale neppure per
l'adeguamento della strada comunale che collegherà lo svincolo di Tassano (in
via di ultimazione) con l'abitato di Sulzano. Idem per la creazione di alcune
piazzuole d'incrocio lungo la provinciale che collegherà lo svincolo di
Collepiano-Zone (ancora in alto mare) con il centro di Marone.
Numerosi no, ma anche qualche disponibilità, sempre tenendo
conto delle risorse disponibili, considerato che l’Anas ha ceduto alle
amministrazioni provinciali due terzi della propria rete stradale. L'Anas
comunque s'è invece detta disposta a finanziare quei progetti la cui
realizzazione è strettamente connessa con l'apertura dell'asta principale della
nuova 510.
Eccone i tre principali: rivestimento con pietrame dei muri in
cemento a vista lungo l'intero tracciato e posa di pannelli fonoassorbenti in
corrispondenza dei nuclei abitati; costruzione di una galleria artificiale in
località Nul-Dosso, a Sale Marasino; completamento dello svincolo di
Collepiano-Zone, il cui innesto a valle, previsto provvisoriamente a raso, sarà
realizzato in sopraelevazione e perciò non interferirà con la strada comunale
Collepiano-Pregasso.
Si tratta di opere il cui costo si aggira sui 3 milioni e 150
mila di euro, Iva e spese tecniche escluse. Nemmeno tanto rispetto ai 16 milioni
di euro stimati dai Comuni delle riviera bresciana del lago per riparare ai
danni ambientali provocati dal passaggio della supertrada, ricucire la viabilità
minore rimastane sconvolta, adeguare le strade di collegamento fra la litoranea
e gli svincoli di mezza costa, fra i quali quello di Presso. Uno svincolo, lo
ricordiamo, osteggiato da un Comitato civico sorto nel '99 in difesa dei pianori
morenici di Presso. «Una connessione con il traffico a lunga percorrenza cui
Sale Marasino non può rinunciare - insiste Alfonso Corrà, assessore alla
Viabilità nel paese del centro lago -. Per ora c'è solo una nostra proposta di
massima, limitata ai soli quattro innesti dello svincolo. Ovvio che faremo di
tutto per limitarne al massimo l'impatto».
Un progetto che per ora resterà sulla carta. Come tante altre
migliorie sollecitate dai Comuni. A meno che, in sede di trattativa con l'Anas,
la Provincia, affiancata dalla Comunità montana del Sebino bresciano, non riesca
a spuntare qualche milione di euro in più. Già, perchè è alla Provincia che da
1° ottobre 2001 la superstrada sebina è stata affidata, anche se l'Anas s'è
impegnata a consegnargliela, entro il giugno 2003, completata. Su quest'ultimo
termine si gioca la partita vera. Quali, infatti, fra le opere appaltate e
lasciate in sospeso, sono da considerarsi essenziali e quali secondarie? Quali
l'Anas deve finanziare prima di uscirsene di scena e quali, potendosi rinviare,
finanzierà in futuro la Provincia? Il Centro studi e progetti di Verona, su
incarico della Comunità montana sebina, ha elaborato nei giorni scorsi una
planimetria riepilogativa delle opere in esecuzione da completare e integrare.
«Con quella planimetria, insieme alla Provincia, incontreremo a giorni il dir
ettore generale dell'Anas, Michele Minenna, a Roma - racconta Enrico Serioli,
assessore alla Viabilità in seno all'ente comprensoriale sebino - . Si tratterà
di stabilire per quali opere c'è la copertura finanziaria e per quali no. Per le
prime, fra le quali insisteremo affinchè si inserisca lo svincolo di Presso, si
passerà alla progettazione esecutiva». Il guaio è che il tempo stringe. Entro
l'ottobre prossimo devono essere assolutamente pronti i progetti relativi alle
opere di mitigazione ambientale, alla galleria Nul-Dosso e allo svincolo di
Collepiano-Zone, per un importo, come detto, di 3 milioni e 150 mila euro. Poi
gli appalti. Quindi l'esecuzione dei lavori.
Il rischio è che, approssimandosi la scadenza del giugno 2003,
si sia costretti a puntare - pur di inaugurare l'asta a scorrimento veloce - su
soluzioni di ripiego.
GIORNALE DI BRESCIA
18 MAGGIO 2002
Le grandi incompiute: verifica sullo stato d’avanzamento di
opere in corso da anni
Ancora ferme per chissà quanto le gallerie di Capodiponte e
Sellero
di Enrico Mirani
Con gli articoli scritti da un decennio sull’argomento potremmo
coprire un buon tratto della strada. Fiumi di inchiostro sulle legittime attese
della Valcamonica, pagine e pagine di civili lamentazioni su ritardi a dir poco
clamorosi. La nuova statale 42 è un ormai tormentone, un esempio brutalmente
visibile di opere pubbliche incompiute. In valle c’è un atteggiamento di
rassegnazione, quasi che il fantasma della strada sia l’ennesimo tiro mancino
della sorte e degli uomini ai danni di questa terra. Un destino non subito
passivamente: è davvero infinita la lista degli allarmi lanciati negli anni da
amministratori locali e cittadini.
Il disastro, perché tale è considerato in Valle, è lì da
vedere. Gallerie non finite, viadotti desolatamente solitari, cantieri
abbandonati. Senza che si intraveda una fine, al di là di date del tutto
approssimative: quattro, cinque anni? Tecnicamente possibile, ma nei fatti?
Burocrazia, difficoltà ambientali oggettive, imprevisti, negligenze,
progettazioni affrettate: c’è un po’ di tutto nella lista degli ostacoli
incontrati dalla nuova statale.
Alcune vicende, addirittura, hanno dell’incredibile. Una per
tutte è la vicenda dei massi istoriati che bloccano la galleria di Capodiponte.
É il quarto lotto, da Breno a Capodiponte, in tutto 18,6 chilometri. La galleria
sotto il versante Naquane, da Nadro di Ceto a Capodiponte, è ferma da parecchi
mesi. Alle porte di Capodiponte, allo sbocco nord dove dovrebbe sbucare la
galleria, ci sono le rocce rupestri. La Sovrintendenza ha bloccato i lavori: le
rocce non si toccano. Per la verità era stranoto che l’intera zona ha un
interesse archeologico: allora, come si è arrivati a questo punto? Domanda
legittima che in Valle, naturalmente, si sono già posti. Il problema, adesso, è
come uscirne.
A fine gennaio l’Anas ha presentato alla Sovrintendenza
archeologica di Milano due soluzioni progettuali. La prima prevede di abbassare
il livello della galleria, così da evitare i pitoti. Questa possibilità
contempla la demolizione di opere già fatte, con un supero della spesa –
rispetto alle risorse disponibili – di 3 milioni e 357mila euro. L’altra
proposta suggerisce di rimuovere i massi, stoccarli per il tempo necessario a
completare i lavori e rimetterli al loro posto. In questo caso la somma in più
necessaria sarebbe solo di 516mila euro. Ora si attende che la Sovrintendenza
decida: l’ipotesi più probabile, stando anche a precedenti dichiarazioni, è che
si scelga di abbassare il tracciato.
L’altro problema del IV lotto riguarda la galleria del Badetto
di Ceto. Nei giorni scorsi è arrivata la buona notizia: l’Anas ha approvato la
perizia e quindi il finanziamento dell’opera (un milione e 549mila euro in più
rispetto ai fondi già disponibili). Potrà essere dunque realizzata la galleria
artificiale coperta, lunga 745 metri e larga 10,5, come richiesto dai cittadini
di Badetto e dagli amministratori.
Ricordiamo che in origine l’Anas intendeva realizzarla in
trincea scoperta e abbassata, 4,5 metri sotto il livello naturale. Un’opera così
fatta avrebbe avuto immaginabili conseguenze negative sulla qualità della vita
dei residenti: ci sono case anche a meno di trenta metri dalla futura strada.
Per concludere con il IV lotto, resta irrisolta una questione
non di poco conto, anche se secondaria: la stabilità del versante sulla ferrovia
e il canale della Edison. Della faccenda si sta interessando il Servizio
Idrogeologico Regionale che, fa sapere l’assessore provinciale ai Lavori
pubblici Mauro Parolini, «ha garantito la massima disponibilità alla soluzione
del problema».
A proposito di Provincia, ieri il presidente Alberto Cavalli è
stato a Roma per perorare la causa delle nostre “incompiute” presso i vertici
dell’Anas. Una delle tante trasferte effettuate a questo scopo negli ultimi
anni. Non sarà l’ultima: far sentire il fiato sul collo ai dirigenti Anas non
farà male.
Se per il IV lotto i nodi sono sciolti o stanno per esserlo
(mettendo in conto altra pazienza), nel tratto V e VI da Capodiponte a Berzo
Demo siamo in alto mare. Il contratto con l’impresa, accusata di inadempienze, è
stato recentemente rescisso («L’avevo già suggerito due anni fa», dice
l’assessore Mauro Parolini). Ora si sta riaffidando l’incarico per aggiornare il
progetto delle opere residue. Il termine per la presentazione del progetto è il
prossimo aprile. L’Anas prevede di concludere le procedure di appalto entro la
fine dell’anno. Quanto ai lavori, sempre l’Anas parla di tre anni, compresa
l’ultimazione della galleria fra Capodiponte e Forno d’Allione. Si tratta del
tunnel di Sellero, 5 chilometri nella pancia del monte Elto. Due chilometri e
duecento metri sono già stati scavati: manca ancora un bel pezzo... Quei tre
anni, del resto, sono un tempo puramente tecnico: quanto ci vorrebbe per finire
se tutto andasse liscio a partire da adesso. Ma esistono problemi sostanziosi:
innanzitutto il denaro.
Per i lavori in oggetto, infatti, ci sono circa 31 milioni di
euro, residuo dei contratti rescissi. Si sa già, però, che non basteranno e che
l’Anas dovrà stanziare ulteriori somme (non ancora quantificabili) prima del
nuovo appalto.
Infine, c’è anche un VII lotto, per adesso nella sfera del
desiderabile, nel senso che non esiste nemmeno un progetto preciso. Va da
Malonno a Edolo.
Quando, allora, si potrà percorrere intera la variante alla
statale 42? In Valcamonica si scommette, amaramente, pronosticando date ben
oltre la fine di questo decennio. Speriamo meglio...
BRESCIAOGGI 30 MAGGIO 2002
Il ministro Lunardi visita i cantieri Anas
di n.s.
Si discute di progetti del futuro senza perdere di vista
l’emergenze del presente. Il convegno «Una linea verso l’Europa» di Darfo sarà
l’occasione per fare il punto della situazione sulla tormentata questione dei
cantieri incompiuti della Valcamonica. Il ministro dei trasporti Luciano Lunardi
ha promesso di visitarli tutti in compagnia dei sindaci camuni che lo
attenderanno in gruppo con la fascia tricolore.
Il tour fra le inadempienze dell’Anas si svolgerà sabato pomeriggio con uno
scopo preciso.
«Al rappresentante del Governo chiediamo soltanto di conoscere i tempi precisi
in cui verranno consegnate le opere stradali - annuncia il presidente della
Comunità montana Gianpiero De Toni -: sarebbe del resto assurdo parlare di
traforo del Mortirolo senza prendere in considerazione la grave situazione
viabilistica camuna».
De Toni fa sfoggio di pragmatismo anche sulla tratta
Brescia-Iseo-Edolo. «Così com’è non può andare avanti - spiega-: i tempi di
percorrenza media e il livello di sicurezza dei passaggi a livello sono fuori
dai parametri europei. E’ necessario ripensare ad un nuovo ruolo della strada
ferrata anche perché passato e futuro della linea ferrata sono lo sguardo della
Valle su stessa».
Ma a proposito di sicurezza il direttore operativo della
Ferrovie Nord di Milano ha presentato i numeri dell’operazione sicurezza sui
binari camuni: «Nel 1997 c’erano 178 passaggi a livello, 83 protetti dai soli
sistemi luminosi - ha spiegato Luigi Legnani-: al maggio di quest’anno i caselli
sono scesi a 145 di cui soltanto 36 senza barriere. Nel 2003 arriveremo a
sopprimere 38 passaggi a livello e i rimanenti saranno dotati di barriere».
Entro la fine dell’anno prossimo inoltre diciannove stazioni saranno attrezzate
con sistemi Acei che permettono di comandare i movimenti dei treni negli scali
tramite pulsanti.
BRESCIAOGGI 31 MAGGIO
2002
Il presidente dell’Associazione industriale bresciana
Bonomi lancia un appello al ministro Lunardi, atteso a Darfo
Ma Caparini assicura: «riaprono i cantieri sulle ss. 510 e
42»
di n.s.
«Signor ministro strappi la Valcamonica da un isolamento
economico figlio della malaviabilità». Alla vigilia della visita del ministro
alle infrastrutture Pietro Lunardi, ospite domani di un convegno sulla ferrovia
organizzato a Darfo, il presidente dell’Associazione industriali Aldo Bonomi
lancia un accorato appello affinché le istituzioni intervengano al capezzale di
un territorio camuno in lenta ma inesorabile agonia.
L’occasione è una lettera inviata anche al presidente della Regione Roberto
Formigoni e al numero uno della Provincia Alberto Cavalli, in cui Bonomi tocca i
mali storici della valle: dagli eterni cantieri incompiuti dell’Anas
all'inadeguatezza della ferrovia Iseo-Edolo che viaggia in costante ritardo
rispetto agli standard europei di sicurezza e funzionalità.
Alla preoccupata analisi del presidente dell’Aib che chiede tempi certi sulle
opere garantendo al contempo il massimo sostegno del mondo imprenditoriale, fa
da contraltare l’annuncio dell’onorevole Davide Caparini.
«Dopo anni di attesa - afferma il parlamentare leghista -, verranno ultimati i
lavori di ammodernamento delle strade statali 510 Sebina orientale e 42 del
Tonale mentre sarà potenziata la 39 in direzione Aprica».
A dare un decisivo colpo di acceleratore alle opere, inserite nel Primo
programma nazionale della Legge Obbiettivo (quella delle cosiddette emergenze
nazionali), le sollecitazioni dell’onorevole Caparini che aveva rimarcato al
ministro Lunardi la necessità di velocizzare i tempi per la riapertura dei
cantieri.
«Per quanto riguarda la 510 i lavori termineranno il mese prossimo - spiega
l’onorevole Caparini -, mentre sulla 42 è stato riavviato l’intervento che
tramite un attraversamento in galleria del Badetto di Ceto, porterà al
collegamento tra Breno e Nadro».
Un primo passo nella direzione auspicata dall’Associazione industriale
Bresciana.
«La nostra realtà imprenditoriale - scrive infatti Bonomi -, è da sempre attenta
alle problematiche territoriali delle zone in cui le aziende operano.
«I fattori locali esterni all'impresa, il cui ruolo è complementare a quello del
tessuto produttivo, sono elementi determinanti per la definizione della qualità,
della coerenza, delle opportunità e dei vincoli che caratterizzano un sistema
economico. Il territorio e il suo assetto infrastrutturale rappresentano un
elemento fondamentale per la crescita delle imprese, quanto mai oggi in presenza
di processi di globalizzazione sempre più penetranti ed incisivi.
«Purtroppo -prosegue il presidente dell’Aib -, in molte zone della nostra
provincia le carenze infrastrutturali rischiano di ostacolare pesantemente
l'ulteriore crescita delle imprese e, conseguentemente, lo sviluppo di economie
locali importanti. In alcune situazioni si registrano già le condizioni di
stallo, mentre in altre sono già in atto veri e propri processi di
desertificazione industriale.
«E' questo, in particolare, il caso della Valcamonica, dove è alto il rischio di
atrofizzazione dell'attuale sistema produttivo e di ulteriore emarginazione di
questa zona dai processi di sviluppo e di modernizzazione dell'economia
provinciale e regionale.
Le aziende e la popolazione di questa Valle da tempo vivono una situazione
insostenibile, a causa dei ritardi nella prosecuzione dei lavori di
ammodernamento della ss 510 del Sebino, del fermo dei cantieri della ss 42 di
fondovalle, della mancata risoluzione dei problemi di collegamento intervallivo
e della complessiva arretratezza della ferrovia che collega la Valle al
capoluogo provinciale.
«Interi paesi e comunità, settori produttivi tradizionali e nuove attività con
un forte potenziale di sviluppo, come il turismo che rappresenta il traino
dell'economia dell'alta Valcamonica, vengono quotidianamente frustrati dal
perdurare di una situazione non più sopportabile, che viene imputata ora alle
responsabilità della macchina burocratica e alle complesse procedure
autorizzative, ora alla mancanza di risorse finanziarie, ora alla variazione
delle priorità di intervento.
Le organizzazioni rappresentative dei settori della produzione e del lavoro
insieme con le istituzioni locali hanno unanimamente denunciato, in svariate
sedi, i gravi danni che arreca all'economia del territorio il protrarsi di
questa situazione: le caratteristiche della Valle, il suo isolamento geografico
rispetto ai principali centri urbani, la sua lontananza dalle aree più
industrializzate della provincia e le difficoltà storiche ad innescare processi
dinamici di sviluppo, sono condizioni che richiederebbero un'attenzione continua
da parte delle istituzioni provinciali, regionali e del governo nazionale, con
il riconoscimento nei rispettivi documenti programmatici di un'assoluta priorità
di intervento in quest'area.
Il territorio della Valcamonica, prima che di nuove infrastrutture, ha assoluto
ed urgente bisogno che vengano completati gli interventi sulle infrastrutture
esistenti, mediante l'ultimazione, nel rispetto dei tempi previsti, e l'avvio
degli interventi già progettati sulla statale 39 e la condivisione di un
progetto di rilancio della ferrovia Brescia-Iseo-Edolo.
«In merito a queste opere, l'Aib, insieme alle altre associazioni
rappresentative del mondo produttivo, oltre ad assicurare il sostegno alle
azioni istituzionali, intende vigilare affinché vengano rispettati i tempi
stabiliti per la loro realizzazione ed accelerati quelli relativi agli
interventi per i quali sono tuttora indefiniti i tempi di esecuzione,
nell'ambito di un rapporto serio e costruttivo con le autorità competenti».
BRESCIAOGGI 31 MAGGIO 2002
Gli enti locali alzano la voce
di Luciano Ranzanici
Domani i presidenti degli enti comprensoriali, i politici e i
rappresentanti delle organizzazioni sindacali, ma anche i cittadini, avranno
l’opportunità di «far toccare con mano» tutto il loro disappunto e la loro
rabbia per la mortificante situazione in cui versa la viabilità camuna - nella
fattispecie la travagliatissima superstrada - al ministro delle Infrastrutture e
dei Trasporti Pietro Lunardi. Il responsabile del dicastero chiuderà domani
mattina a Boario il convegno «Una linea verso l’Europa, il futuro della linea
ferroviaria Brescia-Iseo-Edolo nella rete alpina dei trasporti» - che inizia
oggi alle 9 a Boario congressi - e nel pomeriggio interverrà a Breno, con il
prefetto di Brescia Annamaria Cancellieri, all’inaugurazione dell’auditorium
intitolato al senatore Giacomo Mazzoli, presso la Comunità montana.
Il ministro, nell’occasione, prenderà parte a un incontro sul tema «La viabilità
camuna: situazione e prospettive. La Valle Camonica incontra il ministro»,
introdotto dal sindaco di Breno Edoardo Mensi e dal presidente della Comunità
montana Giampiero De Toni. Lunardi sarà forse in grado di fornire qualche
risposta sull’eterno problema della viabilità.
In vista del convegno di oggi e domani, i responsabili delle organizzazioni di
categoria e degli imprenditori, dei commercianti e dei lavoratori e la Comunità
montana, inviano allo stesso ministro un invito perchè si faccia carico
rapidamente dei problemi dei trasporti sul territorio.
Il presidente della Comunità montana, il presidente della Camera di commercio di
Brescia, il presidente della Confartigianato di Brescia, dell’Ascom di Valle
Camonica, le organizzazioni sindacali ed il presidente dela Comunità Giampiero
De Toni, chiedono a Lunardi «il riconoscimento della priorità assoluta del
completamento dei cantieri sulle strade statali 510 e 42 e della modernizzazione
della linea ferroviaria camuna».
Nel documento, che sarà consegnato domani al ministro delle Infrastrutture e dei
Trasporti, enti e associazioni scrivono: «Il territorio della Valcamonica non
chiede la realizzazione di nuove infrastrutture ma evidenzia l’urgenza di dare
compiutezza alle infrastrutture esistenti, mediante l’ultimazione, nel rispetto
dei tempi previsti, dei cantieri sulla strada statale 510, la ripresa dei lavori
di ammodernamento della statale 42, l’avvio degli interventi già progettati
sulla strada statale n. 39 e la condivisione di un progetto di rilancio della
linea ferroviaria Brescia - Iseo - Edolo».
Lunardi riceverà la lettera dal presidente della Comunità montana durante
l’inaugurazione dell’auditorium «Senatore Giacomo Mazzoli» prima dell’incontro
sulla viabilità camuna. De Toni così commenta l’importante appuntamento: «La
Valle Camonica dimostra di essere unita e di volere una cosa sola: aprirsi al
resto del territorio provinciale con le strade e aprirsi alle altre vallate
alpine con il traforo ferroviario del Mortirolo. Dal convegno dovranno uscire le
risposte a tutti questi problemi».
BRESCIAOGGI 1 GIUGNO
2002
Il presidente della Provincia, Alberto Cavalli, ottimista
sull’avanzamento dei cantieri
«Sciolto il nodo sulla Statale 42, la 510 a giugno 2003»
di Claudia Ziliani
L’incubo viabilità in Vallecamonica sembra avviarsi a
soluzione. «Oggi ci sono circostanze più favorevoli, c’è maggiore attenzione al
nostro territorio e ci sono garanzie sia sui finanziamenti ai cantieri che sui
tempi di realizzazione».
La conferma è del presidente della Provincia di Brescia Alberto Cavalli che in
occasione della visita di oggi in Valle del ministro delle Infrastrutture e dei
Trasporti Pietro Lunardi rende pubbliche le informazioni ottenute dall’Anas
centrale e dal dipartimento di Milano.
Da anni ormai le aziende e la polazione camune subiscono i ritardi nella
prosecuzione dei lavori per la nuova 510 e per la statale 42 di fondavalle e
fanno i conti con l’arretratezza della tratta ferroviaria Brescia-Iseo-Edolo
oltre che con il mancato collegamento intervallivo.
Ma ora uno dei nodi principali è sciolto: la statale 42 «del Tonale e della
Mendola». Il 4° lotto, nel tratto da Braone a Nadro di Ceto, è fermo dal ’98.
Sul tracciato erano state trovate alcune rocce istoriate con incisioni rupestri
e la soprintendenza archeologica bloccò i lavori costringendo l’Anas alla
riprogettazione del percorso. L’approvazione della perizia di variante per la
costruzione della galleria a Badetto di Ceto risale a pochi giorni. Il
risultato? Le rocce con le incisioni sono salve e i lavori di ammodernamento
della strada da Darfo a Edolo procedono. Secondo quanto riferito dall’Anas la
strada aprirà al traffico dal settembre 2003. Il costo a lavori ultimati è di
34,300 milioni di euro. Notizie meno positive per la variante esterna agli
abitati di Capo di Ponte-Sellero e Cedegolo della statale 42. «Il contratto con
la precedente impresa è stato rescisso - spiega Cavalli - ed è tuttora in corso
di progettazione l’opera prevista entro il 2002 che comprendeva la galleria di
collegamento tra il 4° e il 5° lotto per un investimento complessivo di 87,926
milioni di euro». Nessuna certezza sui tempi di realizzazione. Di male in
peggio. Il 6° lotto della statale 42, la variante esterna agli abitati di
Cedegolo e Malonno nemmeno trova i finaziamenti. Il progetto esecutivo del lotto
è in fase di aggiornamento alla normativa vigente da parte della Provincia e
della Comunità montana di Valle Camonica ed è indispensabile per la messa in
sicurezza della variante alla statale 42 sulla arteria storica. Il costo
previsto per la realizzazione dei lavori è di 52 milioni di euro.
La tanto sospirata nuova 510 diverrà realta nel giro di un anno. L’Anas promette
che la strada sarà aperta entro giugno 2003. La statale è di «priorità assoluta»
per la Provincia soprattutto per le potenzialità di sviluppo che offre
all’intera Valle Camonica. L’arteria è stata suddivisa in tre stralci
«inopportuni» per Cavalli dal momento che «nessuno di essi è funzionalmetne
autonomo e di conseguenza prima di poter consentire la circolazione ai veicoli è
necessario che tutti siano completati». Ma comunque sia, come detto è questione
di un anno.
Sono già terminati i lavori di ammodernamento del 4° lotto della nuova statale
compreso lo svincolo di Iseo ed è prevista a breve la chiusura dei lavori del 5°
lotto del tratto Brescia-Iseo.
La Comunità montana del Sebino in compartecipazione finanziaria con la Provincia
sta progettando le opere di mitigazione ambientale degli svincoli e delle opere
accessorie non appaltate a suo tempo per la costruzione dell’asta principale del
lotto n° 5. I lavori principali sono ultimati anche per il 6° lotto. Anche in
questo caso si è in attesa della perizia per l’adeguamento degli impianti
teconologici.
Per quanto riguarda la statale 39 del Passo dell’Aprica: «L’opera è nell’area
della "inseribilità" dell’Anas - spiega Cavalli- ciò significa che non ci sono
finanziamenti specifici garantiti ma che ci sono ottime possibilità».
I lavori di adeguamento sono indispensabili per la messa in sicurezza del tratto
di strada interessato dalle frane a Corteno Golgi. Il progetto prevede la
realizzazione di una nuova variante.
BRESCIAOGGI 1 GIUGNO
2002
E oggi a Boario si discute col ministro Lunardi
di Emanuele Turelli
Molte disponibilità e poche chiusure. L’idea del traforo del
Mortirolo (dibattuta durante il convegno organizzato dalla Comunità montana di
Valcamonica nel Palacongressi di Boario) è uscita rafforzata, ieri, dalla prima
giornata di dibattito. Elevata, come previsto, la presenza di uomini delle
istituzioni locali e comprensoriali. E in molti, nel pomeriggio, hanno voluto
confrontarsi sul tema del rilancio ferroviario attraverso idee e progetti, ma
anche, inevitabilmente, sul trasporto su gomma; altra nota dolente per la valle.
I saluti di rito (e non solo), sono stati portati da Francesco Abondio, nuovo
sindaco di Darfo: «Facciamo pure le infrastrutture, io sostengo la difesa della
ferrovia e la necessità di ammodernarla al massimo - ha dichiarato -, ma non
dimentichiamo che nel costruire bisogna soprattutto rispettare l’ambiente e i
cittadini. Evitiamo casi come quello della tangenziale che ha tagliato in due
Darfo. Oggi non dobbiamo ripetere gli stessi errori».
Un monito più che una nota polemica sul passato, ripreso anche
dagli altri relatori; compreso il presidente della Comunità montana Giampiero De
Toni: «E’ arrivato il tempo delle responsabilità, non è più il momento delle
chiacchiere ma di ricevere risposte chiare dalle istituzioni - ha specificato De
Toni ricordando che alcune mosse a proposito del traforo ci sono già state -: la
provincia di Brescia ha condiviso il progetto, le Ferrovie Nord hanno accolto
con forza la proposta e la Provincia autonoma di Trento è pronta a condividere
le scelte».
E proprio alcuni uomini al vertice delle Fnme hanno voluto, approfittando
dell’incontro di Darfo, togliersi qualche sassolino dalla scarpa sottolineando
il cambiamento nella visione del treno, qualche anno fa considerato inutile e
oggi invece diventato strategico, ferme restando le difficoltà nell’amministrare
tratte brevi: «Facciamo viaggiare ogni anno circa un milione e duecentomila
passeggeri - ha ricordato Marco Priuri, amministratore delegato delle Fnme -, e
i proventi della vendita dei biglietti non superano i 3 miliardi e 700 milioni
di lire, mentre i costi per la gestione complessiva della ferrovia arrivano a 38
miliardi». Un rapporto tra ricavi e costi che non supera il 20 per cento, con un
coefficiente di esercizio pari al 9.56. Nonostante questo Priuri ha concluso
dicendo che «la positività del progetto di rilancio della tratta raggiungerebbe
il suo apice inserendo la linea in un sistema di rete molto più ampio, e con la
realizzazione del traforo del Mortirolo».
E un’apertura decisa è arrivata anche dalla Regione, rappresentata da Margherita
Peroni, presidente della commissione Territorio: «Siamo disponibili a valutare
seriamente e a supportare l’idea - ha dichiarato -, e lo faremo da subito
attraverso uno studio di fattibilità». Il tutto in un momento che sembra essere
davvero adatto alla progettazione delle grandi opere.
«Nel piano decennale delle infrastrutture - ha proseguito la Peroni - sono stati
indicati 72 mila miliardi di lire da investire, ed è giusto che anche questo
intervento ne faccia parte. Non dimentichiamo comunque che il tema affascinante
di questo traforo diretto nel cuore dell’Europa non ci deve distogliere dagli
impegni di sempre, sciogliendo a breve i nodi della viabilità camuna».
Dello stesso avviso Mariastella Gelmini, assessore al Territorio della
Provincia: «Strada e ferrovia sono da sempre un freno allo sviluppo della valle,
anche per questo è indispensabile rivalutare il trasporto su rotaia. Noi
crediamo nel traforo e daremo la massima disponibilità al progetto una volta
studiata la sua fattibilità, ma creando le infrastrutture dobbiamo seguire la
vocazione dei territori che queste vanno a toccare». A riportare al centro della
discussione anche gli altri temi è stato Mario Pendoli, assessore ai trasporti
della Comunità montana: «In primo piano il traforo, ma in tempo breve dobbiamo
arrivare alla messa in sicurezza della ferrovia, alla ristrutturazione degli
orari, al miglioramento dei mezzi e al collegamento con la tratta
Torino-Venezia».
Oggi la giornata conclusiva del convegno, col ministro delle Infrastrutture
Pietro Lunardi.
BRESCIAOGGI 2 GIUGNO
2002
I cantieri della 510. Il ministro Lunardi in visita a
Vello: «In primavera inaugurerò la strada»
L’Anas ha chiesto alle aziende di lavorare su tre turni
di Emanuele Turelli
Ci voleva un cardinale per fare il miracolo. La presenza
inaspettata di mons. Giovanbattista Re al sopralluogo sui cantieri della 510
Sebina ha dato buoni risultati. Accanto al cardinale camuno, il ministro delle
infrastrutture Pietro Lunardi ha preso visione dello stato dei lavori e ha
ascoltato direttamente dalla voce di Vincenzo Pozzi, amministratore dell'Anas, i
tempi per la conclusione definitiva delle opere.
Un briefing improvvisato che ha avuto un risultato inaspettato: non solo la
conferma della consegna della strada il prossimo anno, ma addirittura l'anticipo
di un paio di mesi. Il tutto accelerando i tempi per gli appalti relativi
all'impiantistica. E proprio l'impiantistica, dopo il termine del tracciato e
delle gallerie, rimane l'unica opera mastodontica da portare a termine.
Un'opera di non poco conto visto che il tratto da coprire è quello che va dallo
svincolo del Bersaglio a Iseo, alla variante aperta lo scorso novembre a
Pisogne. Ma sui tempi e sulla copertura economica Pozzi ha rassicurato i
presenti: «Per il quarto, quinto e sesto lotto abbiamo già assicurato la
copertura economica - ha detto l'amministratore Anas - possono quindi partire al
più presto gli appalti».
Poi, rivolgendosi al capo compartimento Nerio Chioini, Pozzi ha chiesto di
accelerare i tempi e chiudere entro fine anno un cantiere aperto da dodici anni.
Una data poco credibile se si considera che, oltre ai tempi di legge necessari
per gli appalti, le aziende vincitrici dovranno lavorare alcuni mesi per
consegnare la strada dotata della necessaria segnaletica. Una data quindi fatta
slittare a aprile con la rassicurazione che per quel mese tutto dovrebbe essere
completato.
Per riuscire ad abbreviare la consegna, l'amministratore Anas ha chiesto che
alle ditte vincitrici dell'appalto venga chiesto di lavorare su tre turni. Come
dire, mai come in questo caso il tempo è denaro.
Una promessa strappata dal cardinale e fatta propria dal ministro: «Se la parola
è questa, che sia così...». E ai sindaci che chiedevano se non fosse una delle
tante, Lunardi ha risposto: «Noi di parola ne diamo una sola, la prossima
primavera verrò a inaugurare questa strada».
Fra i sindaci del Sebino presenti, in pochi sembrano credere all'anticipo dei
tempi, sperando comunque che almeno l'estate prossima sia quella del varo
ufficiale. Da Iseo a Marone, compreso Zone, i primi cittadini dei centri del
mediolago hanno aspettato il ministro senza indossare la fascia tricolore, in
segno di protesta, ma di fronte alle nuove rassicurazioni hanno ben accolto la
visita del rappresentante di Governo.
A fare da portavoce Angelo Zanotti, presidente della Comunità montana del Sebino
bresciano: «Ringrazio di questa visita a nome di tutti - ha detto - ma
soprattutto mi auguro che questa data sia l'ultima che sentiamo. Quella
definitiva. In passato ne abbiamo sentite anche troppe».
Singolare la presa d'atto dell'enorme ritardo da parte di Lunardi, stuzzicato
dalla domanda di un reporter: «E’ un miracolo che i camuni credano ancora nelle
istituzioni e non si siano ribellati a questa situazione, nostro compito è
portare a termine opere come queste, bloccate per decenni da motivi futili, solo
così si riacquista la fiducia».
BRESCIAOGGI 2 GIUGNO
2002
«Il collegamento con Trento è una porta d’ingresso
all’Europa»
di Emanuele Turelli
Il ministro Pietro Lunardi promuove il traforo del Mortirolo.
La seconda giornata di lavori del convegno di Darfo «Una linea verso l'Europa»
ha registrato il consenso del dicastero alle infrastrutture, al progetto al
centro del convegno. Venerdì era stato il giorno degli enti locali e
comprensoriali. Precise indicazioni del tenore «parliamone e cerchiamo di capire
come e quando si può realizzare» erano arrivate dalla Regione, dalla Provincia e
dagli altri enti locali coinvolti nella mega opera. Ieri si è aggiunto il parere
positivo di Pietro Lunardi: «È un grande progetto per il futuro - ha detto - che
permetterà attraverso il collegamento con l' Europa di dare alla Valcamonica un
respiro molto più ampio. È un'opera che permetterà alla pianura padana di
raggiungere la Svizzera passando attraverso la valle, senza essere costretto a
passare da Milano e intasare una zona già abbastanza intasata, quasi
paralizzata». Il ministro Lunardi è stato introdotto dall'organizzatore del
convegno, il presidente della Comunità montana Gianpiero De Toni: «Non la
attendevamo come la Madonna pellegrina - ha scherzato De Toni rivolgendosi al
rappresentante del Governo - ma la aspettavamo come ministro di questa
Repubblica, in grado di dare a noi risposte certe».
Invito raccolto, ma rimandato di qualche attimo per salutare un amico di lunga
data, il Cardinale Giovanbattista Re in prima fila al centro congressi: «Sono
qui anche per l'amicizia che mi lega al cardinal Re - ha sottolineato Lunardi
iniziando a parlare - inoltre conosco bene la valle, alcune di quelle gallerie
che ho fatto risalendo la strada le ho progettate io.
«Sono errori che ho fatto in passato, oggi sono qui anche per fare pubblica
ammenda».
Ma, dopo le battute, il ministro ha puntato l'attenzione sulla tratta Brescia -
Iseo - Edolo: «La ferrovia in genere è una prospettiva interessante e strategica
- ha detto Lunardi - ma prima di parlare di qualsiasi cosa è indispensabile
concluderne l'ammodernamento. Tutto dovrebbe essere finito l’anno prossimo, poi
ci saranno altri importanti interventi mirati a migliorare la tratta. Il futuro
della valle dipende dalla sua mobilità, quindi è giusto che esista una ferrovia
in grado di dare risposte concrete ed esaustive alle esigenze dei cittadini».
Poi il passaggio che gli organizzatori del convegno aspettavano: «Parlo da 20
anni del traforo del Mortirolo - ha spiegato alla platea il ministro - ci credo
moltissimo, come credo al collegamento con Trento. Unire le due valli per
arrivare in Europa è un nodo fondamentale per la mobilità del nord Italia. Noi
abbiamo il dovere di pensare e progettare queste opere anche se siamo consci che
le realizzeranno e le sfrutteranno i nostri figli. Seguiremo il progetto con
molta attenzione, anche perché la volontà che state dimostrando merita il
massimo appoggio».
Piena disponibilità quindi, anche se il parere generale è che l'opera allo stato
attuale sia soltanto in fase embrionale. Positivo il fatto che nella due giorni
in terra camuna le voci di dissenso al progetto siano state praticamente nulle o
...quasi. I vertici regionali della federazione trasporti della Cisl hanno
diffuso nel pomeriggio un comunicato. «Le scorciatoie allo sviluppo - si legge
-, non sono possibili neanche se gli enti locali, riproponendo il traforo del
Mortirolo, hanno un asso nella manica conoscendo la predisposizione del ministro
Lunardi per trafori e gallerie che rischia di far diventare il paese una
gruviera alti costi e tempi biblici suggerirebbero una diversa destinazione di
risorse e capacità gestionali su piani più concreti, capaci di togliere la valle
dalla congestione stradale».
Oltre a diversi sindaci della zona e uomini degli enti comprensoriali, erano
presenti anche il presidente della provincia di Brescia Alberto Cavalli, il vice
presidente Corrado Ghirardelli, il senatore Guglielmo Castagnetti, i deputati
Davide Caparini e Giuseppe Romele, i consiglieri regionali Margherita Peroni e
Mario Scotti. Hanno portato il loro contributo al convegno anche i
rappresentanti della province di Trento e Sondrio.
BRESCIAOGGI 4 GIUGNO
2002
Il nodo della 510. Ricognizione sul tracciato della
superstrada dopo le promesse del ministro
Dal Bersaglio a Vello, si procede a macchia di leopardo
di Giuseppe Zani
«Nuova 510=Vergogna». É la scritta che campeggia su un
muraglione nei pressi del “curvone della morte”, a Iseo. L’asta principale della
cosiddetta superstrada doveva essere completata – esclusi gli impianti di
illuminazione e aerazione nelle gallerie, nonché le finiture che solitamente
precedono la posa della segnaletica – entro lo scorso febbraio. A febbraio,
però, la De Lieto, l’impresa che sta operando sul quinto lotto fra Sulzano e
Sale Marasino, ha chiesto e ottenuto una proroga di tre mesi.
Ai primi di giugno, dunque, com’è la situazione? Le promesse
fate sabato scorso delle infrastrutture, Pietro Lunardi, saranno rispettate?
Siamo andati a vedere.
Infilata una rampa di accesso che si trova in località
Bersaglio di Iseo, è possibile risalire in auto (o in bici: ma allora bisogna
munirsi di una robusta torcia elettrica perché nelle gallerie è buio pesto) la
nuova Sebina su fino al viadotto Portazzolo, in vista dei pianori di Presso, a
Sale Marasino: lì arrivati, però, si è costretti a procedere a piedi per almeno
mille metri finché si giunge all’imbocco della galleria Mazzenzano (2.450
metri), da dove si può proseguire nuovamente in macchina sino a Vello.
Ecco il tragitto nei dettagli e lo stato di avanzamento dei
lavori “fotografato” ieri 3 giugno. Si entra nella galleria Covelo
(all’ingresso, un’edicola dedicata alla Madonna protettrice dei minatori; un
solo finestrone, a metà) e dopo 2.250 metri di autentico gelo si sbuca all’aria
aperta (una goduria se c’è il sole), in corrispondenza del ristorante “Le
palafitte”, a Sulzano. Balconata a mezza costa, con splendida vista sul lago,
quindi ci si rituffa in galleria, la galleria Pianzole, 850 metri, poi si
incontra il viadotto Le Valli (niente guard-rail sui due lati), la galleria
S.Fermo (200 metri coperti di coloratissimi graffiti) e il lungo viadotto sul
torrente Calchere.
Eccoci a Tassano, dove sono già state tracciate e in parte
asfaltate le corsie di uscita e di ingresso allo svincolo che consentirà il
collegamento solo da e per Brescia (ma entrambe le corsie, è opinione diffusa,
sono troppo corte, e perciò pericolose). Si attraversa, dribblando cumuli di
sabbia e detriti, l’enorme area che ospita il cantiere ex Follioley (una pista,
per ora: il vero tracciato della 510 è di là da venire), quindi si corre sul
viadotto Mesagolo, al confine con Sale Marasino, poi sul nastro d’asfalto che da
Maspiano porta a Gandizzano (un breve viadotto è senza guard-rail; tratti di
muraglione sono ancora da finire) e prosegue infilando, nella conca di Sale
Marasino, il viadotto Saletto, il ponte Marasino (niente guard-rail) e il
succitato viadotto Portazzolo. A questo punto, come detto, la strada si
interrompe. Giusto in questi giorni l’impresa De Lieto sta sbancando il terreno
e costruendo i muri di contenimento davanti a due case che si trovano ai margini
di Presso. Più in là c’è il nuovo ponte sotto cui sarà fatta passare la strada
per Portole (e, forse, in un futuro non tanto lontano, pure il traffico da e per
l’innesto a monte del progettato svincolo di Presso). Quindi ci sono circa 500
metri di sterrata piena di buche lungo la quale si stanno solo adesso
realizzando le canalette e i tombini per imbrigliare le acque. Si incontra poi
il viadotto Vigolo, quindi un tratto di strada le cui scarpate sono ancora da
sistemare, infine una brevissima galleria artificiale, seguita dalla galleria
Dosso e da un viadotto senza guard-rail.
Adesso ci si immette nella galleria Massenzano, che sfocia,
dopo 2.450 metri, sul viadotto valle dell’Opol, a Collepiano di Marone. Sulla
destra, il raccordo per Zone; davanti, un saliscendi che accoglierà la sede
della 510 e lo svincolo per Brescia, ma che adesso porta all’imbocco della
galleria Collepiano: 1.800 metri di discesa sino alla valle del Bagnadore, poi
su un ponte allo scoperto per 800 metri, di nuovo a capofitto in galleria per
altri 1.000 metri e alla fine si esce sulla valle del Rì, a Vello.
In questa galoppata, chiamiamola così, il vostro cronista ha
incontrato, intenti al lavoro, a Tassano e nella zona di Presso, una decina di
operai, due scavatori, due camion e una ruspa. Un cantiere non proprio dinamico.
Eppure le opere da realizzare e completare richiedono, a sentire professionisti
del settore, ancora qualche mese. Col rischio che possano, sovrapponendosi,
intralciare l’ultima “tranche” dei lavori di finitura.
BRESCIAOGGI 4 GIUGNO 2002
Al lavoro anche di notte
di Giuseppe Zani
Sabato a vello, i sindaci sebini avevano la fascia tricolore in
tasca, ma non l’hanno indossata nemmeno dopo che il ministro Lunardi ha promesso
solennemente che verrà a inaugurare la nuova 510 la prossima primavera. «I dubbi
sono legittimi, sono legati ad anni di ritardi e rinvii, di scadenze
continuamente aggiornate – spiega Angelo Zanotti, sindaco di Marone e presidente
della Comunità montana del Sebino bresciano –. Tuttavia, pare che adesso ci sia
un dinamismo nuovo. Lo stesso presidente dell’Anas, Vincenzo Pozzi, s’è
sbilanciato dicendo che tenterà di fare il miracolo di aprire la strada nel
marzo 2003. Personalmente, sono venuto via abbastanza confortato».
Tre, in particolare, le rassicurazioni date dall’Anas ai
sindaci sebini che chiedevano garanzie sui nuovi tempi di consegna e sulla
funzionalità dell’asta principale della superstrada: le ditte che vinceranno gli
appalti per l’installazione dell’impiantistica nelle gallerie lavoreranno anche
di notte; nelle gallerie più lunghe del tratto compreso fra Iseo e Vello si
collocheranno dei ripetitori per consentire l’uso dei telefonini; le vecchie
gallerie che da Vello portano a Toline di Pisogne saranno rese più sicure con
una spesa aggiuntiva di circa 2 milioni di euro.
Quanto agli svincoli e agli interventi di mitigazione
ambientale che da tempo vanno chiedendo i Comuni rivieraschi, s’è ribadito nel
summit di Vello, si tratta di opere cui si potrà porre mano anche in una fase
successiva all’apertura della nuova Sebina Orientale.
BRESCIAOGGI 4 GIUGNO 2002
Il direttore dei lavori conferma l’impegno Anas: per
svincoli e barriere antirumore si dovrà aspettare
di Giuseppe Zani
«Tutto è stato impostato per centrare l’obiettivo di inaugurare
l’asta principale della nuova 510 nel giugno 2003». Lo dice Fabio Arcoleo,
ingegnere dell’Anas e direttore dei lavori che si stanno eseguendo dal lontano
21 giugno 1990 lungo i lotti quarto, quinto e sesto della superstrada sebina.
É ottimista, Arcoleo, anche se è costretto ad ammettere: «Vero,
ci sono dei ritardi nel tratto compreso fra Presso e la località Dosso, a Sale
Marasino (il termine di consegna dei lavori era fissato al 7 febbraio scorso,
poi è slittato alla fine di maggio, ndr). Stiamo tempestando di ordini di
servizio l’impresa De Lieto affinché incrementi uomini e mezzi. Dopo giugno
scatta la penale».
Non è tuttavia il caso di drammatizzare, secondo lui: «Un
intoppo assorbibile, niente di grave. Anche perché nei prossimi mesi saremo
impegnati a installare nelle gallerie gli impianti di illuminazione e aerazione
e i semafori che si accendono in presenza di alte concentrazioni di gas». Già, a
che punto è la relativa perizia suppletiva, l’ultima di una serie infinita?
I progetti, redatti dall’Ufficio tecnico dell’Anas di Milano,
sono stati in questi giorni passati al vicino ufficio amministrativo per i
conteggi del caso. Quindi si dovrà superare la solita trafila: invio della
pratica a Roma, richiesta della copertura finanziaria (3 milioni e 600mila
euro), coinvolgimento del ministero delle Infrastrutture.
Le gare d’appalto, a sentire Arcoleo, si apriranno all’inizio
dell’estate. E dureranno, visti i tempi tecnici consueti, almeno un paio di
mesi. Poi i lavori. Niente colonnine Sos foniche, né estintori, né idranti con
bocchette a pressione Uni 45 nelle più lunghe gallerie sebine, come prescrivono
le ultime disposizioni? «Le gallerie sebine, illuminate, aerate e dotate di
impianti semaforici, saranno sicure: basterà attenersi al codice della strada,
rispettando le distanze fra veicolo e veicolo e i limiti di velocità prescritti
– risponde il nostro interlocutore –. Le colonnine Sos, gli estintori, gli
stessi idranti vanno installati solo se monitorati e controllati da un sistema
di telecamere. Troppo costoso. In questa fase, ci limiteremo a uno standard
minimo di sicurezza».
Anche 1 24 miliardi e 183 milioni di vecchie lire messi a
disposizione dall’ormai famosa perizia suppletiva approvata nel 2000 saranno a
malapena sufficienti a ultimare l’asta a scorrimento veloce della nuova Sebina
orientale. Al presente, dunque, niente soldi per due opere chieste a gran voce
dall’Amministrazione comunale di Sale Marasino – lo svincolo di Presso e la
galleria artificiale in località Nul-Dosso –, né per realizzare in
sopraelevazione l’innesto a valle dello svincolo di Collepiano, a Marone.
«Le opere di mitigazione ambientale, lo svincolo di Presso e le
migliorie proposte dalla Comunità montana del Sebino bresciano e dalla Provincia
si possono realizzare anche in una seconda fase – argomenta Arcoleo –. Quanto ai
finanziamenti necessari, non fa differenza che lo Stato li passi all’Anas o alla
Provincia, cui la nuova sede è stata affidata dal 1º ottobre 2001: l’importante
è che alla superstrada siano destinati».
C’è però il rischio che, una volta aperta la nuova Sebina
orientale, si sia costretti a richiuderla per eseguire i lavori di completamento
e integrazione testé citati. É il caso della galleria artificiale Nul-Dosso, i
cui pannelli fabbricati a volta si potrebbero montare la notte. Ma per le
fondamenta si dovrà bloccare il traffico. A meno che non si decida di
anticiparne la costruzione nei prossimi mesi...
«Non ci sono soldi per le fondamenta in questione, non possiamo
distogliere risorse dall’asta principale – taglia corto Arcoleo –: prioritario è
rispettare le scadenze».
BRESCIAOGGI [...] GIUGNO 2002
L’amministratore dell’Ente tira le somme: «La statale 510
verrà inaugurata entro la primavera 2003; Statale 42: mancano 47,5 milioni di
euro che potrebbero arrivare dal piano triennale 2003-2005; Statale 39: è
prevista la costruzione di una variante a Corteno Golgi per un costo di 9,4
milioni di euro»
Vincenzo Pozzi illustra la realtà del comprensorio
di Paolo Bornatici
Una situazione annosa, una questione senza fine che toglie
ossigeno all’economia locale. La situazione relativa alla viabilità in Valle
Camonica, da lungo tempo oggetto di discussione e dibattito tra le istituzioni
locali e gli enti preposti alla gestione della circolazione stradale, ha avuto
uno spazio elettivo in occasione del convegno che si è svolto a Boario sul tema:
“Una linea verso l’Europa”.
Un appuntamento che ha dato indicazioni importanti, anche in
virtù della caratura dei relatori.
Per approfondire il dopo congresso abbiamo interpellato, a
Roma, Vincenzo Pozzi, amministratore dell’Anas, per fare il punto sullo stato
dell’arte, procedendo sulla base degli interventi in essere o in fase di
completamento.
Statale 510. A quanto
ammontano gli investimenti e come si intende procedere perché, come promesso dal
ministro delle Infrastrutture, Pietro Lunardi, i lavori siano conclusi entro la
primavera del prossimo anno? «L’ammodernamento della statale 510, che collega
Brescia alla Valle Camonica, è costato 160 milioni di euro – spiega Vincenzo
Pozzi –. I lavori principali sono sostanzialmente ultimati e per l’apertura al
traffico occorrono solo alcuni interventi complementari, come la realizzazione
degli impianti tecnologici. Prevediamo di inaugurare l’opera entro la primavera
del 2003. Comunque, allo scopo di accelerare i lavori e di rispettare i tempi,
ho dato disposizione al Compartimento di predisporre gli appalti con procedura
accelerata e di includere nei contratti clausole relative sia ai tempi che
all’esecuzione, anche adottando più turni lavorativi».
Statale 42. Durante il
convegno, lei ha parlato di un buco di 90 miliardi di vecchie lire, quanto serve
per completare i lavori del V e VI lotto. A questo punto, quali sono le
strategie da adottare? «La variante alla strada statale 42, che collega Bergamo
alla Valle Camonica, è stata suddivisa in tre lotti. L’ultimazione dei lavori
del 4º lotto (variante agli abitati di Niardo, Braone, Ceto e Nadro) è prevista
per il dicembre del 2003, con un impegno complessivo di spesa di 34,3 milioni di
euro, interamente finanziati. Il 4º lotto richiede però un interventi di
completamento che riguarda la variante di Capodiponte. Contiamo di individuare
una soluzione progettuale entro l’anno. L’impegno di spesa previsto è di 20
milioni di euro. Per il 5º e 6º lotto (variante esterna agli abitati di
Capodiponte, Sellero e Cedegolo), stiamo provvedendo all’aggiornamento del
progetto, la cui ultimazione è prevista entro settembre 2002. L’impegno di spesa
è di 78 milioni di euro: attualmente abbiamo a disposizione 50 milioni di euro
di residuo del primo appalto rescisso. I conti sono presto fatti – continua
Pozzi –, per completare i tre lotti mancano all’appello 47,5 milioni di euro.
Stiamo valutando la possibilità di includere questi finanziamenti nel Piano
triennale Anas 2003-2005».
Statale 39
(Edolo-Aprica). Attualmente, dopo la chiusura che si è resa necessaria nei
giorni scorsi a seguito del crollo di parte della carreggiata, la strada è stata
parzialmente riaperta. Da tempo, la Comunità montana di Valle Camonica insiste
perché si proceda ad una riqualificazione generale della tratta. Cosa ne pensa?
«Conosciamo bene il problema. Abbiamo previsto la costruzione di una variante in
galleria in località Corteno Golgi, del costo di 9,4 milioni di euro, con la
messa in sicurezza del tratto dalla caduta massi. I progetti esecutivi sono
stati redatti dalla stessa Comunità montana della Valle Camonica. L’Anas ha
avviato le procedure per la convocazione della Conferenza dei Servizi che,
presumibilmente, si potrebbero concludere entro il dicembre del 2002.
L’intervento è incluso nel nostro Piano triennale 2002-2004, nell’area
inseribilità, il che vuol dire che se la Conferenza dei Servizi si concluderà
celermente, potremmo iniziare i lavori già entro il 2003, come ha assicurato
anche il ministro Lunardi. Quanto all’emergenza frana, i tecnici dell’Anas sono
subito intervenuti, nonostante la pioggia battente e, lavorando incessantemente
anche durante la notte, hanno completato a tempo di record una pista
provvisoria, ricavata sul fianco della montagna. Ciò ci ha consentito proprio in
queste ore di riaprire parzialmente la statale al traffico, a senso unico
alternato, molto prima di quanto si pensasse. Purtroppo, per la riapertura
totale del tratto ci vorranno altri 30-45 giorni, perché le alluvioni di questi
giorni hanno danneggiato seriamente il muro di sostegno e parte del corpo
stradale».
Trafori del Mortirolo.
Il disegno ha ottenuto largo consenso da parte degli enti locali, oltre ai
rappresentanti provinciali di Trento e Sondrio. É possibile quantificare l’opera
dal punto di vista dei costi. Quali le prospettive per la Valle ed Edolo? «Il
traforo del Mortirolo rientra nell’asse Brescia-Stoccarda, che costituisce un
itinerario strategico europeo e permetterebbe di migliorare notevolmente il
collegamento del Nord Italia e delle valli bresciane con le regioni della
Renania e con Bruxelles. Si tratta dunque di un’opera di primaria importanza,
che ci interessa sviluppare. Ci sono in campo diversi progetti. L’Anas in
passato ha proposto un’idea progettuale di collegamento misto strada-ferrovia
tra Brescia e Stoccarda, di cui il traforo del Mortirolo e il traforo della
Stelvio fanno parte, che costerebbe circa 13mila milioni di euro. Verificheremo
insieme al Ministero e agli enti interessati quale possa essere la soluzione
migliore».
BRESCIAOGGI 18 GIUGNO 2002
Verso la conclusione la Pisogne-Darfo e la
Prevalle-Mazzano. in progetto la Seniga-Urago
di ...
Tre milioni di euro, circa 5 miliardi 800 milioni delle vecchie
lire per nuove piste ciclabili. È la cifra investita dalla Provincia di Brescia
per il biennio 2003-2004. Nel 2000 e 2001, il Broletto ha messo a disposizione 2
milioni e 600 mila euro (poco più di 5 miliardi di lire). In fase di
realizzazione i percorsi Pisogne-Darfo e Mazzano-Prevalle; in fase avanzata di
progettazione avanzata sono le piste Seniga-Urago, Basso Garda e Valtrompia.
Nel bilancio di previsione dell’anno in corso sono stati
inseriti gli interventi per il secondo stralcio della Brescia-Bassa, per la
Prevalle-Salò; per il secondo lotto della Sebino-Camuna, e della Brescia-Mincio,
per un totale di un milione e 550 mila euro (3 miliardi di lire), oltre al
milione e 290 mila (quasi due miliardi e mezzo) assegnati come contributo alla
Comunità montana del Sebino per la Vello-Toline. Come detto, altri tre milioni
di euro sono stati stanziati per opere da realizzare nel 2003 e 2004.
Del problema dell’uso della bicicletta, della realizzazione di
nuove piste e della tematica della sicurezza stradale, si è discusso nei giorni
scorsi alla «Prima conferenza nazionale sulla ciclabilità del territorio».
L’assessore Mauro Parolini ha spiegato che «le Province hanno
chiesto in sostanza che, a partire dalla legge finanziaria in corso, e così ogni
anno, vengano destinati non meno di 210 milioni di euro a sostegno della Legge
366/98 sulla mobilità ciclistica e sulla sicurezza stradale degli utenti della
due ruote. E che, contemporaneamente, il Governo si doti di un Piano della
mobilità ciclistica, nel quale siano stabiliti gli obiettivi di sviluppo del
trasporto ciclistico entro il 2005».
Esprimendo soddisfazione per l’unanimità delle Province
italiane, Parolini ribadisce l’appoggio del Broletto e ricorda quanto nel nostro
territorio sia stato attuato, oltre agli stanziamenti previsti per il 2002 per
piste e itinerari ciclabili.
BRESCIAOGGI
12 LUGLIO 2002
Delusione e amarezza fra i membri del comitato “Un treno
per la vita”, che si batte per ottenere i passaggi a livello
di Fausto Scolari
Altri due morti. Il tributo di sangue non accenna a diminuire
sulla ferrovia Brescia-Iseo-Edolo. Stavolta la malasorte è toccata a un
sessantottenne di Prestine e a una signora 44enne di Braone. La scena è sempre
la stessa. Un passaggio a livello incustodito (in questo caso quello che porta
all'abitato di Braone), il sole, la disattenzione e la morte che arriva con le
sembianze di un treno. Lamiere contorte, corpi dilaniati, famiglie gettate nella
disperazione. «Non abbiamo più parole se non quelle che possono dare un minimo
di conforto alle famiglie delle vittime», sottolinea sconsolata Cristina
Marchina, a nome del Comitato «Un treno per la vita», sodalizio nato nel luglio
1995, sull'onda del dolore provocato dalla morte di Maria Grazia Danesi e di
Valeria Alberti, vittime di un incidente analogo, avvenuto a Corte Franca.
«In questi anni abbiamo fatto di tutto per tenere alta la discussione in merito
alla messa in sicurezza della linea ferrata. Manifestazioni, sit-in, raccolta di
firme, apparizioni anche in televisione, l'ultima delle quali il 9 maggio scorso
a «La vita in diretta». Davanti alle telecamere i dirigenti delle Ferrovie Nord
comunicarono che entro gennaio 2003 i treni percorreranno in sicurezza l'intero
tratto da Brescia a Edolo. Speriamo che la promessa venga onorata e cessi
finalmente lo stillicidio di incidenti».
L'annosa questione dei passaggi a livello della linea ferroviaria
Brescia-Iseo-Edolo, secondo il Comitato «Un treno per la vita», va dunque chiusa
al più presto, accelerando al massimo i lavori per la gestione generalizzata dei
passaggi a livello con barriere automatizzate.
Una ristrutturazione avviata nel 1997 che si dovrebbe concludere - il
condizionale è d'obbligo in questi casi - entro il gennaio prossimo, a fronte di
un investimento complessivo di circa 172 miliardi di vecchie lire.
In verità dal 1997 ad oggi, anche in virtù di accordi con i Comuni attraversati
dalla linea, i passaggi a livello sono diminuiti di numerose unità, operando
attraverso la messa in opera di cavalcavia, sottopassi o percorsi alternativi.
Nel 1997 i passaggi a livello lungo la linea erano 178, di cui 130 senza
barriere. Ora da munire di impianti di sicurezza automatizzati ne rimangono una
quarantina. Alla fine della ristrutturazione gli attraversamenti dovrebbero
essere 118, tutti protetti da barriere automatizzate.
«Quando arriverà quel giorno - conclude Cristina Marchina a nome del comitato -
faremo in modo di farlo segnare sul calendario, come fosse una festività. Vorrà
dire che finalmente si potrà transitare da Brescia a Edolo senza più il pericolo
in agguato di un attraversamento ferroviario incustodito».
BRESCIAOGGI 12 LUGLIO
2002
di ...
La linea sarà presto resa sicura. Le Ferrovie Nord Milano,
nell’esprimere il profondo cordoglio per i familiari delle vittime
dell’incidente ferroviario di Braone di ieri pomeriggio, ribadiscono in un
comunicato il loro impegno «per ridurre a sei i passaggi a livello senza
protezione entro la fine dell’anno». Per la protezione con barriere del
passaggio a livello di Braone, dove è avvenuto l’incidente, «è in fase di
svolgimento una gara d’appalto per la quale si apriranno le buste il prossimo 25
luglio». Dal 1997 ad oggi, con gli interventi effettuati - precisano le Ferrovie
Nord Milano - sulla linea Brescia-Iseo-Edolo i passaggi a livello sono diminuiti
da 178 a 145 nel maggio 2002, e scenderanno a 129 entro la fine dell’anno.
«Cinque anni fa i passaggi a livello non protetti erano 48, oggi sono scesi a 22
e saranno soltanto 12 entro fine anno. I passaggi a livello protetti solo con
segnali luminosi e acustici dagli 83 del ’97 sono diminuiti a 36 e arriveranno a
11 entro dicembre, e di questi 5 sulla tratta Bornato-Rovato interessata
solamente dal trasporto merci. Di tutti i passaggi a livello esistenti nel 1997,
33 sono stati eliminati completamente con opere sostitutive e 40 sono stati
potenziati con l’installazione delle barriere».
E ancora: «La trasformazione dei passaggi a livello con segnalazione ottica e
acustica (Soa) a barriere complete è legata alla realizzazione degli impianti di
stazione con apparati elettrici (Acei), che permettono di comandare i movimenti
dei treni nella stazione tramite pulsanti. Dei 19 impianti previsti, 11 saranno
dotati di sistemi elettronici innovativi denominati Ascv (Apparati statistici
con calcolatore vitale).
«Poiché la linea Brescia-Iseo-Edolo è stata la prima rete in Italia ad
utilizzare questo tipo di apparato - ricordano alle Ferrovie Nord -, l’iter
approvativo per la sua omologazione da parte del ministero dei Trasporti è stato
piuttosto difficoltoso. L’approvazione definitiva è avvenuta il 18 giugno dello
scorso anno. Subito dopo sono cominciati i lavori e dalla fine di settembre sono
stati attivati 10 di impianti Ascv che hanno anche la funzione fondamentale di
comandare e proteggere gruppi di passaggi a livello».
Infine una notizia: «La prossima settimana entrerà in funzione il nuovo impianto
di Sulzano con la protezione di 4 passaggi a livello. Fino ad oggi
l¹investimento complessivo sui passaggi a livello è stato di circa 413 milioni
di euro e complessivamente sull’intera rete di 774 milioni di euro».
BRESCIAOGGI 13 LUGLIO
2002
Morte sulla Brescia-Edolo. A Braone e Malonno niente
barriere lungo la ferrovia fino al 2003
Sicurezza, lavori in ritardo: 38 le vittime del dal 1988
di Giuseppe Zani
Si trovano a Braone e a Malonno gli attraversamenti incustoditi
della ferrovia che saranno eliminati o dotati di barriere per ultimi, e cioè nel
2003. Si tratta dei Soa (passaggi a livello protetti solo con segnali ottici e
acustici) di via Dossi e via Valeriana, a Braone, e dei Soa di via Molbeno, via
Radello e via Lava a Malonno. Lì, per almeno altri dieci mesi, si potrà
continuare a morire. Attenzione a quando si arriva da quelle parti, dunque. Il
Soa di via Dossi, dove giovedì hanno perso la vita Amalia Rebuffoni e Giovanni
Tottoli, è inserito in una gara d'appalto che, sfortunatamente per le ultime due
vittime, s'è dovuta rifare. La nuova gara, per un importo di 1 milione 250 mila
euro, verrà aggiudicata il prossimo 30 luglio. Tempo una decina di mesi, come
detto, e a Braone saranno messi in sicurezza l'intersezione con la strada
provinciale 89 e i Soa di via Dossi e via Valeriana, mentre a Ceto si
potenzieranno tre attraversamenti, ora protetti con semibarriere.
Tempi analoghi per i tre Soa citati di Malonno, che saranno chiusi o dotati di
barriere. Per tutto il 2003 si potrà continuare a morire pure ai quattro Soa
dislocati lungo la tratta Bornato-Rovato, meno pericolosa perché percorsa solo
da uno o due convogli-merci al giorno, e tuttavia teatro di incidenti anche
mortali.
Da qui alla fine del 2002, invece, le Ferrovie Nord Milano contano di mettere in
sicurezza 25 passaggi a livello nel tratto ferroviario compreso fra Edolo e
Iseo: 4 Soa saranno protetti con barriere comandate da un impianto che entrerà
in funzione il 16 luglio, a Sulzano; il 6 agosto sarà attivato l'Acsv (Apparato
di stazione con calcolatore vitale) di Toline, che automatizzerà l'utilizzo
delle barriere al vicino Soa; da agosto a dicembre, infine, saranno aboliti o
protetti altri 20 passaggi a livello. Un bel colpo di acceleratore.
Sino al giugno del 2001, in effetti, il programma di messa in sicurezza della
Brescia-Iseo-Edolo è andato a rilento. A frenare un po’ il tutto, l'iter
approvativo per l'omologazione da parte del ministero dei Trasporti degli
impianti Acei (Apparati centrali elettrici itinerari), che sovrintendono
all'incrocio dei treni nelle stazioni e, tramite gli Acsv, al funzionamento
delle barriere agli ex Soa. Il sì del ministero è arrivato il 18 giugno 2001. Da
allora, assicurano alle Ferrovie Nord Milano, si sono installati 10 Acei e
protetti 40 passaggi a livello. La precedenza la si è data alla tratta
Brescia-Iseo, perché più trafficata. Sicché, al presente, fra Brescia e Iseo
tutti i passaggi a livello hanno barriere automatiche, tutte le stazioni con più
di un binario hanno gli impianti Acei e Acsv, e tra una stazione e l'altra è
stato attivato il blocco conta-assi (impedisce che due treni impegnino
contemporaneamente lo stesso binario). Identica situazione si registrerà entro
la fine del 2002 sulla tratta Iseo-Pisogne. Ecco le opere che si realizzeranno
fra Pisogne ed Edolo entro la fine di quest'anno: la chiusura dei Soa di via
Rovedoli e via Lentumi, a Erbanno; l'Acei, la protezione di un Soa e
l'abolizione di un altro, a Cogno; l'Acei, la protezione di 4 passaggi a
livello, di cui 2 Soa, a Cividate; l'Acei di Breno, che consentirà di proteggere
2 Soa prima del paese e di potenziare un Soa e un «semibarriere» dopo il paese;
due Soa trasformati, a Forno d'Allione; due Soa e un «semibarriere» protetti, a
Sonico; l'Acei e un passaggio a livello potenziato, a Edolo. Slittano al 2003 la
messa in sicurezza dei Soa di Braone e Malonno, di cui s'è detto in apertura,
gli impianti Acei di Darfo (tutti i passaggi a livello prima e dopo la stazione
sono già protetti) e di Cedegolo, l'Acei di Rovato e la protezione dei 4 Soa
dislocati lungo la tratta Rovato-Bornato.
Alla fine del 2003, il rischio di incidenti all'attraversamento dei binari
dovrebbe essere neutralizzato. Così almeno prevede il programma di investimenti
aggiornato delle Ferrovie Nord Milano. Un programma che si è cominciato a
delineare a metà degli anni '80, quando già si profilava l'uscita di scena della
Snft, la società romana cui si deve la costruzione della ferrovia. Priorità
delle priorità, già allora, la messa in sicurezza dei passaggi a livello
pericolosi. I lavori, però, sono proceduti a passo di lumaca sino al '97, e a
piccoli passi sino al 2000. Il colpo di acceleratore, come detto, solo negli
ultimi due anni. Adesso, visto che ai Soa incustoditi si continua a morire - 38
le vittime dal 1988 a oggi -, il capolinea dei lavori è stato fissato al 2003.
Sul problema della sicurezza è intervenuto con un comunicato anche Dario
Balotta, segretario generale della Fit-Cisl Trasporti che sottolinea: «Il
presidente della Regione Roberto Formigoni dovrebbe pensare a porre rimedio a
quell’autentica strage annunciata che è la ferrovia Brescia-Iseo-Edolo». Sulla
linea, sostiene il sindacalista, «in media perde la vita una persona ogni cento
giorni, a causa del ritardo negli interventi per una maggior protezione e
sicurezza dei passaggi a livello». Balotta propone la creazione di una
commissione d’inchiesta «per accertare le responsabilità di queste
inadempienze».
BRESCIAOGGI 21 LUGLIO
2002
L’area di interscambio dei treni e bus delle ferrovie Nord
non è mai stata attivata
Il lavori sono costati 530 milioni delle vecchie lire
di Ruggero Marani
La Vallecamonica è in attesa della gara d’appalto europea per
decidere il gestore della linea ferroviaria Brescia- Iseo Edolo, oggi
controllata dalle Ferrovie Nord Esercizio, gruppo della Regione Lombardia. Un
passaggio fondamentale per la risoluzione di numerosi problemi, dalla messa in
sicurezza, all’intensificazione del servizio alla riduzione dei tempi di
percorrenza.
A Breno l’attesa di questa gara d’appalto ha un motivo in più per essere
sospirata dai cittadini: la sistemazione dell’area di interscambio fra autobus e
treni delle Ferrovie nord. Un progetto che porta la data del 1994 ma che a
distanza di otto anni, nonostante l’investimento di ben 530 milioni di vecchie
lire, di cui il 75% a carico della regione Lombardia, non è stato ancora
completamente messo in opera.
Sulla carta, l’area in questione doveva essere resa funzionale in breve tempo.
Dopo i lavori di pavimentazione di tutta la parte di terreno antistante la
stazione (sui lati e al centro era prevista la realizzazione di aiuole),
l’innalzamento di una pensilina nella parte retrostante la stazione e la
costruzione di una sala d'attesa completamente rivestita da vetri trasparenti
sulla destra della stessa, il progetto prevedeva anche la demolizione di un
vecchio capannone adiacente alla stazione. Sull’area asfaltata dovevano sostare
gli autobus per la salita e discesa dei passeggeri mentre sul lato destro,
doveva essere costruita una terrazza trapezoidale, adibita a parcheggio per le
automobili. Sotto la terrazza, infine, sarebbero stati ricavati posti macchina,
riservati ai passeggeri dei treni e alle vetture del comune di Breno.
Lavori che effettivamente sono stati realizzati. Eppure la zona di interscambio
e la sala d'attesa non sono mai entrate in funzione. Come se non bastasse, da
circa un anno una vetrata della sala d'attesa (ironia della sorte) è stata rotta
- sembra da un veicolo in retromarcia, oppure dai soliti mascalzoni notturni -
ma è mai stata riparata.
Certo non è il modo migliore per presentarsi ai turisti. Viene da chiedersi cosa
pensa il forestiero che dopo essere sceso dal treno si trova costretto a salire
sulla grande scala antistante la stazione ferroviaria costantemente sporca ed
erbosa. E viene facile pensare che proseguendo con questa politica della non
curanza i turisti diminuiranno ogni anno e allora potrebbe essere inutile
spendere miliardi per riparare il Castello di Breno.
IL GIORNO 6 AGOSTO
2002
di Magda Biglia
BRESCIA — Le promesse sull'inaugurazione in primavera di nuovi
tratti del 510 sebina e camuna pare che saranno mantenute.
Ieri erano a Brescia i vertici dell'Anas a confermare che i cantieri dei tre
lotti rimasti bloccati da tempo, il quarto, il quinto e il sesto sono ripresi e
che quindi con lo sbocciar dei fiori dovrebbe concludersi un'altra tappa della
ventennale travagliata storia di questa arteria determinante per il lago d'Iseo
e la Valcamonica. Alla fine di settembre dovrebbero essere completati i lavori
principali, seguiti poi da altri collaterali come gli impianti tecnologici della
galleria. Resterà da risolvere la questione dei vari svincoli a livello locale.
Ma la presenza e i sopralluoghi ieri effettuati dai signori dell'Anas con
l'assessore provinciale Mauro Parolini e gli incontri con il presidente Alberto
Cavalli hanno avuto il compito di dare chiarimenti concreti sulle principali
ferite aperte della nostra rete viaria, sia per la parte che l'azienda nazionale
ha tenuto per sé, sia per la parte passata al Broletto ma ancora gravata da
cantieri Anas.
Finanziamenti stabiliti e accelerazione degli adempimenti
burocratici hanno fatto in modo che ripartano le opere sulle statali 39
dell'Aprica, che collega il Bresciano alla Valtellina, e sulla 42 del Tonale e
della Mendola. Per quanto concerne la famigerata gardesana 45 bis è avviata la
procedura d'appalto per lo svincolo di Salò e sono a buon punto anche i
procedimenti per la galleria Forbisicle e per gli interventi a nord di Limone.
Qualche speranza pare ci sia in futuro anche per il raddoppio delle gallerie di
Gargnano e lo svincolo verso Tignale.
I macchinari sono in funzione anche sulla Goitese, ex statale ora provinciale.
In meno di un anno saranno pronti la variante di Montichiari con lo svincolo di
Novagli e le opere in località Vighizzolo e Fascia d'oro. A buon punto sono
anche le integrazioni di segnaletica e la corsia di interscambio fra la tragica
lenese e la goitese a sud ovest di Montichiari. Si lavora infine anche alla 237
valsabbina e alla 11 attorno a Chiari. I dirigenti Anas hanno mostrato di voler
accelerare le procedure pur nel continuo contenzioso degli appalti dovuto al
periodo di mutamenti legislativo.
Ci sono situazioni talmente annose che è impensabile non concluderle ma
l'intenzione e l'annuncio è quello di voler rivedere la disastrata viabilità
bresciana nel complesso anche con la proposta di nuovi progetti.
BRESCIAOGGI 10 AGOSTO 2002
I vertici dell’Anas in Provincia hanno fatto il punto sui
finanziamenti e lo stato di avanzamento dei lavori
Entro giugno la Sebina e le varianti alla Goitese e all’ex
statale 11
di Claudio Ziliani
Forse è stata la recente visita ai cantieri aperti del ministro
Pietro Lunardi, oppure, una presa di coscienza delle fastidiose quanto inutili
lungaggini. Fatto è che a Brescia la strategia Anas in tema di strade sembra
essere radicalmente cambiata.Ora la filosofia è quella dell’operatività in tempi
brevi. E il 2003 sembra essere un anno cruciale.
La vera novità è che le procedure proseguono parallele: mentre
sul territorio si preprarano i progetti a Roma l’Anas centrale si muove per
reperire i finanziamenti. L’operazione consente di risparmiare tempo prezioso
(qualche mese) prima di passare alla fase della Conferenza dei servizi. Un
concetto che è stato sottolineato più volte ieri mattina in Broletto dal
direttore compartimentale del Nord Italia dell’Anas Carlo Bartoli accompagnato
dal capo compartimentale della Lombardia Nerio Chioini dopo la visita ai
cantieri della nostra provincia.
I vertici dell’Anas si sono riuniti per fare il punto della
situazione col presidente della Provincia, Alberto Cavalli, e l’assessore ai
Lavori pubblici, Mauro Parolini.
Altra novità, la procedura non per singoli lotti ma per più
lotti così da poter avere un progetto complessivo e accelerare i tempi di
realizzazione.
- 39 dell’Aprica
Tanto per cominciare ci sono buone notizie per la Valcamonica.
La 39 Del Passo dell’Aprica ha già ottenuto un finanziamento di 9 più 3 milioni
di euro per lavori di adeguamento e messa in sicurezza del tratto nel comune di
Corteno Golgi mediante la realizzazione della variante (2 lotti). Prima
dell’appalto dei lavori si dovrà procedere alla Conferenza dei servizi.
- 42 Del Tonale e della
Mendola
Sulla 42 Del Tonale e della Mendola si stanno invece rivedendo
completamente il IV°, V° e VI° (e il secondo stralcio di quest’ultimo). Il
progetto definitivo dovrebbe essere steso entro ottobre, quindi si passerà alla
fase dei finanziamenti, poi alla Conferenza dei servizi per l’approvazione
complessiva. Verranno inoltre verificati i finanziamenti per il lotto numero
VIII.
«La Vallecamonica dopo lunga attesa finalmente vedrà qualcosa
di concreto. Il nostro impegno - ha sottolineato il presidente Alberto Cavalli -
non è solo di chiudere le partite aperte, che sono tante, ma di pensare anche al
futuro per migliorare ulteriormente la viabilità».
- Sebina Orientale
Altra opera attesa è la nuova 510 Sebina orientale. La promessa
del ministro Lunardi: l’apertura della strada entro il prossimo giugno sembra
proprio verrà rispettata. Il IV° e VI° lotto sono terminati da tempo
diversamente dal V°. Ora i cantieri sono ripresi su tutti e tre i lotti.
L’apertura dell’asta principale per il collegamento con la Vallecamonica è di
massima rilevanza a detta dei vertici dell’Anas. Non è un caso che secondo le
previsioni i lavori principali del lotto numero V saranno ultimati per fine
settembre. Dopodiché si procederà agli impianti tecnologici in galleria. «Le
perizie sono già state fatte - spiega l’ingegner Nerio Chioini - così pure le
gare d’appalto. Pensiamo di tener fede all’impegno di giugno anzi faremo il
possibile per anticipare di qualche settimana». Altra questione saranno gli
svincoli che verranno realizzati non appena stabilite le priorità. Per il
momento l’obiettivo è aprire la strada.
- Gardesana Occidentale
Ottime notizie anche per la 45 bis «Gardesana Occidentale». Già
firmata la disposizione per l’appalto di adeguamento dello svincolo di Salò con
la 572 per Desenzano (circa 20 milioni di euro). I lavori inizieranno entro il
2003. Già indetta invece la conferenza dei servizi per la realizzazione della
galleria Forbisicle.
«Sul Garda la linea di intervento - spiega l’assessore Parolini
- è duplice, da un lato si mira a garantire maggiore sicurezza, dall’altro a
migliorare la fluidità del traffico». Da qui la proposta di inserire nella
fascia A, nelle opere finanziate dall’Anas, la messa in sicurezza della 45 bis
all’altezza di Limone. Altra questione il futuro allargamento della galleria di
Gargnano e dello svincolo a Tignale.
- Goitese
Entro il primo semestre 2003 è invece prevista la consegna del
II° lotto, variante di Montichiari della ex strada statale 236 Goitese. I lavori
inizieranno in settembre e in pochi mesi si procederà sia alla costruzione del
lotto che alla posa della segnaletica. Non ci sono problemi per il III° lotto
dalla località Fascia d’Oro a Vighizzolo. Mancano gli impianti di illuminazione
e gli svincoli che saranno finanziati e realizzati in base alle priorità
segnalate dalla Provincia. Il 95% dei lavori sono tuttavia già conclusi.
- 237 Del Caffaro
Sulla ex statale 237 Del caffaro per la Valsabbia sono stati
riaperti i lotti dai Tormini fino a nord di Barghe. In passato c’erano stati
problemi legati all’espropria zione ma ora i lavori sono nuovamente avviati.
- Padana Superiore
Entro una decina di mesi sarà aperta la variante e lo svincolo
a Ponte S. Marco della ex statale 11 . Il progetto sta per essere esaminato
sotto il profilo tecnico a Roma e tutto dovrebbe procedere senza intoppi. La
parte Ovest della strada 11, da Travagliato a Urago, oggi è parzialmente aperta.
L’intersezione con la sp 42 a sud di Chiari è importantissima. Le bretelle
realizzate da tempo dall’Anas sono chiuse ma recentemente si è proceduto
all’appalto dei lavori per renderle fruibili. Uno svincolo aprirà a settembre.
Si dovrà attendere invece gennaio-febbraio per l’apertura
dell’intersezione con la sp 19, già appaltata. Rimane in sospeso il collegamento
fra la ss 11 e la sp 17. Bisognerà attendere l’attivazione delle procedure con i
privati. L’Anas ha già messo a disposizione le risorse.
GIORNALE DI BRESCIA
10 AGOSTO 2002
Incontro in Provincia fra il presidente Alberto Cavalli e i
dirigenti dell’ente stradale sullo stato dei progetti e dei lavori nel Bresciano
di Carlo Muzzi
Nuovi cantieri sulle strade bresciane per aumentare la
sicurezza e migliorare la viabilità. Ieri si è tenuto un incontro tra il
presidente della Provincia, Alberto Cavalli, l’assessore ai Lavori pubblici,
Mauro Parolini, e i rappresentanti dell’Anas. Carlo Bartoli, direttore
compartimentale per il Nord Italia e il capo compartimento per la Lombardia
Nerio Chioni, hanno colto l’occasione per fare il punto sui lavori di competenza
Anas nella nostra provincia.
L’intenzione è di portare a termine con grande rapidità i
lavori dei cantieri Anas attualmente aperti e velocizzare l’iter amministrativo
per i cantieri futuri. Sull’argomento è intervenuto il presidente della
Provincia Alberto Cavalli: «L’incontro ha avuto il sapore dell’operatività.
L’Anas sta mostrando rinnovato impegno per risolvere i problemi legati alle
strade di sua competenza».
I progetti si concentrano sulla risoluzione dei problemi legati
a cinque strade statali.
SS 39 – Passo dell’Aprica
C’è il progetto, ma non ci sono i soldi. Si tratta di lavori
per adeguare e mettere in sicurezza il tratto nel comune di Corteno Golgi con la
costruzione di una tangenziale (due lotti). L’intenzione è anche migliorare il
collegamento con la Valtellina in previsione del mondiale di sci del 2006.
SS 42 – Del Tonale e della
Mendola
Sono due i progetti in fase di completamento e per i quali sono
già previste le conferenze dei servizi a fine ottobre con il conseguente
progetto esecutivo. Il primo progetto è collegato alla variante da Capodiponte a
Cedegolo (il 1º stralcio del VI lotto). Il secondo è il 2º stralcio del VI lotto
dei lavori. L’Anas punta all’approvazione complessiva dei lavori sul VI lotto in
tempi rapidi. L’assessore Mauro Parolini ha sottolineato che i lavori legati
alla statale 42 puntano ad un intervento più generale che permetterà di
potenziare la direttrice che collega Edolo all’Aprica e a Pontedilegno.
SS 45bis – Gardesana
Occidentale
[...]
Ex SS 236 – Goitese
[...]
SS 510 – Sebina Orientale
L’Anas sta lavorando sul IV-V-VI lotto contemporaneamente per
anticipare l’apertura della Sebina di qualche mese rispetto alla data prevista
del giugno 2003. L’operatività della ss 510 è vincolata alla disponibilità di
tutti i lotti; da qui la scelta dei lavori in contemporanea (in cui si segnala
un leggero ritardo per ciò che attiene al quinto).
BRESCIAOGGI 14 SETTEMBRE 2002
Dalla Provincia per le vie di comunicazione montane
Contributi per più di 1.300.000 euro
di …
Nelle zone montane della nostra provincia ci sono numerose
strade che, pur essendo di proprietà comunale, hanno un rilievo sovraccomunale e
in alcuni casi servono per collegare le valli. Trattandosi di strade di
montagna, necessitano spesso di interventi di manutenzione straordinaria, che
richiedono spese ingenti non sempre alla portata delle singole Amministrazioni.
La Provincia di Brescia, riconoscendo l’importanza di queste vie, ha istituito
da tempo una forma di contributo che arriva a coprire fino alla metà dei costi
degli interventi. Sono state infatti stipulate, con le singole Comunità montane,
alcune convenzioni che elencano le strade comunali finanziabili e regolano
l’erogazione dei fondi. Ogni anno le Comunità, in accordo con i Comuni
proprietari delle strade, propongono alla Provincia gli interventi da
finanziare.
Nei giorni scorsi la Giunta del Broletto ha stanziato alcuni fondi alle Comunità
montane. Nel dettaglio: alla Valle Camonica, per 11 progetti dell’importo di
1.497.727 euro, sono stati assegnati 365.476 euro; alla Valtrompia, per 6
progetti dell’importo di euro 521.995 euro, sono stati erogati 139.938 euro;
alla Valsabbia, per 4 progetti dell’importo di 529.360 euro, contributi per
232.680 euro; all’Alto Garda Bresciano, per 3 progetti dell’importo di 361.520
euro, contributi per 162.760 euro; al Sebino Bresciano, per 4 progetti di euro
260.000, sono stati stanziati 117.000 euro.
Considerato inoltre che il 2002 è l’anno internazionale della montagne, la
Giunta provinciale intende proporre una variazione di bilancio per incrementare
la compartecipazione finanziaria per la realizzazione degli interventi già
approvati, con una ulteriore somma di 300.000,00 euro che verrà così
riassegnata: 148.000 euro alla Valcamonica; 95.000 euro alla Valtrompia; 26.00
euro alla Valsabbia; 18.000 euro all’Alto Garda Bresciano; 13.000 euro al Sebino
Bresciano.
Il contributo della Provincia è di 1.323.854 su un costo complessivo di
3.170.602.
BRESCIAOGGI 18
SETTEMBRE 2002
La Regione stanzia 77 milioni di euro
di v.c.
Molti Comuni bresciani stanno per risolvere i loro problemi di
viabilità. Ieri mattina, in Broletto, è stato annunciato lo stanziamento di
fondi per interventi sulle ex strade statali, che dal primo ottobre 2001 sono
passate sotto la gestione della Provincia. Inoltre sono stati firmati gli
accordi di programma tra il Broletto e gli enti locali per l’eliminazione di
punti pericolosi lungo le strade statali bresciane.
Lo stanziamento di fondi per interventi sulle ex strade statali bresciane è
stato approvato nei giorni scorsi dalla Regione. Nel prossimo quadriennio
arriveranno ben 77 milioni di euro, poco meno di 150 miliardi di vecchie lire.
Nel dettaglio: quest’anno, 4 milioni 900 mila euro; nel 2003, 33 milioni; nel
2004, 29 milioni 500 mila; nel 2005, 10 milioni 400 mila.
Per il 2002 sono a disposizione i soldi per la 668 lenese nel tratto
Orzinuovi-Lonato (un milione di euro), per la 572 Desenzano-Salò (500 mila), per
il completamento della deviante di Bagolino (852 mila) e per il tratto
manerbiese della 45 bis (1,858 milioni) e per la 345 della Valtrompia nel tratto
di Villa Carcina (500 mila).
Nel quadriennio 2002-2005 sono previsti 10 milioni di euro ciascuno per la 668
lenese (messa in sicurezza del tratto Orzinuovi-Lonato) e per la 572
Desenzano-Salò, 6 milioni duecento mila per il tratto capriolese della 469, poco
più di un milione per la variante di Rovizza.
Ma come detto, ieri mattina in Broletto sono stati sottoscritti gli accordi di
programma tra la Provincia e gli enti locali per l’eliminazione di punti
pericolosi lungo le strade della provincia. Il totale dei lavori è di poco
inferiore ai tre milioni e mezzo di euro: 2 milioni sono a carico della
Provincia; il resto viene dagli enti locali: «La collaborazione tra Provincia ed
enti locali - ha sottolineato l’assessore Mauro Parolini - ha portato buoni
frutti. Grazie a queste intese, i singoli Comuni risolvono i loro problemi e noi
diamo una risposta efficace sul tema della sicurezza delle nostre strade».
Gli accordi sono stati sottoscritti dal presidente della Provincia, Alberto
Cavalli; dal presidente della Comunità montana della Valtrompia, Silvano Corli e
dai sindaci dei Comuni di Borgo San Giacomo, Borgosatollo, Brandico, Calvisano,
Cividate Camuno, Iseo, Longhena, Marmentino, Pavone Mella, Polaveno,
Roccafranca, Tavernole sul Mella, Vallio Terme, Verolanuova e Verolavecchia.
I lavori inizieranno nella primavera del prossimo anno; la conclusione è
prevista entro la fine del 2003. Le strade interessate sono: la sp 10
Gussago-Brione a Polaveno (la spesa: 206 mila euro); la sp 11
Orzinuovi-Acquafredda per una pista ciclabile a Pavone Mella (103 mila euro),
per l’adeguamento di alcuni incroci a Verolanuova e Verolavecchia (258 mila e
206 mila euro); una pista ciclabile sulla sp 12 Iseo-Clusane (413 mila euro); la
sp 23 Borgosatollo-Montirone (464 mila euro).
E ancora: la messa in sicurezza del tratto della sp 33 Bettolino-Manerbio a
Brandico (258 mila euro); un tratto di pista ciclabile lungo la sp 37
Isorella-Fascia d’oro (206 mila euro); la sp 50 Tavernole-Nozza 490 mila euro);
la messa in sicurezza del tratto di Vallio sulla sp 57 Gavardo-Sant’Eusebio (310
mila euro); la sp 72 Chiari-Roccafranca (310 mila euro); un percorso pedonale
lungo la sp 12 Piancogno-Cividate (206 mila euro).
BRESCIAOGGI 18
SETTEMBRE 2002
Avviati i lavori per un nuovo argine sulla sponda destra
dell’Oglio. Un’opera da 232mila euro
Il fiume sarà deviato. I cittadini: «temiamo le piene»
di Lino Febbrari
Da un paio di settimane, nei pressi della località Saletto di
Berzo Demo, l'Anas e l'ufficio del Magistrato del Po ( l'ente che sovrintende ai
corsi d'acqua che si gettano nel più grande fiume italiano) hanno avviato il
cantiere per la realizzazione di un nuovo argine sulla sponda orografica destra
dell'Oglio.
L'opera, che costerà 232 mila euro, oltre che per mettere al sicuro la linea
ferroviaria da eventuali piene servirà soprattutto a proteggere un pilone di un
viadotto della «Grande Incompiuta» ( il lotto compreso tra Capo di Ponte e Berzo
Demo della cosiddetta superstrada della Valcamonica, al palo da anni), costruito
direttamente nell'alveo del corso d'acqua.
Per evitare l'erosione delle fondazioni del manufatto, il
progetto messo a punto dai tecnici prevede lo spostamento di una ventina di
metri del letto del fiume verso la statale che corre sulla sponda orografica
sinistra. Tale intervento non è però assolutamente condiviso e preoccupa non
poco i cittadini che abitano nelle di case di Saletto: temono che in caso di
maltempo il fiume, costretto a forza nel nuovo letto notevolmente ristretto
rispetto all'attuale, esondi e vada a danneggiare le loro abitazioni. «Un
rischio che abbiamo corso già nell'autunno del 2000 - ricorda Sergio Baccanelli,
portavoce del comitato spontaneo di cittadini sorto per contestare l'operazione
-: questione di pochi centimetri e avremmo avuto l'acqua in casa. Le piene sono
da temere. Siamo molto preoccupati perché a nostro modo di vedere stiamo
assistendo all'ennesimo sperpero di denaro pubblico - prosegue Baccanelli - :
viene deviato il fiume invece di mettere in sicurezza l'argine seriamente
danneggiato qualche anno fa che protegge la statale, le nostre abitazioni e le
piccole attività artigianali che si sono insediate in quest'area».
Quanto all'ipotesi avanzata da qualcuno che i lavori in atto possano in qualche
modo precludere al completamento del lotto della superstrada, Baccanelli
sostiene che questa «è solo una pia illusione. I soldi per completare il lotto
non ci sono: i piloni e gli imbocchi delle gallerie resteranno a testimoniare
per lungo tempo l'ennesima cattedrale nel deserto».
Sulla mancata messa in sicurezza dell'argine semidistrutto dall'ultima
alluvione, i progettisti dell'Anas hanno assicurato i residenti che metteranno
mano in un secondo tempo anche al rifacimento e al consolidamento
dell'arginatura sulla sponda sinistra dell'Oglio. «Lo faranno quando ormai sarà
troppo tardi - allarga le braccia Baccanelli - . L'autunno è alle porte e
temiamo che la stagione delle piogge porti con sé nuovi guai per questa zona. Le
promesse, è vero, sono state fatte, ma ripeto, prima di intervenire sull'altra
sponda, dove ci sono solo prati e il famigerato pilone, bisognava rifare
l'argine che difende da possibili inondazioni la statale e le abitazioni».
«A noi risulta - afferma Baccanelli - che l'Amministrazione comunale non sia
neppure stata informata dell'avvio dei lavori. A cantiere aperto, il
responsabile del procedimento avrebbe risposto al primo cittadino e a quanti
chiedevano chiarimenti che, trattandosi di un bene demaniale, i committenti non
erano tenuti a informare preventivamente l' ente locale. Così la sicurezza dei
cittadini passa in secondo piano: si preferisce proteggere un manufatto
destinato probabilmente a non sostenere nulla, invece di salvaguardare la nostra
incolumità».
GIORNALE DI BRESCIA
29 SETTEMBRE 2002
Sebina: i lavori al sabato causano lunghi incolonnamenti
di Lucia Sterni
Nuovamente in tilt la circolazione sulla strada provinciale
Sebina orientale, ex statale 510, che ieri ha registrato - ancora una volta, per
la disperazione degli automobilisti e degli abitanti della zona, molti dei quali
hanno telefonato in redazione lamentando l’assurdità della situazione - code
chilometriche. La paralisi è stata provocata ancora una volta da improvvisi
lavori di asfaltatura di un tratto della stessa arteria, diverse centinaia di
metri nei pressi dell’ingresso nord di Sulzano. Inevitabili, quindi, le lunghe
ed estenuanti attese per gli utenti della Sebina, forzatamente colti di sorpresa
e costretti, loro malgrado, ad attendere ore per percorrere pochi chilometri di
rivierasca. La circolazione, infatti, era consentita solo a senso unico
alternato. Per evitare inutili e pesanti disagi ai moltissimi viaggiatori, si
sarebbero potute eseguire tali operazioni di notte, quando il traffico sul
Sebino è notevolmente ridotto. «Scegliendo il sabato, quando la circolazione è
sostenuta per la presenza anche dei vacanzieri - spiega amareggiato un
automobilista rimasto incolonnato per ore lungo l’arteria sebina - l’ente che ha
permesso questi lavori (a proposito, Anas o Provincia? Entrambi si palleggiano
le responsabilità), dimostra la mancanza di buonsenso nel gestire tali
situazioni e di sensibilità nei confronti degli utenti. Perciò mi sento
profondamente offeso».
BRESCIAOGGI 29
SETTEMBRE 2002
Viabilità. Lavori in corso: nuova rotatoria al bivio di
Monno
Valsaviore, si allarga la provinciale 6
di Lino Febbrari
Buone notizie per la viabilità camuna. Molti dei chilometri di
strade gestiti dalla Provincia in tutto il territorio bresciano sono (o saranno
a breve) oggetto di radicali interventi di manutenzione. In particolare, per
quanto concerne l'alta valle, si tratta di mettere in sicurezza i numerosi
tratti a rischio di dissesto idrogeologico. Per la complessa operazione appena
avviata, il Broletto ha stanziato alcuni milioni di euro.
In territorio di Monno, da qualche giorno, sono partiti i lavori per la
riqualificazione dell'innesto della provinciale 81 sulla statale del Tonale. Un
intervento che, una volta completato, cancellerà le due attuali e pericolose
deviazioni che collegano il fondovalle al piccolo paese e al passo del
Mortirolo. Al loro posto verrà realizzato, a pochi metri dal Ponte dei
Pellegrini che segna il confine con il comune di Incudine, un'ampia rotatoria
che permetterà agli automobilisti un accesso più sicuro sulla provinciale (e
viceversa sulla statale per chi scende da Monno). Anche il profilo della
livelletta della «rotabile», che finora presentava nel tratto iniziale una
notevole pendenza, verrà completamente ridisegnato, cosicché la pendenza stessa
risulterà alla fine molto meno accentuata.
I muri in cemento armato destinati a sostenere la ripida scarpata saranno
rivestiti in pietrame per diminuire l'impatto ambientale. La stessa scarpata
sarà inerbata con essenze e arbusti autoctoni. I lavori, il cui importo totale
si aggira sui 230 mila euro, dovrebbero terminare prima dell'arrivo della
stagione invernale.
Importanti novità anche per la tormentata Valsaviore. Nei prossimi giorni
inizieranno i lavori nel cantiere per l'ampliamento del tratto (circa 3,5
chilometri) della provinciale 6 compreso tra Fresine e Cevo. Le opere, per le
quali la Provincia ha stanziato un milione e 800 mila euro, e che avrebbero
dovuto cominciare lo scorso mese di giugno, si concluderanno nel giro di un
anno. I tecnici hanno programmato in particolare massicci interventi di bonifica
idrogeologica, di sistemazione dei versanti, oltre, come detto, a un sensibile
allargamento della carreggiata, che in alcuni punti arriverà a sette metri.
Ricordiamo che nel novembre del 2000 l'ondata di maltempo causò uno smottamento
in località Zimellina, che spezzò in due la provinciale. Due anni fa
l’Amministrazione provinciale fu costretto a posare con la massima urgenza un
ponte Bailey, per ripristinare la circolazione. L'area della Zimellina è stata
sistemata tra il giugno e il settembre dello scorso anno con una spesa di circa
450mila euro.
Sempre lungo la provinciale 6, e precisamente nella località Pozzuolo, teatro
negli ultimi anni di numerosi smottamenti (alcuni dei quali nell'autunno del
2000 e nel gennaio del 2001 causarono l'isolamento degli abitati di Ponte,
Fresine e Valle per diversi giorni) partiranno nelle prossime settimane gli
interventi per la captazione e regimazione delle acque superficiali e per la
definitiva messa in sicurezza di un lungo tratto dello scosceso versante che
sovrasta l'arteria.
Per finire, interventi di riqualificazione e sistemazione delle aree a rischio
sono previsti anche nella zona di Deria, lungo la strada che da Capo di Ponte
sale a Paspardo, e sulla ex statale 300 del Gavia, passata dall'Anas alla
Provincia di Brescia nell'ottobre dello scorso anno. Il cambio di gestione
dell'importante strada che attraverso il valico del Gavia (2650 metri) collega
Ponte di Legno a Santa Caterina Valfurva, ha dato da subito risultati insperati
dal punto di vista della manutenzione ordinaria. Infatti, per esempio, è
capitato in più di un'occasione durante l'estate che, dopo uno dei tanti
temporali che si sono riversati con violenza nella zona, gli operai della
Provincia siano intervenuti tempestivamente a rimuovere i sassi e i detriti
trascinati a valle dalla forza dell'acqua. In passato, spesso il materiale
restava sull'asfalto per settimane e settimane, mettendo a rischio in
particolare l'incolumità di ciclisti e motociclisti.
GIORNALE DI BRESCIA 1
OTTOBRE 2002
L’assessore provinciale Mauro Parolini, durante l’incontro
con i costruttori edili di Brescia, ha presentato i cantieri in corso e in
progetto.
di Carlo Muzzi
Investimenti per oltre 200 milioni di euro: questo l’ammontare
della spesa prevista per le strade nel 2003. L’ha detto l’assessore provinciale
ai Lavori pubblici Mauro Parolini intervenendo ad una riunione della Giunta dei
costruttori edili di Brescia. Ad aprire i lavori è stato, il presidente dei
costruttori Alberto Giacomelli che ha invitato Parolini a fare il punto
complessivo sulla viabilità nel Bresciano. In apertura della sua relazione
Parolini ha ricordato come una razionalizzazione della viabilità sul territorio
provinciale contribuisca ad un miglioramento della qualità della vita e
facilitazioni per ciò che riguarda l’economia. «Il caso della Sebina che
dovrebbe essere aperta all’inizio dell’estate del 2003 e dei suoi effetti sugli
aspetti economico-sociali della Val Camonica è chiaro a tutti». A questo tema è
legato quello dei cantieri dell’Anas che per anni sono rimasti fermi. «Ma la
tendenza è cambiata - ha precisato Parolini - l’Anas ha cambiato il modo di
fare. Da un anno la condotta è quella di portare a termine le opere in fretta».
Infatti gran parte dei cantieri riaperti dall’Anas in varie zone della Provincia
verranno terminati tra fine anno e l’inizio 2003. Ma l’anno prossimo sarà
segnato anche dall’assegnazione dell’appalto per le migliorie della Tangenziale
Sud (che avrà un costo di 103 milioni di euro): verrà realizzata la terza corsia
e saranno rifatti tutti gli svincoli nel tratto che va dal casello di Brescia
Ovest a Brescia Centro. Sono poi previsti interventi su statali e provinciali,
Parolini ha presentato tre casi su tutti. Ci saranno nuovi cantieri sulla sp 668
«Lenese», che presenta problemi di sicurezza: sono previste nuove rotatorie ed
una razionalizzazione degli incroci con le strade secondarie. Altra strada nel
mirino è la 572 nel tratto da Desenzano a Salò che, come ha spiegato
l’assessore, «presenta grossi problemi di fluidità del traffico: l’ipotesi è
quella di eliminare tutte le svolte a sinistra e creare un nuovo sistema di
svincoli». Terzo caso presentato è quella della 345 della Valtrompia per la
quale si pensa di intervenire con una spesa di 8 milioni di euro «Questi lavori
- ha sottolineato l’assessore - sono a parte rispetto a quelli per l’Autostrada,
anzi si tratta di un progetto che vuole migliorare il servizio di coloro che
continueranno ad utilizzare la strada normale». L’obiettivo dell’Amministrazione
provinciale di fatto è quella di utilizzare tutti i fondi disponibili per i
lavori pubblici e di far partire le gare d’appalto per tutti i cantieri
previsti. Parolini ha poi toccato nella sua relazione opere come l’autostrada
della Val Trompia: «Non ho mai avuto dubbi che quest’opera si farà. Il mio
impegno è di arrivarci il prima possibile. Il consenso sull’autostrada in Val
Trompia è molto largo». Di pari importanza è il progetto della Bre-be-mi «visto
che la situazione sull’autostrada verso Milano è al momento insostenibile per
oltre otto ore al giorno, mentre la soglia critica dovrebbe essere di 30 ore di
collasso all’anno. Il progetto della Bre-be-mi andrà di pari passo con quello
dell’alta velocità». Ci saranno lavori anche sulla Brescia-Piacenza che fino a
Manerbio passerà da due a tre corsie. Nell’ultima parte della sua relazione
Parolini ha sottolineato come il miglioramento complessivo della viabilità
provinciale dovrà essere seguito anche da uno sviluppo ordinato
dell’urbanizzazione in tutta la provincia.
BRESCIAOGGI 1
OTTOBRE 2002
Il Consiglio provinciale ha approvato la ricognizione dello
stato di attuazione dei programmi. In corso lavori per quasi sedici milioni
dedicati alla sicurezza stradale
Ghirardelli: «Investimenti quasi raddoppiati rispetto al
2001». Giori: «Ma che fine ha fatto la terza corsia della tangenziale?»
di Tiziano Zubani
Appalti di manutenzione per 15.902.000 euro (suddivisi in 83
lavori), un piano per la gestione dei grandi progetti infrastrutturali, sviluppo
della formazione professionale , attivazione del corpo di polizia provinciale,
che ha un organico di 106 agenti. Con questi dati l’amministrazione provinciale
fa la ricognizione, richiesta per legge, dello «stato di attuazione dei
programmi e del permanere degli equilibri generali di bilancio». La difficoltà
per un ente intermedio, come appunto è la Provincia, di fare ricognizioni nasce
dal fatto che gran parte dei suoi compiti sono d’indirizzo più che di
realizzazione. Per il resto la presentazione fatta dall’assessore al bilancio
Corrado Ghirardelli non fa raffronti con progetti, ma enuncia sostanzialmente le
opere iniziate, senza, peraltro, indicare lo stato di attuazione, come fa
osservare l'opposizione. I dati, comunque, segnalano una vivace attività.
Particolarmente importante è lo stanziamento di 520 mila euro per il ripristino
della viabilità dopo le calamità naturali, come la frana scesa sulla ex statale
345 che ha isolato il Comune di Collio. Sono in funzione, comunque, 53 cantieri
per lavori riconducibili al programma di graduale riduzione dei punti ritenuti
di maggiore conflittualità e pericolo.
L’edilizia scolastica prevede interventi di carattere manutentivo per un importo
complessivo di 6.300.000 euro per aggiornare gli istituti alle nuove normative.
Anche la presenza di amianto nelle coperture di edifici ha costretto a un
sostanzioso investimento: 1.130.000 euro per 8 stabili. Le nuove opere
scolastiche hanno visto ultimare 24 cantieri (per una spesa di 9 milioni di
euro) , mentre ce ne sono in corso 33 per complessivi 20 mila euro.
Sul versante sicurezza, la Provincia ha ora una sua polizia: si tratta di 106
agenti. Ci sono un nucleo di vigilanza ittico - venatoria; un nucleo di polizia
stradale (45 unità). È in corso di costituzione il nucleo di polizia ambientale
ed entro fine anno sarà costituito quello di polizia amministrativa.
«Investimenti importanti - sottolinea l’assessore Ghirardelli -; ci sono
interventi per un importo quasi doppio rispetto allo scorso anno, anche per le
nuove competenze attribuite alla provincia sulle strade e sulle scuole».
All’opposizione il risultato amministrativo non convince. Mino Giori (Ds)
esprime il giudizio negativo del suo gruppo: «Non si capisce lo stato di
avanzamento nella realizzazione delle opere. L’elencazione delle scelte è
limitativa rispetto alla loro realizzazione». Per Giori è anche l’occasione di
attaccare il governo Berlusconi: «Le difficoltà che evidenzia questa
amministrazione sono anche figlie delle scelte romane. È evidente l’incapacità
del governo centrale di andare su una strada di federalismo. Malgrado i proclami
della Lega, la Finanziaria conferma la forte volontà di centralismo. Il
centrodestra non riesce a confrontarsi con le istituzioni locali». Lancia dubbi
sull’operatività della giunta: «Che fine ha fatto il progetto della terza corsia
della tangenziale sud? È dal ’98 che ci sono le carte in regola per realizzarla,
ma pare sparita. Serve un’operatività maggiore sul piano delle acque. Con
l’arrivo della brutta stagione, l’inquinamento da polveri dell’aria tornerà. Non
abbiamo visto alcun intervento per cercare di limitarlo. Infine, quanto al
palazzo della Provincia: c’è il nuovo Prg del Comune che ne consente la
costruzione. Che intenzioni ci sono, come ci si muoverà. A quali soldi si
attingerà?»
Duro anche il lungo intervento di Mario Braga (Margherita): «La Lega annunciò
grandi novità per il suo arrivo in giunta, in particolare nel rapporto con gli
enti locali. Invece questo rapporto resta l’elemento più debole di questa
amministrazione. Manca totalmente la politica per lo sviluppo economico delle
valli, in particolare per la Valcamonica. Va ripensata la mobilità delle merci
in una provincia congestionata. Di tutto questo non si trova traccia nel vostro
lavoro».
A difesa dell’operato della giunta interviene Guido Rossini (Forza Italia): «Con
una spesa di 73 milioni di euro abbiamo quasi raddoppiato gli interventi dello
scorso anno, grazie anche alla competenza nuova sulla gestione delle strade
statali. Quanto alla statale 11, la cosiddetta tangenziale sud, non si può fare
di più. La progettazione preliminare è stata fatta, superata la Valutazione di
impatto ambientale e ora si deve fare la conferenza dei servizi tra gli
interessati all’opera. In questi 10 mesi sono stati raggiunti grandi obiettivi».
In difesa interviene anche Sergio Grazioli (Forza Italia) che chiede impegni
alla Loggia: «C’è la prospettiva di chiudere in qualche anno le cave di
Buffalora e San Polo. Sulla metropolitana noi non abbiamo mai messo i bastoni
fra le ruote del comune di Brescia. Sarebbe bene che il Comune facesse
altrettanto con noi. La nostra area di via Balestrieri ha cambiato destinazione
d’uso perdendo di valore. Servirebbe più collaborazione fra enti».
Alla fine la ricognizione è stata approvata con i voti della maggioranza,
contrari Ds e Margherita (7 presenze), astenuto Paolo Pedersoli (Alleanza
Lombarda).
Il consiglio provinciale di ieri ha anche ratificato due variazioni di bilancio,
ha approvato il regolamento di contabilità e ha accolto la partecipazione
all’associazione «Accademia Bresciana Arti e Mestieri della Buona Tavola.
C’è stato, infine, un capitolo sulla caccia, con la creazione di un comprensorio
unico per tutta la provincia di Brescia. Di questo riferiamo a pagina 13.
BRESCIAOGGI 2 OTTOBRE 2002
di m. m.
Conferme e notizie positive. Questo il quadro
dell’aggiornamento sullo stato di avanzamento dei cantieri Anas aperti in
provincia relativi alle ex strade statali 237 e 11, e alle statali 42, 510, 39,
45 bis, 469 e 236. «Per quanto riguarda l’ex statale 237 della Valsabbia - ha
spiegato l’assessore provinciale ai Lavori pubblici Mauro Parolini - sono in
corso di definizione sia il contenzioso relativo al primo lotto, sia la
conferenza dei servizi per il secondo lotto, indetta per la giornata di domani.
I due interventi dovrebbero essere ultimati per la fine dell’anno prossimo».
Situazione sbloccata anche per l’ex SS 11. In particolare, l’apertura del tratto
tra la SP 16 e la SP 19 è previsto per la fine dell’anno. Proseguono anche gli
iter relativi al quarto, quinto e sesto lotto della statale 42. In particolare,
per il secondo stralcio del sesto, è stato chiesto all’Anas l’inserimento
dell’intervento nel prossimo triennale 2003-05. La proposta è stata accolta
favorevolmente.
Tra gli altri interventi in cantiere, è prevista entro la fine del mese la
Conferenza dei Servizi per la variante di Corteno Golgi e la messa in sicurezza
del tratto dal Km 24,8 al km 25,6, relativi alla statale 39. Il costo
complessivo dell’opera è di 10 milioni di euro. Gli interventi di messa in
sicurezza della statale 45 bis (Punta Forbisicle, Nanzel, sistemazione versanti
tra Limone e confine regionale) saranno inseriti nel piano triennale 2002-2004,
per un importo complessivo di oltre 50 milioni di euro, mentre è prevista per la
fine dell’anno l’apertura al transito del primo lotto della statale 469. E’ in
corso di realizzazione, inoltre, lo studio per l’implementazione di impianti di
sicurezza per la galleria di Pisogne (SS 510): nello specifico, è stato chiesto
l’adeguamento alle normative osservate per il traforo del Monte Bianco.
Infine, in relazione alla SS 236, sarà conclusa entro il 31 dicembre la
progettazione per le opere di completamento del terzo stralcio, mentre entro
ottobre saranno consegnati i lavori di realizzazione della bretella di Novagli,
relativa al secondo stralcio dell’opera.
BRESCIAOGGI 23
OTTOBRE 2002
La Conferenza dei servizi, riunitasi a Brescia, ha deciso
per il quarto progetto
di Giancarlo Chiari
La variante alla strada 469 tra Capriolo, Paratico e Sarnico si
farà. Lo ha deciso la Conferenza dei servizi, riunitasi a Brescia lunedì 2, per
scegliere il progetto di riqualificazione della provinciale. A vuoto dunque le
richieste di maggioranza e minoranza di Paratico: l’una per il rinvio della
decisione, l’altra a favore del primo progetto. La Conferenza ha optato per il
quarto progetto senza accogliere la richiesta del Consiglio di Paratico di
avviare uno studio completo sulla viabilità e di commissionare il progetto ad
una Università. La decisione - è giusto sottolinearlo - giunge all'indomani
della manifestazione di Coldiretti, ecologisti e comitati contro cave,
discariche e Brebemi e a quattro giorni dal deposito, in Regione
dell'interpellanza del Centrosinistra e Rifondazione comunista che chiedeva la
sospensione della Conferenza dei servizi per allargare il campo delle ipotesi
progettuali relative al tracciato della Sebina Occidentale.
Paratico più che la realizzazione della strada, ritenuta necessaria da
maggioranza e opposizione, ha messo in discussione tracciato, viadotti e tempi
di entrata in servizio chiedendo di «compartecipare alla costruzione di un
progetto» che ipotizzava un percorso adeguato alla definitiva soluzione del
problema nel rispetto di ambiente e persone. Per dirla in breve i progetti
presentati erano ritenuti «limitati e limitanti» oltre che «pesantemente lesivi
dell'integrità del territorio sotto il profilo ambientale, paesaggistico,
ecologico e di salute».
La scelta della Conferenza dei servizi non soddisfa il sindaco di Paratico Carlo
Tengattini: «Il nostro tecnico ha fatto rilevare le numerose incongruenze
aggravate da un finanziamento che non sembra a breve. Il rappresentante delle
Regione ha dichiarato che non sarà autorizzato alcun pilone in prossimità della
diga e si è trovato in difficoltà a rispondere alle obiezioni avanzate
sull'impatto acustico. Se le perplessità crescessero la strada potrebbe finire
nel nulla, per cui ribadiamo la nostra proposta ai sindaci di tutta la zona tra
Credano Capriolo e Sarnico di unire le forze per presentare anche a nostre spese
un progetto che risolva il problema delle viabilità».
Vincenzo Cadei, capogruppo della lista per Paratico che rappresentava il Polo
della libertà a Paratico rilancia: «La strada va fatta, ma, in coerenza con
vent'anni di attività amministrativa, ritengo fondamentale che si realizzi tutto
il percorso in un unico lotto. E alla proposta il sindaco risponde: «Nessun
problema ad esaminare la proposta di una delegazione se viene avanzata
ufficialmente da Cadei».
Per l'assessore ai lavori pubblici della Provincia, Mauro Parolini
«nell'incontro è emersa la volontà della maggioranza degli enti locali, ad
eccezione di Paratico, di procedere senza indugi alla redazione preliminare di
uno dei tracciati, il quarto. Si sono disposti approfondimenti di valutazione
dell'impatto ambientale strategico, rapportati alle varie opzioni ed alla
verifica delle ipotesi orientate all'utilizzo delle infrastrutture esistenti,
tra cui l'«opzione zero», che prevede di non realizzare l'intervento. La
maggioranza dalla Conferenza ha approvato la proposta di procedere alla
redazione del progetto preliminare sul territorio bresciano, con una ipotesi la
più possibile condivisa ed aperta al maggior consenso, in un ambito di soluzioni
compatibili».
BRESCIAOGGI 23
OTTOBRE 2002
Breno
di …
Con l’inoltrarsi della brutta
stagione, l’Amministrazione provinciale di Brescia attraverso il responsabile
del Settore manutenzione strade, ingegner Ennio Ferri, ha provveduto ad emanare
un’ordinanza di chiusura per due strade montane di collegamento tra la
Valcamonica, la Valtrompia e la Valsabbia. Le ordinanze riguardano la strada
provinciale 669 del passo Crocedomini, nel Comune di Breno, e la provinciale 345
delle Tre Valli, in comune di Collio e di Breno; i divieti di circolazione
scatteranno per entrambe le vie di comunicazione intervallive dal 4 di novembre
2002. Il divieto di circolazione rimarrà in vigore fino al 1 giugno 2003. «I
tecnici del Settore gestione e manutenzione strade - recita l’ordinanza - a
seguito di sopralluogo e verificata l’estrema pericolosità della carreggiata,
hanno confermato la necessità di procedere alla chiusura della carreggiata
stradale onde impedire il transito a tutte le categorie di utenti».
Prima della sospensione della viabilità, che scatterà tra due settimane circa,
gli addetti provvederanno ad apporre la necessaria segnaletica di divieto di
transito. «Sarà cura di questo Ente proprietario della strada - prosegue
l’ordinanza - installare la regolamentare segnaletica conforme al vigente Codice
della Strada, atta a garantire in ogni momento la pubblica incolumità e la
sicurezza del traffico».
Le strade provinciali che collegano il passo Maniva al passo Crocedomini sono,
dopo la strada del passo del Tonale, tra le vie di collegamento in provincia di
Brescia che, arrivando oltre i 1700 metri di altitudine, presentano i maggiori
problemi di innevamento e quindi di sicurezza.
BRESCIAOGGI 16 NOVEMBRE 2002
A Cevo la montagna è inzuppata
di Lino Febbrari
Da Paisco alla Valsaviore il
passo è breve. «Grossi problemi non ci sono - dice il sindaco di Cevo, Mauro
Bazzana - anche se la provinciale 6 è un autentico colabrodo. Dal versante
orografico destro, nel tratto compreso tra Andrista e Fresine, nelle ultime ore
decine di piccoli ruscelli si sono trasformati in torrenti impetuosi che
trascinano a valle notevoli quantità di materiale, ghiaia e terriccio, in
particolare. Anche lungo la sp 84 (che dal bivio di Demo sul fondovalle
raggiunge Cevo attraverso gli abitati di Berzo e Monte) i ruscelli si sono
gonfiati a dismisura». Qualche preoccupazione nella frazione di Fresine, dove il
Poia, corso d'acqua che ha origine in Val d'Arno, ha eroso per alcuni metri
l'argine, mettendo a rischio la stabilità di un fabbricato. Dell'accaduto è
stata informata la prefettura di Brescia.
In tarda serata Bazzana ha confermato che la situazione resta comunque
preoccupante, ma che le strade sono tutte transitabili e all'opera , per
monitorare costantemente i versanti più a rischio, ci sono una trentina di
volontari dei gruppi di Protezione civile della Valsaviore.
Come previsto, la circolazione dei treni nel tratto Malonno-Edolo è stata
sospesa dopo che le precipitazioni delle ultime ore hanno superato la soglia di
allarme: i sensori installati sul pendio alle spalle di Lava di Malonno hanno
segnalato alla centrale operativa delle Ferrovie Nord che i millimetri di
pioggia caduti mettevano a rischio la stabilità dell'area.
Dalle 18 di giovedì i convogli ferroviari diretti in alta valle si fermano alla
stazione di Breno ; le Fnme hanno istituito un servizio sostitutivo con autobus
che mantiene gli stessi orari delle corse ferroviarie. Il blocco resterà in
vigore fino a quando cesserà l'ondata di maltempo.
BRESCIAOGGI 18
NOVEMBRE 2002
Solo feriti lievi a Malegno, e tra questi una bimba di otto
anni. Per il conducente del veicolo le sbarre al passaggio a livello erano
alzate
di f.mo.
Le semi barriere del passaggio
a livello automatico erano alzate, e non si capisce perché, dato che di lì a
pochi secondi doveva passare un convoglio. Probabilmente è stato un guasto a
bloccarle, e l’arrivo del treno passeggeri delle Ferrovie Nord Milano, alle
17.30 di sabato, solo per un caso non ha provocato l’ennesima tragedia sulla già
tartassata linea Brescia-Iseo-Edolo. L’episodio si è verificato nel territorio
comunale di Malegno, nella media Valcamonica, e, dicevamo, c’erano tutti gli
«ingredienti» per causare un nuovo dramma; uno dei tanti avvenuti lungo una
tratta che negli anni ha visto la morte di decine di persone, a volte, va detto,
anche per la disattenzione di alcuni automobilisti.
Sabato, invece, è andata bene: alla fine si sono contati quattro feriti, e
nessuno grave. Ma tre adulti e una bambina di otto anni sono stati sfiorati
dalla morte. Il conducente dell’auto giura che la sbarra era alzata quando la
sua Seat «Ibiza» ha iniziato a superare il passaggio a livello. Ma sarà
l’ennesima inchiesta della magistratura a stabilire cosa è accaduto realmente.
Il passaggio a livello è incustodito, e quindi non si può parlare di un errore
umano.
Gli agenti della polizia stradale di Darfo Boario, intervenuti per rilevare
l’incidente, hanno interrogato il macchinista F.C., un 42enne di Iseo che
guidava il treno con a bordo una quindicina di passeggeri, tutti incolumi
nonostante l’urto e la brusca frenata.
Tra le ipotesi avanzate nella prima fase di indagine, anche quella che il
maltempo possa aver messo fuori uso i congegni elettrici che fanno abbassare le
sbarre quando il treno è in dirittura d’arrivo.
Alla guida della Seat «Ibiza» coinvolta nello schianto c’era Gian Luigi
Franzini, un 58enne di Malegno. E con lui viaggiavano Giacomina Furoni, 57 anni,
Renata Mora, 38, e la piccola Valentina Pezzotti, di otto anni appena. La loro
vettura è stata urtata nella parte posteriore, anche grazie alla rapida frenata
attivata dal macchinista, che è riuscito a ridurre notevolmente la velocità del
convoglio, già moderata in quel tratto. Per qualche centimetro, insomma, la
motrice non ha travolto in pieno l’automobile, e si è evitata una tragedia.
Scattato l’allarme, sul posto sono arrivati polizia stradale, vigili del fuoco e
ambulanze, mentre il 118 di Brescia coordinava i soccorsi. Fortunatamente,
dicevamo, tutti e quattro gli occupanti dell’auto se la sono cavata con poco:
spaventati e con qualche ammaccatura, ma vivi.
La linea ferroviaria è rimasta bloccata per un’ora; poi, alle 18.20, il traffico
è ripreso regolarmente.
BRESCIAOGGI 22
NOVEMBRE 2002
I vertici della Brescia-Iseo-Edolo fanno il punto sul piano
di ammodernamento della linea
Entro fine 2003 protetti nove passaggi a livello su dieci
di Emanuele Turelli
Nove passaggi a livello su 10
protetti da barriere entro la fine del 2003. Trentadue interventi soltanto nei
primi dieci mesi di quest’anno, una spesa complessiva di 100 milioni di euro.
Prosegue con decisione l’ammodernamento della linea ferroviaria
Brescia-Iseo-Edolo, in gestione alle Ferrovie Nord Milano Esercizio.
I dati sul punto della situazione sono stati diffusi ieri nel corso di una
riunione con la stampa alla quale hanno partecipato Norberto Achille, presidente
della società, Daniele Lonardoni, direttore di rete, Marco Ghitti, sindaco di
Iseo e Cristina Marchina, presidente dell’associazione «Un treno per la vita»
che rappresenta i famigliari delle vittime degli incidenti ferroviari avvenuti
lungo la tratta.
Negli ultimi cinque anni (la gestione della Fnme parte nel 1997) i passaggi a
livello che dispongono soltanto dei segnalatori ottico acustici sono stati
ridotti dell’87 per cento, quelli con barriere sono invece passati dal 36 %
all’87%.
Alla fine di quest’anno ancora 15 passaggi a livello saranno senza barriere. Fra
questi, i tre presenti a Sale Marasino e Marone saranno attivati entro marzo
2003, altri 3 (Malonno, Marone e Darfo Boario) saranno invece eliminati. I due
passaggi a livello di Braone verranno dotati di barriere entro settembre 2003.
Dei sette passaggi a livello incustoditi che rimarranno, 6 si trovano sulla
linea - quasi esclusivamente dedicata al trasporto merci - che collega Bornato a
Rovato, percorsa soltanto da due convogli al giorno. Discorso diverso per quelli
privati: erano 39 nel 1997, sono 16 ad oggi con una diminuzione nel quinquennio
del 59 per cento. Di questi 16, due sono protetti con barriere e i rimanenti con
catene o sbarre.
In totale, «in cinque anni - ha affermato con soddisfazione Norberto Achille -
abbiamo eliminato il 26% dei passaggi a livello; abbiamo diminuito dell’82%
quelli senza barriere e abbiamo aumentato la protezione con barriere del 113%».
Non solo, i quasi 200 miliardi di vecchie lire stanziati per l’ammodernamento,
hanno riguardato anche altri interventi, coprendo in tutto quasi il 90 per cento
della cifra. Fra questi, l’attivazione di undici «impianti di stazione»
(diventeranno 13 entro il 2003) in grado di gestire in maniera centralizzata
segnali, scambi e passaggi a livello e la posa del «blocco senza assi» che
impedisce a due convogli di trovarsi in contemporanea sullo stesso binario a una
distanza inferiore a quella di sicurezza.
Attualmente sono già stati spesi 75 milioni di euro, 6 milioni sono stati
appaltati e 13 sono quelli a disposizione per la conclusione
dell’ammodernamento. «Il nostro impegno - ha precisato Achille - è di concludere
tutto entro la fine del prossimo anno ma per fare questo dobbiamo muoverci in un
complesso sistema burocratico che non sempre consente di essere veloci come
vorremmo».
A ruota anche il direttore di rete: «Il problema più complesso che abbiamo
ereditato - ha specificato Lonardoni - sono i passaggi a livello e nel risolvere
questo abbiamo contemporaneamente risolto anche altri problemi. Gli interventi
sul territorio sono stati il frutto di una più che positiva concertazione con
gli enti locali, basti pensare al sistema di allarme per le frane...».
Giudizi più che positivi sull’operato della società di gestione della tratta
sono stati espressi anche dal primo cittadino di Iseo. Marco Ghitti ha
sottolineato «la volontà dimostrata di incentivare e sviluppare la ferrovia,
sbaragliando ogni timore. In questo modo si è mantenuta una peculiarità umana e
economica del territorio. Ora bisogna capire come si inserirà nello sviluppo
turistico globale dell’intera zona».
Fumata bianca anche da «Un treno per la vita». Anche se il parere
dell’associazione, per ora, è stato riassunto al condizionale: «Potremmo essere
abbastanza soddisfatti».
BRESCIAOGGI 22 NOVEMBRE 2002
di Emanuele Turelli
Duecento miliardi di vecchie
lire spesi per l’ammodernamento della linea ferroviaria, il lavoro di cinque
anni e l’impegno di centinaia di persone. Tutto potrebbe essere messo in
discussione di fronte all’appalto per la gestione della Brescia - Iseo - Edolo
che la Regione Lombardia (azionista di riferimento con il 57% delle quote
societarie) emanerà nel corso del 2003. Ecco i tempi: inverno e primavera per
l’apertura del bando, estate per l’assegnazione e nei primi mesi del 2004
l’inizio del servizio. Si tratterà di una gara a livello europeo alla quale
potrebbero teoricamente partecipare società di gestione provenienti da tutto il
continente. «La Regione, essendo azionista principale - ha chiarito Norberto
Achille - è libera di fare quel che vuole, compreso indire una gara d’appalto
per la gestione. Per le comunità locali sarà comunque meglio, anche a rischio di
perdere la gestione». Una considerazione che non nasconde la decisa volontà di
prevalere dopo gli sforzi, economici e di impegno, profusi in questi anni: «Ci
auguriamo di poter vincere - ha proseguito il presidente della Fnme -;
combatteremo per mantenere nostra questa linea. E’ la nostra vita e il nostro
lavoro... figuriamoci se vogliamo cederla ad altri». Ma sulla carta questa
possibilità è contemplata. Non solo, accanto al bando regionale ve ne sarà uno
provinciale per la gestione del trasporto su gomma. Conclusione: con tutta
probabilità il vincitore avrà il monopolio della mobilità pubblica nella zona,
in un momento strategico rispetto al passato in seguito all’imminente apertura
della statale 510, un’asse viaria di grande importanza.
Attualmente la tratta ferroviaria Brescia - Iseo - Edolo fa gola a pochi,
soprattutto per un notevole calo dell’utenza, evidente nel paragone degli ultimi
due anni: 1 milione 237 mila e 370 passeggeri nel 2000 e 1 milione 211 mila
l’anno scorso. Ma l’emorragia - legata anche alla diminuzione progressiva dei
pendolari camuni in seguito alla crisi del settore siderurgico e tessile e ai
recenti momenti di blocco causa frane - dura ormai da parecchi anni. E il calo
dei passeggeri (il totale di posti offerti è 1 milione e 620 mila) porta con sé
forti ripercussioni in negativo sui bilanci della linea. Attualmente alle
dipendenza della Fnme, impegnati lungo la Brescia - Iseo - Edolo, ci sono 324
addetti. Anche in questo casi si tratta di una diminuzione di oltre il 50 per
cento: dieci anni fa erano 700. Lungo i quasi 110 chilometri di binari, sono
dislocate 36 stazioni. Ogni giorno passano 45 convogli, compresi quelli del
trasporto merci.
BRESCIAOGGI 22
NOVEMBRE 2002
A Berzo Demo lo stabile diverrà una chiesa, a Bornato sarà
la sede di alpini e carabinieri
di Emanuele Turelli
Una chiesa, un alloggio per
militari e la sede delle più svariate associazioni: la corsa ai caselli dismessi
è più che mai aperta. La riduzione progressiva degli stabili della ferrovia che
per un motivo o per l’altro non trovavano più un ruolo nel funzionamento della
tratta, ha portato alla cessione in uso da parte della Fnme agli enti che ne
hanno fatto richiesta. «A volte si tratta di strutture pericolanti che
andrebbero abbattute - ha spiegato Santo Consonni - in questo modo invece
mantengono una loro utilità». Curioso il destino del casello di Berzo Demo. La
comunità ha chiesto e ottenuto dalle Fnme di trasformarlo in una chiesa.
Altrettanto quello della stazione di Bornato: primo piano agli alpini, secondo
ai carabinieri. In questo modo si va a risolvere anche il problema della
vigilanza. Troppo spesso lo stabile è meta di scorribande vandalistiche. I
militari dell’Arma che vi soggiornano sono un buon deterrente in questo senso.
E la lista dei pretendenti è ancora ampia e varia: si va dalla polizia
provinciale alla ricerca di una sede logistica, alle associazioni di alpini, a
due comuni che hanno chiesto di trasformare lo stabile in ristorante.
Recentemente un altro casello - in gestione alle Fnme e di proprietà della
Provincia - è stato assegnato a Sale Marasino: chiuso da quasi un ventennio,
ospiterà la sede del Club Maspiano, ente organizzatore della sfida nazionale
della zucca.
BRESCIAOGGI 26
NOVEMBRE 2002
Approvato all’unanimità in Provincia lo schema di
convenzione con la Regione Lombardia
Nel 2003 salto di qualità per la linea Brescia-Iseo-Edolo
di Pino Murgioni
Nel Consiglio provinciale di
ieri in Broletto è stato approvato all’unanimità uno schema di convenzione, tra
l’Amministrazione provinciale e la Regione Lombardia, che nel 2003 rivoluzionerà
il sistema di trasporto in Valcamonica. La nuova convenzione in sostanza renderà
possibile l’integrazione dei due sistemi di trasporto tra la linea ferroviaria
Brescia-Iseo-Edolo e le autolinee su gomma che fanno servizio in valle, la cui
gestione potrà essere affidata ad un unico gestore.
L’appalto, con gara europea, sarà avviato dopo la firma della convenzione, che
renderà operative nei fatti le indicazioni del Programma triennale del servizio
trasporti per il sottosettore riguardante la Valcamonica.
«Lo schema di convenzione che vi chiediamo di approvare - ha spiegato prima
della votazione l’assessore provinciale ai Trasporti Valerio Prignachi -
rappresenta di fatto un’eccezione nella divisione di competenze tra le Regione,
deputata per le linee ferroviarie, e la Provincia, che controlla il trasporto su
gomma. Per la particolare situazione della Valcamonica, dove si richiede un
servizio integrato tra le ferrovia e gli autobus, si è reso necessario stabilire
le regole e le competenze per rendere possibile prima l’appalto del servizio ad
un unico gestore e quindi il controllo dello stesso. La convenzione di fatto
amplia le competenze dell’Amministrazione provinciale di Brescia, già regolate
dalla legge regionale 22/1998. Saremo di fatto noi ad indire la gara di appalto
del servizio integrato e quindi dovremo controllare il gestore affidatario dopo
l’assegnazione».
Lo schema di convenzione con la Regione è stato approvato con 29 sì, l’unanimità
dei presenti nell’Aula consiliare.
Tra i punti qualificanti della convenzione, come si diceva, sarà un’unica
procedura di concorso per la gara di servizio integrato treno-gomma in
Valcamonica. Secondo le previsioni dell’assessore Prignachi la gara di appalto
potrebbe essere completata entro l’estate del 2003.
Secondo l’art. 5 della convenzione «la Provincia di Brescia provvederà a dare
esecuzione ad ogni attività relativa all’espletamento della procedura
concorsuale fino all’affidamento del servizio stesso».
All’art. 7 si legge: «La Regione Lombardia si impegna ad assegnare alla
Provincia di Brescia, oltre alle risorse finanziarie indicate dalla legge
regionale 1/2002 riguardanti i servizi automobilistici, le risorse
corrispondenti alla parte della base d’asta riguardante i servizi ferroviari
aggiudicati».
L’articolo successivo parla del monitoraggio del servizio: «Le attività di
monitoraggio del contratto di servizio sono esercitate da un Comitato paritetico
di monitoraggio e verifica, secondo quanto previsto dal contratto. Al Comitato
partecipano rappresentanti della Provincia di Brescia, della Regione Lombardia e
dell’impresa aggiudicataria».
L’obiettivo finale sarà come si diceva l’integrazione tra il servizio
ferroviario e le autolinee su gomma. Si dovrebbero così risolvere, con un solo
gestore controllato dalla Provincia, tutte quelle situazioni di mancanza di
coordinamento e di sovrapposizioni di mezzi di trasporto che causano tanti
disagi ai cittadini camuni.
BRESCIAOGGI 26
NOVEMBRE 2002
Il dibattito in Broletto si è incentrato sull’assestamento
del bilancio per il 2002: i trasferimenti statali vengono ridotti di un milione
e 841mila euro
di p.m.
Le ultime conseguenze della
Legge Finanziaria sui conti dell’Amministrazione provinciale nel 2002 e
sull’assestamento di bilancio conseguente, hanno fatto alzare la temperatura del
dibattito in Consiglio provinciale. Se riguardo agli altri punti all’ordine del
giorno si è discusso poco o nulla, sull’assestamento di bilancio le opposizioni
hanno dato battaglia. Gli aggiustamenti dei conti sono stati introdotti in
apertura di seduta dal presidente Alberto Cavalli e presentati dall’assessore al
Bilancio Corrado Ghirardelli.
«La variazione di bilancio 2002 - ha ricordato Ghirardelli - vede ridotti i
trasferimenti statali all’Amministrazione provinciale di 1.841.960,00 euro, ma
aumentata di 759.192,00 euro la previsione delle somme da restituire allo Stato
a seguito dell’attribuzione alla Provincia della sovrimposta dei consumi di
energia elettrica. Vengono inoltre trasferite dal 2002 al prossimo anno opere
nel settore dell’ecologia per 2.376.000,00 euro, in quanto gli enti
concessionari non hanno completato la stesura dei progetti. E’ rinviata al 2003
anche la gestione del trasporto locale su gomma, a causa dello slittamento dei
tempi di aggiudicazione del servizio. Si registrano assegnazioni regionali di
338.482,00 euro per il registro delle associazioni senza scopo di lucro e per il
registro del volontariato e di 1.000.000,00 euro per la manutenzione
straordinaria delle sedi dei Centri di formazione professionale».
Riguardo alle spese,
l’assestamento di bilancio proposto da Ghirardelli riduce di circa 33 milioni di
euro le voci in uscita: da 274.121.748,70 euro le spese previste passeranno a
241.669.239,48 euro. Un pareggio di bilancio che comunque è ragguardevole,
vicino a 500 miliardi di vecchie lire.
«In questo bilancio - ha contestato le scelte fatte Mario Braga, dai banchi
dell’opposizione - leggiamo tante promesse mancate. Vorremmo che il Consiglio
provinciale fosse un soggetto attivo della politica locale. Invece siamo
costretti ad aggiustare i nostri conti in base alle esigenze finanziarie di
Roma. Altro che autonomia politica locale! Mi chiedo ad esempio che scelte siano
state fatte per i miliardi già investiti a favore del territorio montano. Il
Consiglio ha l’autorevolezza per discutere queste scelte? Perché il progetto di
rilancio di Montecampione è al palo mentre il presidente va a Roma alla
presentazione di un piano di sviluppo del Gaver? Siamo in grado di discutere di
politica locale in questa sede?».
Fogliata (Ds) ha sottolineato che «le maggiori entrate (energia elettrica,
rifiuti e Tosap) dimostrano che in realtà le tasse sono aumentate» e che «più
del trenino del Gaver servirebbe rilanciare la Brescia-Edolo».
Filisetti (Ppi) ha ricordato «la timidezza della spesa a fronte di finanziamenti
notevoli in questi ultimi anni alle Province». Alla fine del dibattito la
variazione di bilancio è stata approvata con 22 sì e 6 contrari.
BRESCIAOGGI 27 NOVEMBRE 2002
Ferrovia camuna
di ...
Ieri mattina alle 4.40 è stata
riaperta la stazione di Bornato, chiusa lunedì alle 14.30 per un allagamento
dovuto al maltempo. Nel pomeriggio e nella serata di ieri è stato attivato un
servizio pullman sostitutivo da Bornato a Iseo. Ieri mattina la circolazione dei
treni è ripresa normalmente sulla tratta Brescia-Breno.
Da dieci giorni è invece sospesa la circolazione dei treni sulla tratta
Cedegolo-Edolo. La centrale pluviometrica delle Fnme ha infatti registrato in
conseguenza delle forti piogge delle ultime due settimane un volume d'acqua
pericoloso sul percorso. I responsabili del servizio ferroviario della
Valcamonica hanno quindi provveduto ad interrompere il transito dei convogli
oltre Cedegolo.
Un servizio pullman di linea garantisce la copertura della tratta interessata,
da Breno fino a Edolo.
BRESCIAOGGI 27
NOVEMBRE 2002
Ultima tappa per lo storico convoglio a vapore sulla linea
Palazzolo, Paratico e Sarnico.
Una bella giornata di relax e di prodotti tipici sul
lungolago
di Fausto Scolari
Il Treno e il vino novello si
sono ben amalgamati e hanno dato vita ad una giornata di rara intensità sul lago
d’Iseo. Nei giorni scorsi, per l'ultima volta quest'anno, il treno storico a
vapore sulla linea ferroviaria Palazzolo - Paratico Sarnico. Ben 530 persone
sono giunte sul Sebino. I convogli (vista l'eccezionale afflusso di gente ne
sono stati messi in pista due con sette carrozze degli anni '30) hanno toccato
le stazioni di Milano Lambrate, Monza, Carnate, Bergamo e Paratico Sarnico. Ne è
seguito il trasbordo su un battello riservato per Clusane con visita all'enoteca
e pranzo tipico nei ristoranti accompagnato da Novello Franciacorta, relax sul
lungolago con caldarroste e vin brulé.
Si è trattato del quinto e ultimo appuntamento annuale che le Ferrovie del Basso
Sebino, associazione di volontariato senza scopo di lucro, hanno messo in pista
per la nona edizione, sul binario che costeggia per la gioia delle centinaia di
passeggeri (se ne attendono circa 600), il fiume Oglio in un contesto ambientale
a tratti particolarmente suggestivo (dal 1988 tutelato come Parco Regionale) per
giungere sulla riva meridionale del Lago d'Iseo.
La tratta di 10 km, è il caso di ricordarlo venne inaugurata il 31 agosto 1876
essenzialmente per il trasporto delle merci prodotte nella zona del lago e fino
ad allora trasportate su barconi lungo il canale Fusia, oggi usato solo a fini
irrigui.
«Successivamente - ricorda il consigliere delegato dell'associazione Fbs Adriano
Daffunchio - la ferrovia costituì un importante e veloce collegamento tra il
Sebino e le città di Bergamo e Milano, quando poco dopo anche il turismo
lacustre cominciò a svilupparsi. Il traffico merci è sempre stato
contraddistinto da un particolare servizio combinato «ferrovia » navigazione»
mediante il quale i carri ferroviari venivano caricati su chiatte che, trainate
da lenti rimorchiatori, portavano le merci ai vari approdi del lago. Tale
originale servizio rimasto attivo a beneficio delle acciaierie di Lovere, è
stato l'ultimo esempio del genere in Europa poiché anche questo, purtroppo, dal
marzo 1999 è stato soppresso ed il binario che giungeva fin sulla riva del lago
è stato interrotto, sebbene restino ancora alcune attrezzature (tra cui il
pontile mobile d'imbarco) divenute ormai rari reperti di archeologia
industriale».
Se il traffico merci è sempre esistito, pur con alterne vicende, il traffico
viaggiatori, venne sospeso nel 1966. Dopo anni di fermo un treno viaggiatori
tornò a percorrere la linea il 26 maggio 1991 con uno storico convoglio trainato
dalla locomotiva a vapore 940-022. Sulla scia di questo primo treno si costituì
il «Comitato per il ripristino della ferrovia Palazzolo-Paratico Sarnico» che
per anni chiese, con variegate iniziative, il ritorno dei treni passeggeri sulla
tratta, anche come valida alternativa all'intasamento quasi perenne delle strade
che portano al lago. Nel 1994, il Comitato si trasformò in Associazione di
volontariato senza fini di lucro.
Il 3 luglio dello stesso anno venne sperimentato un servizio ottenendo un
successo superiore ad ogni aspettativa, tanto che negli anni seguenti
l'iniziativa venne ripetuta con il nuovo nome di «TrenoBlu».
GIORNALE DI BRESCIA
27 NOVEMBRE 2002
La pericolosità del tracciato della “510” tema di una
mozione in Consiglio provinciale
Chiesto un intervento urgente sui nuovi tunnel nel comune di
Pisogne
di Lucia Sterni
La pericolosità delle gallerie sebine è nuovamente al centro
dell’attenzione. La tematica è stata sollevata dai due consiglieri provinciali,
Zaccaria Almici della Margherita e Paolo Pedersoli della Lega Alleanza Lombarda,
che, lunedì scorso, hanno presentato una mozione in Provincia. I due consiglieri
hanno preso in esame la grave situazione delle gallerie di Iseo, località
Bersaglio, e Pisogne, località Ronchi, sulla strada statale 510, che «con il
continuo ristagno di fumi e gas di scarico rendono pericoloso e insicuro il
transito e che potrebbero causare conseguenze ancora più gravi in caso di
incidente stradale». Situazione che continuerebbe a peggiorare - evidenziano gli
stessi Almici e Pedersoli - e che si verifica fin dal giorno dell’apertura dei
due tunnel lacustri. E si sollecita il presidente della Provincia a mettere in
atto tutte le iniziative necessarie a garantire in termini di urgenza la
pubblica sicurezza, coinvolgendo anche il Ministero delle Infrastrutture e
l’Anas. Al fine di porre rimedio proprio all’incresciosa e pericolosa situazione
dei tunnel sebini viene chiesto che vengano installati impianti di aerazione
idonei e una segnaletica orizzontale finalizzata ad evitare i sorpassi, come
quella già realizzata, da alcune settimane, nella galleria pisognese
«Trentapassi». Per la galleria «Ronchi» di Pisogne, inoltre, si richiede di
individuare e realizzare una via di fuga, per un veloce sgombero in caso di
incidente stradale. I due consiglieri, infine, concludono il loro documento, per
evitare in futuro il ripetersi di analoghi problemi, a vigilare con estrema
determinazione ed attenzione sui lavori in corso nelle gallerie del IV, V e VI
lotto della statale 510, in corso di ultimazione nel tratto Iseo-Vello, frazione
di Marone. La pericolosità delle due nuove gallerie della statale 510 nel Comune
di Pisogne, lunghe circa 5 chilometri ed inaugurate nell’aprile del 2001, lo
ricordiamo, è già stata evidenziata più volte dagli Enti locali, che hanno
richiesto, purtroppo senza successo fino ad oggi, un intervento urgente agli
organi competenti. Sollecitazioni sono state fatte a più riprese dalle due
Comunità montane del Sebino Bresciano e di Valcamonica, le quali, evidenziando
che le due gallerie pisognesi non rispettano le norme di sicurezza previste
dalla circolare ministeriale del 1999, richiedevano la realizzazione di una
piazzola di emergenza per eventuali incidenti in galleria, all’interno della
cava Lages con collegamento verso l’esterno; l’installazione di alcune
telecamere collegate alla centrale dei Vigili del fuoco di Darfo per monitorare
il traffico e consentire il primo intervento in caso di bisogno; infine, il
posizionamento di telefoni Sos.
BRESCIAOGGI 30 NOVEMBRE 2002
Il provvedimento della Regione Lombardia
di ...
Finisce il monopolio per i
treni. Partono le gare per l’affidamento dei servizi ferroviari di interesse
regionale e locale. Bresciaoggi lo aveva anticipato nei giorni scorsi. La Giunta
regionale, su proposta dell’assessore alle Infrastrutture e Mobilità, Massimo
Corsaro, ha stabilito di mettere a gara i primi tre lotti, corrispondenti a tre
importanti tratte del servizio ferroviario regionale per rilanciare la
competizione tra le imprese. Gara aperta dunque anche per la Brescia-Iseo-Edolo.
L’appalto prevede la rivisitazione dell’attuale servizio, in particolare per
quanto riguardo gli orari, la velocizzazione dei collegamenti tra i due
capolinea e una maggiore integrazione con i servizi di autobus. Regione
Lombardia e provincia di Brescia stanno concludendo un accordo per svolgere
congiuntamente questa gara e quella dei servizi automobilistici per la
Vallecamonica.
Il passaggio al nuovo sistema per la Regione Lombardia «non è soltanto un
adempimento di legge ma l’opportunità per selezionare i gestori per un
miglioramento del servizio».
«Nei contratti di servizio con Trenitalia e con le Ferrovie Nord - ha commentato
Corsaro - abbiamo avviato un sistema di rilevamento delle performance
finalizzato all’applicazione di premi e penalità, in modo da indurre gli attuali
gestori ad operare nell’immediato». Le gare contribuiranno anche a rafforzare il
ruolo assunto negli scorsi mesi dalla Regione, quello cioè di soggetto garante
della mobilità sul territorio regionale. «Abbiamo deciso di non mettere a gara
l’intero servizio ferroviario della Lombardia in un lotto unico - ha aggiunto
l’assessore regionale - ma di far svolgere le gare a partire da tre lotti
sperimentali, piccoli ma interessanti per favorire la competizione. Senza quella
è difficile pensare che le gare possano produrre gli effetti attesi dai
cittadini lombardi».
GIORNALE DI BRESCIA 1 DICEMBRE 2002
Lettere al direttore
di Sara Pedersoli
Con riferimento all’articolo pubblicato sull’edizione del 22
novembre, dal titolo «Brescia-Edolo, così è cambiata», eccovi un breve resoconto
da parte di chi, ahimè, il «Trenino della Valcamonica» se lo deve sorbire ogni
giorno per lavoro. Abbiamo letto espressioni come «cento milioni di euro spesi
per l’ammodernamento», «una linea veloce e moderna», «la creazione di
infrastrutture ferroviarie» e via dicendo, tali da far immaginare una ferrovia
d’avanguardia, con carrozze vivibili e tempi di percorrenza umani. Bene,
signori, benvenuti nel magico mondo della Brescia-Iseo-Edolo: carrozze (le
stesse da decenni) finemente impreziosite da graffiti vari, con comodi sedili in
similpelle marrone e verde (sic) ricoperti di scritte, e vetri fumé che non
lasciano intravedere l’ambiente esterno. Riscaldamento senza possibilità di
graduazione, il che significa: o acceso al massimo (50 gradi) o spento
(temperature polari). Velocità encomiabile: basti pensare ai novanta
minuti-novanta per percorrere i sessanta chilometri della tratta Darfo-Brescia.
Stazioni inesistenti: provate ad andare a Boario Terme, centro termale e
turistico, a cercare la biglietteria. Per quanto riguarda la sicurezza, però,
nulla da dire: disponiamo nientemeno che di un «blocco conta assi», che in
sostanza impedisce che due treni si scontrino. Sarà questa innovazione la causa
dell’aumento del 20% del costo degli abbonamenti, applicato nel corso di
quest’anno? A voler essere sinceri, però, le Ferrovie Nord offrono anche ottimi
servizi collaterali: ad esempio, un fantozziano autobus sostitutivo, pronto ad
entrare in azione tutte le volte - in media, una al mese - in cui la linea si
interrompe, il convoglio agonizza senza motivo tra le campagne della
Franciacorta, o più semplicemente (e più frequentemente) qualche poveretto viene
investito... Cento milioni di euro spesi per l’ammodernamento? Ma davvero?
BRESCIAOGGI 5
DICEMBRE 2002
Indagine degli studenti dell’Istituto “Ghislandi” di Breno
e della Lega Nord sui pullman Fnme
“In media e alta valle il sovraffollamento è eccessivo”
di Luciano Ranzanici
«Il servizio di trasporto
degli studenti gestito dalle Fnma (Ferrovie nord Milano Autolinee) è più che
sufficiente per la Bassa Valcamonica, ma insufficiente per la Media e Alta. E il
prezzo del biglietto è elevato per la scarsa proporzione fra qualità e costo».
Pierangelo Zanetta, delegato in Comunità montana della Lega Nord, così ha
definito positività e negatività dei servizi svolti dalle Fnma. È il risultato
di una ricerca sui trasporti su gomma, effettuata in collaborazione con i
rappresentanti dell’Istituto professionale «Ghislandi» di Breno.
Gli esiti dello studio rilevano che «il servizio offerto in Bassa Valle è più
che sufficiente, i pullman adibiti al trasporto hanno un buon funzionamento e
sono in numero proporzionato rispetto agli studenti. Il rapporto qualità -
prezzo è accettabile, grazie al maggior numero di mezzi e alla flessibilità
degli orari di passaggio, che si adattano quasi perfettamente a quelli
scolastici».
La ricerca è assai più circostanziata (e critica) sul servizio dei trasporti
nella Media e Alta Valcamonica, che Zanetta giudica insufficiente per alcune
variazioni degli orari e soprattutto per il grande sovraffollamento dei pullman.
A proposito dell’anticipo delle partenze, l’esponente della Lega Nord porta un
esempio concreto: «I pullman delle Fnma giungono a Breno in orari che quasi mai
corrispondono a quelli indicati dalle tabelle. Ad esempio quello delle 13.15
molto spesso anticipa l’orario alle 13 e quelle delle 13.55 anticipa di ben 10
minuti, imponendo agli alunni la richiesta del permesso di uscita anticipata
dalla scuola».
Zanetta rileva poi che «la media del sovraffollamento è troppo alta rispetto ai
mezzi messi a disposizione dalla società, sia negli orari di mattina che in
quelli pomeridiani: la media delle persone che usufruiscono dei mezzi di mattina
è minore a causa di una preferenza accordata all’automobile».
Per avvalorare le proprie tesi, la Lega Nord cita pure il costo del biglietto
sulla tratta Breno - Edolo (2 euro), giudicato «esagerato se si considera la
qualità del servizio». Zanetta e gli studenti del Ghislandi definiscono al
contrario più che buono sotto tutti i punti di vista, il servizio svolto nella
Media e Bassa Valle Camonica dalla società Visinoni di Lovere: «In questo caso
non esiste sovraffollamento - sostiene il rappresentante della Lega Nord -: gli
orari sono rispettati e in sintonia con quelli scolastici ed il rapporto qualità
- prezzo è più che accettabile», è la conclusione dell’indagine.
BRESCIAOGGI 6 DICEMBRE 2002
Convegno organizzato dal centrosinistra
di Giuseppe Zani
«Quale futuro per i trasporti
a Monte Isola?». E’ il quesito attorno al quale ruoterà il dibattito organizzato
per questa sera, a partire dalle 20.30, nella sala «Luoghi della tradizione e
del lavoro» di Peschiera Maraglio. L’appuntamento è organizzato dalla lista
«Monte Isola democratica» in collaborazione con Ulivo, Ds e Rifondazione
comunista. Hanno assicurato la loro presenza Franco Tolotti, parlamentare Ds,
Mirko Lombardi, consigliere regionale di Rc, Daria D’Italia, dirigente del
gruppo regionale dei Ds, Zaccaria Almici, consigliere provinciale della
Margherita, Enrico Soardi e Marino Ziliani, consiglieri comunali di Monte Isola
democratica, e Silvia Mazzucchelli, segretaria ei Ds montisolani. Sono stati
invitati il sindaco, l’assessore ai Trasporti della Comunità montana del Sebino
bresciano, i sindaci dei paesi rivieraschi, le forze politiche e gli operatori
economici e turistici locali.
BRESCIAOGGI 6
DICEMBRE 2002
Su un treno Brescia-Iseo-Edolo
I pendolari chiedono un risarcimento
di Luciano Ranzanici
I pendolari, che l’altra sera
erano in viaggio sul treno 1060, partito da Brescia alle 18.06, chiedono alle
Ferrovie Nord Milano un risarcimento danni di 50 euro, «l’equivalente - spiegano
di un abbonamento mensile». La richiesta nasce da un incidente, avvenuto al
passaggio a livello della Mandolossa sulla Padana Superiore, e risoltosi
fortunatamente senza gravi conseguenze per due giovani egiziani che, in sella a
in ciclomotore, avevano ugualmente superato le semibarriere abbassate urtando la
motrice del treno.
Ma l’incidente ha provocato notevoli disagi ai passeggeri. In seguito al
sinistro i viaggiatori sono stati costretti a una sosta forzata di oltre due
ore. Durante lo stop, né il capotreno né il conduttore hanno dato loro alcuna
informazione sui tempi di ripartenza del convoglio, diretto in Alta Valcamonica.
Uno dei passeggeri ha addirittura telefonato alla stazione ferroviaria di Iseo,
ma nemmeno dagli uffici delle Ferrovie Nord è stata fornita una risposta: «Anzi,
la linea a un certo punto è addirittura caduta.
Alle 20.35 il treno si è finalmente rimesso in movimento, ma a Iseo ha sostato
per un’altra mezz’ora in attesa della motrice che, proveniente dalla città, ha
agganciato il convoglio per il proseguimento del viaggio.
I pendolari, palesemente arrabbiati per il contrattempo, che li ha costretti per
tre ore a sostare sulle carrozze tra Brescia e Iseo, hanno inviato la loro
protesta agli uffici delle Ferrovie Nord di Iseo. Nella lettera si lamentano «la
totale disorganizzazione della società che, ancora una volta, non è stata in
grado di affrontare prontamente la situazione, la mancanza di informazione nei
confronti dei passeggeri circa l’accaduto, l’assenza di un servizio sostitutivo
adeguato e la situazione di "ostaggi" per un periodo di tre ore per un periodo
dalle 18.06 alle 21.05». Tre ore.
I passeggeri non si sono limitati a esprimere il loro sdegno per il disservizio,
ma hanno fatto di più, chiedendo «una sollecita e soddisfacente risposta (per
questo si sono affidati all’avvocato Giovanna Signorini di Brescia; ndr) e un
impegno serio per una più efficace organizzazione del servizio futuro».
Infine, i viaggiatori del treno 1060 hanno addirittura chiesto il gestore della
linea ferroviaria Brescia - Iseo - Edolo a un risarcimento per i disagi subiti.
BRESCIAOGGI 8
DICEMBRE 2002
Trasporti sempre più cari fra l’isola e la terraferma, con
aumenti dal 26 al 158%
«Serve una legge per spingere la gente a restare»
di Giuseppe Zani
Dal 2000 a oggi, le tariffe
dei trasporti su acqua e su gomma a Montisola sono cresciute a dismisura: » 26
per cento l’abbonamento per il traghetto; » 158 per cento la tessera da 10 corse
per il bus. E sono stati sottoposti a salasso anche i turisti: il biglietto di
andata e ritorno sul battello costa 2.80 euro (» 29 per cento rispetto al 2000),
il trasporto della bicicletta solo andata 2 euro (» 115 per cento), una corsa
sul bus 1.5 euro (» 45 per cento), mentre un valigione «forestiero» che superi i
10 chili paga per il traghetto 9 euro all’andata e altrettanti al ritorno.
Da questi dati è partito l’altra sera il dibattito sui trasporti organizzato,
nella sala «Luoghi della tradizione e del lavoro» di a Peschiera Maraglio, dalla
lista di centrosinistra «Monte Isola democratica», in minoranza. Ospiti al
tavolo dei relatori Agostino Agostinelli, dirigente nazionale dei Ds, Mino Giori
e Zaccaria Almici, consiglieri provinciali per i Ds e la Margherita, e Mirko
Lombardi, consigliere regionale di Rifondazione comunista. Assenti, invece, gli
amministratori comunali di Montisola, che pure erano stati invitati. Nessuna
sedia vuota, molte le persone in piedi.
«Chi oggi decide è a Milano e forse a Montisola non c’è mai venuto - ha esordito
Silvia Mazzucchelli, coordinatrice del confronto -: la nostra stessa
amministrazione municipale ha mostrato di subire tutte le scelte che la Gestione
navigazione laghi ha imposto». Su una famiglia montisolana di 4 persone, a suo
dire, grava il peso di circa 1650 euro l’anno per gli abbonamenti a traghetto e
bus, il trasporto delle piccole merci, l’affitto del garage sulla terraferma,
l’assicurazione e la manutenzione di almeno 2 scooter, che è indispensabile
possedere (1300 i motorini in circolazione), vista la scarsa frequenza dei
passaggi dei bus. Costi che i residenti sulla terraferma non hanno. E padre,
madre e due figli che vogliano trascorrere qualche ora a Montisola? Spenderanno
per trasporti e parcheggio 22.36 euro da Sulzano, e 27.69 euro da Iseo. Proprio
quel che ci vuole per incentivare il turismo.
«E infatti quest’anno si sono registrati cali nelle presenze fra il 25 e il 30
per cento», ha sottolineato Silvia Mazzucchelli. Veruska Mazzucchelli,
negoziante, ha parlato dei disagi che lamentano i pubblici esercenti e gli
operatori commerciali del posto, costretti a spedire ai loro fornitori sulla
terraferma, magari lasciandoli in consegna a un bar, i biglietti per il
traghetto delle piccole merci (un euro a collo, che in genere viene poi
ricaricato sui clienti). Claudio Ziliani, ristoratore, s’è detto preoccupato per
il calo progressivo delle iniziative imprenditoriali sull’isola.
E l’ex sindaco Antonio Turla, nel ricordare che nel ’98 la Regione ha tolto al
Comune la gestione dei battelli sulle tratte Sulzano-Peschiera e Sale
Marasino-Carzano, e l’ha affidata alla Gestione navigazione laghi («all'inizio
il gestore unico ha mostrato il suo volto buono, ma poi ha aumentato le
tariffe»), ha insistito sul ruolo che dev’essere riconosciuto al Comune di
Montisola in tema di orari, tariffe e scelte strategiche relative alla
navigazione. «Un ruolo centrale, decisivo, che il Comune deve giocare in quanto
istituzione, al di là dei partiti che in quel momento lo governano - ha
insistito Turla -. Il trasporto su acqua è la nostra porta di casa. Non possiamo
non averne in mano le chiavi».
Montisola, secondo lui e altri che via via hanno preso la parola, è una realtà
unica, ha caratteristiche peculiari, ha bisogno di una legge regionale specifica
che attraverso agevolazioni e incentivi induca la gente a restarci e le attività
a insediarvisi. Alla fine, tutti d’accordo per una legge d’iniziativa popolare
che, a partire dai trasporti ma allargandosi a tutti gli aspetti della vita
quotidiana, riconosca Montisola come area disagiata.
«Una legge - ha rimarcato Mirko Lombardi tirando le fila del dibattito - attorno
alla quale, dal basso, andrà costruito il massimo di consenso».
BRESCIAOGGI 12
DICEMBRE 2002
Due consiglieri provinciali sollevano il tema della
sicurezza della nuova Sebina
I timori si concentrano sui due tunnel di Pisogne
di Giuseppe Zani
Saranno sicuri o tristemente
famosi per la loro pericolosità? L'interrogativo riguarda i lunghi tunnel della
nuova 510 che da Iseo portano a Vello di Marone e che saranno inaugurati entro
la primavera del 2003.
A proporlo sono due consiglieri provinciali, Zaccaria Almici della Margherita e
Paolo Pedersoli della Lega Alleanza Lombarda, estensori di una mozione che sarà
votata dal parlamentino provinciale il prossimo 20 dicembre. Tale mozione si
prefigge di impegnare il Broletto a mettere urgentemente in atto tutte le
iniziative necessarie, coinvolgendo il ministero delle Infrastrutture e l'Anas,
affinché tutte le gallerie della nuova Sebina orientale, sia quelle già aperte,
sia quelle che si apriranno, siano messe a norma. «Su questo tema mi aspetto che
maggioranza e minoranze convergano - dice Almici -. Nulla vieta che il testo
della mozione sia modificato, purché si tratti di modifiche migliorative».
Almici e Pedersoli hanno per prima cosa preso in esame la grave situazione in
cui versano le gallerie Montecognolo, 1694 metri, a Iseo, e la Ronco Graziolo,
2480 metri, e la Ronchi, 2130 metri, a Pisogne, all'interno delle quali c'è «un
continuo ristagno di fumi e gas di scarico, che rendono pericoloso e insicuro il
transito e che potrebbero causare conseguenze ancor più gravi in caso di
incidente stradale».
Una situazione che si verifica sin dal giorno dell'apertura dei tre tunnel
sebini e non accenna a migliorare. Per porvi rimedio, è la richiesta di Almici e
Pedersoli, e per scongiurare possibili disgrazie, è necessario che si installino
impianti di aerazione idonei e una segnaletica orizzontale atta a scoraggiare i
sorpassi, come quella realizzata, da alcune settimane, nella galleria pisognese
Trentapassi. Per la gallerie Ronco Graziolo e Ronchi di Pisogne, in particolare,
andrà individuata e realizzata una via di fuga.
La pericolosità delle due gallerie pisognesi, inaugurate nell'aprile del 2001,
lo ricordiamo, è già stata più volte segnalata dagli enti locali e dalle
Comunità montane del Sebino bresciano e della Valcamonica, che hanno chiesto,
purtroppo a tutt'oggi senza successo, che siano posati nei tunnel dei ripetitori
per la telefonia mobile, si installino alcune telecamere per il monitoraggio del
traffico collegate con la centrale dei vigili del fuoco di Darfo e si crei una
piazzola di emergenza all'altezza della cava Lages.
Ma sono le gallerie di prossima apertura - la Covelo, 1800 metri, la Massenzano,
2276, la Collepiano, 1500 - quelle che maggiormente preoccupano Almici e
Pedersoli. Stando alla circolare ministeriale del 6 dicembre 1999, qualche mese
dopo l'inferno scoppiato nel tunnel del monte Bianco, dovranno essere attrezzate
con la seguente dotazione minima: estintori e colonnine Sos foniche in
corrispondenza delle piazzole di sosta e di emergenza; pannelli segnaletici
luminosi di pericolo; eventuale integrazione con impianti semaforici (per la
Massenzano, pure idranti con bocchette Uni 45 ogni 200 metri). «Bisogna vigilare
affinché l'Anas faccia le cose a puntino - conclude Almici-. Sen no toccherà poi
alla Provincia completarle come si deve».
BRESCIAOGGI 13
DICEMBRE 2002
Sale. Nuovi progetti dopo la presentazione del libro di
Cogeme sulla strada
Collegamenti con la litoranea e aree per il pic-nic
di Giuseppe Zani
Ora che il recupero
dell’antica Valeriana è praticamente cosa fatta, si tirano i remi in barca? «No,
si apre una fase nuova: quella di farla conoscere in modo adeguato e di renderla
maggiormente fruibile attrezzando punti di sosta e aree per il pic-nic», ha
detto ieri il presidente della Comunità montana del Sebino bresciano, Angelo
Zanotti, presentando a sindaci e amministratori del comprensorio, nell’ex
chiesetta dei Disciplini di Sale Marasino, la pubblicazione fresca di stampa che
Cogeme ha dedicato alla via Valeriana, appunto. E’ il quinto titolo della
collana «Nel cuore del territorio» dopo Torbiere, Parco dell’Oglio, Monte Orfano
e Fontanili.
Insomma, lungo il tracciato della Valeriana, il cui recupero è costato finora
235 mila euro, si continuerà a investire. Circa 9000 euro saranno spesi ogni
anno per l’ordinaria manutenzione, che i comuni di Pisogne, Zone, Marone, Sale
Marasino, Sulzano e Iseo hanno accettato di affidare alla Comunità montana. 25
mila, già disponibili grazie ad alcune economie di spesa della Comunità,
serviranno per consolidare tra breve i muri di contenimento e a sistemare le
scarpate nel tratto di Valeriana compreso tra Remina e Vesto.
«Ma le ipotesi di intervento attorno alle quali stiamo lavorando con più
convinzione riguardano la realizzazione sia di punti di aggancio con la
Valeriana, che andranno segnalati lungo la litoranea, sia di aree per il pic-nic
- ha insistito Zanotti -. L’intenzione è quella di agevolare coloro che
preferiscono fare camminate a corto raggio, gustandosi i tesori d’arte o
l’architettura rurale di mezza costa».
I 20 chilometri di percorso che separano Pilzone d’Iseo da Pisogne, infatti,
sono caratterizzati da una sequela ricchissima di pievi campestri, edicole
devozionali, torri di avvistamento; ma anche di borghi antichi ben inseriti in
un contesto ambientale che è di pregio assoluto. E, in prospettiva, a sentire
Zanotti, si intrecceranno col percorso museale che la stessa Comunità del Sebino
intende costruire da Pisogne a Ome.
«Insomma, il recupero della Valeriana è stato concepito come veicolo di
promozione e valorizzazione del territorio nel suo complesso, compresi i
prodotti tipici della nostra agricoltura - ha rimarcato il presidente
comunitario -. In questo quadro è lodevole l’iniziativa editoriale della Cogeme,
che tra l’altro è molto bella». I testi li ha scritti l’architetto Roberto
Benedetti, le fotografie sono di Federico Sbardolini. Paolo Saurgnani,
responsabile marketing della Cogeme, ha ricordato con un pizzico di orgoglio che
la collana «Nel cuore del territorio» ha vinto una targa nell’ambito del Premio
Montecelio 2000 come migliore comunicazione realizzata per la promozione del
turismo ambientale sostenibile.
Infine, Roberto Benedetti ha voluto citare i componenti della Consulta per la
Valeriana istituita nel ’95 dall’allora assessore al Turismo Achille Gasparotti:
Piero Baroni, Antonio Burlotti e Giuseppe Vitali.
GIORNALE DI BRESCIA
14 DICEMBRE 2002
Presentata l’intesa strategica, che nasce per la gestione
del servizio nell’area urbana e guarda già ad un progetto di sistema
Autolinee e metrobus, «sinergia corroborante» tra Brescia
mobilità, Sia, Autoguidovie italiane e Ferrovie Nord
di Maurizio Matteotti
L’unione fa la forza. Anche nei trasporti. Brescia Mobilità,
così, si allea con la Sia e con l’Agi da una parte e con Ferrovie Nord Milano
dall’altra. Nel breve periodo per vincere le gare - per la gestione del
trasporto pubblico (o meglio, collettivo) su gomma - a livello locale, e non
solo. In prospettiva per guardare all’insieme della mobilità nell’area
bresciana. E questo significa, anche, il ferro. O, per essere più chiari, la
metropolitana leggera. Intese e strategie sono state illustrate, ieri, negli
uffici di via S. Donino della società nata per scorporo dall’Asm. Una
presentazione che - ha spiegato il presidente di Brescia Mobilità, Ettore Fermi
- «conclude un iter non facile, ma che ci auguriamo produca effetti benefici per
le nostre aziende e, soprattutto, per le nostre comunità». Ne è scaturita quella
che Vittorio Cinquini, presidente della controllata Brescia Trasporti, ha
definito una «corroborante sinergia». «Ognuno di noi è piccolo, ma - ha aggiunto
- abbiamo cercato di sviluppare le migliori alleanze con operatori che qui
agiscono. È vero, ognuno deve rinunciare a qualcosa. Ma, alla fine, la somma
vale ben più dei singoli addendi». Certo, il matrimonio nasce - anche -
dall’esigenza di non pestarsi i piedi nelle stanze in cui si conviveva, con il
rischio di essere cacciati tutti fuori casa. Ma ora che gli sposi hanno detto
sì, la convinzione è che, insieme, potranno essere fatte grandi cose. Tutto, ha
ricordato Fermi, nasce dal processo di liberalizzazione voluto dall’Unione
Europea e messo in moto nel 1997 dal decreto Burlando. La Regione Lombardia è
stata la prima, in Italia, a prevedere la messa in gara della gestione del
trasporto pubblico nei vari bacini. E le procedure sono in corso proprio in
queste settimane. Per l’area urbana (formata dal capoluogo e da 14 Comuni
dell’hinterland e nella quale non ci saranno più i bus da una parte e le
corriere dall’altra, ma un unico soggetto operante) il Comune di Brescia, che
bandisce la gara, riceverà sino al prossimo 10 gennaio le richieste di
partecipazione: una pre-qualifica al termine della quale verrà deciso quali
siano le società da invitare alla gara vera e propria, con consegna del
capitolato. Per il bacino nord-est (sottorete Valtrompia, Garda e Valsabbia) e
per il bacino sud-est (Bassa e altre zone) ad agire è la Provincia. L’invio
delle domande di partecipazione è appena scaduto e sono arrivate quattro buste,
che non sono per il momento state aperte (e poiché potevano teoricamente
contenere la richiesta sia per l’uno sia per l’altro ambito bisogna ancora
vedere quanti saranno, nei due casi, i candidati a concorrere). C’è poi il
bacino della Valcamonica, per il quale è prevista un’unica gara per il sistema
ferro-gomma. Una novità assoluta in Italia, che verrà gestita direttamente dalla
Regione (d’intesa con la Provincia). Ed eccole, allora, le intese, che si
esprimono attraverso più Ati (associazioni temporanee di imprese). Per l’area
urbana, capofila - all’84% - è, naturalmente, Brescia Trasporti, con intervento
al 16% della Sia (la società del gruppo Sab che, all’interno del bacino
interessato, attualmente serve Roncadelle, Rezzato, Poncarale, Gussago, Nave,
Caino, Castelmella, Cellatica, Concesio e Flero). L’Agi (ovvero Autoguidovie
Italiane S.p.A., gruppo privato operante prevalentemente nell’area milanese)
interviene con servizi di supporto. Per il bacino nord-est mandataria è la Sia
(all’80%), con la Saia - sempre del gruppo Sab - al 12%, Brescia Trasporti al 5%
e Aptv (un’azienda veronese) al 3%. Per il bacino sud-est Saia e Sia fanno la
parte del leone, con un contributo dell’Apam al 7% circa. Per la Valcamonica si
ipotizza un’Ati guidata da una società del gruppo Ferrovie Nord Milano, con
quote disponibili per Brescia Trasporti e Autoguidovie. Queste ultime due, poi,
intendono partecipare (con l’Agi mandataria e l’intervento di Autolinee
dell’Emilia) alla gara per il comprensorio cremasco, primo esempio di possibile
estensione al di fuori del territorio di riferimento del raggio d’azione
dell’operatore bresciano. Alleanze «con i piedi ben radicati nel presente, ma
che guardano molto lontano» le ha definite Giorgio Schiffer, amministratore
delegato di Brescia Mobilità. E che aprono sviluppi, per certi versi,
addirittura imprevedibili. Non a caso Cosimo Paparo, amministratore delegato
della Sia, dopo aver ricordato che con l’intesa con l’Asm «si corona un po’ un
sogno», ha sottolineato la levatura internazionale della società, che, tramite
la Sab, appartiene al secondo gruppo europeo (Arriva). E Amerigo Del Buono,
direttore di esercizio dell’Agi, ha rimarcato l’apporto che può essere dato da
un soggetto fortemente impegnato nello sviluppo di sistemi informativi applicati
alla mobilità e nell’integrazione tra reti urbane ed extraurbane. Una linea
d’orizzonte, comunque, è già chiara: il 2009, anno di possibile entrata in
esercizio del metrobus. E davanti alla prospettiva di un progetto sistemico con
sviluppo pluridecennale Luigi Legnani, direttore operativo di Ferrovie Nord, non
si è nascosto, mostrando tutto l’interesse di una realtà che già sta stabilendo
altre intese a livello mondiale. Il primo banco di prova, comunque, resta il
servizio su gomma per Brescia. Il Comune vuole un servizio di qualità e ha
indicato un significativo contributo per chilometro. Questo attirerà,
probabilmente, concorrenti da molte parti. E sarà, davvero, una... bella gara.
GIORNALE DI BRESCIA 15 DICEMBRE 2002
Gli immobili dismessi della linea Brescia-Iseo-Edolo
offerti in comodato gratuito a gruppi di volontari, associazioni, enti
territoriali
Le esperienze di Angone e Pisogne. A Edolo il Consorzio
Metano, ristoranti sul lungo lago
di Roberto Ragazzi
Rappresentano un pezzo di storia del Sebino e della
Valcamonica. Fabbricati in alcuni casi abbandonati, costruzioni non certo
eleganti, ma che urbanisticamente mantengono un certo fascino e soprattutto
dalle enormi potenzialità, non foss’altro per la loro vicinanza alle vie di
comunicazione. Stiamo parlando dei caselli e delle stazioni ferroviarie dismessi
della linea Brescia-Iseo-Edolo. Strutture, di proprietà della Provincia, da
tempo inutilizzate dalle Ferrovie Nord Milano Esercizio perché troppo onerose da
gestire e mantenere. «A volte si tratta addirittura di immobili pericolanti che
andrebbero abbattuti - spiegano Dario Lonardoni, direttore di rete di Fnme e
Santo Consonni, tecnico che segue i lavori di ammodernamento della linea -. Il
costo necessario a mantenere in vita queste piccole stazioni ferroviarie è
diventato proibitivo. Venuta meno la vigilanza, le stazioni sono state prese di
mira da vandali e barboni». Da qui l’idea di offrire in gestione a gruppi di
volontari, associazioni ed enti territoriali i tanti caselli e le stazioni
dismesse lungo la Brescia-Iseo-Edolo. Un’occasione per mettere mano,
ammodernare, risanare un patrimonio immobiliare di notevole consistenza; rendere
ancora utilizzabile una ricchezza legata alla storia di questo territorio. I
fabbricati verrebbero ceduti in comodato gratuito. In cambio l’ente si impegna
ad aprire e chiudere ogni giorno la stazione, a mantenere pulita la sala
d’attesa. Alcuni caselli sono già stati recuperati ed assegnati con successo ad
alcune associazioni. Come è successo per la nuova sede degli alpini di Pisogne
ricavata nel vecchio edificio vicino al lido Goia. Qui gli alpini hanno
ristrutturato la parte interna ed esterna del casello, rifacendo completamente
il tetto. Si tratta di un immobile di circa 40 metri quadrati, disposto su due
piani. Ma gli alpini si sono dati da fare anche ad Angone di Darfo
ristrutturando a loro spese un vecchio casello della linea Brescia-Edolo. Sempre
a Pisogne un altro casello abbandonato è stato dato in comodato al locale gruppo
sub. La stazione di Malonno da più di un anno ospita la sede della Protezione
civile: qui sono state installate le centraline di monitoraggio degli eventi
franosi della zona. Ma la lista dei gruppi che hanno fatto richiesta di poter
accudire un casello o una stazione è lunga: a Sale Marasino uno degli edifici
dovrebbe ospitare la sede del Club Maspiano, ente organizzatore della sfida
nazionale della zucca; ad Edolo un immobile potrebbe ospitare gli uffici
dell’Alta Valle del Consorzio metano di Valcamonica; la stazione di Forno
d’Allione potrebbe diventare addirittura una chiesetta. E richieste sono giunte
anche dai Comuni di Marone Sellero. Tra queste anche quelle di chi vorrebbe
trasformare due caselli sul lungolago in piccoli ristoranti.
GIORNALE DI BRESCIA
15 DICEMBRE 2002
Manca solo il via libera di Provincia, Regione e Curia
di Fulvia Scarduelli
BERZO DEMO - Ci sarà o non ci sarà la chiesetta a Forno
d’Allione? Dopo la presentazione del piano di ammodernamento della Fnme
(Ferrovie Nord Milano Esercizio) con la cessione in comodato di alcune strutture
dismesse come le piccole stazioni, rinascono le speranze nella realizzazione di
una chiesetta a Forno, frazione non di uno, ma di due paesi, ovvero Berzo Demo e
Malonno. Da quando, alcuni anni fa, la fermata di Forno è stata tolta da alcune
corse ferroviarie dopo il radicale ridimensionamento dell’attività industriale
dell’Ucar, la stazione era stata chiusa, ma gli abitanti del piccolo borgo
cresciuto ai margini delle fabbriche avevano presentato una proposta di
riutilizzo dello stabile: una chiesetta, dato che a Forno le funzioni religiose
finora si sono celebrate in una grande aula messa generosamente a disposizione,
ma il sogno di avere una chiesa vera e propri a, da intitolare a San Giuseppe,
patrono dei lavoratori - dato che la zona è stata meta lavorativa per tanti
operai valligiani - era un sogno nel cassetto per la gente del posto, gente che
per anni era dovuta andare a Messa in pullman a Demo. La Fnme aveva dato da
tempo l’assenso a recuperare in senso religioso e civile l’edificio della
stazione, ed ora il nuovo passo della società nell’assicurare la cessione in
comodato di stabili dismessi riaccende le speranze nella comunità. «Il progetto
è pronto da tempo, ma servono ancora alcuni passi da parte di Demanio,
Provincia, Regione e Curia - dice don Salvatore, parroco di Demo - infatti la
stazione è su territorio di Malonno che, dal punto di vista giuridico e
pastorale, dovrebbe in futuro curare la manutenzione della chiesa. Sicuramente
non si creerebbero tensioni tra i due paesi, tuttavia attendiamo chiarificazioni
in proposito dai vari enti competenti per territorio, per poter poi passare alla
fase più impegnativa, quella dell’attuazione di un progetto che sta a cuore alla
popolazione».
BRESCIAOGGI 17
DICEMBRE 2002
Iseo. Dal 1º gennaio 2003 cambierà la gestione Motonavi, il
timone alla Navigazione srl.
di Giuseppe Zani
Dal 1° gennaio 2003 i battelli
di linea e i traghetti da e per Montisola, nonché il personale addetto e il
cantiere di Costa Volpino, passeranno di mano: li gestirà la «Navigazione lago
d'Iseo srl», costituita davanti al notaio il 2 dicembre scorso per iniziativa
del «Consorzio gestione associata dei laghi d'Iseo, Endine e Moro», cui la
Regione Lombardia ha trasferito di recente pure le deleghe in materia di
navigazione. La neonata società subentra a tutti gli effetti al precedente
referente del Pirellone per la navigazione sul Sebino, la «Gestione governativa
laghi di Garda, Maggiore e Como», diretta da Massimo Checcucci.
Col nuovo anno, dunque, si cambia. O meglio: si potrà cominciare a cambiare. La
«Navigazione lago d'Iseo srl» ha infatti quell'autonomia giuridica che le
consentirà di fare scelte via via autonome in merito sia al servizio di linea e
alle attività collaterali, sia alle assunzioni di personale, sia agli
investimenti già finanziati o finanziabili da parte della Regione, per
accrescere i mezzi e il patrimonio in dotazione.
L'attuale flottiglia del Sebino si compone di due ammiraglie, la «Città di
Brescia» e la «Città di Bergamo», e di 11 battelli (il quattordicesimo è di
proprietà della «Gestione governativa laghi di Garda, Maggiore e Como» e, girato
l'anno, tornerà ai lidi d'origine). I dipendenti sono circa 45, di cui 28 di
ruolo, 10 fuori ruolo e gli altri stagionali.
Quanto agli investimenti programmati, il Pirellone ha di recente stanziato per
il lago d'Iseo circa 3 milioni e 600 mila euro, metà dei quali serviranno per
realizzare a Costa Volpino un capannone sull'area attualmente occupata dal
cantiere all'aperto, e l'altra metà per l'acquisto di altre due o tre motonavi
(una di queste si chiamerà, finalmente, «Sarnico»).
Altre opere saranno oggetto di una precisa quantificazione per consentire alla
Regione di approvare un adeguato piano pluriennale di finanziamento.
Nei prossimi mesi, comunque, si inizierà con l'avviare il monitoraggio dei vari
centri di costo: lo scopo è di reperire le risorse necessarie a finanziare un
serio progetto di rilancio del settore, comprese le escursioni turistiche, che
oggi richiedono particolari attenzioni e, quindi, investimenti.
La nuova società durerà, stando allo statuto, sino al 2050. La sede legale è a
Sarnico, in via Roma, negli uffici del «Consorzio gestione associata laghi
d'Iseo, Endine e Moro», ma la sede operativa resterà Costa Volpino.
Il capitale sociale, per adesso interamente versato dal Consorzio medesimo, è di
50 mila euro; in teoria- ma la cosa potrà avvenire più avanti- i privati possono
sottoscriverne una quota parte, purché minoritaria.
Il consiglio di amministrazione coincide con quello del Consorzio in argomento:
Pier Giuseppe Ziliani (vicesindaco di Montisola e vicepresidente del Consorzio)
è il presidente; Giuseppe Tobias Faccanoni (presidente del Consorzio) e Sergio
Buelli, i consiglieri.
E' pure prevista, a breve, la nomina di un direttore d'esercizio.
BRESCIAOGGI 18
DICEMBRE 2002
Cantieri aperti nell’alta valle per le opere di
consolidamento dopo le frane
Lavori sulla 39 per la Valtellina e 42 del Tonale
di Lino Febbrari
Lavori in corso lungo le
statali dell'alta Valcamonica. Da un paio di settimane sono stati avviati gli
interventi per i riparare ai danni causati dalle piogge torrenziali di metà
novembre.
In particolare le opere di messa in sicurezza in atto riguardano i versanti
sovrastanti le vie di comunicazione, dai quali si erano staccate delle frane.
Che, come nel caso di Corteno, avevano interrotto la circolazione per un paio di
giorni. I tratti a rischio delle due statali che percorrono l'alta valle
dell'Oglio, la 39 che congiunge Edolo alla Valtellina e la 42 del Tonale, sono
oggetto di importati opere di consolidamento.
Cominciamo dalla 42 dove, un chilometro oltre l'abitato di Edolo, in direzione
di Ponte di Legno, all'alba del 16 novembre, le intense precipitazioni fecero
precipitare sull'asfalto un grosso masso. Le verifiche prontamente attuate dai
tecnici evidenziarono che lo sperone roccioso dal quale si era staccato il masso
presentava delle profonde fenditure e che all'incirca altri 500 metri cubi di
materiale erano a rischio. Per risolvere alla radice il problema l'Anas decise
di far brillare lo sperone.
Due esplosioni, una poco prima delle 12 , la seconda alle 15 di giovedì 28
novembre, posero fine all'incubo. Entrarono quindi in azione i rocciatori per
ripulire il pendio dagli arbusti e posizionare i sostegni delle reti paramassi.
L'operazione si dovrebbe concludere entro la fine dell'anno.
Sempre in quei giorni di maltempo e sempre lungo la stessa arteria, un paio di
chilometri più a nord, il ponte che attraversa il torrente Ogliolo - corso
d'acqua che percorre la vallata del Mortirolo e a Iscla (Monno) si getta
nell'Oglio - , mostrò segni di cedimento. Nella testata a monte e nella spalla a
valle del manufatto i tecnici notarono evidenti segni di cedimento. A tempo di
record il compartimento Anas di Milano ha redatto il progetto per il
consolidamento statico delle strutture e affidato l'appalto a un'impresa
vicentina.
Per portare a termine i lavori, che sostanzialmente consisteranno nella
realizzazione di numerosi fori sul terreno, all'interno dei quali saranno poi
inseriti dei tubi in acciaio è stata provvisoriamente ristretta la carreggiata e
il traffico viene regolato a senso unico alternato da un impianto semaforico.
Un tiro di schioppo più a monte, all'altezza del chilometro 123, fervono i
lavori per la riqualificazione dell'innesto della provinciale 81 sulla statale
del Tonale. Un intervento che non ha nulla a che vedere con la recente ondata di
maltempo, ma che è mirato a cancellare le due attuali e pericolose deviazioni
che collegano il fondovalle a Monno e al passo del Mortirolo. Al loro posto è in
via di realizzazione, a pochi metri dal Ponte dei Pellegrini, che segna il
confine con il comune di Incudine, un'ampia rotatoria , che permetterà agli
automobilisti un accesso più sicuro sulla provinciale.
I rovesci temporaleschi di novembre hanno provocato ingenti danni anche lungo la
statale del passo di Aprica. In territorio di Corteno, nei pressi ella località
Concordia, poco più di ottanta metri cubi di terriccio si riversarono
sull'asfalto interrompendo la circolazione dei veicoli. In zona Campagnola, a
cinque chilometri da Aprica, un tratto di carreggiata si fessurò. Anche lungo la
statale 39 i cantieri per il ripristino sono partiti da un paio di settimane. Il
ripido pendio dal quale si scaricarono terra, sassi e alberi è stato messo in
sicurezza. Per risolvere il problema del cedimento della carreggiata, l'impresa
incaricata dall'Anas ha provveduto ad allargare la sede stradale di un paio di
metri. A monte sono stati costruiti dei muri di sostegno in cemento armato. Sono
giunti a conclusione entri i tempi previsti anche i lavori per il consolidamento
del tratto di strada franato a giugno un paio di chilometri prima di Aprica.
BRESCIAOGGI 18
DICEMBRE 2002
Sindacati e Comunità montana
di Luciano Ranzanici
Enrico Serioli e Mario
Pendoli, assessori ai Trasporti della Comunità montana del Sebino Bresciano e
della Comunità montana di Valle Camonica hanno incontrato i rappresentanti
sindacali per svolgere assieme un’analisi dei problemi legati alla messa in gara
del servizio di trasporto lungo la linea Brescia - Iseo - Edolo e al termine dei
lavori è stato deciso di contattare urgentemente la Provincia e la Regione
«affinché l’impegno pubblico sulla tratta venga mantenuto». Gli esponenti dei
due enti comprensoriali hanno avuto un costruttivo scambio di opinioni con i
delegati di Cgil Cisl e Uil del comprensorio e con le Rsu dei trasporti, per
abbozzare il futuro della linea, proprio in vista dell’apertura della procedura
della gara di appalto del servizio prevista entro la prossima primavera.
Mario Pendoli al termine dei lavori ha affermato che: «L’incontro è servito a
ribadire l’importanza che la ferrovia riveste per il nostro territorio: in
particolare si è evidenziata la necessità di dare urgente attuazione al servizio
di trasporto integrato ferro - gomma, che è gestito dalla stessa società,
realizzando il biglietto unico e ponendo fine all’assurda situazione che vede la
concorrenza diretta fra i due servizi, rischiando di far soccombere il trasporto
ferroviario e far pagare a chi vive in montagna il peso di disagi ulteriori
oltre a quelli che già si devono duramente sopportare».
L’assessore ai Trasporti della Comunità montana di Valcamonica ha ricordato che:
«Nel corso del convegno tenuto in Valcamonica il 31 maggio e il 1 giugno scorsi
le istituzioni intervenute (Governo, Regione e Provincia) avevano concordato di
delineare il rilancio della infrastruttura ferroviaria, per valorizzare i
numerosi miliardi investiti per l’ammodernamento e la messa in sicurezza della
tratta e per progettare la prospettiva di realizzare nel medio - lungo periodo,
lo sbocco a nord. La gara di appalto assegnerà in una logica di mercato nella
primavera del prossimo anno, la tratta della Brescia - Iseo - Edolo, sia per
quanto concerne il servizio di trasporto su ferrovia che su gomma».
Dal canto suo l’assessore Serioli ha affermato che: «È urgente incontrare la
Provincia e la Regione per ottenere precise assicurazioni sull’impegno pubblico
nella ferrovia Brescia - Iseo - Edolo. Per questo motivo si auspica una
partecipazione alla gara che veda il ruolo attivo delle società pubbliche (ad
esempio Ferrovie Nord Milano) per delineare da subito quelle scelte essenziali
in un progetto di riorganizzazione che possa dare vitalità al trasporto
ferroviario, in un territorio già duramente colpito e dove vivere diventa sempre
più complicato e difficile».
GIORNALE DI BRESCIA
28 DICEMBRE 2002
Il servizio pubblico sul Sebino passa a un gruppo
presieduto dal vice-sindaco di Montisola
Crescerà in sinergia con il territorio turistico
di Lucia Sterni
Novità per il servizio di navigazione sul Sebino, la cui
gestione passa dalla «Gestione Governativa Navigazione Laghi Maggiore, Garda e
Como» alla nuova società, costituitasi recentemente su iniziativa del Consorzio
«Gestione associata dei laghi d’Iseo, Endine e Moro», presieduto dall’ing.
Giuseppe Tobias Faccanoni. Si tratta della società a responsabilità limitata
«Navigazione lago d’Iseo», che si occuperà non solo del servizio di navigazione
e di trasporto pubblico di linea sul Sebino, ma anche di altri servizi pubblici,
quali quelli di igiene ambientale, turistici, sportivi, ricreativi e culturali,
di promozione e valorizzazione delle risorse dei tre laghi Iseo, Endine e Moro.
La nuova società, la cui durata è prevista fino al 2050, ha sede a Sarnico, in
via Roma, e potrà istituire sedi secondarie, agenzie, filiali e rappresentanze
sia in Italia sia all’estero. Il capitale sociale è fissato in 50mila euro ed è
prevalentemente pubblico, con una partecipazione del Consorzio Gestione
Associata dei tre laghi non inferiore al 51%. Il consiglio di amministrazione è
rappresentato dagli stessi componenti dello stesso Consorzio Gestione Associata,
presidente è Piergiuseppe Ziliani, vice sindaco di Montisola, consiglieri
Giuseppe Tobias Faccanoni e Sergio Buelli, in carica per i prossimi cinque anni.
«La nuova gestione avrà ricadute positive per i comuni rivieraschi sebini, che
interfacciandosi con un interlocutore locale, potranno più facilmente
manifestare le proprie esigenze e necessità - precisa il presidente della nuova
società, Piergiuseppe Ziliani - ed anche per il turismo dell’intero comprensorio
valligiano-lacustre. A tal proposito, abbiamo già preso contatti con gli
operatori turistici, consorzi e associazioni e gli enti locali al fine di
lanciare nuove iniziative per lo sviluppo turistico del lago e del suo
entroterra». Gli obiettivi principali che la nuova società si prefigge, a detta
sempre dello stesso presidente Ziliani, tendono a migliorare e riorganizzare
l’intera gestione del servizio, garantendo maggior efficienza, promovendone il
migliore e più proficuo utilizzo dei servizi di linea e turistico oltre ad
avviare, entro il giugno 2004, le procedure per la messa a gara dei servizi di
navigazione pubblica di linea, come prevede la legge regionale 12 gennaio 2002
n. 1. «Stiamo pensando di istituire corse alternative e sperimentare nei mesi
estivi nuovi servizi per i turisti». Il servizio di navigazione sul Sebino, come
ricordato, dal 1977, dopo la stipulazione della convenzione tra la Regione ed il
Ministero dei trasporti, è stato gestito dalla Gestione Governativa, che dal
1998, inoltre, si occupava anche del servizio tra il Comune di Montisola e la
terraferma, sulle tratte Sulzano-Peschiera e Sale Marasino-Carzano. La nuova
società «Navigazione lago d’Iseo», che rappresenta la prima esperienza
regionale, gestirà una flotta formata da dodici mezzi, due motonavi, «Città di
Brescia» e «Città di Bergamo», entrambe di 400 posti; quattro motonavi, varate
negli ultimi due anni, ognuno da 250 posti, «Lovere», «Montisola», «Sebino» e
«Costa Volpino»; la motonave «Iseo» di 220 posti, ed infine cinque battelli di
vecchia data da 110 posti ognuno, «Iris», «Gardenia», «Ninfea», «Cigno» e «La
Naf».
BRESCIAOGGI 3 GENNAIO
2003
Un protocollo di Comune,
Brescia Mobilità e ministro Lunardi fissa i tempi per la realizzazione
Approvata la delibera che stanzia 72milioni per l’opera
di Tiziano Zubani
Metropolitana leggera, un
nuovo passo avanti. È stato approvato dalla giunta regionale, su proposta degli
assessori alle infrastrutture e mobilità, Massimo Corsaro, e al bilancio e
risorse finanziarie, Romano Colozzi, il progetto Metrobus di Brescia, decidendo
anche il finanziamento. È il secondo atto significativo di questi giorni,
l’altro, avvenuto il 30 dicembre a Roma, sembra un fatto formale, ma è invece
assai importante: il decreto è stato inviato alla Ragioneria generale dello
Stato. In altri tempi questo sarebbe, davvero, un fatto formale, ma non in
questo periodo: il 31, infatti, scattava il decreto taglia-spese e, quindi, per
l’opera sarebbe scattato uno stop ai finanziamenti fino a data imprecisata.
L’aver superato quello scoglio permette di guardare alla futura realizzazione
con maggior tranquillità. Il sindaco Paolo Corsini è soddisfatto: «Dopo lo
stanziamento del Governo e quello regionale, ora il finanziamento pubblico è
assicurato e sicuro».
Come abbiamo annunciato nei giorni scorsi, la metropolitana leggera automatica,
attesa da quasi vent'anni nella nostra città, sarà realizzata inizialmente nel
tratto S. Eufemia - Prealpino, circa 800 metri di meno dell’originaria ipotesi
di arrivare a Concesio. Non una cesura definitiva, ma solo una decisione
contingente (legata ai soldi disponibili), perchè, comunque, è previsto il
prolungamento verso la Valtrompia. I finanziamenti decisi dalla Regione per i
lavori della metropolitana bresciana consistono in 1 milione di euro per il
2003, 10 milioni di euro per il 2004 e a 61.303.966 euro per il 2005, prelevati
dallo speciale Fondo per la realizzazione di Progetti Infrastrutturali di
rilevanza regionale inserito nel Bilancio di previsione 2003 e nel pluriennale
2003-2005. Insomma, poco più di 72 milioni di euro, come era stato stabilito in
origine.
L'impegno della Regione Lombardia era stato già inserito nel protocollo di
accordo firmato nel marzo 2000 dal presidente Roberto Formigoni con il sindaco
di Brescia Corsini ed il presidente della Provincia Cavalli. I lavori saranno
cofinanziati dallo Stato con 244 milioni di euro il cui stanziamento è stato
deciso dal Ministero delle infrastrutture e da Brescia Mobilità che mette a
disposizione 67 milioni di euro, altrettanti saranno messi a disposizione dal
Comune di Brescia, che li dovrebbe ricavare da alcune alienazioni patrimoniali.
La metropolitana di Brescia avrà un costo totale di circa 590 milioni di euro,
in parte già coperti dai finanziamenti istituzionali, in parte - circa 137
milioni di euro - da reperire sui mercati finanziari da Brescia Mobilità. La
linea della metropolitana leggera sarà lunga 13 chilometri e 700 metri, avrà 18
stazioni e seguirà un tracciato ad «L» che dal Villaggio Prealpino scenderà fino
a Sant'Eufemia, dopo aver attraversato il centro della città da nord a sud fino
al cuore di Brescia Due.
Il tragitto a raso (in superficie) sarà di 1 chilometro e 300 metri, mentre al
parte sotto il centro storico sarà in galleria, per una lunghezza di circa 6
chilometri. Il tracciato previsto in trincea coperta avrà una lunghezza di oltre
4 chilometri e 800 metri.
I tempi di realizzazione sono stati inseriti in un protocollo sottoscritto tra
il presidente di Brescia Mobilità Ettore Fermi, il sindaco di Brescia Paolo
Corsini e il ministro per le attività produttive Pietro Lunardi. Entro il mese
di gennaio dovrà esserci l’aggiudicazione definitiva, a marzo il contratto, a
luglio del 2003 dovrà aprirsi il cantiere e per novembre del 2009 dovrà entrare
in funzione. Intanto si comincia già a guardare alle possibili prolunghe: non
solo verso la Valtrompia, ma anche da Brescia Due verso la Fiera e, è notizia di
questi giorni, un coordinamento con i treni della Brescia - Iseo - Edolo per il
collegamento verso il Sebino e la Valcamonica. La metropolitana di Brescia sarà
in grado di trasportare 8.500 passeggeri l'ora per ciascuna delle due direzioni
(ma può arrivare fino a 17 mila), con una frequenza media dei passaggi compresa
tra i 3 e i 6 minuti.
GIORNALE DI BRESCIA 4
GENNAIO 2003
Pisogne. Da martedì per la posa delle condutture di metano
di ...
Prenderanno il via martedì prossimo, 7 gennaio, i lavori per la
posa delle condutture del gas metano lungo l’arteria comunale, ex strada statale
510, nel tratto Toline-Govine di Pisogne. Durante tale intervento, che secondo
le intenzioni degli amministratori municipali dovrebbe durare tre mesi (fino a
metà aprile), la circolazione lungo l’ex 510 sarà vietata con possibilità di
temporanee aperture per i residenti. I veicoli provenienti da e per la
Valcamonica, lo ricordiamo, potranno transitare lungo le due gallerie della
nuova statale 510 che permetteranno di by-passare gli abitati di Toline e
Pisogne, dove, invece, continuerà a rimanere valido l’attuale divieto di
transito per i mezzi che trasportano materiale infiammabile e pericoloso. Questi
mezzi saranno costretti, quindi, a percorrere le arterie bergamasche. «Presto
saranno risolti, dopo lunghi anni di attesa, i problemi per l’abitato di Toline
concernenti il metano e l’impianto di depurazione - precisa il sindaco di
Pisogne, Giacomo Lanzini -. Al fine di ridurre i disagi ai residenti della
frazione, durante la posa delle stesse tubature, oltre a permettere agli stessi
il transito in determinate fasce orarie, abbiamo anche organizzato al meglio
tutti i servizi di trasporto su gomma e ferrovia». L’intervento lungo il tratto
pisognese della Sebina Orientale prevede uno scavo a valle della stessa strada,
dove saranno posate le tubature del metano, della fognatura e dell’acqua.
Durante queste opere sarà istituito, dal 7 al 27 gennaio, il divieto di transito
veicolare e pedonale nel tratto Govine-Toline, per consentire la realizzazione
della rampa di accesso alla nuova strada comunale «Tre Stelle-Govine», in
adiacenza alla linea ferroviaria Brescia-Iseo-Edolo e parallela all’ex statale
510. Tale strada comunale eviterà, in futuro, il passaggio veicolare sulla
stessa rivierasca. Dal 27 gennaio sino alla fine dei lavori per la posa del
metano, che, come ricordato, sono previsti entro la metà di aprile, sarà
consentito solo ai residenti di Toline e ai mezzi inferiori ai 35 quintali il
transito nelle ore serali e notturne.
BRESCIAOGGI 4 GENNAIO
2003
La Navigazione Lago d’Iseo ha un progetto: un battello a
due pale per le crociere turistiche
Da Montisola a Pisogne, subito i lavori per approdi e
pontili
di Giuseppe Zani
C'è anche una nave a due pale
- quelle rese famose dalle crociere sul fiume Mississipi, negli Stati Uniti -
nel futuro prossimo della «Navigazione lago d'Iseo srl», la società che dal 1
gennaio 2003 fa funzionare i battelli di linea e i traghetti da e per Montisola
per conto del «Consorzio gestione associata laghi d'Iseo, d'Endine e Moro», al
quale la Regione Lombardia ha trasferito di recente, in comodato trentennale, la
piccola flotta del Sebino e le annesse infrastrutture di supporto.
«Una nave a pale, oltre che un mezzo fascinoso, è l'ideale per le crociere
turistiche: è più lenta ma più manovrabile dei battelli consueti - dice
l'ingegner Giuseppe Tobias Faccanoni, presidente del Consorzio citato -. Il
turista, del resto, a differenza del pendolare per lavoro o studio, non ha
l'esigenza di andare veloce: vuol vedere, conoscere, meglio se guidato da un
cicerone. Ebbene, dopo una ricognizione condotta su alcuni laghi europei, siamo
orientati a far costruire una nave a pale che si attagli il meglio possibile
alle esigenze del turismo sebino».
La relativa progettazione,
computo dei costi incluso, servirà ad attivare le procedure per avere ulteriori
finanziamenti. La società di servizi in questione, infatti, non è nata senza
dote: ha avuto anzi a disposizione, da subito, 10 miliardi delle vecchie lire.
«Li spenderemo prioritariamente per coprire con moduli adattabili ma uniformi
gli approdi di Montisola, Iseo, Predore e Pisogne, in modo da consentire ai
passeggeri di attendere il battello all'asciutto: la progettazione preliminare è
prevista entro la fine del mese, la realizzazione entro la fine del 2003 -
spiega Faccanoni -. Quindi ristruttureremo i caselli idraulici (l'equivalente
delle case cantoniere Anas, ndr) di Iseo e Costa Volpino, e, sempre a Costa
Volpino, copriremo con un capannone l'area attualmente adibita a rimessaggio e
cantiere all'aperto. Coi soldi rimanenti, e con altri finanziamenti aggiuntivi,
contiamo di sostituire due imbarcazioni palesemente datate, "L'isola" e "La
Naf", e costruire la nave a pale».
Un programma di investimenti che, esclusa la copertura degli attracchi di cui
s'è detto, è ancora da mettere bene a punto. Finanziamenti già accordati (nel
2002) e tempi certi, invece, caratterizzano gli interventi programmati sui laghi
d'Iseo, Endine e Moro dal «Consorzio gestione associata» per ampliare e
migliorare l'offerta dei posti barca (i più sono ormeggi temporanei). Si tratta
della posa di pontili galleggianti e del dragaggio di porti il cui appalto - per
una spesa complessiva di 2 milioni e 101 mila euro (15% gli enti locali, il
resto la Regione) - sarà aggiudicato il prossimo 17 gennaio.
L'opera di maggior impatto simbolico è la riqualificazione del porto di
Sassabanek (170 mila euro), a Iseo. Sempre a Iseo sono previsti il prolungamento
della scogliera al Porto industriale (150 mila euro) e il completamento del
porto di Clusane (150 mila euro). Due i pontili che saranno collocati, paralleli
alla costa, a Montisola: davanti al lido di Carzano (62 mila euro) e a Sensole
(67 mila euro).
A Paratico, in località Tengattini, si posizioneranno due pontili davanti alla
Ca' Bianca (170.400 euro). A Pisogne, si dragherà il porto in cui sfocia
l'Ogliastro e lo si munirà di una gru per l'alaggio delle barche (201 mila
euro). A Marone si sposterà di una trentina di metri l'attuale imbarcadero e si
creeranno posti barca davanti all'ex Cittadini, mentre la spiaggia dell'Athena
beach, nella frazione di Vello, sarà dotata di un pontile d'attracco.
Altri pontili saranno posati o rinforzati (in totale 950 mila
euro) a Lovere, a Sarnico, a Castro, a Darfo, per il lago Moro, e nei paesi di
Ranzanico, Endine Gaiano, Monasterolo del Castello, sul lago d'Endine.
«I tempi di realizzo? Si lavorerà principalmente in primavera e in autunno, per
non disturbare d'estate i bagnanti e le aree portuali - conclude l'ingegner
Faccanoni -. Tutto dovrebbe essere concluso entro la fine di quest'anno».
GIORNALE DI BRESCIA 6
MARZO 2003
Viaggio sulle strade ancora inadeguate ed impossibili per
il traffico del lago d’Iseo e della Valcamonica
Ventilatori fermi, assenza di luce, nessuna via di fuga, si
va a passo di lumaca
di Tonino Zana
Viaggio al limite
dell’allucinazione sulla strada del lago d’Iseo e della Valcamonica, statale 510
e statale 42. A chi capitasse di rileggere tra 20 anni questi appunti, non
crederebbe ai suoi occhi, penserebbe a un resoconto dalle strade della
ricostruzione. Non sbaglierebbe di molto. Del resto, nel rapporto
traffico-viabilità, siamo arretrati di mezzo secolo. Ore 7,55, veniamo da
Brescia, affrontiamo la seconda più lunga galleria che immette a Iseo: i
ventilatori non funzionano, fumo e rallentamento. Un tamponamento anche minimo
potrebbe causare la tragedia. Ogni mattina, si rischia una tragedia. Quando esci
da quel camino, il Guglielmo che s’è fatto un visone di erba liscia e una
cinesina con una stringa di liquirizia sui marciapiedi che accompagnano al
basso, ti tirano su il fiato. Alle 8,10, un’auto ogni 2 secondi scende dal nord,
ugualmente si sale in coda, 30, 40 all’ora, energie castrate, costi sociali e
psicofisici incalcolabili. Almeno, la S. Barbara e la galleria S. Carlo sono
dotate di antichi finestroni che rischiarano le tenebre della pietra e illudono
su un’inesistente decenza di strada. Ma siamo alla fotocopia della
insidiosissima killer «Gardesana». I laghi bresciani - puro sarcasmo utile per
spingerci in avanti - si riflettono per la schifezza purissima e colpevole delle
stesse arterie, resistenti per 50 by pass. La Trentapassi, divoratrice di vite e
fornitrice delle prime claustrofobie dalla seconda metà del secolo, è stata
rimessa in sesto, segnaletica, pareti rivestite, luminosità. È come un corpo che
riprende a camminare, una galleria appena appena riabilitata. Niente di più. Ma
quando arrivi sulle curve a metà percorso, ti rimetti le mani nei capelli. Ore
8,30: il nuovo, pensi, il nuovo è l’unica soluzione. Eppure il nuovo, che trovi
subito a Pisogne, è una galleria già morta di fame, cioè spazio a filo per due
auto, marciapiedi 40 cm sulla destra e 25 sulla sinistra, impossibile fermarsi,
a meno di creare ingorghi, vie di fuga inesistenti, una piazzetta di sosta,
adatta a tre pedoni, a mezza galleria, dopo più di un chilometro: una trappola
quotidiana da affrontare con un pensiero al santo protettore. Ogni strada, ogni
galleria, ogni ponte nasce vecchio e quando si inaugura, qui si inaugura il
passato. La seconda galleria, la Ronchi, oltre 2 chilometri, per un totale di
circa 5 chilometri per due, è un insulto alla sicurezza, alle misure del
traffico. Almeno i ventilatori sono accessi ed è qualcosa più di un placebo per
un asmatico. Usciamo per prendere aria e parlare con la gente, rientriamo su
Pisogne. «Almeno il ritardo arrivi puntuale - ironizzano alcune persone,
davanti all’ipermercato a settentrione della cittadina -. Siamo storicamente
nelle condizioni di accettare un ritardo come un dono delle istituzioni...».
Meglio un ritardo che niente, che una sospensione permanente... Il tema della
sospensione permanente è più avanti - ne riparliamo la prossima volta - su quel
ponte proprio sospeso a 100 metri dall’innesto di una galleria. È il tratto del
quinto, sesto lotto, Capo di Ponte-Berzo Demo, se non ci confondiamo con
l’enigmistica dei lotti, verrebbe da dire, troppo facilmente, con questa
lotteria. È stato realizzato un lungo viadotto: un dipendente dell’Anas avanza
dal lato brenese, solo come un uomo nel deserto. Saliamo anche noi, con la guida
più acuta della valle, capo del nostro accampamento, con Gianmario Martinazzoli.
Ci incrociamo in modo surreale: intorno le montagne, davanti una galleria muta,
dietro una strada sconfinata, nessuno in giro. Ciò che stupisce è lo spessore
della rassegnazione, la tenuta - stagna? - di una risposta moderata. Il fatto
che scriviamo per la centesima volta dell’indispensabilità di una strada veloce
e decente, non diminuisce l’indignazione. È difficile non temere per un collasso
complessivo della Valcamonica a fronte di un flusso sanguigno che non si irrora.
Qui non si arriva, qui si deve programmare una giornata per andare e venire
dalla città. Se ci stancassimo di queste intemerate, se soffocassimo sotto
l’assedio della burocrazia che lottizza i ritardi, allora rinforzeremmo, per la
nostra parte, chi sussurra di un’irredimibilità camuna, di un sottile piacere al
lamento. Di ritardi, strade sospese e gallerie omicide per soddisfare un’anima
millenariamente chiusa nella baita. Ma sono soltanto sussurri filosofici che
contrastano con il pionierismo camuno, vittorioso su secoli di migrazioni e
angherie forestiere.
GIORNALE DI BRESCIA 8
MARZO 2003
Proseguiamo il nostro viaggio dal Sebino alla terra camuna,
che attende da tempo immemorabile una viabilità adeguata (2)
Le gallerie che ci sono non meritano la sufficienza
di Tonino Zana
Le gallerie della Valcamonica meritano un 5 meno, rispetto al 3
e mezzo delle gallerie del lago, appena passate e descritte nel servizio di
giovedì. Siamo sotto la sufficienza quindi sotto la sicurezza e soltanto l’idea
di aver lasciato alle spalle il peggio, illude sul meglio. Sono gallerie lunghe,
d’infilata, almeno senza fumo. Vie di fuga, zero. La via di fuga è uscire al più
presto possibile, accelerare nel buio, che è la lingua che ci segue sin da
bambini: correre anziché rallentare quando la luce cambia e tutt’intorno si fa
nero. I primi 3 lotti da Darfo a Breno nord sono percorribili così ed è il meno
peggio dell’accesso alla valle. Finalmente Breno, la vecchia capitale, un
ritrovo di giovani, quattro ragazze di 20 anni, verso le 9, bar «La Bùsa».
Interrogare sulle strade, almeno a parole, è la cosa più semplice, come parlare
di Saddam. «Che cosa viene in testa ai nostri, di far saltare i pitoti?». La
signorina si riferisce ai massi di Capodiponte, ostacolo preistorico. Siamo
incuriositi da questa passione ancestrale per i «12» pitoti abbarbicati su due
massi. «12» pitoti da aggiungere alle centinaia di migliaia già censiti e ad un
altro milione da scoprire per le pattuglie dei grandi generali imbattibili della
Valcamonica preistorica. Di più, chiediamo da dove venga questa pazienza
giovanile senza protesta. «Semplice - rispondono - non abbiamo tempo
di protestare...». Ecologiche e pratiche, queste giovani di Breno, ti
muovono la coscienza cronica, impostata più sull’utilità di un passaggio
stradale a nord ovest che su un pitoto in affidamento. Marciamo sui totem dei
pitoti, alle pietre messe di traverso alla strada. Eccole, a bloccare lo sbocco
a nord di Capo di Ponte, dopo che la Sovrintendenza regionale ai beni
archeologici è intervenuta a salvaguardia delle incisioni rupestri: stanno su
una specie di spuntone, circondate da quattro pini spellati e sotto la strada
aspetta di venire avanti. Resta da risolvere la galleria di Badetto di Ceto, 700
metri faticosissimi. Adesso si è, come si dice tecnicamente, in trincea, quindi
ci si abbasserà per evitare alcune case sorte nel posto in cui si sapeva sarebbe
dovuta passare la strada. «Hanno ragionato così - dice un pensionato di
Ceto -, sapendo che le strade arrivano, se arrivano: facciamo le case, il
territorio è poco, poi si vedrà...». Adesso si vede il buco che entra nel
duodeno di Badetto, ci si abbasserà di 9 metri. Per il quinto e sesto lotto,
Capo di Ponte-Berzo Demo, tutto è fermo, dopo che è stato realizzato un lungo
tratto di viadotto ed è stata scavata la prevista galleria per circa 2300 metri.
Restano da scavare altri 2700 metri per sbucare a nord, in territorio di Berzo
Demo. Per il settimo lotto Berzo Demo-Malonno, tutto è lontano. Appunto post
romantico di sostegno ai ritardi, iniezione letteraria sempre del nostro
Martinazzoli (terza citazione, terzo credito per chi scrive): qui a Ceto - dove
siamo arrivati in un mattino di qualche giorno fa, quando sembrava ancora
inverno - si respira un’aria umbra: sono i muri medievali, le solitudini
francescane, le incisioni sordomute e un cielo del più bel sud Europa. Da ogni
parte, comunque, si spinga, questa maledetta strada: spingere spingere spingere
anziché resistere resistere resistere. Questa strada che non avanza, mortifica i
camuni, deprime le resistenze stanziali, sposta i giovani verso la città e nega
a troppi, l’incontro con un’umanità, un monte e un’aria che mutilano la comunità
bresciana, rendendola complessivamente colpevole, penalmente ed eticamente. In
un esilio doppio e reciproco.
GIORNALE DI BRESCIA
15 MARZO 2003
Lo ha confermato il nuovo commissario straordinario
dell’Anas all’assessore ai lavori pubblici della Comunità montana di Valcamonica
di Gian Mario Martinazzoli
VALLECAMONICA - Primo incontro ufficiale, l’altro ieri, tra il
nuovo commissario straordinario dell’Anas di Milano, Pietro Pagliano, e
l’assessore ai Lavori pubblici della Comunità montana di Vallecamonica, Mario
Pendoli, per fare il punto sulla situazione della viabilità camuno-sebina. La
trasferta milanese era in programma già più di un mese fa ma le disavventure
giudiziarie di alcuni dirigenti del Compartimento Anas avevano costretto a un
rinvio. «L’ingegner Pagliano - ha spiegato Pendoli - ha confermato l’apertura
della nuova 510 che collega Iseo con Pisogne (nella foto, i cantieri sulla
strada) entro il dicembre prossimo, rendendo così possibile il collegamento
diretto tra Brescia e Breno. Speriamo che sia davvero la data definitiva perché,
se così non fosse, la pazienza dei camuni e dei sebini verrebbe davvero messa a
dura prova. Mi sento di dare anche un consiglio a chi di dovere: se la strada
verrà davvero aperta entro la fine dell’anno, si abbia il pudore di non mettere
in piedi cerimonie ufficiali con tagli di nastri o altro di simile». Per la
Statale 42, invece, come stanno le cose alla luce dell’incontro milanese?
«Pagliano ha confermato la disponibilità finanziaria di 155 milioni di euro per
il completamento della Statale 42 nei lotti tra Capo di Ponte e Sellero che
dovranno essere riprogettati e messi in gara entro la fine dell’anno in corso».
In altre parole, per il tratto in galleria che va da Capo di Ponte a Berzo Demo,
scavalcando gli abitati di Sellero e di Cedegolo, bisognerà passare ad una nuova
impresa e ristudiare la “finestra” di interruzione della galleria a circa metà
percorso. Quanto basta per dire che i tempi indicati difficilmente potranno
essere rispettati, soprattutto alla luce di quanto si è verificato negli ultimi
anni. Il commissario straordinario ha garantito che a breve verranno firmate le
convenzioni con la Comunità montana per lo svincolo che dalla “superstrada”
porta all’ospedale di Esine e per l’allargamento della strettoia del ponte Dazza
di Sonico. Pendoli ha richiamato l’attenzione di Pagliano sulla necessità di
mettere in sicurezza le gallerie di Pisogne e Lovere, per le quali la Comunità
montana di Vallecamonica ha già avanzato indicazioni precise per migliorare la
transitabilità e la sosta all’interno delle stesse. Per la 39 dell’Aprica
l’assessore Pendoli ha sollecitato l’acquisizione in tempi brevi della perizia
geologica per far partire i previsti lavori di ampliamento e messa in sicurezza
di alcuni tratti.
BRESCIAOGGI 15 MARZO
2003
Viabilità: il commissario Anas assicura: non ci saranno
altri ritardi per la 510
Capodiponte-Sellero: trovati 155 milioni
di Luciano Ranzanici
L’incontro che si è tenuto
ieri l’altro a Milano, nella sede dell’Anas, si è rivelato oltremodo fruttuoso
per il presidente della Comunità montana della Valcamonica, Giampiero De Toni, e
per l’assessore alla Viabilità Mario Pendoli.
I due esponenti dell’ente comprensoriale camuno avevano chiesto di incontrare il
commissario straordinario del Compartimento della Lombardia dell’Ente Strade per
una verifica sulla viabilità valligiana. E l’ingegner Pietro Pagliano non è
stato avaro di novità, dopo la doccia fredda di poco più di due settimane fa
dello slittamento dell’apertura del tratto iseano della «510», prevista in un
primo tempo entro l’estate.
I responsabili dell’Anas regionale hanno confermato innanzitutto che il tratto
della «Sebina» sarà percorribile entro dicembre, rendendo così possibile il
collegamento diretto fra Breno e Brescia.
L’ingegner Pagliano ha poi comunicato a De Toni e Pendoli altre importanti
novità per la tormentata viabilità camuna: per il completamento dei lotti della
superstrada fra Capodiponte e Sellero l’ingegnere ha garantito la disponibilità
di 155 milioni di euro, previa la riprogettazione del tratto e la messa in gara
entro la fine d’anno.
Il commissario straordinario ha poi promesso che a breve scadenza saranno
sottoscritte le convenzioni per la realizzazione, utilizzando i finanziamenti
regionali erogati alla stessa Comunità montana, dell’attesissimo svincolo della
superstrada che consentirà il collegamento diretto con l’Ospedale di
Vallecamonica di Esine e l’ampliamento della strozzatura sulla strada statale 42
in località Ponte Dazza, in territorio di Sonico.
Dal canto suo l’assessore Pendoli ha sottolineato all’ingegner Pagliano
l’esigenza di un urgente intervento per la messa in sicurezza delle gallerie di
Pisogne e Lovere, informandolo che la Comunità montana, a suo tempo, aveva già
provveduto ad indicare all’Anas, alle province di Brescia e Bergamo e alle due
prefetture, una serie di accorgimenti per migliorare le condizioni di
transitabilità e di sosta nei due tunnel.
Pendoli ha infine sollecitato il commissario straordinario ad acquisire
velocemente la nuova perizia geologica per poter finalmente dare il via ai
lavori di allargamento e di sistemazione della strada statale 39 dell’Aprica.
Al termine dell’incontro il presidente Giampiero De Toni ha mostrato una
«prudenziale soddisfazione» circa le proposte dell’ingegner Pagliano, ma
scottato dalle precedenti esperienze sul tema, ha dichiarato senza mezzi termini
che «quanto è stato riferito dal commissario straordinario dell’Anas è per noi
l’indicazione di un impegno nei confronti dei camuni, che non potranno tollerare
altri rinvii.
«Quella dell’ingegner Pagliano è l’ultima parola che possiamo accettare: ora
dovranno seguire i fatti. Nei prossimi mesi promuoveremo alcune iniziative per
monitorare questi impegni e per far sentire all’Anas e al ministero che la
pazienza dei camuni è finita».
BRESCIAOGGI 27 MARZO 2003
Il consigliere regionale Peroni: «Presto percorribile il
tratto Breno-Capodiponte
Pronti anche 155 milioni di euro per gli altri lotti
di Luciano Ranzanici
Nel 2004 sarà agibile la
superstrada nel tratto da Breno a Capo di Ponte. I milioni di euro per
completare il quarto, il quinto e il sesto lotto sono pronti: i tempi di
realizzazione non slitteranno oltre. È quanto è emerso dal tavolo tecnico
convocato ieri da Margherita Peroni, consigliere regionale e presidente della
Commissione Territorio e Viabilità della Regione. Un incontro che ha consentito
di fare chiarezza sulla viabilità camuno-sebina proprio con riferimenti ai lotti
delle strade provinciali 510 e 42.
«Finalmente - ha detto la presidente della Commissione regionale - posso
annunciare che sono stati stanziati 155 milioni di euro per il quarto, il quinto
e il sesto lotto della superstrada della Vallecamonica». La Regione ha investito
5 milioni. «Per quanto riguarda l’effettiva percorribilità dei tratti, dopo
l’incontro avvenuto in mattinata, assodata la realizzazione dell’opera nella sua
completezza, mi sento di affermare che si può prevedere anche il parziale
utilizzo della superstrada da Breno a Capo di Ponte già dal prossimo anno».
Alla riunione svoltasi a Milano hanno preso parte, oltre alla Peroni, il nuovo
staff dell’Anas al completo, con il capo compartimento ingegner Pagliano,
l’ingegnere capo Mucilli e l’ingegnere Salvatore, nuovo direttore dei lavori e
responsabile quindi dei lotti della 510 e della 42, per la Provincia Lucia
Falappi, per le Comunità montane Giampiero De Toni (presidente camuno) ed Enrico
Serioli (assessore al Sebino).
Da quando è stato costituito il tavolo tecnico (formato dai rappresentanti di
Regione, Anas, Provincia, Prefettura, Comunità Montane di Vallecamonica e
Sebino) Margherita Peroni convoca periodicamente i vertici per una verifica
sull’andamento dei tratti della viabilità camuno-sebina. Fin dal 2002 vengono
costantemente monitorati ed esaminati i lotti e le loro problematiche.
Durante l’incontro di ieri, l’ingegner Pagliano ha tenuto a precisare che le
gare per ogni lotto non sono «chiavi in mano»: ad ogni gara ne seguono altre per
le opere cosiddette infrastrutturali (guard-rail, cartellonistica, segnaletica,
illuminazione, ventilazione, manto d’usura...). Da qui i ritardi di consegna del
tratto sino ad Iseo della 510, ai quali ha contribuito pure in modo non
indifferente lo stesso commissariamento dell’Anas. Il capo compartimento ha
comunque assicurato che le opere principali sono state concluse e che nei
prossimi giorni verranno aperti i bandi per i lavori residui al termine dei
quali, entro fine anno, il tratto sarà aperto.
Nel corso dell’incontro in Regione sono stati presi in esame anche i lotti della
strada provinciale 42 ed in particolare il più problematico, il quarto, bloccato
a Capo di Ponte per il rinvenimento di un masso istoriato. Superato lo scoglio
Badetto di Ceto con la galleria che sarà ultimata entro ottobre, l’ingegner
Pagliano ha annunciato che il quinto ed il sesto lotto saranno oggetto di una
progettazione unica. Dopo l’ultimazione del progetto preliminare del quarto e
previa una ulteriore verifica con la Sovrintendenza, si indirà la conferenza dei
servizi per i pareri urbanistici ed ambientali. A questi adempimenti seguirà la
predisposizione del relativo progetto, che è stato finanziato del tutto.
BRESCIAOGGI 18 APRILE
2003
Date sicure per i cantieri lungo la 42 e la Sebina
Orientale
di Emanuele Turelli
Ogni tanto arriva una buona
notizia per la viabilità camuna, sempre in attesa di interventi risolutivi che
stentano a concretizzarsi. Ora pare che la lunga e difficile storia che
interessa due delle principali arterie della valle possa concludersi
rapidamente. E questo perché l’Anas ha confermato il rispetto dei tempi fissati
con l’arrivo del nuovo commissario sia per la statale 42 del Tonale, sia per la
510 Sebina Orientale. Ciò significa che la Sebina aprirà entro la fine di
quest’anno, mentre la nuova 42 dovrebbe essere operativa entro l’estate del
2004. L’Anas ha infatti approvato - ed è questa la vera novità - un ulteriore
finanziamento per l’ultimo tratto della 42 pari a 45 milioni di euro. Si tratta
del lotto VI, secondo stralcio.
Le conferme arrivano dalle conclusioni del vertice che si è tenuto nei giorni
scorsi con la direzione generale dell’azienda per fare il punto sullo stato di
avanzamento dei lavori nei cantieri per il miglioramento della viabilità camuna.
All’incontro erano presenti il direttore generale della società, l’ingegner
Francesco Sabato, il commissario del dipartimento Anas di Milano, ingegner Luigi
Pagliano, e il parlamentare camuno Davide Caparini.
Con la nuova somma stanziata si arriverà a un finanziamento totale di 200
milioni di euro, che andrà a coprire il costo per il completamento del tratto
che da Demo porterà fino alle porte di Edolo. Il finanziamento originario era di
155 milioni di euro. Resta da verificare il progetto per l’attraversamento di
Capodiponte: in questo caso l’Anas ha optato per la soluzione in galleria. Ma
sarà la Sovrintendenza della Regione a vagliare il piano in questione e a dire
l’ultima parola. Successivamente il piano di intervento dovrà essere approvato
dalla conferenza di servizi.
«Il tratto di strada da Breno a Capodiponte è oggi realizzato al 50 per cento -
ricorda e conferma Caparini -. I vertici dell’Anas ne hanno confermato
l’apertura per la metà del 2004, e hanno ribadito l’apertura della statale 510
entro la fine del 2003».
E gli ultimi problemi giudiziari che hanno colpito l’azienda? «Ovviamente chi
pensa che le vicende giudiziarie non abbiano creato ritardi e problemi nei
cantieri aperti in Valcamonica è un illuso. Non potrebbe essere altrimenti,
considerando che il costo complessivo dell’intera opera è vicino ai mille
miliardi di vecchie lire e che, purtroppo, le occasioni per appropriarsi di
soldi pubblici non sono mancate».
GIORNALE DI BRESCIA
18 APRILE 2003
Riaperto il cantiere del quarto lotto della Superstrada tra
Breno e Capodiponte
Gia asfaltati lunghi tratti di carreggiata in territorio di
Niardo e Braone
di Gian Mario Martinazzoli
Il quarto lotto della nuova statale 42, in corso di
realizzazione tra Breno e Capodiponte, sembra essersi risvegliato da un sonno
durato qualche anno. Nelle ultime settimane sono stati asfaltati lunghi tratti
di carreggiata in territorio di Niardo e di Braone, compreso lo svincolo a nord
di Breno. Lungo il viadotto iniziale del tratto in questione in questi giorni
gli operai stanno posando i guard-rail di protezione, ad indicare che l’opera è
a buon punto. Ma soprattutto sono iniziati i lavori di costruzione della
galleria di Badetto di Ceto che secondo il progetto sarà lunga settecento metri.
Grossi automezzi risalgono in questo periodo la Vallecamonica trasportando le
semiarcate prefabbricate che, congiunte, costituiscono la volta della nuova
galleria. Una cinquantina di metri è già stata realizzata e tutto lascia pensare
che, di questo passo, nel giro di qualche mese si potrà ottenere il risultato
tanto sperato. Per gli abitanti della popolosa frazione di Ceto è una vera e
propria boccata d’ossigeno, e non solo metaforicamente. E’ facile immaginare
quale sarebbe stato l’impatto negativo di una strada che avesse attraversato a
cielo aperto una zona dove le finestre delle abitazioni si trovano, in qualche
caso, a meno di trenta metri dal tracciato previsto nel progetto originale. La
realizzazione della galleria premia anche il Comitato che negli ultimi anni si è
battuto con determinazione per ottenere che il tracciato in trincea venisse
appunto cambiato in percorso coperto. Tutto bene, dunque, per il tratto del
quarto lotto che porta fino alle porte di Nadro di Ceto. Purtroppo, però,
accanto alle notizie positive non mancano gli ostacoli. Resta infatti da
risolvere il problema della galleria che dovrebbe sbucare a Capodiponte nella
zona dove si trovano importanti incisioni preistoriche che la Sovrintendenza ai
beni archeologici della Lombardia è intenzionata a tutelare senza ammettere
eccezioni. Stando così le cose, il lotto non potrà essere completato secondo il
progetto approvato a suo tempo. Una soluzione possibile, affacciatasi
nell’ultimo periodo, potrebbe essere quella di abbassare il livello del
tracciato, così da evitare la zona protetta. Per ora, però, su questo fronte non
c’è ancora nulla di ufficiale. Alle porte di Capodiponte resta dunque un tappo
che penalizza tutta la viabilità della medio-alta Vallecamonica. Il buon senso
chiede che si faccia il possibile per rimuoverlo al più presto.
GIORNALE DI BRESCIA
13 MAGGIO 2003
Darfo Boario Terme. Presentato dall’assessore provinciale
Mauro Parolini il documento che «porterà al miglioramento delle condizioni di
circolazione stradale»
De Toni e Mensi: va potenziato e integrato il trasporto sui
ferrovia
di Lucia Sterni
Il piano della viabilità della Provincia di Brescia è il
documento all’interno del quale s’inseriscono tutte le iniziative per il
miglioramento del sistema della mobilità su gomma non di linea del territorio
provinciale. Da tale documento prendono avvio le attività per l’analisi del
sistema viario esistente e delle relative criticità, oltre che lo studio e
l’elaborazione di scenari di sviluppo prevedibili entro i quali valutare in modo
coordinato le iniziative già in essere da parte della nostra Provincia. La
presentazione del Piano della viabilità ai sindaci, ai rappresentanti delle
Comunità montane e dei Comuni della Valcamonica, Sebino e Franciacorta è
avvenuta ieri sera al Centro Congressi di Boario Terme a cura dell’assessore
provinciale ai Lavori pubblici, Mauro Parolini, e del presidente Guido Rossini
della VI Commissione provinciale, affiancati dall’assessore provinciale al
Bilancio, Corrado Ghirardelli, e da Carlo Faccin, Luisa Zavanella e Marica
Scolari, facenti parte del gruppo di lavoro dello stesso progetto. «Il nostro
piano si prefigura come strumento attraverso il quale si elaborano i criteri di
pianificazione della viabilità - precisa l’assessore Parolini -, al fine di
promuovere dinamiche di sviluppo sostenibile del territorio provinciale
attraverso il miglioramento dell’accessibilità, la riduzione dei livelli di
incidentalità, il miglioramento delle condizioni di circolazione stradale e
quindi, della qualità della vita dei bresciani e la riduzione degli impatti
negativi del traffico veicolare sull’ambiente». Dopo la presentazione di ieri, i
sindaci, a detta dello stesso Parolini, avranno la possibilità, entro i prossimi
venti giorni, di presentare osservazioni scritte allo stesso Piano che sarà
approvato, si prevede entro l’estate, dal Consiglio provinciale e, quindi,
acquisito dal Piano territoriale di coordinamento provinciale. Al termine della
presentazione, il presidente della Comunità montana camuna e sindaco di Edolo,
Gianpiero De Toni, ha sollecitato la Provincia a farsi carico di due questioni,
lo sviluppo e potenziamento della linea ferroviaria Brescia-Iseo-Edolo, quale
alternativa alla tratta viaria inadeguata del comprensorio camuno-sebino, e le
date sull’inizio dei lavori della statale 42. Il presidente del Bim e sindaco di
Breno, Edoardo Mensi, ha sottolineato invece l’importanza dell’integrazione dei
trasporti, eliminando le tratte degli autobus per favorire quelle ferroviarie e
collegando con un adeguato servizio di trasporti i piccoli paesi di montagna con
le stazioni ferroviarie.
GIORNALE DI BRESCIA 13 MAGGIO
2003
Darfo
di ...
DARFO - L’Anas ha messo a disposizione i fondi per IV, V, VI
lotto della statale 42 «del Tonale e della Mendola», continuando l’iter
dell’approvazione del progetto; inoltre assicura la prosecuzione dei lavori
lungo i cantieri della statale 510 Sebina Orientale. Quanto alla statale 39
«dell’Aprica», l’Anas vuole appaltare i lavori in tempi brevi. Questo è quanto
emerso nell’ultimo incontro, risalente alla scorsa settimana, tra la nostra
Provincia e i vertici dell’Anas di Roma, a detta dello stesso assessore ai
Lavori pubblici, Mauro Parolini, il quale assicura che la stessa Provincia, dopo
aver messo in sicurezza la galleria «Trentapassi» con la nuova segnaletica, a
breve, provvederà anche all’illuminazione delle altre gallerie lungo la ex
statale 510.
GIORNALE DI BRESCIA 13 MAGGIO 2003
di ...
DARFO - Tra le opere inserite nel Piano provinciale, per la ex
statale 469 Sebina Occidentale, variante agli abitati di Capriolo, Paratico,
Clusane e Sarnico, è stato finanziato il tratto fino alla provinciale 96;
redatto anche lo studio di prefattibilità ambientale della tratta tra la
variante sud di Capriolo e Paratico e Sarnico. Per quanto riguarda la
provinciale 17 Adro-Chiari-Cizzago, il progetto di variante all’abitato di
Chiari è stato finanziato dal Comune solo per la tratta a sud della ferrovia,
mentre la tratta a nord di collegamento alla ex statale 469 è inserita nel
progetto BreBeMi; per la variante di Adro è in costruzione la tratta compresa
tra la ex statale 469 e il tracciato autostradale ed è finanziata la tratta
successiva tra questo e l'intersezione con la provinciale 17. Sulla ex statale
510 «Sebina orientale» è inserito, ma non finanziato, il progetto di variante
tra Vello e Toline.
BRESCIAOGGI 13 MAGGIO
2003
Viabilità: buone notizie sui lavori della superstrada
di Giuseppe Cappitta
Buone notizie, da Darfo
Boario, per la viabilità camuna. Le ha portate l’assessore ai Lavori pubblici
della Provincia di Brescia, Mauro Parolini, ospite ieri pomeriggio al Centro
Congressi per la presentazione del Piano della viabilità provinciale, area
Sebino e Valle Camonica. «La scorsa settimana - ha detto Parolini - sono stato a
Roma dal direttore generale dell’Anas al quale ho ribadito che i cantieri della
510 sono per noi una priorità assoluta e che ulteriori ritardi non sarebbero né
capiti né tollerati. Mi sono state date ampie assicurazioni e mi è stato detto
inoltre che nel bilancio 2003 sono a disposizione tutti i fondi necessari per
appaltare i lavori del 4°, 5° e 6° lotto della ss 42. L’opera, quindi, potrà
essere appaltata quanto prima interamente.
«L’obiettivo della Provincia - ha sottolineato - sarà da oggi quello di non
perdere ulteriore tempo. L’Anas ci ha chiesto inoltre di adempiere, al più
presto, alla consegna della progettazione relativa alla variante dell’ultimo
lotto, fino ad Edolo. E lo faremo presto perché l’approvazione del progetto sta
andando avanti senza intoppi».
La notizia, accolta in silenzio dai presenti, ha concluso l’intervento di
Parolini sul Piano della viabilità provinciale, un piano - ha detto - che «si
prefigura come strumento attraverso il quale si elaborano i criteri di
pianificazione della viabilità, al fine di promuovere dinamiche di sviluppo
sostenibile del territorio».
Nella sua relazione, Parolini era assistito dal consigliere Guido Rossini,
estensore del progetto relativo alla Valcamonica, al Sebino e alla Franciacorta,
dal vice presidente della Provincia Corrado Ghirardelli, da Luisa Zavarella e
Monica Scolari, del gruppo di lavoro del Piano. In sala una cinquantina di
amministratori camuni e franciacortini, soprattutto sindaci e rappresentanti
delle tre Comunità montane e del Bim. Fra i presidenti, Giampiero De Toni
(presidente della Comunità) ed Edoardo Mensi (presidente del Bim).
Nell’indicare gli obiettivi del Piano, e nell’illustrare gli interventi
nell’area bresciana, un riferimento è stato fatto al collegamento con i Paesi
dell’Est e alla necessità di fissare limiti alla crescita stradale, che non può
essere illimitata perché il territorio non può essere continuamente modificato.
Per Parolini, inoltre, c’è necessità che i caselli delle autostrade diventino
«luoghi di scambio» e che la ferrovia diventi sempre più alternativa al traffico
via gomma. Il breve dibattito successivo ha sottolineato l’esigenza che il
Piano tenga conto delle aree più deboli; che non vengano dimenticate le strade
intervallive; che ci sia sinergia tra ferrovia e gomma; che la Provincia si
faccia carico di dare credibilità alla Iseo-Edolo che, così come è, non ha
ragione di esistere. Risposte rassicuranti sono venute anche per gli interventi
sulla ss 39 dell’Aprica: «Anche questa strada è nei piani dell’Anas. I
finanziamenti - ha concluso Parolini - ci sono e come Provincia ci adopereremo
perché siano spesi al più presto».
BRESCIAOGGI 16 MAGGIO
2003
Ceto. Per la superstrada
di Luciano Ranzanici
«L’Anas a partire dallo scorso
10 maggio sta provvedendo al pagamento dei terreni espropriati ai legittimi
proprietari di Breno, Braone, Niardo e Ceto per l’edificazione del quarto lotto
della superstrada». Così Giovanna Bonomi, presidente del «Comitato di Badetto di
Ceto», annuncia con soddisfazione l’operazione in corso, che riguarda circa
quattrocento privati. In tempi relativamente brevi (analogo intervento relativo
al tratto Darfo-Breno aveva comportato tempi addirittura biblici per i
proprietari dei terreni sul territorio di Esine, ndr) l’Anas sta effettuando
direttamente i bonifici sui conti correnti degli interessati oppure sta inviando
a domicilio gli assegni circolari dell’importo pattuito.
La battagliera signora che con il suo comitato ha avuto una parte assolutamente
determinante nella realizzazione della galleria del Badetto, sostiene che circa
l’80% dei proprietari è stato liquidato o si trova con la pratica in via di
perfezionamento.
In questi anni i residenti della frazione di Ceto, vedendo che le loro
abitazioni erano situate a pochissimi metri dal tracciato della superstrada, si
sono attivati costituendosi in un comitato spontaneo presieduto da Giovanna
Bonomi.
Gli abitanti della frazione di Ceto hanno «marcato stretto» i vertici delle
istituzioni, dal Comune di Ceto alla Provincia, dalla Regione all’Anas, al
ministero dei Lavori pubblici e di politici nostrani ed infine hanno vinto la
loro battaglia.
Giovanna Bonomi sta seguendo da vicino la costruzione della galleria artificiale
ed in questo momento si sta dedicando essenzialmente agli indennizzi per i
terreni espropriati.
«Ho la certezza che l’Anas sta operando al meglio per effettuare i pagamenti e
comunque invito i titolari dei beni che non l’avessero ancora fatto, a
presentarsi nei Comuni di appartenenza con le fotocopie catastali che attestano
la proprietà. Per quanto di mia competenza, sono disponibile per ogni evenienza
ed il mio numero di cellulare è 347 2304242». I cittadini del Badetto di Ceto
interessati agli espropri hanno già ricevuto i rimborsi nel 2001 e nell’arco di
breve tempo si spera che anche i proprietari di terreni nei comuni di Breno,
Braone e Niardo seguiranno eguale sorte.
GIORNALE DI BRESCIA
20 MAGGIO 2003
Il Consiglio d’amministrazione dell’ente ha inserito
l’importo nel bilancio 2003. Forse più vicini i lavori dei lotti da Breno a
Edolo
di ...
La storia infinita della variante alla statale 42 della
Valcamonica sembra essere arrivata ad una svolta. Il Consiglio d’amministrazione
dell’Anas, riunitosi ieri a Roma, ha previsto nel bilancio del 2003 di erogare
220,4 milioni di euro per i lavori di ammodernamento e il completamento di tre
lotti (IV, V e VI secondo stralcio) che saranno appaltati entro la fine del
2003.
L’assessore provinciale ai Lavori pubblici, Mauro Parolini,
esprime la sua soddisfazione. «L’Anas ha fatto un passo fondamentale – ha detto
l’assessore –. Dopo anni di immobilismo si è rimosso in movimento e la scossa di
questo governo l’ha reso di nuovo operativo».
Per quanto riguarda i finanziamenti previsti, spiega Parolini,
«sono nel bilancio del 2003 e quindi si possono riaprire i cantieri quanto
prima». Anche il presidente della Provincia, Alberto Cavalli, esprime
apprezzamento per la decisione dell’Anas. «La rilevanza dell’importo viene
incontro alla Val Camonica che per anni è stata trascurata e dimenticata. L’Anas
ha deciso di mettere il piede sull’acceleratore, e se come abbiamo ragione di
sperare entro la fine dell’anno verranno conclusi i lavori sulla Sebina
Orientale, il 2003 potrà essere considerato un anno felice per la Val Camonica.
Con queste opere può trovare un rilancio per il mondo produttivo, per il turismo
e la cultura».
Le opere comportano lavori di ammodernamento nel tratto che da
Darfo conduce fino a Edolo con le varianti ai centri abitati di Braone, Ceto,
Niardo e Nadro. Inoltre si farà un tunnel per risolvere il nodo
dell’attraversamento del territorio del Comune di Ceto in località Badetto. La
galleria, lunga 754 metri e larga 10 e mezzo, costerà 5,5 milioni di euro. Ma
procediamo con ordine.
Il IV lotto prevede, come detto, varianti agli abitati di
Niardo, Braone, Ceto e Nadro. La vicenda si protrae da almeno dieci anni e come
ha ricordato il presidente Cavalli «In questo momento la volontà di Anas è
quella di qualificarsi come ente che realizza dopo molti anni di negligenza,
durante i quali i progetti rimanevano bloccati».
Il V e VI lotto 1º stralcio prevede invece opere per realizzare
varianti agli abitati di Capodiponte, Sellero e Cedegolo, inoltre si prevede la
costruzione di una galleria di collegamento fra i due lotti.
Infine il secondo stralcio del VI lotto, il cui progetto è
stato redatta dalla Provincia e dalla Comunità montana di Valle Camonica,
prevede delle varianti agli abitati di Cedegolo e Malonno.
L’importo previsto dal bilancio Anas è quello più alto per i
cantieri lombardi. Infatti ai 220 milioni di euro destinati alla statale 42 si
aggiungono i 113 per i cantieri della Valtellina. «Questa è la dimostrazione –
ha concluso Cavalli – che lo sforzo dell’amministrazione provinciale e dei
parlamentari bresciani ha prodotto esiti positivi. Ma questo grazie anche al
valore dei progetti che abbiamo presentato.
BRESCIAOGGI 5 GIUGNO
2003
L’assessore Parolini assicura: la Provincia anticiperà i
tempi rispetto all’Anas
La strada agibile per l’inaugurazione al Maniva
di Luciano Ranzanici – Edmondo Bertussi
La strada delle Tre Valli sarà
transitabile dal 15 giugno. Questo è l’impegno che si è assunto l’assessore ai
Lavori pubblici Mauro Parolini: «La Provincia farà il possibile, al più presto,
per aprire al transito completamente la strada provinciale 669, che dal Gaver
sale al passo Croce Domini e si incrocia poi con la 345 che collega il Maniva
con Breno, consentendo soprattutto ai turisti, quelli motorizzati in
particolare, di scendere dal passo di Croce Domini fino in Valcamonica». In
verità da una decina di giorni è stato reso agibile il tratto di strada fra
Bazena e Croce Domini e gli operai della Provincia hanno pure provveduto a
ripulire cinque chilometri di strada dal Gaver alla località Cadino.
Parolini non nasconde le difficoltà incontrate nelle operazioni di sistemazione
e di ripristino della 669, che in diversi punti è stata seriamente danneggiata
dalle precipitazioni a valle di numerose slavine durante l’inverno, che hanno
provocato crolli e ampie crepe nella carreggiata.
«Come se ciò non fosse bastato - spiega Parolini - ai succitati danni si sono
aggiunti lo sfondamento di alcuni tombotti e le recenti impreviste nevicate». La
provinciale 669 è stata ripulita fra i chilometri 23 e 28 e da giugno è agibile,
mentre il tratto compreso fra il passo di Croce Domini e l’incrocio con la
strada statale 345 delle Tre Valli, direzione Collio, con ogni probabilità sarà
riaperto il 15 giugno.
Questo è l’impegno preso dall’assessore Parolini, che legittimamente tiene a
sottolineare comunque che «quando la strada era affidata alle cure dell’Anas, i
tempi erano di certo più lunghi. Riteniamo di essere quindi in linea con le
scadenze che ci eravamo prefissati, considerato che taluni deprecabili
imprevisti (cedimento dei tombotti, nevicate ecc.) hanno in parte contrastato le
nostre previsioni».
Sul versante valtrumplino, intanto, è stata aperta la strada alta del Maniva
fino al Dosso dei Galli. Si transita quindi sulla strada 345 ma solo fino ai
radar, in pratica dove finisce l'asfalto.
Oltre, sullo sterrato che porta al Passo di Croce Domini, da dove si può
scendere verso Gaver da una parte e Breno dall'altra, cumuli di neve impediscono
ancora l'apertura.
Ma i mezzi della Provincia stanno lavorando alacremente per rendere transitabile
la famosa strada d’alta quota - amatissima in particolare dai motociclisti e dai
bikers - entro domenica 15 giugno, la giornata nella quale è prevista
l’inaugurazione da parte del cardinale Gianbattista Re della nuova chiesetta
alpina costruita al passo Maniva e dedicata alla Madonna delle Tre Valli: in tal
modo i camuni da Breno, i valsabbini da Bagolino e i triumplini da Collio
potranno partecipare alla solenne cerimonia.
BRESCIAOGGI 6 GIUGNO
2003
Il famoso passo a 2652 metri transitabile dal 14 giugno, ma
in realtà si passa già
Resta il nodo galleria: sarà illuminata nel 2004
di Lino Febbrari
I passi alpini dell'alta
Valcamonica sono tra i più panoramici e frequentati (d'estate) di tutte le Alpi.
Dopo la lunga chiusura invernale,Vivione e Mortirolo sono stati riaperti da un
paio di settimane: sciolta la neve e ripulito il manto d'asfalto, i due
tracciati sono tornati percorribili in anticipo rispetto al passato, con grande
soddisfazione di tutti, turisti e operatori.
I cartelli che vietano il transito sul Gavia verranno invece tolti solo sabato
14 giugno, ma già da qualche giorno moto e auto superano - a proprio rischio e
pericolo -, il valico (2652 metri di quota) che collega Valcamonica e
Valtellina.
La prima arteria a riaprire i battenti è stata quella del Mortirolo.
L'interprovinciale che congiunge Monno a Mazzo in Valtellina (una trentina di
chilometri) , da oltre un decennio è la meta preferita dagli appassionati del
ciclismo, che affrontano le proibitive rampe per tentare di emulare le imprese
compiute al Giro d'Italia da Chioccioli, Pantani e compagni, grazie ai quali la
località è conosciuta in tutto il mondo.
Pochi giorni dopo l'apertura del Mortirolo è arrivato anche il semaforo verde
per l'ex statale 294 del Vivione che, attraverso l'omonimo passo a 1828 metri,
porta da Forno Allione a Schilpario e alla Val di Scalve.
Infine, il Gavia. «Il valico ufficialmente non è transitabile ma da venerdì
scorso, quando le due province hanno completato la pulizia, moto e auto vanno e
vengono a centinaia - commenta Silvano Bonetta, gestore del rifugio sul passo -.
Solo in alcuni punti, negli ultimi chilometri, ai lati della strada si trova
poco più di un metro di neve».
Rilevato che quest'inverno le precipitazioni nevose non sono state eccezionali,
e che di conseguenza il disgelo non ha provocato grossi problemi, le Province di
Brescia e di Sondrio, alle quali dal 2001 l'Anas ha passato la gestione del
tracciato, si sono adoperate fin dai primi di maggio per avviare i lavori di
ordinaria manutenzione.
«Effettivamente - prosegue Bonetta - gli interventi sono stati tempestivi e
risolutivi. Risalendo il versante bresciano ho avuto modo di notare l'accurata
pulizia delle cunette, mentre sul versante valtellinese sono stati realizzati a
tempo di record nuovi tombotti per captare le acque superficiali . Ribadisco
quanto ho già avuto modo di dichiarare lo scorso anno - conclude l'imprenditore
turistico -: quando il bandolo della matassa era nelle mani dell'Anas questi
interventi venivano attuati in tempi biblici, e, solo in rarissime occasioni e
guarda caso sempre in coincidenza del Giro d'Italia, il passo riapriva ai primi
di giugno».
Sul tappeto resta l'annosa questione della mancata illuminazione dei 300 metri
della galleria realizzata una decina di anni fa . Il buio ha sempre messo a
rischio le centinaia di ciclisti, richiamati sul Gavia dalle imprese dei
campioni. Prima di imboccare la galleria, molti mettono il piede a terra e
aspettano che transiti un'auto o una moto, per farsi illuminare il percorso.
Negli ultimi anni si sono verificati diversi incidenti. Per fortuna nulla di
particolarmente grave: diverse ginocchia sbucciate e qualche frattura.
«Fino al prossimo anno non potremo risolvere questo problema - premette
l'assessore provinciale Mauro Parolini - : dovremo reperire prima i fondi
necessari e poi stendere il relativo progetto. Quest'anno intendiamo mettere in
sicurezza il versante che si trova, per chi sale da Santa Apollonia, oltre la
galleria. Costruiremo un muro paravalanghe e opere accessorie. Potremmo partire
subito - conclude l'assessore - ma saremmo costretti a interrompere la
circolazione. Per questo stiamo pensando di rimandare l'avvio del cantiere alla
primavera 2004, in modo da concluderlo prima dell'apertura».
BRESCIAOGGI 12 GIUGNO
2003
Approvato il progetto di riqualificazione dell’ex statale.
Parla l’assessore Mauro Parolini
«Previsti 500mila euro per reti parasassi e sostegni
di Lino Febbrari
L’ex statale 300 non solo
riaprirà al traffico sabato, ma sarà presto interessata da lavori che la
renderanno più sicura e praticabile di prima. E’ stato infatti approvato il
progetto definitivo per la riqualificazione della strada conosciuta da tutti
come «Statale del Gavia». Lo ha annunciato, con particolare soddisfazione,
l’assessore ai Lavori Pubblici della Provincia di Brescia, Mauro Parolini.
L'assessorato provinciale ha previsto una spesa di 500mila euro per la messa in
sicurezza dell’arteria che, nel suo periodo di apertura al transito durante i
mesi estivi, è particolarmente trafficata per le bellezze ambientali e
naturalistiche che si possono ammirare lungo il percorso.
Il progetto di riqualificazione prevede, oltre all'installazione di reti
parasassi in legno e all'ancoraggio dei massi, la costruzione di un muro di
sostegno sulla parete rocciosa, per poter realizzare in futuro una galleria
artificiale.
Lungo molti tratti della statale, il progetto prevede la costruzione di cordoli
e muretti di sostegno e barriere di protezione per impedire cedimenti della sede
stradale. Tutti interventi si sono resi necessari per le caratteristiche della
Statale del Gavia, via montana che presenta un tracciato tortuoso e insidioso e
che, a causa delle forti nevicate, delle basse temperature e delle frequenti
valanghe e slavine, rimane chiusa al traffico per gran parte dell'anno.
La ristrettezza della carreggiata - varia dai 3 ai 4 metri - costringe gli
automobilisti a manovre molto difficoltose, accentuate dalle forti pendenze e da
pericolosi strapiombi che costeggiano la statale, in più tratti non dotata di
adeguate barriere di protezione. A rendere ancora più pericolosa questa stupenda
strada montana sono i frequenti smottamenti che si verificano sui pendii
sovrastanti la carreggiata e solitamente provocati dagli eventi atmosferici. Per
non parlare della mancata illuminazione dei 300 metri di galleria. Il buio ha
sempre messo a rischio le centinaia di ciclisti attratti dalla montagna che in
molte occasioni attendono il transito di un’auto o di una moto per farsi
illuminare il percorso.
L'Assessorato provinciale conta di assegnare l'appalto dei lavori entro fine
giugno per iniziare in luglio, compatibilmente con la necessità di mantenere
aperta al traffico la strada, dalla quale, come detto, verranno tolti i cartelli
che vietano al transito sabato (anche se già in questi giorni auto e moto
supereranno il valico a proprio rischio e pericolo).
Particolarmente soddisfatto il sindaco di Ponte di Legno Mario Bezzi: «E’ una
notizia che mi rende particolarmente felice. Per questo ringrazio la Provincia
di Brescia che ha dimostrato di voler intervenire con rapidità su questa strada
così importante per la Valle. La statale «Del Gavia» attraversa un’area
splendida, un vero e proprio patrimonio storico e turistico che va tutelato e
valorizzato. La messa in sicurezza della strada non può che avere riscontri
positivi anche sul fronte dell’affluenza e della promozione turistica».
BRESCIAOGGI 27 GIUGNO
2003
Le prime iniziative del neonato Comitato per la Valle
Camonica e il Sebino
Un corteo a piedi da Brescia con arrivo a Edolo
di Giuseppe Cappitta
«È un miracolo che i camuni
credano ancora nelle istituzioni e non si siano ribellati a questa situazione.
Il nostro compito è ora portare a termine delle opere bloccate per decenni da
motivi futili, perché solo così le istituzioni riacquisteranno credibilità».
L’impegno formulato un anno fa in Valcamonica dal ministro alle Infrastrutture
Pietro Lunardi è rimasto lettera morta. Disattesa anche la promessa del ministro
a proposito della statale 510: ai sindaci presenti durante la visita in Valle,
il rappresentante del governo aveva assicurato che l’opera «sarebbe stata
inaugurata entro la primavera del 2003». Quelle parole risuonano amaramente nei
ricordi delle comunità camuna ancora costrette a fare conti con una viabilità a
dir poco inadeguata.
Tanto più che ha parlare con tanta chiarezza e sicurezza, non era l’ultimo
assessore comunale o provinciale, ma un ministro giunto al capezzale della 510
con l’amministratore dell’Anas Vincenzo Pozzi e il cardinale Giovan Battista Re.
Ad un anno da quel briefing improvviso niente però, nella realtà della Valle
Camonica e del Basso Sebino, è cambiato. Ed infatti non c’è stata, ad oggi,
alcuna inaugurazione e quella prevista per la primavera del 2003 è già slittata
alla fine del corrente anno o, come qualcuno sarcasticamente osserva, «alla
prossima primavera quando si dovrà andare a votare». E ciò perché - si fa notare
da più parti - le strade camune possono essere più correttamente battezzate «le
strade delle elezioni», perché procedono un chilometro o due in occasione del
ricorso alle urne.
Quello che invece è cambiato, rispetto alla visita di Lunardi, è l’atteggiamento
degli abitanti del Sebino e della Valle Camonica, che danno l’impressione di
credere sempre meno nelle istituzioni. Uno scetticismo che potrebbe presto
sfociare in clamorose forme di protesta. Per il momento si è costituito un
Comitato per la viabilità in Valle Camonica-Sebino, con sede in Brescia, in via
Corsica, nella sede delle Acli. Come primo atto il Comitato promuove due
iniziative a cui aderirà la Comunità montana.
La prima porta il nome di «Tutti per la strada», ed è una marcia per la
viabilità in Valle Camonica-Sebino che, dal 14 al 20 settembre prossimi,
dovrebbe portare i partecipanti da Brescia a Edolo. «Da troppo tempo - dicono
gli organizzatori della marcia -, attendiamo che i lavori delle nostre strade
vengano finalmente portati a termine, ma in tutti questi anni le promesse
ripetute dalle autorità competenti non hanno avuto riscontro».
La secondo iniziativa è una raccolta di firme - quasi 5000 quelle già raccolte a
sentire il consigliere provinciale Paolo Pedersoli, del comitato organizzatore -
a sostegno di una petizione popolare per la viabilità camuno sebina. Con la
petizione si chiede: il completamento in tempi certi e brevi dei lavori delle ss
510 e 42; l’impegno politico scritto delle autorità competenti a fare rispettare
i termini di completamento dei lavori e di apertura al traffico; l’impegno
scritto delle autorità competenti per la messa in sicurezza in tempi brevi del
ss 510 e 42; la puntuale informazione ai cittadini sull’avanzamento dei lavori.
E mentre i cittadini utenti e non organizzano la loro protesta, al coro si
unisce il senatore Elidio De Paoli che, in data 24 giugno, ha presentato al
presidente del consiglio al ministero delle infrastrutture e a quello
dell’ambiente, una interrogazione a risposta scritta con la quale chiede, dopo
avere premesso «il completamento in tempi brevi dei lavori delle strade statali
affinché venga definitivamente risolto un problema che da 25 anni crea disagi
enormi alla cittadinanza».
BRESCIAOGGI 27 GIUGNO
2003
di Giuseppe Cappitta
Ss 42 e 510: le eterne
incompiute. I lavori per il loro completamento tengono banco, da oltre un
ventennio. «Vergogna» è il sostantivo più abusato che si legge a caratteri
cubitali sui pilastri di alcuni cantieri chiusi. Alla data odierna, infatti,
come ci assicura l’assessore alla Viabilità della Comunità Montana di Valle
Camonica Mario Pendoli, solo due sono i cantieri aperti: uno lungo la SS42 ed
uno sulla SS 510. Il cantiere sulla 42, «dove i lavori procedono con assoluta
regolarità e senza alcun intoppo», è quello che da Breno porta a Nadro di Ceto,
facente parte del lotto Breno-Capo di Ponte che tanti ritardi ha avuto per i
problemi legati al masso istoriato che, Capo di Ponte, ha imposto un diverso
percorso alla galleria perché andava ad impattare proprio contro il masso
istoriato e che, per la ferma volontà della Sovrintendenza, si è dovuto salvare.
I lavori si ritiene che possano essere consegnati entro la primavera del
prossimo anno o, al massimo, entro la prossima estate.
Discorso diverso quello riferito alla statale SS510, al tratto Iseo-Vello di
Marone, di cui il ministro Lunardi, nel suo sopralluogo ai cantieri nel giugno
dello scorso anno, aveva previsto l’ultimazione dei lavori e l’apertura entro
l’aprile del corrente anno. Poi si è parlato di fine giugno, ora si da per certa
l’apertura entro il prossimo 31 dicembre. Qui, sempre a sentire l’assessore
della Comunità Montana di Valle Camonica Mario Pendoli, i lavori sono in
dirittura d’arrivo.
BRESCIAOGGI 4 LUGLIO 2003
Gli amministratori locali
chiedono il potenziamento delle linee locali
«Indispensabile collegamento con
la Valtellina»
di Lino Febbrari
Il traforo
ferroviario del Mortirolo si farà. Per vedere completata l'imponente opera che
collegherà l'alta Valcamonica alla Valtellina sarà però necessario attendere
almeno il 2013.
Il tunnel rappresenterà il punto nevralgico delle future reti ferroviarie delle
Alpi che, nell'arco di una ventina di anni, congiungeranno il Nord del nostro
Paese al cuore dell'Europa. E' questo il convincimento dei sindaci camuni,
trentini e valtellinesi interessati al progetto, emerso al termine dell'incontro
svoltosi mercoledì pomeriggio, nell'aula consiliare del Municipio di Edolo. Per
rafforzare la loro convinzione, gli amministratori locali hanno sottoscritto un
documento, col quale chiedono alle tre Province (Brescia, Sondrio e Trento),
alle due Regioni (Lombardia e Trentino Alto Adige) e al ministero delle
Infrastrutture e dei Trasporti «di adottare tutte le misure e gli atti necessari
a dar corso al progetto di integrazione e potenziamento delle linee ferroviarie
esistenti, al fine di rilanciare lo sviluppo del territorio montano».
«E' un'occasione unica - ha esordito il padrone di casa Giampiero De Toni - per
sviluppare le tre vallate alpine confinanti. Che non si tratti di un nostro
sogno lo dimostra il cartiglio ritrovato negli archivi comunali di Corteno, in
cui nel 1909 già si parlava di realizzare una linea ferrata elettrificata tra
Edolo e Tirano».
L'incontro dell'altro ieri ha rappresentato il passo successivo al convegno
tenutosi lo scorso anno sul futuro della linea ferroviaria Brescia-Iseo-Edolo
nella rete alpina dei trasporti.
«Smantellarla o potenziarla? Questo il quesito che ci siamo posti un anno fa -
ha ricordato De Toni -. A distanza di alcuni mesi e dopo un'attenta riflessione,
sosteniamo a spada tratta che va potenziata e collegata alle reti trentina e
valtellinese. Se questi tre tronchi, oggi monchi e senza sbocchi, saranno
integrati tra loro, avremo la possibilità di realizzare veramente quella che
abbiamo definito la «Ferrovia dei ghiacciai», che in un futuro non troppo
lontano, permetterà ai turisti di partire da Cervinia e raggiungere le
Dolomiti».
La Comunità montana di Vallecamonica ha incaricato gli architetti Mario Lieta e
Gregorio Sterli di predisporre uno studio di fattibilità e il progetto
preliminare. «Tra le due attuali direttrici verso l'Europa, il Gottardo e il
Brennero, c'è una vasta area alpina, popolata da oltre un milione di persone,
che non ha un collegamento diretto con i Paesi d'oltralpe - ha sottolineato
l'architetto Lieta presentato il progetto -. Il traforo del Mortirolo e la
trasformazione delle tre ferrovie in un sistema ferroviario complessivo può
senza ombra di dubbio contribuire a rilanciare l'economia della Valcamonica,
della Valtellina e della Val di Sole». Va ricordato che la soluzione ferroviaria
è l'unica accettata da Germania e Svizzera. I due stati hanno detto chiaramente
no, in più di un'occasione, a nuove autostrade. Per questo motivo, la proposta
avanzata all'inizio degli anni Sessanta da parte di un gruppo di imprenditori
edolesi di costruire un nastro d'asfalto che collegasse Brescia a Ulm in
Germania attraverso il traforo stradale del Mortirolo, è stata definitivamente
abbandonata.
«I mezzi pesanti e le auto potranno eventualmente viaggiare a bordo dei convogli
ferroviari - ha evidenziato Lieta - il quale ha anche aggiunto che il tunnel tra
Edolo e Lovero in Valtellina (poco meno di 9 chilometri di lunghezza) dovrebbe
essere costruito a canna unica».
I più convinti della bontà della complessa operazione sono gli amministratori
trentini. I notevoli investimenti fatti negli scorsi anni hanno portato i binari
della ferrovia Trento-Malé ormai ai piedi del Tonale. Per trovare uno sbocco a
sud-ovest , l'ipotesi originaria sembrava privilegiare la deviazione a nord
verso il Gavia per raggiungere Bormio, in Valtellina.
Negli ultimi mesi, probabilmente grazie al pressing attuato da De Toni sui
colleghi trentini, la scelta è invece caduta sul proseguimento della ferrovia in
alta Vallecamonica fino a Edolo, per collegarla alla Brescia-Iseo-Edolo. E, una
volta forato il Mortirolo, alle reti valtellinese e svizzera.
GIORNALE DI BRESCIA 4 LUGLIO 2003
Edolo. Riunione tra i sindaci
dell’Alta Valcamonica, della Valtellina e della Val di Sole
Torna l’idea del traforo del
Mortirolo e di una linea Edolo-Tirano-Ossana
di Angelo Moreschi
Lo sviluppo complessivo del territorio camuno è fortemente
legato al tema delle comunicazioni. Il problema non è certo nuovo e se ne parla
da anni. In questo periodo l’attenzione è particolarmente rivolta al trasporto
ferroviario, con progetti e proposte per l’ammodernamento ed il rilancio del
sistema. Il soggetto propulsore di questa idea è la Comunità Montana di Valle
Camonica che ha raccolto a convegno nel maggio 2002 rappresentanti delle
istituzioni locali e statali per dibattere sul futuro ferroviario delle valli
montane. La proposta dell’ente comprensoriale valligiano ha suscitato vivo
interesse per le zone prive di linea ferroviaria come l’alta Valle Camonica, la
Val di Sole (in quella vallata però lo scorso 4 maggio è stato inaugurato il
nuovo tratto ferroviario Malè-Marilleva) e la Valtellina. Per approfondire il
problema, mercoledì scorso, su iniziativa della Comunità montana, i sindaci
interessati alla proposta si sono trovati in municipio a Edolo. Erano presenti
una decina di primi cittadini a rappresentare le tre valli alpine, l’assessore
alla Viabilità dell’ente comprensoriale camuno, Mario Pendoli ed alcuni tecnici.
Nell’incontro, coordinato da Giampiero De Toni, sindaco di Edolo e presidente
della Comunità Montana di Valle Camonica, gli interventi di tutti i presenti
sono ruotati attorno all’ipotesi di collegare tra loro le linee ferroviarie
della Valle Camonica, della Valtellina e della Val di Sole oltre che ammodernare
e rendere più efficienti le tratte esistenti. I tecnici (i professori Mai e
Lieta) si sono addentrati sulle possibili soluzioni ed hanno prospettato pure il
collegamento della rete ferroviaria intervalliva con i corridoi internazionali
che attraversano la Francia e la Germania. In programma il traforo del Mortirolo
per unire Valle Camonica e Valtellina e la costruzione della tratta ferroviaria
Edolo-Tonale-Ossana per collegarsi al Trentino. Una prima tappa per realizzare
quella che nel documento finale è stata definita «ferrovia dei ghiacciai, in
grado di attraversare orizzontalmente l’arco alpino ed unire in un’unica
suggestiva proposta turistica i bacini del Trentino, della Valle Camonica, della
Valtellina e della Svizzera». Gli amministratori presenti hanno dichiarato il
loro assenso allo sviluppo ed al potenziamento della rete ferroviaria alpina,
«al fine di promuovere tutte le opportune azioni per superare le difficoltà
della vita e del lavoro nelle aree montane che si manifestano nello spopolamento
dei paesi, nel degrado del paesaggio, nell’impoverimento progressivo delle
economie locali». Insomma è ora di cominciare a «delineare un più ampio reticolo
alpino di infrastrutture per la mobilità delle persone e delle merci ed al
servizio della principale risorsa economica locale, il turismo». I sindaci
promotori di questa iniziativa sono consapevoli delle difficoltà che tale
progetto ambizioso comporta e non le hanno ignorate, ma se l’iniziativa è
condivisa dai rappresentanti delle comunità locali, può avere un futuro,
coinvolgendo in primo luogo le Amministrazioni provinciali e regionali
territorialmente interessate, il Ministero delle infrastrutture, il presidente
della Commissione europea. Un sogno da mettere nel cassetto? I protagonisti lo
escludono e fedeli alla concretezza che contraddistingue la gente di montagna,
hanno sottoscritto un documento finale che riassume la filosofia della proposta
e sono state adottate precise decisioni. È stato istituito un gruppo di lavoro
formato dai sindaci di Tirano, Vermiglio ed Edolo. Il comitato, coordinato dalla
Comunità Montana di Valle Camonica risponde alla necessità di dare snellezza
alle future iniziative da intraprendere. Verrà predisposto un protocollo
d’intesa tra le istituzioni locali a sostegno del progetto «Una linea verso
l’Europa». Si metteranno a disposizione delle risorse economiche (da parte della
Comunità montana di Valle Camonica e dei Comuni interessati) per predisporre il
piano di fattibilità. Ci si adopererà per far inserire nei piani provinciali e
regionali la proposta del collegamento ferroviario. A settembre un nuovo
incontro per fare il punto della situazione.
BRESCIAOGGI 10 LUGLIO 2003
Viabilità. Il presidente della
Provincia, Alberto Cavalli, assicura: ultima data per la superstrada
Breno-Ceto a metà 2004 e 220
milioni per finire la Ss 42
di Sergio Botta
«La Provincia continuerà a
sollecitare l'Anas a rispettare gli impegni circa i tempi di attuazione delle
opere riguardanti l'ex statale 510 Sebina e la 42 del Tonale e della Mendola. I
bresciani e i camuni si sentono traditi da un comportamento continuamente
dilatatorio per porre fine ad un tormentone che dura da tredici anni».
Alberto Cavalli, presidente della Provincia, e Mauro Parolini, assessore ai
Lavori pubblici, si fanno interpreti delle proteste di chi attendeva, come
promesso, l'apertura della 510, proprio in questi giorni. «L'Anas - proseguono -
ha preso in giro anche il ministro Pietro Lunardi che aveva assicurato mesi fa
la conclusione dei lavori».
Tuttavia qualcosa si sta muovendo e si guarda a Natale come al periodo in cui si
prevede il taglio del nastro per il tratto Iseo-Pisogne e per il completamento
delle opere, in Valcamonica, del tratto fra Breno e Ceto, che sarà agibile dalla
primavera-estate 2004.
La Provincia ha voluto fare il punto della situazione per assicurare che sarà
questa l'ultima dilazione dei tempi d'attesa, illustrando a che punto sono i
vari interventi sulle due arterie. I due esponenti del Broletto hanno mirato
allo stato d'attuazione dei lavori, supportati dall'ingegner Carlo Faccin,
responsabile dell'Area tecnica.
Sono in fase di ultimazione sul quarto lotto della 510 (tratto da Iseo a
Sulzano) gli impianti tecnologici (illuminazione e ventilazione). Sono poi in
fase di conclusione le seguenti gare d'appalto: manto d'usura, illuminazione
svincolo del Bersaglio, giunti di dilatazione, barriere fonoassorbenti,
rivestimento delle murature. Inoltre, entro questa settimana, prenderà il via la
gara per la segnaletica verticale e orizzontale.
Spesa complessiva delle opere: 52 milioni di euro.
Riguardo sempre al quarto lotto tra Marone e Vello, i lavori principali sono
completati. Mancano all'appello la sistemazione dei torrenti, la realizzazione
di via delle Santelle dove è in corso la conclusione delle gara d'appalto,
mentre si partirà con le stesse modalità di prima con l'appalto della
segnaletica. L'intero pacchetto comporterà un onere di 41 milioni di euro.
Quanto al quinto lotto (Sulzano-Marone), siamo più o meno nelle stesse
condizioni per un importo di 57 milioni di euro.
Passando alla statale 42, nel tratto riguardante la Valcamonica c’è
un'importante novità. Il Consiglio d'amministrazione dell'Anas ha deliberato già
nel 2003 uno stanziamento di 220 milioni di euro (circa 440 miliardi di vecchie
lire) per completare la variante camuna fino a Malonno, ricordando la
suddivisione in tre lotti (Nadro-Capo di Ponte, Capo di Ponte-Sellero,
Sellero-Cedegolo (1° stralcio), Cedegolo-Malonno (2° stralcio).
Cavalli e Parolini evidenziano come l'Anas «stia dimostrando un sorprendente
interesse per la viabilità camuna, definendo risorse di grandi dimensioni».
Per il progetto è stata già bandita la gara d'affidamento per una spesa di 3,5
milioni di euro. Tuttavia, cavalli e Parolini hanno sottolineato come «l'Azienda
abbia recepito le sollecitazioni della Provincia con anni di ritardo,
dimostrando di non rendersi conto delle esigenze della gente camuna».
Infine, come si accennava, per il tratto Braone-Nadro di Ceto, si prevede
l'apertura nella primavera-inizio estate 2004 mentre le opere principali saranno
completate nel dicembre di quest'anno.
Il 14 luglio a Boario Terme, la Provincia ha convocato il Comitato di
coordinamento sebino-camuno sulla viabilità per illustrare la situazione.
GIORNALE DI BRESCIA 10 LUGLIO 2003
Il presidente della Provincia,
Cavalli, e l’assessore Parolini confermano: l’Anas sta rispettando i tempi, la
510 aperta a dicembre
Lunedì 14 luglio, a Boario
Terme, un incontro per fare il punto sulla situazione
di Roberto Ragazzi
V LOTTO SS 510 Sulzano-Marone I lavori principali sono in fase
di ultimazione. È stata ultimata la pavimentazione, mentre sono in corso le
opere per l’impianto di illuminazione, l’installazione dei giunti e del
guardrail. Sono in corso di progettazione esecutiva e già finanziati gli
svincoli di Zone e Tassano. Entro la prossima settimana ci sarà l’avvio della
gara d’appalto per la segnaletica mentre sono in corso le opere di mitigazione
ambientale. VI LOTTO SS 510 Marone-Vello Sono stati ultimati i lavori
principali. Sono invece in corso di ultimazione i lavori dell’impianto
elettrico. In conclusione di gara d’appalto per la sistemazione di torrenti.
Entro la prossima settimana ci sarà la gara d’appalto per la segnaletica
verticale e orizzontale. IV LOTTO SS42 Braone-Nadro di Ceto L’ultimazione delle
opere principali è prevista nel dicembre 2003. Secondo l’Anas l’apertura al
traffico potrebbe avvenire entro l’estate del 2004. Stanno proseguendo i lavori
di realizzazione della galleria di Badetto con contestuale realizzazione delle
murature in terra rinforzata. Lo stato di avanzamento dei lavori delle opere
principali assommano a circa il 62%. Mentre sono ancora da appaltare le opere di
segnaletica, illuminazione, barriere guardrail e fonoassorbenti. Infine per il
completamento del IV lotto, del V lotto e i due stralci del VI lotto sono stati
messi a disposizione dall’Anas nell’esercizio 2003 oltre 220 milioni di euro,
l’importo più alto previsto in un cantiere lombardo. Presto verrà indetta la
gara d’appalto per la stesura dei progetti. I cantieri potrebbero riaprire entro
giugno del 2004.
BRESCIAOGGI 12 LUGLIO
2003
Il sindacato replica alle
affermazioni dei promotori del gruppo di lavoro sul traffico
La Cgil si dissocia: «Ne
funziona già uno da tempo»
di Giuseppe Cappitta
E’ stato appena presentato ed
è già al centro di polemiche. Parliamo del Comitato per la viabilità di
Valcamonica-Sebino, e l’«incidente» è stato causato da un’affermazione fatta dai
promotori, Pierangelo Milesi e Marco Richini, relativa all’adesione dello stesso
organismo di forze sindacali del comprensorio. A non gradire l’affermazione è
stata proprio una di queste forze: la Cgil camuno-sebina.
Così è partita una lettera aperta indirizzata ai presidenti delle comunità
montane e ai segretari responsabili della Cisl e della Uil. In sostanza, la Cgil
contesta «l’avvenuta adesione al Comitato indicata da Pierangelo Milesi e Marco
Richini. Nessuno ha autorizzato l’uso della sigla della nostra organizzazione -
scrive la segreteria comprensoriale della Cgil -, anche perché da parte vostra,
una risposta ai problemi da noi sollevati non è mai formalmente arrivata».
Ed è proprio su questi problemi che si articola tutta la prima parte della
lettera aperta, che prende le mosse dal 3 aprile 2003 quando, in risposta a un
invito a costituire il Comitato per la viabilità notificato al sindacato, questo
rispose dichiarando la sua disponibilità a «rivitalizzare il Comitato che per
tanti anni ha lavorato per tentare di contribuire a risolvere i problemi dei
trasporti. Un organismo nato nel ’94 su iniziativa delle organizzazioni
sindacali e al quale successivamente avevano aderito comunità montane e
associazioni».
«Chi ha deciso - si chiede la segreteria Cgil - che quell’organismo non ha più
ragione di essere, e che non si deve tener conto del lavoro fatto negli anni da
quanti si erano impegnati per quell’obiettivo? Riteniamo che questa ultima
iniziativa poteva essere collocata dentro a quel comitato, che per tanti anni ha
saputo svolgere una dignitosa azione».
Domenico Ghirardi, Franco Ballerini e Giuseppe Lollio, tutti membri della
segreteria della Cgil e tutti firmatari della lettera aperta, ricordano anche di
avere sollevato le medesime osservazioni nel corso degli incontri tenutisi nelle
settimane scorse proprio per dar vita al nuovo organismo: in pratica, la Camera
del lavoro si era detta disposta a dar vita a un altro gruppo di lavoro solo se
le comunità montane, alle quali era stato affidato il compito di coordinare il
precedente, avessero dichiarato di ritenere che il ruolo di coordinamento loro
affidato non aveva più una funzione.
«Solo di fronte all’indisponibilità degli enti comprensoriali interessati - si
legge ancora nella lettera - a coordinare l’iniziativa e l’azione si potevano
mettere le basi per organizzarne qualcosa di nuovo. In tal caso ci sarebbe stata
l’esigenza di un comitato esecutivo che, in rappresentanza delle diverse
associazioni o enti, avrebbe dovuto dotarsi di alcuni coordinatori per
promuovere le iniziative con il massimo coinvolgimento. Ma questa precondizione
manca, e abbiamo la strana sensazione che ci si limiti a praticare un
protagonismo dell’ultima ora per ottenere un po’ di visibilità usando il
problema del traffico e delle strade».
GIORNALE DI BRESCIA
13 LUGLIO 2003
Lettera aperte del sindacato
camuno-sebino sulla viabilità
di ...
Prime reazioni e polemiche alla nascita del nuovo «Comitato
viabilità» nato nei giorni scorsi e presentato a Breno nella sede della Comunità
Montana. Tra le iniziative del neonato gruppo, anche la marcia dal titolo
«Tuttiperlastrada» che si svolgerà dal 14 al 20 settembre con partenza da
Brescia ed arrivo ad Edolo. In una lettera aperta, la Cgil Valcamonica Sebino
replica alle affermazioni dei promotori del gruppo: «L’iniziativa - scrivono
Ghirardi, Ballerini e Lollio della segreteria Cgil camuno sebina - avrebbe
potuto rivitalizzare il Comitato Viabilità nato nel 1994-1995 su iniziativa
delle organizzazioni sindacali. Chi ha deciso - si chiedono - che quel Comitato
non ha più ragione d’essere e perché occorre rimetterne in funzione un altro
senza tenere conto del lavoro profuso nel corso degli anni da quanti per
quell’obiettivo si erano impegnati? Solo di fronte alla indisponibilità degli
enti locali a coordinare l’iniziativa e l’azione del comitato si potevano
mettere le basi per organizzarne uno nuovo. Abbiamo la strana sensazione -
continuano nella lettera aperta i sindacati - che ci si limiti a svolgere un
protagonismo (anche se legittimo) dell’ultima ora, per ottenere un po’ di
visibilità usando il problema della viabilità. La sigla della nostra
organizzazione nessuno ha autorizzato ad usarla, anche perchè da parte vostra -
scrivono i responsabili di Cgil - una risposta ai problemi da voi sollevati non
è mai arrivata». «Stiamo raccogliendo le firme della petizione - concludono -.
Per ulteriori iniziative valuteremo il nostro grado di partecipazione».
BRESCIAOGGI 15 LUGLIO
2003
La Regione accelera la
liberalizzazione del trasporto locale e rilancia la ferrovia
Integrazione treno-bus: accordo
con la Provincia
di ...
Semaforo
verde della Giunta regionale della Lombardia, su proposta dell’assessore alle
Infrastrutture e Mobilità, Massimo Corsaro, ai contenuti delle prime tre gare
del servizio ferroviario regionale che riguardano le linee Brescia-Iseo-Edolo,
Varese-Gallarate-Pioltello (Passante ferroviario di Milano),
Milano-Molteno-Lecco e Como-Lecco. La gara per la ferrovia camuna sarà mista
ferro-gomma. Le decisioni assunte ieri rappresentano il «cuore» dei capitolati
di gara che, a breve, saranno pubblicati dalla Regione; vengono infatti
individuate le caratteristiche dei nuovi servizi ferroviari da affidare,
definite in modo da ottenere miglioramenti consistenti, pur in presenza ancora
di pesanti limiti infrastrutturali.
«La Regione Lombardia - spiega l’assessore Corsaro - conferma il proprio ruolo
di precursore nell’attuazione della liberalizzazione del trasporto pubblico
locale. Crediamo che la competizione sia lo stimolo più efficace per migliorare
il servizio.
«I progetti ai quali stiamo lavorando per queste tre gare prevedono infatti
incrementi di servizio del 20% (ma per quanto riguarda il servizio del Passante
di Milano si arriva fino al 35%). Sulle linee della Valcamonica, per le quali si
procederà all’affidamento contestuale dei servizi automobilistici e ferroviari,
si prevede inoltre anche una sostanziale riqualificazione del servizio
attraverso una forte integrazione dei diversi vettori».
La delibera contiene anche una ricognizione dettagliata del materiale rotabile
utilizzato sulle linee che andranno in gara: ciò consentirà alla Regione di
negoziare con Trenitalia le modalità perché tale materiale sia reso disponibile
a tutti i concorrenti, garantendo così parità di condizioni nella partecipazione
alla gara.
Questo passaggio in particolare è reso possibile dalla normativa che lo scorso
mese di maggio è stata approvata dal Consiglio regionale e che ha individuato il
materiale rotabile e i depositi tra le dotazioni patrimoniali essenziali allo
svolgimento dei servizi oggetto di affidamento con gara.
Accordo con le Ferrovie
. È stato contestualmente
approvato anche il testo dell’accordo che la Regione stipulerà con l’attuale
gestore delle infrastrutture ferroviarie, la Rete Ferroviaria Italiana (Rfi).
Esso attribuisce alla Regione, sulle linee che saranno messe a gara, il diritto
d’uso delle infrastrutture ferroviarie per tutti i nove anni di durata
dell’affidamento.
L’accordo, indispensabile per poter dare avvio alle gare, anticipa in realtà il
contenuto delle direttive comunitarie sulla liberalizzazione del trasporto
ferroviario, in corso di recepimento a livello nazionale.
Valcamonica . Con la
stessa delibera, la Giunta ha approvato anche l’accordo che sarà stipulato nei
prossimi giorni con la Provincia di Brescia per definire le modalità di gestione
congiunta delle gara per l’affidamento dei servizi automobilistici e ferroviari
della Valcamonica. Per la prima volta sarà quindi possibile unificare in una
sola gara il servizio di autobus, di competenza della Provincia, e il servizio
ferroviario, di competenza della Regione. In tal modo potrà essere garantita una
più efficace integrazione dei servizi.
Il programma triennale
. Per evidenziare ancor
meglio come la volontà della Regione sia quella di puntare sulle gare come
principale strumento per elevare gli standard qualitativi del servizio
ferroviario (puntualità, livelli adeguati di informazione, pulizia, ecc.),
l’assessore Corsaro ha proposto contestualmente all’approvazione della Giunta un
vero e proprio programma triennale (2004-2006) dei servizi.
«Per la prima volta vengono definiti, in modo organico e in un’ottica di medio
periodo, i progetti da realizzare nel prossimo triennio sulle linee. La Regione
- ha aggiunto Corsaro - ha deciso di esercitare la propria funzione di governo
del settore, assumendo un ruolo propulsore per la realizzazione di progetti allo
studio da anni; il piano predisposto prende atto della complessità del sistema e
della necessità di programmare azioni articolate e non episodiche».
L’ammodernamento ed il potenziamento delle infrastrutture ferroviarie, fino a
pochi anni fa rimandato e considerato meno prioritario rispetto allo sviluppo
della rete stradale, ha portato alla attuale situazione di ritardo e
inefficienza della rete ferroviaria.
«L’inefficacia e l’inefficienza delle infrastrutture ferroviarie - ha concluso
l’assessore - si ripercuotono necessariamente sulla qualità e quantità dei
servizi erogati. Il triennio 2004-2006 rappresenta perciò un arco temporale
essenziale per mettere a punto gli strumenti necessari a dare al sistema
ferroviario regionale l’efficienza e l’efficacia da tutti auspicata».
BRESCIAOGGI 15 LUGLIO 2003
Dopo la Cgil anche la segreteria
del partito di Bossi attacca: «Un gesto di grande arroganza»
di Giuseppe Cappitta
Un comitato, quello per la
viabilità in Valle Camonica-Sebino, forse nato sotto cattiva stella. E infatti,
a due mesi dalla partenza della sua prima staffetta, le contestazioni continuano
a piovere. Dopo quella della Cgil è arrivata, infatti, ieri, con motivazioni
diverse da quelle sindacali, la contestazione della Lega Nord Padania Valle
camonica con un comunicato a firma della segretaria provinciale Monica Rizzi.
«Il comitato per la viabilità costituitosi da poco come forma di protesta contro
i ritardi delle opere in corso - scrive la Rizzi - non piace alla Lega Nord
Padania. Il fatto che un comitato si riunisca per compiere una marcia da Brescia
Edolo a tre mesi dall’apertura della nuova statale 510 - continua la
rappresentante leghista - francamente ci sembra un gesto di grande arroganza e
di protesta gratuita».
Dopo avere ricordato il passato attivismo della Lega per contestare, negli anni
1996 e 1999, i ritardi nei lavori contribuendo, così, a sbloccare la situazione,
la segretaria provinciale della Lega Nord aggiunge: «E’ palese e non può
sfuggire a nessuno la matrice politica ai fini di strumentalizzazione elettorale
della formazione di questo comitato che, addirittura, chiede di farsi finanziare
dagli enti locali».
BRESCIAOGGI 16 LUGLIO
2003
Valcamonica
di ...
Nuove prese
di posizione a seguito della nascita del Nuovo Comitato per la Viabilità. In una
lettera il segretario della Cisl di Valcamonica Sebino, Roberto Ravelli Damioli
esprime «estremo stupore e dispiacere» per la lettera aperta con la quale la
Cgil Valcamonica Sebino si dichiara contraria al Nuovo Comitato. «Il metodo
scelto – si legge – riconferma l’ossessione del segretario generale della Cgil
di essere scavalcato e di perdere visibilità. Tutto serviva ai cittadini camuni
e sebini meno che una polemica sterile e inutile sulla viabilità. Non esiste
sovrapposizione o contrasto tra i due comitati per la viabilità. Pertanto la
Cisl ritiene utile e necessario partecipare a entrambi i comitati.
Di parere
opposto la segreteria provinciale della Lega Nord. In un comunicato il
segretario Monica Rizzi spiega che «La Lega Nord costituì un comitato per
sbloccare la situazione nel 1996 quando, subito dopo Tangentopoli, consegnò
all’allora ministro Di Pietro un documento con oltre 10mila firme. Il nostro
lavoro proseguì nel 1999 quando la segreteria provinciale di Darfo scese in
strada tre giorni per l’apertura del tratto a Pisogne. Il fatto che un comitato
si riunisca per compiere una marcia da Brescia a Edolo a tre mesi dall’apertura
della nuova statale 510 – continua l’esponente leghista – ci sembra un gesto di
grande arroganza e protesta gratuita».
BRESCIAOGGI 17 LUGLIO
2003
Entro pochi mesi i lavori sulla
Ss 42 saranno finiti
di Giuseppe Cappitta
«In tema di viabilità
finalmente qualcosa è cambiato e l’Anas è ora in grado di fornire una precisa
panoramica dello stato dei lavori, scendendo sin nei minimi particolari». A
sostenerlo è l’on. Davide Caparini per il quale la responsabilità dei ritardi è
tutta da imputare ad alcuni «dirigenti e funzionari dell’Anas che non facevano
il loro dovere o - peggio - derubavano e truffavano lo Stato, come hanno
dimostrato le recenti inchieste della magistratura». A dare credito al
parlamentare camuno della Lega Nord Padania, «parecchie cose sono cambiate e gli
effetti si vedono». «I lavori della sebina orientale - scrive l’on. Caparini -
sono ormai giunti a termine, questione di pochi mesi e finalmente sarà aperto al
traffico l’intero percorso da Iseo a Pisogne. È stato risolto il problema
dell’attraversamento del Badetto di Ceto. Qui i lavori procedono a spron
battuto, siamo al 70% dello stato di avanzamento, con la previsione di aprire al
traffico da Breno a Ceto entro il 2004».
Per quanto riguarda il tratto a monte, l’on. Caparini parla di finanziamento già
avvenuto del tratto Berzo Demo-Sonico e Capodiponte-Sonico (440 miliardi di
vecchie lire), il cui progetto esecutivo sarà pronto entro l’anno. Particolare
assai importante - a sentire il parlamentare della Lega - è che l’appalto di
questo tratto avverrà con le nuove procedure che impongono tempi certi per la
consegna dei lavori.
Dalla statale 42 alla statale 510 il passo è breve e Caparini ci ritorna per
manifestare «l’amarezza per l’ennesima apertura al traffico non rispettata» e
per scusare il ministro Lunardi di una previsione non rispettata sulla 510. «In
questo caso - conclude Caparini - il ministro Lunardi è stato indotto in errore
dalle informazioni completamente inaffidabili date da un dirigente, poi beccato
con le mani in pasta».
GIORNALE DI BRESCIA
18 LUGLIO 2003
Il collegamento
Valcamonica-Valtellina
di Angelo Moreschi
Il progetto di creare una rete ferroviaria che unisca la Valle
Camonica e la Valtellina, ora alla ribalta per iniziativa dell’Ente
comprensoriale camuno e degli amministratori dei comuni delle due vallate, era
già nelle aspirazioni quasi cento anni fa. I documenti lo testimoniano ed anche
all’inizio del secolo scorso si intravide l’occasione di sviluppo del territorio
montano con la costruzione di un collegamento ferroviario tra le due valli. La
ricostruzione della vicenda è trattata nella pubblicazione «Avvenne a Edolo
cento anni fa», di Antonio Perini. Quando il primo treno arrivò a Edolo (siamo
nel 1909), si prospettò la possibilità di allungare la tratta ferroviaria verso
Tirano, risalendo la valle di Corteno. Per la verità, addirittura qualche anno
prima, si era ipotizzato un tracciato internazionale a scartamento normale che
mettesse in comunicazione la linea camuna con quella valtellinese e, attraverso
il traforo dello Spluga, con quella retica. Una proposta bocciata dagli
amministratori locali che invece insistevano per un intervento più fattibile
perché meno costoso. Furono redatti quindi due progetti: uno embrionale per una
linea a scartamento normale Tirano-Edolo, sottopassante il monte Padrio in
galleria; l’altro, invece, con la previsione di una ferrovia prettamente
montana, a scartamento ridotto, a trazione elettrica, che partendo da Edolo
arrivasse a Tirano, toccando più paesi possibile. La scelta fu operata a favore
della seconda ipotesi, ritenuta più economica e maggiormente al servizio della
popolazione. Il tenace fautore dell’intervento era Luigi Sarotti, sindaco di
Edolo. La ditta svizzera Alb. Buss e C., tenendo in considerazione le esigenze
degli amministratori, preparò il piano progettuale che fu approvato dai Comuni
interessati e fu mandato al governo per il rilascio della necessaria
concessione. La realizzazione della linea ferroviaria comportava una spesa di
più di otto milioni ed aveva il pregio di poter essere utilizzata dalla
popolazione locale in quanto, per stare al territorio camuno, erano previste
fermate a Lombro, Santicolo e S.Pietro Aprica, nonché una vera e propria
stazione a Corteno. Il tracciato complessivo da Edolo a Tirano si avvicinava ai
30 km. Interessanti e sorprendentemente simili alle attuali le argomentazioni
addotte per sottolineare la validità della proposta. Le lentezze burocratiche
nel concedere la concessione indussero i promotori ad organizzare un convegno il
30 aprile 1911 all’Aprica per riproporre con forza l’idea della nuova ferrovia.
Venne redatto un memoriale, a firma dei sindaci di Edolo e di Tirano, inviato al
ministro dei Lavori Pubblici. Ecco un passaggio: «Da molti anni queste alpestri
regioni, fino ad ora quasi ignorate, aspirano a congiungersi con mezzi rapidi,
diretti e comodi, alla grande arteria ferroviaria italiana per il bisogno di
migliorare le proprie condizioni economiche ed ottenere un maggior sviluppo
delle loro industrie e del loro commercio». Purtroppo la petizione, condivisa da
tutti i Comuni interessati, era l’ultimo tentativo per ottenere la concessione
richiesta che tardava ad arrivare. Tutto era pronto per la concretizzazione
dell’agognata ferrovia ed i firmatari del documento «insistono con gran fede ed
energia, perché il governo rompendo ogni indugio accordi alla ditta Alb. Buss e
C. la concessione della ferrovia elettrica montana Tirano-Edolo». Segue una
articolata disamina economica e sociale finalizzata a convincere le autorità
statali che il progetto è fattibile e indispensabile per lo sviluppo delle due
vallate. La concessione non venne accordata. Tutti questi progetti e i documenti
che li hanno accompagnati giacciono nei faldoni degli archivi comunali. Chissà
che questo sogno possa diventare realtà.
BRESCIAOGGI 19 LUGLIO
2003
Ghirardi (Cgil) scrive al
ministro
di ...
Viabilità sebino-camuna,
promesse difficili da mantenere. Lo sottolinea il segretario della Cgil della
Valcamonica, Domenico Ghirardi, in una lettera inviata ieri al ministro per le
Infrastrutture Pietro Lunardi e, per conoscenza, al cardinale Giambattista Re,
che lo scorso anno, grazie al suo interessamento, aveva portato lo stesso
Lunardi in valle. «In quell'occasione ci aveva assicurato - scrive Ghirardi
rivolto al ministro - che entro l'estate 2003 i lavori sulla ss 510 sarebbero
stati ultimati. Così non è stato e apprendiamo che tale completamento è stato
spostato alla fine del 2003. Ci si dice che la sua previsione era stata
formulata a seguito di informazioni e osservazioni che l'Anas gli aveva fornito
e quindi da qui derivano le ragioni per cui lei stesso è stato tratto in
inganno».
Ghirardi chiede al ministro «se sono realistiche e fondate le previsioni che per
Natale 2003 il quarto, quinto e sesto lotto della ss 510 nella sua tratta
principale possano essere finalmente aperti. Le chiediamo inoltre di sapere
quant'è l'importo dei lavori delle opere di finitura e di completamento e che
fine fanno gli svincoli che sono stati stralciati dal progetto originario».
Il sindacalista ricorda poi come «sulla ss 42 i lavori si sono fermati sul
quinto e sesto lotto (tratto Capodiponte - Berzo Demo) a causa della rescissione
dal contratto».
«Abbiamo fatto due esposti, il secondo è stato inviato anche alla Procura della
Repubblica di Brescia. Ci siamo assunti quella responsabilità, per tutelare
l'interesse collettivo e ora le chiediamo di sapere quali penalità sono state
adottate nei confronti dell'impresa oltre alla rescissione del contratto?».
Ghirardi non è convinto: «Sempre sulla s 42 ci viene detto che sul quarto,
quinto e sesto lotto e sesto bis (Demo-Malonno) si vuole arrivare a un maxi
appalto di oltre 220 milioni di euro (440 miliardi di vecchie lire) e che
l'aggiudicazione dell'appalto si pensa di farla entro fine 2003».
E allora, «risponde al vero che nel bilancio dell'Anas è stato previsto questo
stanziamento di spesa di 220 milioni di euro per la ss 42? Come è possibile
pensare che entro il 2003 si aggiudichi l'appalto se ad oggi non è stata
realizzata la riprogettazione e come si fa senza un progetto definitivo a
quantificare le risorse necessarie per realizzare l'opera?».
Il sindacalista chiede poi: «Risponde al vero che per la riprogettazione del
maxi appalto (comprendente un'opera con oltre 5 chilometri in galleria) sono
stati stanziati 3,5 milioni di euro ed è credibile che in 6 mesi si arrivi a
realizzare tale riprogettazione, compresa la Conferenza dei Servizi con i Comuni
includendo le procedure per aggiudicare l'appalto?».
E conclude sottolineando a Lunardi che «ogni promessa è un debito e se
l'assunzione dell'impegno è stata fatta solennemente in presenza di Sua Eminenza
il cardinale Re, l'onere che si è assunto non può, anche per le aspettative
suscitate, non essere che rispettato... Sarebbe davvero bruciante vedere che gli
impegni ancora una volta non sono rispettati».
GIORNALE DI BRESCIA
20 LUGLIO 2003
La Cgil camuna scrive a Lunardi
per conoscere tempi, modalità e stanziamenti per risolvere i problemi della
Valle
di ...
Futuro della ferrovia e della viabilità in Valcamonica: il 1°
giugno scorso si è tenuto un convegno al quale ha partecipato anche il ministro
delle Infrastrutture e Trasporti, Pietro Lunardi. Sullo stesso argomento, la
Cgil di Valcamonica-Sebino ha inviato l’altro giorno una lettera al ministro e,
per conoscenza, a un camuno di rilievo come il card. Giovan Battista Re, che
tanto si è prodigato per portare il ministro in valle. «In occasione della sua
venuta - è scritto nella missiva, firmata da Domenico Ghirardi, segretario della
Cgil camuna - ci aveva assicurato che, entro l’estate 2003, i lavori sulla Ss
510 sarebbero stati ultimati. Così non è stato e apprendiamo che tale
completamento è stato spostato alla fine del 2003. Ci si dice che la sua
previsione era stata formulata a seguito di informazioni e osservazioni che
l’Anas le aveva fornito». «Ci interessa in ogni caso sapere - continua la
lettera - se sono realistiche e fondate le previsioni che per Natale 2003 il 4°,
5°, 6° lotto della Ss 510 nella sua tratta principale possa essere finalmente
aperto. Le chiediamo inoltre di poter sapere quant’è l’importo dei lavori delle
opere di finitura e di completamento e che fine fanno gli svincoli che sono
stati stralciati dal progetto originario. Sulla Ss 42 i lavori si sono fermati
sul 5° e 6° lotto (tratto Capo di Ponte-Berzo Demo) a causa della rescissione
dal contratto». La Cgil nel maggio e giugno 2000 ha inviato due esposti, il
secondo anche alla Procura della Repubblica di Brescia, in cui denunciava
presunte «irregolarità riscontrate nell’esecuzione dei lavori da parte delle
imprese cui erano stati affidati». «Ci siamo assunti quella responsabilità -
scrive la Cgil camuna - per tutelare l’interesse collettivo e ora le chiediamo:
quali penalità sono state adottate nei confronti dell’impresa oltre alla
rescissione del contratto? Sempre sulla Ss 42 ci viene detto che sul 4°, 5°, 6°
lotto e 6° bis (Demo-Malonno) si vuole arrivare a un maxi appalto di oltre 220
milioni di euro e che si pensa di aggiudicare l’appalto entro il 2003». Vengono
poste al ministro alcune domande: «È vero che nel bilancio dell’Anas è stato
previsto questo stanziamento di spesa di € 220.000.000 per la Ss 42? Come è
possibile pensare che entro il 2003 si pensi di aggiudicare l’appalto se ad oggi
non è stata realizzata la riprogettazione e come si fa senza un progetto
definitivo a quantificare le risorse necessarie per realizzare l’opera? È vero
che per la riprogettazione del maxi appalto (comprendente un’opera con oltre 5
km in galleria) sono stati stanziati 3,5 milioni di euro ed è credibile che in 6
mesi si arrivi a realizzare tale riprogettazione, compresa la Conferenza dei
servizi con i Comuni, includendo le procedure per aggiudicare l’appalto?». «I
mezzi di informazione - conclude la lettera - hanno diffuso la notizia che le
abbiamo riassunto negli interrogativi che le abbiamo girato e per i quali
chiediamo una sua autorevole conferma, anche perché sarebbe davvero bruciante
vedere che gli impegni ancora una volta non sono rispettati. Confidiamo che il
suo impegno per la realizzazione dei lavori di completamento sulla Ss 510 e Ss
42 sarà, visti gli spiacevoli disguidi già verificatisi, serio e puntuale».
BRESCIAOGGI 21 LUGLIO
2003
di Roberto Ravelli Damioli
Gentile direttore, con estremo stupore e dispiacere apprendiamo
dalla lettera aperta della Cgil Valcamonica - Sebino la contrarietà della stessa
al nuovo comitato per la viabilità. Per ragioni di metodo e di contenuto siamo
obbligati a rispondere. Il metodo scelto riconferma l’ossessione del segretario
generale della Cgil di essere scavalcato e di perdere visibilità. Tra l’altro,
tutto serviva ai lavoratori e ai cittadini camuni e sebini meno che una polemica
sterile e inutile sulla viabilità, che certamente innescherà ulteriori
polemiche. Nel merito, le questioni poste, a nostro avviso era state ampiamente
chiarite. Non esisteva e non esiste alcuna sovrapposizione o contrasto tra i due
comitati per la viabilità. Il comitato istituzionale ha la sua funzione che
tenta di portare avanti dal lontano 1995, mentre il nuovo comitato ha funzioni
di pressione e mobilitazione. Pertanto la Cisl ritiene utile e necessario
partecipare ad entrambi i comitati senza alcuna pretesa di egemonia né di
particolare visibilità, ma solo cercando di interpretare gli interessi dei
nostri iscritti e di tutti i lavoratori e cittadini.
BRESCIAOGGI 22 LUGLIO
2003
Il programma della provincia
punta a mantenere i residenti nelle zone disagiate
Dal 2005 una serie di interventi
per la sicurezza
di Sergio Botta
In tempi relativamente rapidi,
le cinque aree montane della provincia (ovvero la Valtrompia, la Valsabbia, la
Valcamonica, l’alto Garda e l’alto Sebino Bresciano) saranno interessate da 13
diversi interventi migliorativi della viabilità; operazioni di «restauro» o
modifica che comporteranno una spesa complessiva di 3 milioni e 780 mila euro
(corrispondenti a circa 7.5 miliardi di vecchie lire).
Questo, almeno, è l’impegno dell’amministrazione provinciale, che con questi
interventi di servizio intende offrire condizioni migliori utili anche al
mantenimento delle popolazioni nelle aree più disagiate.
E se altrove, nelle zone di pianura, l’impegno finanziario del Broletto per
eliminare alcuni punti critici della viabilità corrisponde, con il concorso dei
comuni, a circa un terzo delle spese necessarie, per quanto riguarda le aree
montane, considerando che gli interventi devono essere realizzati nel territorio
di piccole amministrazioni civiche, dotate quindi di risorse limitate, la
Provincia finirà per coprire dal 90 al 100 per cento dei costi previsti.
«Stiamo parlando di cantieri stradali che saranno aperti per superare una serie
di criticità. La Provincia, nella primavera del 2005, dopo la stesura dei
relativi progetti potrà inaugurare un ventaglio di opere significative - ha
osservato il presidente Alberto Cavalli -. Da quando ci siamo accollati la
gestione delle ex strade statali, c’è stata una netta inversione di tendenza
relativamente alla progettazione degli interventi: i nostri uffici tecnici
stanno lavorando a pieno ritmo per portare a soluzione problemi irrisolti da
almeno dieci anni».
Ma vediamo nel dettaglio l’elenco dei cantieri stradali che saranno aperti
prossimamente. Gli interventi più significati riguarderanno l’ex statale 669 del
passo di Crocedomini, e l’operazione costerà complessivamente 900 mila euro. Il
progetto prevede la rettifica di una curva pericolosa in località Parenta di
Bagolino, e la formazione di muri e barriere ai chilometri 26 e 30 nei territori
di Breno e Bagolino.
Nel disegno complessivo non mancano le rotatorie. La prima è in progetto sulla
provinciale 1 Pisogne-Ponte Barcotto, in località Rovina-Gratacasolo (per 250
mila euro), mentre la seconda è stata individuata su quella del Caffaro e nel
Comune di Anfo, e prevede un esborso di altri 250 mila euro.
La stessa somma sarà spesa per la Capovalle-Turano di Valvestino, per sistemare
un tratto pericoloso creando allargamenti e consolidamenti. Il quadro si
arricchisce poi con il previsto ampliamento di una curva pericolosa nella
parzialmente bergamasca Val di Scalve, e con cantieri lungo la
Ceto-Cimbergo-Paspardo. La Provincia stanzierà in questi casi 130 e 120 mila
euro.
Altri interventi sono previsti in località Bilone di Breno (300 mila euro) e per
lo stesso importo lungo la Piancogno-Esine-Bienno. Infine a S. Giovanni di
Polaveno (con un nuovo tratto di raccordo), e a Collio (con la sistemazione di
movimenti franosi), senza dimenticare gli allargamenti ad Ariolo, Ponzano e
Collepiano, lungo la Marone-Zone.
BRESCIAOGGI 23 LUGLIO
2003
Ancora malumori nonostante il
successo dell’iniziativa del Comitato per la viabilità
La Margherita attacca la Lega
Nord: «La manifestazione è spontanea»
di Luciano Ranzanici
La costituzione del Comitato
per la viabilità «Tutti per la strada» ha sollevato grandi consensi in
Valcamonica, ma ha pure suscitato qualche polemica. Dopo l’adesione di diversi
Comuni del territorio valligiano, si sono levate voci discordi dalla Lega Nord e
da forze sindacali valligiane. La Margherita polemizza con la Lega nord
appoggiando in pieno le iniziative del comitato per la viabilità «Tutti per la
strada», che la segretaria provinciale dei lumbard, Monica Rizzi, aveva
avversato giudicandole arroganti e politicizzate.
Il coordinatore dei circoli camuno-sebini della Margherita, Pierluigi Mottinelli
(presidente anche dell’Unione dei Comuni della Valsaviore) sostiene: «È
sintomatico che la Lega Nord di Valcamonica strumentalizzi la spontanea adesione
di migliaia di cittadini che stanno firmando la petizione, bollandola come
arrogante e gratuita. Non è lo stesso movimento dei gazebo e delle scritte? Mi
auguro che tutte le forze politiche e sociali contribuiscano ad un movimento che
vuole essere propositivo e di supporto alle istituzioni locali, nel sollecitare
il Ministero dei lavori pubblici e l’Anas all’apertura definitiva dell’ex ss 510
e della ss 42. Le affermazioni della Lega speriamo siano un abbaglio, viste le
manifestazioni di protesta degli ultimi anni per la chiusura dei cantieri e
l’apertura della strada che testimoniano il contrario. Mi chiedo se la Lega teme
di perdere popolarità, vista la sua presenza al Governo».
Al comitato hanno aderito anche i consiglieri regionali Mino Martinazzoli, Guido
Galperti, il consigliere provinciale Zaccaria Almici, oltre alla Comunità
montana di Valcamonica e diversi consiglieri comunali.
«Il problema della viabilità e della mobilità non ha paternità politica di parte
- ricorda Mottinelli - non l’hanno neppure i risultati minimali che in questi
anni hanno rappresentato le aperture di qualche breve tratto, a fronte di una
costante azione politica degli amministratori locali. L’apertura della ex ss
510, prevista per la fine del 2003, è stata un risultato possibile per la scelta
degli amministratori locali di Valcamonica e Sebino di tralasciare la
definizione degli svincoli, privilegiando il collegamento per Brescia e per la
Valcamonica. L’adesione degli esponenti della Margherita al comitato è pertanto
indicativa della volontà di partecipare alla definitiva conclusione dei
cantieri, compresi quelli della ss 42, per i quali la previsione dell’apertura è
molto difficile da ipotizzare».
BRESCIAOGGI 25 LUGLIO
2003
Ancora polemiche sul nodo della
viabilità
di Giuseppe Cappitta
Ancora nell’occhio della
contestazione il «Comitato per la viabilità in Valle Camonica e nel Sebino»,
impegnato in questi giorni a raccogliere firme per una petizione popolare di
sostegno all’apertura delle Statale 42 e 510 e ad organizzare una marcia
staffetta da Brescia a Edolo. Nel mirino della Lega Nord, che alla costituzione
del Comitato lo aveva accusato di essere «arrogante e politicizzato» sono i
Circoli della Margherita della Valle Camonica che, respingendo le accuse della
Lega Nord Padania, avevano rivendicato il carattere «spontaneo e non
politicizzato» del Comitato «Tutti per la strada». A contestare le affermazioni
dei Circoli della Margherita della Valle Camonica sono ora l’on. Davide Caparini
e la segretaria provinciale della Lega Nord Padania Monica Rizzi, per i quali
«Se qualcuno avesse nutrito dubbi sulla natura del Comitato per la viabilità, le
dichiarazioni di Pierluigi Mottinelli, coordinatore della Margherita, confermano
che un’operazione di propaganda politica orchestrata da una parte, la stessa
parte che ha la responsabilità politica e storica dei ritardi, delle ruberie di
Anas.« Gli stessi - osserva l’on. Caparini - che per anni hanno paralizzato i
cantieri e deviato le risorse del nord altrove. È giusto - ribadisce il
parlamentare - ricordare le responsabilità di chi ha governato per cinque anni e
ci ha fatto ogni centimetro della nostra strada». A sentire l’on. Caparini la
Lega Nord Padania cammina a testa alta fra la sua gente, avendo risolto in due
anni al Governo, problemi decennali e posto rimedio «ai fallimenti di una
gestione incapace di uscire dalle pastoie delle tangenti. Abbiamo manifestato e
continueremo a farlo senza utilizzare i soldi dei contribuenti e senza
nasconderci dietro fittizi comitati. Entro il 2004 saremo alle porte di Capo di
Ponte e inizierà il multimiliardario ultimo tratto di Edolo».
GIORNALE DI BRESCIA 2
AGOSTO 2003
Proteste per la viabilità
di Lucia Sterni
DARFO BOARIO TERME - Sono già diverse migliaia le firme
raccolte per la petizione popolare «Tutti per la strada», lanciata dal neo nato
«Comitato per la viabilità in Valle Camonica-Sebino», alla quale hanno aderito
con delibera consiliare anche una trentina di comuni del comprensorio
valligiano-lacustre. Questo quanto riferito ieri mattina, venerdì 2 agosto, al
Centro Congressi di Boario Terme, da Pierangelo Milesi delle Acli provinciale e
portavoce dello stesso Comitato per la viabilità, affiancato dai rappresentanti
sindacali, Domenico Ghirardi della Cgil, Roberto Ravelli Damioli della Cisl,
Gianluigi Bontempi della Uil, e da Marco Richini, vice presidente provinciale
delle Acli. «Con la petizione popolare chiediamo alle autorità competenti
(Stato, Regione e Provincia) il completamento in tempi certi e brevi dei lavori
delle strade statali 510 e 42 - ribadisce il portavoce del Comitato, Pierangelo
Milesi -; l’impegno politico scritto a far rispettare i termini di completamento
dei lavori e di apertura al traffico; l’impegno scritto per la messa in
sicurezza in tempi brevi delle stesse arterie, infine, la puntuale informazione
ai cittadini sull’avanzamento dei lavori». Lo stesso Milesi ha, inoltre,
ricordato che il Comitato sta organizzando la marcia per la viabilità, che si
svolgerà a staffetta dal 14 al 20 settembre, con partenza a Brescia ed arrivo a
Edolo, toccando 24 paesi, e serate culturali e musicali a Iseo, Sale Marasino,
Pisogne, Darfo, Breno, Cedegolo e Edolo, durante la quale proseguirà la raccolta
delle firme per la petizione. Il Comitato che vuole essere trasversale ad ogni
schieramento politico. È nato in primavera, dopo l’ultimo rinvio dell’apertura
della 510, previsto come da indicazione del ministro Lunardi per il giugno 2003,
per sensibilizzare sulla viabilità i cittadini, che ormai manifestano sfiducia
nelle istituzioni. «Non è un comitato di protesta - continua lo stesso Milesi -,
ma di aiuto ai cittadini, che pur nutrendo una profonda rabbia nei confronti di
questa incresciosa situazione, che si trascina ormai da più di 25 anni con gravi
conseguenze economiche, sociali e culturali per il territorio, la vivono ormai
con rassegnazione, oltre che di stimolo alle istituzioni chiamate ad
amministrare e governare». Il comitato raccoglie già l’adesione oltre che delle
organizzazioni sindacali e di diversi politici anche di numerose associazioni
(autotrasportatori, ingegneri camuni, alpini, imprenditori), collegio
costruttori, oratori, parrocchie e comuni. Per ulteriori informazioni si può
consultare il sito internet www.tuttiperlastrada.it.
BRESCIAOGGI 2 AGOSTO
2003
Anche i sindacati al tavolo. E
c’è un invito rivolto alla Lega
di v.z.
Si è parlato della marcia in
programma per settembre, ieri, nell’incontro con la stampa organizzato dal nuovo
Comitato per la viabilità in Valcamonica-Sebino. Seduti al tavolo c’erano il
coordinatore Pierangelo Milesi, il segretario comprensoriale della Cgil Domenico
Ghirardi, quello della Cisl Roberto Ravelli Damioli, Bontempi per la Uil e Marco
Richini per l’Acli. Questioni organizzative, dicevamo: le polemiche che alcuni
mesi fa avevano accompagnato la nascita del gruppo sembrano ormai completamente
sopite. Adesso si vuole guardare avanti: «Volevamo fare il punto sull’operato
del nostro comitato - spiega Pierangelo Milesi -, e la presenza della Cgil al
nostro tavolo è un segnale chiaro: finalmente abbiamo anche la loro adesione
piena, dopo le critiche che ci erano state mosse inizialmente riguardo al fatto
che un comitato per la viabilità esisteva già da dieci anni. Il nostro è di
natura diversa, non istituzionale ma popolare, nato dalla base con lo scopo di
sensibilizzare i cittadini affinché possano riappropriarsi del diritto a una
cittadinanza attiva».
Sono 4, lo ricordiamo, le richieste avanzate dal Comitato al presidente della
Regione, al ministro delle Infrastrutture e a quello dei Beni culturali (per
quanto riguarda il problema del masso istoriato di Capodiponte), attraverso una
petizione popolare: il completamento in tempi certi e brevi dei lavori delle
statali 510 e 42; l’impegno politico (scritto) a far rispettare i termini di
completamento dei lavori e di apertura al traffico; l’impegno (sempre scritto)
per la messa in sicurezza in tempi brevi delle due strade sopraccitate e una
puntuale informazione ai cittadini sull’avanzamento dei lavori.
La raccolta delle firme è iniziata il mese scorso, e ne sono state già
recuperate a migliaia; ma naturalmente si intensificherà durante la marcia, che
sarà strutturata come una staffetta che da Brescia raggiungerà Edolo, con alcune
serate nei centri più grossi per sensibilizzare la popolazione.
Gli argomenti del Comitato (e non solo) sono ben conosciuti: «La viabilità sta
condizionando fortemente lo sviluppo della valle, e la gente è sfiduciata.
L’anno scorso il ministro Lunardi ha visitato la Valcamonica promettendo il
completamento del tratto Iseo-Vello entro giugno 2003. A questo punto troviamo
legittimo richiamare le istituzioni ai loro impegni. Il termine è stato fatto
slittare al 31 dicembre 2003, e noi saremo qui per verificare».
L’incontro ha permesso anche di ribadire che il Comitato non ha fini elettorali:
«Il nostro movimento è trasversale e non schierato, è importante che anche i
comuni ci diano fiducia senza paura di strumentalizzazione (e molti l’hanno già
fatto), e vorrei invitare anche alla Lega ad aderire, perché riconosciamo che è
una forza sociale che ha fatto molto in questi anni e ci dispiace che ci stia
facendo ostruzionismo».
«Ci era stato promesso che la viabilità era la priorità assoluta e non è stato
così, chiediamo che nella distribuzione dei finanziamenti venga posta nuovamente
al centro».
BRESCIAOGGI 3 AGOSTO 2003
L’esodo dei vacanzieri “mordi e
fuggi” si è fatto sentire ieri lungo la strada ex 510 che costeggia il lago
Code e rallentamenti nel tratto
compreso fra Iseo e Sulzano. E oggi si attende il rientro
di c.f.
Sebina
orientale, la famigerata strada ex 510, nota alle cronache per la serie quasi
infinita di incidenti e le lungaggini altrettanto interminabili dei cantieri per
il nuovo tratto di tangenziale, ieri era totalmente bloccata dal traffico. Chi
si è trovato a percorrere la strada Sebina in direzione della Valle è stato
costretto a mettersi pazientemente in coda. Il serpentone di auto ha raggiunto
ieri mattina gli otto chilometri. Un’evidente dimostrazione di grande esodo
«made in Brescia» che durante questo fine settimana non ha risparmiato la già
caotica sebina orientale.
Le prime avvisaglie del maxi-esodo, sono iniziate nel pomeriggio di venerdì,
quando ai tanti pendolari che giorno dopo giorno sopportano code e rallentamenti
per rientrare a casa dopo il lavoro si sono sommati i vacanzieri diretti verso
le valli bresciane. Inevitabile il formarsi di lunghe code di automobili,
arroventate da un sole cocente che ha contribuito a far diventare più snervante
l'attesa. Il tratto più interessato dal serpentone di veicoli, come sempre
quello fra Iseo e Sulzano in direzione Vallecamonica.
Ieri mattino lo scenario era peggiore. Già nelle prime ore del mattino il flusso
di veicoli si faceva sempre più intenso sino a bloccarsi del tutto, formando una
lunga colonna che secondo la Polstrada di Iseo, attorno alle 13, toccava gli
otto chilometri. La situazione sarebbe tornata quasi alla normalità, sempre
secondo gli agenti, dopo le 14. Sempre lo stesso il tratto interessato:
Iseo-Sulzano in direzione Valcamonica.
Oggi e domani la situazione dovrebbe più o meno ripetersi ma in direzione
opposta. Chi dovrà rientrare dal fine settimana, e tornare in città potrebbe
ritrovare l’ormai classica ed abituale coda da Marone a Sulzano, in direzione
Iseo. Anche stavolta l'ambita meta sarà il famigerato semaforo di Sulzano.
BRESCIAOGGI 6 AGOSTO
2003
Il presidente Cavalli replica
ai malumori manifestati dal vertice della Comunità montana della Valsabbia
L’incontro con la presidenza
Anas a Roma? «Coerente con le competenze del Broletto»
di …
Nei giorni scorsi, lo ricordiamo, il neo segretario provinciale
della Margherita e presidente della Comunità montana della Valsabbia,
Gianantonio Girelli, si era lamentato pubblicamente per aver saputo solo
attraverso la stampa di una novità importante: l’esito positivo dell’incontro
avvenuto a Roma tra la Provincia e la presidenza dell’Anas, durante il quale si
era discusso dei cantieri interminabili per la realizzazione della nuova statale
237 del Caffaro. E ora arriva la replica del presidente dell’amministrazione
provinciale, Alberto Cavalli. «Siamo sorpresi della contestazione - afferma -.
Pensavamo che scendere a Roma negli ultimi giorni di luglio, per chiedere al
presidente dell’Anas la garanzia del suo impegno sulle questioni già affrontate
a Brescia proprio con Girelli e il capo Compartimento Anas di Milano, potesse
costituire se non un titolo di merito almeno un dovere. Anche se la 237 è oggi
una strada provinciale, i cantieri aperti rimangono ovviamente di competenza
dell’Anas, che alla fine delle operazioni consegnerà le opere al Broletto».
«L’incontro - prosegue Cavalli - riguardava quindi competenze
specifiche della Provincia, e durante lo stesso si è tra l’altro parlato di più
tratti della viabilità bresciana, la 237 ma anche la 510 Sebina e la 11, che
taglia da Est a Ovest la parte centrale del nostro territorio, concentrandosi
però sulla Valsabbia proprio per dare un seguito alle proteste dei cittadini,
attraverso una ricognizione completa che ha toccato nel dettaglio i punti
discussi con il presidente della Comunità montana Girelli in Broletto».
Il presidente provinciale dice poi che è stato possibile
verificare che dal Compartimento lombardo dell’Anas «erano arrivate nella sede
centrale compiute relazioni, e che Roma si era mossa in sintonia con Milano. Se
poi l’incontro ha sollecitato la firma della perizia che prelude alla ripresa
dei lavori sul secondo lotto, della quale aveva dato conto il responsabile del
Compartimento milanese, ingegner Mucilli, tanto meglio».
«Quel che conta - conclude - è la soluzione dei problemi e non
quanto numerose siano le delegazioni».
BRESCIAOGGI 6 AGOSTO 2003
Dopo l’avvio della raccolta
firme
di Giuseppe Cappitta
Ancora nell’occhio della contestazione il «Comitato per la
viabilità in Valle Camonica e nel Sebino», è impegnato in questi giorni a
raccogliere firme per una petizione popolare di sostegno all’apertura delle
statale 42 e della nuova 510 e ad organizzare una marcia staffetta da Brescia a
Edolo. Nel mirino della Lega nord che fin dall’inizio ha accusato il Comitato di
essere «arrogante e politicizzato» sono i Circoli della Margherita della Valle
Camonica che, a loro volta respingono le accuse e rivendicano il carattere
«spontaneo e non politicizzato» del Comitato «Tutti per la strada»,
meravigliandosi piuttosto che a protestare fosse il partito dei gazebo e delle
scritte che, quando era all’opposizione, rivendicava con forza l’apertura della
strada accusando l’Anas di inadempienze.
A contestare le affermazioni dei Circoli della Margherita della
Valle Camonica sono ora l’onorevole Davide Caparini e la segretaria provinciale
della Lega Nord Padania Monica Rizzi, per i quali «Se qualcuno avesse nutrito
dubbi sulla natura del Comitato per la viabilità, le dichiarazioni di Pierluigi
Mottinelli, coordinatore della Margherita, confermano che un’operazione di
propaganda politica orchestrata da una parte del centro sinistra». «Gli stessi -
osserva l’onorevole Caparini - che per anni hanno paralizzato i cantieri e
deviato le risorse del nord altrove. È giusto - ribadisce il parlamentare -
ricordare le responsabilità di chi ha governato per cinque anni e ci ha fatto
ogni centimetro della nostra strada». A sentire l’onorevole Caparini la Lega
Nord Padania cammina a testa alta fra la sua gente, avendo risolto in due anni
al Governo, problemi decennali e posto rimedio «ai fallimenti di una gestione
incapace di uscire dalle pastoie delle tangenti. Abbiamo manifestato e
continueremo a farlo senza utilizzare i soldi dei contribuenti e senza
nasconderci dietro fittizi comitati. Lo facciamo guardando negli occhi i nostri
elettori perché, contrariamente ad altre forze politiche, non abbiamo niente di
cui vergognarci e andiamo fieri del nostro lavoro. E grazie alla fiducia posta
dai camuni nei nostri confronti - conclude Caparini - che stiamo vendendo la
fine del tunnel: sappiamo che alla fine del 2004 arriveremo sino alle porte di
Capo di Ponte e nel contempo riaprirà il multimiliardario ultimo tratto di
Edolo».
GIORNALE DI BRESCIA
15 AGOSTO 2003
Bando Anas per l’appalto dei
lavori
Fondi regionali alla polizia
locale
di Fulvia Scarduelli
Sono giorni di traffico intenso, giorni in cui a Cedegolo si
formano code e rallentamenti, causati soprattutto dalla continua migrazione
verso l’Alta valle in cerca di fresco, di un turismo che ha abbreviato i tempi
di permanenza e spesso affida a una sola giornata l’evasione dal solito tran
tran. Assume dunque particolare valenza la serata a Cedegolo, il prossimo 19
settembre, della manifestazione «Tutti sulla strada» che porterà la gente a
risalire a piedi la valle (100 chilometri dal capoluogo) partendo qualche giorno
prima da Brescia. Come dicevamo, in certe ore in questi giorni la situazione è
pesante, con un lungo serpentone di auto che viaggiano a passo d’uomo e
s’inchiodano alla strettoia; l’entrata e uscita dalla piazza, il maggiore
parcheggio del paese, è regolata da un vigile urbano, altrimenti si rischierebbe
l’intasamento. Non potevano arrivare più al proposito due buone notizie: il
bando dell’Anas per la gara d’appalto dei lavori di demolizione della casa sulla
strettoia e il finanziamento della Regione Lombardia a favore della Polizia
locale. La gara d’appalto dei lavori di demolizione dell’edificio sulla
strettoia scade il prossimo 10 settembre; le buste verranno aperte l’11. «I
lavori di demolizione - precisa il sindaco di Cedegolo, Pierluigi Mottinelli -
dureranno circa una settimana ma non impediranno la normale circolazione delle
vetture in quanto si utilizzerà per lo sbancamento l’area alle spalle della casa
che si affaccia sulla Statale. Successivamente, quando la carreggiata sarà stata
ampliata, si procederà con i lavori di metanizzazione lungo quel tratto».
L’accordo di programma per l’abolizione della strettoia era stato siglato tra il
Comune di Cedegolo, l’Anas, la Provincia, la Comunità montana lo scorso
febbraio; il Comune assumeva l’incarico di acquisire lo stabile, mentre all’Anas
spettavano i lavori di allargamento della sede stradale, a fianco della quale
correrà il marciapiede. Per quanto riguarda il finanziamento regionale per la
Polizia locale, esso è stato reso possibile dall’estensione dell’Unione dei
Comuni della Valsaviore a sette paesi; sono stati erogati 18mila euro «che
verranno impiegati per rendere più efficiente l’opera dei 6 vigili urbani in
servizio nei vari comuni, ai quali nel periodo estivo tocca anche l’attività
nelle feste e manifestazioni, oltre ai consueti compiti di controllo del
traffico. La somma verrà impiegata per l’acquisto di vetture e di strumenti a
uso dei vigili» chiarisce poi Mottinelli nella sua veste di presidente
dell’Unione dei Comuni della Valsaviore.
BRESCIAOGGI 23 AGOSTO
2003
Cedegolo. Il nodo viabilità
A settembre si terrà la marcia
di protesta
di Luciano Ranzanici
Il comitato per la viabilità
«Tutti per la Strada», che il prossimo settembre promuoverà l’attesa marcia a
tappe da Breno a Edolo per sensibilizzare sulla situazione critica della
viabilità in Valcamonica, si arricchisce di adesioni e di pareri positivi. Una
delle ultime voci favorevoli è quella del Comune di Cedegolo, che durante
l’ultima seduta consiliare ha approvato la partecipazione al comitato. In un
comunicato firmato dall’ufficio stampa del Comune, così viene motivata
l’adesione: «L’adesione è stata suffragata dall’intervento del sindaco e dei
consiglieri comunali, convinti dell’esigenza di riproporre il tema della
viabilità, fra il rincorrersi di falsi annunci per l’apertura dei tratti in
costruzione, che lasciano Cedegolo nella prospettiva di un traffico
congestionato ancora per molti anni».
«Le iniziative
dell’amministrazione comunale - si legge ancora -, quali i semafori rallentatori
del traffico, non possono essere risolutivi per la sicurezza, senza la
realizzazione della tangenziale in galleria».
Il sindaco Pierluigi Mottinelli
aggiunge: «Siamo convinti che l’iniziativa nata da un gruppo di giovani ed
estesa a tutti i movimenti e associazioni, possa trovare l’adesione unanime ed
essere stimolo per l’azione di enti locali, governo e Anas. Mi auguro che tutti
i Comuni aderiscano all’iniziativa, come sintomo di sensibilità ed esempio per i
cittadini, che nei Comuni dell’Unione della Valsaviore aderiscono numerosi alla
raccolta delle firme».
BRESCIAOGGI 24 AGOSTO
2003
di ...
Non è solo la Iseo-Polaveno a subire restrizioni. Il servizio
viabilità della Regione ha recentemente comunicato il calendario delle
limitazioni al traffico, previste per le prossime settimane. Sulla statale 510
sebina orientale, a Pisogne, è previsto il divieto di circolazione per mezzi
superiori a 3 e 5 tonnellate in via definitiva per apertura di una bretella
esterna. La Padana superiore sarà chiusa tra Ponte S.Marco e Lonato, all’innesto
della statale 668 in entrambe le direzioni. Altri cantieri riguardano la ss235
di Orzinuovi (restrizioni a Corzano in entrambe le direzioni), la ss237 del
Caffaro (restringimento di carreggiata a Brescia in entrambe le direzioni fino
al 29 agosto)e la ss345 delle tre valli, chiusa a Villa Carcina in entrambe le
direzioni per lavori in località Pregno ( chiusura cantiere prevista per il 5
settembre). Sulla statale 567 del Benaco la Regione preallerta restrizioni a
Desenzano, all’innesto della ss11 in entrambe le direzioni, con limite di
velocità 90 km orari anche nel comune di Lonato. Sulla statale 39 del passo
dell’Aprica vigerà fino al 29 agosto il senso unico alternato in entrambe le
direzioni a Motta, all’innesto della statale 550. Identica situazione a Corteno
Golgi, per lavori di ripristino in seguito ad una frana. Sulla sp3, a Casto, è
previsto il senso unico alternato in entrambe le direzioni per lavori, tra le 8
e le 18 esclusi festivi e prefestivi fino a fine dicembre. Senso unico alternato
anche sulla provinciale 4, a Barghe e a Sabbio Chiese (entrambe fino al 10
settembre). La provinciale 6 chiuderà a Cevo in entrambe le direzioni, con
deviazione sulle strade provinciali e comunali limitrofe, per lavori in corso.
Anche la sp11, all’altezza di Cigole, sarà in senso unico alternato in entrambe
le direzioni, fino al 30 agosto. A Verolavecchia è previsto un restringimento di
carreggiata per lavori, in prossimità dell'innesto con la provinciale 9.
Sulla sp18 si segnala la chiusura a Castrezzato in entrambe le
direzioni per lavori fino al 30 agosto, mentre sulla sp25 sono previste
restrizioni a Padenghe, in entrambe le direzioni, con il limite di velocità
fissato a 30 chilometri orari. I lavori di costruzione sulla sp106 a Pozzolengo
impongono il divieto di sorpasso e la riduzione del limite di velocità a 30
Km/h. Sulla sp110, invece, (a Pertica bassa) è previsto il senso unico alternato
in in entrambe le direzioni fino al 30 agosto. Anche a Gavardo, sulla sp116, si
preavvisa il senso unico alternato, mentre è prevista la chiusura a Villanuova
sul Clisi fino al 5 dicembre.
GIORNALE DI BRESCIA 24 AGOSTO 2003
Iseo
Lavori rinviati di qualche
giorno in attesa della sistemazione di un’alternativa
t. ma.
Non verrà chiusa, domani, lunedì 25 agosto, come era stato
precedentemente annunciato, la Iseo-Polaveno, ma l’interruzione sarà posticipata
di alcuni giorni. Nel frattempo l’Anas sistemerà una stradina di montagna, che
attraversa la proprietà Raffaglio, per limitare i disagi delle 50 famiglie che
abitano la montagna di Iseo e ridurre l’impatto negativo sulle attività
turistiche. Questo il principale risultato della riunione di ieri mattina a
Palazzo Vantini di Iseo, durante la quale il sindaco Marco Ghitti, assieme al
primo cittadino di Polaveno, Aristide Peli, ha incontrato l’ingegner Giovanni
Salvatore dell’Anas e l’ingegner Enrica Savoldi della Provincia di Brescia, per
cercare soluzioni alternative alla semplice chiusura dell’importante strada
montana; chiusura che, si ricorderà, è necessaria per alla realizzazione del
nuovo raccordo stradale che collegherà la galleria del Monte Coniolo di Iseo
(nella foto) al quarto lotto dell’ex statale 510 e quindi alla galleria del
Bersaglio. Una riunione quella di ieri che è stata vivacemente animata dalla
massiccia presenza degli abitanti delle frazioni di Bosine e Invino e dei
ristoratori e albergatori della zona. I cittadini hanno apertamente contestato
la scelta dei funzionari dell’Anas e della Provincia i quali hanno avuto più
d’una difficoltà a spiegare le motivazioni che hanno portato a prospettare,
senza preavviso per gli abitanti del monte iseano, la chiusura della
Iseo-Polaveno. «Per consegnare entro l’anno la nuova Ss 510 – ha spiegato in
avvio l’ingegner Salvatore – è necessario realizzare anche tutte le opere di
allacciamento e ciò creerà qualche problema agli abitanti di alcune località
come ad esempio quelli di Bosine e Invino». Ma a questa tesi hanno ribattuto
proprio i cittadini, che hanno chiesto ragione alla Provincia d’aver deciso
senza avvisare per tempo chi abita sul monte iseano. Inoltre i ristoratori e gli
albergatori hanno paventato la perdita della clientela turistica di quest’ultimo
mese estivo. «Ci chiediamo perché -ha fatto notare più d’uno – non siamo stati
avvisati qualche mese fa dell’inizio dei lavori che verranno effettuati su parte
della strada che conduce a Polaveno e perché non si è pensato di trovare una
soluzione alla chiusura totale del traffico, tenendo presente che esiste una
stradina che conduce sul monte che potrebbe essere sistemata e resa fruibile».
«Il 5 agosto – ha replicato l’ingegner Savoldi della Provincia – abbiamo avuto
comunicazione, da parte dell’Anas, riguardante la chiusura della strada per
completare i lavori di raccordo alla Ss 510. Poi si è provveduto ad avvisare i
sindaci». Dopo lo scontro ecco la schiarita, arrivata al termine d’un
sopralluogo: si è deciso infatti di mettere in sicurezza la stradina che
attraversa la proprietà Raffaglio, la «strada di cantiere», che sarà vietata
agli automezzi pesanti mentre i lavori inerenti gli allacci stradali inizieranno
appena la «stradina» sarà pronta.
BRESCIAOGGI 26 AGOSTO
2003
Viabilità. In diecimila
chiedono di ultimare presto i cantieri in Valle Camonica e Sebino
Brescia-Edolo: corteo di
protesta dal 14 al 20 di settembre
di Paolo Morandini
Il Comitato per la viabilità in Vallecamonica-Sebino a meno di
un mese dalla marcia di protesta dall'esplicito nome «Tuttiperlastrada»
organizzata per sollecitare una soluzione-impegno scritto al problema
pluriennale della viabilità da e per la Valcamonica e il Sebino annuncia il
raggiungimento della quota di 10mila firme per spingere a una rapida conclusione
dei cantieri lungo l’asse camuno-sebina. E nello stesso tempo prepara la lunga
«camminata» dal 14 al 20 settembre, da Brescia a Edolo, una staffetta per
accentuare le pressioni su tutti coloro che ai diversi livelli operano sui
cantieri, affinché nuovi ritardi non allunghino ulteriormente i tempi di
apertura.
Un salto indietro per spiegarci: un problema angustia i camuni
e la Valcamonica da oltre vent’anni, ovvero la viabilità d'accesso da Bergamo e
di percorrenza sulla Statale 42 che taglia la valle da sud a nord, che è
superstrada da Sovere a Breno, ma poi ritorna sullo storico tracciato da Breno
in poi, e di nuovo la viabilità d'accesso da Brescia a Pisogne con le vicende
dell'interminabile realizzazione della Strada statale 510 Sebino orientale ferma
da anni al quinto lotto la cui conclusione e sempre vicina in clima elettorale,
ma da anni insopportabilmente ferma.
Per prendere di petto la situazione che si trasforma in incubo
per i camuni che raggiungono ogni giorno Brescia o Bergamo per lavoro è nato il
Comitato per la viabilità in Vallecamonica-Sebino che si è concretizzato da
subito con la marcia di protesta dall'esplicito nome «Tuttiperlastrada».
«La viabilità camuno-sebina - spiega Pier Angelo Milesi, tra i
promotori del Comitato - checché ne dicano i vari poteri presenti in Valcamonica
è un problema che tocca direttamente molti camuni esasperati da una parte
dall'interminabile vicenda della realizzazione di una strada che permetterebbe
di raggiungere Brescia in tempi ragionevoli, ovvero di percorrere i tutto
sommato pochi chilometri che dividono la Valle dal capoluogo di Provincia in
tempi degni di questo nome, e non impiegando ore sia per uscire, sia per
ritornare a casa ogni sera, e al pari dalle vicende della S.s. 42 che percorre
la Valle».
«Così civicamente nasce il Comitato per la viabilità in
Vallecamonica-Sebino come punto di incontro di un disagio dei cittadini, e dal
comitato stesso viene proposta una petizione popolare per la viabilità
camuno-sebina da indirizzare a chi ci rappresenta nelle Istituzione nazionali,
Regionali, Provinciali, Sovraccomunali. Il comitato ha promosso quest'estate una
raccolta di firme, giunta a quota 10.000 per ottenere dalle autorità competenti
un preciso impegno politico per la soluzione del problema che si trascina da
oltre vent'anni con gravissime conseguenze economiche, sociali, e culturali per
i cittadini dei territori interessati».
«Chiediamo - prosegue Milesi - al ministero delle
Infrastrutture, a quello dell'ambiente e del territorio, e al Presidente delle
Regione Lombardia il completamento in tempi certi e brevi dei lavori della Ss
510 e della Ss 42, l'impegno scritto delle autorità competenti a far rispettare
i termini di completamento dei lavori e di apertura al traffico, l'impegno
scritto per la messa in sicurezza delle strade per la Valle, e la puntuale
informazione ai cittadini sull'avanzamento dei lavori. E per rafforzare le
nostre richieste abbiamo preparato una marcia di protesta ’Tuttiperlastrada’. È
ora che tutti coloro che condividono una protesta apolitica e civica appoggino
la marcia di protesta ’Tuttiperlastrada’ in programma dal 14 al 20 settembre
prossimo, che dovrebbe partendo da Brescia, attraverso vari paesi, giungere a
Edolo, una marcia per far sentire che la Valcamonica è stanca di aspettare
ancora, oltre inutili e sterili polemiche».
Per informazioni è possibile mettersi in contatto con il
Comitato per la viabilità in Vallecamonica-Sebino, tel. 030/2294012, fax
030/2294025, e-mail info@tuttiperlastrada.it, sito internet
www.tuttiperlastrada.it.
BRESCIAOGGI 5
SETTEMBRE 2003
La marcia da Brescia a Edolo
di Giuseppe Cappitta
«Tutti per la strada, ovvero la marcia per una rinnovata
viabilità per la Valcamonica e il Sebino che dal 14 al 20 settembre porterà i
partecipanti da Brescia a Edolo, è stata organizzata per sollecitare i cittadini
a partecipare in prima persona alla soluzione dei problemi che li toccano». A
parlare in modo così esplicito è Pierangelo Milesi, presidente del Comitato per
la viabilità, impegnato da qualche mese a organizzare una iniziativa che porterà
lo stesso Comitato a presentare al ministro delle Infrastrutture e al presidente
della Regione una petizione popolare. Sostenuta dalle firme dei cittadini della
valle e non, la petizione chiede «un impegno politico alle autorità competenti
per la soluzione del problema della viabilità camuno-sebina, che si trascina da
più di 25 anni con gravissime conseguenze economiche, sociali e culturali per i
residenti nei territori interessati».
In particolare, il documento chiederà il completamento, in
tempi certi e brevi, dei lavori delle statali 510 e 42, l’impegno delle autorità
a far rispettare i termini previsti per i lavori e una puntuale informazione dei
cittadini sull’avanzamento dei cantieri.
E intanto il Comitato, in attesa della marcia, ha approvato la
bozza di programma delle diverse tappe, sottolineando che con la lunga camminata
l’organizzazione «non intende bloccare la circolazione stradale. La stessa -
dice Milesi - potrebbe al massimo subire qualche rallentamento, per la presenza
su una parte della carreggiata di un camper con i simboli della protesta. Il
mezzo sarà seguito dai partecipanti alla manifestazione: ci auguriamo che siano
assai numerosi».
La prima tappa (domenica 14) porterà i manifestati da Brescia a
Iseo. Ritrovo in piazza Loggia alle 16 e arrivo nel capoluogo sebino alle 20.30.
Qui in piazza Garibaldi, verrà proiettato un filmato «che racconta - continua
Milesi - la storia degli ultimi 25 anni delle statali 510 e 42». Seguirà una
raccolta di firme a sostegno della petizione popolare. Lunedì 15 partenza da
Pilzone alle 14 con sosta alle 16 a Sulzano, alle 18 a Sale Marasino e alle
20.30 a Marone. Poi altra proiezione del filmato e nuova raccolta di firme.
Martedì 16 la partenza è prevista alle 18.30 con arrivo a
Pisogne alle 19.30. La manifestazione proseguirà poi alle 20.30 nelle piazze
Mercato e Costanza. Mercoledì 12 ritrovo alle 14 a Gratacasolo, partenza alle 15
e arrivo a Darfo (dopo brevi soste per la raccolta delle firme alla Beata, a
Piancamuno e ad Artogne) alle 19.30, in piazza Municipio. A partire dalle 20.30
circa, a Boario Terme, in piazza Stazione, una serata musicale con il
chitarrista Antonio Pedersoli.
Le tappe successive? Porteranno i manifestanti giovedì 18 da
Piamborno (partenza alle 15 da piazza Municipio) a Breno (alle 20); venerdì 19
da Badetto di Ceto (davanti al Big Bar alle 14) a Cedegolo, e sabato 20 da Berzo
Demo (al bivio Cevo-Valsaviore partenza alle 15) a Edolo: qui, alle 20.30 la
manifestazione si concluderà con una cerimonia particolare.
«Le adesioni alla marcia - conclude Milesi - sono state
numerose anche tra i politici. Ma noi vorremmo vedere alla testa del corteo i
sindaci delle città e dei paesi che attraverseremo. Vorremmo che ci
accogliessero all’ingresso dei loro territori accompagnandoci per tutto il
percorso. Vorremmo proprio che fosse così: la loro presenza avrebbe per tutti un
grande significato».
GIORNALE DI BRESCIA 6
SETTEMBRE 2003
Importante documento
sottoscritto ieri a Roma. A bilancio 220 milioni di euro. La soddisfazione
dell’assessore provinciale Parolini.
«Verrà aperta entro dicembre la
variante tra Bersaglio e Vello sulla Sebina Occidentale
di ...
Il bilancio è positivo. Soprattutto perché a bilancio, e si
parla di quello dell’Anas per il 2003, sono stati messi 220 milioni di euro (400
miliardi, per ragionare ancora in lire) che serviranno a terminare i lavori già
iniziati sulla statale 42 «del Tonale e della Mendola» e a cominciarne di nuovi.
È positivo il bilancio della trasferta romana dell’assessore provinciale ai
Lavori pubblici, Mauro Parolini, che ieri nella sede centrale dell’Anas ha
incontrato Michele Minenna, direttore generale Anas per i lavori stradali,
l’ingegner Mucilli, direttore del Compartimento di Milano, e l’ing. Salvatore,
responsabile del progetto inerente alla strada camuna. Durante la riunione si è
fatto il punto sullo stato dei lavori che porteranno al completamento delle
opere di riqualificazione della statale 42 la quale, a opera finita, arriverà
sino alle porte di Edolo. In più l’Anas ha sottoscritto un documento nel quale
s’impegna a riprendere e terminare i lavori, avendo completato le procedure di
gara per la progettazione di nuove opere. «È stata messa a bilancio una somma
importante - ha commentato Parolini - che dovrebbe portare a risolvere i
problemi della Statale 42 in tempi brevi. In tal modo si arriverà al
completamento del IV e del V lotto (il primo da Braone a Nadro di Ceto, il
secondo da Capo di Ponte a Sellero, ndr), i cui lavori sono fermi da tempo e
saranno riappaltati nei prossimi sei mesi». Per quanto riguarda invece il I e II
stralcio del VI lotto (rispettivamente Sellero-Cedegolo e Cedegolo-Malonno), il
cui progetto è stato realizzato in collaborazione con la Comunità Montana di
Valle Camonica, la Provincia di Brescia si è impegnata a completare entro il
2004 un progetto definitivo che sia appaltabile; i fondi per questi lavori sono
già disponibili. «Si è rimesso in movimento un iter per troppo tempo bloccato -
ha aggiunto Parolini - e hanno trovato ascolto le istanze di Provincia di
Brescia e Comunità Montana di Valcamonica. Reperiti i fondi da parte dell’Anas,
i lavori potranno ora riprendere in maniera spedita. Restiamo comunque in
fiduciosa e vigile attesa dei passi ulteriori e della riapertura dei cantieri».
Riapertura che dovrebbe avvenire la prossima estate, con la speranza di vedere i
lavori conclusi in 2-3 anni. A margine di questa riunione se n’è tenuta un’altra
per fare il punto sulla statale 510, durante la quale la Provincia di Brescia ha
sollecitato il completamento delle opere entro l’anno. E a proposito della 510,
entro dicembre i lavori di ammodernamento del tratto Brescia-Iseo-Pisogne della
«Sebina Orientale», variante tra Bersaglio e Vello, saranno completati e si
procederà all’apertura al traffico dell’opera, lunga circa 14 chilometri. Lo ha
assicurato il commissario straordinario dell’Anas in Lombardia, Pietro Pagliano,
il quale in un comunicato sottolinea che i lavori principali inerenti ai tre
lotti sono conclusi e che due di questi lotti sono già stati collaudati:
«Tuttavia alcune opere complementari e importanti, necessarie all’apertura al
transito dell’opera, devono essere completate». Restano infatti da installare,
spiega l’Anas, alcuni impianti di illuminazione e di ventilazione delle gallerie
(attualmente lo stato di avanzamento dei lavori è del 97 per cento) e alcune
opere di protezione (sistemazione degli imbocchi di varie gallerie, barriere
paramassi, posa in opera di pareti antifoniche, reti e guard-rail). Oc corre poi
collegare la nuova opera con la viabilità preesistente e sistemare due svincoli
intermedi e la segnaletica orizzontale e verticale. Il presidente dell’Anas,
Vincenzo Pozzi, ha preso atto del «forte impulso» ai lavori di realizzazione
dell’opera sviluppati dal Compartimento della Lombardia, e ha ricordato ai
dirigenti di Milano le «forti aspettative» della popolazione del Sebino sul
completamento della variante tra Bersaglio e Vello, assicurando il suo
interessamento affinché l’apertura al traffico avvenga nei tempi previsti.
GIORNALE DI BRESCIA 9
SETTEMBRE 2003
Presentata ieri la “marcia di
sensibilizzazione” che domenica 14 settembre prenderà il via da Brescia per
raggiungere Edolo
di g.m.m.
Promesse molte, da tanti anni a questa parte, ma fatti concreti
pochi e sempre fuori tempo massimo: questa è la ragione principale che ha spinto
alla costituzione del Comitato per la viabilità camuno-sebina che per la
settimana che va dal 14 al 20 settembre ha organizzato una marcia da Brescia a
Edolo con l’intento di sensibilizzare i cittadini su un problema che si fa
sempre più grave e preoccupante. I lotti dell’ex statale 510 si sarebbero dovuti
aprire nella primavera di quest’anno, stando alle solenni promesse del ministro
delle Infrastrutture, Pietro Lunardi, al quale avevano fatto eco politici e
amministratori che oggi occupano posti di responsabilità a diversi livelli. Così
non è stato, alimentando il sospetto che di ritardi possano essercene ancora,
nonostante le date indicate anche di recente dall’assessore provinciale ai
Lavori pubblici Mauro Parolini, responsabile dei lavori pubblici di Palazzo
Broletto. Scottati più volte, si fa fatica a credere che verrà mantenuta la
parola data. E allora, per tenere alti l’attenzione e l’interesse, meglio farsi
vedere, marciare lungo la vecchia e intasata strada del lago e del fondovalle
camuno nella speranza che nessuno si senta più legittimato a far slittare la
conclusione di opere che aspettano da troppo tempo. ll Comitato è nato
nell’ambito delle Acli bresciane ma subito ha coinvolto anche altre realtà
associative come le organizzazioni sindacali camuno-sebine ed anche, a titolo
personale, amministratori e politici di diverso orientamento. Nella serata di
domenica 14 settembre la prima tappa sarà Iseo; la sera successiva si
raggiungerà Marone e poi, via via, Pisogne,Darfo Breno,Cedegolo e Edolo. Qui,
alle 18 di sabato 20 settembre, è prevista la chiusura della manifestazione con
la raccolta delle firme in calce alla petizione indirizzata ai ministri delle
Infrastrutture e dell’Ambiente e ai presidenti della Regione e della Provincia.
Intanto l’assessore provinciale ai Lavori pubblici, Mauro Parolini, fa sapere
che domani, alle 12, incontrerà i giornalisti della stampa presso il cantiere di
Marone della nuova strada statale 510 «Sebina Orientale» per un sopralluogo.
BRESCIAOGGI 11
SETTEMBRE 2003
A Marone l’amministrazione
provinciale invita l’Anas a rispettare le promesse sull’ultimazione della strada
L’assessore Parolini in visita
ai cantieri: «Vedo che i lavori procedono spediti»
di Milla Prandelli
La lunga storia dei lavori di esecuzione della nuova Sebina 510
potrebbe vedere la parola fine entro il 2003. Dopo la mancata apertura estiva
promessa per il giugno di quest’anno, il sopralluogo avvenuto ieri sul cantiere
della Sebina sembrerebbe confermare le promesse dell’Anas e dell’amministrazione
provinciale. «I lavori sono a buon punto ?ha sottolineato Mauro Parolini,
assessore provinciale ai Lavori pubblici ? parte delle opere appaltate solo
pochi mesi fa sono terminate. Contiamo che Anas rispetti il termine prefissato
del 31 dicembre, anche se sappiamo che il coordinamento dei lavori è
particolarmente complesso. Stiamo facendo continue pressioni sull’Anas, che ci
sembra stia facendo di tutto per finire le opere, ma è evidente che potremo
parlare con certezza solo tra un paio di mesi».
I lavori, intanto, continuano a marciare. Anche ieri gli operai
incontrati nel tratto che collega i confini di Iseo con Vello di Marone erano
numerosi, intenti nelle rifiniture della strada, come ha confermato il nuovo
direttore dei lavori, l’ingegner Giovanni Salvatore dell’Anas. «Abbiamo
terminato le barriere e il sistema degli imbocchi, nonché diversi tratti di
pavimentazione. Restano da completare alcuni tratti di connessione alla
variante, come lo svincolo all’altezza del nuovo impianto sportivo di Sulzano.
Siamo a buon punto e ce la stiamo mettendo tutta per terminare l’opera che
sappiamo attesa dalla popolazione, oltre che dalle autorità».
Rassicurazioni anche sul piano della sicurezza: il direttore
dei lavori ha spiegato che nelle tre gallerie più lunghe di 2000 metri, la
Covelo, la Massenzane e la Vello 1, sono state predisposte delle vie di fuga. In
esse e nelle altre nove compresa quella del Bersaglio, tutte illuminate,
dovrebbero altresì funzionare i collegamenti telefonici. L’accordo con uno dei
gestori è già stato trovato. «Lo standard di sicurezza rispetto alle altre
strade del posto è superiore. Altre opere di rifinitura saranno eseguite dopo
l’apertura della strada» ha assicurato l’ingegner Salvatore. Non tutti,
comunque, sono convinti che entro dicembre i lavori saranno terminati, come il
presidente della comunità Montana del Sebino Bresciano, Angelo Teodoro Zanotti,
sul posto per pungolare il dirigente Anas e convinto che «la Provincia stia
facendo l’impossibile, ma che forse per circolare si dovrà aspettare gennaio. La
cosa principale per la gente è portar pazienza, dato che comunque il termine
delle opere è vicinissimo». La popolazione e diversi enti, intanto, sono stanchi
di aspettare: da domenica il comitato «Tuttiperlastrada» ha indetto una protesta
per stimolare le istituzioni a muoversi.
BRESCIAOGGI 12
SETTEMBRE 2003
Domani a Sellero inizia la
manifestazione di protesta del Comitato per la viabilità
Già raccolte oltre 11mila firme.
Breno-Niardo a metà 2004
di Giuseppe Cappitta e Luciano
Ranzanici
Ultimi febbrili preparativi in vista di «Tutti per la strada»,
la grande marcia articolata su una settimana e organizzata per sottolineare i
problemi della viabilità nell’area camuno-sebina, che porterà i partecipanti, da
domani a sabato 20 settembre da Brescia a Edolo. L’iniziativa, come è noto,
nasce dal rifiuto di essere, ancora una volta, «presi in giro». Lo si intuisce
leggendo i volantini distribuiti dal comitato che ha organizzato la
manifestazione, lo si comprende ancora più chiaramente ascoltando le
dichiarazioni ufficiali di Pierangelo Milesi, portavoce del Comitato per la
viabilità. «Non è ammissibile - spiega Milesi - che ci vogliano così tanti anni
per fare una strada. O si dice che non ci sono i fondi e allora ci organizziamo
diversamente, altrimenti è inutile dirci che i fondi arrivano, se poi i fondi
promessi vengono spesi altrove. Questo comitato si è costituito quando, nei
primi mesi di quest’anno, si è capito che, contrariamente alle promesse fatte
dal ministro Pietro Lunardi a Darfo, il tratto della 510 Iseo-Vello, promesso
per fine giugno, non sarebbe stato pronto per quella data». Da qui la decisione
di mettere in atto alcune iniziative forti in grado di sensibilizzare l’opinione
pubblica rispetto al problema e di tenere vivo l’interesse almeno per un’intera
settimana.
Il tema della viabilità - all’attenzione per tutta l’estate,
nell’ambito della raccolta delle firme (che ha superato quota 11mila) a sostegno
di una petizione pubblica - tornerà quindi in primissimo piano domani e terrà
banco fino al 20 settembre. Domani, infatti, a Sellero, nella palestra
comunale, a partire dalle ore 19, si terrà una cena seguita da una serata
musicale, finalizzata alla raccolta di nuove firme da accompagnare alla
petizione e alla raccolta di fondi necessari al finanziamento dell’iniziativa
autogestita.
Ma cosa chiede nello specifico il Comitato per la viabilità in
Valcamonica - Sebino? Le richieste risultano nel testo della petizione da
inoltrare al ministro Lunardi e al presidente della Regione Lombardia, Roberto
Formigoni. Alle autorità competenti i cittadini della Valcamonica e del Sebino
chiedono: il completamento in tempi certi e brevi dei lavori delle statali 510 e
42; l’impegno politico scritto a fare rispettare i termini di completamento dei
lavori e di apertura al traffico; la puntuale informazione ai cittadini
sull’avanzamento dei lavori. Basterà una marcia? E’ quello che tutti si
augurano.
Sull’iniziativa prendono posizione anche i circoli di Alleanza
nazionale: in un comunicato sottolineano i problemi ereditati dalle precedenti
amministrazioni uliviste, lasciano agli iscritti di An libera partecipazione
alla manifestazione ma non accettano che venga messo in discussione l’operato
del governo di centrodestra, che sta anzi «cercando di dipanare il mostruoso
groviglio burocratico a fine elettorale messo in piedi negli anni del
centro-sinistra». Gli amministratori, nel frattempo, non sono rimasti con le
mani in mano: lunedì scorso e ieri sera (ne riferiamo a fianco) al Bim di Breno
l’assessore provinciale ai Lavori pubblici Mauro Parolini ha convocato due
incontri del Comitato di coordinamento sulla viabilità e nella circostanza è
stato valutato l’andamento dei lavori che interessano Sebino e Valcamonica.
Questo alla luce dell’incontro avuto da Parolini con i vertici Anas. «La 510
sarà aperta entro il 2003», ha ribadito l’assessore.
Sull’argomento viabilità l’on. Davide Caparini ha avuto
l’opportunità invece di visitare i cantieri del quarto lotto alla superstrada e
in particolare quello da Breno al Badetto di Ceto.
Il parlamentare della Lega, dopo un accurato sopralluogo, ha
rilevato che «l’aggiornamento sulla situazione dei cantieri alla statale 42 è
positivo. I lavori relativi al quarto lotto, il tratto che collega Breno alle
porte di Capodiponte, procedono spediti». Caparini menziona ciò che è stato
fatto e quello che resta da fare, segnando in positivo la scadenza dei lavori
che consentiranno di aprire il tratto fra Breno e Nadro di Ceto prima
dell’estate 2004. «Saranno terminati i lavori di asfaltatura, compreso il bivio
di Breno e del Badetto di Ceto - afferma Caparini -; la posa del prefabbricato
per la galleria artificiale che attraversa il Badetto è al 50% circa e sarà
ultimata per fine novembre. Sono stati scongiurati i ritardi per la mancata
consegna dei prefabbricati per la realizzazione della galleria del Badetto.
Entro fine marzo saranno ultimate le opere di illuminazione e di segnaletica».
Il parlamentare camuno con soddisfazione sostiene che «i lavori
procedono secondo la tabella di marcia per l’apertura del tratto Breno-Nadro,
prevista per metà 2004. Resterà da definire il problema del collegamento di
quest’ultima sulla vecchia statale 42, in attesa del lotto successivo che
all’altezza di Nadro interseca il passaggio a livello».
BRESCIAOGGI 12
SETTEMBRE 2003
di Luciano Ranzanici
La soddisfazione che l’assessore ai Lavori pubblici della
Provincia, Mauro Parolini, aveva espresso poco meno di una settimana fa - dopo
l’incontro con i vertici dell’Anas a Roma -, si è rinnovata ieri l’altro al
termine del sopralluogo effettuato sui cantieri della nuova Sebina ed è stata
confermata ieri sera durante l’incontro del Comitato di coordinamento sulla
viabilità che si è tenuto nella sede del Bacino imbrifero montano di Breno. Le
rassicurazioni sull’apertura del tratto di superstrada fino a Vello entro il
prossimo 31 dicembre sono arrivate dall’ingegner Giovanni Salvatore,
responsabile dei lotti lungo il Sebino e hanno costituito un eccellente viatico
per Provincia e Comunità montane di Valcamonica e Sebino bresciano, che con le
amministrazioni comunali interessate si sono prodigate per imporre all’Anas il
rispetto dei tempi.
Insomma, sulla storia infinita della viabilità della Sebina si
sta scrivendo il capitolo conclusivo e il presidente della Comunità montana del
Sebino bresciano, Angelo Zanotti, nel suo intervento ha ricordato ironicamente
che il progetto del tratto Camignone-Vello risale al 1975.
L’assessore provinciale Parolini, che presiedeva la riunione,
ha in pratica riportato al comitato le buone notizie comunicategli durante la
trasferta romana, con le confortanti deliberazioni assunte dall’Anas per la 510
e per la 42.
«Sono stati fatti notevoli passi avanti - ha affermato Parolini
-. Le opere procedono spedite e in modo regolare. Durante il sopralluogo
effettuato l’altro ieri, abbiamo potuto constatarlo personalmente. Rispetto al
controllo dello scorso inverno ci è piaciuto rilevare l’ingente mole di lavoro
eseguita: per quanto le compete, devo sottolineare l’impegno della Provincia,
che ha spronato periodicamente l’Anas al rispetto delle scadenze.
«Deve essere assolutamente confermata la data fissata di fine
anno, che ha un valore simbolico, anche se siamo consapevoli che gli ultimi
lavori in cantiere (segnaletica, fibre ottiche, illuminazione, ecc.) forse
finiranno col posticipare l’effettiva apertura al traffico di qualche decina di
giorni».
L’ingegner Giovanni Salvatore, responsabile del progetto sulla
Sebina, ha ribadito che le scadenze verranno rispettate e che le opere sul
quinto e sul sesto lotto Iseo-Vello non dovrebbero presentare alcun problema,
tempo permettendo. Il direttore dei lavori ha affermato che tutto procede per il
meglio anche sul quarto lotto della statale 42 e che entro il 2004 il tratto da
Breno a Nadro sarà transitabile con il collegamento allo svincolo della frazione
di Ceto.
Il completamento del tratto sarà possibile solo dopo la tanto
attesa autorizzazione della Soprintendenza archeologica. Ma questo nodo lo potrà
sciogliere solo il dottor Ardovino.
GIORNALE DI BRESCIA
13 SETTEMBRE 2003
Stasera a Sellero l’appendice
della manifestazione che prenderà il via domani a Brescia
“Tutti per la strada”: saranno
in fila indiana per non creare intralci al traffico
di Gian Mario Martinazzoli
È tutto pronto per la marcia che si snoderà da Brescia a Edolo,
a partire da domani, per tenere desta l’attenzione dell’opinione pubblica su un
tema, quello della viabilità camuno-sebina, che in tutti questi anni è stato un
vero crogiolo di delusioni, aspettative tradite, scadenze rinviate, promesse non
mantenute, appalti fatti e rifatti ed altro ancora. È vero che è di questi
giorni il sopralluogo ai cantieri della 510 sebina, in seguito al quale
l’Assessore ai lavori pubblici della Provincia, Mauro Parolini, si è detto
ragionevolmente certo che entro la fine dell’anno i quattordici chilometri della
nuova strada che portano da Iseo a Marone saranno finalmente percorribili. Ma
nel subconscio collettivo restano le tracce fastidiose di un’opera che si
trascina da una generazione senza sbocco positivo. E proprio per far sentire il
fiato sul collo di chi di dovere e per impedire che il gioco stucchevole dei
rimpalli e dei rinvii possa continuare ancora (basterebbe richiamare le solenni
promesse non mantenute del ministro dei Lavori pubblici, Pietro Lunardi),
quest’estate è nato il Comitato per la viabilità camuno-sebina che ha messo in
programma la marcia che ufficialmente prenderà il via domenica pomeriggio, alle
16, da piazza Loggia e che avrà un’anteprima questa sera con la festa
organizzata nella palestra comunale di Sellero a partire dalle 19. È prevista la
cena (per prenotazione 0364-531728) cui seguirà una serata musicale con
proiezione di un filmato sulla lunga storia dei lotti della 42 e della 510. Nei
giorni che vanno dal 14 al 20 settembre i promotori di «Tuttiperlastrada» hanno
dunque deciso di farsi vedere, di marciare lungo la vecchia e intasata strada
del lago e del fondovalle camuno nella speranza che nessuno si senta più
legittimato a far slittare la conclusione di opere che aspettano da troppo tempo
la conclusione. «Marceremo in fila indiana - spiegano i promotori - per cui non
dovremmo creare intralci particolari al traffico». Il Comitato, lo ricordiamo, è
nata nell’ambito delle Acli bresciane ma subito ha coinvolto anche altre realtà
associative come le organizzazioni sindacali camuno-sebine e, a titolo
personale, amministratori e politici di diverso orientamento. Nella serata di
domenica 14 settembre la prima tappa sarà Iseo; la sera successiva si
raggiungerà Marone e poi, via via, Pisogne, Darfo Breno, Cedegolo e Edolo. Qui,
alle 18 di sabato 20 settembre, è prevista la chiusura della manifestazione con
la raccolta delle firme in calce alla petizione indirizzata ai ministri delle
Infrastrutture e dell’Ambiente e ai presidenti della Regione e della Provincia.
Sulla marcia hanno preso posizione anche i circoli territoriali della
Vallecamonica e del Sebino di Alleanza nazionale. In un comunicato firmato dal
coordinatore, Diego Invernici, si manifesta apprezzamento per gli iscritti che
vorranno partecipare alla marcia, ma si sottolinea che non sarà consentito a
nessuno di «mettere sul banco degli imputati l’attuale assetto governativo di
centro-destra».
BRESCIAOGGI 14
SETTEMBRE 2003
Prende il via da Brescia la
settimana di mobilitazione popolare sull’asse sebino-camuno
Prima tappa a Iseo: «Basta con
le promesse, ora servono i fatti»
di Massimiliano Magli
A piedi, come a rallentare in modo esasperato un cammino che
ogni giorno, sulle direttrici camuno-sebine, è drammaticamente lento e
snervante. Sono le strade della vergogna, come le hanno definite i membri del
comitato spontaneo promosso dalle Acli camune. Quelle che a lavoratori e turisti
fanno spendere anche un quinto della propria giornata tra marmitte fumanti e gas
tossici.
Così manifesteranno da oggi a sabato prossimo i cittadini che
prenderanno parte a «Tutti per la strada», marcia per la viabilità sebino-camuna
che prenderà il via alle ore 16 da piazza Loggia, a Brescia. I manifestanti
percorreranno a piedi via Capriolo, via Garibaldi e via Milano, per poi
raggiungere via Vallecamonica, strada simbolo di questa protesta. Di qui, in
auto, avverrà il trasferimento a Covelo di Iseo. Dalla frazione sebina
riprenderà la marcia che raggiungerà la centrale piazza Garibaldi, dove
incontreranno la solidarietà del sindaco Marco Ghitti.
Come a Brescia, anche qui un camper sarà la postazione di
coordinamento, dove sarà possibile conoscere la penosa situazione delle statali
510 e 42 e aderire alla raccolta firme promossa dal comitato.
In serata, alle 20.30, dopo l'intervento di alcuni
amministratori e dei coordinatori della protesta, la «pietra dello scandalo»,
cioè i lavori stradali, finirà sul grande schermo, con la proiezione di un
dettagliato resoconto relativo alle due statali.
Il carrozzone della protesta, avviata ieri sera a Sellero con
una cena, si rimetterà quindi in moto domani, lunedì, a partire dalle 14,
davanti al cimitero di Pilzone. Nuova tappa alle 16, con ritrovo all'incrocio
semaforico di Sulzano. Davanti al municipio riprenderà la raccolta firme (già
oltre quota 11 mila).
Alle 18 passaggio a Sale Marasino, sul piazzale del cinema. La
due giorni sebina si concluderà alle 20.30 a Marone, dove riprenderà la raccolta
firme e sarà nuovamente proiettato il filmato sui due progetti. Quindi, martedì,
Pisogne, poi la Valcamonica.
Pierangelo Milesi, il coordinatore della manifestazione, oggi
sarà in piazza Loggia, a due passi da una istituzione strategica come la
Provincia. Come un pastore, muoverà il gregge del malcontento tra i budelli
della viabilità camuno-sebina. «Forse - dice - parteciperà il presidente della
Provincia, Alberto Cavalli, ma inviti formali non ne abbiamo mandati a nessun
politico. Che partecipino come gente qualsiasi, sostenendo con noi questa
battaglia. Del resto, le attenzioni non ci mancano da quando ci siamo
organizzati in comitato. Non passa giorno che qualche politico non ci rivolga
un'espressione di solidarietà, una promessa, non spenda qualche impegno. Ora
però vogliamo i fatti».
Milesi non vuole dimenticare uno solo dei fronti coinvolti da
questa situazione. «Anzitutto, la qualità della vita: quella dei lavoratori come
pure dei residenti, costretti ogni giorno in una morsa di vetture e camion
fumanti che si muovono a stento. I muri di questi paesi sono neri di smog, i
polmoni della gente soffrono di patologie croniche e il turismo, sia in valle
che sul Sebino, potrebbe essere fruttuoso, mentre invece viene rovinato da un
atteggiamento quantomeno colposo».
A questo proposito chiama in causa il ministro delle
infrastrutture Pietro Lunardi: «Aveva annunciato la fine dei lavori per la 510 e
la 42 entro questa estate. Invece, il turismo si è perso altre due stagioni
preziose, visto che nemmeno questo inverno l'odissea potrà dirsi conclusa».
Non mancano riferimenti alla necessità di un potenziamento
della linea ferroviaria Brescia-Edolo, ma Milesi rimanda il discorso, per
evitare confusioni e dispersone di forze: «Queste strade sono la prima cosa che
deve arrivare. Poi si lavorerà alla ferrovia. Che non pensino nemmeno
lontanamente di anticipare un potenziamento della linea, per rimandare alle
calende greche i lavori stradali».
BRESCIAOGGI 14
SETTEMBRE 2003
In Consiglio comunale la
minoranza ha chiesto di aderire per la strada
di Giuseppe Cappitta
L’ultimo Consiglio comunale di Darfo Boario Terme si è svolto
su toni veramente accesi. Motivo della polemica: tutta politica, la necessità di
distinguersi, fra maggioranza di centro-destra ed opposizione di
centro-sinistra, in merito alla marcia per la viabilità in Vallecamonica-Sebino
che prende avvio, da Brescia, questo pomeriggio. Era accaduto infatti che le
Nuove Arche, gruppo d’opposizione, aveva presentato una mozione di adesione alla
marcia chiedendo, per voce del consigliere Vladimir Clementi, che il consiglio
comunale di Darfo, così come aveva fatto la quasi totalità dei comuni
valligiani, lo facesse proprio. E lo chiedeva spiegandone i motivi e rifiutando
l’etichetta di quanti vedevano, dietro al comitato per la viabilità, i partiti
della sinistra. A sostegno della opportunità di aderire al comitato si sono
schierati l’Ulivo e la lista di Alberto Inversini.
Un «no» secco alla mozione delle Nuove Arche e un rifiuto di
aderire al comitato è arrivato dai banchi della maggioranza che, con il vice
sindaco Corrado Ghirardelli, si è rifiutato di vedere nel comitato l’espressione
di semplici cittadini individuandolo, piuttosto, come l’espressione di una parte
politica assai ben identificabile. Per il vicesindaco di Darfo nonché
vicepresidente della provincia, di comitato ne esiste uno solo ed è quello
istituzionale, di cui fanno parte Provincia e Regione e che il 5 settembre, a
Roma, ha firmato con l’Anas un documento che ha date certe sulla apertura delle
statali 510 e 42. A conclusione del dibattito la mozione delle Nove Arche è
respinta a maggioranza.
Altro tema scottante è stato toccato in riferimento
all’accoglimento delle modifiche d’ufficio proposte dalla giunta regionale alle
varianti del piano regolatore e approvate, dal consiglio comunale, nel 2001.
Anche qui non sono mancate le polemiche della sinistra che, a suo tempo, aveva
contestato le variazioni, poi bocciate dalla Regione, sostenendo che «sarebbe
stato meglio, allora, fare un nuovo piano regolatore piuttosto che procedere per
varianti». Al voto la maggioranza vota a favore delle proposte della giunta
regionale mentre le opposizioni si astengono.
La calma è arrivata solo quando si è passati a parlare
dell’«istituzione di nuovi servizi scolastici».
BRESCIAOGGI 15
SETTEMBRE 2003
Ieri pomeriggio da Brescia è
partita la “maratona” del Comitato popolare per sollecitare i lavori
Raccolte altre centinaia di
firme per la strade sebino-camune
di Massimiliano Magli
Da una parte, in piazza Rovetta, si cantava e beveva
raccontando la Valcamonica, promuovendo un ricco patrimonio di arte e
tradizioni. Dall’altra, in piazza Mercato, si contestava l’altra faccia di un
territorio, quella «regalata» da decenni di abbandono e disattenzione e
rappresentata da una viabilità insostenibile, che penalizza la stessa valle ma
anche la sponda orientale del lago. E nel pomeriggio di ieri, nel cuore di
Brescia, il contrasto tra queste due realtà non ha fatto altro che rendere
ancora più incisiva la protesta ingaggiata dal comitato popolare «Tutti per la
strada».
Dalle 15 in poi, un camper e un centinaio di persone hanno
diffuso messaggi, preoccupazioni e appelli affinché le istituzioni si mobilitino
e mettano fine all’empasse viabilistica in cui sono costrette le aree sebina e
camuna. Stiamo parlando dell’inizio della lunga marcia di protesta che
percorrerà appunto Sebino bresciano e valle dell’Oglio: un gesto d’accusa nei
confronti dello stato di avanzamento dei lavori sulle statali 510 e 42, che
diversamente da quanto promesso dal ministro delle Infrastrutture, Pietro
Lunardi, restano al palo.
«I cantieri sono deserti. Chi finirà i lavori?»; «Il traffico
nei centri del Sebino deve finire»; «Troppi disagi, basta code»: sono solo
alcuni degli slogan lanciati da uomini e donne sandwich che ieri, da piazza
Mercato, hanno camminato fino a via Valcamonica per ricordare che, troppo
spesso, dalle loro parti le auto vanno persino più piano di un camminatore.
Una manifestazione, quella di ieri, che si è rivelata subito un
successo anche grazie alle firme raccolte in città: oltre duecento persone hanno
appoggiato la protesta in pochi minuti. Tra queste anche il presidente della
Provincia, Alberto Cavalli, che era a pochi metri dal sit per partecipare a un
altro appuntamento in piazza Loggia.
«Si tratta - ha commentato Cavalli - di iniziative lodevoli,
che confermano l’impegno e la generosità della nostra gente per il miglioramento
del nostro territorio. Del resto, pare finalmente che l’Anas abbia preso a
operare seriamente, stanziando le somme necessarie al completamento delle opere
in valle. E’ un dato di fatto che ci consola e ci fa pensare di essere
finalmente usciti da quella terribile palude in cui stagnava l’intera viabilità
camuna».
Un «risveglio», quello dell’Anas, che pare incoraggiante anche
per altri progetti in provincia: come la variante alla statale 11 nei territori
di Chiari e Travagliato.
Soddisfatto per la manifestazione anche il coordinatore del
comitato, Pierluigi Milesi. «Presto - ha annunciato - le oltre undicimila firme
raccolte verranno inviate al governo, al prefetto, al presidente della Provincia
e a quello della Regione. Quindi, in autunno inoltrato, chiederemo al prefetto
di incontrarci in una conferenza stampa».
La marcia di protesta, lo ricordiamo, proseguirà oggi
attraversando altri centri del Sebino e della Valcamonica. Ieri, invece, è
finita in celluloide, con la proiezione del filmato dedicato a una vicenda
cantieristica che si trascina da 25 anni. Il documentario, realizzato dalla
Cgil, dura una ventina di minuti e arriva fino al ’99. «Il resto - ha concluso
Milesi - è una triste storia fin troppo viva nella mente di tanti».
GIORNALE DI BRESCIA
15 SETTEMBRE 2003
Partita la prima tappa della
camminata
Oggi l’appuntamento è a Pilzone
di Serenella Valentini
Un centinaio di persone con
cartelloni, striscioni, cappellini e magliette con la scritta «tutti per la
strada», ha dato vita ieri pomeriggio alla lunga marcia di sensibilizzazione per
la viabilità che da Brescia, nell’arco di sette giorni, arriverà fino ad Edolo.
Ieri gli organizzatori parevano visibilmente soddisfatti per il riscontro
ottenuto nella prima giornata di cammino. I partecipanti si sono radunati alle
16 in Piazza Mercato in città. Alle 16,30 si sono mossi - come promesso in fila
indiana per non intralciare il traffico - attraversando via Verdi, via Dante,
via Cairoli, via dei Mille, Piazza Garibaldi, via Milano e tutta via
Vallecamonica. Quindi in auto si sono portati a Covelo dove alle 18,30, di nuovo
in corteo a piedi, hanno raggiunto Iseo, tappa finale della prima giornata di
marcia. Fra i «camminatori», oltre agli organizzatori principali fra cui il
presidente delle Acli bresciane Angelo Patti, anche i segretari della Cgil e
della Cisl della Valcamonica-Sebino, Domenico Ghirardi e Ravelli Damioli, un
rappresentante della Uil-Brescia, Luigi Bontempi, alcuni politici dei paesi
della Valcamonica. In serata nella piazza di Iseo, come da programma, è
continuata la raccolta di firme e la proiezione del filmato sulla storia delle
statali 510 e 42. Ricordiamo che lo scopo della manifestazione è quello di
sensibilizzare l’opinione pubblica sul problema della viabilità camuna. Una
questione che si trascina ormai da troppo tempo. Il Comitato è nato nella
primavera scorsa dall’idea di alcuni giovani camuni impegnati in un cammino di
formazione socio-politca promosso dalle Acli di Brescia. Accanto alla marcia è
stata avviata la raccolta di firme per una petizione indirizzata ai ministri
delle Infrastrutture e dell’Ambiente e ai presidenti della Regione e della
Provincia. La marcia riprenderà oggi, alle 14 a Pilzone, con ritrovo davanti al
cimitero con raccolta delle firme, alle 16 il ritrovo a Sulzano, al semaforo
sulla strada principale, raccolta firme in Piazza Municipio e partenza alle 17.
Alle 18 l’arrivo a Sale Marasino e da qui si raggiungerà Marone dove in serata
verrà riproposto il filmato sulle strade.
GIORNALE DI BRESCIA
16 SETTEMBRE 2003
Seconda tappa della marcia
organizzata dal Comitato per la viabilità camuna
di ...
Seconda tappa per la marcia
«Tutti per la strada», promossa dal Comitato per la viabilità in Valle
Camonica-Sebino, partita da Brescia domenica. Alcune decine di persone, tra
questi anche il consigliere provinciale della Margherita, Zaccaria Almici, già
presidente della Comunità montana del Sebino bresciano, muniti di cappellini e
cartelloni, hanno infatti marciato, senza ostacolare la viabilità, ieri
pomeriggio, lungo la Sebina Orientale, da Pilzone a Marone. Durante il percorso
sono stati distribuiti agli autisti e ai camionisti i volantini della
manifestazione. Numerose persone, inoltre, si sono avvicinate ai manifestanti e
ai loro mezzi per sottoscrivere la petizione popolare lanciata sempre dallo
stesso Comitato, la quale sarà poi inviata alle autorità competenti (Stato,
Regione e Provincia), perché vogliono, in primo luogo, che siano rispettati i
tempi di completamento dei lavori e di apertura delle statali 42 e 510. Persone
che hanno manifestato il proprio disappunto sulla storia infinita delle stesse
42 e 510, ora ormai stanche dei ritardi e delle molteplici promesse, che si sono
susseguite nell’ultimo decennio. La marcia, partita domenica da Brescia, oggi,
alle 18.30, farà tappa a Pisogne, domani a Darfo, giovedì a Breno, venerdì a
Cedegolo, per terminare sabato a Edolo. Durante le serate, viene proiettato
anche il filmato realizzato nel 1999 dalla Cisl sulla lunghissima storia delle
arterie del comprensorio valligiano-lacustre, che evidenziano tempi e modi di
realizzo, purtroppo, fino ad oggi disattesi.
GIORNALE DI BRESCIA
16 SETTEMBRE 2003
Dalla mezzanotte di domani, per
un mese, lavori sulla strada provinciale
Percorso alternativo per
arrivare alle frazioni di Bosine e Invino
di Tonino Mazza
Verrà chiusa al traffico dalla mezzanotte di domani, 17
settembre, sino alle 24 del 15 ottobre la strada provinciale che da Iseo conduce
a Polaveno, ma anche alle frazioni iseane di Bosine e Invino. Non dovrebbero
tuttavia verificarsi gravi disagi per le 60 famiglie che abitano sul monte di
Iseo, poiché è già stata ultimata una strada alternativa lunga circa 350 metri
che sarà fruibile ad autoveicoli di peso non superiore ai 35 quintali, mentre
sarà off limits per autobus, Tir e altri mezzi pesanti. L’Anas, compartimento
per la viabilità in Lombardia, ha inviato ieri al Comune di Iseo e a quello di
Polaveno un fax, firmato dall’ingegner Giuseppe Salerno, nel quale si legge che
a causa dei lavori per l’apertura al transito dello svincolo Bersaglio, in
ordine ai lavori sulla Statale 510 Sebina Orientale di ammodernamento del tratto
Brescia-Iseo-Pisogne (4° lotto Bersaglio-Pilzone), verrà chiusa al transito la
strada provinciale n. 48 per Polaveno. A dire il vero saranno solo circa 700
metri di strada a non essere percorribili, il tratto cioè che intercorre fra la
piccola rotatoria che consente di imboccare la galleria del Bersaglio e la
strada che conduce a Pilzone e Iseo e la curva posta a circa 500 dalla Rocca
Oldofredi. Questo tratto di strada provinciale verrà dribblato grazie alla
«strada alternativa», realizzata a tempo di record, asfaltata e messa in
sicurezza con appositi guardrail, che prima di giovedì sarà anche dotata di
segnaletica stradale. Salerno, responsabile unico del procedimento, chiede alla
Provincia il rinnovo dell’ordinanza n. 1980 del 23 agosto scorso inerente
appunto alla chiusura della strada. Ma non è tutto, poiché per motivi di
sicurezza, sulla pista alternativa, adibita esclusivamente al transito locale,
sono stati imposti i divieti di transito dalle 20 alle 6 e per veicoli di
larghezza maggiore di metri 2,10. «A strada chiusa - si legge nel fax - verrà
immediatamente realizzato il by-pass del cavo di fibra ottica attualmente
esistente sotto la sede stradale. Avendo la Telecom rappresentato l’esigenza di
mantenere attiva la vecchia linea ancora per una settimana (per esigenze
correlate alla gestione del ribaltamento delle utenze dalla precedente alla
nuova linea), qualora ciò causasse il rallentamento dell’attività di cantiere,
sarà necessario prorogare l’ordinanza di alcuni giorni. Di tale eventualità
sembra corretto preavvisare l’Amministrazione provinciale in indirizzo». Il
sindaco di Iseo, Marco Ghitti, nel frattempo ha inviato una serie di fax alle
Asl di Brescia, Iseo e Gardone Valtrompia per quanto concerne il servizio di
guardia medica notturna che dovrebbe essere garantito dall’Asl di Gardone. Altri
fax, il primo cittadino iseano, li ha fatti pervenire alle Poste e
telecomunicazioni, alla Cogeme di Rovato che espleta il servizio di raccolta dei
rifiuti solidi urbani, ma anche quello di approvvigionamento idrico di alcune
abitazioni di Bosine e Invino, al 118 e alla Prefettura. «Stamattina - fa notare
il sindaco Ghitti - ho invitato i conducenti degli scuolabus a verificare se il
servizio di raccolta e trasporto dei bambini che frequentano le scuole iseane è
possibile, altrimenti comunicheremo ai genitori il da farsi». Per un mese,
dunque, automezzi pesanti, autobotti e Tir per raggiungere Polaveno e le
frazioni di Iseo accennate potranno utilizzare la statale Ospitaletto-Concesio e
quella che da Villa Carcina conduce a Gardone per imboccare poi quella diretta a
Polaveno. Altro percorso possibile è Monticelli Brusati, Ome, Brione, Polaveno.
BRESCIAOGGI 17
SETTEMBRE 2003
La protesta per una rete viaria
all’altezza è arrivata alla “porta” della Valcamonica
L’intera Giunta partecipa al
corteo per la viabilità
di Giuseppe Cappitta
«Dove sono i sindaci, dov’è la Provincia, dov’è la Regione,
dove è la statale 510»? «Marcia anche tu per dire basta alla vergogna»; «Fine ai
lavori delle statali 510 e 42 per rilanciare il turismo sebino-camuno»; «I
cantieri sono deserti, chi finirà i lavori»? Sono soltanto alcune delle scritte
dipinte sui numerosi cartelli che uomini e donne impegnati nella marcia per la
viabilità della Valcamonica e del Sebino portano, in queste ore, appesi al
collo. Messaggi scritti affiancati da slogan gridati: un invito diretto ai
politici di ogni livello affinché le promesse sulle strade vengano finalmente
mantenute.
Il corteo partito nei giorni scorsi da Brescia era animato ieri
da un’ottantina di partecipanti, che hanno iniziato a marciare da Toline di
Pisogne alle 18.30. Alla testa, indossando la fascia tricolore, c’era Giacomo
Lanzini, sindaco di Pisogne, presente alla manifestazione con l’intera Giunta
comunale. Al suo fianco c’erano anche i consiglieri provinciali dell’Ulivo Mario
Braga e Zaccaria Almici, già sindaco di Zone. E a seguire i segretari generale e
aggiunto della Cisl comprensoriale Roberto Ravelli e Giambettino Polonioli, e il
segretario dei pensionati della Cgil Mino Bonomelli. Per finire, a rappresentare
il Comitato organizzatore della marcia il portavoce Pierangelo Milesi.
Per un’ora circa, il corteo ha sfilato lungo la vecchia strada
che da Toline porta a Pisogne, e sul volto di tutti i partecipanti si leggeva la
rabbia per una viabilità rappezzata che crea disagi e rallenta ogni possibile
sviluppo; anche quello turistico. L’attesa di una nuova rete viabilistica
all’altezza delle esigenze, lo ricordiamo, nell’area a cavallo tra lago e valle
dura da più di 25 anni. Anni trascorsi assistendo a un rincorrersi di promesse
di imminenti aperture mai seguite da alcun «taglio di nastro».
«Sono qui - diceva ieri il sindaco pisognese Lanzini - per
manifestare la mia solidarietà a queste persone, che hanno avuto il coraggio di
manifestare, con una protesta pacifica ma ferma nei contenuti, per questa
viabilità che penalizza sia i residenti che la utilizzano ogni giorno, sia
quanti vengono a visitare la nostra valle. E’ una situazione che ha esasperato
tutti, alla quale bisogna al più presto porre rimedio con l’apertura delle nuove
arterie: se sembra vicina quella del tratto che arriva a Pisogne, non si può
dire altrettanto per quello che da Breno porta in alta valle; in questo caso le
soluzioni sono ancora molto lontane».
Alle promesse di prossime aperture non crede per niente il
consigliere provinciale Zaccaria Almici, per il quale proporre tempi certi è «da
irresponsabili, anche perché - dice - nei cantiere non si vede gente che lavora.
Se la 510 verrà aperta, l’operazione avverrà senza le dovute garanzie».
Mario Braga ritiene invece che sia ora di smetterla con le
promesse, «perché la gente non ne può più. Qui i disagi sono enormi, e di
assicurazioni disattese ne abbiamo sentite molte. Sarebbe meglio - ha concluso -
se i politici la smettessero di parlare lavorando più seriamente alle cose
concrete».
Alle 19.30 il corteo è arrivato in piazza San Costanzo atteso
da alcune decine di persone. Poi, alle 20.30, è iniziata la proiezione di un
filmato sulla viabilità camuna preparato dalla Cgil e alla raccolta di firme in
calce alla petizione diretta al ministro delle Infrastrutture e al presidente
della Regione. Per adesso, le sottoscrizioni sono già 12 mila.
BRESCIAOGGI 18
SETTEMBRE 2003
La manifestazione “Tutti per la
strada” continua a raccogliere adesioni: oggi sarà a Breno
Il sindaco: «Esprimo il disagio
dei cittadini camuni»
di Giuseppe Cappitta
Prosegue con determinazione la marcia per la viabilità in Valle
Camonica-Sebino «Tutti per la strada», organizzata dal Comitato che ha in
Pierangelo Milesi il portavoce. Ieri, quarto giorno della manifestazione, i
partecipanti, ancora una volta intorno alle 70-80 persone, sono giunti a Darfo
in piazza Municipio. Qui, ad attenderli, insieme ad alcuni consiglieri
dell’opposizione, c’era anche il sindaco Francesco Abondio, venuto «per portare
il suo personale saluto a dei cittadini che vogliono esprimere il proprio
disagio per la mancanza, nella Valle Camonica come nel Sebino, di una viabilità
decente.
«Nell’occasione - ha aggiunto il sindaco - ho sottoscritto la
petizione popolare per la viabilità camuno-sebina in base al principio che sono
sindaco di tutti, e di una città che vuole esprimere il suo disagio, per una
viabilità non ancora all’altezza dei tempi.
«Capisco - ha concluso Abondio - che non sarà per questa macia
che il problema verrà risolto, però resto del parere che ogni piccolo contributo
che possa giungere ad accorciare i tempi per l’apertura della strada, deve
essere da tutti bene accetto».
Il trasferimento di ieri ha preso il via da Gratacasolo avendo,
come prima destinazione, Artogne, dove i partecipanti al corteo hanno trovato ad
accoglierli il sindaco Simone Quetti, con tanto di fascia tricolore, il quale,
ripensando alla necessità che i sindaci si facciano portavoce del disagio che
vivono i cittadini della valle a causa di una viabilità insufficiente, ha voluto
invitare i primi cittadini della media e dell’alta valle «a mettersi alla testa
del corteo per la viabilità, per far capire all’Anas che non è più tempo di fare
promesse se non si ha la certezza che quelle promesse saranno mantenute».
I partecipanti al corteo, dopo aver raccolto delle firme nella
piazza centrale di Artogne, hanno marciato verso Piancamuno. Qui, però, di
amministratori ad attenderli nemmeno l’ombra. «La politica - ha suggerito
qualcuno non sempre a voce bassa - ha vinto».
Da Piancamuno a Gianico, nella piazza antistante il centro
commerciale Valgrande, il tratto è breve. E qui, dove il corteo si è fermato per
una raccolta di firme, hanno risposto due autorità: erano infatti presenti il
sindaco Ezio Comella e l’assessore alla Viabilità e ai Lavori pubblici della
Comunità montana di Valle Camonica, Mario Pendoli.
«Ho ritenuto doveroso essere presente a questa manifestazione -
ha detto il primo cittadino di Gianico - perché credo che la partecipazione dei
sindaci sia necessaria dal momento che essi, rappresentando tutti i cittadini
del proprio comune, hanno il dovere di esprimere il disagio che essi vivono a
causa di un problema, quello della viabilità, che non si riesce a risolvere e
che esaspera oltremodo i cittadini stessi che vivono sulla loro pelle infiniti
disagi».
«Siamo qui - gli ha fatto eco Pendoli - su specifica delega del
presidente De Toni, impossibilitato a presenziare. Come assessore della Comunità
- ha aggiunto - devo ribadire che, come lo siamo stati in passato, continueremo
anche nel futuro ad essere di stimolo perché anche gli altri tratti della ss 42,
quelli che da Nadro portano a Edolo, siano portati avanti con la massima
celerità».
La manifestazione si è chiusa a Boario dove, a partire dalle
20.30, Antonio Pedersoli, il chitarrista di Erbanno, ha tenuto un concerto per
un gruppo di volonterosi amanti della buona musica. Oggi la quinta tappa.
Partenza alle ore 15 da Piamborno, destinazione Breno. Tappe intermedie a Cogno,
Cividate e Malegno.
BRESCIAOGGI 18
SETTEMBRE 2003
Lettera al Direttore
di Giovanni Minelli
Gentile direttore, la marcia per la viabilità in corso in
queste ore , ove servisse davvero ad impedire ulteriori rinvii rispetto ai già
estenuanti tempi, ancora una volta aggiornati prima delle ferie, non
giustificherebbe più di tanto qualche polemica di troppo. In merito alla
singolare estenuante questione, che ha le sue origini nei lontani anni '50 della
ricostruzione post-bellica, ritengo opportuno esprimere quanto segue: a) La
viabilità di cui si tratta è di competenza statale (statali 42, 510 e 39) per
cui va respinta ogni tentazione di attribuire alle istituzioni locali
responsabilità di alcun tipo in ordine all'annosa quanto vergognosa vicenda e
relativi diffusi incidenti di percorso. Va detto ad alta voce, se mai, che le
istituzioni locali si sono puntualmente fatte carico dei non indifferenti costi
di progettazione, sulla base di precise vincolanti direttive tecniche dell'Anas,
e che, relativamente agli "spezzoni" realizzati e aperti , i proprietari privati
delle aree agricole attraversate e scompaginate, non hanno interposto ostacoli,
subendo la beffa di ritardati e poco dignitosi indennizzi. b) La tutela della
competente sovrintendenza riservata a una minima frazione di incisioni rupestri,
a fronte di un intervento in larga parte già realizzato, nei pressi di
Capodiponte, non può certo passare per inderogabile esigenza di salvaguardia del
patrimonio dell'arte rupestre, tale da impedire non l'inizio dei lavori ma il
loro completamento. Le responsabilità si debbono equamente proporre e
condividere, rispetto a obiettivi di pubblica urgenza: a nessuna autorità
pubblica deve tuttavia essere unilateralmente consentito di imporre, senza se e
ma, il proprio "assoluto" nei confronti dell'universo di cui tutti si è parte.
c) Un richiamo infine, alla proprietà dei termini linguistici, informazione
parlata e scritta compresa: basta definire pomposamente "superstrada" della
Vallecamonica quell'incompiuta che è, piaccia o no, la variante alla statale 42
(come per la 510 Sebina) , di rapido scorrimento, sia pur relativo, in quanto
bypassa i centri abitati, gli incroci e i passaggi a livello, mantenendo agibili
anche i tracciati precedenti, almeno come alternativa, così come purtroppo
ancora non è , quanto meno oltre Capodiponte. Che sia la volta buona, davvero,
perché in Italia, in Europa e nel Mondo ci siamo anche noi della Vallecamonica.
Quanto al numero delle firme per la petizione popolare , non contiamole:
l'insieme universale degli utenti, nazionali ed esteri, come non dovrebbe
firmare?
BRESCIAOGGI 19
SETTEMBRE 2003
Alle battute finali la
manifestazione di protesta per la viabilità camuno-sebina: oggi arriva a
Cedegolo
di Giuseppe Cappitta
Breno, meno due. Tanti sono i giorni che separano dalla
destinazione finale di Edolo i partecipanti alla marcia per la viabilità in
Vallecamonica-Sebino, marcia partita da Brescia domenica 14 e che procede
registrando sempre maggiore condivisione fra gli amministratori dei paesi che
attraversa e, nota assai significativa, fra i parroci. Ieri, infatti, come era
accaduto da quando la marcia ha cominciato a risalire la Valle Camonica e a
portare il saluto ai manifestanti erano stati i sindaci di Pisogne (Giacomo
Lanzini), di Artogne (Simone Quetti), di Gianico (Ezio Comella), di Darfo Boario
(Francesco Abondio), e il vicesindaco di Piancamuno, Sergio Poiatti, hanno
portato il loro saluto il sindaco di Piancogno Elio Tomasi, di Biennio Germano
Bini, di Malegno Gerardo Milani venuto insieme a tutta la sua giunta e al
parroco.
A Breno i marciatori hanno trovato ad attenderli, in piazza del
municipio, il vicesindaco di Breno Franco Angeloni, il consigliere Francesco
Mazzoldi, don Tino Clementi parroco di Breno e don Fassa, parroco della frazione
di Astrio che, in vero, ha marciato a fianco dei manifestanti da Piancogno a
Breno. Discorsi sono stati tenuti in piazza municipio dal coordinatore della
marcia per la viabilità Pierangelo Milesi e da don Tino Clementi. Oggi, alle ore
14, appuntamento davanti al bar Big del Badetto di Ceto per la partenza della
penultima tappa fino a Cedegolo. Alla testa del corteo è assicurata la presenza
del primo cittadino di Cedegolo Pier Luigi Mottinelli. Alle ore 20, in piazza,
serata musicale.
BRESCIAOGGI 20 SETTEMBRE 2003
La chiusura a Edolo. Ben 13mila
le firme raccolte finora
di Lino Febbrari
Prima di concludere la loro scarpinata nel tardo pomeriggio di
ieri a Cedegolo, i partecipanti alla penultima tappa della marcia del comitato
«Tutti per la strada» si sono fermati a Capodiponte, vicino a un simbolo che
testimonia la situazione dei lavori della variante alla statale 42: il viadotto
interrotto a metà, sulla cui testata troneggia da anni la scritta «Vergogna».
«Si tratta veramente di un "monumento" vergognoso, che chiarisce come l’Anas ha
realizzato finora i lavori in Valcamonica e sul Sebino - ha commentato
Pierangelo Milesi, portavoce del comitato, affiancato dal segretario
comprensoriale della Cisl Roberto Ravelli Damioli -. Da parte nostra siamo
ampiamente soddisfatti, perchè con quelle raccolte a Capodiponte e a Sellero, le
firme in calce alla petizione si avvicinano ormai a quota 13 mila. Contiamo di
aggiungerne centinaia domani (oggi per i lettori) a Edolo: in piazza Martiri ci
sarà la chiusura della manifestazione».
Dopo la breve sosta la marcia è ripresa con in testa il sindaco
di Cedegolo Pierluigi Mottinelli.
GIORNALE DI BRESCIA
20 SETTEMBRE 2003
Lavori a ritmo sostenuto per
aprire il quarto lotto della statale 42
Difficile levare il “tappo” che
blocca il collegamento con in quinto lotto
di Gian Mario Martinazzoli
Metà del tunnel è già stato costruito e nel giro di qualche
mese dovrebbe arrivare in porto anche la parte restante: stiamo parlando del
tratto in galleria della statale 42 che attraversa l’abitato di Badetto di Ceto.
In questo periodo si sta lavorando a ritmo sostenuto per portare a termine
un’opera indispensabile per aprire il quarto lotto Breno-Capo di Ponte della
nuova statale di fondovalle. Nato inizialmente come tratto in trincea scoperta,
le proteste dei residenti hanno costretto l’Anas a ricorrere a un tunnel lungo
settecento metri. Per gli abitanti della popolosa frazione di Ceto la soluzione
trovata è stata una vera boccata d’ossigeno, e non solo metaforicamente. É
facile, infatti, immaginare quale sarebbe stato l’impatto negativo di una strada
che avesse attraversato a cielo aperto una zona dove le finestre delle
abitazioni si trovano, in qualche caso, a meno di trenta metri dal tracciato
previsto nel progetto originario. Il risultato premia anche il Comitato che
negli ultimi anni si è battuto con determinazione per ottenere che il tracciato
in trincea venisse appunto trasformato in percorso coperto. L’opera è molto
attesa dai cittadini di Ceto, ma anche dal resto della Vallecamonica. Non si
dimentichi che questo “tappo”, sommato alle difficoltà frapposte dalla
Sovrintendenza alla rimozione delle incisioni alle porte di Capo di Ponte, ha di
fatto paralizzato la conclusione dei lavori sull’intero quarto lotto della nuova
statale 42. Recentemente l’assessore provinciale ai lavori pubblici, Mauro
Parolini, si è detto ragionevolmente convinto che entro l’estate del prossimo
anno il tratto della 42 che porta da Breno a Nadro di Ceto potrà essere aperto
al traffico. Purtroppo non sarà un risultato pieno, tenendo conto che il
progetto dell’Anas prevedeva che il lotto terminasse in territorio di Capo di
Ponte e che si saldasse con i successivi quinto e sesto. Se, dunque, per Badetto
si va verso una soluzione positiva, non è così per il tratto terminale che
dovrebbe sbucare a ridosso di un’area segnata da alcune rocce con figure
preistoriche. Nemmeno il progetto di rimozione in blocco delle superfici incise,
predisposto dalla Comunità Montana, è riuscito a smuovere la Sovrintendenza. A
questo punto, la soluzione più probabile sembra quella di abbassare il livello
del tracciato in modo da evitare la zona protetta. Per ora, però non c’è ancora
nulla di definitivo.
GIORNALE DI BRESCIA 20 SETTEMBRE 2003
Arriva al traguardo la maratona
per la Ss 510
di Gian Mario Martinazzoli
Si conclude oggi a Edolo «Tuttiperlastrada», marcia organizzata
dalle Acli bresciane e da altre realtà associative territoriali con l’intento di
premere sull’Anas e sugli enti preposti perché si arrivi, come promesso,
all’apertura dei lotti della 510 entro fine anno. La serata di mercoledì e la
giornata di giovedì hanno segnato il “trasferimento” dalla 510 alla 42, con
l’arrivo dei partecipanti nelle piazze municipali di Darfo, Piancogno, Cividate,
Malegno e Breno e la raccolta delle firme in calce alla petizione inviata ai
ministri delle Infrastrutture e dell’Ambiente e ai presidenti di Regione e
Provincia. «Abbiamo raccolto 12.000 firme - spiegano i promotori - e durante i
trasferimenti la gente ha manifestato apprezzamento. Il mancato rispetto dei
tempi sarebbe visto come un tradimento». Ieri la marcia ha fatto tappa a Badetto
di Ceto, Capodiponte, Sellero, Cedegolo. Oggi alle 14.30 riprenderà da Malonno,
alle 16 raggiungerà Sonico e alle 17 Edolo dove, alle 18, si farà un bilancio.
GIORNALE DI BRESCIA
20 SETTEMBRE 2003
Arriva al traguardo la maratona
per la Ss 510
di Gian Mario Martinazzoli
Si conclude oggi a Edolo «Tuttiperlastrada», marcia organizzata
dalle Acli bresciane e da altre realtà associative territoriali con l’intento di
premere sull’Anas e sugli enti preposti perché si arrivi, come promesso,
all’apertura dei lotti della 510 entro fine anno. La serata di mercoledì e la
giornata di giovedì hanno segnato il “trasferimento” dalla 510 alla 42, con
l’arrivo dei partecipanti nelle piazze municipali di Darfo, Piancogno, Cividate,
Malegno e Breno e la raccolta delle firme in calce alla petizione inviata ai
ministri delle Infrastrutture e dell’Ambiente e ai presidenti di Regione e
Provincia. «Abbiamo raccolto 12.000 firme - spiegano i promotori - e durante i
trasferimenti la gente ha manifestato apprezzamento. Il mancato rispetto dei
tempi sarebbe visto come un tradimento». Ieri la marcia ha fatto tappa a Badetto
di Ceto, Capodiponte, Sellero, Cedegolo. Oggi alle 14.30 riprenderà da Malonno,
alle 16 raggiungerà Sonico e alle 17 Edolo dove, alle 18, si farà un bilancio.
BRESCIAOGGI 21
SETTEMBRE 2003
Edolo. Nella giornata
conclusiva della camminata un appello a vigilare affinché le promesse vengano
mantenute
di Lino Febbrari
Dopo 106 lunghi chilometri, la marcia del Comitato per la
viabilità si è conclusa ieri pomeriggio a Edolo. Ad accogliere poco prima delle
17 i nove camminatori (seguiti nell’ultimo tratto da sette camion, i cui
conducenti hanno più volte azionato le trombe) che hanno consumato le suole
percorrendo in più tappe l’intero tratto Brescia-Edolo, c’erano quasi tutti i
sindaci dell’alta valle (o i loro rappresentanti), molti cittadini, la banda di
Sonico e le majorettes di Piancamuno. Dopo il saluto rivolto ai marciatori dal
presidente della Comunità montana Giampiero De Toni, il corteo si è snodato
lungo via Marconi fino a raggiungere piazza Martiri. Sul palco, di fronte a
oltre 500 persone, Domenico Ghirardi, segretario comprensoriale della Cgil, ha
fatto il bilancio dell’iniziativa e ringraziato le persone (oltre 15 mila) che
hanno sottoscritto la petizione popolare che nei prossimi giorni verrà
inoltrata, attraverso il prefetto, alla Regione e al ministero delle
Infrastrutture.
De Toni ha anche replicato duramente al vicepresidente della
Provincia, Corrado Ghirardelli, il quale in una intervista rilasciata a
«Teleboario» aveva sostenuto che «la marcia era tardiva», dicendo che «questa
non è stata una marcia elettorale ma una manifestazione degli elettori». Il
presidente comunitario ha poi ricordato i tre obiettivi che si era prefissato
assumendo la carica: viabilità, sanità e rilancio della ferrovia. «Non sono
riuscito ancora a centrarli in pieno - ha detto -: abbiamo organizzato convegni
e incontri e abbiamo avuto visite di ministri e di assessori, ma siamo riusciti
a ottenere poco o nulla. La manifestazione ora è finita, ma vi assicuro che
lotteremo fino alla conclusione dei lavori». Pierangelo Milesi, portavoce del
Comitato, dopo aver sottolineato la buona riuscita dell’iniziativa ha
simbolicamente passato il testimone agli amministratori locali: «Per portare a
termine la marcia mi sono preso una settimana di ferie, ora tocca a voi - ha
detto rivolgendosi ai sindaci presenti - : dovete proseguire la nostra battaglia
fino in fondo, sapendo che vigileremo e verificheremo puntualmente che le
promesse vengano mantenute. Altrimenti ci rimetteremo in marcia».
L’unico neo della riuscita manifestazione di chiusura? Il
blocco totale della circolazione, per quasi un’ora, causato dal lento incidere
del corteo. Attorno alle 17.30, la coda in direzione di Edolo aveva superato i
dieci chilometri. E alcuni automobilisti hanno preso a male parole chi camminava
a bordo strada: «Siamo dispiaciuti, perchè non era nostra intenzione creare
disagi - ha puntualizzato De Toni -. Disagi di questo tipo li sopportiamo con
rassegnazione da anni ogni volta che ci mettiamo alla guida dell’auto per
raggiungere il capoluogo».
Infine i nomi dei nove infaticabili marciatori: Pierangelo
Milesi, Marco Richini, Roberto Ravelli Damioli (segretario comprensoriale della
Cisl), Sandro Guerini (Uil), Giacomo Morandini, Marta Menolfi, Eleonora Broggi,
Francesco Locatelli, Marco Bertelli e Andrea Occhi, che ha avuto il compito di
guidare il camper di assistenza.
BRESCIAOGGI 21
SETTEMBRE 2003
An: «La maggioranza aveva detto
di no»
di g.c.
La «lunga marcia» per la viabilità camuno-sebina è finita ma le
polemiche sul sostegno all’iniziativa del sindaco di Darfo sono appena iniziate.
In verità Francesco Abondio era solo uno dei tanti amministratori che hanno
aderito alla manifestazione che si è chiusa a ieri a Edolo, ma a Darfo c’è ora
chi vuole sapere a quale titolo mercoledì scorso il primo cittadino sia andato a
portare il saluto ai partecipanti alla marcia. «Ho chiesto una convocazione
urgente dei consiglieri di maggioranza, sindaco compreso per cercare di chiarire
perchè il primo cittadino abbia assunto una posizione divergente rispetto a
quanto era stato deciso nell’ultimo Consiglio comunale - spiega Giuliano
Gualeni, capogruppo di An in Consiglio comunale -: in quell’occasione la
maggioranza ha respinto in modo compatto la mozione di adesione all’iniziativa
della marcia presentata dalle opposizioni».
Il capogruppo di Alleanza Nazionale sottolinea come della
convocazione dei consiglieri della maggioranza, siano a conoscenza anche gli
altri partiti della Casa delle Libertà. «Anche loro - aggiunge -, sono stati
colti di sorpresa dalla presa di posizione del sindaco, in contrasto con quanto,
solo alcuni giorni prima, aveva votato contro l’adesione alla marcia. Non
ritengo che la vicenda possa avere particolari strascichi. Per me si tratta solo
di un "incidente di percorso" che va chiarito proprio per evitare che si
trasformi in un caso politico. Il sindaco saprà sicuramente motivare la sua
scelta».
Dello stesso parere il vicesindaco Corrado Ghirardelli che
premettendo che il sindaco «si è espresso liberamente, in modo del tutto
autonomo», rimarca che «l’atteggiamento di Abondio è in contrasto con quelli che
sono gli indirizzi e le linee della maggioranza, emerse chiaramente nell'ultimo
Consiglio. Io credo - ha concluso Ghirardelli - che il sindaco dovrebbe spiegare
alla maggioranza le sue scelte».
Quanto alle decisioni prese in Consiglio comunale, An precisa
come siano «ispirazione di una valutazione elaborata dai circoli territoriali e
fatta propria dagli altri partiti della Casa delle Libertà. Una valutazione che
mira in primo luogo a capire i legami tra comitato e partiti. Gli appelli
diffusi - sostiene An nella sua analisi - sollecitano un vasto consenso:
vorremmo che esso non venga usato a sostegno di personaggi o formazioni
politiche».
GRAFFITI SETTEMBRE
2003
viabilità camuna
di Bruno Bonafini
Il Comitato “Tutti per la strada” non piace a Caparini Ha
coperto un vuoto, il Comitato per la strada di Valle, quello di un interlocutore
di massa, consistente ed aggressivo (grintoso), per un bisogno di fondo, una
viabilità all’altezza dei tempi, esigenza non ancora del tutto soddisfatta
finora da governi e stagioni politiche diversi.
Ed ha scoperto (svelato) un vuoto, quello dell’onorevole
Caparini, ovvero dei rodomonti della Lega, che pensavano bastasse il loro arrivo
sulla scena per superare i limiti derivanti da una marginalità territoriale
economica e politica come quella della Valle.
E’ arrivato perfino ad offendersi, il povero Caparini,
all’apparire del Comitato, quasi rappresentasse per lui un tentativo di
concorrenza sleale o fosse un disconoscimento dei meriti che periodicamente
l’Onorevole si autoattribuisce sul giornaletto leghista (pubblicazione
agiografica, quindi gratuita, in tutti i sensi). O come uno scippo della
santificazione che certamente si autoattribuirà il giorno lontano in cui la
strada camuna giungerà ad Edolo.
C’è già lui che ci pensa alla strada, perbacco! Solo che da
quando ci pensa in maggioranza ha perso l’acume critico che lo
contraddistingueva dall’opposizione, quando in lunghe e peraltro noiose
trasmissioni su Teleboario percorreva tutti i tratti incompiuti dell’eternamente
incompiuta superstrada, scovava incongruenze e ritardi, denunciava assurdità
burocratiche e incoerenze ministeriali, finanziamenti insufficienti dall’Anas, e
gli effetti perversi di intrighi e corruzione.
Ma il suo acume critico si è esaurito col passaggio in
maggioranza, anche perché nella cosiddetta Casa della Libertà non ci sono molte
occasioni per esercitarlo (il Padrone di casa non lo gradisce, essendo tra
l’altro lui che paga i conti, ha pagato perfino i debiti di chi stava per andare
in bancarotta…). E così il Nostro onorevole non si accorge che i tempi di
avanzamento della superstrada non sono poi cambiati molto, da allora; che i
problemi non sono minori, che i ritardi continuano, che i finanziamenti
languono, e che udite, udite la corruzione all’Anas non è finita con
Tangentopoli, anzi è perfino più spudorata di prima (vedi gli ultimi arresti) e
addirittura il massimo esponente nell’Ente (indicato dalla Lega) finisce sotto
inchiesta con pesanti imputazioni. E che ovviamente continuano i disagi, e le
tragedie qualche volta, dei Camuni per la loro pessima viabilità.
É su tutto questo che occorre indignarsi, e continuare ad
indignarsi, vincendo la stanchezza e la rassegnazione. Non per la nascita del
Comitato! Che è sacrosanto e opportuno. Anzi, è una colpa della Valle non averci
pensato prima. O essersi limitati a quello soltanto istituzionale.
BRESCIAOGGI 24
SETTEMBRE 2003
Cedegolo: il sindaco Pierluigi
Mottinelli rilancia il problema al termine della marcia “Tutti per la strada”
Una necessità prima di compiere
qualsiasi scelta urbanistica
di Luciano Ranzanici
Dopo la conclusione della marcia «Tutti per la strada», il
sindaco di Cedegolo, Pierluigi Mottinelli, torna sul tema della disastrata
viabilità valligiana e del suo Comune in particolare, ricordando che
l’attraversamento del paese e il passaggio nella famigerata strettoia a Nord (il
Comune, in accordo con l’Anas, la eliminerà tra breve) rappresentano uno dei
punti critici della statale 42. «Viviamo in una delle aree più periferiche della
provincia di Brescia - commenta Mottinelli, che è anche presidente dell’Unione
dei comuni della Valsaviore -, e il nostro modello di sviluppo, articolato su
piccole e medie industrie e sul turismo, non permette più di accettare tempi di
percorrenza così alti e un così elevato costo in termini di vite umane perse e
di feriti a causa di incidenti stradali. Le amministrazioni comunali hanno fatto
tutto il possibile per sollecitare la conclusione dei cantieri di una strada
extraurbana progettata oltre 30 anni fa. E adesso dobbiamo denunciare, da parte
dei livelli amministrativi preposti, a partire da quello provinciale, una
diminuzione dell’attenzione».
Mottinelli ha aderito coi colleghi dell’Unione all’iniziativa
del comitato: «Tutti per la strada - dice - si aggiunge e rafforza le azioni
intraprese dalle amministrazioni locali per pressare governo e Anas, perchè le
continue previsioni di apertura e i successivi rinvii abbiano fine. Le stesse
amministrazioni comunali, soprattutto in questo tratto, hanno fatto ogni sforzo
per facilitare la chiusura dei lavori, e adesso vogliamo conoscere, per il
tratto tra Sellero e Malonno, la reale situazione delle opere e dei
finanziamenti, e sapere davvero quando aprirà la variante all’abitato di
Cedegolo. Ne abbiamo diritto, anche per fare scelte urbanistiche».
«La pressione del traffico in questi comuni e in quello di
Cedegolo - continua Mottinelli - ha l’impatto maggiore dell’intera statale 42 a
Nord di Breno. Abbiamo migliorato la sicurezza di pedoni e automobilisti
studiando piani urbani del traffico e semafori rallentatori, ma la variante
resta la soluzione radicale dei problemi».
BRESCIAOGGI 31
OTTOBRE 2003
Il Comitato per la viabilità sebino-camuna rilancia la
sfida: consegnerà le adesioni ai ministri e al prefetto
Ravelli Damioli (Cisl): «Ferrovia ai privati? Vediamoci
chiaro»
di Giuseppe Cappitta
«Il bilancio della raccolta di firme a sostegno della petizione
per la viabilità nel comprensorio camuno-sebino e della marcia Brescia-Edolo,
anch’essa finalizzata alla raccolta di firme, è stato assai positivo. Ben 20.257
le adesioni raccolte, rappresentative non solo dei cittadini della valle e del
Sebino che hanno sottoscritto la petizione, ma anche di numerosi automobilisti
che, pur non essendo bresciani, hanno voluto fermarsi e apporre la loro firma a
sostegno della nostra petizione, per una migliore viabilità».
A parlare in termini tanto soddisfatti è Pierangelo Milesi,
presidente del «Comitato per la viabilità in Valle Camonica e nel Sebino» che,
dal 14 al 20 settembre, ha organizzato la petizione popolare per sollecitare il
completamento delle statali 510 e 42, i cui lavori si trascinano ormai da anni e
che tanti danni hanno causato e a tutt’oggi arrecano all’economia camuno-sebina
e agli utenti delle due arterie costretti, per motivi diversi, a percorrerle
giornalmente.
A condividere la soddisfazione per due iniziative assai
riuscite, sono stati, insieme a Milesi, Domenico Ghirardi e Roberto Ravelli
Damioli, segretari generali di zona della Cgil e della Cisl, intervenuti ieri al
Centro congressi di Boario.
Esaurita la raccolta di firme, l’attenzione del rappresentante
del comitato e dei due sindacalisti si è spostata ora sul vero tema del
contendere: lo stato dei lavori per le statali 510 e 42. Dichiara Milesi: «Sono
disposto a credere a una apertura assai prossima, entro il 31 dicembre o nel
mese di gennaio, come alle assicurazioni governative per la 510, ma sono assai
preoccupato per come procedono i lavori sulla ss 42, da Nadro di Ceto in su».
Milesi lamenta in particolare «inspiegabili silenzi» e chiede
ai responsabili delle opere informazioni a favore soprattutto dei cittadini.
Quanto al faldone con le 20.257 firme raccolte, di ogni singolo
foglio saranno fatte cinque copie che verranno inoltrate, unitamente alla
petizione, ai ministri delle Infrastrutture e del Territorio, ai presidenti
della Regione e della Provincia, al Prefetto di Brescia. A quest’ultimo la
petizione e la raccolta di firme verranno consegnate a novembre, in occasione di
un incontro programmato nella sala del palazzo della Comunità montana di Breno.
«Alla dottoressa Cancellieri - ha detto Milesi - chiederemo ufficialmente un
aiuto perché porti avanti le nostre istanze».
Anche il segretario generale della Cgil comprensoriale,
Domenico Ghirardi, insieme a qualche disponibilità «a credere alla possibile
apertura della 510 entro dicembre, o magari alla vigilia delle elezioni
provinciali», ha espresso grande preoccupazione sullo stato dei lavori della 42,
a partire dai lotti a nord di Nadro: «C’è poco o nulla in materia di pareri,
nullaosta e progetti esecutivi». Per Ghirardi, c’è necessità «che la rabbia
espressa in passato venga tenuta viva e che, per la 510, ci venga almeno
risparmiato il taglio del nastro».
Anche per il segretario della Cisl, Ravelli Damioli, il
problema vero resta la 42 «dove tutto è ancora in alto mare». Il problema della
statale non può essere limitato al tratto in territorio camuno; c’è infatti, a
suo dire, da combattere una eguale battaglia per il tratto in territorio
bergamasco.
L’altra preoccupazione emersa dall’intervento del segretario
Cisl è quella riferita alla ferrovia Brescia-Iseo-Edolo, e ciò sul presupposto
di una sua privatizzazione con passaggio alle Ferrovie nord Milano. «Se questa
ipotesi fosse vera - ha concluso Roberto Ravelli Damioli - ci sarebbe la
necessità di capirci presto qualcosa perché, se i risultati fossero quelli che
le Ferrovie nord hanno nelle altre tratte del Milanese, noi saremmo già tagliati
fuori».
BRESCIAOGGI 31
OTTOBRE 2003
Mentre la ss 42 procede con difficoltà
di Giuseppe Cappitta
Lapidario l’assessore provinciale Mauro Parolini. «Non ho
elementi negativi per dubitare sulla chiusura dei lavori entro fine anno. Anzi,
vediamo subito un primo dato oggettivo: tra breve potremo aprirà la variante di
Iseo, dopo la galleria del Montecognolo, al momento impossibilitata per i lavori
sulla strada per Polaveno. Ribadisco, per me i tempi sono quelli e tali restano.
I contatti con l’Anas al riguardo sono frequenti». Sembrano destinati a durare
invece i disagi per chi percorre la statale 42 del Tonale. Lo dice l’onorevole
Ugo Martinat, sottosegretario al ministero delle Infrastrutture e dei Trasporti,
rispondendo ad una interrogazione del senatore Elidio De Paoli. Qui, di
previsioni nemmeno a parlarne. «Attualmente - scrive infatti il sottosegretario
Ugo Martinat - è in via di redazione il progetto definitivo che si ritiene possa
essere appaltato, con il sistema della prestazione integrata, entro la fine del
corrente anno. Relativamente alla copertura finanziaria - continua la risposta
del sottosegretario - la società stradale precisa che i predetti interventi sono
previsti nel programma “appaltabilità 2003” della società medesima».
Il riferimento è relativo al lotto IV (da Breno a Capodiponte)
e, soprattutto ai lotti V e VI, primo e secondo stralcio, (da Capodiponte a
Berzo Demo) interessati - come scrive l’onorevole Martinat - «da gravi
irregolarità riscontrate nella esecuzione dei lavori di costruzione che,
peraltro, hanno formato oggetto di apposito esposto alla Procura della
Repubblica di Brescia e che hanno portato alla rescissione del contratto di
appalto disponendo, nel contempo, gli atti necessari per l’incameramento della
cauzione definitiva, come previsto dalle disposizioni legislative vigenti, fermi
restando gli esiti dell’inchiesta giudiziaria avviata».
Da qui la riprogettazione dei lotti IV, V e VI, primo e secondo
stralcio, con approvazione, da parte del Consiglio di amministrazione Anas, del
relativo progetto preliminare del complessivo importo di 220 milioni e 370 mila
euro, dei quali 130 milioni e 800 mila a carico dell’Anas e 89 milioni 570 mila
a carico della Provincia di Brescia. «Attualmente - conclude Martinat - è in via
di redazione il progetto definitivo che si ritiene possa essere appaltato, con
il sistema della prestazione integrata, entro la fine del corrente anno».
GIORNALE DI BRESCIA
31 OTTOBRE 2003
Raccolte dal Comitato per la
viabilità in Valle Camonica e Sebino, costituito in primavera
Saranno consegnate ai ministri
di Infrastrutture ed Ambiente ed alla Provincia
di Lucia Sterni
Sono esattamente 20.257 le firme per la petizione popolare
«Tutti per la strada», raccolte dal Comitato per la viabilità in Valle
Camonica-Sebino, nato in primavera e trasversale ad ogni schieramento politico.
Firme che saranno consegnate al Prefetto di Brescia, nei prossimi giorni, nella
sede della Comunità montana camuna, alla presenza delle autorità politiche
locali. Nel frattempo il Comitato, augurandosi che le ultime promesse siano
mantenute, ribadisce la necessità di informazione per i cittadini sullo stato di
avanzamento dei lavori delle statali 510 e 42. È quanto riferito ieri mattina al
Centro Congressi di Boario Terme da Pierangelo Milesi portavoce dello stesso
Comitato per la viabilità, affiancato dai rappresentanti sindacali, Domenico
Ghirardi della Cgil e Roberto Ravelli Damioli della Cisl. «È positivo il
bilancio della nostra iniziativa "Tutti per la strada", con le firme raccolte
anche durante la marcia per la viabilità, svoltasi, dal 14 al 20 settembre, da
Brescia a Edolo - esordisce il portavoce del Comitato, Milesi -. Siamo riusciti
a portare la gente in piazza e ad avere l’adesione di numerosi amministratori
locali. Il peso politico di queste firme è, quindi, enorme». Le 20.257 firme
raccolte, che rappresentano il disagio dei cittadini del comprensorio
camuno-sebino e dei turisti, a detta di Milesi, saranno poi consegnate ai
ministri delle Infrastrutture, Ambiente e Territorio e al presidente della
Regione Lombardia e per conoscenza anche al presidente della nostra Provincia.
«Con tali firme chiediamo che i cittadini siano costantemente e puntualmente
informati sullo stato di avanzamento dei lavori - prosegue il portavoce -;
chiediamo il rispetto dei termini di completamento dei lavori e di apertura al
traffico delle statali 510 e 42». «Ci auguriamo, infatti, che venga mantenuta
l’apertura della statale 510, prevista per il 31 dicembre, mentre diversa e
preoccupante è la situazione della 42, per la quale sarebbero stati ridotti
anche i finanziamenti. Nel tratto Breno-Nadro i lavori procedono regolarmente,
per il lotto Sellero-Capo di Ponte non abbiamo alcuna informazione». «Abbiamo
avuto conferme sulla prossima e ormai imminente apertura della 510 anche
nell’ultimo incontro con l’assessore provinciale Parolini - aggiunge Ghirardi -,
che ci auguriamo non sia seguita da alcuna inaugurazione. Le perplessità,
invece, riguardano i tempi e i finanziamenti della 42». «E proprio il problema
della statale 42, sia il tratto camuno sia quello bergamasco - conclude Ravelli
Damioli -, dovrà essere riaffrontato anche all’interno dell’Osservatorio per
l’occupazione, vero tavolo di concertazione».
GRAFFITI DICEMBRE 2003
Viabilità camuno-sebina
Tanto dura, ormai, la storia
della Statale camuna e collegate
di Valerio Moncini
Ricordo che alla presentazione
del progetto, nei primi anni ’70, ingenuo sindaco venticinquenne di un piccolo
comune, ebbi l’ardire di chiedere al grintoso e decisionista alto funzionario
ANAS, se le caratteristiche dell’opera, pomposamente denominata “La
superstrada”, che ci stava illustrando non prefigurassero qualcosa di
inadeguato, pericoloso e già superato prima ancora di nascere.La risposta non
ammise repliche: «Se volete l’opera in tempi brevi è così, altrimenti niente!».
Fu quella la prima di una lunga
serie di “periodiche e interessate cavalcate” (di medievale memoria, quando i
baroni erano baroni e i servi della gleba servi della gleba): presenze di alti
papaveri, tecnici e politici, con l’obiettivo di tenere viva nei sudditi, in
cambio di favori di varia natura, l’improbabile speranza di vedere realizzato,
in tempi accettabili, il bel sogno. Poi iniziarono i lavori, sempre intercalati
dalle “periodiche cavalcate”. Il primo tratto, 17 Km, richiese vent’anni: ben
850 metri all’anno, velocità che si mantenne più o meno costante anche per le
tratte successive.
Tempi così lunghi avrebbero
dovuto, se non altro, garantire progettazioni ed esecuzioni accurate. Macché,
ne sono successe di tutti i colori: cambiamenti di tracciati perché nel
frattempo erano sorte abitazioni previste dai piani regolatori dove era
progettata la strada; ponti, appena collaudati, che sprofondavano nel letto del
fiume, scoperta di rocce piantate lì da centinaia di milioni di anni e
istoriate da millenni. A volte la farsa ha sfiorato la tragedia come quando un
escavatorista rimase intrappolato in galleria e si salvò appena in tempo, grazie
alla sua prontezza, rifugiandosi sul tetto del mezzo che stava manovrando, solo
perché nessuno dei “rinomati centri studi e di progettazione” aveva rilevato la
presenza di una grossa falda acquifera.
Nella titanica impresa di
realizza la strada si avanza a vista, cercando di superare gli ostacoli man mano
che si presentano; più o meno come per le ferrovie nel far-west ottocentesco.
Poi, quando gli indigeni, soprattutto in occasione di consultazioni elettorali,
cominciano a mostrare qualche insofferenza ecco, a mo’ di diversivo, gli
specchietti per le allodole o le leggende valligiane come quella del deus ex
machina Prandini che «sì, era un po’ birichino, ma con le strade ci sapeva
fare e le sapeva fare». In Valle neppure questo è successo: una leggenda
valligiana appunto.Qui la gara fra illusionisti a presentare la perlina più
colorata e più brillante è stata frenetica. Ecco allora via via la Testa di
turno, sempre ben pettinata, ma usata esclusivamente per dividere le orecchie,
proporre prima la Provincia camuna, in momenti nei quali mancano risorse perfino
per le province già esistenti; poi il traforo autostradale del Mortirolo con
annessa autostrada, in una valle stretta (zona tra le più inquinate della
Lombardia) percorsa già da una ferrovia, da una strada statale, da strade
provinciali, comunali, interpoderali, tagliata da un fiume non sempre sicuro,
segnata da decine e decine di punti idrogeologicamente instabili e ricamata in
lungo e in largo da linee di alta tensione con annessi canali, bacini e
centrali. E se questo non bastasse possiamo pure aggiungere il traforo tra la
Valcamonica e la Valtrompia; siamo o non siamo in periodo di inflazione? Che
diamine! L’importante è dirottare l’attenzione e la discussione su elementi che
distolgano i cervelli, ma garantiscano l’esercizio delle corde vocali. I go
and stop (pronti, partenza, via – fermi tutti) non si contano più. E mentre
si discute sul nulla, vengono accantonate proposte serie tanto che, passato
l’immancabile convegno, non se ne ricorda neppure più l’esistenza, sempre che ci
si rammenti almeno in che armadio sono rinchiuse.
Che ne è ad esempio del Piano
regolatore della Ferrovia commissionato all’Ingegner Fagiano, dalla Provincia
nella seconda metà degli anni ’70, o lo studio dell’Architetto Persenico, sempre
di quegli anni, che prevedeva un sistema di mobilità equilibrato e integrato fra
trasporto su ferro e su gomma?
In attesa di vedere la fine,
della strada si intende non dei nostri giorni, potremmo suggerire un giochino,
forse un po’ stupido, ma che alla fine potrebbe tornare di qualche utilità. Si
provi a piantare lungo il tracciato dell’Incompiuta un paletto per ogni
promessa sfumata, per ogni interruzione dei lavori, per ogni manifestazione di
cittadini o di lavoratori delle imprese interessate, per ogni licenziamento,
per ogni momento di ottimismo seguito dall’immancabile delusione; alla fine (non
si sa quando) i sopravvissuti si troveranno la “Nuova SS 42” completamente
recintata. Vuoi mettere che sicurezza!
Le indicazioni per il gioco non
mancano. La rassegna stampa dal 1988 ad oggi, limitiamoci a questo periodo
altrimenti si andrebbe troppo per le lunghe, ci offre oltre duecento articoli,
tonnellate e tonnellate di carta sprecata se consideriamo le copie delle testate
che si sono interessate alla vicenda dal Corriere della Sera, al Giorno, al
Giornale di Brescia, al Bresciaoggi, all’ Eco di Bergamo, a Graffiti. Anche
questo uno dei tanti costi da aggiungersi a quelli economici, sociali ed umani
che l’Incompiuta continua a scaricare sui cittadini della Valle.
BRESCIAOGGI 4
FEBBRAIO 2004
La Nuova Sebina. Ancora polemiche in vista dell’apertura,
sabato, del tratto Iseo-Vello di Marone
Il Comitato boicotterà il taglio del nastro con il ministro
Lunardi
di Giuseppe Zani
«E noi non ci saremo...». Così
si intitola il manifesto diffuso ieri dal Comitato per la viabilità Statali 510
e 42 in vista dell'inaugurazione, sabato 7 febbraio, della nuova Sebina
orientale. Parole prese in prestito dal cantautore Francesco Guccini per
prendere le distanze da una cerimonia che, stando ai nomi degli ospiti illustri
e al fervore dei preparativi, si celebrerà in pompa magna.
Al taglio del nastro, che
avverrà allo svincolo di Zone-Colpiano a Marone, con inizio alle ore 11,
parleranno infatti il capo compartimentale Anas della Lombardia, Eutimio
Mucilli, il numero uno dell'Anas spa, Vincenzo Pozzi, il presidente della
Provincia di Brescia, Alberto Cavalli, il presidente della Regione Lombardia,
Roberto Formigoni, e il ministro delle Infrastrutture e dei Trasporti, Pietro
Lunardi. Quindi la superstrada sarà benedetta e ci sarà il rinfresco. Alle 14,
infine, scatterà la rimozione delle transenne ai due capi del nuovo tronco, al
Bersaglio d'Iseo e a Vello di Marone, e ai due svincoli intermedi, a Tassano di
Sulzano e a Colpiano di Marone.
Inviti a rifuggire l'enfasi
celebrativa si erano levati da più parti nei giorni scorsi. Giusto compiacersi
per il traguardo finalmente raggiunto- era il senso anche di alcune lettere
arrivate ai giornali -, ma giusto anche chiedere scusa ai cittadini, a nome
delle istituzioni, per averli costretti a un'attesa di 30 anni.
Il Comitato in questione- che
ha sede a Brescia, in via Corsica, negli uffici delle Acli, e che ha promosso
nel settembre scorso una marcia Brescia-Edolo a piedi e una raccolta di firme
per sollecitare il completamento delle nuove 510 e 42 - non usa tanti giri di
parole: «La parata elettoralistica - scrive - la si poteva evitare». E spiega:
«La gente di pazienza ha dovuto averne molta, prima di vedere completato quello
che per dovere, e non per meriti di cui qualcuno vuole ammantarsi, da anni e
anni doveva essere completato. Impegni disattesi, ritardi, promesse non
mantenute hanno segnato la storia della statale 510. Durante questi decenni si
sono succeduti governi di diverso orientamento politico, e ciò dovrebbe portare
ognuno ad avere quel buon senso e quel pudore politico per evitare di cadere
nella propaganda e nella strumentalizzazione. Serve recuperare una forte
credibilità politica e istituzionale, e per realizzare questo obiettivo occorre
che si ricerchi più quel che unisce da quel che divide. Meno propaganda e più
unità se si vuole sbloccare la viabilità, anche perché vorremmo al più presto
vedere completate le altre opere della SS 42».
In alternativa al solenne
taglio del nastro programmato per sabato 7 febbraio, cosa aveva proposto il
Comitato per la viabilità Vallecamonica-Sebino? «Era preferibile - si legge sul
manifesto fatto affiggere un po’ dappertutto - trovarsi tutti insieme a
inaugurare una stele in ricordo di quanti sono morti sulla litoranea 510 e in
memoria di quanti sono caduti sul lavoro per realizzare l'infrastruttura viaria.
Il nostro appello non è stato raccolto, la parata dell'inaugurazione l'hanno
voluta fare. Per conto nostro ringraziamo la gente, che ha partecipato e si è
mobilitata; è grazie a loro se oggi una delle priorità del territorio
camuno-sebino viene finalmente inaugurata».
La nuova 510, in effetti, per
quanto nata «vecchia», nel senso che non solo è stretta e sprovvista della terza
corsia nei tratti più insidiosi, ma ha anche forti pendenze e lunghe gallerie,
avvicinerà sensibilmente il lago e la Valle alla città. Attenzione, però: è un
nastro d'asfalto che invita a correre. Nei momenti di punta, quando il numero
dei veicoli in circolazione si impenna, potrebbe essere molto pericoloso.
BRESCIAOGGI 4
FEBBRAIO 2004
di Giuseppe Zani
Il nuovo tronco di superstrada,
a mezza costa tra il Bersaglio d'Iseo e Vello di Marone, misura 15 chilometri,
dei quali più della metà in galleria (la più lunga è la Covelo, 2404 metri,
seguita dalla Massenzano, 2293, e dalla Vello, 2180). Un'asta che invita a
correre e nei tratti a cielo aperto, affacciata com'è sul lago, può indurre in
distrazione. L'Anas, però, per rendere più sicuro il tracciato, non ha lesinato
sul ricorso al limite di velocità di 70 chilometri l'ora e introdotto di recente
in tutte le gallerie- in questo pungolata dall'assessore provinciale alla
Viabilità, Mauro Parolini - migliorie prima non previste. Lungo la mezzeria, sul
modello di quanto già positivamente sperimentato nella galleria Trentapassi, è
stata tracciata una doppia linea continua, frammezzo alla quale sono stati
collocati i cosiddetti «occhi di gatto». Sono stati inoltre installati,
distanziati di 250 metri l'uno dall'altro e disposti a zig zag sulle pareti
laterali, gli estintori. Stessa cadenza è stata tenuta coi cartelli che indicano
la lunghezza in metri delle via di fuga verso entrambi gli sbocchi. Quelli che
qualcuno ha scambiato per telecamere sono invece sensori per i fumi. Un'azienda
della telefonia mobile, infine, ha sistemato nelle gallerie più lunghe dei
ripetitori: saranno attivati tra breve.
GIORNALE DI BRESCIA 4
FEBBRAIO 2004
Statale 510: il Comitato per la viabilità invita a non
strumentalizzare l’inaugurazione
di Lucia Sterni
LAGO D’ISEO - Sull’inaugurazione della nuova strada statale
510, prevista per sabato 7 febbraio, interviene con un comunicato il «Comitato
per la viabilità in Valle Camonica-Sebino», nato nella primavera del 2003 e
trasversale ad ogni schieramento politico, che oltre ad annunciare la propria
assenza all’apertura dell’arteria lacustre avverte a «non far scadere tale
evento in propaganda e strumentalizzazione politica». «Il completamento della
statale 510 è un diritto dei cittadini e un dovere delle istituzioni preposte,
non un merito di cui qualcuno vuole ammantarsi. È un’opera che i cittadini
aspettano con pazienza da troppi anni - si legge nel documento del Comitato per
la viabilità -. Lo strumento per sbloccare il problema della viabilità
camuno-sebina non è certo la propaganda, bensì l’unità delle forze
istituzionali, sociali e civili, anche perché vorremmo al più presto vedere
completare le altre opere della strada statale 42». Il Comitato ritiene che
l’inaugurazione si poteva evitare, perché il completamento di un’opera
importante quale è la 510 non potrà passare inosservato tra gli utenti. Al
contrario, ritiene che sarebbe stato più opportuno coinvolgere tutti i cittadini
nell’inaugurazione di una stele in ricordo di quanti sono morti lungo la Sebina
Orientale e in memoria di quanti sono caduti sul lavoro per realizzare la stessa
infrastruttura viaria. «Il nostro appello, sollecitato da migliaia di cittadini
- si legge nel comunicato -, non è stato raccolto, optando per la parata
dell’inaugurazione». Il Comitato ringrazia, infine, le persone che hanno firmato
la petizione «Tutti per la strada» (oltre 20mila firme raccolte la scorsa estate
nel comprensorio valligiano-lacustre, poi consegnate al Prefetto di Brescia, a
Breno, nella sede della Comunità montana) e partecipato alla mobilitazione (la
marcia per la viabilità, svoltasi, dal 14 al 20 settembre scorso) oltre a
lanciare un appello all’impegno non solo alle istituzioni ma ancora ai
cittadini, perché «la strada da costruire è ancora lunga».
BRESCIAOGGI 5 FEBBRAIO 2004
La Provincia ha illustrato gli accordi di programma firmati
con sei Comuni per sette progetti
A Tavernole, Tignale e Valvestino gli interventi più costosi
di Fabrizio Vertua
Ieri mattina in Broletto il presidente della Provincia Alberto
Cavalli ha firmato sette accordi di programma con sei Comuni. Gli accordi si
riferiscono alla risistemazione e alla messa in sicurezza di alcuni tratti
stradali. A controfirmare gli accordi erano presenti i sei sindaci: Tavernole,
Tignale, Valvestino, Paspardo, Berzo Demo e Cimbergo. Un’operazione che
complessivamente costerà 2 milioni e 296 mila euro dei quali, poco più della
metà, saranno versati dall’Amministrazione provinciale. Dei sette progetti che
verranno intrapresi, cinque sono stati assunti dalla Provincia, mentre due
verranno portati avanti direttamente dai comuni interessati. «Un segnale
concreto - ha spiegato l’assessore Provinciale ai Lavori pubblici Mauro Parolini
- per favorire le popolazioni autoctone a rimanere in queste località per
contribuire a sviluppare ulteriormente l’economia di queste zone, basata
principalmente sul turismo».
Sette interventi che partiranno entro il 2004. Il più
impegnativo, soprattutto a livello economico, riguarda il Comune di Tavernole in
Valtrompia. Si tratta di un’operazione di riqualificazione della sede stradale
che riguarda la Provinciale 345. La strada verrà allargata, le verrà affiancato
un marciapiede che collega la scuola al centro abitato e verrà costruita una
pista ciclabile. La spesa complessiva per la realizzazione è di 953 mila euro.
Di questi, 200 mila euro saranno a carico della Provincia mentre alla cifra
rimanente dovrà provvedere l’Amministrazione di Tavernole. Il Comune si è
inoltre incaricato di progettare, appaltare e realizzare i lavori.
Anche sulla Provinciale 38 «Tremosine -Tignale» verranno
eseguiti dei lavori di allargamento della piattaforma stradale. In questo caso,
la spesa complessiva è di 350 mila euro, ai quali il Comune di Tignale
compartecipa con una somma di 87 mila euro. Due saranno gli interventi che
coinvolgeranno il Comune di Valvestino. Il primo prevede la realizzazione di una
rotatoria a regolare l’intersezione tra la Provinciale 9 «Gargnano - Valvestino
- Magasa» e la Provinciale 113 «Capovalle - Turano di Valvestino». In questo
caso i 100 mila euro necessari per la realizzazione delle opere verranno versati
interamente dalla Provincia. Come anche i 200 mila euro che verranno impiegati
per la realizzazione dei lavori di completamento e di allargamento di alcuni
tratti della sede stradale della Provinciale 113 «Capovalle - Turano di
Valvestino».
Infine tre cantieri verranno aperti in Valle Camonica. Il primo
riguarda la realizzazione di interventi di protezione del versante, attraverso
la risistemazione di muri di contenimento, sulla Provinciale 88 «Ceto -Cimbergo
- Paspardo». L’ammontare dell’intervento è di 310 mila euro, di cui 19 mila
verranno corrisposti dal Comune di Paspardo. A Berzo Demo i lavori che verranno
realizzati prevedono l’allargamento dell’imbocco di via Cesare Battisti. Il
costo dell’operazione in questo caso è di 150 mila euro e il Comune interessato
compartecipa con una quota di 25 mila euro. Infine a Cimbergo verrà realizzato
un parcheggio per auto e bus e un’area attrezzata in fregio alla Provinciale 88,
in prossimità dell’ingresso alla riserva delle incisioni rupestri, denominata
«Campanine». In questo caso la Provincia stanzierà 80 mila euro su una quota
complessiva di 232 mila.
BRESCIAOGGI 5 FEBBRAIO 2004
Dopodomani l’inaugurazione della superstrada a mezza costa:
assorbirà il 70 per cento del traffico che oggi attraversa i paesi
Marone e Sulzano: «Darà impulso all’economia». Sale teme
l’isolamento
di Giuseppe Zani
Dopodomani, sabato, con l'inaugurazione della superstrada a
mezza costa, si apre una stagione nuova sulle rive dell'Iseo. Zone, Sulzano e
Marone, collegati tramite svincoli leggeri alla nuova 510, guardano al futuro
con grandi speranze; Sale Marasino, invece, che non è connesso alla nuova 510,
pur avendo sacrificato alla sua realizzazione la porzione più vasta e pregiata
di territorio, guarda al futuro con qualche preoccupazione. «Cambieranno
parecchie cose, tutti gli operatori economici saranno obbligati a riposizionarsi
- va dritto al sodo Angelo Zanotti, sindaco di Marone e presidente della
Comunità montana del Sebino bresciano -. S'è stimato, infatti, che l'arteria a
scorrimento veloce assorbirà il 70% del traffico che ora si riversa,
congestionandola, sulla litoranea: l'effetto complessivo è che si libereranno
potenzialità sin qui rimaste soffocate, mentre alcune attività dovranno
necessariamente riconvertirsi».
La Comunità montana, a sentire Zanotti, non se ne resterà con
le mani in mano. Nel giro di un mese, tra l'ente comprensoriale e i Comuni che
ad esso fanno riferimento, verrà firmato un accordo di programma che fornirà
contributi per l'abbattimento degli interessi passivi a coloro che vorranno
investire nel settore del commercio e del turismo.
Sempre secondo Zanotti, un altro accordo di programma - tra
Provincia, Comunità montana, Comuni sebini, Bim, Gestione associata laghi,
Consorzio tutela ambientale Sebino e Ferrovie Nord Milano - sta per essere
siglato: finanzierà un progetto integrato d'area che da un lato suggerirà
soluzioni ai problemi irrisolti dell'accessibilità di Montisola e, dall'altro,
proporrà come riqualificare in chiave turistica tutta la fascia rivierasca. A
Marone, infine, Zanotti ha in programma, a breve, di far dibattere l'intera
popolazione attorno a una mostra in cui saranno esposti i 12 progetti
partecipanti al concorso di idee bandito nel 2002 dallo stesso Comune e avente
per tema la valorizzazione del centro storico e del lungolago (l'idea più
stuzzicante? trasformare l'ex cava Franchi in una sorta di teatro greco
all'aperto).
Anche nel municipio di Sulzano tira aria di euforia. «Da
sabato, grazie a una sostanziale diminuzione dei veicoli in transito e, dunque,
a un decremento consistente delle polveri sottili, cambia in meglio la vita dei
sulzanesi - dice il sindaco Peppino Ribola -. Potremo finalmente porre mano sia
al recupero del centro storico, favorendovi l'insediamento di attività
turistiche, sia al rifacimento delle facciate di via Battisti, lungo la tanto
vituperata strettoia. Lo svincolo a Tassano, poi, purtroppo solo da e per
Brescia, consentirà di far decollare, lì vicino, il progettato comparto
artigianale e, in montagna, le aziende agrituristiche già aperte o in procinto
di nascere. Un'ultima nota, ancora sullo svincolo di Tassano: nella variante al
Prg, in fase di studio, abbiamo previsto pure l'uscita e l'entrata da e per la
Valcamonica».
Zone è il paese che dal collegamento con la superstrada (bene
in vista sui cartelli l'icona delle piramidi d'erosione), trarrà il maggior
beneficio: neanche un centimetro del suo territorio ha sacrificato, trovandosi
lo svincolo in quel di Marone, a Colpiano, a 6 chilometri di distanza, e da
sabato sarà raggiungibile dalla città in nemmeno un quarto d'ora. «Per noi si
aprono orizzonti nuovi - non nasconde la sua soddisfazione il sindaco Pio
Marchetti -. Potranno arrivare fin quassù anche i pullman granturismo. Certo,
c'è il rischio che il valore dei terreni e delle case vada alle stelle. Ma per
quanto mi riguarda, non consentirò espansioni stravolgenti: solo il recupero,
nel rispetto delle caratteristiche peculiari di Zone, dei volumi in disuso nel
centro storico».
Eccoci a Sale Marasino. I cui terrazzamenti quaternari, un vero
tesoro geologico, sono stati devastati dal tracciato a cielo aperto della
superstrada. «Almeno avessimo avuto, a parziale risarcimento, lo svincolo a
Presso - si sfoga il sindaco Ada Gasparotti -. Un'opera che comunque resta nei
nostri programmi. Da sabato, sì, saremo un paese più tranquillo. Ma c'è il
rischio di essere tagliati fuori. A Sale Marasino si verrà solo di proposito,
uscendo dalla nuova 510 a Iseo o a Vello».
GIORNALE DI BRESCIA 5 FEBBRAIO 2004
Problemi di progettazione
di Giuseppe Vitali
Giorni addietro la stampa locale ha riferito - con adeguato
risalto - la notizia di «fonte ufficiale» secondo cui dal prossimo 7 febbraio la
statale 510 diverrà transitabile anche nel tratto sebino. «Finalmente!» mi sono
detta con incontenibile entusiasmo. Anche se per un soprassalto di prudenza,
considerati i precedenti ed in particolare gli infiniti «colpi di scena" che
hanno accompagnato la realizzazione dell’opera, da quel momento non ho smesso di
incrociare le dita. Del resto qualche motivo di cautela esiste. E sono proprio i
resoconti a giustificarlo. Pare - infatti - che nel tratto Iseo-Sulzano la
velocità massima consentita sia stata ridotta a soli 70 Km orari e che la
decisione sia da ricondurre alla lunghezza delle gallerie e, udite udite,
all’inadeguatezza delle rampe di accelerazione in corrispondenza degli svincoli
di Iseo e, soprattutto, di Sulzano. Trova così conferma una «indiscrezione» che
avevo raccolto «in situ» - da persona bene informata - ed alla quale mi ero
rifiutato di credere. Tralasciando - per il momento - la «questione gallerie»,
in ordine all’insufficiente lunghezza delle rampe, mi chiedo: si scopre solo ora
- nell’imminenza dell’apertura - che le corsie di accelerazione sono corte e che
- evidentemente - almeno sotto questo profilo, vi sono delle «anomalie» che
incidono negativamente sugli «standards di sicurezza?». Non ci si era accorti di
nulla, prima, nella fase di elaborazione dei progetti o in quella successiva -
assai più tribolata - della realizzazione? Troppo facile (e comodo) incolpare
l’A.N.A.S. E se, invece questi inconvenienti fossero l’effetto (indesiderato)
dell’eccessiva condiscendenza ai capricci di qualche «piccolo Napoleone di
paese»? In ogni caso, pur riconoscendo che la definizione di «super - strada»
non si attaglia alla 510 ma le conviene l’appellativo, sicuramente meno pomposo,
di semplice «variante» (come se la sottile distinzione fosse decisiva per
un’infrastruttura che, comunque la si consideri, dovrebbe - per lo meno - essere
diversa da una mulattiera), mi chiedo se gli investimenti effettuati
giustifichino il risultato. Insomma, è davvero così normale che si realizzi una
strada «a scorrimento veloce» per poi collocarvi dei limiti di velocità che non
trovano spiegazione logica se non pensando a qualche «carenza» verosimilmente
determinata dalla necessità di non «sforare» dagli stanziamenti assegnati?
Passiamo oltre. A proposito della «doppia riga continua» tracciata nelle
gallerie (come del resto già avvenuto a Pisogne), si dirà che anche questo
provvedimento trova giustificazione nell’«inadeguatezza» dei manufatti (gallerie
a "canna unica"). Siccome, però, ho l’abitudine di muovermi e, soprattutto, di
osservare, mi chiedo: possibile che gli «standards di sicurezza» - carenti nei
tunnel della 510 - esistano, invece, altrove ad esempio nella galleria di
Campione (S.S. 45 bis Gardesana Occidentale), dove è stata tracciata la riga
spezzata? Proprio alla luce di quest’ultima verifica, soggiungo: nei tunnels di
Pisogne - in corrispondenza dei due lunghi rettilinei - sarebbe così pericoloso
consentire il «sorpasso alternato» (prima in un senso, poi nell’altro)? Nessuno
di Lorsignori si è accorto che quando è preceduto (e capita frequentemente)
dalle lentissime betoniere di una nota impresa camuna, un automobilista che non
voglia rischiare la patente, spesso è costretto a rimanere in coda da Marone a
Gratacasolo (circa 13 Km) e che la situazione è destinata a ripetersi con la
«variante», da Collepiano a Pisogne Nord? È questa la «fluidificazione del
traffico» promessa? Si dirà che anche sulla 510 «nuova versione» la cautela è
giustificata dall’incidenza del traffico pesante. Bella scoperta! E prima non lo
si sapeva? Qualche «accorgimento» in corso d’opera non si poteva proprio
adottare? È, forse, un segreto che all’estero - sulle strade di grande
comunicazione a due corsie - in circostanze analoghe (ad esempio tratti con
pendenze o dossi) il traffico lento impegna l’apposita «corsia laterale»,
consentendo in tal modo alle vetture di superare agevolmente gli auto- carri?
Questa sì è sicurezza! In ogni caso si abbia almeno la compiacenza di spiegare -
con argomenti convincenti - a che serve una ferrovia bisognosa di continue
trasfusioni di denaro, se la quasi totalità delle merci dirette in Valcamonica
insiste a viaggiare su gomma. Tornando alla decisione di ridurre a 70 Km il
limite di velocità, va da sé che l’occasione invoglierà ad effettuare adeguati
controlli «a sorpresa» con gli infallibili - e sempre più sofisticati -
misuratori. È quindi, immaginabile che i conducenti in transito vivranno gli
stessi patemi dei malcapitati viandanti che - in altra epoca - si avventuravano
nell’insidiosa foresta di Sherwood. Anche per questo vorrei rivolgere un
appello. L’Amministrazione Provinciale di Brescia cui va riconosciuto il merito
di aver profuso ogni utile energia per il compimento dei lavori, non potrebbe -
una volta subentrata nella gestione della 510 - reperire, nelle pieghe del
bilancio, qualche fondo per ovviare - almeno - all’inadeguatezza delle corsie di
accelerazione. È già che ci siamo, nella stessa sede non si potrebbe cominciare
a valutare la possibilità di raddoppio delle corsie nei circa tre chilometri da
Camignone alla galleria di Montecognolo che, attesa la morfologia del suolo, non
dovrebbe comportare eccessivi oneri finanziari.
L’ECO DI BERGAMO 7 FEBBRAIO 2004
Oggi l’apertura dei 15 chilometri tra Iseo e Marone, per
metà in galleria e fuori dai paesi
di Elia Mutti
LAGO D'ISEO Si sviluppa su un tracciato di quindici chilometri,
per circa metà in galleria, la nuova variante della strada Sebina orientale che
collega le località Bersaglio di Iseo e Vello di Marone. I paesi che
beneficeranno maggiormente dell'opera che verrà inaugurata ufficialmente oggi
alle 11 sono quelli rivieraschi bresciani, ma anche quelli della sponda
bergamasca sono destinati a trarne vantaggi consistenti.
Viva soddisfazione per l'apertura della nuova variante è stata
espressa, in particolare, dai sindaci di Lovere, Anna Maria Garattini, di Costa
Volpino, Laura Cavalieri, e di Rogno, Aldo Conti. «Il Sebino rappresenta
un'entità inscindibile per le province di Bergamo e di Brescia, non dev'essere
considerato una barriera che divide le due sponde ma il mezzo che le unisce – ha
detto Garattini –. Tutti i miglioramenti apportati lungo le coste e sui versanti
collinari adiacenti, al di là del luogo dove vengono fatti, hanno ricadute
benefiche anche in tutte le altre zone. Nel caso specifico, l'utilità
immediatamente riscontrabile da parte nostra è legata all'alleggerimento del
traffico veicolare sulla strada Sebina occidentale tra Sarnico e Lovere e a un
più facile e rapido accesso agli svincoli autostradali della Milano-Venezia».
Il sindaco di Lovere ha fatto presente che, soprattutto per
quanto si riferisce al movimento automobilistico, piuttosto di rimanere
imbottigliati in alcune note strettoie della Rivierasca bresciana, quale quella
di Sale Marasino, molte persone preferivano percorrere la sponda bergamasca,
intasandola. «La Sebina occidentale ha sempre rappresentato l'unica via
alternativa ogniqualvolta l'ex statale Mandolossa-Darfo veniva interrotta per
incidenti stradali – ha aggiunto il primo cittadino di Lovere –. La variante
Marone-Iseo diventerà l'asse portante per il traffico normale da e per Brescia
e, nella malaugurata ipotesi dovesse verificarsi un incidente, gli automezzi
potranno percorrere la strada a lago senza doversi necessariamente riversare
sulla sponda opposta». Garattini, riflettendo poi sul miglioramento della
condizione ambientale in cui verranno presto a trovarsi i comuni bresciani
liberati dalla morsa del traffico, ha ricordato che anche Lovere ha tratto
grandi vantaggi da un analogo provvedimento. «La cittadina è diventata molto più
vivibile di quanto lo fosse prima dell'apertura della variante della statale del
Tonale Pianico-Costa Volpino – ha detto –. Adesso si può passeggiare
tranquillamente anche sul lungolago, senza sentirsi immersi in una camera a
gas».
Anche il sindaco di Costa Volpino, Laura Cavalieri, considera
la nuova Rivierasca bresciana molto utile per l'intero comprensorio dell'Alto
Sebino. «Per noi che viviamo in una zona di confine e periferica rispetto a
Bergamo, a continuo e stretto contatto con i cugini bresciani, l'apertura di una
nuova strada capace di garantire maggiore scorrevolezza anche al traffico dei
nostri paesi non può che essere considerata favorevolmente – ha riferito –. La
nostra gente ha, da sempre, rapporti di interscambio commerciale e culturale con
la provincia confinante. Il fatto che la nuova arteria faciliti il
raggiungimento di Brescia, città di riferimento per molte nostre attività, è
positivo. Per Costa Volpino, in particolare, l'accesso alla Marone-Iseo è di
grande facilità: entrati sulla statale del Tonale in località Fermata Castello e
percorsa la bretella di congiunzione verso Pisogne, dopo pochi minuti ci si
immette nella prima galleria della provinciale Mandolossa-Darfo».
Un altro centro dell'Alto Sebino che, pur trovandosi già
defilato rispetto all'intenso traffico di passaggio, avvertirà comunque i
benefici della nuova opera, è Rogno. «Il nostro è un paese particolarmente ricco
di aziende che, per ragioni commerciali, hanno bisogno di vie di comunicazione
comode e veloci – ha fatto presente il sindaco Aldo Conti –. La Val Cavallina è
diventata ormai un inferno sia per le auto sia per i camion, un accesso più
comodo e sicuro con la pianura è utile a tutti». Un auspicio condiviso
indistintamente da Garattini, Cavalieri e Conti è che la realizzazione della
Marone-Iseo serva come motivo di riflessione e da incentivo perché un'opera
analoga venga realizzata al più presto anche tra l'Alto Sebino e Bergamo
capoluogo. «Questo ci farebbe sentire un po' meno emarginati dal resto della
provincia», hanno detto.
GIORNALE DI BRESCIA 7 FEBBRAIO 2004
Oggi alle 11 l’inaugurazione con il ministro Lunardi, alle
14 l’apertura della nuova 510
di Roberto Ragazzi
Nessuna intersezione a raso, nessun semaforo, nessuna svolta a
sinistra o rotonde che rallentano il traffico. Saranno questi i punti di forza
dei quattordici sorprendenti e panoramici chilometri del nuovo tratto della
Statale 510 Sebina orientale. Oggi alle 14 i tre attesi lotti verranno aperti al
traffico. La nuova «Sebina orientale» sarà davvero una sorpresa: per
l’attenzione prestata dall’Anas nelle finiture; per l’utilizzo di nuovi e
sofisticati sistemi di sicurezza; per la cura adottata nel tentativo di inserire
l’opera nel contesto sebino cercando di minimizzare l’impatto ambientale. Ma il
nuovo tracciato della 510 rappresenta una sorpresa anche per il panorama
mozzafiato che irrompe, tra una galleria e l’altra, mostrando la bellezza ancora
vergine ed intatta di quel ramo del lago compreso tra Montisola e gli abitati di
Sulzano, Sale Marasino e Marone. I lavori, iniziati ufficialmente nel 1990,
hanno avuto una accelerazione negli ultimi 18 mesi grazie anche alle forti
pressioni esercitate dagli Enti provinciali e comprensoriali. Negli ultimi mesi
per il completamento delle opere sono stati appaltati oltre una trentina di
contratti, magistralmente coordinati sul campo dal responsabile Anas, l’ing.
Giovanni Salvatore. La strada a scorrimento veloce si prevede assorbirà il
65-75% del traffico che ora si riversa lungo la vecchia ed inadeguata statale.
Il limite di velocità sarà di 90 chilometri all’ora, 70 chilometri nei tratti in
galleria. La carreggiata ha una larghezza di 3.75+3.75 metri, mentre le banchine
marginali sono di 1.5 metri. Il trasferimento della 510 dall’Anas
all’Amministrazione provinciale avverrà nei prossimi giorni. A confermarlo è
l’assessore provinciale ai Lavori pubblici. «Abbiamo atteso molti, troppi anni -
ha affermato Parolini -, ma i risultati soddisfano le attese. Fu il ministro
Prandini a credere per primo ed a spendere energie per la realizzazione del
tracciato, dobbiamo dargliene merito. La strada non nasce già vecchia: le due
corsie sono improponibili per i volumi di traffico e avrebbero provocato un
impatto ambientale a dir poco devastante». La strada è lunga 14.350 chilometri
che si sviluppano per più della metà in galleria. Undici i tunnel, tre dei quali
lunghi più di due chilometri: accanto alla nuova galleria del Bersaglio, ci sono
quelle di Covelo (2.604 metri), Pianzole, S. Fermo, Piazze, Dosso, Massenzano
(2.293 metri), Colpiano Vello II, Vello I (2.180 metri) e Vello III. Le tre
grandi gallerie sono dotate di batterie di ventilatori di grossa potenza, uscita
pedonale a cielo aperto, estintori cadenzati ogni 200 metri ed una illuminazione
rinforzata agli imbocchi per evitare problemi di adattamento agli occhi. Una
decina anche i viadotti per un totale di 1.2 chilometri di lunghezza ed i cui
principali sono il Calchere, nei pressi della galleria S. Fermo e l’Opal nei
pressi dello svincolo Collepiano-Zone. Quattro gli svincoli realizzati: quello
di Iseo (all’estremità Sud del 4° lotto) e di Vello (all’estremità nord del 6°
lotto). Due le uscite intermedie: quella unidirezionale di Tassano-Sulzano
(subito dopo la galleria S. Fermo) che permetterà l’accesso alla strada solo in
direzione Brescia; e quella bidirezionale di Collepiano con l’uscita per Zone e
con bene in vista sui cartelli l’icona che indica le piramidi. Lo svincolo di
Zone è imponente, completamente illuminato. Gli imbocchi ai tunnel sono
rivestiti in pietra; sopra le gallerie sono presenti gabbie di terra a gradinate
e rivestimenti in legno dall’effetto gradevole. Dopo la galleria Colpiano invece
si trova un viadotto di una trentina di metri che sovrasta il torrente
Bagnadore: qui la carreggiata è dotata di impianto di sbrinamento, una
serpentina attraversa in più punti la carreggiata in modo da prevenire la
formazione del ghiaccio. «La metaforica porta di accesso alla Valcamonica è
finalmente aperta - ha dichiarato soddisfatto Cavalli, che nei giorni scorsi ha
fatto un sopralluogo alla strada -. Finiscono i disagi per molti pendolari.
L’intera area camuna avrà benefici dal punto di vista economico, ma a goderne
sarà soprattutto il turismo. Il collegamento con Pontedilegno, Montecampione,
Borno, Boario diventa più agevole. Un’opera fondamentale per dare concretezza
anche ai progetti di investimento in programma in alta Valcamonica». «Ma questa
è una strada in grado di valorizzare l’immagine di tutto il Sebino - continua
Cavalli - e che libera gli abitati di Pilzone, Sulzano, Sale Marasino e Marone
da un traffico diventato insopportabile. In questi paesi la qualità della vita
crescerà in misura straordinaria. Liberati dalle auto i paesi rivieraschi
avranno ancora più attrattiva turistica. Un volano per la crescita di tutto il
Sebino». «Lo scandalo dei cantieri aperti e mai finiti è la causa più evidente
della mancanza di fiducia tra cittadini e pubblica Amministrazione. La stagione
delle incompiute sta avviandosi al termine, la conclusione di quest’opera è solo
un primo passo per ricostruire questa fiducia. Entro fine anno verrà concluso il
lotto Breno-Nadro della Statale 42».
GIORNALE DI BRESCIA 7 FEBBRAIO 2004
Tre tunnel lunghi più di due chilometri
di rag.
Undici gallerie, tre delle quali lunghe più di due chilometri;
dieci viadotti, due dei quali, il Calchere e l’Opal, di grande imponenza;
batterie da 7 impianti per la ventilazione dei tunnel; 45 gruppi di estintori; 4
cabine elettriche principali; quattro nuovi svincoli intermedi: Iseo,
all’estremità sud del IV lotto, Tassano, Zone e lo svincolo di Vello. Sono
alcune delle caratteristiche dei 14,350 chilometri della nuova Sebina Orientale.
Tre lotti caratterizzati da un basso impatto ambientale e soprattutto una cura
alla sicurezza dell’automobilista. I tre tunnel, lunghi più di 2 km, non faranno
paura: la Covelo, la Massenzano e la Vello I avranno a disposizione una batteria
da sette coppie di ventilatori che elimineranno qualsiasi ristagno di gas. Ad
avviare gli impianti di ventilazione saranno gli «opacimetri» sparsi in
galleria, rilevatori delle fonti di inquinamento. Quando i fumi degli scarichi
raggiungeranno una certa soglia, gli opacimetri manderanno in funzione gli
impianti di ventilazione. Ma ogni galleria sarà dotata anche di «anemometro» uno
speciale apparecchio che misura flusso e velocità del vento, in questo modo i
ventilatori saranno in grado di seguire costantemente la direzione naturale del
vento. Quattro delle undici gallerie disporranno di gruppi di estintori per
piccoli interventi. Coppie di bombole saranno posizionate ogni 200 metri; l’ungo
l’asse dei tre lotti sono disposti 90 estintori. Impianti di illuminazione
saranno presenti agli svincoli e in alcuni tratti a cielo aperto, ma speciali
dispositivi di sicurezza saranno inseriti all’imbocco delle gallerie. Una sonda
rivelerà costantemente la luminosità esterna e sarà in grado di modificare
quella all’imbocco del tunnel evitando problemi di adattamento
all’automobilista.
GIORNALE DI BRESCIA 7 FEBBRAIO 2004
La 510 venne progettata nel 1976
di r.
Un’attesa durata quasi trent’anni. Era il 1975 quando si iniziò
a parlare della Statale 510 Sebina Orientale. L’avvio della progettazione risale
al 1976, il primo stanziamento della Provincia, Comunità montana sebina e Comuni
rivieraschi fu di 400 milioni di lire, ci spiega il presidente dell’Ente
comprensoriale Angelo Zanotti. Il primo tratto Camignone-Iseo, venne completato
nel 1987, l’apertura al traffico della galleria avvenne il 25 aprile del 1990.
Tassello fondamentale per la viabilità camuna che permetteva di bypassare i
centri di Camignone, Provaglio ed Iseo. I lavori del quarto lotto (Iseo-Sulzano)
iniziarono ufficialmente il 21 giugno del 1990, seguiti a ruota dal V lotto
(Sulzano-Marone), dal VI lotto (Marone-Vello) e dal VII lotto (Toline-Rovina).
Fu l’allora ministro Gianni Prandini a spingere l’acceleratore sul completamento
dell’arteria reperendo i finanziamenti necessari. La strada fino a Vello avrebbe
dovuto aprirsi nel 1992. Ma i lavori subirono un improvviso blocco. A
Tangentopoli si aggiunsero i fallimenti delle imprese, nuove inchieste e
deludenti bracci di ferro tra Amministrazioni locali. Nel maggio del 2001
l’apertura della bretella Rovina-Toline, 5.2 chilometri di strada, dei quali 4.6
in galleria e l’innesto con la Statale 42. Negli ultimi due anni l’accelerazione
dei lavori. Oggi, 7 febbraio 2004 l’apertura dell’intero tratto.
GIORNALE DI BRESCIA 7 FEBBRAIO 2004
A ricordo di tutte le vittime
di ...
Un monumento per tutte le vittime della 510. Verrà eretto nella
piazzola che si trova all’imbocco della galleria Santa Barbara. Una imponente e
artistica croce verrà posizionata entro i prossimi tre mesi. A prometterlo è
l’Assesssore Mauro Parolini: «Non ci siamo dimenticati degli automobilisti che
sono morti su questa strada e di coloro che hanno perso la vita nel realizzare
quest’opera».
GIORNALE DI BRESCIA 7 FEBBRAIO 2004
di ...
LA CARREGGIATA La carreggiata della nuova arteria avrà una
larghezza di 3.75 + 3.75 metri, le banchine marginali sono larghe 1.50 metri. La
velocità massima consentita sarà di 90 chilometri orari, 70 km nelle gallerie e
all’uscita dalle stesse.
GLI SVINCOLI Quattro gli svincoli aperti con la nuova arteria:
Iseo, il monodirezionale di Tassano-Sulzano, il bidirezionale di Zone-Collepiano
e lo svincolo di Vello. Particolarmente elegante l’uscita di Zone posta al
termine del viadotto Opal.
I VIADOTTI Sono una decina i viadotti dei tre lotti. I più
estesi ed imponenti sono il Calchere, nei pressi della galleria S. Fermo e il
viadotto Opal, vicino all’uscita di Zone. La lunghezza totale dei 10 viadotti si
avvicina al chilometro e mezzo.
LE GALLERIE Oltre 14 chilometri, la maggior parte realizzati in
galleria. Sono 11 in totale i tunnel, tre dei quali lunghi più di due
chilometri: si tratta delle gallerie Covelo, Massenzano e Vello I, tutte e tre
dotate di 7 gruppi di ventilatori.
GIORNALE DI BRESCIA 7 FEBBRAIO
2004
Il “Comitato” ora vigilerà sulla ss 42
di ...
Il «Comitato per la viabilità in Valle Camonica-Sebino» non
sarà presente all’inaugurazione dei tre lotti della 510. È questa la posizione
scelta dal gruppo, nato nella primavera del 2003 e trasversale ad ogni
schieramento politico, per protestare contro i ritardi nella realizzazione delle
importanti opere viarie camuno-sebine. «L’apertura della Sebina orientale è
oggetto di una vergognosa strumentalizzazione politica - spiega Pierangelo
Milesi, tra i coordinatori del gruppo -. Il completamento della Statale 510 è un
diritto dei cittadini e un dovere delle istituzioni preposte, non un merito di
cui qualcuno vuole ammantarsi. È un’opera che i cittadini aspettano con pazienza
da troppi anni. Non c’è nulla da festeggiare». Manifestazioni sono comunque
previste nel corso del taglio del nastro. Un volantino realizzato da un gruppo
spontaneo di cittadini, e distribuito nell’area camuno-sebina, invita a
manifestare il proprio dissenso questa mattina alle 11 allo svincolo di Zone.
Frattanto nel corso di un incontro con i sindaci e gli amministratori locali del
centrosinistra, Tino Bino, candidato dell’Ulivo alla presidenza
dell’Amministrazione provinciale, parlando dell’apertura della superstrada ha
affermato: «Il ministro Lunardi nel corso del taglio del nastro dovrebbe
chiedere scusa, anche a nome dei suoi predecessori, per il ritardo inspiegabile
ed incredibile con cui viene consegnata quest’opera. Venticinque anni per 18
chilometri sono troppi anche per la pazienza della nostra gente». Da registrare
analoga presa di posizione di Aldo Rebecchi (Ds): «Era necessaria maggiore
sobrietà, il centro destra doveva dimostrare più stile. Ma, del resto, se non ce
l’ha non se lo può dare».
BRESCIAOGGI 7 FEBBRAIO 2004
Stamane a Zone si inaugura l’attesa superstrada
L’Ulivo è polemico, mentre a Marone si ringrazia la Lega
di Pietro Gorlani
Dopo trentacinque anni di attesa e migliaia di chilometri di
code, si inaugurerà stamattina (ore 11) la variante alla strada statale 510
«Sebina Orientale» dalla località Bersaglio (km 14»400) a Vello (28»800), con
conseguente apertura al traffico dalle ore 14 dei nuovi 14 chilometri e mezzo e
di tutti i relativi svincoli e rampe di raccordo. Il tratto di variante
raccorderà ben quattro strade (la strada provinciale 32, la sp. 11, la sp. 510 e
la strada comunale di Sulzano per Tassano) e verrà gestito dalla Provincia di
Brescia.
La cerimonia avrà luogo alle 11 sullo svincolo di Zone, alla
presenza del ministro per le Infrastrutture Pietro Lunardi, del presidente della
Regione Lombardia Roberto Formigoni, di Alberto Cavalli (presidente della
Provincia di Brescia), del presidente Anas Vincenzo Pozzi e del capo
coordinamento Anas-Lombardia, Eutimio Mucilli.
Proprio l'inaugurazione in «pompa magna» ha suscitato le ire
del centrosinistra, che già durante il consiglio provinciale di due settimane fa
aveva chiesto alla maggioranza di rinunciare alle celebrazioni di rito, «in
segno di rispetto per i cittadini».
«È una questione di stile - ha ribadito ieri il consigliere
della Margherita, Zaccaria Almici- che manca del tutto a questi amministratori:
aprire la strada rinunciando a ridicole cerimonie sarebbe certamente stato più
apprezzato dai bresciani». Sottolineata anche l’inopportunità di invitare i
vertici dell’Anas.
Aldo Rebecchi precisa il pensiero di tutto il centrosinistra:
«la responsabilità di questo ritardo scandaloso non è specifica di nessuno,
questo sia chiaro, ma è trasversale alle diverse forze politiche. Resta il fatto
che l'inaugurazione di oggi non è di certo da ritenersi una vittoria delle
istituzioni». Anche Tino Bino, candidato alla presidenza della Provincia per il
centrosinistra, non ha mancato di esprimere la sua amarezza, nel corso di un
incontro (nei giorni scorsi) con sindaci e amministratori locali: «nel discorso
inaugurale il ministro e gli altri politici dovrebbero chiedere scusa per il
ritardo inspiegabile e dovrebbero sottolineare come questa sia una sconfitta di
tutti gli schieramenti politici. Dovrebbero inoltre promettere il completamento
della strada per la Valle Camonica e della Valle Sabbia».
Le annunciate contromanifestazioni di protesta organizzate dai
locali comitati, sembrano disdette. Ma è comunque molto probabile la presenza
pacifica di qualche singolo cittadino pronto a manifestare il suo dissenso.
Zaccaria Almici già anticipa la pericolosità di questo tratto
di strada, «per la presenza di rettilinei anche in galleria: la più pericolosa è
quella del monte Coniolo in località Iseo. Sarà qui che temo il verificarsi di
incidenti. Speriamo il più tardi possibile».
Questo il duro affondo dell’Ulivo. Ma per contro, ieri a Marone
sono comparsi manifesti dei sostenitori del carroccio, con scritto: «Grazie Lega
per averci dato la strada».
BRESCIAOGGI 8 FEBBRAIO 2004
A Zone il ministro delle infrastrutture, Pietro Lunardi, ha
inaugurato l’ultimo tratto della 510 e rilanciato il collegamento con la
Valtellina
Cavalli: «Una nuova opportunità». Pozzi: «Non va percorsa ad
alta velocità»
di ...
Trent'anni di agonia, code,
rallentamenti, sviluppo turistico di un bacino di 100 mila persone bloccato.
Ieri, finalmente, la nuova variante alla strada 510 «Sebina Orientale» è stata
aperta al traffico. Da giorni gli utenti della famigerata litoranea facevano il
conto alla rovescia, tanti nemmeno ci speravano più, forse per una forma di
scaramanzia. Ma ieri, attorno a mezzogiorno, il taglio del nastro, all'altezza
dello svincolo di Collepiano tra Marone e Zone, ha convinto anche i più
scettici.
Centinaia di persone hanno
assistito alla cerimonia: sul palco il ministro delle Infrastrutture Pietro
Lunardi, il presidente dell'Anas Vincenzo Pozzi, il capo del compartimento
regionale Anas Eutimio Mucilli, il presidente della Provincia, Alberto Cavalli,
con l'assessore ai Lavori pubblici Mauro Parolini, il presidente della Regione
Roberto Formigoni, i parlamentari Davide Caparini, Giuseppe Romele e Alessandro
Cè, l'assessore regionale Franco Nicoli Cristiani e il consigliere Margherita
Peroni.
E ancora, fra gli altri, gli
assessori provinciali Corrado Scolari e Valerio Prignacchi, il vicepresidente
Corrado Ghirardelli e i presidenti delle comunità montane di Valcamonica
(Giampiero De Toni) e Sebino (Angelo Zanotti).
Dopo la benedizione del vescovo
monsignor Giulio Sanguineti, è stato il ministro Lunardi, forbici alla mano, a
inaugurare ufficialmente la nuova tratta. Faceva da sipario un enorme cartello
con la scritta «L'Italia si fa strada».
«E' finita l'epoca in cui si
iniziavano le opere e poi non si aprivano mai al traffico - ha detto Lunardi -.
Il Governo ha dato un forte impulso allo sblocco e al completamento di centinaia
di cantieri fermi da tempo. Ho tenuto in particolar modo ad essere presente e
spero che questa nuova arteria che collega Brescia alla Valcamonica e, in
futuro, attraverso il Mortirolo, alla Valtellina possa contribuire a migliorare
la qualità della vita di questa valle».
Una strada, ha sostenuto il
ministro, che non è una semplice bretella ma che fa parte di un'asse europeo,
del famoso «Corridoio 5» approvato dalla Commissione Europea. Un collegamento
intermodale fra il Portogallo e l'Ucraina che convoglierà il 36 per cento del
traffico europeo.
La nuova variante alla «Sebina
Orientale» oltre a costituire il collegamento diretto, veloce e sicuro fra
Brescia e la Valcamonica, assorbirà circa il 70% del traffico che prima
investiva il tratto della 510, rappresentando un'occasione storica per i paesi
rivieraschi.
La nuova tratta stradale
permetterà di meglio sfruttare le risorse del territorio sia dal punto di vista
commerciale che da quello turistico. Concetti che sono stati ribaditi dal
presidente dell'Anas Vincenzo Pozzi: «Ho sentito qualche critica, del resto i
lavori per questa strada sono iniziati 15 anni fa, ma si tratta di problemi
tutti collocabili in un ben determinato periodo storico. Per questi 15
chilometri di strada c'è stato il massimo impegno dell'Anas, in un anno abbiamo
riappaltato e trovato i finanziamenti.
«Oggi la nuova variante
risponde alle caratteristiche di questo territorio, non è un'arteria da
percorrere ad alta velocità perché la conformazione geografia di questa zona,
caratterizzata da ghiaccio, nebbia e pericolo, non lo richiede. Spetterà alla
Provincia verificare la funzionalità in base anche agli incidenti, dopodiché si
potranno programmare modifiche e interventi».
Soddisfazione è stata espressa
dal presidente provinciale Alberto Cavalli: «Per troppo tempo - ha sostenuto -
questo tratto di strada ha separato la Valcamonica dalla città con danni
incalcolabili. Ora diamo una nuova opportunità al territorio e alla sua gente».
Presto, ha assicurato il presidente, sul Sebino verranno avviati una serie di
lavori per la realizzazione di piste ciclabili e strade pedonali e alle vittime
di incidenti stradali e sul lavoro accaduti ex statale 510 sarà dedicato un
monumento.
«Questa cerimonia rappresenta
un tassello importante che apporterà migliorie al trasporto pubblico e avrà
ricadute sull'ambiente - ha sottolineato il presidente della Regione, Roberto
Formigoni -. La Regione ha svolto la sua parte da un lato inserendo il
completamento della 510 fra gli interventi previsti dell'accordo di programma
quadro del 2000 con il Governo, dall'altro istituendo un tavolo di lavoro per la
più rapida conclusione dei lavori».
A «scusarsi ufficialmente anche
per gli altri politici» è l'on. Davide Caparini, che ha aggiunto: «Espieremo le
nostre colpe cercando di consegnare il tracciato della 42 fino a Nardo di Ceto
entro il 2004, l'appalto è in primavera e se l'Anas rispetterà i tempi potremo
aprire la strada prima della fine dell'anno».
BRESCIAOGGI 8 FEBBRAIO 2004
Lunardi avverte: «Prima dovremo chiudere i cantieri in
Valcamonica»
di Claudia Ziliani
Il traforo del Mortirolo si farà. Il tratto di strada che
collegherà Brescia alla Valtellina rientra in un'asse europea di primaria
importanza. Lo ha assicurato il ministro delle Infrastrutture Pietro Lunardi,
che ha parlato con i giornalisti delle opere viarie la cui realizzazione è in
corso o auspicata in Valcamonica. Il ministro ha spiegato che il Corridoio 5, il
collegamento intermodale che da Lisbona arriverà in Ucraina, approvato dalla
Comunità Europea, sarà il ponte tra l'economia occidentale con quella orientale.
Il Corridoio dovrà convogliare il 35 per cento del traffico europeo. In questo
sistema il traforo del Mortirolo giocherà un ruolo importante. «Il riassetto
della viabilità stradale e ferroviaria è cambiato - ha sostenuto Lunardi - . E'
finita l'epoca degli interventi a pioggia. Ora si procede non inseguendo singoli
lotti funzionali ma realizzando assi stradali che contribuiscano a migliorare la
qualità della vita del Paese».
«Il traforo del Mortirolo - ha proseguito - non è assolutamente
un sogno. E' un'opera che costa 800 miliardi delle vecchie lire, che stiamo
studiando e che ci tengo a portare avanti. La stiamo seguendo con l'Anas.
Ritengo che per la pianura Padana, la possibilità di venire a Brescia,
collegarsi attraverso il Mortirolo alla Valtellina e alla Svizzera sia una cosa
impagabile. Soprattutto ricordiamoci che Sondrio in particolare è una delle
città più isolate d’ Italia, quindi ha bisogno di uno sfogo. Il Mortirolo è
fattibile perché la possibilità di realizzarlo è stata studiata diversi anni fa.
Certo non si tratta di una struttura che faremo nel giro di un anno; non abbiamo
la bacchetta magica - ha ironizzato - anche se i tempi delle procedure si sono
snelliti di molto».
Lunardi ha concluso dicendo che «il traforo del Mortirolo è
realizzabile ma per ora è della massima importanza chiudere tutti i lotti
aperti».
BRESCIAOGGI 8 FEBBRAIO 2004
di Giuseppe Zani
Trent'anni ci sono voluti per realizzare la variante a mezza
costa della 510. Il primo progetto, infatti - progetto di massima, per la verità
- risale al 1973: il nastro d'asfalto è a quattro corsie (come i primi due
lotti, Mandolossa-Camignone, costruiti negli anni '70); gli svincoli sono
ipotizzati al Bersaglio d'Iseo, a Pilzone, a Martignago, a Presso, a Massenzano,
a Colpiano. L'incarico per il progetto esecutivo, invece, affidato dalla
Comunità montana del Sebino bresciano al Centro studi e progetti di Verona, è
del '79. E' a questo punto che scoppiano le beghe fra i Comuni: c'è chi è
perplesso, chi lega il suo sì a condizioni precise, chi propone modifiche. Causa
le difficoltà incontrate nel reperire i finanziamenti, si ripiega sulle due
corsie. Il primo stanziamento - 21,8 miliardi, III lotto, Bettole di
Camignone-Bersaglio d'Iseo - è dell'82, l'inizio dei lavori nell'84. La
discussione circa la localizzazione dello svincolo di Iseo - se al Bersaglio o a
Vertine - si porta via quattro anni.
Nel frattempo, nell'87, la galleria Montecognolo è sbucata
all'aperto. Il tratto Iseo-Vello va ai blocchi di partenza nell'89 (costo
iniziale 70 miliardi; costo finale 162 milioni di euro, ovvero 320 miliardi:
dati Anas). Nello stesso anno diventa ministro dei Lavori pubblici Gianni
Prandini. E' lui che, nell'aprile '90, inaugurando la Camignone-Iseo, giura che
nel '92 la superstrada arriverà a Breno. Fra l'aprile e il novembre dello stesso
anno Prandini affida gli appalti dei lotti IV (Iseo-Sulzano), V (Sulzano-Sale),
VI (Sale-Vello) e VII (variante di Pisogne) a trattativa privata. Già nel '91,
però, la Sicalf (sede legale a Roma) sparisce dalla circolazione; altre imprese
avanzano richieste di vedersi autorizzate, e pagate, varianti in corso d'opera.
Nel '92 getta la spugna la Follioley, i cantieri sono colpiti da paralisi
progressiva, il decreto Amato blocca i pagamenti alle imprese, l'ombra di
Tangentopoli si allunga.
La difesa del posto di lavoro per circa 600 edili e il tema
dello sviluppo dell'area sebino-camuna spingono Cgil, Cisl e Uil a organizzare
due cortei di protesta fra Sulzano e Sale Marasino nel '93. Nel '96 sono i
cittadini e gli amministratori di Sulzano a scendere il piazza. A giugno dello
stesso anno il ministro dei Lavori pubblici Antonio Di Pietro constata di
persona, in gran segreto, che i lavori fra Sulzano e Sale sono stati lasciati a
mezzo.
Il nodo da sciogliere è: i lavori da completare possono essere
affidati in estensione d'appalto a una delle imprese già operanti o vanno
appaltati ex novo? Nel novembre '96 i cantieri si sbloccano. Ma non brillano per
dinamismo. Più volte il Comitato istituzionale per la viabilità sebino-camuna va
a premere a Roma e a Milano. Fioccano mozioni e prese di posizione. Anche la
Lega alza la voce, organizza alcuni sit-in ai bordi della 510.
Il traguardo viene fissato una prima volta nella primavera del
2000, poi spostato al giugno 2003 e infine al 31 dicembre 2003. Nel frattempo è
nato un nuovo Comitato per la viabilità, che a settembre promuove sia la
raccolta di migliaia di firme sia la marcia Brescia-Edolo. Ieri, finalmente, s'è
chiusa un'odissea che pareva non dover chiudersi mai.
BRESCIAOGGI 8 FEBBRAIO 2004
Quasi quindici chilometri segnati da gallerie e viadotti
di Claudia Ziliani
Le opere inaugurate costituiscono una variante che collega le
località Bersaglio di Iseo e Vello di Marone alla strada esistente che costeggia
il lago, per una lunghezza complessiva di 14.350 chilometri. Un tratto che per
lunghi anni è stato un vero e proprio calvario per gli automobilisti che ogni
giorno si trovavano costretti a transitare sull’unica via di sbocco da e per la
Valcamonica sopportando estenuanti code. Tanto che ieri, alla cerimonia di
inaugurazione alcuni cittadini hanno distribuito un volantino: «Finalmente dopo
trent’anni dalla stesura del progetto iniziale - si legge - la Sebina Orientale
apre al traffico. Quest’opera ciclopica oggi ci viene consegnata dagli attuali
amministratori e tecnici presenti per l’inaugurazione. Che dire? Non è rimasto
neanche un po’ di buon senso».
Un messaggio frutto di molti malumori e dissensi, motivato con
la volontà di «ricordare quanti sono morti o sono rimasti feriti sulla strada
510», ma anche di «esercitare il diritto di espressione in merito a questa
vicenda, e per rivendicare il diritto all’informazione puntuale sullo stato di
avanzamento dei lavori che dovranno al più presto terminare sulle statali 42 e
39».
Dal primo ottobre 2001, la statale 510 Sebina Orientale è
passata dall’Anas alla Provincia, ma i cantieri in atto al momento del
trasferimento di funzioni sono rimasti di competenza Anas fino alla loro
chiusura.
L’intervento, iniziato nel ’91, è articolato in tre lotti
(quarto, quinto e sesto); sono state realizzate 12 gallerie, tre delle quali
lunghe più di 2 chilometri, e 11 viadotti. Oltre agli svincoli di raccordo con
la viabilità esistente a Sud (Iseo) e a Nord (Vello), sono stati realizzati
anche due svincoli intermedi: a Tassano e a Zone. E soprattutto, l’arteria
collega in modo molto più diretto alla Valcamonica, riducendo notevolmente i
tempi di percorrenza.
Il costo complessivo dei tre lotti ammonta a 161 milioni e 800
mila euro. E l’intervento sarà ancora più funzionale, ai fini del collegamento
tra Brescia (e il sistema autostradale) e la Valcamonica, quando saranno
completati anche i lavori attualmente sospesi sulla 42.
Per la statale del Tonale e della Mendola, che è la
prosecuzione della ex statale 510, sono già disponibili le risorse - pari a
185.942 milioni di euro - per il completamento del quarto, quinto e sesto lotto,
ed entro questo mese sarà pubblicato il bando per l’appalto.
Per finire, la Provincia sta redigendo il progetto definitivo
del secondo stralcio del sesto lotto, che prevede il completamento dello
svincolo a Berzo Demo e la variante all’abitato di Malonno. Costerà circa 115
milioni di euro che saranno finanziati dall’Anas.
GIORNALE DI BRESCIA 8 FEBBRAIO 2004
Lunardi: dopo la ss 42 il traforo del Mortirolo. Entro il
2006 l’autostrada Bre.Be.Mi
di Roberto Ragazzi
La Sebina Orientale, naturale porta bresciana per l’accesso
all’Europa. Non ha usato mezzi termini il ministro Pietro Lunardi ieri, al nuovo
svincolo di Zone, per il taglio del nastro dei tre lotti della statale (ora
provinciale) 510. «Questa non sarà un’arteria bresciana, tanto meno nazionale -
ha detto ai giornalisti il ministro -. La Sebina orientale è una strada di
importanza europea. Opera che andrà ad incidere sul sistema di trasporto del
nostro Paese. Presto verrà completato il tracciato della 42: quindi sarà la
volta del collegamento con la Valtellina attraverso il traforo del Mortirolo,
un’opera in cui credo. La Sebina orientale si innesta a pieno titolo nel
Corridoio 5, la grande rete viaria per la quale è previsto una copertura europea
delle spese pari al 20 per cento». È in quest’ottica che la strada provinciale
510 diventa un tassello del grande asse viario «Corridoio 5», l’opera
plurimodale che l’Unione Europea si è impegnata a realizzare. Un serpentone che
partendo da Lisbona si collegherà a Kiev ed assegna all’Italia un ruolo
strategico aprendo spazi di libero scambio nemmeno immaginabili fino a pochi
anni fa. «In questi anni - ha spiegato il ministro - sono stati realizzati studi
di fattibilità sul traforo del Mortirolo, il costo si aggira sugli 800 miliardi
di lire. È un’opera importante per Brescia e per la pianura padana. Il
collegamento con Sondrio, con la Valtellina e quindi la Svizzera non è solo un
desiderio, oggi è una possibilità concreta. Ma prima bisogna chiudere i lotti
ancora aperti in Valcamonica e mi sembra che l’Anas abbia innestato la marcia
giusta, anche un tratto di strada di pochi chilometri può ridare vita
all’economia di un’intera area. È finita l’epoca in cui si iniziavano le opere e
non si aprivano mai al traffico. Il Governo ha dato un forte impulso allo
sblocco e al completamento di centinaia di cantieri fermi. L’Anas affronta in
modo diverso le cose: nuovo management, nuovi strumenti a disposizione, nuove
professionalità. L’Ente nazionale ha riacquistato la fiducia della gente e
credibilità. Molti investimenti sono destinati alla rete viaria di questa
Regione. È stato già approvato il progetto di massima dell’asse autostradale
Bescia-Bergamo-Milano che sarà lungo 50 chilometri, i lavori inizieranno entro
l’estate dovrebbero concludersi entro il 2006». Cerimonia affollata ieri mattina
allo svincolo di Zone, il «salotto buono» della nuova strada provinciale 510.
Accanto al ministro Lunardi, c’erano il presidente della Regione Lombardia,
Roberto Formigoni; il presidente della Provincia, Alberto Cavalli; il presidente
dell’Anas, Vincenzo Pozzi, il capo compartimento Anas, Eutimio Mucilli; il
vescovo di Brescia, mons. Giulio Sanguineti, che ha benedetto l’arteria. Intorno
al palco, molti politici bresciani, i responsabili degli enti comprensoriali,
tanti sindaci ed amministratori del Sebino e della Valcamonica a dimostrazione
di quanto alta fosse l’attesa della popolazione camuno-sebina. «Un’opera
importante pensata e ideata per garantire mobilità più elevata alle persone e
alle aziende; per garantire un minore impatto ambientale, ma anche per
allontanare l’inquinamento e le polveri dai centri abitati - ha esordito
Formigoni -. Un’opera sostenuta fortemente dalla Regione che nel 2000 raggiunse
un accordo quadro col Governo nazionale garantendo la fine dei lavori.
L’accelerazione è stata possibile grazie anche al tavolo tecnico di
coordinamento creato in Regione e coordinato dal consigliere regionale
Margherita Peroni. L’impegno della Regione Lombardia non si esaurisce qui - ha
continuato Formigoni - la Regione ha stipulato un nuovo accordo col Governo
centrale per realizzare nuove strade e autostrade in Lombardia: presto avvieremo
i lavori della tangenziale Sud a Brescia, l’alta capacità, la «Bre-Be-Mi,
l’autostrada di Valtrompia». Visibilmente contento il presidente della
Provincia, Alberto Cavalli: «La soddisfazione più grande sarà sapere che da
domani mattina, autobus e furgoncini carichi di lavoratori camuni non dovranno
più subire code e rallentamenti per raggiungere il posto di lavoro - ha detto
Cavalli -. Finalmente la 510 è completata. Un’opera offerta a tutti i bresciani.
Una grande opportunità per la Valcamonica. Non dimentichiamo che in montagna la
vita è più dura, qui vivere e lavorare è indiscutibilmente più difficile. Ecco
perchè quest’area si merita da sempre un’attenzione particolare da parte
dell’Amministrazione pubblica. La 510 è fondamentale per dare concretezza ai
progetti di investimento in programma in alta Valcamonica». «Ma questa strada
valorizzerà l’immagine di tutto il Sebino - continua Cavalli - e libererà gli
abitati di Pilzone, Sulzano, Sale Marasino e Marone dal forte traffico. In
questi paesi la qualità della vita crescerà in misura straordinaria. Liberati
dalle auto i paesi rivieraschi avranno più attrattiva turistica». Poi il ricordo
alle vittime della strada con l’annuncio che presto verrà realizzato un
monumento lungo l’arteria. Sono stati il capo compartimento dell’Anas, Eutimio
Mucilli e il presidente dell’Anas, Vincenzo Pozzi, ad aprire gli interventi al
nuovo svincolo di Zone. «La nuova variante all’ex statale 510 - ha spiegato
Pozzi - oltre a costituire un collegamento diretto, veloce e sicuro fra Brescia
e la Valcamonica, assorbirà circa il 70% del traffico che prima investiva la
litoranea, rappresentando un’occasione storica per i paesi della riviera che
potranno rivalutare e sfruttare al meglio tutte le risorse che questo splendido
territorio offre». Quindi la promessa del presidente Pozzi: «L’impegno dell’Anas
verrà mantenuto anche per la statale 42. Entro fine anno l’apertura del IV
lotto, il prossimo aprile l’appalto di nuovi lavori». Chiuso il capitolo della
«variante 510» l’attenzione si sposta inevitabilmente sulla statale 42, scomoda
protagonista degli interventi all’inaugurazione di ieri. Le opere del IV lotto
da Breno a Nadro di Ceto stanno proseguendo regolarmente ed è quindi
ipotizzabile, come promesso, l’apertura al traffico entro il 2004. Proseguono
alacremente anche i lavori della galleria artificiale del Badetto. Nei mesi
scorsi il Consiglio di amministrazione dell’Anas ha approvato il progetto
definitivo dei lotti mancanti, finanziando gli interventi di completamento.
L’importo stanziato è di 185 milioni di euro, ma completata la statale 42
l’ingresso al traforo del Mortirolo sarà davvero concluso. E allora si potrà
guardare all’Europa.
GIORNALE DI BRESCIA 8 FEBBRAIO 2004
I commenti
di Lucia Sterni
LAGO D’ISEO - Soddisfazione è stata espressa dai politici
camuno-sebini per l’apertura della nuova 510. «Oggi, facciamo festa e cerchiamo
di andare avanti, perché consegniamo una struttura efficiente - commenta il sen.
Guglielmo Castagnetti -, nonostante le miserabili polemiche sul ritardo. È
incredibile constatare che tali polemiche siano fomentate dagli stessi
responsabili». L’on. Davide Caparini oltre ad esprimere la propria soddisfazione
si scusa con i cittadini per il ritardo, ma sottolinea «stiamo espiando colpe di
altri, che per trenta anni non sono riusciti a concludere l’opera. L’apertura
della nuova arteria lacustre la si deve alla Lega Nord che, dopo la chiusura dei
cantieri avvenuta con "Mani pulite", è riuscita, nel 1997, in extremis con
l’Anas ad assegnare i lavori con l’associazione temporanea d’impresa, evitando
le procedure di riappalto e tempi lunghissimi. Nel 2000, inoltre, la Regione
Lombardia ha stanziato i 24 miliardi di vecchie lire necessari per completare
l’opera». L’on. Giuseppe Romele sottolinea i riflessi sull’economia, turismo e
circolazione che la nuova 510 rappresenta per il comprensorio
valligiano-lacustre «si tratta di un’opera significativa, attesa da troppi anni,
ma che con l’avvento del Governo Berlusconi ha avuto un impulso ponderoso». Il
presidente della Comunità montana del Sebino Bresciano, Angelo Zanotti, si dice
soddisfatto anche per la partecipazione di numerosi cittadini al taglio del
nastro, «ora si apre un nuovo capitolo concernente la sistemazione di alcuni
lavori lasciati in sospeso dall’Anas e la riqualificazione dei nostri centri
storici». Per il presidente dell’Ente montano camuno, Giampiero De Toni, si
tratta della caduta di una barriera che ostacolava in modo serio lo sviluppo
della Valcamonica, «è un giorno di condivisione di un manufatto importante per
l’intera brescianità, anche se arriva con grande ritardo. Ora ci auguriamo che
le statali 42 e 39 possano conoscere tempi brevi di attuazione come pure il
traforo del Mortirolo, citato dal ministro durante il suo discorso».
BRESCIAOGGI 10 FEBBRAIO 2004
Tra Iseo e Marone traffico scorrevole nel primo giorno
feriale dopo l’inaugurazione: da Brescia a Breno 10 chilometri in meno
I nei: uscite di sicurezza troppo distanti nelle gallerie e
svincoli pericolosi
di Vincenzo Corbetta
Da Brescia a Breno
attraversando il nuovo tratto della superstrada Sebina. Un viaggio nel primo
giorno feriale dopo l’inaugurazione di sabato, alla presenza del ministro delle
Infrastrutture Pietro Lunardi.
Il primo dato: le distanze tra
la città e la Valcamonica si sono accorciate. Nei tempi e nei chilometri.
Circolazione normale, pochi mezzi pesanti. Con la nuova strada, dalla sede di
Bresciaoggi in via Eritrea all’uscita di Breno sud (la statale 42 del Tonale),
61 chilometri in 49 minuti. Più di uno stradario riporta: Brescia-Breno 70
chilometri. In precedenza, in condizioni (quasi mai) normali di traffico, per
arrivare nella cittadina della media Valle ci si impiegava almeno un’ora e un
quarto.
Un altro esempio: per
raggiungere Montecampione, uscendo allo svincolo di Piancamuno, i chilometri
dalla città sono 49 (gli ultimi 12 di tornanti): prima erano 62 e non ci si
impiegava meno di un’ora sempre in condizioni di traffico (quasi mai) normali.
LA PARTENZA - Lunedì 9
febbraio, ore 10: si parte dalla redazione, in via Eritrea. In via Milano e in
via Vallecamonica traffico normale. Al bivio della Mandolossa, tra Brescia,
Roncadelle e Gussago, ecco la provinciale 510. I camion sono numerosi
soprattutto in direzione della città.
LA NUOVA STATALE - Alle 10.11,
dopo 17 chilometri e mezzo rispettando i limiti di velocità (80 chilometri
orari), ecco le gallerie Montecolo e Montecognolo, che precedono l’inizio della
nuova arteria. Sono le 10,13. A parte l’aria di nuovo, all’uscita della galleria
Montecognolo non c’è più quella pericolosa curva a destra, con le due
carreggiate divise dal New Jersey, il blocco di cemento a forma
simil-trapezoidale, seguita da uno stop messo lì all’improvviso: una prova per i
riflessi e per l’efficacia dei freni dell’auto.
La nuova statale si presenta
dritta, con il bivio per il Bersaglio di Iseo. Ma c’è subito un neo e riguarda
lo svincolo che precede l’imbocco alla galleria Covelo: la pista di immissione è
troppo corta.
LE GALLERIE - La già citata
Covelo è la prima: misura 2,4 chilometri. È una delle 12 della nuova Sebina, una
delle più lunghe insieme a quella di Massenzano, 2,2 chilometri di strada senza
curve che collega in un amen Vello di Marone allo svincolo di Collepiano tra
Marone e Zone. Durante l’attraversamento della galleria di Covelo non si
incontrano camion in direzione Valcamonica. Verso Brescia ne transitano quattro,
uno staccato dall’altro.
L’ILLUMINAZIONE - Ottima, in
tutte. L’effetto-nuovo accresce la luminosità. Le uscite di sicurezza sono ben
segnalate in ambo le direzioni, anche se in alcuni punti, in casi di emergenza,
è difficile riuscire a raggiungerle anche correndo con tempi da recordman
mondiale dei 100 metri: c’è troppa distanza. Gli estintori, due per ogni
contenitore, sono posizionati ogni 200 metri, alternati per corsia.
ALL’IMPROVVISO IL BUIO - Quando
a Vello di Marone si lascia la nuova Sebina per immettersi sulla vecchia, è come
passare dal 2004 dopo Cristo al... 2004 avanti Cristo. Le prime due gallerie del
tratto antico, la Santa Barbara e la San Carlo, non sono illuminate. La luce
torna nella famigerata Trentapassi e, nel territorio di Pisogne, nelle due
interminabili Roncogrande (2.480 metri) e Ronchi (2.130) nel tratto di strada
inaugurato pochi anni fa che in pratica segna l’inizio della Valcamonica.
I NEI - Mozzafiato i panorami
sul lago, una fusione tra l’azzurro delle acque e il verde delle montagne che
ispirerebbe anche chi non ha l’animo dell’artista. Ma proprio la bellezza
dell’orizzonte fa risaltare la mancanza di aree di sosta adeguate. Ci sono delle
piazzole che però sono al pelo della strada. Chi si ferma lo fa a suo rischio e
pericolo. Alcune immissioni lasciano perplessi. Particolarmente pericolosa
quella di Tassano di Sulzano: troppo alto il guard rail.
PRIMI INCONVENIENTI - Sullo
svincolo di Collepiano c’è il divieto di discesa per i mezzi pesanti di
lunghezza superiore agli 8 metri. Ieri due camion stranieri non hanno osservato
(o non hanno visto) il segnale e sono scesi contemporaneamente verso Marone
restando bloccati. Per farli tornare indietro e sbloccare la situazione sono
intervenute due gru. E, a due giorni dall’inaugurazione era già guasto il
semaforo della galleria Vello 1, sempre sul rosso.
GIUDIZIO FINALE - Rispetto alla
vecchia strada non c’è storia. Il confronto è impietoso: circolazione
scorrevole, nessun travaso di bile per le code (da leggenda quelle che si
formavano nella mai abbastanza deprecata strettoia di Sulzano: spesso ci si
bloccava già alla galleria di Montecognolo ed erano mezz’ore che volavano senza
poter far nulla). Sulla nuova 510, in caso di traffico in crisi, non mancano le
alternative. Distanze e tempi ridotti, oltre alla circolazione finalmente non
più infernale, promuovono la nuova strada. La Valcamonica si sente meno isolata:
sicuramente una bella vittoria.
BRESCIAOGGI 11 FEBBRAIO 2004
di Davide Caparini (lettera al direttore)
Caro direttore, ho l'onore di rappresentare il Sebino e la
Vallecamonica nel Parlamento italiano dal 1996. I miei elettori mi hanno
concesso il privilegio di vivere da vicino il dopo Mani Pulite, i tre governi di
centrosinistra e quello di centrodestra. Niente accade per caso, se sabato
scorso è stata scritta la parola fine ad un cantiere rimasto aperto per 14 anni
è perché c'è stato chi crede che la politica sia qualcosa di diverso da ciò che
pensa il lettore Umberto Gazzoli (lettera a Bresciaoggi del 30 gennaio scorso).
Una breve cronistoria ci aiuterà meglio a capire. La strada statale 510 nel
tratto da Iseo a Marone viene suddivisa in 3 lotti assegnati nel 1990. Mentre su
quello a valle (lotto 4) e quello a monte (lotto 6) i lavori procedono come
previsto, il lotto da Pilzone e Marone (lotto 5), assegnato alla Sicalf di Roma,
che subappalta alla ditta Folliney di Issogne (Aosta) e finanziato con l'importo
originario di 76 miliardi, è oggetto di controversie tra impresa e Anas. Per
negligenze e ritardi nell'esecuzione delle opere a seguito delle gravi
difficoltà economiche delle due imprese in stato fallimentare viene rescisso il
contratto. I lavori si fermano con uno stato di avanzamento del 50% ed una spesa
di 32 miliardi di lire. Dopodiché arriva Tangentopoli che porta il congelamento
delle nuove procedure d'appalto, tutto rimane bloccato fino all'ottobre 1997.
Aprile 1996. In alternativa all'espletamento di nuovo appalto, sia l'Impresa
Eurovie (ex Follioley) che le imprese appaltatrici dei lotti a monte e a valle
chiedono di essere assegnatarie mediante trattativa privata. Luglio 1996. L'Anas
inserisce la 510 negli interventi immediatamente cantierabili con una
disponibilità di 56 miliardi. Novembre 1996. Nel dopo Mani Pulite è il primo
momento cruciale: la commissione art. 7 (ex art. 6) istituita col decreto legge
495/96 in extremis evita il ricorso ad una nuova procedura di appalto
accogliendo la richiesta di affidamento dei lavori all'Associazione Temporanea
d'Imprese. Il decreto legge non viene però reiterato e questa importante
decisione rischia di perdere validità. Il vuoto legislativo viene scongiurato
con una modifica alla legge finanziaria 1997. L'importo complessivo in base
all'adeguamento alle nuove norme ammonta a 100 miliardi. L'integrazione del
finanziamento trova spazio nello stralcio triennale 1997-1999 della Regione
Lombardia. Ottobre 1997. Il cantiere riapre. Il ministero in risposta ad una mia
interrogazione prevede un tempo di esecuzione di due anni e mezzo. Febbraio
1998. I tratti tra Marone e Vello (lotto 6) costato 81 miliardi di lire e tra
Bersaglio e Pilzone (lotto 4) costato 103 miliardi, sono conclusi. Entrambi
terminano sul famigerato lotto 5 e quindi non possono essere aperti al traffico.
Luglio 1999. La variante di Pisogne (lotto 7) avrebbe dovuto essere conclusa nel
1996, poi nella primavera del 1997 ma infiltrazioni di acqua e calcare ne
impediscono l'apertura. E allora via alla lunga procedura di nomina dei periti,
sopralluoghi, realizzazione e scelta dei progetti, appalto lavori, realizzazione
lavori. Inoltre mancano le opere complementari cioè la messa in posa dei
guard-rail, la segnaletica, l'illuminazione e il sistema di ventilazione. Anas
fornisce come previsione d'apertura il Natale 1999. Settembre 1999. Il lotto 5
registra uno stato d'avanzamento del 60% ed è già prevedibile un ritardo sulla
consegna indicata per l'autunno del 2000. Infatti, un mio comunicato recita «a
conti fatti e senza ulteriori contrattempi potremo sperare di percorrere questo
tratto alla fine del 2002!». Ottobre 1999. Rispondendo ad una interrogazione
l'Anas comunica ufficialmente che per le opere di completamento mancano ancora
35 miliardi di lire. Novembre 1999. La Lega con decine di militanti organizza un
presidio di protesta a Vello per sollecitare l'apertura della variante di
Pisogne. Dicembre 1999. Il Parlamento impegna il governo votando un mio ordine
del giorno al fine di consentire il completamento dei lavori di ammodernamento
delle strade statali 510 e 42. Marzo 2000. Secondo momento cruciale: la Regione
Lombardia inserisce la strada nell'accordo quadro con lo Stato stanziando i 24
miliardi mancanti. Dicembre 2000. Numerosi edifici di Pisogne hanno riportano
ingenti danni a causa delle vibrazioni e dei cedimenti del terreno causati
dall'escavazione obbligando l'impresa a rallentare i lavori. Le piogge
alluvionali di ottobre e novembre 2000 peggiorano la situazione facendo
ulteriormente slittare la consegna dei lavori. Aprirà con oltre quattro anni e
mezzo di ritardo. Febbraio 2001. Il passaggio del Giro d'Italia nel maggio del
2000 porta all'attenzione dell'opinione pubblica nazionale la pericolosità delle
sue gallerie troppe volte luogo di gravissimi incidenti. Finalmente il ministro
dei Lavori Pubblici risponde ad una mia interrogazione assicurando interventi
nelle gallerie S. Carlo e S. Barbara. La Provincia di Brescia, su proposta della
Lega, nella sezione di bilancio da poco terminata, si fa carico della messa in
sicurezza della tristemente nota Trentapassi e della conseguente realizzazione
di una viabilità alternativa che rivaluti il percorso del lungolago. Dicembre
2001. Viene approvata la Legge Obiettivo che modifica radicalmente le paludose
normative in materia di lavori pubblici e che ci consente il cambio di rotta
rispetto all'inettitudine e all'incapacità dimostrata dal centrosinistra. La 510
viene inserita ai soli fini dell'accelerazione delle procedure nell'elenco degli
interventi strategici di preminente interesse nazionale. Febbraio 2003. Una
nuova bufera si abbatte sull'Anas. In galera 31 tra imprenditori, dirigenti,
funzionari e impiegati del compartimento di Milano che avrebbero ricevuto
tangenti pari al 5% degli appalti. Le accuse sono di corruzione, truffa,
riciclaggio, turbativa d'asta e falso. Gennaio 2004. Nell'anno precedente Anas
ha raggiunto la cifra record di 12.000 miliardi di lire di opere mandate in
gara. Un risultato mai ottenuto in passato per la realizzazione di ben 1.742
infrastrutture, facendo registrare una crescita del 209% rispetto l'anno
precedente. Nel 2003 le gare aggiudicate dall'Anas hanno fatto segnare un +48% e
i lavori consegnati sono aumentati del 78%. Rispetto al 2001, ultimo anno del
governo della sinistra, l'Anas ha fatto registrare addirittura un incremento del
686% per quanto riguarda i bandi pubblicati e un +231% per le gare aggiudicate.
In conclusione, in cinque anni di governo del centrosinistra ho avuto a che fare
con cinque ministri dei Lavori pubblici: Di Pietro, Costa, Nesi, Micheli e, da
ultimo, Bordon. Le risparmio l'elenco dei sottosegretari. Praticamente è stato
silurato un ministro all'anno soprattutto a causa dei veti dei Verdi e
dell'espressa volontà di non creare le condizioni perché le opere pubbliche
ripartissero. In 33 mesi di governo di centrodestra la Sebina Orientale apre, è
prossima la conclusione del cantiere della 42 da Breno a Nadro di Ceto, riapre
il megacantiere fino a Berzo Demo con un investimento pari a 360 miliardi di
lire, si farà lo svincolo dell'ospedale di Esine e la riqualificazione della 39
dell'Aprica. E tutto ciò per merito di coloro che ci hanno creduto e lavorato.
Lunardi, Formigoni e Cavalli si sono guadagnati sul campo i galloni che hanno
consentito loro di inaugurare la Sebina. Ovviamente più di loro i sebini e i
camuni che per tanti anni hanno dovuto sopportare le ladronerie della prima
repubblica e l'inettitudine del centrosinistra. Da buon lombardo vado fiero del
mio lavoro, ne sono orgoglioso, nessuno mi toglierà la soddisfazione di aver
dimostrato che la Lega Nord e i suoi militanti hanno fatto il loro dovere.
GIORNALE DI BRESCIA 12 FEBBRAIO 2004
Le vicende secolari, lunghe e tormentate, che hanno
preceduto la nuova strada provinciale
Nel 1850 la strada da Brescia arrivò fino a Marone
di Giancarlo Piovanelli
La nuova strada provinciale 510 Sebina orientale ha aperto
finalmente la strada al completamento della rete viaria che darà un impulso
nuovo alla Valle Camonica, col previsto traforo del Mortirolo che agevolerà il
gigantesco serpentone che da Lisbona si spingerà fino a Kiev, dal Portogallo
all’Ucraina. «La Sebina orientale è una naturale porta bresciana per l’accesso
all’Europa. « Presto - almeno così ha promesso il ministro Lunardi
all’inaugurazione - verrà completato il tracciato della statale 42; quindi sarà
la volta del collegamento con la Valtellina attraverso il traforo del
Mortirolo». È una storia lunga e tormentata quella della Sebina, perché fino
alla metà dell’800 non c’era una vera e propria via, esistendo solo
comunicazioni lacuali che permettevano il trasporto del ferro in cambio di
derrate alimentari, sfruttando soprattutto i porti di Iseo e di Pisogne. Nel
Medioevo, gli scambi erano legati soprattutto ai monasteri bresciani come quelli
di Santa Giulia e di Sant’Eufemia, benedettini, che avevano bisogno di pesce e
di olio per le loro mense, mangiando soprattutto di magro. Più tardi ci fu il
movimento delle «ferrarezze» che iniziò a venir meno nell’800, al tempo della
occupazione austriaca. Dopo il congresso di Vienna, il Lombardo-Veneto,
considerata la perla dell’impero austriaco, attraversa un periodo di difficoltà
per carestie e mancanza di lavoro. Il governo di Vienna riserva al nostro
vicereame un ruolo essenzialmente agricolo, nel timore che le industrie
siderurgiche lombarde possano fare concorrenza a quelle della Stiria e della
Boemia. Per la verità, il governo austriaco incoraggia lavori pubblici di grande
utilità come la circonvallazione della Pusterla intorno al castello di Brescia e
la strada militare dello Stelvio, affidata ai Donegani che vengono da Moltrasio
nel XVIII secolo, ma che ormai sono bresciani di fatto. È sintomatica la visita
del principe mezzo italiano che fra l’altro ha sposato una Savoia, Ranieri di
Asburgo-Lorena, a Iseo nel 1820, che il patriota Gabriele Rosa, finito allo
Spielberg, ricorda nel 1892. Ranieri, sia pure bene intenzionato, è il viceré
che non può fare un passo senza l’assenso della Hofburg e di quello scaltrissimo
cancelliere che risponde al nome di Giovanni Venceslao Wienneburg, principe di
Metternich. La sua venuta ad Iseo rimette in moto una atmosfera stagnante.
L’architetto Vantini amplia la bella parrocchiale di Sant’Andrea Protocleto e
costruisce il nuovo palazzo comunale, ma soprattutto, nel 1834, abbiamo il primo
esperimento di navigazione a vapore sul lago col battello di fabbricazione
inglese, ma che porta un nome austriaco, naturalmente: quello dell’arciduca
Leopoldo. Finalmente, nel 1850, abbiamo il prolungamento della strada
Brescia-Iseo fino a Marone. Il Risorgimento ormai è alle porte e, proprio il 10
giugno 1859, alla vigilia di San Martino e Solferino, gli iseani, festanti,
accolgono come prefetto del re Giuseppe Zanardelli, che arriva in battello da
Sarnico con il tricolore. Subito sceglie i Bonardi come suoi collaboratori,
facendo dell’albergo «Leon d’oro» il suo quartier generale, dove pronuncerà i
suoi più famosi discorsi. Nel 1861, lo statista bresciano è subito eletto per il
collegio di Iseo-Gardone Val Trompia e prende subito a cuore la situazione delle
due valli Trompia e Camonica. Si batterà come un leone per la ferrovia camuna e
per le industrie siderurgiche di Gardone. Nel primo caso, lotterà contro
l’opposizione cattolica del «Frustino» che giudica la ferrovia una spesa
superflua e demagogica. Nel secondo caso, con la minaccia del trasferimento
dell’industria armiera a Terni, arriverà a ricattare l’ammiraglio Benedetto
Brin. Nessun appoggio alle costruzioni navali militari in Parlamento se non ci
sarà l’aiuto dello Stato alle industrie triumpline. Nell’agosto del 1890, riesce
addirittura a portare il re Umberto e il ministro della Guerra Bertolé in visita
alle officine Glisenti e Beretta. Emblematico delle fatiche burocratiche è il
lavoro della ferrovia Brescia-Iseo. L’ultimo tratto da Provaglio, fra espropri,
impianti e collaudi resta in costruzione per ben tredici anni, dal 1875 al 1888.
La stazione ferroviaria di Iseo è pronta ma ci vuole il collegamento col porto,
appena ingrandito, anche se questo comporta lo sventramento di una fetta del
centro storico iseano. A questo punto, c’é anche il mercante Rossetti,
interessato all’esportazione dei suoi prodotti agricoli dalla Franciacorta, che
propugna la realizzazione di una tranvia Iseo-Rovato-Chiari. Il vero e proprio
governo zanardelliano (1901-1903) coincide con il prolungamento della ferrovia,
iniziata nel 1885 fino ad Edolo, che assicurerà molti posti di lavoro, anche se
a scartamento ridotto, ma ridurrà quasi a zero l’attività del porto. Pure questa
ferrovia, così a lungo osteggiata, si rivelerà di grande utilità strategica per
il trasporto dei nostri alpini, proprio a ridosso dell’Adamello, teatro di
furibondi scontri contro i Kaiserjägers. L’intuito di Zanardelli aveva creato in
contemporanea un’altra opera ferroviaria: la Brescia-Parma-La Spezia che darà
sbocco ai nostri prodotti di carattere bellico (si veda la Tempini) verso
quell’importantissimo porto militare.
BRESCIAOGGI 18 SETTEMBRE 2004
L’assessore Parolini
conferma gli impegni dell’Anas. Si riassegnano i lavori del lotto
Capodiponte-Berzo
La Provincia assicura: «Il tratto Breno-Nadro è quasi
realtà»
di Lino Febbrari
Era stata battezzata
pomposamente superstrada della Valcamonica oltre trent’anni fa, quando i primi
cantieri videro la luce in quel di Darfo. Oggi gli addetti ai lavori
preferiscono definirla più semplicemente variante alla statale 42 del Tonale e
della Mendola.
La gente comune, in particolare gli automobilisti che ogni giorno hanno modo di
toccare con mano la sua già evidente inadeguatezza nonostante la «giovane età»,
la chiama invece «la grande incompiuta», per i tempi biblici della realizzazione
e per il fatto che il completamento fino a Edolo (come stabilito nel progetto
originale datato fine anni Sessanta del ’900), lo vedranno probabilmente solo le
nuove generazioni.
Un’arteria che rispetto alla vecchia statale ha l’unico pregio di evitare i
centri abitati, e di conseguenza di diminuire i tempi necessari per raggiungere
Brescia.
La travagliata storia della variante alla 42, in particolare nel tratto compreso
tra Breno e Berzo Demo, nell’ultimo decennio si è sviluppata tra un cantiere
bloccato per il ritrovamento «improvviso» di un masso istoriato e un altro
chiuso per il fallimento dell’impresa che si era aggiudicata l’appalto. E i
ritardi e le colpe sono sempre stati addossati dai politici «a chi ci ha
preceduto». Ogni tanto (preferibilmente all’approssimarsi di una tornata
elettorale), soprattutto per placare la legittima protesta della gente, si è
registrato il taglio del nastro di un nuovo tratto; oppure, quando il calendario
non prevedeva inaugurazioni annunci del tipo «...i lavori verranno completati
entro...».
E di annunci, in queste ultime ore ne sono arrivati due: entro la fine dell’anno
le opere saranno concluse, e nei primi giorni di febbraio 2005 le auto potranno
percorrere gli otto chilometri del tratto Breno-Nadro. Inoltre, alla fine di
questo mese si procederà all’apertura delle buste e all’aggiudicazione dei
lavori per il completamento del tratto Capodiponte-Berzo Demo.
«L’Anas mi ha confermato - spiega l’assessore ai Lavori pubblici della Provincia
Mauro Parolini - che i lavori stanno procedendo regolarmente e che non ci
saranno ritardi sulla data di consegna stabilita: a febbraio il tronco
Breno-Nadro di Ceto sarà aperto al traffico».
Un lotto, questo, che sarà ricordato per la storica battaglia ingaggiata da un
comitato di cittadini di Badetto di Ceto, i quali, dopo aver deciso di ricorrere
alle carte bollate, sono riusciti a «convincere» infine l’Anas a realizzare una
galleria artificiale lunga poco più di 700 metri, al posto della trincea
prevista nel progetto originale che avrebbe tagliato in due l’abitato e
provocato un grave impatto ambientale.
Ma sarà un lotto incompleto, perchè all’origine era previsto lo sbocco nei
pressi di Capodiponte, al termine di una galleria di circa 500 metri. Solo che
il già citato «rinvenimento» di un prezioso masso con incisioni rupestri (un
reperto censito e catalogato già negli anni ’50, e inspiegabilmente «riscoperto»
una decina di anni fa, solo quando le ruspe stavano arando il terreno a poche
decine di metri di distanza), ha innescato una querelle tra Sovrintendenza e
Anas, che pare si sia conclusa solo recentemente con la decisione di abbassare
di una decina di metri la «livelletta» (la carreggiata) della nuova arteria.
Così, per una imperdonabile svista di un progettista, la maggior parte dei
manufatti realizzati a Capodiponte (uno dei quali riporta l’emblematica scritta
a caratteri cubitali «Vergogna») per attraversare il corso dell’Oglio,
probabilmente dovranno essere smantellati e ricostruiti ex novo.
E come detto, a fine mese le imprese interessate consegneranno le loro offerte
per il completamento del tunnel (ormai realizzato per la metà) di cinque
chilometri tra Capodiponte e Berzo Demo. «Una realizzazione da oltre 350
miliardi di vecchie lire, i cui lavori - assicura l’assessore Parolini -
inizieranno la prossima primavera per concludersi entro tre-quattro anni».
BRESCIAOGGI 23 GENNAIO 2005
Assegnati i lavori per i lotti tra Capodiponte e Berzo. In
primavera il via al tratto Breno-Nadro di Ceto
di ...
Ci sono
novità, o meglio conferme in arrivo per la viabilità camuna. Le ha annunciate
ieri il parlamentare leghista camuno Davide Caparini. «La direzione centrale
dell'Anas - afferma il deputato - ha concluso l'appalto per l'aggiudicazione del
quarto, quinto e sesto lotto (primo stralcio) della statale 42 nel tratto
Capodiponte-Berzo Demo». L'associazione temporanea di imprese aggiudicataria
avrà 3 mesi di tempo per redigere il progetto esecutivo per un lavoro che, per
la consegna «chiavi in mano», prevede tre anni e 186 milioni di euro. Ad
aggiudicarsi l’appalto sono state quattro ditte: Cottini, Cossi, Impresa
costruzioni Giudici e Asper termoimpianti. Insieme hanno proposto uno sconto del
34 per cento per una spesa, quindi, di poco superiore ai 138 milioni di euro.
Tempi più brevi, invece, per il tratto da Breno a Nadro di Ceto, che sarà
realizzato con un investimento da 20 milioni.
«Consegnati i lavori principali nella tempistica prevista (cioè lo scorso
dicembre) - spiega il parlamentare camuno - entro la primavera, presumibilmente
verso la fine di aprile, sarà aperto al traffico. Restano infatti da completare
la segnaletica orizzontale e verticale e le barriere di protezione e
fonoassorbenti. Oltre alle opere di raccolta delle acque che hanno indotto
l'Anas a rinviare, per motivi di sicurezza, l'apertura già prevista per il mese
scorso».
L'Anas, per agevolare la circolazione, sta inoltre studiando soluzioni
alternative sull'innesto all'altezza di Nadro: il passaggio a livello e la
conformazione del vecchio tracciato non consentono di allargare a tre corsie la
vecchia statale.
GIORNALE DI BRESCIA 23 GENNAIO 2005
di ...
Novità in arrivo per la viabilità camuna. Ad annunciarle l’on.
Davide Caparini (Lega Nord). «La direzione centrale dell’Anas - dichiara il
deputato leghista - ha concluso l’appalto per l’aggiudicazione del IV, V e VI
lotto primo stralcio della Ss 42, che collegherà Capo di Ponte a Berzo Demo».
L’associazione temporanea di imprese aggiudicataria (Collini, Cossi, Impresa
costruzioni Giudici, Aster termoimpianti) avrà tre mesi per redigere il progetto
esecutivo per un lavoro che, per la consegna "chiavi in mano", prevede tre anni
e una spesa di 186 milioni di euro (diventati 139 in quanto le aziende
aggiudicatarie hanno vinto l’appalto con lo sconto del 34%). Tempi più brevi,
invece, per il tratto da Breno a Nadro di Ceto, realizzato con un investimento
di 20 milioni d euro. «Consegnati i lavori principali nei tempi previsti
(dicembre 2004) - spiega il parlamentare camuno - entro la primavera,
presumibilmente verso fine aprile, sarà aperto al traffico. Restano infatti da
completare la segnaletica orizzontale e verticale e le barriere di protezione e
fonoassorbenti. Oltre alle opere di raccolta delle acque che hanno indotto
l’Anas a rinviare, per motivi di sicurezza, l’apertura originariamente prevista
per il mese scorso». L’Anas, per agevolare la circolazione agli utenti, sta
inoltre studiando soluzioni alternative sull’innesto all’altezza di Nadro, in
quanto il passaggio a livello e la conformazione del vecchio tracciato non
consentono di allargare a tre corsie la vecchia Ss 42.
GIORNALE DI BRESCIA 9 FEBBRAIO 2005
Verso l’accordo tra le Province
di Elia Mutti
Verrà affidato ad una bretella di circa otto chilometri di
lunghezza il compito di sbloccare il tappo viario che attualmente impedisce al
traffico automobilistico di scorrere senza problemi tra il basso Sebino
bresciano, quello bergamasco e la Franciacorta. Se tra Brescia e Bergamo verrà
riconfermato l’impegno formale che le due Province hanno concordato tempo
addietro per la progettazione e l’esecuzione dei lavori, la realizzazione del
tronco stradale Sarnico - Paratico il cui costo approssimativo è stato valutato
in 20 milioni di euro, prenderà il via tra cinque anni. «L’opera avvicinerà
sensibilmente il lago d’Iseo all’autostrada Milano - Venezia e sarà di grande
vantaggio per tutti coloro che per ragioni di lavoro o turistiche hanno a che
fare con il nostro comprensorio, per non parlare poi del miglioramento
ambientale che ne deriverebbe ai singoli comuni della zona» ha detto il
presidente della Comunità Montana Basso Sebino Monte Bronzone, Celestino Bettoni.
Della variante stradale capace di dare maggior respiro al traffico
automobilistico alleggerendo, tra l’altro, l’anacronistica ex Statale 469 Sebina
Occidentale, si è parlato diffusamente la settimana scorsa nella sede della
Comunità Montana, alla presenza dei dodici sindaci del comprensorio e della
giunta della Provincia orobica guidata dal presidente Valerio Bettoni. A
conclusione dei lavori, è stato dato l’ok perché la proposta, che due anni fa
venne ritenuta di minor impatto ambientale tra le quattro presentate, venga ora
tradotta in progetto di massima. Nei prossimi giorni Valerio Bettoni incontrerà
i responsabili della Provincia di Brescia per avere un ulteriore riscontro della
volontà di collaborazione, già espressa ufficialmente anche in tempi recenti. Il
tronco stradale di cui si parla originerà dalla Sebina Occidentale, all’altezza
del torrente Guerna, vicino alla caserma della Guardia di Finanza, punterà
diritto verso il fiume Oglio per scavalcarlo tra le paratoie che regolano il
prelievo dell’acqua dal lago ed il ponte che unisce le due province, passerà sul
territorio comunale di Paratico per collegarsi, alla fine, all’arteria che
conduce a Palazzolo sull’Oglio, all’entrata dell’autostrada Serenissima. Per
l’assessore alla Pianificazione ed ai trasporti della Provincia di Bergamo,
Felice Sonzogni, si tratta di «una opportunità per la viabilità del Basso Sebino,
perché sostenuta dal dialogo già avviato con la Provincia di Brescia e che ha
portato alla scelta del percorso più adatto».
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