Umberto Bossi 4 giugno 1995 Parlamento del Nord a Mantova

Dopo queste elezioni politiche - l'avrete sentito in campagna elettorale - io avevo preannunciato che sarebbe iniziata la terza fase di quella che è la lotta per l'indipendenza della Padania. La prima fase della lotta della Lega fu molto lunga: iniziò alla fine degli anni '80, tra il 1979 e il 1980, e fu la fase etnica, con la Lega spinta avanti da uomini semplici ma coraggiosi che si ersero per primi contro gli effetti piu' sociali e culturali che economici del colonialismo romano. La seconda fase ha coinciso con la Lega di tipo socialdemocratico in cui l'attenzione si era fissata sul fine ultimo del colonialismo romano, cioe' il controllo dell'economia del Nord. E' una fase che sta finendo, anzi e' finita con il risultato uscito dalla cabina elettorale, due settimane fa; ed ora e' iniziata la terza fase, che e' la fase terminale, l'ultima grande battaglia che la Padania deve fare per riuscire a liberarsi dalla situazione difficile e coloniale in cui Si e' dato vita a questo Parlamento un anno fa, e oggi io vi chiedero', alla fine del mio intervento, di scegliere di fare un passo ulteriore che e' il Governo della Padania, che perfezioni e finalizzi l'esistenza di questo Parlamento. La Lega , lo strumento primogenio della liberazione della Padania, mette a disposizione i suoi parlamentari, che diventeranno a Roma, se questo decidera' di dar vita ad un governo. Lo strumento di azione e mediazione politica del Parlamento di Mantova inserito nel Parlamento di Roma. Inoltre io proporro' anche la possibilita' che il Parlamento dia vita al Comitato di Liberazione Padano, cioe' ad uno strumento che nasca certamente per volonta' del Parlamento, che agiscademocraticamente per quello che si decidera' di volta in volta, per esempio attraverso scelte referendarie, che operi per dare vita a dei comitati referendari, ecc., che faccia insomma quello che gli chiedera' il Parlamento. E vi devo sottolineare fin dall'inizio che dando vita ad un governo della Padania, si va a chiudere una triangolazione tra quest'ultimo e Lega e Parlamento di Mantova, sul nome del quale c'e' una mozione per chiedere il cambiamento del nome in Parlamento della Padania. Direi che e' una triangolazione che implica la possibilita' di questo Parlamento di agire attraverso i parlamentari della Lega nel Parlamento di Roma, ma che implica la rivendicazione di un principio fondamentale che sta alla base di tutte le Costituzioni, anche quando non e' scritto nel loro dettato: il principio e' quello della resistenza, che i cittadini e i popoli hanno il diritto di opporre nei confronti di uno stato che commetta ingiustizie. E l'Italia di ingiustizie ne ha fatto un'infinita' nei confronti della Padania. L'altra scelta, quella del Comitato di Liberazione Nazionale, e' una scelta che permette di allargare il triangolo Lega. Parlamento di Mantova, Comitato di Liberazione Nazionale, referendum. E' cioe' una scelta che permette di rivendicare, assieme al diritto alla resistenza, anche il diritto alla secessione. E' questo un diritto che in alcune costituzioni e' direttamente scritto nell'articolato. Nella Costituzione russa, ad esempio, era previsto il diritto alla secessione, ed anche in altre costituzioni. Ma anche quando questo diritto non sia specificatamente riportato nelle costituzioni, e' evidentemente un diritto che sta alla base di qualsiasi costituzione, cosi' come il diritto naturale sta alla base del diritto positivo. Neppure le tavole di Mose' erano immortali. Tantomeno le costituzioni che si fanno e che quando non funzionano devono essere superabili per evitare che crei una situazione di insopportabilita' sociale. Resistenza e secessione sono quindi sono due diritti che stanno alla base di tutte costituzioni. Io ritengo che sia giunto il momento di rivendicare questi diritti e di rivendicarti, direi, senza poter sapere esattamente a cosa portera' la loro rivendicazione, al federalismo o alla secessione vera, ma innanzitutto per togliere dei tabu' sacri del regime centralista. La rivendicazione del diritto di secessione potrebbe avere semplicemente un valore strategico, cioe' di stimolo, nei confronti dell'evoluzione federalista. Importante e' che non si parli con troppa cautela dei tabu' che vanno rimossi. I problemi che dovremo affrontare sono conseguenti ad una Italia nella quale ci sono ormai due economie. L'economia duale di un tempo e' diventata due economie e cioe' spinge a dividere le istituzioni. Cioe' due economie implicano due Casse, due Banche Centrali, due sistemi socio-economici differenziati. Viceversa, si rischia di pagare delle gravi conseguenze che causerebbero danni assolutamente insostenibili. Penso alla difficolta' che il Nord troverebbe entrando in Europa, cioe' nel sistema della moneta unica europea, non potendo piu' ricorrere alla svalutazione della moneta. La Padania che, in se' e per se', e' il sistema produttivo piu' competitivo d'Europa, ma che ha bisogno della svalutazione per vendere i suoi prodotti a causa del peso del rimorchio romano, rischierebbe di crollare su se stessa. Arrivano cioe' dei momenti-grilletto particolari, dei momenti in cui i nodi vengono al pettine, e uno di questi, senz'altro i l principale, e' l'Europa. Io sono convinto che la Presidenza del Consiglio tirera' per le lunghe, cerchera' di perdere tempo nella prossima conferenza in cui l'Italia dovra' decidere se entrare o meno nella moneta unica europea. Il Governo dovrebbe far pagare uno sforzo enorme, dal punto di vista economico, per riuscire a portare il Paese in Europa. Nn penso che sara' cosi' facile la scelta che dovra' fare il prossimo Presidente del consiglio, ma per quanto riguarda la Padania e il suo sistema produttivo, non possiamo non sottolineare che entrando in un sistema di cambi fissi, come quello della moneta unica europea, non potremo piu' usare la svalutazione e questo, in uno Stato con due economie cosi' diverse come quella tra Nord e Sud, significherebbe semplicemente chiudere molte imprese del Nord. Resisterebbero solo le imprese sostenute dall'assistenzialismo dello Stato, e anche queste per poco tempo. Gia' adesso gli artigiani e gli imprenditori subiscono la concorrenza del meridione, non perche' le imprese del Sud producano meglio, ma esclusivamente perche' hanno l'assistenzialismo alle spalle. Proprio una settimana fa ho incontrato alcuni imprenditori della Brianza che mi raccontavano le grosse difficolta' nel settore del mobile a causa dell'assistenzialismo alle imprese del meridione che in questo modo diventano concorrenziali. Siamo passati da un'economia duale a un sistema fatto da due economie e la situazione e' estremamente difficile da controllare e da mediare. Inoltre esistono due grandi rischi. Il primo e' il rischio di una sollevazione nel Meridione a causa della crisi economica. Il Sud, cioe', ha una specie di sindrome sovietica. Come in Russia, anche qui il sistema puo' crollare perche' ha avuto una classe politica che non e' stata, e non e', in grado di organizzare e di gestire l'economia. Si e' creato un malessere incredibile nella societa' che, alla fine, ha portato alla caduta del sistema politico: cio' per la delusione delle aspettative di benessere che aveva la societa'. Quando la classe politica non e' in grado di organizzare e di gestire l'economia, salta per aria il sistema per pressione dall'interno ed e' questa la situazione tipica del meridione. Al Sud c'e' una situazione di enorme precarieta', pre-rivoluzionaria perche' la classe politica del meridione non e' stata in grado di organizzare e di gestire l'economia. Ma oltre alla sindrome sovietica, io vedo un'altra sindrome nel Paese che potrebbe diventare simile a quella della crisi del Golfo. Una crisi, direi, non economica che avviene nonostante l'integrazione economica, cioe' la globalizzazione dell'economia. Il capitalismo e' ormai ovunque anche nei paesi in cui non sia applicato in forma democratica. Ma, nonostante questo, una crisi, quella del Golfo, che e' avvenuta su basi di culture differenti, di religioni differenti. Cio' significa che non c'e' ancora l'integrazione politica. C'e' una integrazione economica, che e' ben lontana dal raggiungere un equilibrio soddisfacente, ma manca 'integrazione politica. E questo e' piu' che ovvio, perche' l'uomo e' una bistecca e per vivere ha bisogno di realizzare la propria affettivita', e quindi ha bisogno di tutta una serie di cose, che stanno non nel campo dell'economia, ma nel campo della morale, della cultura, della religione, ecc. ecc. A dire la verita', ci sono alcuni sempliciotti che si illudono che un governo mondiale possa impedire ogni conflitto. In realta', se non si considerasse la diversita' come un qualcosa da difendere non ci sarebbe alcun governo mondiale in grado di garantire la pace. Ritorneremmo all'ideologia. Dopo l'ideologia nazionalista del fascismo e del nazismo. Dopo l'ideologia comunista, crollata nell'89 e che era un'ideologia internazionalista, che nonconsiderava solo un Paese ma piu' Paesi, verrebbe la nuova ideologia del mondialismo. Ma non e' questo, non e' il Governo mondiale che risolverebbe il problema della pace. Il mondialismo sarebbe semplicemente un'ideologia piu' ampia di quella comunista, ma sempre di ideologia si tratterebbe, cioe' di un'idea che considera la societa' basata solo sull'economia. Senza la riconquista della diversita' culturale, religiosa, ecc. ecc. che sta alla base degli uomini e alla base dei popoli, non sarebbe possibile raggiungere la pace. Chi pensa di fare del mondo un mercato sterminato ha una risposta che viene dal passato. Sarebbe come ripercorrere le stesse strade che il capitalismo ai suoi albori intraprese creando lo stato nazionale. Quindi occorrono dei governi che sappiano difendere la diversita'. E' questo il punto. Il colonialismo che pure mira a controllare l'economia, per poter realizzare il suo progetto e' costretto a controllare scuole, tribunali, polizia, porta, inevitabilmente, ad una doppia tensione, alla sindrome sovietica nel Meridione e alla sindrome da sfruttamento coloniale e, in piu', da annientamento della cultura, in Padania. Il Nord, ma forse Nord e' un termine gen Ho usato come esempio due grandi avvenimenti degli ultimi tempi per far comprendere meglio la situazione italiana e i suoi rischi. Io credo che bisogna stare attenti, perche' quando l'economia duale diventa due economie bisogna separare le istituzioni perche' c'e' un rapporto tra istituzioni ed economia, cioe' tra stato e mercato. L'alternativa e' quella di restare coinvolti in meccanismi che non sono solo di tipo economico, ma che alla lunga possono diventare caos e rivoluzione, potendo coinvolgere l'intero Paese. Siamo in un momento difficile ed e' prevedibile che tutto peggiorera' in tempi piuttosto rapidi, perche' l'impossibilita' di svalutare la lira rende insostenibile il peso del carrozzone romano al sistema produttivo Padano. La domanda che ci dobbiamo porre e' come si fa ad affrontare il problema a della divisione della Cassa Comune. La Cassa in comune tra Nord e Sud ha portato a un assistenzialismo incredibile gestito da Roma attraverso maggioranze parlamentari che potevano fare a meno addirittura dei parlamentari della Padania. Oggi Roma dice quello che diceva gia' 50 anni fa, cioe' che occorrono le infrastrutture, occorre la Cassa del Mezzogiorno, fare le strade, le ferrovie, ecc. ecc. Ci chiede, in altre parole, di pompare artificialmente l'economia mondiale. Tutto questo in un momento in cui la globalizzazione dell'economia impone la fine dell'assistenzialismo, rendendo superata la vecchia organizzazione del rapporto Nord e Sud. Per di piu', dobbiamo prendere atto che nel Meridione non c'e' sensibilita' federalista. Il meridione preferisce battere la via dell'assistenzialismo, cioe' battere la via del non cambiamento della sua classe dirigente, di quella classe dirigente che non ha saputo sviluppare la sua economia. Nonostante questo il meridione preferisce continuare lungo la via dell'assistenzialismo e del controllo coloniale dell Noi non abbiamo niente sulla coscienza. Abbiamo verificato e non abbiamo trovato che poche disponibilita'. Allora stavamo subendo la partenza della grande operazione di restaurazione attivata dal regime, sostanzialmente in tre passi: la Magistratura, col Pool di Mani Pulite a Milano che arrivo' addirittura a teorizzare che la Lega era il partito delle tangenti. L'attivazione del sistema elettorale maggioritario, fatta da Segni, che spostava i voti del centro a destra e a sinistra e che, quindi, trovo', innanzitutto, il ringraziamento della sinistra che stava aspettando la fine dopo la caduta del muro di Berlino. L'entrata in politica della Fininvest, sulla destra, dove si rendeva necessario creare un contenitore politico costituito dall'MSI al Sud e dalla Fininvest al Nord, creando cosi' un canale nazionale che partendo da Palermo arrivava a Milano. Berlusconi aveva due compiti: annientare la Lega, cioe' la forza di liberazione della Padania, trascinando, nel contempo, l'MSI al Nord. Ma siamo qui, siamo sopravvissuti con battaglie che tutti ormai conoscete. Abbiamo dovuto usare il polo della Mafia come cavallo di troia, poi siamo riusciti a ritornare al centro con il governo tecnico di Dini. Al centro perche' solo dal centro parte e si esprime la dialettica centralismo-indipendenza, federalista o secessionista che sia. Il problema resta, comunque, la Cassa dei soldi o, meglio, come fare due asse dei soldi. E come far arrivare gli aiuti al meridione, magari anche attraverso un intermediario Allora siamo davanti a delle scelte che e' necessario fare prima che diventi troppo tardi. Un troppo tardi che potrebbe essere molto vicino sei membri europei insistessero a chiedere la sottoscrizione di un patto alla rinuncia della svalutazione, anche per quei Paesi, come l'Italia, che non riusciranno ad entrare immediatamente nella moneta unico europea. Non e' piu' possibile non decidere. Noi, per quel che ci riguarda, vista l'impossibilita' di cambiare la costituzione dall'interno, dobbiamo muoverci da oggi e dare a questo Parlamento una spinta molto piu' forte. Ma non solo. Io credo che dobbiamo dotare di un Governo questo Parlamento. Un Governo che dia una serie di indirizzi che possa agire nel Parlamento di Roma attraverso i parlamentari della Lega. I ministri, robabilmente, andrebbero scelti dandoci appuntamento tra qualche settimana. Ministri che non possono essere dei parlamentari del sottoParlamento romano perche' quel sottoParlamento e' un Parlamento che non puo' cambiare la Costituzione, e che peggio di cosi' si muore. Un'altra mia proposta e' quella di allargare il triangolo "Lega-Parlamento-Governo della Padania", creando il Comitato di Liberazione Nazionale Padano, con la finalita' di trovare sempre maggiore legittimazione a livello internazionale per la nazione padana. Io non penso che sara' facile uscire dalla situazione in cui ci troviamo, ma l'unica cosa che non si puo' fare, a mio parere, e' continuare a parlare senza valutare le conseguenze dei ritardi che rischiamo di accumulare sulla tabella di marcia sull'incalzare degli avvenimenti. Il voto ha dato un segnale molto preciso perche' io lo chiesi agli elettori sull'Indipendenza della Padania! Dicevamo, all'inizio, che esiste un diritto morale alla secessione e che la mia e' un'asserzione che si basa su varie considerazioni che rrivano alla coscienza della gente e diventano proposta e scelta politica dei popoli allorche' lo stato non e' in grado di far cessare le gravi ingiustizie, e di gravi ingiustizie nella Padania ce ne sono a iosa, e allorche' c'e' un'ingiusta e discriminatoria redistribuzione del reddito nel Paese. Io non penso, come pensano gli scettici, che non puo' esistere un ragionamento morale applicato alla secessione. Secondo me esiste, eccome. Gli scettici sostegno che tanto vince la forza. Io mi auguro che quello non sia sempre vero. Mi auguro che non sia solo un problema di confronti di forza. Che la politica non sia, insomma, un qualcosa che riguardi solo il potere ma che sia anche qualcosa d'altro, che riguardi l'analisi delle situazioni, e quindi, diciamo la scelta della via d'uscita ragionevole dall'attuale "empasse". Per chi scettico, voglio ricordare che anche i grandi dittatori hanno sentito il bisogno di giustificare le cose che hanno fatto. Giulio Cesare, ad esempio, spiego' che aveva invaso la Gallia perche' doveva garantire la difesa di Roma. Una motivazione morale, insomma, che dimostra come ci sia un'azione del giudizio morale sul comportamento degli uomini. Dovremo, a mio parere, non solo fare scelte chiare, comprensibili dalla gente. Ma scelte chiare da portare avanti in maniera democratica, ponendo il ragionamento morale a fondamento steso della politica. La Lega, d'altra parte, l'ha sempre messo a fondamento della politica. Dobbiamo quindi scegliere se dare o meno a questo Parlamento anche un governo con dei ministri, che siano dei ministri-sole, che attraverso decreti di indirizzo ecc., controllino l'attivita' dei parlamentari a Roma. Un Governo, per dare un'azione piu' visibile, piu' forte, piu' incisiva a questo Parlamento, perche' diventi sempre di piu' un punto di riferimento della Padania. L'altra scelta che io propongo e' quella del CLN o CLP, poi decideremo il nome, del Comitato di Liberazione della Padania, che e' una Nazione, si e' proclamata Nazione a Pontida, e quindi con il suo CLP mette in azione uno strumento esecutivo per portare a compimento le scelte democratiche che deciderà questo Parlamento.